Nuovo FEDIC notizie n.12

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Nuovo FEDIC notizie n.12
FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB)
ANNO II – n° 12
EDITORIALE
Carissimi,
nei giorni scorsi si è
ultimata la raccolta
delle “critiche” relative
ai film-FEDIC visti a
Montecatini e trasmes
si su DiLuccaTV. Ho
letto
con
grande
piacere ed interesse il
materiale, arrivato al
sottoscritto ed alla
Segretaria. Abbiamo
Roberto Merlino
provveduto a girarlo al
Presidente della nostra Commissione
Scientifica, Paolo Micalizzi, e siamo in
attesa del responso.
Indipendentemente da chi sarà il “vincitore”
(l’Autore della miglior critica), credo che si
possa parlare di un grosso successo
collettivo per tutti coloro che hanno voluto
mettersi in gioco e dare il proprio
contributo.
Se mai ce ne fosse stato bisogno,
leggendo con attenzione i lavori pervenuti,
ho avuto la conferma dell’importanza ed
utilità di questa operazione: vedere gli
stessi film valutati ed analizzati da diverse
prospettive e con diversa sensibilità, a volte
con giudizi divergenti, fa capire quanto
“margine di discussione” ci possa essere e
quanto utile sia confrontarsi in merito.
Quando arriveremo alla pubblicazione del
materiale, arricchito dalle analisi degli
“esperti”, forniremo un importante servizio
sia agli Autori dei film (che avranno
interessanti motivi di riflessione), sia agli
Autori delle critiche (che potranno
confrontare la propria analisi con quella
degli altri).
APRILE 2014
Siccome “l’appetito vien mangiando”0
l’esperienza verrà ripetuta in occasione
della “Festa del Cinema Corto”: nelle
quattro serate di proiezione in programma
presenteremo al pubblico (e ai critici) le
opere degli Autori FEDIC presenti e, anche
in quel caso, le raccoglieremo per
pubblicarle.
Saltando da un Concorso all’altro0 una
bella notizia arriva da Firenze dove un
professionista del settore, che terrà un
laboratorio di sceneggiatura, mi ha
contattato per poter utilizzare 3 film FEDIC
(realizzati nell’ambito del nostro Concorso
per corti da un minuto), per dimostrare
come si possano avere prodotti diversi
partendo dalla stessa sceneggiatura. Una
notizia, questa, che farà senz’altro piacere
all’Autore della sceneggiatura in questione
e ai tre registi che l’hanno trasformata in
film. Non aggiungo ulteriori dettagli, perché
nel prossimo numero del NFN, avremo un
preciso
resoconto
da
parte
dello
sceneggiatore toscano.
Termino con la speranza di vedervi, in tanti,
al Valdarnocinema, che comincia mercoledì
7 maggio e, come lo scorso anno, ci vedrà
protagonisti del Salotto FEDIC.
Cell.328-7275895 [email protected]
Roberto Merlino
Presidente Fedic
n° 12 –
NOTIZIE
RICORDANDO
ANDREA BARRA e CLAUDIO G. FAVA
A distanza di pochi giorni sono scomparsi, nel
mese di aprile, due cari amici vicini alla Fedic:
il filmmaker
Andrea Barra e il critico
cinematografico Claudio G. Fava. Entrambi
hanno frequentato soprattutto “Valdarno
Cinema Fedic". Andrea Barra ha realizzato
alcune opere sia come socio del Cineclub
Fedic Ferrara che come indipendente anche
nell’intento di potersi dedicare professionalmente al cinema.
Claudio G. Fava a Valdarno Cinema Fedic.
Andrea Barra e Carlo Magri (di spalle), sul
set del film “Nel silenzio”.
Quelli di Barra sono cortometraggi che
s’ispirano ad episodi della Seconda Guerra
Mondiale nel territorio ferrarese, come
“Angelica” (1987) incentrato su una storia
d’amore fra due giovani, appartenenti a
famiglie in lotta tra loro, nel momento in cui le
valli di Comacchio sono invase dai tedeschi e “I
ricordi di Ada” (1994) che anch’esso
ricostruisce una storia d’amore fra due giovani
che la Campagna di Russia separerà. Ma
anche “L’Aquilone del Reno” (1994) dove un
giornalista (interpretato da Raoul Grassilli)
ripercorre i luoghi della sua adolescenza per
raccontare alcuni episodi di guerra nel territorio
di Argenta. Un racconto dello scrittore
ferrarese, che ne è anche il protagonista, offre
poi l’ispirazione ad Andrea Barra per parlare in
“Nel silenzio” (1996) della Shoah, mentre ne “Il
giardino delle magnolie” (1998) va alla ricerca
di una città nascosta dentro le mura della città.
Claudio G. Fava nella sua attività di critico
cinematografico si è anche occupato del
mondo dei filmmakers della Fedic frequentando
Festival come il Concorso di Montecatini o
quello di Rapallo e, successivamente, quello di
San Giovanni Valdarno. In particolare, lo ricordo nel 2000 come giurato, insieme a Luigi
Magni (Presidente) ed a Giulia Fossà, al
“Valdarno Cinema Fedic”. Il suo carattere gioviale e la sua profonda cultura hanno destato
nei partecipanti tanta simpatia.
Claudio lo si può vedere in alcune fotografie
del Catalogo “Venti anni di festival (19832002)”, curato da Marino Borgogni, che resta
ancora oggi un album di ricordi di un’attività
Fedic che a San Giovanni Valdarno si è
espressa con grande prestigio. E dà
testimonianza della partecipazione di importanti
personaggi del mondo del cinema nella città
del Masaccio, come appunto Claudio G. Fava.
Molto apprezzato per le sue qualità di
divulgatore, dotato come era di una cultura
davvero enciclopedica, che attraeva critica e
pubblico che poteva ascoltarlo anche
in rubriche televisive come “Dolly” e “Set”.
Programmi di ascolto anche per i filmmakers
che attraverso quelle trasmissioni hanno potuto
arricchire la loro cultura cinematografica. Io l’ho
frequentato per anni, soprattutto, in occasione
di Festival nazionali. Da operatore culturale,
quando era possibile perché Claudio G. (sta
per Giorgio) come affettuosamente da amici lo
chiamavamo era molto impegnato, l’ho invitato
in Giurie o a parlare di cinema. Ed era, ogni
volta, un vero piacere ascoltarlo.
Paolo Micalizzi
n° 12 –
NOTIZIE
L’INCHIESTA FILMATA
UN FILONE RICCO DI STIMOLI PER I FILMMAKERS
di Paolo Micalizzi
Adriano Olivetti e Andrea
Barbato, un grande capitano
d’industria e un grande giornalista, due figure importanti
della cultura del Novecento al
centro dell’Ottava edizione di
“Le voci dell’inchiesta”, che
si è svolta a Pordenone per
iniziativa di Cinemazero e
dell’Università degli Studi di
Udine.
Un Festival che intreccia
proiezioni e incontri, omaggi
e approfondimenti attorno
all’inchiesta filmata utilizPaolo Micalizzi
zando tesori d’archivio e
novità internazionali, realizzando tavole rotonde e rassegne stampa con la lettura
pubblica dei quotidiani con giornalisti di rilievo, seminari
e matinée per le scuole. La grande personalità di Adriano
Olivetti e il suo programma di innovazione nell’industria
fondata dal padre Camillo sono emersi da alcuni
documentari che ne hanno sottolineato le strategie e le
realizzazioni tra cui la mitica macchina da scrivere Olivetti
e i primi esperimenti sul computer che hanno portato
l’Azienda italiana a metà degli anni ’70 a guidare la
rivoluzione informatica mondiale.
le cronista che con quel suo stile ironico, distaccato e
civile ha segnato una delle stagioni più felici della nostra
televisione”. Come hanno testimoniato le famose e
insuperabili Cartoline (847 in cinque anni, dal 1989 al
1994) spedite al popolo italiano, ai governanti e ai notabili,
di cui “Le voci dell’inchiesta” ne ha riproposte alcune.
Cartoline che hanno dato fastidio perché Barbato non
seguiva le logiche clientelari, tanto che fu allontanato dalla
Rai. Altro protagonista del Festival, Walter Veltroni che ha
presentato il suo film, nelle sale cinematografiche in
questo periodo, “Quando c’era Berlinguer”, realizzato con
passione umana e politica attraverso i ricordi dello stesso
Veltroni e di testimoni come Giorgio Napolitano, Eugenio
Scalfari, Pietro Ingrao ed altri, oltre alla figlia Bianca. Ad
arricchire significativamente il Festival tante inchieste che
costituiscono una “finestra sul mondo e sulla storia”.
Andrea Barbato
Adriano Olivetti
Ma anche la grande lezione umana e civile di questo
industriale, politico, editore (di rilevante importanza la
rivista “Comunità”, cenacolo di molti intellettuali) che
faceva sentire i lavoratori dell’Azienda come membro di
una grande Famiglia. A sottolineare queste caratteristiche, alcuni intellettuali fra cui il giornalista Furio
Colombo che dal 1955 al 1964 è stato dirigente della
Olivetti in Italia e negli Stati Uniti, e Franco Bernini,
sceneggiatore della recente Fiction televisiva “Adriano
Olivetti: la forza di un sogno”. Furio Colombo è stato
anche fra le persone che hanno ricordato la figura del
giornalista Andrea Barbato insieme, soprattutto, a Oliviero
Beha e Walter Veltroni che ne hanno sottolineato la sua
attività, senza compromessi, di scrittore, autore televisivo
e teatrale, sceneggiatore e soprattutto quella di “inarrivabi
Come quella raccontata da Errol Morris in “The unknown
know” incentrato sulla figura di Donald Rumsfeld
principale architetto della guerra in Iraq. Ma anche
“First to Fall” della giovane Rachel Beth Anderson, frutto
di un pericoloso viaggio di 7 mesi, che mostra le fasi più
calde della guerra in Libia, o “Reach for the skies” che
presenta l’inchiesta, di stringente attualità per l’Italia, sugli
F35 realizzata dal reporter Andrew Fowler. Inchieste di
reporter di guerra come Ilaria Alpi uccisa il 20 marzo 1994
a Mogadiscio assieme al cameraman triestino Miran
Hrovatin col quale stava realizzando un servizio televisivo
sul traffico di armi e rifiuti tossici. Un assassinio ricordato
al Festival nel ventennale del tragico avvenimento. Tante
altre le inchieste viste, tanti stimoli per riflettere sulla
realtà odierna. Che mi portano anche alla considerazione
che i filmmakers dovrebbero, a mio avviso, dedicare
all’inchiesta filmata una particolare attenzione. E forti,
come potrebbero essere, della libertà d’espressione e
indipendenza con le quali portare avanti ricerche e
narrazioni potrebbero realizzare opere prive di quei
condizionamenti cui altri autori, forse, non si possono
sottrarre.
NOTIZIE
n° 12 –
NOTIZIE
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Ulteriori informazioni sul sito www.fedic.it
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NOTIZIE
ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC
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(dipendenza da gioco d’azzardo)
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n° 12 –
NOTIZIE
CICLO BOLLYWOOD
storie, canti e balli nella quotidianità della vita
a cura di Giorgio Sabbatini
“Bollywood” una parola nata dalla fusione
di Bombay ed Hollywood per indicare una
delle
industrie
cinematografiche
più
importanti e prolifiche del mondo: quella
indiana.
Il Cineclub Fedic Piemonte, con la
collaborazione dell’Associazione Culturale
Kinokinino (Corso Galileo Ferraris 107 –
Torino), organizza, nei mesi di maggio e
giugno, un breve ciclo di cinque opere
cinematografiche, dedicate al “Cinema
indiano”, con l’intento di approfondire la
propria conoscenza culturale rivolgendo
l’attenzione verso una cinematografia in
grande espansione e ricca di stimoli creativi
indirizzati alle problematiche della vita
quotidiana.
Prima di addentrarci nella descrizione delle
opere scelte è interessante affrontare
qualche cenno storico per comprendere
meglio lo sviluppo del “Cinema” in India.
Come tutti sappiamo la prima proiezione
cinematografica avvenne a Parigi nel Salon
Indien du Grand Cafè al numero 14 del
Boulevard des Capucines dove Auguste e
Louis Lumière presentarono il loro apparecchio Cinématographe proiettando, ad un
pubblico composto da 33 persone, i primi
“corti” del “Cinema”.
Nel 1896 il Cinématographe dei Fratelli
Lumière sbarca in India suscitando grande
interesse, soprattutto, dopo la prima
proiezione avvenuta all’hotel Watson di
Bombay.
Hotel Watson, Bombay.
Al Salon Indien du Grand Cafè si svolge la
prima proiezione dei Fratelli Lumière: 28
dicembre 1895.
La stampa locale (Times of India), dà molta
importanza all’evento e in breve tempo è
necessario ordinare nuovi proiettori e
differenti tipi di macchinari per far fronte ad
una notevole richiesta di proiezioni. Il
successo popolare, forse inaspettato,
permette allo studio fotografico Clifton and
NOTIZIE
Co’.s, in Meadows Street a Bombay, di
iniziare, nel 1897, regolari proiezioni
quotidiane.
Nel 1913 il regista-produttore Dhundiraj
Govind Phalke, oggi conosciuto come il
“padre del Cinema indiano”, realizza il
primo
lungometraggio
muto:
Raja
Harishchandra.
Si tratta di un film
mitologico che narra
la storia di un Re
disposto a sacrificare
il proprio regno e tutte
le ricchezze, oltre alla
moglie e al figlio, agli
dei che, stupiti della
sua onestà, gli restitui
scono gloria e potenza possedute in prece
denza.
La
prima
Dhundiraj Govind
proiezione è organizPhalke
zata per alcune perso
ne particolarmente selezionate. Il film
incontra subito il favore del pubblico che,
pur di assistere alle diverse repliche, si
accampa fuori dai cinema per non perdere
quello spettacolo che diventerà una vera e
propria passione nazionale. Il “genere
mitologico” affascina il pubblico del cinema
muto che, nelle sale cinematografiche, era
quasi sempre commentato dalle musiche di
bravi musicisti capaci di creare sottofondi
musicali adatti alle azioni proposte dalle
immagini.
n° 12 –
L’introduzione del sonoro nel 1931, dopo
quattro anni dal grande successo de Il
cantante di jazz prodotto dalla Warner
Bros, e, verso la fine degli anni trenta,
l’utilizzo della pellicola a colori sono gli
elementi necessari per sviluppare la propria
cinematografia nella lingua ufficiale “hindi”.
Bisogna dire che anche la conquista dell’Indipendenza dagli inglesi ha contribuito in
modo rilevante ad ampliare la produzione
cinematografica.
Il pubblico inizia ad affezionarsi agli
interpreti che il grande schermo offre. Uno
dei volti più popolari di questo periodo è
quello dell’attrice indiana Devika Rani,
pronipote del celebre poeta Rabindranath
Tagore, che appare in numerosi film di
successo.
L’attrice indiana Devika Rani.
Negli anni trenta nascono i primi “studios
cinematografici” come il New Theatres di
Calcutta, Prabhat nella città di Pune e il
Bombay Talkies, quest’ultimo molto
importante per il “Cinema indiano” poiché
si sono formati grandi attori, che nel tempo,
sono diventati registi e produttori.
Secondo i critici e gli studiosi tra gli anni
quaranta e sessanta è racchiuso il “periodo
d’oro” della cinematografia indiana. Cresce
la popolarità degli attori e divi e dive
diventano un modello a cui ispirarsi per una
moltitudine di giovani artisti.
NOTIZIE
n° 12 –
Nel cinema inizia a farsi notare un attore
che impersonerà, per lungo tempo, il
“giovane eroe” in cerca di giustizia, che
proviene da una classe sociale popolare,
disposto a combattere contro il potere
corrotto, deciso a dare una nuova
immagine all’uomo vittima dei soprusi
sociali. Si tratta di Amitabh Bachchan, oggi
icona incontrastata del “Cinema indiano”
che, da oltre quarant’anni, affascina il
pubblico che lo adora e venera proprio
come una divinità.
Celebrazione dei 100 anni di glorioso Cinema Indiano
con le firme di quattro grandi registi: Karan Johar,
Zoya Akhutar, Dibakar Banerjee e Anurag Kashyap.
I film prodotti affrontano tematiche sociali di
un Paese che deve far fronte a grandi
cambiamenti e rappresentano il migliore
senso melodrammatico del cinema hindi. A
questo punto dobbiamo considerare la
grande quantità di lingue e dialetti parlati in
un territorio vasto come l’India.
Da un censimento del 1991 sono risultati
10.400 dialetti. Seguendo i metodi della
linguistica sono state individuate 1576
lingue madri che, raggruppate, danno
origine a 114 lingue indiane. I film prodotti
utilizzano 30 differenti lingue. Questo ha
sempre comportato un enorme problema
per il doppiaggio non sempre all’altezza
delle opere prodotte. Molti registi, oggi,
preferiscono girare simultaneamente film in
linguaggio multiplo evitando l’alto costo del
doppiaggio e i relativi problemi di sincronizzazione labiale.
L’industria cinematografica, che si è
maggiormente concentrata in Mumbai
(Bombay), inizia a svilupparsi con grande
successo durante gli anni settanta quando
la produzione delle opere si intensifica
riuscendo a superare il prodotto realizzato
ad Hollywood. L’India diventa una delle
cinematografie più importanti al mondo
anche se le sue opere filmiche raramente
sono distribuite all’estero. In questo periodo
la società indiana attraversa momenti
difficili dovuti alla corruzione e all’instabilità
politica.
L’attore indiano Amitabh Bachchan.
Tre sono gli ingredienti che caratterizzano
la produzione Bollywoodiana: la storia, la
musica e la danza. In alcuni casi la storia
può essere “accantonata” se la musica e la
danza diventano motore trainante e
coinvolgente di uno spettacolo che riesce a
catalizzare l’attenzione del pubblico.
La musica e le canzoni fanno parte della
cultura popolare indiana da sempre e
accompagnano la vita di ognuno nei
momenti di aggregazione, di lavoro,
specialmente nelle campagne, o durante i
lunghi viaggi. Pertanto, non dobbiamo
stupirci per l’importanza che la musica e le
canzoni hanno nel “Cinema indiano”,
poiché costituiscono un elemento espressivo di grande valore ed irrinunciabile.
Molte volte le canzoni escono prima che il
film sia proiettato nelle sale cinematografiche, per ragioni propagandistiche ed
economiche poiché possono incassare
notevoli somme anticipate dai produttori.
Non dobbiamo dimenticare che, nello
svolgimento della struttura narrativa,
NOTIZIE
la musica non è considerata un
“accessorio” ma parte integrante del
“linguaggio filmico”. In certi casi il successo
di una canzone può decretare la fortuna
commerciale di un film.
Altro elemento di grande prestigio è la
danza che nei film si sviluppa attraverso
modalità classiche o di derivazione da balli
popolari o folcloristici. Sono danze di
grande coralità ed interpretano, in alcuni
casi, il lato erotico di una cinematografia
che non ammette la rappresentazione
esplicita della sessualità, censurando
anche il “bacio in bocca”.
Frame tratto dal film “L’amore ieri e oggi” di
Imtiaz Alì.
Le danze possono anche descrivere
momenti emozionali dei personaggi o
essere, più semplicemente, un elemento
evasivo e fantastico in una narrazione non
lineare.
I “generi cinematografici” che il pubblico
indiano preferisce appartengono, sicuramente, alla commedia, con ricche
coreografie e numerose canzoni, alle storie
d’amore, con intrecci leggeri e/o melodrammatici, ai film storici, con grandiose
ricostruzioni scenografiche e sfarzosi
costumi, ed ai film drammatici coinvolgenti
nelle azioni e nei sentimenti.
Negli anni ottanta i “generi cinematografici”
tendono a fondersi tra loro per dare vita a
forme e schemi destinati al semplice
intrattenimento dello “spettacolo leggero”,
con personaggi ben caratterizzati e trame
poco complesse.
Se nei decenni passati il “Cinema indiano”
tendeva a prendere in considerazione le
classi più povere, negli anni novanta lo
“sguardo filmico” si indirizza verso le classi
n° 12 –
Frame tratto dal film “Il mio cuore dice sì” di
Sooraj R. Barjatya.
medio alte rivolgendosi, in particolare, ad
un pubblico giovane. Nelle trame tornano
ad essere importanti i “temi familiari” come i
contrasti generazionali all’interno della
famiglia, il ruolo delle ragazze, le storie
degli innamorati e le crisi coniugali che
fanno da sfondo alle problematiche della
vita quotidiana. Le belle case e i luoghi
signorili, dove è possibile mettere in
evidenza la nuova condizione sociale
raggiunta, sono il nuovo habitat nel quale si
sviluppano le nuove storie.
I personaggi che agiscono in questi film si
muovono tra la tradizione e il confronto con
la società moderna, occidentale. La
tradizione, comunque, mantiene un posto
importante con il ruolo dell’autorità paterna,
nelle famiglie numerose con differenti
esigenze, con il ritorno al tempio, alle
cerimonie e alle feste.
Nell’industria
cinematografica
cresce
l’importanza e il ruolo degli attori, soprattutto, di coloro dotati di grande personalità
che sono seguiti con passione dal pubblico.
Gli attori più famosi hanno siti personali e
diversi “fan club” come le star
hollywoodiane.
L’attrice indiana Aishwarya Rai.
NOTIZIE
Se digitiamo in internet due nomi tra i più
prestigiosi degli attori di Bollywood
troviamo milioni di citazioni; per Amitabh
Bachchan circa 38.400.000 citazioni,
mentre per Aishwarya Rai circa 82.900.000
citazioni.
Oltre al “Cinema commerciale” esiste un
“Cinema indiano” che cerca di esprimersi
come vera e propria “forma d’arte”. Dagli
anni sessanta fino agli anni ottanta i “film
d’arte” sono stati finanziati dal governo
statale o da quello federale permettendo ai
registi di produrre opere non commerciali
basate su argomenti indiani. Molti di questi
registi si sono diplomati presso il "Film and
Television Institute of India", una scuola
finanziata dal governo. I film prodotti sono
messi in vetrina nei Festival cinematografici
organizzati dal governo e sulla televisione
governativa "Doordarshan". Purtroppo,
queste opere hanno avuto una visibilità
ridottissima nei teatri artistici dell'India e
oltre confine.
Dagli anni ottanta il “film d’arte” indiano ha
perso gran parte del sostegno finanziario
governativo e, oggi, sopravvive come
“Cinema indipendente” grazie agli aspiranti
autori che riescono a procurarsi budget
ridottissimi. I “film d’arte” hanno avuto maggiore successo all’estero vincendo numerosi e prestigiosi premi senza ottenere validi
profitti commerciali in Patria.
n° 12 –
Dal primo film muto di Phalke, dove il ruolo
della Regina era interpretato da un attore di
sesso maschile, molti fatti sono accaduti e
molte cose sono cambiate.
Ultimamente il “Cinema indiano” sta
riscuotendo un notevole riscontro di
pubblico anche all’estero, specialmente in
Inghilterra, poiché riesce ad affrontare
argomenti con problematiche di vita che
coinvolgono tutti attraverso un equilibrato
uso dei sentimenti. L’impatto visivo di
scenografie particolarmente curate, di
costumi sorprendenti e di una fotografia,
quasi
sempre,
eccezionale
anche
nell’estetica, oltre ad interessanti movimenti
della m.d.p. che trasportano lo sguardo
dello spettatore con raffinata eleganza,
conferiscono al “Cinema indiano” un
particolare fascino per il linguaggio adottato
e, talvolta, anche innovativo.
Oggi, l’India possiede la più grande
cinematografia al mondo producendo circa
1.000 film all’anno ed oltre 2.000 opere tra
“corti” e “documentari”, praticamente il
doppio di quanto viene prodotto ad
Hollywood.
Ed ora, presentiamo, brevemente, le cinque
opere con le quali abbiamo organizzato il ciclo:
BOLLYWOOD
storie, canti e balli nella quotidianità
della vita
Le proiezioni sono presso l’Associazione
Culturale Kinokinino in Corso Galileo Ferraris
107 – Torino.
Frame tratto dal film “Raja Harishchandra di
Dhundiraj Govind Phalke (1913).
n° 12 –
NOTIZIE
2 maggio
13 giugno
QUANDO TORNA L’AMORE (2006)
(lingua: hindi) - (sottotitoli in italiano)
Durata: 127’
L’AMORE IERI E OGGI (2009)
(lingua: hindi) – (doppiato in italiano)
Durata: 120’
Diretto da: Bunty Soorma
Interpretato da: Arjun Rampal, Amisha
Patel, Bobby Deol.
Diretto da: Imtiaz Ali
Interpretato da: Saif Ali Khan, Deepika
Padukone, Rishi Kapoor.
Una ragazza cieca si innamora di colui che l’ha
salvata da un incidente. Il suo salvatore troverà
il modo di farle riavere la vista ma,
improvvisamente, scompare e apparentemente
tutti lo considerano morto. Una piccola “favola”
moderna basata sui sentimenti e sui desideri.
Un uomo ed una donna s’incontrano e si
innamorano. Tutto funziona bene fino al giorno
in cui la donna decide di tornare in India per
esercitare la sua professione di restauratrice
edile. La coppia si separa e di comune accordo
cercano
nuove
esperienze
sentimentali
mantenendo
intatta
la
loro
amicizia.
L’intervento di un anziano signore che racconta
le difficoltà incontrate quarant’anni prima per
inseguire il suo sogno d’amore, farà riflettere il
protagonista sulla necessità di non lasciarsi
sfuggire la persona amata.
16 maggio
IL MIO CUORE DICE SÌ (2006)
(lingua: hindi) – (doppiato in italiano)
Durata: 110’
Diretto da: Sooraj R. Barjatya
Interpretato da: Shahid Kapoor, Amrita Rao,
Anupam Kher, Alok Nath.
Dai contrasti tra marito e moglie per le
imminenti nozze della figlia adottiva, purtroppo,
il destino complica la situazione costringendo
ogni componente delle famiglie coinvolte a
compiere delle scelte non sempre facili ma,
sempre, sostenute dal sentimento dell’amore.
30 maggio
GURU (2007)
(lingua: hindi) – (doppiato in italiano)
Durata: 153’
Diretto da: Mani Ratnam
Interpretato da:
Abhishek Bachchan,
Aishwarya Rai, Mithun Chakraborty.
È un film autobiografico la cui storia si sviluppa
nell’arco di trent’anni. Il giovanissimo
protagonista, svogliato nello studio, coltiva un
sogno: lavorare in proprio. Lascia il suo piccolo
paese per trasferirsi nella grande città. Presto
si accorge quali e quante siano le difficoltà per
cercare di entrare nel mondo degli affari. La
sua determinazione per raggiungere il proprio
obiettivo lo renderà colpevole di corruzione,
frode, truffa e inosservanza delle leggi creando
un insolito meccanismo di sviluppo del lavoro e
crescita del Paese.
27 giugno
IL MIO NOME È KHAN (2010)
(doppiato in italiano)
Durata: 165’
Diretto da: Karan Johar
Interpretato
da:
Shah
Rukh
Khan,
Christopher B. Duncan, Steffany Huckaby.
Il protagonista di questo film, affetto dalla
sindrome di Asperges, forma lieve di autismo, è
un indiano di origine mussulmana che emigra a
San Francisco per vivere con il fratello che gli
trova un
lavoro come rappresentante di
cosmetici. Incontra una ragazza madre, di
religione induista, si innamora e si sposa. La
loro vita trascorre felice fino al giorno della
tragedia delle Torri Gemelle quando il
comportamento degli americani, nei loro
confronti,
improvvisamente,
cambia.
La
giovane moglie, sconvolta dagli eventi, lascia il
marito che intraprenderà un lungo viaggio,
attraverso un’America ostile, alla ricerca della
persona amata.
NOTIZIE
n° 12 –
Nell’ambito della collaborazione in essere tra FEDIC e la rivista “Bambinosaraitu”
(con la quale abbiamo anche organizzato il Concorso di Sceneggiatura per
bambini), due Soci FEDIC (del Cineclub “Corte Tripoli Cinematografica” di Pisa)
hanno collaborato con Barbara Sarri (Direttrice della Rivista) alla realizzazione di
una intervista filmata a Lino Banfi, presso la sua abitazione romana. Ecco la loro
testimonianza.
Incontriamo Lino Banfi nella sua casa di Roma. Ci accoglie con gentilezza e ci fa
accomodare. E' per realizzare un'intervista per la trasmissione, in onda su Easy
Baby, canale 137 di Sky, dal nome : "Bambino, sarai tu!" dove i bambini rivolgono
delle domande a personaggi del cinema e dello spettacolo.
Il comico e ambasciatore UNICEF avverte l'emozione della bambina ad intervistarlo
e, subito, con una battuta delle sue, la mette a proprio agio. Durante l'intervista
afferma che il suo punto di forza è il matrimonio con sua moglie, che dura da ben
52 anni e che lo ha sostenuto nei momenti difficili all'inizio della sua carriera, e che
la sua debolezza principale è la cucina. Infatti afferma che, sempre sua moglie, lo
tiene d'occhio per evitare di esagerare con il cibo, ma che, grazie all'aiuto dei figli e
dei nipoti, riesce sempre a farsi acquistare qualche prelibatezza eludendo la
sorveglianza.
Consapevole della sua forza, Lino Banfi, sciorina tutta la sua versatilità e sembra, in
quel momento, di rivederlo in diverse gag di molti suoi film. A riflettori spenti, dopo
l'intervista, conosciamo l'uomo che risulta essere cordiale e ci racconta che l'amore
e la passione sono le armi con le quali dobbiamo affrontare la vita. Lasciamo casa
sua con la consapevolezza di aver incontrato, in carne e ossa, una icona della
commedia italiana tanto in voga negli anni settanta, ancora amata anche dai più
giovani.
Pier Luigi Avolio
Susanne Ratschiller
n° 12 –
NOTIZIE
BACKSTAGE
DESMODUS
di Marco Rosati
Si è conclusa la prima sessione di riprese
per la realizzazione di “Desmodus”, il
secondo
lungometraggio
diretto
dal
sottoscritto, ultradecennale Autore del
Cineclub FEDIC di Pisa “Corte Tripoli
Cinematografica”.
Il film, scritto a più mani lungo l'arco di 4
anni, è di genere horror ed affronta i temi
della famiglia e dell'avidità, mescolando
attualità e vecchi stili gotici.
Molte le persone coinvolte nel progetto, con
“vecchie conoscenze” mescolate a vere e
proprie “scoperte” debuttanti. Nel cast
Matteo Palmieri, Nicola Raffaetà, Valerio
Conforti, Federica Marchini, Martyna Smith,
Niky Hearts e Paola Casalini.
Le riprese, iniziate venerdì 11 aprile e
terminate domenica 13, si sono svolte a
Fibbiano, minuscolo paesino fra le
montagne di Camaiore (LU), in un casale
gentilmente fornito da uno dei cosceneggiatori, Sauro Benvenuti.
Alcune attrici in una “scena” ambientata al
cimitero (Foto: Diletta Santini).
Diletta Santini impegnata al trucco parrucco
(Foto: Marco Rosati).
Durante i tre giorni di ripresa non-stop il
cast ha avuto modo di conoscersi appieno
e fraternizzare, in un clima di collaborazione e serenità.
Anche i paesani di Fibbiano, venuti a
sapere delle riprese, hanno seguito con
interesse il lavoro e, in alcuni casi, li
abbiamo coinvolti come “comparse”.
E’ stato realizzato anche un backstage
filmato, ad opera di Nicola Raffaetà, che
verrà inserito in un canale web che lui
stesso gestisce. Al trucco ed effetti speciali,
molto importanti dato il tipo di film, Diletta
Santini ha dato un apporto fondamentale.
Hanno collaborato anche Andrea Daini,
Kevin Gargiullo e Alessandro Bergonzini,
oltre alla famiglia Palmieri.
In sintonia con la trama spettrale del film,
suggestionati dal contesto di solitario paese
di montagna, alcuni componenti del cast
hanno lamentato, di notte, suoni e
presenze inquietanti.
L' anteprima di “Desmodus” è prevista per il
2015.
Marco Rosati
n° 12 –
NOTIZIE
UNA RAGIONE PER COMBATTERE
di Alessandro Baccini
Nel maggio 2010 ho vinto il Concorso “Uno spazio
per le idee” emanato dalla Provincia di Lucca.
Giovani di età inferiore ai 30 anni presentavano un
progetto di tipo culturale, per avere una
sovvenzione. La mia proposta di realizzare un film
(dopo presentazione di soggetto e sceneggiatura) fu
ritenuta meritevole e, grazie all’incentivo così
ottenuto, decisi di imbarcarmi in un’impresa durata
più di due anni.
Formai una troupe composta prevalentemente da
giovani emergenti. Non avevamo a disposizione
grandi mezzi e nemmeno un budget adeguato, ma
tanta voglia di fare e metterci in gioco.
Nel 2012 cominciammo a girare le scene del film,
tra Lucca, Montecatini e Livorno, grazie anche alla
collaborazione tecnica del Cineclub di cui faccio
parte, Corte Tripoli Cinematografica. Man mano che
il lavoro andava avanti riuscimmo ad avere diverse
collaborazioni tra sponsor privati (Fondazione
Banca del Monte di Lucca, L’Albero delle Idee,
Ristorante Mago Pago, Palestra Expofit, Ristorante
La Fortezza, Pub Vecchio Bar, Carrozzeria La
Pineta, Ristorante Romea, Pub Night and Day, Ditta
Logitrans srl, Teatro Verdi di Montecatini) e aiuti da
parte di Enti Pubblici (Comune di Montecatini
Terme, Regione Toscana, Ministero Italiano
Dipartimento della Gioventù, Arma dei Carabinieri di
Roma, Arma dei Carabinieri di Lido di Camaiore,
Comune di Borgo a Buggiano, Comune di
Collesalvetti).
Terminate le riprese, ha avuto inizio la lunga fase di
post-produzione: sei mesi per il montaggio video
(realizzato dal sottoscritto) ed altrettanti per il
montaggio audio (presso lo Studio Virtual Recording
di Pontedera). La colonna sonora è stata realizzata
da Giovanni Puliafito che, a mio giudizio, è tra i più
bravi compositori italiani per il cinema indipendente.
Un’inquadratura romantica tra Alessandro Baccini e
Alessandra Angeli (Foto: Simone Tognarelli).
Un’inquadratura tratta da una “scena” di combattimento (Foto: Camilla Daldos).
A fine settembre 2013 il trailer del film è stato
selezionato al Catania Trailer Film Festival.
Nel mese successivo “Una ragione per combattere”
era presente, fuori concorso, all'International
Trebaseleghe Film Festival di Padova, come unico
lungometraggio italiano.
Il 9 aprile 2014 il film ha avuto la sua presentazione
ufficiale al Cinema Centrale di Lucca, con la sala
piena (circa 350 persone), che ha accolto l’opera
con un lungo e caloroso applauso.
La prossima presentazione è fissata per il 18
maggio a Pisa, presso il Cinema Lanteri.
In settembre, poi, “Una ragione per combattere”
verrà proiettato in Parlamento, a Roma, presentato
come film di interesse culturale nazionale.
Sull’eco del successo riscontrato, mi sono arrivate
interessanti proposte, sia per la distribuzione del
film (soprattutto all’estero), sia per la produzione di
un nuovo progetto.
La cosa più importante di tutte, però, è che durante
la lavorazione io e l'attrice Alessandra Angeli ci
siamo innamorati (nella vita come nel film) e
abbiamo avuto una splendida bambina di nome
Aurora, a cui ho dedicato il lavoro.
Spero che questa mia esperienza possa
rappresentare uno stimolo per tanti giovani che
hanno voglia di fare cinema e si impegnino
seriamente: se la passione è tanta e non ci si
risparmia0 i risultati arrivano!
Alessandro Baccini
n° 12 –
NOTIZIE
L’INTERVISTA
Paolo D’Alessandro intervista
Ettore Di Gennaro
La 3dproduction è ormai da 20 anni impegnata a
diffondere cultura cinematografica e sviluppare
e coltivare i talenti dei propri iscritti. Oggi
concludiamo in bellezza presentandovi l'autentica colonna portante della nostra associazione:
Ettore Di Gennaro, co-fondatore, Presidente ma
soprattutto Regista... l'uomo che dietro la
macchina da presa e davanti al computer dà vita
alle tante e divertenti storie che vi divertono da
ormai vent'anni!
1) Come è nata la tua
esperienza 3dproduction?
Da una grande passione
per il cinema. Era tale e
tanto l’entusiasmo nel
guardare film al cinema o
in tv che sentivo l’esigenza quasi fisica di cominciare a fare qualcosa in
questa direzione espresEttore Di Gennaro
siva. E fortunatamente ho
trovato due degni “compagni di merende”, Paolo e
Francesco, le altre 2D della 3D. Nel tempo sono
venuti gli altri grandi amici e compagni di viaggio. Le
mie linee guida? Il cinema di azione e comico.
2) Quale è il tuo percorso artistico/professionale?
Ho sempre perseguito la narrazione per immagini.
Da piccolo disegnavo fumetti. Alle superiori, con
studi specifici nella grafica pubblicitaria, ho appreso
l’illustrazione. Da grande all’Accademia di Belle Arti
la composizione pittorica. Ma tutto era tutto troppo
statico per i miei gusti. Cercavo il movimento,
l’azione.
3) Da quanto tempo coltivi la passione per la
regia e cosa ti appassiona di questa figura
professionale?
Dal 1994. Avevo delle storie in mente e mi si
prefiguravano già complete. Agli attori chiedevo di
aiutarmi a materializzare quelle prime brevi storie.
Essendo immerso nel cinema, quello degli anni 80
molto spettacolare, avevo già in mente al primo
“motore, azione!” le sequenze, i tagli e le
angolazioni di ripresa.
4) Hai seguito qualche
corso/lettura/stage?
Sono
completamente
autodidatta, la mia scuola è stata il cinema di
intrattenimento da fine
anni ‘70 a inizi anni ‘90.
Più
sperimentale
il
primo,
ipertrofico
e
spettacolare, l’ultimo.
Paolo D’Alessandro
5) Dall'inizio della t u a
esperienza di regista come si è evoluto il tuo
linguaggio?
All’inizio le inquadrature erano statiche. Poi col
tempo ho sperimentato carrellate, zoom, e vari piani
di ripresa. Oggi cerco di inserire riprese che servano
alla storia, non solo belle da vedere.
6) C'è un regista il cui stile ti è particolarmente
d'ispirazione?
Sam Raimi, specialmente nella trilogia di
Spiderman, ma anche “Darkman” e il recente “Drag
me to Hell”, e anche Brian De Palma, con la sua
“famosa” inquadratura diagonale e i lunghi piani
sequenza, che prima o poi sperimenterò.
7) Quale è la difficoltà maggiore che incontri nel
dirigere gli attori sul set?
Il caos che regna dietro la camera, prima e dopo il
ciak, e le lancette che scorrono via inesorabili
mentre tutti intorno “colgono margherite”...
8) Oltre la regia ti occupi anche di altri aspetti
nella realizzazione di un cortometraggio?
Dall’inizio della 3dproduction, mi occupo del
montaggio e degli effetti speciali. Non riesco a
privarmi di queste altre due mansioni, servono a
completare la visione che ho in mente del corto, fin
da quando è in fase di scrittura. All’inizio ero da solo
fino alla fine del processo, ma da qualche anno
divido questo piacevole onere con Paolo
D’Alessandro che cura autonomamente le storie
che io cerco di rendere al meglio su nastro,
confrontandomi con lui sul modo di gestire riprese e
taglio di montaggio unendo le nostre visioni. Il tutto
con il supporto di Adriano Graffi per la realizzazione
di oggetti di scena e di Veronica Caputo per il
trucco.
9) Che consigli dai a chi volesse cimentarsi nella
regia cinematografica?
NOTIZIE
Come prima cosa, di avere una storia, o uno
sceneggiatore che gliene faccia dono. E poi di
immaginarsela ascoltando buona musica. Se
conosce il linguaggio, che è fatto di proprie regole,
come una vera e propria lingua, troverà “le parole
giuste”. Ultimo, ma non per importanza, di affidarsi
agli attori che la dipingeranno in modo personale e
inaspettato. E il risultato sarà migliore di quanto
immaginato e desiderato.
n° 12 –
Ho maturato velocità di esecuzione e voglia di
sperimentazione dei nuovi dispositivi di ripresa
ANCHE INUSUALI (cellulari, smartphone o tablet)
per ottenere una ripresa immediata, quasi da reality.
E forse questo è il mio stile, o quello a cui aspiro:
verità e realtà anche in storie surreali e comiche.
10) Dopo un'esperienza ormai ventennale come
filmmaker pensi di aver maturato un tuo stile
personale?
Paolo D’Alessandro
TESTIMONIANZE & RIFLESSIONI
La proiezione va molto bene, il grande schermo
aiuta sempre, il pubblico in sala ride e alla fine
applaude. Siamo felici di essere qui, in mezzo a
produzioni faraoniche, a dolly mozzafiato, effetti
speciali, aerei da guerra che sparano improbabili
munizioni luccicanti, atmosfere notturne da rimanere
abbindolati. Ci siamo anche noi con il nostro cinema
di idee, di poche luci, di catering casalinghi, con la
speranza che non si bruci una lampada che
potrebbe far sforare il budget. Appunto, come
dicevo. “Italia Italia”.
Arriviamo diligentemente un quarto d’ora prima.
Ritiriamo “il pass” e attendiamo davanti al bar,
immersi nel solito odore di burro che si respira a
Parigi; il cinema è un multisala, le proiezioni del
festival occuperanno quella principale, al piano
terra. L’ECUFILMFESTIVAL, il Festival Europeo del
Cinema Indipendente, è alla sua nona edizione; tra i
95 film provenienti da 32 nazioni, ci sono quattro
italiani, tra cui anche noi con “Italia Italia”, nella
sezione “Commedia europea”.
E’ un film breve, autoprodotto, con pochissime
risorse economiche e un budget illimitato di
passione e professionalità. David Becheri, dop,
Ilaria Bellucci, musiche originali; e poi gli attori,
Roberto Merlino e Roberta Catalani. Tutti da
nomination.
Sulla stampa il corto è stato presentato così:
“un’allegoria del Belpaese, partendo dalle vicende di
due sessantenni in crisi coniugale. Le caratteristiche
sono le atmosfere antonioniane, in cui l’impossibilità
del confronto con l’altro è il principale ostacolo da
superare, e l’espressività degli attori”. Appunto,
come dicevo.
Daniele Riccioni
Cineclub Fedic Eliogabalo
n° 12 –
NOTIZIE
Come essere presenti in TV
I CORTI FEDIC SU DILUCCATV
Prosegue la collaborazione tra FEDIC e DiLuccaTV, relativamente alla trasmissione “I Corti di Corte”, a cui tutti i
Soci possono aderire.
I “Corti di Corte” sono visibili in televisione sul canale 89 (non più 633!) del digitale terrestre. In streaming si
possono seguire su Internet, al sito www.dilucca.it. e tutte le puntate sono visibili “on demand” in qualunque
momento.
Attenzione: la trasmissione “Corti di Corte”, appuntamento settimanale, è in onda tutti i mercoledì alle ore
21 e può essere visualizzata con il seguente link:
http://www.dilucca.it/listatrasmissioni/approfondimenti/corti-di-corte?start=20
Qualunque Socio FEDIC interessato a presentare i suoi lavori può contattare il seguente indirizzo mail:
[email protected]
Cell: 328-7275895.
Programma maggio 2014:
7 maggio 2014 100.a
1° videogiornale FEDIC 2013 ( 67’).
14 maggio 2014 101.a
Pio Bruno: “Era uma vez uma malendreca” (8’15”).
Franca Todde: “Lai’ssan” (7’50”).
Rita Rozzo e Mariangela Onni: “Il profumo del nuovo fiore” (9’26”).
21 maggio 2014 102.a
Beppe Rizzo: “Il sipario magico di Emanuele Luzzati” (6’39”); “Gibba nella città di cartone” (20’).
28 maggio 2014 103.a
Tore Ximenes: “Fragu of Manhattan 3” (55’10”).
FESTIVAL
Caro filmmaker,
Lo Staff del Reggio Film Festival è lieto di annunciare la Sezione Laicità del Reggio Film Festival, nell'ambito delle
Giornate della Laicità 2014,
LUNEDÌ 7 APRILE, alle ore 21, presso il cinema Al Corso in Corso Garibaldi 14 a Reggio Emilia. Ingresso gratuito.
Le opere selezionate concorreranno per il Premio Laicità, assegnato in collaborazione con l'associazione Iniziativa
Laica, e per il Premio del pubblico, la cui votazione avverrà la sera stessa. L'assegnazione del Premio del pubblico e
del Premio Laicità e la proiezione dei corti vincitori si terranno DOMENICA 13 APRILE, ore 21, presso la Fonderia
(via della Costituzione 39, Reggio Emilia) insieme allo spettacolo di Aterballetto ABSOLUTELY FREE. Ingresso: 5
euro. Info e prenotazioni: 0522/273011.
Vi ricordiamo inoltre che sul sito www.reggiofilmfestival.com sono ancora aperte le iscrizioni alle altre sezioni del
Festival, Fake e Spazio libero: il termine ultimo per l'iscrizione online e l'invio delle opere è il 31 maggio 2014.
Informazioni sul programma completo delle Giornate della Laicità su www.giornatedellalaicita.com.
NOTIZIE
n° 12 –
La FESTA DELL'IMMAGINE 2014 tredicesima edizione apre i battenti Sabato 14 giugno
2014 dalle ore 20,30 alle ore 23 si tratta di una mostra fotografica - video - e slideshow
aperta a tutti gli autori. Si chiuderà domenica 22 giugno 2014.
La FESTA DELL'IMMAGINE non è solo una mostra dalla durata di otto giorni ma è un
concorso nazionale con premi importanti quali:
•
•
•
•
TROFEO CITTA' DI SAVONA ALLA MIGLIORE FOTOGRAFIA
PREMIO PRIAMAR ALLA MIGLIORE FOTOGRAFIA A TEMA (effetto notte)
TROFEO LA TORRETTA D'ORO AL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO (La torretta
simbolo della città di Savona)
PREMIO CINECLUB SAVONA AL MIGLIOR SLIDESHOW
ISCRIZIONE: gli autori interessati a partecipare
devono consegnare o spedire le loro opere
entro il 31 maggio 2014 in allegato il bando
di concorso scaricabile.
In occasione del 50° anniversario del Circolo
Savonese Cineamatori – Fedic vengono
proposte al pubblico tre serate di eventi.
Il 19 giugno 2014 alle ore 20,45 SERATA
DEDICATA ALLA "FERRANIA NEL CINEMA"
Un incontro tra cultura e storia con la presenza
del
Regista
GIULIANO
MONTALDO
interverranno gli assessori del Comune di
Savona Paolo Apicella - Elisa di Padova. Ci
saranno altri ospiti importanti quali il Sindaco del
Comune di Cairo Montenotte ed altri nomi che
saranno inseriti nel programma della serata.
Il 20 giugno ore 21,00 premiazione delle opere
vincitrici, sarà presente il Presidente della Fedic
(Federazione italiana dei Cineclub) e autorità
del Comune di Savona.
Il 21 Giugno ore 21,00 INTERNATIONAL SHORT FILM - proiezione di cortometraggi
internazionali premiati nei festival di tutto il mondo.
Domenica 22 giugno su richiesta del Comune di Savona la mostra sarà aperta al mattino
e al pomeriggio per turisti e crocieristi.
n° 12 –
NOTIZIE
RICORRENZA
Conobbi Mino prima
ancora di entrare in
FEDIC e subito entrai
in sintonia con quello
che, ai miei occhi,
appariva come un
“gran signore che
sprigionava da tutti i
pori amore per la
pellicola”.
Credo che Mino Crocé
sia stato un vero punto
di riferimento per tutti
gli Autori FEDIC,non
solo per le sue
Mino Crocè
eccellenti capacità nar
rative ed espressive, ma anche per l’affabilità con
cui sapeva intrattenere in lunghissime conversazioni fatte di aneddoti, citazioni, ricordi0
Le sue opere hanno avuto grandi consensi, sia in
campo nazionale, sia all’estero (è uno dei pochi
italiani ad aver vinto la medaglia d’oro UNICA),
grazie ad una “sensibilità nel raccontare” (fatta di
semplicità e ironia, oltreché di sostanza) che ha
reso unici i suoi documentari.
Non possiamo, poi, dimenticare la sua capacità
organizzativa e gestionale, visto che ha diretto per
anni, con maestria e concretezza, il Festival
Internazionale di Montecatini.
Mino ci ha lasciato da due anni, è vero, ma il suo
ricordo rimarrà per sempre, perché è un pezzo
importante della “storia-FEDIC”.
Non è facile incontrare un amico, un vero
“Amico”, con il quale potere condividere alcune
idee, alcune passioni come quella per il
cinema, per le immagini. Eppure, talvolta,
accade che strane “alchimie” sorgano tra
persone che non temono di rivelare il proprio
carattere, le proprie debolezze e gli “interessi”
che, nel tempo, diventano colonne portanti di
un’intera vita.
Quando incontrai Mino Crocè capii subito di
avere trovato una persona davvero unica, ricca
di cultura, di umanità, con un carattere
invidiabile, sempre disponibile al dialogo e
pronto a dare utili consigli e ad affrontare i
problemi con la semplicità di chi è disposto a
mettersi in gioco e con la sicurezza di un
“saggio”.
Sono passati due anni dalla Sua scomparsa ed
è molto triste sapere di non poterlo incontrare
nei soliti appuntamenti festivalieri, o nelle
riunioni del Consiglio Fedic, per trovare il
tempo di continuare le nostre “chiaccherate” sul
nostro “cinema corto”, sulle nostre piccole
“opere” che per entrambi hanno sempre
rappresentato il modo migliore per potere
esprimere i nostri sentimenti, le nostre
speranze, le nostre paure, le nostre angosce, i
nostri sogni.
Certamente, il nostro “dialogo” non si è
interrotto! Ha subìto una “metamorfosi”! Alle
mie domande e insicurezze so sempre come
mi avrebbe risposto e questo, per me, è un
modo semplice e confortevole per continuare
quelle indimenticabili “chiaccherate” sulle quali
si è sviluppata una straordinaria “Amicizia” che
conservo nel cuore.
Roberto Merlino
Presidente Fedic
Giorgio Sabbatini
Consigliere Nazionale Fedic
n° 12 –
NOTIZIE
COMUNICATO STAMPA
Sono in corso le riprese del cortometraggio “La
stanza oscura” prodotto dall’associazione
Sedicinoni film production – Cineclub FEDIC di
Pistoia, con il patrocinio del Comune di
Buggiano e in collaborazione con l’associazione Charlotte ACVP.
Il corto è scritto e diretto da Alessio Biagioni e
interpretato da Sergio Forconi, Raffaele Totaro,
Roberto Merlino, Cecilia Nesti, Ambra Corti,
Edoardo Ripoli, Francesco Palmeri, Lorenzo
Pratesi, Antonio Landi, Alessandra Panzone,
Lucia Pagnoccheschi, Annalisa Papa, Adriano
Davi, Maurizio Iorio, Massimo Bianchi “Loppa”,
Lorenzo Lurci “Bracco”, Selene Moscardi, Lisa
Campigli e Paola Bruno.
Nel cast tecnico Marco Berti operatore e
direttore della fotografia, Tommaso Beneforti,
assistente alla regia e segretario di edizione,
Michele Bandelli, fonico e audio, Sara Marini e
Marco Labate, aiuto regia, Lorenzo Petrognani,
assistente alla fotografia e audio, Alberto
Antonini, secondo direttore della fotografia,
Marta Vannucci, trucco e effetti speciali,
Raffaele Totaro e Alessio Biagioni, produttori
esecutivi, e Leonardo Bugiani, backstage.
Una fase delle riprese del film “La stanza oscura”
di Alessio Biagioni.
La troupe posa per una fotografia ricordo.
Le riprese sono effettuate fra Castello di
Buggiano, Colle di Buggiano e Pistoia.
È un giallo ambientato in un paese di
campagna. L’atmosfera all’inizio è quella
della commedia toscana, ma con l’evolversi
della storia emergono intrighi e misteri che
fanno capire che tutti i personaggi stanno in
realtà nascondendo qualcosa. Al centro
della storia c’è Don Riccardo, un anziano
prete che ormai non vive più la fede con
fervore ma si lascia affascinare dal carisma
di Marcello, un medico filantropo. La
drammaticità del cortometraggio andrà
aumentando ma il finale lascerà un
messaggio di speranza.
La produzione ringrazia il Comune di
Buggiano, la Polizia Municipale di Buggiano, l’Associazione culturale Buggiano
Castello, pub “Vecchio bar” in Piazza
Cavour a Colle di Buggiano, Diocesi di
Pescia e Diocesi di Pistoia.
n° 12 –
NOTIZIE
NEWS
Dall'8 al 15 maggio 2014, andare a cinema costa meno. Torna infatti la Festa del Cinema
che permetterà a cinefili e amanti del grande schermo di guardare film a prezzo ridotto in tutta
Italia: 3 euro per le pellicole in 2D e 5 euro per quelle in 3D.
Obiettivo della manifestazione è ovviamente quello di aumentare l'affluenza nelle sale. Ma
anche e soprattutto quella di diffondere il fascino della settima arte e rilanciare la sua
importanza culturale e sociale. Per questo non ci saranno solo riduzioni del costo dei ticket,
ma anche diverse iniziative.
L'evento è promosso e organizzato dalle associazioni dell’industria cinematografica
ANEC, ANEM, ANICA, insieme a ACEC e FICE.
È già disponibile il sito www.festadelcinema.it, dove si potranno trovare maggiori
informazioni, contenuti speciali, concorsi per gli appassionati cinefili ecc.
DAI CINECLUB
PROIEZIONI PROGRAMMATE
CINECLUB FEDIC
SANGIOVANNESE
APRILE 2014
martedì 1 aprile
alle ore 21.30
al cinema Masaccio sarà proiettato il film
Prossima fermata: Fruitvale Station (Fruitvale Station)
REGIA: Ryan Coogler
INTERPRETI: Michael B. Jordan, Octavia Spencer, Melonie Diaz,
Ahna O'Reilly, Chad Michael Murray
GENERE: Drammatico
NOTIZIE
n° 12 –
DURATA: 85 min
PAESE: USA
ANNO:2013
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
USCITA: 13 marzo 2014
Ricostruzione dell'omicidio di un giovane uomo di colore da parte della polizia di Los Angeles avvenuto a Fruitvale nel 2009.
Uno dei film che ha ottenuto più riconoscimenti, nel 2013, Fruitvale Station è un dramma ispirato ad una vicenda realmente
accaduta nel 2009, l'uccisione di un ragazzo nero, Oscar Grant, da parte di un poliziotto. Una vicenda che ebbe particolare
risonanza mediatica, grazie anche ai numerosi footage sull'accaduto che furono condivisi in rete, nelle ore successive al
dramma. Tra i temi centrali del film che segna l'esordio alla regia di Ryan Coogler spicca quello dell'abuso di potere da parte
della polizia americana.
sabato 5 aprile ore 21.30
domenica 6 aprile ore 15.00 - 17.15-21.30
al cinema Masaccio sarà proiettato il film
Lei (Her)
Vincitore Oscar 2014 per la miglior sceneggiatura originale
REGIA: Spike Jonze
INTERPRETI: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde
GENERE: Commedia
DURATA: 126 min
PAESE: U.S.A.
ANNO: 2013
DISTRIBUZIONE: Bim
USCITA: 13 marzo 2014
Los Angeles, in un futuro non troppo lontano Theodore, un ragazzo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere
scrivendo lettere personali per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le
esigenze dell'utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il
rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l'amicizia si trasformerà in amore, ma non tutto andrà liscio.
La voce di Samantha, che in originale è quella di Scarlett Johansson, nell'edizione italiana della pellicola è doppiata da Micaela
Ramazzotti.
martedì 8 aprile
alle ore 21.30
al Masaccio d'Essai sarà proiettato il film Vincitore
del Marc'Aurelio d'Oro del Festival di Roma 2013
TIR
REGIA: Alberto Fasulo
INTERPRETI: Branko Zavrsan, Lucka Pockja, Marijan Šestak
GENERE: Drammatico
DURATA: 85 min.
PAESE: Italia, Croazia
ANNO: 2014
DISTRIBUZIONE: Tucker Film
USCITA: 27 febbraio 2014
Da qualche mese Branko, un ex insegnante di Rijeka, è diventato camionista per un'azienda di trasporti italiana. Una scelta più
che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d'insegnante di prima. Eppure tutto ha un
prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: "il lavoro nobilita l'uomo". Ma qui sembra
diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro
sempre più alienante, assurdo, schiavizzante. Il regista segue un uomo che per ragioni economiche mette da parte il suo lavoro
di insegnante, e diventa camionista. Per tutto il film quindi lo seguiamo, seduti accanto a lui, nei suoi viaggi di lavoro.
sabato 12 aprile alle 21.30
domenica 13 aprile alle 15, alle 17 e alle 21.30
al Cinema Masaccio nell'ambito del ciclo "Masaccio d'essai" sarà in programma
LA MOSSA DEL PINGUINO
REGIA: Claudio Amendola
INTERPRETI: Edoardo Leo, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari,
Francesca Inaudi
GENERE: Commedia
DURATA: 90 min
PAESE: Italia
NOTIZIE
n° 12 –
ANNO: 2013.
DISTRIBUZIONE: - Videa - CDE
USCITA: 6 marzo 2014
Bruno viene truffato e ridotto in miseria, perdendo tutti i risparmi, anche quelli che servivano per affittare una nuova casa. Per
evitare di incorrere nelle ire della moglie Eva e nel disperato tentativo di risollevare le magre economie di famiglia, ecco che
Bruno trascina Salvatore nell'ennesimo, pazzo e strampalato progetto: partecipare con una squadra di curling alle prossime
Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Commedia sportiva che segna l'esordio alla regia di Claudio Amendola.
martedì 15 aprile ore 21.30
al Masaccio d'Essai verrà proiettato il film
Dallas Buyers Club
Vincitore Oscar 2014 Migliore attore protagonista - Matthew McConaughey
Vincitore Oscar 2014 Migliore attore non protagonista - Jared Leto
REGIA: Jean-Marc Vallée
INTERPRETI: Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner,
Denis O'Hare, Steve Zahn
GENERE: Drammatico
DURATA:117 min
PAESE: U.S.A.
ANNO: 2013.
DISTRIBUZIONE: Good films
USCITA: 30 gennaio 2014
Ron Woodroof è un rude elettricista texano al quale, nel 1986, viene diagnosticata l'AIDS. I medici gli danno, inizialmente, solo
sei mesi di vita. Abbattuto e frustrato dalla mancanza di assistenza sanitaria e incapace di accettare la condanna a morte,
Woodroof decide di sperimentare una serie di medicine alternative e crea un’attività rendendo disponibili nuovi medicinali per i
malati di AIDS.
Ambientato negli anni Ottanta, nel periodo in cui l'AIDS aveva già iniziato a fare vittime, ma non si sapeva ancora molto sulla
malattia, questo film racconta la storia di un uomo al quale furono dati pochi giorni di vita, ma lui riuscì a tamponare
efficacemente il male che lo aveva colpito, tanto che riuscì a sopravvivere molti anni. La storia di Woodroof, nello specifico, si
concentra sui tentativi, da parte dell'uomo di trovare una soluzione alternativa ai farmaci approvati negli USA, e soprattutto il
modo in cui riuscì a trarne profitto, organizzando un 'club' di acquirenti di farmaci.
martedì 22 aprile alle ore ore 21.30
al Masaccio d'Essai sarà proiettato il film
Non buttiamoci giù (A Long Way Down)
REGIA: Pascal Chaumeil
INTERPRETI: Con Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul,
Imogen Poots, Rosamund Pike
GENERE: Commedia
DURATA: 96min
PAESE: Gran Bretagna
ANNO: 2013
DISTRIBUZIONE: Notorious
USCITA: 20 marzo 2014
La notte di San Silvestro, in un altissimo grattacielo londinese, un conduttore televisivo sale fino all'ultimo piano, deciso a
lanciarsi nel vuoto, e a mettere fine ad una grave crisi matrimoniale e professionale. Un attimo prima di buttarsi giù, però, l'uomo
si rende conto che vicino a lui c'è un'altra aspirante suicida: una donna senza lavoro e senza compagno, alle prese con un figlio
autistico. A loro si aggiungono una quindicenne “sedotta e abbandonata” e un musicista fallito, costretto a lavorare come
cameriere abbandonato dalla compagna.
n° 12 –
NOTIZIE
YOUNG (but not) INNOCENT
lunedì 31 marzo 2014
Serata in compagnia di alcuni giovani autori sardi: cinque cortometraggi di forte impatto visivo, tra lo sfregio iconoclasta e la
ricerca di un'estetica incantatrice, videoclip vulcanici e fiction incerte tra la quiete e l'eruzione. Opere che sottendono un tormento
interiore, alla ricerca dell'innocenza perduta. O forse in fuga dall'innocenza, agli albori di un percorso espressivo che volutamente
rifugge l'obiettività e che al conforto di uno sguardo sereno, preferisce l'urlo, il sangue, la lama affilata che taglia la pupilla. La
scaletta dei corti è così strutturata: inizio brusco, un lento scivolare in tematiche più morbide, e poi il finale, bello e drammatico.
Con "Limiti" (sottotitolo "Un documentario delirante"), di Matteo Campulla, la prima immagine che si tende ad associare all'inizio
del video, è quella celebre della mano dalla cui stigmata fuoriescono delle formiche, nel "Chien andalou" di Buñuel e Dali. Ma più
che ad autori surrealisti, quest'opera potrebbe far pensare ad un eco lontano delle provocazioni Dada, una scelta nichilista, e
perentoria, che non lascia spazio allo spettatore e lo costringe ad una sorta di kubrickiano "trattamento Ludovico" (Ludovico
technique) per mezzo del quale lo sguardo non può sottrarsi alla visione. In "The Bottom of the Dirt", videoclip degli "Effelle"
realizzato da Michela Medda, come in altri della stessa autrice, al suono hard con il canto lacerato (e lacerante) del cantante,
corrispondono specularmente immagini altrettanto hard: il video mette in scena la pratica sessuale del bondage, alla quale la
protagonista, più o meno volontariamente, si sottopone. Sangue, urla, la chitarra distorta e il corpo deformato dalle corde, cliché
musicale come costrizione creativa e costrizione fisica come ricerca di piacere. Un video carico di "patos", che in greco significa
"emozione" ma anche "sofferenza". Con il successivo "Orgasm", eseguito dai " Pinkemical Sunset" e realizzato da Fabio Ortu
(anche batterista del gruppo) con la collaborazione di Bruno Mameli, passiamo a toni più morbidi con alcune interessanti
peculiarità sul piano estetico. In genere un videoclip può limitarsi a filmare un gruppo che suona, oppure elaborare qualcosa che
può avere o meno un rapporto con il brano che si vuole pubblicizzare (non dimentichiamo la funzione principale del videoclip),
ma qui la bravura degli autori risiede nella riuscita fusione di questi due aspetti. Tutto ruota attorno alla dinamica ed elegante
figura della ballerina Rachele Montis (purtroppo impossibilitata a partecipare alla serata per impegni con la RAI), che vediamo
danzare su fondo continuo o prepararsi davanti allo specchio, e attorno al gruppo che esegue il brano; poi le due realtà si
fondono in una sorta di teatro delle ombre, per cui assistiamo ad un'unica coreografia nel quale la silhouette di Rachele si
congiunge alle silhouettes dei musicisti, in un crescendo (climax) di intensità. Poi si ritorna alle immagini da backstage della
ballerina. Toni ancora più morbidi e soffusi per "Abracadabra" di Federico Rescaldani, ed una ambientazione tutta cagliaritana
per questo lavoro che procede come un videoclip, ma non lo è, anche se indubbiamente risente dell'esperienza maturata in
questo campo. Nel video seguiamo tre artisti di strada (un mago, un mimo e un suonatore di tromba) a partire dal risveglio del
primo che osserviamo da vicino durante la sua preparazione (dominanza di primi piani e dettagli), mentre la città inizia a brulicare
di vita e tutto scorre attorno. Due mondi che si incrociano, a velocità differenti. Infine "Memorie", sempre di Federico
Rescaldani, che il cineclub FEDIC ha l'opportunità di mostrare in prima visione. Un video fortemente drammatico, una fiction
avvincente che riecheggia le creazioni di Philip K.Dick (ma il film è dedicato al regista Satoshi Kon), sul cui soggetto è meglio non
anticipare nulla, se non che il nucleo centrale attorno al quale si sviluppa è l'amore di un padre per la propria figlia. Ma l'autore
riesce a tenere legato lo spettatore sino all'ultimo fotogramma, senza concedergli facili vie di fuga. Ottima la fotografia, come
sempre in Rescaldani.
Matteo Campulla: - "Limiti (a delusional documentary)" (2014 - 15,00 min.). Dopo anni di produzione e
sperimentazione, nel 2009 l'autore (socio FEDIC presso l'Associazione ARKA di Assemini) forma ed entra a far parte del
Movimento Oscurantista, un collettivo pittorico di agitazione culturale. Nel 2012 pubblica “ SCARS [Video Project]” Nel
2013 nasce il progetto audiovisivo “Boga Bisuras!” con Marco Fadda. Nel 2013 il suo "Limiti" vince il Premio Babel nella
sezione video (concorso indetto dall'associazione Babele e ideato dalla critica e giornalista Roberta Vanali, finalizzato alla
promozione e alla valorizzazione dell'arte contemporanea sul territorio sardo).
Michela Medda: "The Bottom of the Dirt", videoclip degli "Effelle" (2013, 4,45 min.), fotografia e riprese: Bruno Mameli,
Michela Medda; soggetto: Giuseppe Tuveri. Con Giuseppe Tuveri, Valentina Vallascas, Veronica Asunis.
L'autrice è una fotografa cagliaritana specialista in ritrattistica che da anni realizza in proprio rassegne fotografiche e
documentari; con il collettivo indipendente di produzione cinematografica "Eye Me", lavora assieme a Bruno Mameli alla
realizzazione di videoclip, collaborando a diverse produzioni video (Shibuya, Welcome to my mondo, IlladorFilms
Produzioni).
Fabio Ortu: "Orgasm", videoclip dei " Pinkemical Sunset" (2013, 5,10 min.) riprese: Fabio Ortu e Bruno Mameli, con
Rachele Montis. Fabio Ortu unisce la passione per la musica (è batterista dei Pinkemical Sunset) a quella per il cinema che lo
porta a studiare fotografia, cinema e recitazione; da diversi anni produce e realizza videoclip musicali, cortometraggi e spot
pubblicitari. Bruno Mameli, dopo la prima passione per il teatro, si avvicina al cinema (tesi universitaria su Kurosawa). Ha
lavorato con la RAI, Mediaset, La7 e Sky. Realizza in proprio e in collaborazione con altri autori videoclip, documentari e
cortometraggi. Attualmente è impegnato in vari progetti cinematografici. È l'autore dei testi e il cantante delle canzoni del
gruppo Effelle.
Federico Rescaldani: "Abracadabra" (2012, 3,40 min.) con Federico Naitana, Alessia Marrocu e Antonio Matzeu.
Federico Rescaldani: "Memorie" (2014, 11,30 min.) con Tommasu Contu, Simone Utzeri e Alessandra Fenu.
L'autore, grafic designer, fotografo e filmaker, da alcuni anni ha realizzato diversi cortometraggi e videoclip musicali, alcuni
dei quali proiettati dal cineclub FEDIC il 15 aprile 2013 ("Our God", "Nuda" e "20"). Nel 2013 collabora con l'autrice Franca
Todde alla realizzazione della fiction "Laissan" (proiettata al cineclub il 6 maggio 2013).
Pio Bruno
Presidente del Cineclub FEDIC - Cagliari
n° 12 –
NOTIZIE
L'ARTE E IL DOCUMENTARIO
lunedì 7 aprile 2014
Stasera il cineclub propone due documentari sulla figura e sulle opere di due artisti, che potremo così conoscere
attraverso l'obiettivo della videocamera guidata dai due realizzatori, l'olandese Franka Stas e il sardo Maurizio Casu. Ma
proprio perché il pubblico del cineclub è essenzialmente formato da cinefili, la visione di questi lavori ci offre
l'opportunità di riflettere sulla tecnica, le modalità concettuali, le scelte stilistiche dei due documentaristi. Come
realizzare un documentario sull'arte e su un artista? Cosa mostrare e soprattutto come? Impresa non facile.
- Franka Stas: “J'ai posé mes bagages” (traducibile più o meno con "Ho trovato dimora"),
2012, Paesi Bassi, 19,00 min. Lingua: francese; sottotitoli: inglese. Medaglia di bronzo al 75° festival UNICA 2013.
Il documentario della regista olandese Franka Stas ci presenta Mélanie Bourlon, un'artista francese autodidatta che ha scelto
di aprire un atelier per lavorare con la cartapesta (papier mâché) a Les Avenières, un piccolo villaggio del dipartimento dell'Isère,
nella regione Rhône-Alpes. L'obiettivo della regista è quello di renderci partecipi delle modalità di lavoro dell'artista, ma
soprattutto della psicologia della Bourlon, dei sentimenti che la guidano intimamente nell'atto creativo. Per ottenere questo
risultato utilizza prevalentemente piani ravvicinati, primi piani sul viso, dettagli sulle mani che lavorano, sulle fasi iniziali della
elaborazione degli oggetti in cartapesta, mentre ascoltiamo le considerazioni dell'artista che, dopo un'iniziale ritrosia, confessa
liberamente i suoi pensieri, i suoi dubbi sull'essere artista o artigiana, e spiega al microfono la genesi delle sue creazioni. La
cinepresa ci accompagna lungo tutte le fasi di produzione delle opere della Bourlon, sino alla consegna ai committenti, mentre
nel montaggio vengono inserite sequenze di foto dei lavori in cartapesta già conclusi.
Alla fine del documentario lo
spettatore ha la percezione di partecipare approfonditamente alla personalità artistica di Mélanie Bourlon.
Franka Stas, autrice di documentari e cortometraggi ("Camille Claudel" del 2002, assieme a Harry Meter), è
docente di cinema e audiovisivi all'Alberdingk Thijm College di Hilversum (Paesi Bassi) , tiene dei corsi per il
progetto "Roze in Beeld" (progetto educativo per studenti universitari centrato sugli stereotipi presenti nei media
relativi a gay e lesbiche); collabora con Ad van Dam e i gemelli Dylan e Lazlo Tonk creatori della Dyzlo, società
indipendente di produzioni video.
- Maurizio Casu: “Gianni Argiolas - una vita dedicata all'arte”
(2013, Italia, 43,00 min.)
Maurizio Casu sceglie di presentare l'artista di Monserrato Gianni Argiolas seguendo sostanzialmente tre vie: le testimonianze
dei più stretti collaboratori ed estimatori della sua opera, un'intervista all'autore "paulesu", e le riprese video dei suoi lavori. Il tutto
è abilmente intessuto, e lo spettatore si forma a poco a poco un'idea sempre più dettagliata del percorso artistico dell'Argiolas,
dai primi precoci segni di un'evidente predisposizione per le arti figurative, all'incontro con un altro pittore di Monserrato, Cesare
Cabras, sino alla maturazione che lo porta a realizzare innumerevoli opere pubbliche, visibili in tanti centri della Sardegna, e a
portare a compimento il suo progetto di "parco artistico" che vede la luce nel 2003 nella località di Isca sa Folla a Dolianova. Il
realizzatore del documentario si sofferma sulle opere presenti nel Parco, e sulle performance che accolgono i visitatori e che
rendono vivo l'approccio alle realizzazioni artistiche, a lo fa dando un tocco di drammaticità (nel senso di azione, dal greco
"δρᾶµα"), di dinamicità quindi, scegliendo di utilizzare la videcamera senza cavalletto, a spalla, e di insinuarsi tra le sculture,
presentando così "a tutto tondo" le varie installazioni, e di spezzare in alcune sequenze la neutralità dell'abituale mimesi dei
documentari (io filmo, ma lo spettatore ha la percezione di essere lui stesso a vedere ciò che viene filmato), optando invece per
l'inserimento nelle riprese delle informazioni tecniche che il visitatore vede nel display della propria videocamera (rec,
minutaggio, diaframma, livelli della batteria), una sorta di "mise en abîme", per ricordarci che dietro qualunque documentario vi è
un occhio che decide cosa vedere, e che un documentario non è la realtà, ma la scelta di un operatore che ci invita a
condividere il suo sguardo.
Maurizio Casu vive in provincia di Cagliari e lavora in tutta la Sardegna.
Dopo aver conseguito nel 1986 il titolo di "operatore di ripresa e montaggio
R.V.M.", esercita nel settore video come cameraman per le principali
emittenti televisive sarde e instaura una collaborazione con diverse case di
produzione isolane nella realizzazione di spot commerciali, oltre a seguire
diverse produzioni cinematografiche. Ha quindi modo di seguire l’evolversi
della tecnologia (telecamere, piattaforme di montaggio), passando
dall’analogico al digitale, per cui, dopo 11 anni di attività, inizia a condividere
la sua esperienza professionale attraverso l’insegnamento: nel 1997 inizia la
sua carriera di insegnante, in qualità di esperto, in alcune scuole pubbliche
della provincia di Cagliari, mentre continua a lavorare per numerose
produzioni video avvalendosi della collaborazione di professionisti
d’eccezione. Di recente ha iniziato a sperimentare la produzione di corti
d'animazione in collaborazione con un disegnatore professionista.
Pio Bruno
Presidente del Cineclub FEDIC - Cagliari
n° 12 –
NOTIZIE
lunedì 14 aprile 2014
POT-POURRI
tre reportages sulla convivenza tra diverse etnie
Doris Dvorak: Von der welt vergessen ("Dimenticati dal mondo") (2011, Austria, 23,00)
lingua: tedesco - sottotitoli: inglese - Medaglia d'argento al 73° festival UNICA 2011.
In Birmania (dal 1989 Myanmar), la dittatura persegue le minoranze che non si integrano. Circa un milione di persone vivono nella giungla,
costantemente sotto la minaccia dei soldati birmani e lungo la frontiera tra la Thailandia e la Birmania, presso la città di Mae Sot, ove si
contano nove campi di rifugiati con decine di migliaia di persone, soprattutto dell'etnia Karen, che da 20 anni vivono in condizioni penose in
fuga dal loro paese e ignorati dalla Thailandia. La regista austriaca dopo un viaggio in territorio birmano, abbandona i facili percorsi concessi
ai turisti e, aggirando i divieti, cerca di indagare su questa situazione drammatica e dà testimonianza delle attività dell'associazione onlus
sud-tirolese con la quale collabora "Helfen ohne Grenzen" (Aiutare senza confini), che opera proprio in quei campi di rifugiati fornendo
assistenza medica, cibo e con la costruzione di scuole per i bambini nati in quella terra di nessuno.
Doris Dvorak è una video "amatrice" che ha iniziato a coltivare la passione per il video non appena è andata in pensione. Questo reportage
gli è valso diversi premi. L'anno scorso ha vinto un'altra medaglia d'argento al Festival UNICA con "Mein wandelweg führt über abgründe",
una docu-fiction sul pittore austriaco Egon Schiele, che il 2 giugno vedremo al cineclub FEDIC.
Alberto Diana: Barcelona en dos colors (2011, Italia, 29,44)
lingua: catalano / castigliano - sottotitoli: italiano
Barcellona, luglio 2010. Il Tribunal Constitucional di Madrid rifiuta lo Statuto Autonomo della Catalogna: le aspirazioni politiche, linguistiche e
nazionali del popolo catalano vengono notevolmente ridimensionate e i catalani, intervistati, manifestano il proprio disappunto nei confronti
del governo castigliano. Poi arriva il campionato mondiale e il tifo per la Selección de fútbol de España inizia a montare...
Nato e vissuto sino ai 18 anni a Iglesias, Alberto Diana si laurea nel 2013 alla facoltà di Lettere e Storia dell'Università di Cagliari. Dopo
due esperienze di scambio con l'Universitat de Barcelona, sviluppa l'interesse per il teatro, poi per il cinema: organizza rassegne, partecipa
e realizza progetti vari, in Sardegna e in Catalogna, tra cui questo documentario. Attualmente, dopo un'esperienza di insegnamento della
lingua italiana in Francia, ha iniziato la specializzazione presso il Màster en Documental de Creació all'Universitat Pompeu Fabra di
Barcellona, città ove risiede.
Monica Serra: MARINA La natura del lupo (2011, Italia, 29,44)
Il quartiere storico della Marina (Lapola, dall'antico nome latino di "Leapolis"), da sempre quartiere
crugiuolo di popoli grazie alla contiguità con il porto sul quale si affaccia, da una decina d'anni sta
subendo una repentina metamorfosi etnica, con l'apporto di genti provenienti da svariate aree
geografiche, culture e religioni, che entrano in relazione tra loro in uno ristretto spazio urbano. Vecchie
realtà commerciali cedono il passo a nuove attività e l'accettazione e la comprensione del nuovo che
avanza non potrà che essere la conditio sine qua non di un futuro sviluppo della città. Testimonianza
corale sulla nuova realtà cagliaritana, il video raccoglie le voci, i suoni e le immagini di un presente che
rappresenta un futuro prossimo, ma anche del passato della Marina (con alcune sequenze in super8
girate negli anni '70 da Antonio Solinas), in un costruttivo confronto.
Monica Serra è nata a Lunamatrona. Dal 1995 inizia il suo percorso di studio teatrale: frequenta corsi
di recitazione presso la compagnia Riverrun diretta da Fausto Siddi, conosce il regista Rino Sudano e
si perfeziona all'Accademia d'arte drammatica, che le permette di fare esperienza con innumerevoli
artisti del teatro e della musica. Prende parte come attrice e voce recitante a numerose produzioni di
diverse compagnie (Riverrun, Il Crogiuolo, Actores Alidos, Isolateatro, ecc.). Conduce laboratori di
recitazione per adulti e ragazzi. Intanto dal 2001 prende parte come vocalist a varie pubblicazioni
musicali; dal 2005 è membro dell'ensemble elettroacustico Moex; partecipa quindi a diversi progetti e
performances seguite da pubblicazioni di album CD. Nel 2010 fonda l'Associazione Culturale Micro
Fratture Teatro e debutta in alcune pieces di Gaetano Marino e di Marco Nateri a Spoleto. Negli stessi
anni amplia i suoi interessi culturali: studia la tecnica delle ombre turche “Karagoz” col maestro Emin
Senyer, si cimenta in esperienze registiche e autorali e si occupa di performances di teatro e suono
curandone la sonorizzazione. Nel 2012 esordisce nella regia cinematografica con questo
documentario/reportage, che partecipa al Sardinia Filmfestival di Sassari e vince nel 2013 il premio
Villanova Monteleone.
FLORA & FAUNA
lunedì 28 aprile 2014
Il titolo della serata è forse riduttivo, poiché i video che vengono presentati stasera hanno in realtà come oggetto la natura nel senso più ampio,
senza trascurare l'uomo e le conseguenze del suo rapporto con l'ambiente. I primi due video sono di Antonello Cosseddu, (“Uccelli di
Molentargius”, 2013, 7,40" e “Pullo calandra”, 2013, 3,50") due lavori amatoriali che documentano, il primo le specie di uccelli che popolano lo
stagno cagliaritano, una sorta di schedatura per immagini, e il secondo i primi segni di vita di un pullo (o pullus) di calandra, subito dopo la
schiusa. Tutt'altri accenti per Piero Ligas (“Momenti di intimità”, 2013, 3,50") benché il soggetto del suo video siano anche qui gli uccelli: Ligas
ci mostra in dettaglio un nido, un'inquadratura fissa, e si concentra su un particolare momento della vita di alcuni passerotti, ma partendo dal
dato oggettivo, elabora un personale ritratto che traduce la sua meraviglia per la vita. Anche il video del portoghese Francisco Pinheiro
(“Hercules - Storm@Sagres”, 2013, Portogallo, 3,30") è un lavoro amatoriale, un impressionante reportage dell'ultima tempesta (Hercules) che
si è abbattuta sulle coste atlantiche Europee: il Pinheiro segue e riprende le possenti onde che si frangono sugli strapiombi alti 40 metri di Punta
de Sagres, e che in alcuni casi superano in altezza la roccia, lambendo alcuni incauti spettatori. Il trailer "Human Planet" (2011, UK, 3,30") è
invece la sintesi di una serie di episodi, realizzati da diversi registi, edita dalla TV inglese BBC assieme alla statunitense Discovery, centrati sul
rapporto dell'uomo in diversi ambienti del pianeta, un reportage che, dal punto di vista antropologico e fotografico, è di alto livello professionale.
n° 12 –
NOTIZIE
Anche nell'animazione di Steve Cutts dall'eloquente titolo “MAN” (2013, UK, 3,30"), il soggetto è il rapporto dell'uomo con l'ambiente, visto però
in senso fortemente critico: l'autore elabora una visione fantastica dell'uomo, vorace a tal punto da distruggere il mondo nel quale vive, con
accenti grotteschi e sviluppi parossistici. In "Una brutta notte di un bel giorno d'estate" (2013, 3,43"), un corto che è anche uno spot contro gli
incendi, Maurizio Casu, operatore video professionista, si cimenta per la prima volta in un'animazione, e lo fa avvalendosi della collaborazione
del disegnatore cagliaritano Lorenzo Lepori, vera e propria icona del fumetto italiano, e c'è da augurarsi che tale collaborazione segni l'inizio di
ulteriori sviluppi artistici. Il video di Vittorio Carcò (“I cavalli della Giara di Gesturi”, 1972, 13,30") storico socio del cineclub FEDIC di Cagliari,
girato in super 8 con sonorizzazione e montaggio realizzati in collaborazione con i soci FEDIC (Franco Vettese e Giovanni Malagoli), inizia come
un classico documentario naturalistico nel quale le immagini e il commento fuori campo ci informano sulle caratteristiche del cavallino della
Giara; ma non appena viene affrontato il problema dell'approccio umano a tale realtà, il tono sfuma verso un drammatico reportage che fotografa
la realtà di quegli anni con immagini piuttosto forti e avvincenti. L'ultimo video della serata ("Ortuabis", 2012, 8,00") è di Vincenzo Rodi,
operatore di ripresa e montatore video professionista: la sua passione per le orchidee, che lo spinge a realizzare l'ambizioso progetto di
documentare in video tutte le 65 varietà esistenti in Sardegna, gli offre l'occasione di incontrare due coniugi quartesi, i signori Lucia Manca e
Nino Mura, che nel loro terreno ad Ortuabis, nei pressi di Meana Sardo, avevano scoperto una nuova varietà di orchidea sarda, che da allora
verrà battezzata Ophrys Fusco Ortuabis. Il documentario, attraverso l'intervista, ci rende partecipi dell'attenzione, quasi un approccio scientifico,
con la quale la signora Lucia si accorge della scoperta. Il video ottiene il primo premio al Festival internazionale del cortometraggio botanico di
Orticolario, tenutosi a Cernobbio (Como) nel 2012.
Antonello Cosseddu, aviere di professione, da sempre ornitologo per passione, coniuga il suo interesse
per questo genere di fauna (fa parte della A.O.S., Associazione Ornitologica Sarda) con la realizzazione
in proprio (riprese e montaggio) di video a carattere documentaristico.
Piero Ligas, già socio FEDIC, oltre che cineamatore è conosciuto nella doppia veste di pittore e atleta.
L'amore per il video si sviluppa come sintesi di queste sue passioni. I suoi lavori si avvalgono spesso
della collaborazione di A.Cosseddu.
Francisco Pinheiro, nato a Sagres in Portogallo, è atleta e allenatore professionale di Bodyboard.
Steve Cutts, londinese, è un professionista che lavora con diverse agenzie pubblicitarie per la
realizzazione di spot per grossi gruppi cone Coca Cola, Toyota, Nokia, ecc.
Maurizio Casu, dopo aver conseguito nel 1986 il titolo di "operatore di ripresa e montaggio R.V.M.",
lavora come cameraman per le principali emittenti televisive; nel 1997 inizia la sua attività di docente, in
qualità di esperto di ripresa video, in alcune scuole pubbliche. Qualche settimana fa il cineclub FEDIC ha
proiettato il suo documentario "Gianni Argiolas-una vita dedicata all'arte".
Vittorio Carcò, siciliano del 1932, vive a Cagliari dal 1954; da sempre socio FEDIC, si iscrive nel 1976
alla sezione sarda del WWF e negli anni '80 ne diventa presidente, realizzando pubblicazioni,
conferenze, mostre, dibattiti in tutta la Sardegna e collaborando ai censimenti annuali del WWF sulle
specie in pericolo di estinzione. Ha realizzato diversi documentari sulla flora e la fauna della Sardegna.
Un suo lavoro sul grifone sardo di Capo Marrargiu, girato in 16 mm diversi decenni fa, non è ancora stato
montato per mancanza di fondi.
Vincenzo Rodi, laureato in Scienze Naturali a Cagliari, dal 2001 lavora come operatore di ripresa e montatore video per le principali emittenti
televisive sarde e per diverse società di produzione video continentali.Ha realizzato diversi cortometraggi e, dopo i riconoscimenti ottenuti per
"Ortuabis", nel 2004 è arrivato finalista al premio Ilaria Alpi firmando le riprese per il reportage "L'uomo del treno" del giornalista Antonello Lai;
nel 2005 concorre nuovamente al Premio Ilaria Alpi per le riprese e il montaggio del reportage “Nonostante tutto” di Carla Etzo e Valentina
Careddu che sarà poi finalista al Premio “L’anello debole” 2005.
Pio Bruno
Presidente del Cineclub FEDIC - Cagliari
Testi: Roberto Merlino, Paolo Micalizzi, Gruppo Cineamatori
Delle Apuane, Cinevideo Club Fedic Bergamo, Pierantonio
Leidi, Giorgio Sabbatini, Pier Luigi Avolio, Susanne
Ratschiller, Marco Rosati, Alessandro Baccini, Paolo
D’Alessandro, Ettore Di Gennaro, Daniele Riccioni,
DiLucca.TV, Reggio Film Festival, Circolo Savonese
Cineamatori Fedic, Sedicinoni Film, Cineclub Fedic
Sangiovannese, Cineclub Fedic Cagliari, Pio Bruno.
Fotografie: G. Sabbatini, L. Biggi, L. Caravello, P. Leidi, P.
L. Avolio, S. Ratschiller, D. Santini, M. Rosati, S. Tognarelli,
C. Daldos, 3dproduction, D. Riccioni, M. Pratesi, Sedicinoni
Film.
Grafica e impaginazione: Giorgio Sabbatini.
Supplemento a “Carte di Cinema”
Direttore Responsabile: Massimo Maisetti
Redazione: Giorgio Sabbatini
Corso Benedetto Croce, 3 – 10135 Torino
E-mail: [email protected]