1 - Italiano - Loescher Editore

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Testo A
Il paese di Cabras
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Cabras era una cittadina di novemila anime, un numero di tutto rispetto considerando la media sotto i tremila dei paesi vicini. Pur vivendo su un’economia semplice, basata più che altro sulla produzione di cibo da consumare sul posto, poteva vantare un certo elementare benessere e il blasone storico di essere stata la
destinazione di Eleonora d’Arborea1, che sulle sue rive si diceva avesse edificato
addirittura un castello. Di quell’antico fulgore però negli anni Ottanta non restava traccia: contadini, pescatori e qualche sporadico pastore costituivano i due
terzi della sua forza lavoro; chi avesse una cartoleria era già considerato benestante, e i pochi impiegati e liberi professionisti – con il loro titolo di studio –
formavano spontaneamente la classe dirigente.
Rispetto alla campagna dove abitava Maurizio la rustica vita paesana appariva
come un brulicare di attività accattivanti e frenetiche. C’era sempre qualcosa da
fare, da vedere o da esplorare. Le rive dello stagno su cui Cabras basava la gran
parte della sua vita sociale erano i confini di un’isola selvaggia nelle cui acque
basse si sognava naufrago e temerario. Con i ragazzi del paese da giugno a settembre passava gran parte del tempo nei pressi delle pescherie, in attesa che
venissero gettate via le vecchie cassette di polistirolo con cui avrebbero realizzato rudimentali zattere per le battaglie navali sullo stagno. Il vischio in quelle
tribù di ragazzini era sempre in scorte adeguate, perché le canne che oscillavano al maestrale erano una trappola meravigliosa per gli uccelli acquatici di ogni
colore.
Il paese viveva di un respiro comune ritmato dal suono delle campane: la chiesa
parrocchiale di Santa Maria era il suo polmone, ma più per questioni di organizzazione cittadina che per aneliti di fede. Il primo regolatore della vita civile erano
infatti i santi di categoria, celesti protettori sindacali di questo o quel gruppo di
lavoratori, le cui celebrazioni erano anche un’occasione per fare il bilancio
dell’anno produttivo trascorso.
I pescatori avevano come patrono Santu Pedru, il pescatore di uomini, e i suoi
festeggiamenti erano costituiti da una processione, una messa in pompa magna
con predicatore a pagamento venuto da fuori, e soprattutto quintali di muggini
arrosto cucinati in piazza durante i balli. L’odore del pesce arrostito si sentiva dai
paesi vicini e Maurizio lo associava per istinto alle occasioni speciali di Cabras,
che per i suoi muggini era famosa fino a Cagliari.
I contadini, che erano appena meno numerosi dei pescatori, erano protetti autorevolmente da Santu Sidoru2, un nume spagnolo che pare avesse fatto il contadino
e che chiudeva con la sua festa il lavoro della trebbiatura del grano a fine luglio.
I muratori – che erano pochi ma si festeggiavano come se fossero gli unici a lavorare a Cabras – veneravano Santa Lughìa, non tanto perché in vita sua la santa
avesse mai fatto il muratore, ma in quanto protettrice degli occhi, senza i quali
nessun muro sarebbe mai venuto a piombo.
Oltre al pantheon delle categorie professionali c’erano poi i santi davvero poten-
1. Eleonora d’Arborea: governò il Giudicato sardo d’Arborea nella seconda metà del XIV secolo.
2. Santu Sidoru: Sant’Isidoro.
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ti, quelli efficaci per tutti e in tutte le occasioni, confidenzialmente denominati il
Santo e la Santa. La Santa era Maria Assunta in cielo in anima e corpo, patrona
del paese. Il Santo era Sarbadori, il Salvatore, ovvero Gesù Cristo stesso, onorato
con una processione maschile lunga nove chilometri fatta correndo a piedi nudi
dal centro di Cabras fino alla chiesa campestre in mezzo agli sterrati del Sinis.
Nei paesi del circondario si guardava con invidia manifesta al fatto che Cabras
avesse così tanti soldi da poter celebrare un santo quasi ogni due mesi, e i cabrarissi dal canto loro amavano ribadire la propria supremazia bombardando il cielo
notturno con fuochi artificiali a ogni festa più spettacolari e visibili.
Michela Murgia, L’incontro, Torino, Einaudi, 2012
A1. L’espressione «antico fulgore» (riga 6) significa
 A. antica luce.
 B. antico prestigio.
 C. antico lampo.
 D. antica fama.
A2. Chi costituiva i due terzi della forza lavoro di Cabras?
 A. I pastori.
 B. Gli impiegati e i liberi professionisti.
 C. Chi aveva una cartoleria.
 D. I contadini, i pescatori e i pastori.
A3. Trascrivi tre espressioni del testo che suggeriscono che Cabras è un paese vivace e operoso.
1. ................................................................................................................................
2. ................................................................................................................................
3. ................................................................................................................................
A4. La frase «... la chiesa parrocchiale di Santa Maria era il suo polmone» (righe
22-23) vuol dire che
 A. le altre parrocchie del paese dipendevano da Santa Maria.
 B. Santa Maria era la parrocchia più importante del paese.
 C. la parrocchia di Santa Maria stabiliva le celebrazioni annuali.
 D. le altre parrocchie del paese regolavano le campane su quelle di Santa
Maria.
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Prova
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A5. Indica quali santi sono propri di ciascuna categoria di lavoratori e per quale
motivo.
Categoria
Santo
Motivo
a.
Pescatori
....................................
.......................................................
b.
Contadini
....................................
.......................................................
c.
Muratori
....................................
.......................................................
A6. Perché i paesi vicini invidiano Cabras?
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....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
A7. Il testo che hai letto è
 A. un testo scientifico.
 B. un testo espositivo.
 C. un testo narrativo.
 D. un testo argomentativo.
A8. Indica se il testo che hai letto è inverosimile oppure realistico e motiva la tua
risposta.
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....................................................................................................................................
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A9. Nella frase «Con i ragazzi del paese da giugno a settembre passava gran parte del tempo nei pressi delle pescherie» (righe 15-16), qual è il soggetto?
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Testo B
Perché dobbiamo avere cura della biodiversità
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Circa 10.000 anni fa l’uomo ha iniziato a coltivare delle piante, provocando un
drastico mutamento della propria nicchia ecologica. Prima dello sviluppo
dell’agricoltura l’uomo agiva come cacciatore-raccoglitore ed era dunque del tutto dipendente dal cibo e dalle altre risorse disponibili negli ecosistemi in cui viveva. Con l’invenzione dell’agricoltura l’uomo non ha più avuto bisogno di vivere in stretto contatto con gli ecosistemi locali di cui era parte.
Ma oggi il genere umano dipende ancora fortemente dalle specie e dagli ecosistemi del pianeta. Su scala mondiale usiamo quotidianamente più di 40.000 specie, per la maggior parte vegetali. Le nostre coltivazioni (grano, mais, patate,
pomodori, mele, pere, arance e così via) sono tutte forme derivate da specie selvatiche. Gli agronomi utilizzano popolazioni selvatiche per incrementare la variabilità delle specie domestiche, migliorando così la resa delle coltivazioni e
aumentandone la resistenza alle malattie e la possibilità di impiego in situazioni
climatiche diverse.
Le specie selvatiche (microrganismi, vegetali, funghi, animali) sono estremamente
importanti anche per la ricerca farmacologica. Anche se in molti casi è possibile
ottenere farmaci in laboratorio tramite procedimenti di sintesi chimica, è comunque necessario scoprire i diversi composti e accertarne le proprietà terapeutiche,
prima di poterli “fabbricare”. Il mondo vivente costituisce una farmacopea naturale
e, di continuo, si individuano nuovi farmaci in natura. Il principio attivo
dell’aspirina si ottiene dalla corteccia dei salici; la penicillina deriva da una muffa
(una forma di funghi). Nuovi farmaci, come le sostanze antitumorali individuate
nei frutti della kigelia del Madagascar, nella corteccia di un tasso spontaneo
dell’area pacifica (Taxus brevifolia) o nella pervinca del Madagascar (Chatharantus roseus), dimostrano quanto siamo ancora strettamente dipendenti dalle specie
selvatiche per la nostra salute.
Pur non vivendo più entro ecosistemi locali ristretti, abbiamo ancora bisogno di
disporre, per la sopravvivenza di tutti i viventi (noi compresi), dei “servizi essenziali” che gli ecosistemi forniscono. La produzione dell’ossigeno, il ciclo
dell’acqua, la prevenzione dell’erosione di suoli, la fissazione dell’azoto, sono
tutte funzioni vitali che un ecosistema vitale “sano” può garantire. Nelle aride
savane tropicali i soli organismi che possono svolgere l’essenziale ruolo di decompositori sono i batteri e i funghi microscopici presenti nei nidi delle termiti o
all’interno dei corpi di questi insetti. Senza un valido riciclaggio del carbonio e
di vari altri elementi chimici, la vita sulla Terra (compresa quella della specie
umana) si spegnerebbe rapidamente.
Noi uomini siamo anche in grado di apprezzare la vita che ci circonda per il suo valore intrinseco: possiamo ammirare esseri bellissimi, vistosi, affascinanti, luoghi selvaggi e incontaminati. Talvolta sentiamo, nel nostro intimo, che esiste una connessione tra noi e il mondo della natura: un senso di pace e di appagamento ci prende
ogni volta che possiamo immergerci in esso. Basterebbero queste ragioni per capire
che dobbiamo interessarci a quanto sta accadendo alla vita sul nostro pianeta.
Niles Eldredge, La vita in bilico, Torino, Einaudi, 2000
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Prova
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B1. «Prima dello sviluppo dell’agricoltura l’uomo [...] era dunque del tutto dipendente dal cibo e dalle altre risorse disponibili negli ecosistemi in cui viveva» (righe 2-5). Perché?
 A. Perché era un cacciatore-raccoglitore e non sapeva produrre il cibo da sé.
 B. Perché il cibo era scarso e non adatto alla sopravvivenza.
 C. Perché riteneva che l’agricoltura non fosse importante.
 D. Perché non voleva provocare drastici mutamenti nella propria nicchia ecologica.
B2. Le coltivazioni dell’uomo
 A. sono tutte selvatiche.
 B. sono tutte forme derivate da specie selvatiche.
 C. sono tutte artificiali.
 D. sono tutte frutto di incroci tra specie selvatiche e specie coltivate.
B3. Nella frase «è comunque necessario scoprire i diversi composti e accertarne
le proprietà terapeutiche, prima di poterli “fabbricare”» (righe 17-19), le
particelle pronominali -ne e -li si riferiscono a
 A. i procedimenti di sintesi chimica.
 B. i laboratori chimici.
 C. le proprietà terapeutiche.
 D. i diversi composti.
B4. Quali sono le funzioni vitali garantite da un ecosistema sano?
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B5. Scegli la definizione del termine «farmacopea» (riga 19) che ritieni corretta.
 A. Parte della scienza medica che studia gli effetti dei farmaci.
 B. Parte della scienza medica che studia l’efficacia dei farmaci.
 C. Parte della scienza medica che studia la preparazione dei farmaci.
 D. Parte della scienza medica che studia la composizione dei farmaci.
B6. Indica la struttura che corrisponde alla seguente frase complessa: «Pur non
vivendo più entro ecosistemi locali ristretti, abbiamo ancora bisogno di disporre, [...], dei “servizi essenziali”» (righe 27-29).
 A. Principale + concessiva esplicita.
 B. Principale + concessiva implicita.
 C. Concessiva implicita + principale.
 D. Finale implicita + principale.
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Prova
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B7. Il testo che hai letto è
 A. un testo narrativo.
 B. un testo scientifico-divulgativo.
 C. un testo espositivo.
 D. un testo descrittivo.
B8. Perché batteri e funghi microscopici svolgono un’azione così importante in
natura?
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B9. Quale tra le seguenti frasi corrisponde maggiormente all’intenzione comunicativa dell’autore?
 A. Convincere il lettore che è necessario interessarsi a ciò che accade sulla
Terra e adottare comportamenti più responsabili.
 B. Convincere il lettore che l’uomo è l’essere più potente della Terra e tutte le
specie viventi dipendono da lui.
 C. Informare il lettore sui processi evolutivi che hanno portato l’uomo a controllare la natura.
 D. Informare il lettore sulle specie di piante che vengono usate in farmacologia.
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Prova
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Testo C
Gli italiani e la crisi
http://www.soldionline.it
C1. In che percentuale è aumentato il numero di famiglie in difficoltà economiche
dal 2011?
 A. 24%.
 B. 3%.
 C. 40%.
 D. 50%.
C2. Il 48% degli italiani prevede
 A. che la propria situazione migliorerà.
 B. che la propria situazione rimarrà stabile.
 C. che la propria situazione non abbia soluzione.
 D. che la propria situazione peggiorerà.
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Prova
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C3. Che cosa può fare l’1% della popolazione?
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C4. Quanti sono gli italiani che non possono concedersi dei lussi?
 A. Il 99%.
 B. L’1%.
 C. L’8%.
 D. Il 40%.
C5. Quale percentuale è più alta tra chi vive serenamente e senza affanni e chi
non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile?
 A. Quella di chi non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile.
 B. Quella di chi vive serenamente e senza affanni.
 C. Sono uguali.
 D. Non è un dato rilevabile.
C6. Per ridurre gli sprechi, che cosa fa il 40% della popolazione?
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C7. Quanti riciclano gli avanzi del pasto?
 A. Il 28%.
 B. Il 40%.
 C. Il 67%.
 D. Il 59%.
C8. Il 51% della popolazione fa una spesa oculata
 A. controllando le date di scadenza dei prodotti.
 B. acquistando prodotti meno cari.
 C. confrontando i prezzi.
 D. riciclando gli avanzi.
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Prova
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Grammatica
1.
Quale delle seguenti frasi contiene un errore di ortografia?
 A. Disponi le figure geometriche negli appositi riquadri.
 B. Mi lacrimavano gli occhi e ho dovuto usare il collirio.
 C. Tutti gli spettatori apprezzarono quel bel film di fantascenza.
 D. La commedia è stata messa in scena da una ottima compagnia di attori.
2.
Nella frase «Per il mio compleanno ho ricevuto un regalo da ognuno dei miei
zii» il termine ognuno è
 A. aggettivo.
 B. nome.
 C. pronome.
 D. avverbio.
3.
Indica la parte del discorso a cui appartiene ognuna delle parole evidenziate.
Parte del discorso
della parola evidenziata
a.
Ascolta tutti coloro che danno buoni
consigli.
b.
Non uscire con costoro, perché non
mi piacciono.
c.
Penso a quelle persone che sono senza
lavoro.
4.
Qual è la coppia di parole che si usano per riferirsi alla stessa cosa?
 A. La colla, il collo.
 B. La fine, il fine.
 C. Le fusa, i fusi.
 D. Le urla, le grida.
5.
I seguenti gruppi sono formati da parole che appartengono allo stesso campo
semantico, eccetto uno che contiene una parola estranea al campo semantico
delle altre. Quale gruppo contiene la parola estranea?
 A. Triste, mesto, malinconico, afflitto.
 B. Marito, sposo, coniuge, consorte.
 C. Settimanale, estivo, autunnale, primaverile.
 D. Miagolare, nitrire, abbaiare, frinire.
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9
Prova
1
6.
Nella frase «L’alunno si è sporcato con il gesso quando si è appoggiato al
banco che si trova vicino alla lavagna» ci sono
 A. due verbi pronominali e un verbo riflessivo.
 B. un verbo pronominale e due verbi riflessivi.
 C. tre verbi riflessivi.
 D. tre verbi pronominali.
7.
Nella frase «Mentre ascoltava la musica, Patrizia pensò che quel cd era bello
e che l’avrebbe prestato alla sua amica» ci sono quattro verbi; per ognuno di
essi analizza, completando la tabella seguente, se indica un’azione
che dura
nel tempo
momentanea
anteriore
a pensò
contemporanea
a pensò
posteriore
a pensò
ascoltava
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
pensò
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
era
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
avrebbe
prestato
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
8.
Nella frase «Ho dei cari amici nella mia classe di cui parlo sempre ai miei genitori», il pronome relativo di cui è usato
 A. in modo errato, perché può riferirsi a «classe» o a «amici».
 B. in modo errato, perché dovrebbe essere «che».
 C. in modo corretto, e si riferisce a «classe».
 D. in modo corretto, e si riferisce a «amici».
9.
Accanto a ogni frase scrivi il connettivo adatto a segnalare il rapporto che
collega i due enunciati, come nell’esempio.
Connettivo
Es.
Prosegui in questa direzione ... troverai
un semaforo.
a.
Accompagna il bambino a scuola ... non faccia
tardi.
b.
Non posso camminare ... mi fa male
una gamba.
c.
Questa auto mi piace e voglio comprarla ...
esistono modelli più recenti.
finché
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10
Prova
1
10.
Tra i periodi seguenti, qual è quello che contiene una proposizione interrogativa indiretta?
 A. Credo che questi discorsi siano inutili.
 B. Vorrei sapere quale consiglio tu abbia ricevuto.
 C. Temo che il nostro viaggio debba essere rimandato.
 D. Tutti pensano che tu abbia fatto un ottimo esame.
11.
Tra i periodi seguenti, qual è quello che contiene sia una proposizione finale
che una consecutiva?
 A. Cerca di stare più attento se vuoi comprendere gli argomenti di storia.
 B. Marta pensò di comprare un regalo che fosse gradito alla sua amica.
 C. Per non fare tardi Franco fece la strada così di corsa che restò senza fiato.
 D. Per non avermi ascoltato, sei finito in un tale pasticcio che non sai uscirne.
12.
Leggi la frase seguente: «Guardando il telegiornale, ho capito che la crisi economica in cui ci troviamo è difficilmente risolvibile».
Ora distingui all’interno del periodo le varie proposizioni e completa la tabella trascrivendole nello spazio giusto.
Principale
1. .........................................................................
Subordinate di primo grado
1. .........................................................................
2. .........................................................................
Subordinata di secondo grado
1. .........................................................................
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