Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore 1 Puntata 1

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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore 1 Puntata 1
Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Puntata 1
«Troviamo persone di valore! Facciamo crescere persone di valore! Costruiamo il castello Soka delle persone di
valore!».
Con questa profonda decisione Shin’ichi Yamamoto continuò il suo viaggio per dialogare e incoraggiare ogni
persona.
Zhuge Liang (181-234), illustre Primo Ministro dell’impero Shu Han nell’antica Cina, diceva che il modo migliore
per guidare una nazione è impegnarsi nello scoprire persone di valore eccellenti e assegnare loro dei ruoli. Allo
stesso modo, il futuro della Soka Gakkai dipende da quante persone di valore, diverse tra loro, si riuscirà a far
crescere.
Il 27 maggio del 1977 Shin’ichi partì in auto dal centro culturale di Saga verso le tredici e trenta, per poi giungere
al centro culturale di Kumamoto alle quattro di pomeriggio. Era la prima visita di Shin’ichi a Kumamoto dopo otto
anni, ed era l’ottava volta che vi si recava.
Il centro culturale di Kumamoto era stato inaugurato da poco, il 30 aprile. Era un bellissimo edificio costituito da
due strutture principali: una era alta tre piani e ricoperta di piastrelle marroni, l’altra, che ospitava una grande
sala riunioni, era alta due piani ed era tutta ricoperta di piastrelle bianche. Intorno si estendevano campi di grano
dagli steli dorati.
Shin’ichi scese dall’auto, sorrise ai membri che lo stavano aspettando e disse: «Sono felice di essere qui. Sono
venuto per incontrarmi con tutti voi!».
Quando vide in giardino i monumenti di pietra ricoperti da teli bianchi, Shin’ichi disse a Setsuo Yanagi,
responsabile di prefettura di Kumamoto: «Propongo di iniziare subito la cerimonia di inaugurazione dei
monumenti».
I monumenti di pietra recavano incise le parole dei presidenti della Soka Gakkai. Su di una vi era un’espressione
del presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi, “Spirito di prendere l’iniziativa”, sull’altra una descrizione delle
origini del centro culturale di Kumamoto. Durante la cerimonia, le due statue furono scoperte in sequenza.
«Ora, propongo che il responsabile di prefettura della Divisione giovani legga ad alta voce queste iscrizioni per
tutti!» disse Shin’ichi d’improvviso.
Heihachiro Katsuyama, responsabile di prefettura della Divisione giovani, fu colto di sorpresa, ma si riprese e
disse: «D’accordo!», poi si avvicinò al monumento. Così ebbe inizio l’allenamento dei giovani da parte di
Shin’ichi.
La voce di Katsuyama risuonava potente mentre leggeva le frasi: «Inaugurazione del centro culturale di
Kumamoto. Il fumo del vulcano che si sprigiona dalla cima del nostro amato Monte Aso...».
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Dopo che, come richiesto da Shin’ichi, ebbe letto tre righe dell'iscrizione sul monumento che celebrava l’apertura
del centro culturale di Kumamoto, Katsuyama si trovò di fronte a dei complessi ideogrammi cinesi e si bloccò.
Non riusciva a ricordare come si leggono gli ideogrammi cinesi che significano “sventolare” (henpon) nella frase
“sventola la bandiera della Legge mistica”. Prima che gli tornasse in mente passarono due o tre secondi. Poi si
bloccò di nuovo alcune righe dopo, davanti all’ideogramma cinese di “torre” (domina) e ancora per gli
ideogrammi di “desiderare ardentemente” (koinegawakuwa) e lesse la frase in modo poco chiaro.
La fronte di Katsuyama era imperlata di sudore.
Shin’ichi gli disse: «Un responsabile di prefettura della Divisione giovani dovrebbe essere in grado di leggere
fluentemente un’iscrizione che riguarda le origini del suo centro culturale. Poiché il centro culturale di Kumamoto
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è la struttura principale della Soka Gakkai in questa prefettura, come responsabile della Divisione giovani avresti
dovuto leggere prima quelle frasi che esprimono le sue origini e impararle a memoria. Forse il fatto che la
richiesta di leggere sia stata improvvisata ti ha fatto perdere il controllo, ma sono molto importanti lo studio e lo
sforzo di prepararsi prima.
L’allenamento che il maestro Toda faceva verso i giovani era molto severo. Diceva sempre che solo coloro che
facevano sforzi per studiare e migliorarsi erano sinceri discepoli degni del suo tempo.
Ogni volta che ci incontravamo, mi chiedeva che cosa stessi leggendo. E non potevo ricordarmi solo il titolo del
libro, perché mi chiedeva anche l’argomento, il contenuto e il riassunto. Non c’era modo di raggirarlo.
È solo grazie all’allenamento severo ma pieno di compassione di Toda che sono diventato ciò che sono oggi.
Per il bene del futuro, la mia grande speranza è che voi giovani studiate il più possibile, tutti i giorni, per tutta la
vita, non importa quanto siate impegnati».
Tutti i membri della Divisione giovani sono successori della Soka Gakkai e saranno i leader che in futuro
guideranno la società. Il responsabile di prefettura della Divisione giovani, come rappresentante di tutti i giovani,
ha molte occasioni di incontrare e dialogare con persone di spicco nella società. Per questo Shin’ichi desiderava
che i giovani fossero allenati affinché diventassero persone di prim’ordine. E per questo gli diede questa guida
severa.
La ragione che aveva spinto Shin’ichi a estendere la sua visita a Kumamoto era proprio il desiderio di incontrare
i giovani, per incoraggiarli e dare loro consigli.
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Dopo la cerimonia di inaugurazione, durante la quale erano stati scoperti i monumenti del Centro culturale di
Kumamoto, Shin’ichi Yamamoto entrò nell’edificio e compose diverse poesie, che trascrisse su della carta
colorata. Poi partecipò a un incontro informale con dieci responsabili di prefettura.
«Ho composto delle poesie che desidero regalarvi.
Shojozan
costruisci kosen-rufu
per gli anni a venire
Shojozan è un altro nome per indicare il Centro culturale di Kumamoto. Desidero che
costruiate una prefettura che continui a realizzare vittorie su vittorie.
I Fiori della Legge mistica
profumano
a Shojozan
Questa poesia desidero regalarla alla responsabile di prefettura della Divisione donne
Masae Fukuchiyama».
Shin’ichi lesse altre poesie e le regalò ai presenti.
Prendi l’iniziativa
danzando in groppa a un cavallo
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per realizzare kosen-rufu a Kumamoto.
Ai miei cari
amici che ricordo con affetto
e che brillano a Shojozan
Poi rivolgendosi ai presenti disse: «È stato completato un magnifico centro culturale. Adesso è necessario
concentrarsi sul far crescere persone di valore eccellenti. Quali sono i requisiti di una persona di valore nella
Gakkai?
Fondamentalmente una persona di valore è colei che vive dedicandosi costantemente, fino alla fine, a kosenrufu. È una persona decisa a proseguire lungo la strada della non dualità di maestro e discepolo dentro la
Gakkai, e che mette in pratica tutto ciò nella vita.
Ma noi non possiamo vedere cosa c’è dentro il cuore delle persone. Ad esempio può sembrare che una persona
si stia sforzando con tutte le forze, ma nel suo cuore magari si cela l’ambizione e il desiderio di occupare una
posizione alta per ottenere potere e influenza sugli altri. I casi peggiori si hanno quando i responsabili centrali
non si rendono conto di ciò e si lasciano adulare da queste persone.
Se la Gakkai finisse sotto il controllo di persone guidate dall’ambizione o che cercano di sfruttare
l’organizzazione per fini personali, allora il vero spirito del Buddismo e della Gakkai finirebbero con l’essere
calpestati. Non esiste niente di più pericoloso.
Perciò è essenziale che i leader sviluppino la capacità di riconoscere l’ichinen che si cela nelle profondità del
cuore delle persone. Inoltre, se l’atteggiamento dei successori è corrotto o distorto, è necessario saper dare loro
dei consigli di fede adeguati e far sì che possano crescere come veri campioni del movimento di kosen-rufu».
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Le parole di Shin’ichi Yamamoto erano piene di passione, perché egli desiderava che da Kumamoto nascessero
numerose persone di valore.
«Per riuscire a far sì che i responsabili anziani nella fede riescano a comprendere profondamente l’ichinen nei
cuori dei successori, è necessario che prima di tutto i loro cuori non siano inquinati. Se lo specchio della propria
vita è appannato o distorto, non si è capaci di osservare correttamente ogni singola persona. E si finisce col far
prevalere le proprie opinioni personali, che spingono a vedere le persone in base ai gusti personali.
Per questa ragione al primo posto ci deve essere sempre la recitazione del Daimoku, in modo da lucidare la
propria vita e sviluppare una fede corretta e pura che si basa sul Gohonzon, sul Gosho e sulle guide del maestro
di kosen-rufu.
Comunque sia, non possiamo cogliere immediatamente l’ichinen che si cela nel cuore di un essere umano. È
difficile capirlo in breve tempo, ma nell’arco di un anno o due, dedicandoci del tempo, si riuscirà a capire il cuore
delle persone.
Non importa quanto una persona si preoccupi di come appare, nel momento cruciale o inaspettato, parlerà o si
comporterà in modo da svelare la sua profonda arroganza e un atteggiamento negligente.
Inoltre, nei momenti in cui nessuno la vede, se osserviamo come si comporta riusciamo a capire la sua vera
natura.
Alla fine, il requisito fondamentale per una persona di valore si può riassumere in questa frase: “Colei che non
lesina lo sforzo e dedica tutta la vita avanzando lungo la strada di maestro e discepolo per kosen-rufu”.
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Per riconoscere delle persone di valore ci sono vari modi. Ad esempio, osservarle dal punto di vista del
carattere: serietà, sincerità, passione, tenacia. Oppure si possono riconoscere grazie alle loro capacità: sono
buoni comunicatori, dinamici, sensibili, creativi. Inoltre bisogna considerare anche il ruolo che occupano nella
società, il livello di studio, la condizione economica e così via.
Ma non importa quali capacità incredibili abbiano queste persone, o quanto sia alta la posizione che occupano
nella società: se poi fondamentalmente l’ichinen della loro fede è instabile non potranno diventare autentiche
persone di valore per kosen-rufu.
Solo stabilendo un ichinen fermo per la realizzazione del grande obiettivo di kosen-rufu, si riesce a valorizzare al
meglio il carattere, le capacità e il ruolo che si occupa nella società, e tutto ciò diviene un’ulteriore forza per
realizzare la felicità della gente».
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Guardando i membri, Shin’ichi Yamamoto aggiunse: «Sono davvero poche le persone che hanno deciso di
dedicare la loro vita a kosen-rufu nel momento stesso in cui sono entrate a far parte della Soka Gakkai.
Inizialmente, la maggior parte delle persone si è avvicinata al Buddismo di Nichiren Daishonin solo per risolvere
un problema finanziario o per guarire da qualche malattia. In altre parole, la maggior parte delle persone inizia a
praticare il Buddismo perché desidera migliorare le proprie condizioni di vita.
Poi impariamo, da chi è più anziano nella fede, che dedicarci a kosen-rufu ci permette di raggiungere la felicità e
di condurre anche gli altri a una vita di assoluta gioia e felicità. Quando ci dedichiamo alla pratica buddista con
maggior serietà, comprendiamo quanto ciò sia vero.
Per questo motivo, è vitale crescere persone salde nella fede, che dedicheranno la loro vita a kosen-rufu.
Questa è la nostra missione come responsabili più anziani nella fede e questo è il modo per far crescere
persone di valore.
Per farlo, prima di tutto bisogna mettere kosen-rufu come obiettivo primario della nostra vita e, ardenti di questo
spirito, ispirare i nostri compagni di fede.
Ricordate sempre che gli individui più capaci sono coloro che si sforzano nella "università della fede" della Soka
Gakkai».
Dopo questo incontro informale con i responsabili di prefettura, Shin’ichi visitò il centro culturale e il giardino
attorno. Diede tutto se stesso per incoraggiare i membri degli staff e tutti coloro che incontrava, prendendosi del
tempo per dialogare o posare per una foto ricordo.
Fermatosi di fronte a un modellino della prefettura di Kumamoto, Shin’ichi ascoltò la spiegazione del
responsabile di prefettura Setsuo Yanagi, poi disse: «È importante che i responsabili riflettano, preghino e
pensino sempre a quale sia il modo migliore per portare il Buddismo agli abitanti di questa prefettura, per
condurli alla felicità.
Signor Yanagi, immagino che lei abbia circa cinquant'anni. Questo non è certo il momento di pensare a come
condurre una vecchiaia rilassata e tranquilla, ma prima di tutto bisogna pensare a come far avanzare kosenrufu.
Questa è la missione del più alto responsabile della prefettura. Se lei si sforzerà al massimo come responsabile
di prefettura per condurre gli altri abitanti della prefettura verso la felicità, supererà i suoi limiti personali e otterrà
uno stato vitale molto più alto ed esteso».
Dedicare la vita a kosen-rufu è come spalancare le ali affinché altri ne traggano beneficio. Quando una persona
vola nel cielo della propria missione, il suo stato vitale fa un grandioso balzo in avanti.
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Alle sette e trenta di sera, Shin’ichi partecipò a un incontro informale con i membri dello staff della Divisione
giovani donne nel giardino che era stato realizzato sul tetto del centro culturale.
Dopo aver ringraziato e lodato ognuna di loro, iniziò a parlare del matrimonio.
«Ognuno si sposa in un momento differente. Alcuni si sposano piuttosto presto, mentre altri si sposano tardi.
Ogni persona segue il suo percorso nella vita. Non c'è alcun bisogno di avere fretta di sposarsi, solo perché le
persone intorno a voi sono già sposate.
L'importante è costruire un io forte, che non si arrende, durante gli anni in cui fate parte della Divisione giovani
donne, così da poter affrontare qualsiasi cosa accada in futuro.
Quando sono innamorate, molte giovani donne sono convinte che il matrimonio le renderà felici. Ma non è
proprio così.
Quando si è sposati da un po' di tempo, l’innamoramento iniziale si raffredda e si cominciano a notare sempre
più chiaramente i difetti dell'altro. Inoltre, potrebbe accadere che vostro marito abbia problemi sul lavoro,
potrebbe ammalarsi o subire un incidente improvviso. La stessa cosa potrebbe capitare a voi. In altri casi può
accadere di avere un figlio malato.
Tutti abbiamo il nostro karma e non sappiamo che cosa la vita abbia in serbo per noi. Per questo è importante
accumulare tanta buona fortuna e sforzarci di trasformare il nostro karma finché siamo giovani, rafforzando il
nostro cuore, così che non possa essere sconfitto da nulla. Questo è l'obiettivo della fede e della pratica
buddista».
Shin’ichi desiderava che tutte le giovani donne, nessuna esclusa, diventassero assolutamente felici; per questo
ricordava loro, parlando come se fossero tutte sue figlie, l'importanza nella vita di non allontanarsi mai dalla
Soka Gakkai e dalla fede.
«Il presidente Toda era solito dire: "I membri della Divisione giovani donne devono basarsi sullo studio del
Buddismo!". Lui sapeva che, per diventare assolutamente felici, è indispensabile una filosofia basata sulla legge
della vita. Questa è la strada per far sì che le donne possano essere indipendenti come esseri umani».
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Nel passato, era consuetudine in Giappone che le donne obbedissero ai genitori finché erano giovani, poi al
marito quando si sposavano e infine ai figli in vecchiaia. Nell’epoca moderna, le donne sono riuscite a spezzare
queste catene e hanno ottenuto i propri diritti individuali, percorrendo la strada dell’indipendenza. Nel "secolo
delle donne" è importante che questa strada verso l’indipendenza possa creare una vera felicità.
È fondamentale che ciascuno sia in grado di pensare in maniera autonoma e valuti le cose secondo il proprio
punto di vista, così da non permettere all'opinione più diffusa, o alle mode sociali e alla pressione dei coetanei di
influenzarlo. Altrimenti, significherebbe che non sta perseguendo profondamente i propri obiettivi personali, ma
sta semplicemente seguendo la massa per non sentirsi escluso.
La vera felicità è qualcosa che creiamo da soli. Non ci viene data dagli altri. La felicità che proviene dall'esterno
è effimera, è destinata ad affievolirsi e infine a svanire col passar del tempo. Per diventare veramente felici è
necessaria una filosofia di vita che chiarisca cosa sia realmente la felicità. Una filosofia non è altro che un
sistema di pensiero su cui noi basiamo le nostre vite.
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Come scrive Nichiren Daishonin: "Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori
del corpo vengono quelli del cuore" (RSD-1, 755). La sicurezza economica, la salute e le capacità personali
sono tutte cose importanti. Ma niente è più importante dei tesori del cuore, in altre parole di uno spirito forte e di
valore.
Alcune persone si lamentano del proprio karma, lo vedono come una nube nera sospesa sopra la testa e si
chiedono perché la loro vita sia un susseguirsi di sofferenze e problemi, protestando per quanto tutto sia
ingiusto. Il Buddismo, basandosi sulla legge di causa ed effetto, ci insegna che possiamo riconoscere
chiaramente il vero aspetto delle nostre vite. Ci dice che il nostro presente è il riflesso dei pensieri, delle parole e
delle azioni poste fin dalle esistenze passate, e che il futuro dipenderà dal nostro modo di vivere il presente.
Il Buddismo del Daishonin chiarisce il significato della trasformazione del nostro karma nel presente, offrendoci
una via diretta per costruire uno stato di assoluta felicità. Ci insegna anche che il nostro karma è la nostra nobile
missione, nel senso che sconfiggendolo e dimostrando di aver raggiunto la felicità, noi infondiamo speranza e
coraggio negli altri.
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Josei Toda continuava a sottolineare che i membri della Divisione giovani donne devono basarsi sullo studio del
Buddismo, un punto fondamentale per loro, perché desiderava profondamente che potessero costruire un forte
io, che non si arrende di fronte ad alcun tipo di avversità o problema, e incidere nel loro cuore una solida filosofia
di vita, così da raggiungere la vera felicità.
Nel giardino del centro culturale di Kumamoto, sotto la luce della luna, Shin’ichi parlò con i membri dello staff
della Divisione giovani donne e diede loro dei consigli sulle attività della Soka Gakkai.
«Le vostre attività dovrebbero essere sempre piacevoli, gioiose e divertenti. Se le attività sono sgradevoli o tristi,
se vi presentate con indosso un'armatura e con l'aria dura, di chi va in battaglia, allora nessuna giovane donna vi
seguirà.
Come responsabili della Divisione giovani donne, spero che riflettiate su come far sì che ciascuna possa
partecipare in modo attivo e gioioso alle attività. Ascoltate con molta attenzione le idee dei membri più giovani
che si stanno impegnando nella prima linea del nostro movimento. Non è necessario continuare a seguire i modi
di fare attività che si usavano dieci o vent'anni fa.
Lo spirito di base della Soka Gakkai non dovrebbe mai cambiare, anche se i tempi cambiano. Lo spirito di base
si concretizza nel restare all'interno della Soka Gakkai e portare avanti la nobile missione di kosen-rufu per tutta
la vita, qualsiasi cosa accada, e senza mai allontanarsi dalla Gakkai, perché questa è la chiave affinché tutti
raggiungano la felicità.
Ma è naturale che il modo di fare attività cambi col tempo e di generazione in generazione. I tempi cambiano e
la sensibilità delle persone cambia di conseguenza».
Una delle giovani donne fece una domanda: «Quando ci viene affidata una responsabilità e abbiamo solo
vent'anni, spesso ci troviamo a dover sostenere dei membri che sono più grandi di noi. Che tipo di consigli sulla
fede dovremmo dare loro?».
A Shin’ichi fece piacere questa domanda, perché rispecchiava lo spirito di ricerca della giovane donna.
«Accettare una responsabilità non significa sentirsi superiori o dover insegnare qualcosa agli altri. Anzi, questo è
un modo sbagliato di pensare. Non c'è alcun bisogno di cercare di essere qualcuno che non si è.
L’importante è creare legami di amicizia con i membri di cui siete responsabili. Costruite un giardino di amicizie
sincere nella vostra area e interagite con i membri più anziani di voi come se fossero le vostre sorelle maggiori».
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Shin’ichi Yamamoto continuò a parlare a cuore aperto con i membri di staff della Divisione giovani donne,
perché voleva dar loro i migliori consigli, così che potessero impegnarsi nelle loro attività con fiducia e vivacità.
«Quando parlate con un membro della Divisione giovani donne di molti anni più grande di voi, può accadere
talvolta di non riuscire a trovare un argomento di conversazione comune o un tema che interessi a entrambe. In
questi casi, la cosa migliore è imparare con umiltà da questa persona ciò che non conosciamo.
Se è una persona attiva nel sociale, ad esempio, potete chiederle quali siano le sue esperienze sul lavoro. Se
ha uno spiccato gusto per la moda, potete chiederle come migliorare il vostro modo di vestire.
Pensate forse che un incoraggiamento sia qualcosa che le persone più anziane danno a quelle più giovani?».
Alla domanda di Shin’ichi, tutte le giovani donne annuirono.
«Non è così. Per esempio, quando un bambino dice a sua madre: “Faccio il tifo per te!”, la madre si sente
incoraggiata. In quel caso, è il bambino che incoraggia la mamma.
In altre parole, l'incoraggiamento non è una strada a senso unico, dove chi incoraggia è sempre la persona più
grande d'età. Incoraggiare è una cosa che tutte le persone possono fare, a prescindere dall'età e dalla posizione
sociale».
Una ragazza giovane può incoraggiare benissimo qualcuno più grande di età o più anziano nella fede.
«Anche lodare il carattere, le capacità, il modo di vivere o i punti di forza di un'altra persona, è un grande
incoraggiamento.
Se la persona con cui state parlando ricopre un ruolo importante sul posto di lavoro e si dà molto da fare, potete
esprimere la vostra sincera ammirazione dicendole: "Sei un meraviglioso esempio; sei l’orgoglio di noi giovani
donne. Anch'io desidero impegnarmi nel lavoro prendendoti come modello".
Le persone sono felici e si sentono rassicurate se qualcuno, anche più giovane, si preoccupa per loro, cerca di
incoraggiarle con tutte le forze, si fida di loro e le rispetta.
Ogni persona riceve coraggio e speranza attraverso i legami umani con gli altri. Kosen-rufu significa espandere
questi meravigliosi legami di incoraggiamento in ogni angolo della società».
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I membri di staff della Divisione giovani donne ascoltavano con attenzione ogni parola di Shin’ichi Yamamoto,
annuendo in accordo con lui.
«Se una responsabile della Divisione giovani donne riuscirà a conquistare la fiducia dei membri più grandi d'età,
alla fine queste apriranno il loro cuore, confidando le loro difficoltà.
Potrà accadere che a volte, non avendo voi abbastanza esperienza di vita, non riusciate a offrire un consiglio
adeguato al problema di cui vi parlano. In questi casi, è importante chiedere di aiutarvi a una responsabile della
Divisione giovani donne più grande d'età o della Divisione donne, che hanno tante esperienze di vita.
Non è facile, ma poiché si incontrano tanti tipi di persone, grazie alle attività della Soka Gakkai potrete imparare
molto, sperimentare nuove situazioni e ampliare la vostra vita. Poter allargare il proprio mondo in questo modo è
una delle cose che rende piacevoli le attività della Soka Gakkai».
Affidando il futuro alle giovani donne, Shin’ichi disse: «Voi tutte siete le responsabili della nuova era. Per questo
spero che creerete un nuovo modello di comportamento dei responsabili.
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Forse finora avete pensato a un responsabile come a qualcuno che "dà degli ordini". Ma d'ora in poi non deve
essere più così. I responsabili della nuova era, invece di annunciare semplicemente che ci sono delle attività da
fare, dovrebbero prendere l'iniziativa ed essere un modello di riferimento per gli altri con il loro esempio e il loro
comportamento.
Per esempio, invece di dire solamente: "Sforziamoci nello shakubuku", un responsabile dovrebbe prima di tutto
prendere l’iniziativa e condividere il Buddismo con gli altri, e poi raccontare la propria esperienza ai membri
dicendo: "Io mi sto impegnando in questo modo nello shakubuku".
È importante condividere con gli altri anche gli insuccessi, i fallimenti. Anche se non avete ancora raggiunto gli
obiettivi, raccontate con sincerità le vostre difficoltà e i vostri sforzi, parlate della gioia che provate nello sfidarvi,
dimostrando la vostra determinazione di continuare a lottare.
Se lo farete, tutti cominceranno a pensare: "Anch'io lo posso fare, anch'io posso provarci. Voglio sfidarmi". Un
simile atteggiamento, coraggioso e determinato, farà nascere in tutti un'armonia di sentimenti, a prescindere
dalle differenze di età.
Perciò siate semplicemente voi stesse, niente di più e niente di meno».
Era la prima volta che i membri di staff della Divisione giovani donne della prefettura di Kumamoto incontravano
Shin’ichi in una riunione informale. Per il bene del loro sviluppo futuro, Shin’ichi volle conoscerle una per una,
con il desiderio di piantare un seme per risvegliare in loro una nuova determinazione.
Puntata 11
Nel pomeriggio del 28 maggio si tenne la cerimonia di inaugurazione del centro culturale di Kumamoto.
Nel suo discorso, Shin’ichi Yamamoto disse che l'obiettivo delle attività della Soka Gakkai è aumentare la gioia
delle persone e i benefici derivanti dalla fede. Sottolineò inoltre l'importanza di considerare le attività della Soka
Gakkai non come un dovere, ma come un privilegio, partecipandovi con un atteggiamento determinato e
gioioso.
«La chiave per aumentare i benefici è diventare protagonisti di kosen-rufu. Vi assicuro che ribaltare il punto di
vista, dal desiderio di essere aiutati al desiderio di aiutare gli altri, da un atteggiamento passivo a un
atteggiamento attivo, vi porterà ad avere una fede direttamente collegata a Nichiren Daishonin».
Disse poi che un punto cruciale per lo sviluppo futuro della Soka Gakkai di Kumamoto era la crescita di persone
di valore e parlò di come farle crescere: «Le persone di valore non si sviluppano naturalmente. Solo attraverso
gli sforzi sinceri dei responsabili più anziani nella fede, che si dedicano alla crescita di individui di valore, i
membri più giovani nella fede possono scoprire il proprio enorme potenziale e risvegliare la consapevolezza
della propria missione. Solo gli esseri umani possono far crescere altri esseri umani. Quando trattiamo gli altri
con calore e sincerità, mostrando fiducia e grandi aspettative verso di loro, preoccupandoci per la loro felicità e
facendo del nostro meglio per aiutarli, allora si accende naturalmente in loro il desiderio di dedicarsi alla propria
missione.
Anche quando organizzate le attività di tutti i giorni, ricordate sempre di prendervi cura di ogni singola persona
affinché possa manifestare al meglio le sue capacità, consapevole della sua unica missione. È importante che i
responsabili più anziani nella fede riflettano sempre con tutti se stessi su come creare le condizioni affinché le
persone di valore siano coinvolte e si attivino.
Un flusso costante di persone di valore emergerà grazie all’impegno, alla considerazione e alla sincerità dei
responsabili più anziani nella fede.
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Spero che i membri di Kumamoto facciano dell'espressione "Kumamoto piena di persone di valore" il proprio
motto, e che i responsabili, con una preghiera forte e azioni costanti, lottino per diventare essi stessi individui di
valore e per far crescere innumerevoli persone dal talento straordinario».
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Poi Shin’ichi continuò: «Kosen-rufu è un lungo viaggio, perciò prendetevi cura della vostra salute e cercate di
seguire un ritmo sano e regolare nella fede e nella vita quotidiana, che sono inseparabili.
«Per rinforzare la vostra salute, decidete chiaramente di stare in buona salute, pregate ogni giorno con voce
risonante per far emergere un’alta condizione vitale e partecipate con energia alle attività della Soka Gakkai».
Il protagonista di un romanzo di Romain Rolland afferma che “lottare permette di vivere la quotidianità in modo
sano”.
La lotta fortifica. Con il desiderio che tutti i membri potessero godere di buona salute, Shin’ichi disse: «Fare
attenzione a ciò che si mangia, dormire a sufficienza e fare esercizio fisico sono elementi indispensabili per
mantenersi in buona salute. Naturalmente, non si dovrebbe né bere né mangiare troppo, e neanche cenare la
sera troppo tardi. Si dovrebbe inoltre dormire profondamente, assicurandosi le ore di sonno necessarie per
essere sani e riposati.
È importante anche mantenersi in forma cercando di inserire nel ritmo quotidiano dei momenti da dedicare
all’esercizio fisico».
Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, nonostante avesse settant'anni, si mantenne
energico e attivo dedicandosi al movimento di kosen-rufu, fino a quando fu incarcerato ingiustamente dal
governo militarista. Non trascurava mai di fare esercizi fisici e spirituali.
Mentre era presidente, un'estate si tenne un corso estivo della Soka Kyoiku Gakkai - l'antesignana della Soka
Gakkai di oggi - al tempio principale di Shizuoka. Al mattino, tutti i partecipanti facevano degli esercizi di
ginnastica, ascoltando un programma alla radio. Tra una lezione e l'altra organizzarono un'escursione alle
cascate di Shiraito: Makiguchi camminò per diversi chilometri in testa al gruppo, indossando i tradizionali geta di
legno (zoccoli tradizionali giapponesi). Aveva il passo veloce come i membri più giovani.
Quando il gruppo raggiunse le cascate di Shiraito, Makiguchi si spogliò ed entrò nell'acqua gelida ai piedi della
cascata. Altri lo seguirono, ma la temperatura dell'acqua era così bassa che quando sentivano il freddo sulle
caviglie, tornavano indietro e uscivano. Makiguchi invece si immergeva senza problemi fino al collo.
Sin da quando era giovane, aveva sempre percorso grandi distanze a piedi, aveva fatto bagni in acque gelide ed
esercizio fisico tutti i giorni.
Molto raramente prendeva un raffreddore e se accadeva, era dovuto a uno dei suoi lunghi allenamenti.
Ovviamente, affrontare all'improvviso degli sforzi fisici eccessivi può far male alla salute, perciò non c'è alcun
bisogno di imitare le abitudini di Makiguchi. Ma per evitare di invecchiare precocemente, la cosa migliore è
adottare uno stile di vita che comprenda dell'esercizio costante, adeguato alle proprie condizioni fisiche.
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Shin’ichi Yamamoto, osservando i presenti in sala,
continuò a parlare.
«La salute, fondamentalmente, è qualcosa che ognuno di noi deve proteggere e controllare. In definitiva è una
responsabilità personale. Si può dire che ognuno conosca bene il proprio fisico.
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Costruire la propria salute è uguale a costruire il valore stesso della propria vita.
Tuttavia, anche se prestiamo attenzione alla nostra salute, poiché siamo esseri umani fatti di carne e ossa, a
una certa età è inevitabile iniziare a soffrire di vari acciacchi. Quando questo accade, desidero che vi prendiate
ancora più cura della vostra salute, riposandovi a dovere, in modo che possiate vivere il più a lungo possibile e
completare la vostra esistenza.
Non dovete mai pensare che, poiché praticate il Buddismo, potete permettervi di essere superficiali nei confronti
della salute, seguendo un regime irregolare o stressante, alterando il naturale ritmo della vita o facendo cose
che possono compromettere il vostro benessere».
«Tutti i giorni, insieme a mia moglie, stiamo pregando per la vostra salute e longevità» concluse Shin’ichi.
Dopo questo discorso volle suonare vari brani al pianoforte per incoraggiare i membri. Poi, sotto il loggiato,
scambiando alcune parole con i giovani uomini che facevano attività, con le persone anziane e con i bambini,
volle scattare delle foto ricordo.
Ovunque si recasse, in Giappone e nel mondo, il comportamento di Shin’ichi non cambiava mai. Egli si dedicava
completamente a incontrare le persone e a ispirarle. Finché aveva forza e vita, si dedicava anima e corpo a
incoraggiare. Era disposto a fare qualsiasi cosa per illuminare con una luce di speranza, per accendere la
fiamma del coraggio nel cuore delle persone. Per far riposare gli altri era disposto a lavorare anche per loro,
“poiché la mia vita è un campo di battaglia perenne!”.
Quando si eseguivano le canzoni della Soka Gakkai, Shin’ichi guidava il coro dei membri.
Stringeva le mani a centinaia di persone, tanto che le sue mani formicolavano fino a perdere la sensibilità.
Scriveva una dedica dopo l’altra su innumerevoli fogli e libri. A volte arrivava a non poter sollevare le braccia per
la stanchezza. Delle foto ricordo scattate aveva perso il conto. E a volte per i troppi flash gli dolevano gli occhi.
Ma senza tutto questo non sarebbe stato possibile creare legami di cuore con tutti i compagni di fede, che ora
sono oltre dieci milioni nel mondo.
Puntata 14
Il 28 maggio, al termine del Gongyo cerimonia presso il centro culturale di Kumamoto, dopo le cinque del
pomeriggio Shin’ichi prese parte a un incontro con circa quaranta responsabili di centro. L'incontro si tenne in
una mensa gestita da un membro della zona. Dopo aver gustato insieme un piatto di tonkatsu a base di carne
impanata fritta, i partecipanti si radunarono intorno a Shin’ichi per parlare.
Un membro della Divisione donne si presentò: «Mi chiamo Yoshie Sakagami e sono responsabile del centro
Mashiki. Il 16 novembre 1958, Sensei, lei visitò per la prima volta la prefettura di Kumamoto e partecipò alla
riunione di fondazione del capitolo Kumamoto che si tenne nel palazzetto dello sport.
In quella occasione lei arrivò in nave da Shimabara, nella prefettura di Nagasaki, scese nel porto di Misumi e
dalla stazione omonima si diresse verso Kumamoto. Per noi è motivo di grande orgoglio che lei abbia voluto
iniziare la sua prima visita nella prefettura di Kumamoto proprio da Misumi, che fa parte del nostro centro».
Shin’ichi sorrise con uno sguardo nostalgico.
«Mi ricordo molto bene. Al porto venne ad accogliermi il responsabile di capitolo di Kumamoto, il sig. Eiji Nose,
insieme ad altre persone. Poiché avevamo tempo prima della coincidenza del treno, ricordo che andammo a
trovare un membro che gestiva una tipica locanda giapponese. Desideravo incoraggiare più persone possibili.
All’epoca la stazione di Misumi era fatta di legno, come le scuole elementari. Alla stazione, mentre aspettavo il
treno, riflettevo seriamente su come il mio maestro Toda avrebbe incoraggiato i compagni di fede di Kumamoto.
Il mio maestro aveva detto che avrebbe tanto voluto recarsi a Kumamoto, ma non fece in tempo a realizzare
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
questo desiderio perché scomparve nel mese di aprile di quello stesso anno. Perciò in cuor mio decisi: “Andrò a
Kumamoto al posto del mio maestro! Farò sì che questa riunione sia un’occasione per tutti di rinnovare la
decisione, affinché possano gioire e provare emozioni profonde”. Perciò diedi tutto me stesso. È realizzando una
lotta che quasi supera quella del maestro che ci si può considerare veri discepoli. Far avanzare con decisione il
movimento di kosen-rufu rispetto a ciò che ha realizzato il maestro quando era alla sua guida significa “far sì che
la Legge mistica si diffonda per l’eternità (ryoboukuju)”. In questo tipo di vittoria si trova la non dualità di maestro
e discepolo».
Questo accadeva sette mesi dopo la scomparsa dell’amato maestro. All’epoca tutta la responsabilità della
Gakkai poggiava in realtà sulle spalle del trentenne Shin’ichi.
Puntata 15
Yoshie Sakaue si rivolse nuovamente a Shin’ichi Yamamoto: «L'area attorno alla stazione è diventato il settore
di Misumi (oggi, un capitolo). I membri si stanno sforzando moltissimo perché il 16 novembre diventi il “giorno di
Misumi”. Proprio in quel giorno, infatti, lei visitò Misumi per la prima volta, dando inizio alle attività nella prefettura
di Kumamoto.
Ogni anno, in quella data particolare, organizziamo degli incontri e facciamo diverse attività, invitando a
partecipare gli amici della nostra comunità locale. Inoltre, un membro della Divisione donne ha acquistato e
conservato con cura una panchina che si trovava nella stazione di Misumi il giorno in cui lei arrivò».
Era stata la responsabile di settore della Divisione donne, Yuri Sasai, ad acquistare la vecchia panchina.
Sasai era nata a Misumi, ma dopo essersi sposata si era traferita a Sasebo, nella prefettura di Nagasaki. Era
entrata a far parte della Soka Gakkai nel 1956.
Suo marito era morto nel 1962, lasciandola sola con quattro figli. Fu costretta a tornare a vivere a casa dei suoi
genitori, a Misumi, dove lavorava in una società e si prendeva cura dei suoi figli. Decisa a trasformare il suo
karma tramite la fede e la pratica buddista, partecipava con impegno alle attività della Soka Gakkai.
Mentre partecipava alle attività a Misumi, venne a sapere che proprio lì il presidente Yamamoto fece il primo
passo per l’attività nella prefettura di Kumamoto. Questo le riempì il cuore di emozione. Dopo qualche tempo, fu
nominata responsabile del settore di Misumi.
Consapevole del fatto che il suo settore aveva avuto un ruolo pionieristico nella storia di kosen-rufu a
Kumamoto, Sasai decise di infondere quella stessa consapevolezza e quella fierezza nel cuore di tutti i membri
di Misumi, rendendo il suo settore un “settore modello” per l'intera Soka Gakkai.
Ascoltò i ricordi di coloro che all’epoca avevano accolto Shin’ichi al porto di Misumi e raccontò quelle esperienze
agli altri membri. Decise anche di trovare qualcosa di concreto come simbolo della prima visita di Shin’ichi a
Misumi.
Si recò quindi alla stazione dei treni, dove seppe che la panchina su cui Shin’ichi si era seduto ad aspettare il
suo treno era stata rimossa e messa in un magazzino. Allora, andò a comprarla.
La panchina divenne un tesoro per il settore di Misumi. Quando i membri la vedevano pensavano all'impegno di
Shin’ichi per realizzare kosen-rufu a Kumamoto e si sentivano ispirati, incoraggiandosi a vicenda.
Puntata 16
Shin’ichi Yamamoto dopo aver ascoltato il discorso di Yoshie Sagami, responsabile di centro, riguardo alle
attività dei membri, disse: «Anche se non potrò incontrare personalmente i compagni di fede di Misumi, i nostri
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
cuori battono all’unisono. Io non mi dimenticherò mai di Misumi, perché è profondamente incisa nel mio ichinen.
Il mio cuore è sempre vicino a quello dei membri. Tutti loro hanno rinnovato la decisione di dedicarsi a kosenrufu insieme a me e si stanno impegnando al massimo.
Ecco cosa significa portare avanti un incessante dialogo interiore con il proprio maestro.
Lo stesso faccio io con il mio maestro Toda. Ogni giorno porto avanti la mia lotta continuando sempre a
dialogare interiormente con lui. Nel mio cuore c’è sempre il maestro. I miei riferimenti sono il Gosho e il maestro
Toda, poiché egli ha letto con la sua vita il Gosho, cioè lo ha messo in pratica.
Io mi chiedo sempre: “In questa situazione sensei come si comporterebbe?”, “il mio comportamento di oggi è
coerente con lo spirito del mio maestro?”, “se il mio maestro mi osservasse in questo momento sarebbe triste o
felice?”.
La fonte d'ispirazione di tutti i miei sforzi è sempre il desiderio di vincere per rendere felice il mio maestro.
Questa è la sorgente del coraggio. È la forza motrice della mia perenne vittoria».
La non dualità di maestro e discepolo significa vivere facendo proprio il cuore del maestro e avere sempre e in
qualsiasi situazione il maestro nel cuore. Non
importa ciò che uno può dichiarare a gran voce riguardo alla strada di maestro e discepolo, se in cuor suo non
ha il maestro non sta praticando il Buddismo.
Se pensiamo che il maestro sia qualcosa di esterno a noi, le sue guide e il suo esempio non potranno essere
per noi un riferimento interiore. Inoltre le nostre azioni finiranno per basarsi su come ci guarda il maestro, su
come ci valuta.
In questo modo finiremo per perdere il punto essenziale e inizieremo a pensare: «Poiché il maestro l’ha detto
severamente lo faccio, ma appena possibile farò solo il minimo indispensabile». In un simile atteggiamento non
vi è profondità di fede, né rivoluzione umana.
Se i responsabili dovessero diventare così, lo spirito del Buddismo andrebbe perduto e il mondo puro della fede
diverrebbe un mondo basato sul guadagno e sul calcolo.
Solo se consolidiamo nel nostro cuore la grande via della non dualità di maestro e discepolo la Legge potrà
diffondersi per l’eternità (ryobokuju).
Puntata 17
Shin’ichi Yamamoto, venuto a conoscenza che i membri di Misumi avevano deciso di fare del 16 novembre la
“Giornata di Misumi” e si stavano impegnando mirando a quella data, volle parlare del significato delle ricorrenze
della Gakkai.
«Nella Soka Gakkai abbiamo varie date che commemoriamo, ma la cosa importante è che ogni ricorrenza sia
l’occasione ritornare all’origine, per trasmettere la storia e lo spirito Soka ai successori, e ogni volta si riparta con
decisione rinnovata.
Se invece queste commemorazioni vengono vissute con l’idea che basti organizzare, senza condividere le
determinazioni e senza emozioni, vuol dire che sono diventate una mera formalità che viene perpetuata per
inerzia.
Molti rituali delle altre scuole buddiste sono diventati così, ma noi non dobbiamo mai finire su questa strada.
Le cerimonie della Gakkai sono un luogo dove stimolare lo spirito, riconfermando la decisione di dedicarsi a
kosen-rufu e promettendosi a vicenda di dare inizio a
una nuova partenza.
Per questo è importante studiare in modo approfondito l’origine di ogni giorno
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
commemorativo. La storia passata e le ricorrenze hanno senso se le trasformiamo in forza propulsiva per il
presente.
Il fatto che i membri di Misumi tengano dei seminari in occasione di questa ricorrenza per far avanzare
ulteriormente il movimento di kosen-rufu nella zona è meraviglioso. Questo è il vero spirito di una ricorrenza».
Shin’ichi si rivolse poi al responsabile di capitolo Yoshie Sakaue: «Vorrei inviare un messaggio ai membri di
Misumi per lodarli dei loro sforzi coraggiosi. Come si chiama la zona intorno a Misumi?»
«E’ la penisola di Uto» rispose Sakaue.
La penna di Shin’ichi scivolò sul foglio colorato:
Non dimenticherò
l’autunno del 16 novembre
il legame cuore a cuore
con i miei amici della penisola di Uto
mai dimenticherò
Nel ricevere il foglio con la poesia Yoshie Sagami aveva gli occhi pieni di lacrime. Tutti i presenti ebbero la
sensazione di percepire i legami dorati tra Shin’ichi e i compagni di fede di Misumi. Anche se sono invisibili agli
occhi, i cuori sono uniti tra loro.
Puntata 18
Durante l’incontro informale Hiromi Murano, responsabile della Divisione donne del centro Aso, si rivolse a
Shin’ichi Yamamoto: «Vivo nella città di Kumamoto, tuttavia mi è stata affidata la zona di Aso. Anche ad Aso
sono fioriti i mughetti».
Desiderava comunicargli il fatto che i mughetti, che solitamente sbocciano al nord, come nell’isola di Hokkaido e
nella parte nord del Chubu, ora stavano sbocciando anche ad Aso, nel Kyushu.
Ma Shin’ichi senza soffermarsi sull’argomento dei mughetti le domandò quante ore impiegasse da casa sua fino
ad Aso, la zona di cui era responsabile.
«In macchina impiego circa due ore per l’andata». Allora Shin’ichi cominciò a tempestarla di domande precise,
come per esempio il tipo di auto che guidava, il chilometraggio, l'efficienza meccanica del veicolo e anche
quanto le costasse mensilmente. Voleva essere sicuro che viaggiasse in sicurezza e che le spese per
l'automobile che doveva usare quasi tutti i giorni per prendersi cura dei membri di Aso non fossero troppo
onerose.
Le persone sono il tesoro della Gakkai. Perciò Shin’ichi prestava sempre la massima attenzione anche ai
dettagli più piccoli, per assicurarsi che i membri non fossero coinvolti in alcun tipo di contrattempo o incidente.
Dopo aver ascoltato le risposte di Hiromi Murano, Shin’ichi disse sorridendo: «Allora
non c’è da preoccuparsi. Mi sento più tranquillo. Faccia del suo meglio nella terra della sua missione, senza
incidenti».
Di seguito si presentò il responsabile di centro Yota Haraya, del centro Tamana che si
trovava nella parte nord della prefettura.
Egli aveva quaranta anni e lavorava nel campo edile. Aveva una corporatura molto robusta.
Aveva dieci fratelli di cui sei si stavano impegnando come responsabili da nucleo in su.
Shin’ichi gli chiese: «Nel lavoro procede tutto bene?».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
«Adesso il lavoro sta procedendo bene.
In realtà sei anni fa mio padre è scappato lasciandoci un debito di oltre quindici milioni di yen. In quel momento
mi sono ritrovato nella disperazione più totale. Ma basandomi sulla fede, grazie anche alla collaborazione di due
fratelli che gestiscono un’impresa di costruzioni,
siamo riusciti a restituire il debito. Grazie a ciò che ho vissuto sulla mia pelle ho potuto sviluppare una
convinzione assoluta sul Buddismo. Oggi provo profonda gratitudine verso mio padre».
Puntata 19
Nel settembre del 1971, lo zio di Yota Haraya, cofirmatario di un prestito sottoscritto da suo padre, fece visita a
Yota nel suo ufficio per dirgli che suo padre non aveva coperto il debito ed era scappato.
Anche il padre di Yota gestiva un’impresa edile, ma aveva deciso di estendere i propri affari nella produzione di
piastrelle. Purtroppo, quell’impresa era fallita. Yota, il figlio maggiore, insieme ai fratelli Shota e Masateru, il
secondo e il terzogenito, avevano supportato finanziariamente il padre per aiutarlo a ripagare il debito. I due
fratelli più giovani erano diventati anch'essi appaltatori.
Secondo i calcoli dei figli, il debito del padre doveva essere ormai quasi saldato. Invece, lo zio comunicò loro
che il padre era scomparso perché non riusciva a ripagarlo.
Yota non poteva credere che suo padre avesse fatto una cosa del genere, e chiamò immediatamente i due
fratelli. Discussero della situazione, ma non riuscivano proprio a capire la ragione per cui il padre era sparito.
Subito dopo la sua scomparsa, un’ondata di creditori e funzionari di banca, a cui il padre doveva dei soldi, si
presentarono per riscuotere il denaro. Quando i tre figli videro le ricevute dei creditori impallidirono: il debito
ammontava ancora a oltre quindici milioni di yen.
A peggiorare le cose, c’era la situazione degli altri cofirmatari, non soltanto lo zio, ma anche diversi amici del
padre. Se il debito non fosse stato ripagato, si sarebbero trovati nei guai.
Scoprirono solo in seguito che il padre, sotto pressione per i pagamenti mensili, aveva accettato diversi lavori
che però si erano rivelati in perdita, accrescendo così il suo indebitamento.
Il padre si era opposto alla loro pratica e alla loro fede buddista. Ciò nonostante, i tre fratelli erano responsabili
delle Divisioni uomini e giovani uomini. Non potevano accettare l’idea che le persone biasimassero il fallimento
del padre perché loro erano membri della Soka Gakkai.
Yota suggerì di andare a far visita a un membro più anziano nella fede, per chiedergli un consiglio. Guidarono
fino al centro culturale di Kumamoto, restando in silenzio per tutto il viaggio. Anche se non parlavano, ognuno
sapeva quello che stavano pensando.
Il padre aveva cercato di espandere gli affari senza chiedere consiglio a nessuno, ma aveva fallito, lasciandosi
alle spalle un enorme debito, e loro stavano tutti disperatamente cercando di non lasciarsi sopraffare dalla
rabbia nei suoi confronti.
“Prima ha cercato di interferire con le nostre scelte religiose, poi ha tradito la sua famiglia! Tutto ciò è
imperdonabile!”. Questi erano i sentimenti che stavano consumando il cuore dei tre fratelli.
Puntata 20
La famiglia Haraya era povera. Erano quattro fratelli e tre sorelle. Yota era il più grande, seguito dai due fratelli,
mentre le sorelle erano tutte più giovani. La loro piccola casa era poco più di una semplice capanna, coperta da
un tetto di corteccia di cedro. Quando pioveva, dovevano sollevare i tatami di paglia dal pavimento per evitare
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
che si inzuppassero per le infiltrazioni d’acqua. Si avvolgevano nei futon logori e cercavano di dormire
appoggiati al muro.
Il padre era un carpentiere, ma spendeva quasi tutto quello che guadagnava nel bere. Tornava a casa ubriaco
ogni sera. Da quando erano bambini, i tre fratelli spesso dovevano andare a recuperare il padre ubriaco in
qualche locale, per riportarlo a casa su un carretto a due ruote.
I tre ragazzi iniziarono ad aiutare il padre nel suo lavoro fin dalle scuole medie. Se sentiva anche il più piccolo
lamento, lui li prendeva a pugni. «Un falegname non ha bisogno di andare a scuola!», era solito dir loro. Tutti e
tre erano destinati a trovar lavoro nell’edilizia e così, dopo aver preso il diploma, Yota cominciò a lavorare
insieme al padre.
Yota aveva diciassette anni quando sua madre morì d’infarto. Soffriva da tempo di asma. Il dottore le aveva
prescritto delle iniezioni che, pur aiutandola contro gli attacchi d’asma, le avevano indebolito il cuore.
Subito dopo Yota trovò un lavoro ed entrò in una ditta edile di Yame, nella prefettura di Fukuoka. Di giorno
lavorava come costruttore, la sera frequentava il corso di una scuola professionale dell’edilizia. Tutto ciò che
restava del suo stipendio, una volta pagata la scuola, lo mandava a casa alla sua famiglia.
L’anno successivo alla morte della madre, il padre si risposò ed ebbe due figli dalla sua nuova moglie. Ora in
famiglia erano più di dieci. Il padre di Yota aveva contattato il proprietario della società di appalti per cui il figlio
lavorava e si era fatto anticipare metà del suo salario annuale per le spese del nuovo matrimonio. Yota così non
poté più pagare la scuola e fu costretto a lasciare il corso di architettura.
Alla fine, il padre lo richiamò a casa perché lo aiutasse con il nuovo contratto d’appalto che aveva iniziato.
Grazie alla presentazione di un impiegato, il padre era entrato nella Soka Gakkai.
Un membro della Divisione giovani della Soka Gakkai cominciò a far visita a Yota e a parlargli di Buddismo.
Come sua madre, Yota soffriva di asma fin da quando era bambino e gli erano già venuti diversi attacchi d’asma
che avrebbero potuto ucciderlo.
Il membro della Divisione giovani raccontò la sua esperienza personale a Yota e gli disse con convinzione: «Tu
puoi superare la tua malattia con questa fede!». Impressionato, Yota si unì alla Soka Gakkai nel marzo del 1957,
a vent’anni.
Le parole convincenti basate sull’esperienza personale hanno il potere di disperdere le nubi nere di sofferenza
che oscurano la vita di un amico.
Puntata 21
Yota Haraya si impegnò seriamente col desiderio di guarire dalla malattia attraverso la pratica buddista. Dopo
sei mesi che era entrato a far parte della Gakkai si accorse di non aver più avuto attacchi d’asma.
“Ha funzionato! Questa fede è incredibile”.
Col desiderio di trasmettere questa verità e la gioia che provava, iniziò a parlare di Buddismo con parenti e
amici.
La gioia è la forza motrice della propagazione. La gioia del beneficio ci spinge a parlare della pratica buddista
agli altri. Si può affermare che la propagazione è il comportamento naturale per chi abbraccia la Legge corretta.
Esortati da Yota, anche il fratello Shota e le sorelle minori entrarono a far parte della Gakkai. Sia Yota che
Shota, partecipando alle attività della Gakkai, provarono la sensazione che il loro piccolo mondo si stesse
aprendo enormemente.
In passato avevano sempre pensato: «La nostra vita è come l’erbaccia che si secca sul ciglio della strada,
senza che nessuno se ne accorga». Pensavano che le loro vite non avessero niente a che fare con ambizione e
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ideali.
Ma durante le riunioni della Gakkai i membri anziani nella fede affermavano che
ognuno ha la missione di diventare un grande leader per dare inizio a una nuova era, e che il Buddismo
permette di far emergere l’infinito potenziale che già possediamo!
Intorno a loro c’erano contadini con gli abiti sporchi di terra, o giovani con i giubbotti imbrattati d’olio che
lavoravano in fabbrica. Erano pochi in giacca e cravatta, ma tutti bruciavano di passione. Avevano una sorta di
febbre che sembrava divampare; con gli occhi brillanti e le guance infuocate dichiaravano la loro decisione di
dedicarsi alla felicità delle persone e di vivere per kosen rufu.
Inoltre le esperienze che raccontavano trasmettevano la grandezza del Buddismo.
C’erano persone che con la forza della preghiera erano riuscite a vincere nella battaglia contro la malattia, come
ad esempio la tubercolosi, o che senza alcun mezzo erano riuscite ad aprire una ditta propria; altri raccontavano
di essere riusciti a rialzarsi da un fallimento, fino a gestire con successo un’azienda e a contribuire alla comunità.
I fratelli Haraya sentirono rinascere la speranza e il coraggio.
L’essere umano, se riesce a credere in se stesso, farà emergere una forza infinita.
La Soka Gakkai è una rete solidale per stimolare le persone a rivitalizzarsi.
Puntata 22
Il tre maggio 1960 Shin’ichi Yamamoto venne nominato terzo presidente della Soka Gakkai.
«Abbiamo un presidente giovane!», «È iniziata una nuova era!»: un’ondata di gioia coinvolse tutta la Soka
Gakkai, fino a raggiungere Kumamoto.
Sia Yota che Shota Haraya rinnovarono la loro decisione e si impegnarono nella propagazione. Anche il terzo
fratello decise di entrare nella Gakkai. Tutti e tre, in quanto discepoli di Shin’ichi Yamamoto, decisero di
diventare delle colonne portanti nella società e nel quartiere, delle persone in cui tutti avessero fiducia, e si
impegnarono senza risparmiarsi nelle attività della Gakkai.
In quel momento il padre, che era stato il primo a entrare nella Gakkai, iniziò a opporsi alla pratica buddista.
«Con la fede non si mangia! Smettete di fare attività buddista! Lavorate fino a notte fonda!».
Il padre non pagava quasi mai gli stipendi ai figli e li faceva lavorare fino a tarda notte.
I tre fratelli si sostennero a vicenda per partecipare a turno alle attività, nonostante il padre vedesse la Gakkai
come un nemico.
Nel 1963 Yota venne nominato responsabile dei giovani uomini del capitolo Kita-Kumamoto e anche gli altri due
fratelli divennero punti di riferimento dei giovani uomini. Ma il fatto di non poter fare sempre attività quanto
avrebbero voluto, a causa del padre, era una grande sofferenza. C’erano momenti che versavano lacrime amare
per non poter partecipare a riunioni importanti. Yota pensò tra sé: «Non m’importa più niente di come andrà la
ditta di papà. Io vado via di casa, voglio essere indipendente».
Ma confrontandosi con un membro anziano nella fede ebbe modo di rivedere questo suo
atteggiamento.
«Se ora vai via di casa perdi l’occasione di trasformare il tuo karma. Sarebbe una fuga dalla sofferenza e quindi
una sconfitta. Se per esempio si presentasse a te un membro giovane e ti chiedesse consiglio sul fatto che i
genitori sono contrari alla sua pratica buddista, tu cosa gli diresti? Scappa via di casa? In tutte le cose ci sono
più possibilità di scelta. Ma non bisogna mai dimenticare che solo lottando contro le difficoltà si può crescere
come persone di valore. Dovresti dimostrare a tuo padre la forza della fede attraverso le tue azioni e il tuo modo
di vivere. Questa è la tua missione».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Puntata 23
Yota Haraya doveva competere non solo con l'opposizione del padre alla sua fede buddista, ma anche con il
modo disattento ed egoista che aveva di condurre gli affari. Ogni giorno era una lotta per trattenere la rabbia e il
risentimento che sentiva crescere dentro.
E non era l'unico a soffrire. Anche i suoi fratelli minori, Shota e Masateru soffrivano, ma lo sopportavano.
Come disse il grande architetto spagnolo Antoni Gaudí (1852-1926), "La perseveranza è potere."
Quando arrivava il momento in cui i tre fratelli Haraya non potevano più sopportare la sofferenza e il senso di
frustrazione, salivano sulle loro motociclette e andavano sulla collina di Tabaruzaka. In quel posto, durante la
ribellione di Satsuma del 1877, si svolse una feroce battaglia tra l'esercito del governo e un gruppo di samurai di
Kagoshima guidato da Saigo Takamori (1827-77). I fratelli Haraya guidavano fino in cima alla collina, fermavano
le motociclette e, guardando i prati in basso, cantavano la canzone "Tabaruzaka". Avevano sentito che sia il
secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, sia l'attuale presidente, Shin’ichi Yamamoto, cantavano e
ballavano spesso quella canzone.
La pioggia cade incessante
Inzuppando l'uomo e il cavallo
Gli insormontabili pendii di Tabaruzaka
La cantavano diverse volte, tutti insieme, immaginando Shin’ichi che danzava con forza, rallegrando i loro cuori
appesantiti e risvegliando il loro coraggio.
Yota disse ai suoi fratelli: «Ho sentito che quando il presidente Yamamoto era più giovane, si dedicava con tutto
il cuore per riuscire a partecipare alle attività della Soka Gakkai, anche se era estremamente impegnato nel
tentativo di risanare la società del presidente Toda che versava in grave crisi.
Inoltre, il presidente Yamamoto soffriva di tubercolosi e combatteva contro una febbre costante nel periodo in cui
era impegnato a trovare una soluzione per gli affari del presidente Toda.
Non possiamo darci per vinti. Lavoriamo insieme e costruiamo le fondamenta di kosen-rufu nella nostra
comunità. Facciamo fiorire gli affari di nostro padre».
I fratelli si scambiarono una lunga occhiata e annuirono.
Insieme si sforzarono al massimo rifiutando di indietreggiare anche di un solo passo. Fu come se avessero
alzato le vele coraggiosamente contro i venti potenti, nella traversata verso kosen-rufu.
Puntata 24
Tutti i membri della famiglia Haraya si impegnarono molto nella fede e nella pratica buddista. Alla fine sei di loro,
da Yota fino al più giovane, si trovarono a ricoprire ruoli attivi nella Divisione giovani a livello di capitolo.
I tre figli, con il permesso del padre, avevano ciascuno aperto delle società indipendenti. Pieni della luce della
speranza, si erano impegnati nelle attività della Soka Gakkai con ancora più entusiasmo.
Da parte sua, il padre aveva aperto un'azienda per la costruzione di piastrelle da pavimento, oltre alla sua
società edile. Ma la nuova attività era presto fallita. Allora i tre fratelli, con altruismo, avevano lavorato
duramente per ripagare i debiti accumulatisi con il fallimento dell'attività del padre.
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Ora, di fronte alla sparizione del padre, i tre figli si sentivano pieni di rabbia e risentimento: «Nonostante tutto
quello che abbiamo fatto...», pensavano, mentre guidavano verso il centro culturale di Kumamoto per ricevere
un consiglio da parte di un membro più anziano nella fede.
Al centro culturale di Kumamoto vi era un responsabile regionale della Divisione uomini del Kyushu, al quale i
fratelli Haraya spiegarono brevemente la situazione.
«Capisco, è proprio un problema. Per che cosa state recitando?» chiese il responsabile della Divisione uomini
del Kyushu.
Eita Haraya fu sincero: «Quando recito, riesco a pensare solo a tutte le cose imperdonabili che nostro padre ha
fatto».
Il responsabile della Divisione uomini del Kyushu ribatté: «È davvero con questo pensiero che reciti? Quale credi
che sia lo scopo di questa fede? Devi guardare la situazione con gli occhi della fede!
Qualunque tipo di persona sia tuo padre, è grazie a lui che tu esisti in questo mondo, è la ragione per cui sei
cresciuto e anche la causa che ti ha permesso di incontrare il Gohonzon. Puoi provare a sentire un po' di
gratitudine almeno per questo?
Ti è mai capitato di pensare a quanto lui stia soffrendo? Per lui è più dura che per chiunque altro. Come può
essere felice, un uomo costretto a scappare e a nascondersi dai suoi creditori? Deve sentirsi oppresso dalla
paura e dall'ansia, e probabilmente starà pensando anche al suicidio.
E nonostante tutto questo, tu reciti davanti al Gohonzon pensando alle "cose imperdonabili" che tuo padre ha
commesso?»
Questa risposta lasciò i tre fratelli senza parole.
Puntata 25
Il responsabile del territorio Kyushu, avvicinandosi ai visi dei fratelli Haraya disse: «Se voi tre superate questa
prova, riuscirete a realizzare una grande crescita sia dal punto di vista della fede che dal punto di vista umano.
Conoscete la storia, narrata nel Gosho, di quel padre che picchiava suo figlio con un arco di bosso perché non
studiava: “Un padre, preoccupato per il futuro del figlio, percuoteva il figlio che non voleva studiare, usando un
arco di legno di bosso. Al momento il figlio se ne risentì e odiò l'arco di bosso, ma alla fine fece progressi nello
studio ottenendo l'emancipazione e recando benefici anche agli altri. Guardando al passato, egli capì che lo
doveva alle bastonate” (RSND, 1, 857).
Ora forse penserete che le intenzioni di vostro padre siano l’esatto opposto di quelle del padre descritto nel
Gosho, che agiva perché preoccupato per suo figlio. Ma da una prospettiva buddista entrambi i padri hanno la
stessa funzione.
È grazie a vostro padre che voi tre fratelli avete potuto decidere di non rassegnarvi e siete riusciti a far ardere il
fuoco della fede.
Vostro padre ha fatto sì che voi diventaste uomini dotati di una grande forza nella fede e,
per permettervi di ottenere l’Illuminazione, si è mostrato contrario alla vostra pratica,
ha accumulato debiti e infine è scappato via. Se interpretate quanto è accaduto in questa chiave, vostro padre è
uguale al “Budda”. Non è così?
Finché proverete rancore verso vostro padre non risolverete niente. Solo recitando Daimoku con gratitudine nei
suoi confronti e sforzandovi al massimo riuscirete ad aprire la strada verso la risoluzione del problema».
Nichiren Daishonin scrive: “[Chi si dedica al Buddismo] non dovrebbe dimenticare i debiti di gratitudine verso i
genitori, verso i maestri e verso il paese” (RSND-1, 614).
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Un buddista è una persona che ripaga i propri debiti di gratitudine. Nel momento in cui si inizia a vivere
provando gratitudine e apprezzamento verso gli altri, con il desiderio di ripagare questi debiti, il cuore dell’essere
umano si sviluppa come un terreno arato che produrrà ricchi frutti spirituali.
Il responsabile mise ancora più forza nella voce: «L’importante è che decidiate
profondamente di dedicare questa vita a kosen-rufu. Pregate e ancora pregate con questo pensiero: “Desidero
superare assolutamente questo problema per la realizzazione di kosen-rufu” e spremete la vostra saggezza
sforzandovi con tutto il cuore. Allora, in quel momento, l’impossibile diverrà possibile, attiverete la funzione delle
divinità protettrici e realizzerete la vostra rivoluzione umana. Il Gohonzon non abbandonerà mai coloro che
vivono per kosen-rufu!».
Puntata 26
Sia Yota Haraya che i suoi fratelli, Shota e Masaki, ascoltavano quel consiglio sulla fede con molta attenzione,
guardando dritto in faccia il responsabile.
«Come affrontare i debiti di vostro padre è un problema che dovete affrontare dialogando fra di voi e poi
prendendo una decisione. Qualunque sia la vostra decisione, comunque i vostri colleghi e le persone intorno vi
osserveranno.
Voi siete i discepoli del maestro Yamamoto! Voi siete i figli del re leone! Ora è il momento di mostrare la prova
concreta della fede e la forza dei diretti discepoli di Yamamoto.
Trattate ogni singola faccenda con sincerità e serietà, tanto che le persone possano dire: “Si vede che sono
membri della Gakkai!”. Sarà una lotta dolorosa, ma tornate allo spirito iniziale della fede, rimanete calmi e
sforzatevi con assiduità. Mostrate la caparbia perseveranza per la quale le persone di Kagoshima sono
rinomate!».
I volti dei tre fratelli si illuminarono, carichi di determinazione.
Sulla strada verso casa passarono accanto alla collina di Tabaruzaka.
Ricordarono come, in passato, tutti e tre avessero fatto un voto, in cima a quella collina: dedicare le loro vite a
kosen-rufu, qualsiasi ostacolo avessero dovuto affrontare.
In quel momento stavano davvero affrontando gli “insormontabili pendii di Tabaruzaka”. Un indomito spirito
combattivo riempì il cuore dei tre fratelli.
Le persone non possono essere sconfitte dagli ostacoli, ma solo da se stesse, quando perdono la voglia di
lottare. Anche se siamo feriti e ci sentiamo a terra, finché dentro di noi c’è uno spirito combattivo, possiamo
rialzarci e ricominciare a lottare.
Da un punto di vista legale, i tre fratelli non avevano alcun obbligo di ripagare i debiti del padre, ma decisero
insieme che avrebbero lavorato per farlo.
Il padre aveva smesso di praticare il Buddismo di Nichiren e si era aspramente opposto alla loro pratica. Ma
Yota, Shota e Masateru erano conosciuti come i “fratelli Haraya della Soka Gakkai”. Se avessero trascurato il
debito del padre come qualcosa che non li riguardava, non solo avrebbero fatto soffrire molte persone, ma
sarebbe stata messa in discussione la loro affidabilità in quanto membri della Soka Gakkai.
Ricordarono le parole del Daishonin: “Anche se tu dovessi diventare il più misero dei mendicanti, non disonorare
il Sutra del Loto” (RSND, 1, 731). Erano decisi a non compromettere in alcun modo la reputazione della Soka
Gakkai.
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Puntata 27
Yota Haraya disse ai suoi fratelli Shota e Masaki: «Se ci arrendiamo ora non potremo realizzare kosen-rufu nella
nostra zona. Dobbiamo assolutamente superare questa situazione con la fede!».
“Viviamo per kosen-rufu! Non disonoriamo la Soka Gakkai!”: con questo spirito di gratitudine e senso di
responsabilità, i tre fratelli riuscirono a far emergere tutto il coraggio.
Quando si trova senza vie d’uscita, l’essere umano diventa debole o si rafforza, a seconda dell’ichinen che
possiede. Ad esempio, chi pensa solo a proteggere se stesso è debole, mentre una madre che cerca di
proteggere il proprio figlio con tutta la sua vita ha un cuore forte.
Un cuore altruistico rende le persone più forti.
Kosen-rufu è la pratica del massimo bene e del più grande altruismo. Questa direzione del cuore di non
disonorare mai la Soka Gakkai per il bene di kosen-rufu, è la forza propulsiva che ci permette di far fiorire al
massimo la nostra umanità.
I tre fratelli non scapparono, né si nascosero. Essi si presentarono a casa di ogni singolo creditore del padre e,
inchinandosi con rispetto, raccontarono i fatti.
Ci furono persone che urlarono contro di loro: «Proprio voi che siete buddisti!», ma i fratelli Haraya, con
perseveranza e con zelo, scusandosi rispondevano: «Sicuramente ripagheremo tutti i debiti di nostro padre».
A causa della scomparsa del padre, i negozi dei tre fratelli inizialmente persero la fiducia della clientela. Ma in
seguito, vedendo che lavoravano tanto concentrati per poter ripagare i debiti del padre, la gente iniziò a
osservarli con interesse. E questo interesse si trasformò in ammirazione, rendendoli popolari e degni di lode. In
questo modo riuscirono a riguadagnarsi la fiducia delle persone, e il giro d’affari dei loro negozi crebbe tre volte
tanto rispetto alla situazione precedente alla scomparsa del padre. Se all’inizio il piano di restituzione era stato
calcolato in dieci anni, alla fine in soli tre anni riuscirono a saldare tutti i debiti.
I fratelli Haraya pregavano con tutte le loro forze per poter incontrare il padre e rassicurarlo. Infine nel 1976,
attraverso un conoscente, vennero a sapere che il padre si trovava ad Atami, nella prefettura di Shizuoka, perciò
si misero in viaggio verso quella città.
Puntata 28
Il padre dei fratelli Haraya si trovava ad Atami bloccato a letto a causa della gotta. La donna con cui si era
risposato, che lavorava in un albergo tipico, lo accudiva. Anche se Yota gli disse che avevano restituito tutti i
debiti, il padre continuava a non crederci: i tre fratelli dovettero ritornare ad Atami con i documenti che
attestavano il pagamento dei debiti.
Dopo averne parlato in famiglia decisero di riportare il padre a Kumamoto e di farlo ricoverare. Le sue condizioni
di salute gradualmente migliorarono e alla fine guarì e venne dimesso. Ricominciò quindi a praticare il Buddismo
con tutto il cuore.
Era stata una lunga, lunghissima sfida, ma i fratelli Haraya erano riusciti a superare magnificamente la “salita
Tabarazuka della vita”, e avevano vinto.
Lo scrittore Roka Tokutomi (1868-1927), originario di Kumamoto, scrisse: «Non riusciamo a vedere dove si cela
la primavera. Ma essa giunge. Sicuramente arriverà».
Shin’ichi Yamamoto ascoltando la storia di Yota Haraya commentò: «Capisco. Ti sei impegnato davvero tanto. Il
grande voto di kosen-rufu si realizza solo accumulando prove concrete e guadagnando costantemente la fiducia
di coloro che ci circondano. Continuate a essere dei bravi fratelli, unite le vostre forze in armonia e diventate dei
modelli del progresso di kosen-rufu nella vostra comunità».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Poi Shin’ichi scrisse una poesia per loro:
Dalla terra del fuoco [Kumamoto]
i grandi fratelli
avanzano a cavallo
Shin’ichi continuò ad ascoltare le presentazioni dei partecipanti.
Quando la responsabile della Divisione donne dell’hombu Hitoyoshi parlò della sua situazione familiare, il
responsabile di prefettura Yanagi disse: «Anche il villaggio Itsuki, famoso per la Ninna nanna di Itsuki, fa parte di
questo hombu.
Quando questa esperienza fu raccontata sul Seikyo Shimbun cinque anni fa, il 5 giugno del 1972, lei inviò un
messaggio di incoraggiamento ai membri del villaggio di Itsuki. I membri di Itsuki hanno fatto di questo suo
messaggio il loro punto di forza e stanno continuando a impegnarsi».
Il viso di Shin’ichi si illuminò: «Ne sono proprio felice. Anche il più sincero degli incoraggiamenti resta vano se
viene presto dimenticato. Voi prendete a cuore e mettete in pratica i miei incoraggiamenti e, così facendo, create
valore».
Puntata 29
Durante la riunione informale che si tenne al centro culturale di Saga, Shin’ichi Yamamoto si rivolse innanzitutto
ai responsabili di prefettura della Divisione studenti.Sapendo che la Divisione studenti della prefettura di Saga
stava utilizzando la rivista degli studenti Daigaku Shimpo (University News) per approfondire la fede, e si stava
impegnando nello shakubuku, Shin’ichi disse sorridendo: «È meraviglioso. Se la Divisione studenti lotta con
tanto vigore, il futuro risplenderà.
Sforzandovi nella fede e nella pratica buddista nel periodo in cui siete studenti state costruendo solide
fondamenta nel castello della vostra esistenza. Ma la vera sfida per il vostro sviluppo, che deciderà la vittoria o
la sconfitta, arriverà dopo la laurea. Spero che dedichiate le vostre vite alla realizzazione di kosen-rufu,
impegnandovi in prima fila nella nostra organizzazione, seguendo la corrente originale della Soka Gakkai per
tutta la vita.
Ci saranno momenti in cui sarete molto impegnati nel lavoro e avrete voglia di abbandonare tutto, oppure vi
sentirete frustrati perché non andate d’accordo col vostro capo. Ma nonostante tutto, continuate a costruire delle
fondamenta solide per la vostra vita, senza lasciarvi scoraggiare dalle circostanze».
Poi Shin’ichi si rivolse alla responsabile della Divisione giovani donne della prefettura: «Lei è Mitsuko Ageishi,
vero? Che lavoro svolge?».
«Lavoro con mio padre nella sua società di forniture per l’edilizia. Mio padre ha fatto bancarotta due volte in
passato, ma ora che tutta la famiglia si sta impegnando mettendo al centro la fede, finalmente gli affari vanno
bene».
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
«Capisco. Dev’essere stata molto dura. Ma la sofferenza ci rende persone capaci di comprendere le sofferenze
degli altri. Mi dispiace che l’azienda di famiglia sia fallita, purtroppo sono cose che accadono di frequente nella
nostra società. La cosa importante è non fallire come esseri umani. In altre parole, è non essere mai sconfitti
dalle proprie debolezze».
Un uomo annuiva confermando le parole di Shin’ichi: era Teruo Ageishi.
«Lei è il padre di Mitsuko, non è vero?» domandò Shin’ichi. «Ha una figlia molto brava. Continui a fare del suo
meglio.
Anche se ha superato il rischio di fallimento, per poter trasformare il karma è necessario portare avanti la propria
rivoluzione umana continuando a migliorarsi sempre. È importante continuare a lottare per kosen-rufu,
perfezionando se stessi lungo il percorso e lucidando lo specchio della propria vita».
L’unico modo per manifestare il grande beneficio della trasformazione del karma è continuare a sforzarsi
incessantemente, con spirito serio e combattivo.
Puntata 30
Shin’ichi parlò poi con una rappresentante della Divisione donne, con delle studentesse della Divisione giovani
donne, con la Divisione giovani uomini e con la Divisione uomini, incoraggiandoli come se li stesse
abbracciando uno ad uno.
Poi Shin’ichi notò un giovane uomo, magro, con il viso rotondo e gli occhiali, seduto in fondo alla stanza. Era
Katsuhiko Teratsu. Si era laureato all’Università Soka due anni prima ed era tornato a vivere nella sua casa
nella prefettura di Saga, dove lavorava presso gli uffici del municipio.
Quando i loro sguardi si incrociarono, Teratsu cominciò a parlare.
«Mi chiamo Katsuhiko Teratsu e mi sono laureato al primo corso di laurea dell’Università Soka. Al momento ci
sono nove membri che si sono laureati all’Università Soka, nella prefettura di Saga. Alcuni di loro fanno parte
dello staff che ha organizzato questo evento. Ci sono anche trentacinque studenti, residenti a Saga, attualmente
iscritti all’Università Soka, e tre di loro sono qui oggi».
«Capisco - disse Shin’ichi. - Quindi alcuni degli studenti dell’Università Soka sono tornati a casa appositamente
per la mia visita. Mi piacerebbe incontrarli. Potreste chiamarli? Chiedete pure a tutti i laureati Soka di
raggiungerci».
«Certo, vado a chiamarli. Grazie infinite!».
Teratsu si precipitò al primo piano, dove si trovava lo staff degli studenti dell’Università Soka, e riferì il
messaggio di Shin’ichi. Shizuya Dei, che si trovava alla riunione con Teratsu, tornò di corsa al suo appartamento
per chiamare i tre studenti dell’Università Soka che stavano là ad aspettare.
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Mentre Teratsu lasciava la riunione, Shin’ichi si rivolse a Tomio Nakamori, responsabile della prefettura di Saga:
«I nostri giovani crescono bene, stanno diventando splendide persone. Sono davvero felice. Riesco a vedere
quanto forte sicuramente diventerà Saga nel ventunesimo secolo. Il futuro sarà luminoso».
«Sì, lo penso anch’io» disse Nakamori sorridendo orgoglioso, con gli occhi che brillavano dietro le lenti.
La vittoria - o la sconfitta - nel futuro dipende dagli sforzi che facciamo nel presente per far crescere i giovani.
Nakamori aveva circa cinquanta anni e gestiva un’agenzia immobiliare. Suo padre lavorava in una miniera di
carbone e in un negozio di liquori vicino a Karatsu, nella prefettura di Saga. Suo padre aveva sperato che il figlio
continuasse il lavoro della famiglia, ma Nakamori aveva preferito frequentare l’università di Tokyo e aveva
trovato lavoro in un impianto di fibre chimiche nella prefettura di Shiga.
La madre di Nakamori era cagionevole di salute e i genitori gli avevano chiesto con insistenza di ritornare a
Saga al più presto per occuparsi dell’impresa familiare. Nakamori non aveva alcun interesse per le miniere di
carbone, né per i negozi di liquori, ma nel 1953 era tornato a Saga per amore dei suoi genitori.
Puntata 31
Il motivo per cui i compagni di fede del villaggio di Itsuki si impegnarono tanto nella propagazione è che
desideravano che tutti gli abitanti fossero felici.
Il modo di vivere e di pensare delle persone è determinato da ciò in cui credono. La religione è l’insegnamento
che sta alla base della vita.
Riflettere sulla profondità di una religione, impegnarsi per comprenderla e discuterne è un passo indispensabile
per raggiungere la felicità. È qui che risiede il significato degli sforzi della Soka Gakkai nello shakubuku.
Tuttavia, ogni volta che i membri della Soka Gakkai del villaggio di Itsuki provavano a diffondere il Buddismo di
Nichiren, basandosi sul desiderio della felicità per se stessi e per gli altri, venivano allontanati. Affrontando con
coraggio questi ostacoli, essi si incoraggiavano a vicenda dicendo: «Come è scritto nel Gosho, i demoni stanno
facendo a gara per interferire! Finalmente la nostra fede è divenuta autentica».
I loro sforzi per la propagazione proseguirono con costanza. Fu allora che si verificò il nubifragio dell'agosto
1963.
Le forze armate giapponesi mobilitarono elicotteri e altri mezzi per supportare le attività di soccorso, ma non
furono sufficienti. I membri volontari della squadra di soccorso della Soka Gakkai utilizzarono delle funi tese per
attraversare il fiume e, superando il flusso di fango e detriti, trasportarono i beni di soccorso e di prima necessità
nei villaggi che erano rimasti isolati. Fra gli oggetti trasportati dalle squadre di soccorso c’erano anche i pacchi
dei giornali Seikyo per i membri.
I volontari camminavano fra i villaggi per accertarsi della sicurezza di tutti. Fra i membri c’era chi aveva perso la
casa a causa dell’esondazione, e chi aveva subito dei danni alla struttura, ma non c’erano vittime né feriti. I
compagni di fede si riunirono in un luogo sicuro e rinnovarono la loro decisione dicendo: «Noi abbiamo il
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
maestro Yamamoto. Trasformiamo tutto il veleno in medicina».
Nel villaggio di Itsuki lo spirito combattivo dimostrato dai compagni di fede in quelle circostanze drammatiche
diffuse un ampio consenso nei confronti della Gakkai.
Fra le persone del villaggio c’era chi commentava: «Grazie alle squadre di soccorso della Gakkai siamo riusciti a
mangiare. Ci hanno salvato», oppure: «Vedere le vittime del nubifragio impegnarsi a loro volta nelle attività delle
squadre di soccorso mi ha incoraggiato tanto».
Molti di loro vedendo i membri della Gakkai, essi stessi vittime della tragedia, che si impegnavano tanto
nell’incoraggiare gli altri, commentarono: «Ho visto con i miei occhi la forza di coloro che hanno fede».
Nelle situazioni estreme, la vanagloria viene spazzata via, mentre la vera umanità basata sulla fede risplende
luminosa.
Puntata 32
Dal 1963 al 1965 il fiume Kawabe, che attraversava il villaggio di Itsuki, era straripato ogni anno. Per questo
erano già stati presentati dei progetti per la costruzione di una diga che ora andavano concretizzandosi.
L'assemblea del villaggio di Itsuki si oppose alla costruzione della diga, ma dopo varie discussioni tra gli organi
di governo nazionali e quelli della prefettura, i progetti andarono avanti per evitare problemi di indennizzo. I
residenti locali, però, facevano fatica ad accettare l'idea che le loro amate case dovessero finire travolte
dall'acqua.
In quel difficile frangente, i membri di nucleo del villaggio di Itsuki iniziarono a incoraggiare e a dare consigli con
tutte le loro forze affinché “i membri potessero fare propria una grande convinzione nella fede e dire a testa alta
di aver coltivato le basi della loro fede nella terra di Itsuki”.
L’articolo del Seikyo che parlava di queste attività colpì l’attenzione di Shin’ichi, e così i compagni di fede di
Itsuki ricevettero degli incoraggiamenti da parte sua.
Shin’ichi ricevette lettere di ringraziamento e determinazioni da numerosi membri del luogo. In una di queste
lettere trovò una descrizione del villaggio.
«Itsuki è un’area montana dove la terra coltivabile è poca e le uniche coltivazioni possibili sono quelle della
silvicoltura, del thé e dei funghi shiitake, perciò è un villaggio povero. Molti abitanti si sono trasferiti nelle grandi
città e lo spopolamento sta avanzando. Il clima è rigido e d’inverno la neve arriva fino all’altezza dei fianchi.
Quando si parla di Itsuki tornano in mente la leggenda della caduta Heike, e la Ninnananna di Itsuki, che
trasmettono entrambe un sentimento tragico del destino.
Ma Itsuki è il nostro paese natale. Io amo Itsuki, che è così ricca di verde. Sicuramente trasformeremo il karma
di Itsuki; per questo i compagni di fede con allegria e vitalità si stanno impegnando nel costruire qui il giardino
dei fiori della felicità».
In un cuore che ama la propria terra arde la passione per kosen-rufu.
kosen-rufu nasce dallo spirito di comunità. È l'amore per le nostre comunità locali che ci spinge a "stabilire
l'insegnamento corretto per la pace nel paese," e a impegnarci ancora di più per sviluppare le attività per kosenrufu nella nostra zona.
Dopo aver letto la lettera, Shin'ichi disse a Mineko: «Mi piacerebbe un giorno visitare Itsuki. La Ninnananna di
Itsuki è una bella canzone. Può sembrare un po' troppo malinconica, ma non è semplicemente una canzoncina
sentimentale».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Puntata 33
La Ninnananna di Itsuki non è la canzone colma di amore di una madre che culla il
suo bambino per addormentarlo. È la canzone delle ragazzine che venivano allontanate dalle loro famiglie e
mandate a fare l’apprendistato come bambinaie.
Esse cantavano questa canzone per incoraggiarsi, dando voce alle difficoltà del lavoro, alla tristezza e ai
sentimenti di disperazione che provavano.
Shin’ichi Yamamoto sentì per la prima volta la Ninnananna di Itsuki nel 1953, quando nacque il suo primo figlio,
Masahiro.
Quando ne ascoltò le parole alla radio, fu trafitto dalla malinconia della canzone:
«A ferragosto terminerà la stagione d’apprendistato / che giunga presto il giorno in cui potrò ritornare dai miei
amati genitori nel mio paesino natale».
Gli sembrava di vedere quelle bambine innocenti che contavano con le dita i giorni che mancavano alla fine del
lavoro.
Oltre a espressioni di invidia per i bei vestiti indossati dai ricchi, c’erano brani dove dicevano che anche se
fossero morte, nessuno avrebbe pianto per loro.
La loro età andava dai sette ai quindici anni. La maggior parte di loro proveniva da famiglie povere, partiva dal
proprio villaggio e si trasferiva in un altro, senza possibilità di frequentare la scuola.
Quella canzone rievocava tutto il senso d'impotenza e disperazione che provavano per la loro situazione.
Tuttavia, negli anni successivi, Shin’ichi ebbe modo di leggere un libro dove erano state raccolte oltre settanta
“ninnananne di Itsuki”, e in quell’occasione sentì tutta la forza di queste ragazzine. C’erano brani che dicevano:
«Se ami il tuo bambino / fai mangiare una torta di riso alla bambinaia / perché se la bambinaia sviene a causa
dello stomaco vuoto, anche il bimbo che tiene sulla schiena cadrà a terra con lei».
Queste parole rivelano un aspetto diverso: non più il lamento, ma l’espressione di un sentimento di protesta per
l'ingiustizia che stanno subendo.
Anche se venivano oppresse, queste ragazzine vivevano senza rassegnarsi, con la forza radicata che
contraddistingue le persone comuni. Gli esseri umani celano una grande forza, e tutti hanno il diritto di essere
felici.
Puntata 34
Nelle Ninnananne di Itsuki ci sono anche brani che esprimono i sentimenti di odio delle apprendiste bambine,
versi che suonano come: “Alla vecchia brontolona diamo un colpo secco…”.
Sono canzoni strazianti in cui scorrono non solo rassegnazione, ma anche denigrazione e alienazione. Ci sono
critiche, ostilità, rabbia, ma anche sentimenti di forte resistenza e di orgoglio della propria indipendenza. La
resistenza è nei confronti del datore di lavoro e delle "vecchie bisbetiche" che facevano da supervisori. Tuttavia
riguarda anche quel qualcosa che non si vede, che le ha portate a dover sopportare una situazione tanto
sfortunata: in altre parole è la resistenza al proprio destino.
Queste giovani bambinaie si radunavano nelle strade e in altri luoghi pubblici, mentre si prendevano cura dei
bambini. In questo modo trovavano delle compagne con cui condividere le fatiche. A volte, invece, litigavano e si
lamentavano delle altre bambinaie. Come dice una delle canzoni: "In montagna si devono temere i cespugli di
rovi e le piante / Nei villaggi si devono temere le bocche delle bambinaie." Detto altrimenti, c’era da temere la
lingua delle colleghe.
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Molto probabilmente nelle relazioni tra rivali si rischiava di imbattersi in uno sgambetto e si respirava un’aria
tesa.
Per questa ragione l’unione fra le bambinaie che avevano stretto amicizia tra loro si rafforzava ulteriormente.
C’è un brano che dice: «Io e te siamo sorelle / tu la maggiore e io la minore». I loro legami erano forti quanto i
legami tra sorelle.
Insieme al brano: “Quando morirò piangeranno come sempre solo le cicale”,
troviamo anche: «Non sono una cicala / sono la sorella minore / non piangere sorellina /
che mi preoccupo».
Questa sorellina dove si troverà? Il termine sorellina indica che si sono promesse un legame fraterno e ci fa
comprendere quanto era forte la loro relazione.
Comunque sia, non c’è dubbio che la forza di queste bambine era sorretta dall’unione
tra loro. La solitudine rende debole il cuore, ma quando si è consapevoli dei forti legami che uniscono le
persone, il cuore diventa forte come l’acciaio.
Puntata 35
Riflettendo sul significato e sull'ambiente storico e sociale in cui nacquero le ninnananne tradizionali della
regione di Itsuki, Shin'ichi Yamamoto non poté fare a meno di vedere confermata la sua convinzione che le
disuguaglianze causate dalle contraddizioni e dalle ingiustizie della società colpiscono maggiormente i più
deboli, in altre parole la gente comune, e in particolare i bambini.
Tsunesaburo Makiguchi, fondatore e primo presidente della Soka Gakkai, era ben consapevole, come
educatore, delle sofferenze dei bambini causate dalle contraddizioni e dalle distorsioni della società, e decise di
agire per porre rimedio alla situazione.
La stessa infanzia di Makiguchi era stata ben poco fortunata. Nato il 6 giugno del 1871 nel villaggio di Arahama,
a Kariwa, nella prefettura di Kashiwazaki (oggi Arahama, città di Kashiwazaki, prefettura di Niigata), come primo
figlio di Chomatsu e Ine Watanabe, fu chiamato Choshichi Watanabe.
Quando Choshichi era ancora un ragazzo, suo padre Chomatsu andò a lavorare a Hokkaido. Là scomparve, e
non se ne ebbero più notizie.
Nel 1876, la giovane madre di Choshichi si risposò. E il ragazzo fu adottato dalla sorella minore di suo padre,
Tori, che aveva sposato Zendayu Makiguchi.
Nel 1872, il Giappone aveva avviato un sistema nazionale di istruzione disponibile per tutta la popolazione e
Choshichi, con il nuovo cognome Makiguchi, iniziò la scuola elementare nel 1878. A quel tempo, la scuola
elementare era divisa in due parti, la scuola elementare inferiore e superiore, ognuna della durata di quattro
anni.
Dopo che Choshichi Makiguchi ebbe completato la scuola elementare inferiore, nel 1882, iniziò a lavorare con il
padre adottivo. I suoi voti a scuola erano molto buoni, e gli fu vivamente consigliato di continuare gli studi, ma la
situazione familiare rendeva ciò impossibile.
Nel 1874 solo il 17 per cento dei bambini del villaggio di Arahama frequentava la scuola. Choshichi entrò a
scuola solo quattro anni dopo. In un certo senso, anche solo aver frequentato la scuola elementare significava,
per quei tempi, essere stato molto fortunato per aver ricevuto una tale opportunità d'istruzione.
Il modo in cui una nazione tratta i suoi bambini è una misura significativa della sua cultura e della sua vera
ricchezza.
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Puntata 36
Choshichi Makiguchi si trasferì sull'isola di Hokkaido all'età di tredici anni, forse spinto dal desiderio di ritrovare il
suo vero padre che non si era più fatto sentire.
Si mise a lavorare come cameriere presso la polizia di Otaru, ma appena trovava un minuto libero si buttava
nella lettura e nello studio. Questa sua passione gli valse il soprannome di “cameriere studioso”.
In seguito Makiguchi riuscì a iscriversi al primo anno accademico della scuola normale di Hokkaido (l’attuale
Università di Scienze dell’Educazione di Hokkaido). Riuscì ad entrare grazie al fatto di essere stato scelto come
studente modello dal sindaco.
La scuola normale era organizzata in modo che tutti vivessero nel dormitorio, le spese
delle lezioni e del soggiorno erano a carico del governo, e dopo la laurea era d’obbligo
lavorare per un certo periodo come insegnante. Per Makiguchi quella era l'unica strada per poter studiare a
scuola.
Come disse una volta l'educatore giapponese Yukichi Fukuzawa (1835-1901): «Si può raggiungere l'istruzione
anche mentre si pesta il riso». I tempi sono molto cambiati oggi rispetto a quando Fukuzawa e Makiguchi erano
giovani. Se si vuole davvero studiare, oggi, ci sono molte possibilità.
Dopo aver conseguito la laurea presso la Scuola Normale di Hokkaido, nel 1893, Makiguchi iniziò la sua carriera
come insegnante a contratto presso la scuola elementare accanto all'università che aveva frequentato, in cui gli
fu affidata anche una cattedra come insegnante di geografia.
Nella scuola elementare Makiguchi si occupava delle lezioni di una singola classe che
comprendeva tutti gli alunni dei vari anni.
Nei giorni in cui nevicava Makiguchi si metteva ad aspettare davanti alla porta della scuola e alla fine delle
lezioni prendeva sulle spalle i bambini più piccoli e teneva per mano quelli più grandi per accompagnarli fino a
casa. Inoltre, scaldava l'acqua per bagnare le loro mani screpolate dal freddo.
Si può dire che questo comportamento manifestasse il suo desiderio di felicità dei
bambini. La cura verso gli altri è la cristallizzazione di un cuore sincero.
Nel mese di gennaio del 1893, quando iniziò la sua nuova vita come insegnante, egli
cambiò il proprio nome da Choshichi in Tsunesaburo. Aveva ventuno anni.
Puntata 37
Nel luglio del 1899 Tsunesaburo Makiguchi fu nominato vice-preside della scuola elementare collegata alla
Scuola Normale di Hokkaido, e nel gennaio dell'anno successivo divenne preside della scuola. Aveva ventotto
anni.
Nel frattempo egli portava avanti le sue ricerche sulle scienze geografiche. Presi i suoi scritti con sé, si trasferì a
Tokyo, dove nell’ottobre del 1903 venne pubblicata la sua opera La geografia della vita umana. Makiguchi
concepiva la geografia come scienza “per spiegare la relazione tra la terra e la vita umana”, e l’opera
era il frutto delle sue ricerche sulla connessione tra la vita umana e i fenomeni geografici, come le caratteristiche
naturali, la terra, il clima e i loro effetti sulla società umana.
All’epoca era soltanto l’opera di uno studioso sconosciuto, ma più tardi il professore di scienze geografiche
dell’Università Imperiale di Kyoto, Takuji Ogawa (1870-1941) valutò con grande interesse La geografia della vita
umana. Anche il sociologo Suketoshi Tanabe (1894-1962) lo apprezzò con queste parole: «L'apparizione di
questo lavoro ha cambiato il volto delle scienze geografiche in Giappone».
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Subito dopo la pubblicazione della sua opera, Makiguchi trovò posto come insegnante di geografia presso il
Kobun Gakuin, un'accademia fondata per accogliere gli studenti provenienti dalla Cina. Anche il famoso scrittore
cinese Lu Xun (1881-1936) studiò presso quella scuola in quel periodo.
Dopo aver sconfitto la Cina nella guerra cino-giapponese, molti giapponesi guardavano dall'alto in basso i cinesi,
ritenendosi superiori. Makiguchi invece teneva in altissima considerazione i cittadini cinesi e li trattava col
massimo rispetto. I suoi studenti tradussero La geografia della vita umana e pubblicarono un'edizione cinese del
libro.
Makiguchi fondò anche l’Associazione Dainihon Scuole Superiori Femminili che organizzava corsi per
corrispondenza per le studentesse che a causa di problemi economici non potevano permettersi di frequentare
le scuole superiori.
L'istruzione è indispensabile per condurre una vita sociale completa e appagante. Perciò, il comportamento di
Makiguchi in quanto pedagogo era mosso dal desiderio di “dare la luce dello studio a coloro che pur
desiderandolo non possono studiare, offrendo loro un luogo dove poterlo fare”.
Nel suo cuore ardeva il desiderio compassionevole che ogni singolo studente potesse vivere un’esistenza
davvero felice.
Puntata 38
Tsunesaburo Makiguchi ricoprì il ruolo di preside presso le scuole elementari Tosei, Taisho, Nishimachi, Mikasa,
Shirokane e Azabushinbori.
La prima di queste scuole, la Tosei, si trovava nella zona nord di Tokyo, nel quartiere di Shitaya, a Ryusenji-cho,
dove vivevano numerose famiglie povere. Egli si preoccupava di acquistare a stock i prodotti di cancelleria in
modo da permettere alle famiglie di pagarle a un prezzo inferiore rispetto a quello dei negozi.
Oltre a ricoprire il ruolo di preside nelle scuole Tosei, Taisho, Mikasa e Azabushinbori, Makiguchi era preside
anche delle scuole serali annesse. La scuola serale era stata organizzata affinché i figli delle famiglie povere,
che dovevano lavorare durante il giorno, potessero comunque frequentare le lezioni la sera.
Makiguchi riversava il suo amore su tutti i bambini, ma in particolar modo sui bambini poveri o sofferenti.
Inoltre egli detestava l’idea di conformarsi al potere autoritario al fine di assicurarsi una vita comoda, e rifiutò
anche un avanzamento personale di carriera.
Dopo aver fatto della scuola Tosei un modello da seguire, Makiguchi divenne preside della nuova scuola Taisho
che si trovava nel quartiere vicino, e ricoprì il ruolo di preside della scuola serale. Anche in questa scuola
c’erano numerosi bambini provenienti da famiglie povere, i cui genitori non sapevano né leggere né scrivere. Il
tasso d’iscrizione era veramente basso. Makiguchi si recava a far visita personalmente nelle case per
convincere i genitori a mandare i figli a scuola, piuttosto che a lavorare.
Un giorno alla scuola Taisho si presentò una persona influente della zona per chiedere a
Makiguchi, in quanto preside, di favorire il figlio. Quando si vide rifiutare tale richiesta, questa persona si rivolse
a un politico che aveva molto potere sul governo municipale di Tokyo per chiedergli di allontanare Makiguchi.
Makiguchi era saldamente convinto che “una persona che non ha niente a che fare con
l’educazione non deve permettersi di interferire utilizzando il potere autoritario”.
L’uomo politico già da tempo non gradiva la libertà di pensiero di Makiguchi, e perciò decise di accondiscendere
alla richiesta della persona influente e ne dispose il trasferimento.
Coloro che rimangono fedeli alle proprie convinzioni e si rifiutano di scendere a compromessi con il potere
certamente dovranno affrontare tempeste di persecuzioni.
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Avere la forza di non arrendersi di fronte a esse è il requisito di un vero riformatore.
Puntata 39
Quando i docenti e i genitori della scuola elementare Taisho seppero che Tsunesaburo Makiguchi aveva
ingiustamente subito pressioni affinché si trasferisse alla scuola elementare Nishimachi, anch'essa situata nel
quartiere Shitaya (oggi quartiere Taito), s'indignarono. Nel tentativo di far revocare il trasferimento, i docenti
presentarono le dimissioni e i genitori si rifiutarono di mandare i figli a scuola, iniziando uno sciopero. Ma il loro
tentativo di far ritirare l'ordine di trasferimento fallì, e Makiguchi fu comunque trasferito.
Fu nella scuola elementare Nishimachi che Makiguchi incontrò per la prima volta il giovane Josei Toda, anche
lui trasferitosi da Hokkaido a Tokyo.
Iniziando a lavorare al suo nuovo incarico, Makiguchi non fece alcuna visita di cortesia al politico influente che
stava dietro al suo trasferimento, nonostante fosse consuetudine che ogni nuovo preside gli rendesse omaggio.
La rabbia del politico aumentò, tanto da indurlo a esercitare pressioni sul dipartimento municipale per l'istruzione
di Tokyo e sul dirigente del quartiere Shitaya affinché licenziassero Makiguchi. Come risultato, dopo soli tre mesi
presso la scuola elementare Nishimachi, fu annunciato che Makiguchi sarebbe stato trasferito nuovamente,
questa volta nella scuola elementare Mikasa di Mikasa-cho, nel quartiere Honjo (oggi quartiere Sumida), nella
parte orientale di Tokyo.
La scuola elementare Mikasa era una delle scuole elementari “speciali” aperte dal governo municipale di Tokyo
per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito. Non c'era tutoraggio, il materiale scolastico era gratuito e
c'erano anche delle strutture per fare il bagno e tagliare i capelli ai bambini, così come un medico scolastico che
si occupava di curarli quando si ammalavano.
Gli insegnanti consideravano il trasferimento nella scuola elementare Mikasa come un tentativo subdolo di
costringere l'educatore a dare le dimissioni, una volta raggiunto quello che veniva considerato il "patibolo
dell'insegnante".
Quando fu annunciato il trasferimento di Makiguchi, i docenti di Nishimachi, come avevano fatto quelli di Taisho,
iniziarono a creare un movimento d'opinione per trattenere Makiguchi. Toda, che aveva trovato un lavoro
temporaneo presso la scuola grazie agli sforzi di Makiguchi, si mise alla guida del movimento. Come la volta
precedente, però, tutto fu inutile, e Makiguchi venne trasferito alla scuola elementare Mikasa.
A questo punto Toda aveva già deciso che Makiguchi sarebbe stato il suo maestro per la vita. Anch'egli si
trasferì nella scuola elementare Mikasa, spinto dal desiderio di restare accanto a Makiguchi. Toda divenne un
insegnante a contratto, e così maestro e discepolo cominciarono a lavorare insieme seriamente per educare i
figli dei più poveri tra i poveri.
Che cosa fa un discepolo quando il suo maestro si trova ad affrontare una sfida immensa? Ecco la pietra di
paragone che rivela la differenza tra un autentico discepolo e uno che parla e basta, solo per avere in cambio un
guadagno personale.
Puntata 40
Quando Makiguchi fu trasferito come preside della scuola elementare Mikasa e dei suoi corsi serali, nel giugno
del 1920, lui e la sua famiglia si trasferirono negli alloggi all'interno della scuola.
Makiguchi non aspirava affatto a essere il preside di una scuola d'élite. Egli credeva che la missione di un vero
educatore sia di fornire la luce della conoscenza ai bambini che vivono nelle circostanze più difficili e sfortunate.
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
La scuola elementare Mikasa non aveva le risorse nemmeno per mantenere gli impianti in condizioni decenti. Le
finestre rotte venivano coperte di cartone per bloccare il vento. Tuttavia, animato dalla passione e
dall’entusiasmo, Makiguchi poteva dedicarsi totalmente ai bambini. Le lezioni per gli ottocento studenti divisi in
quindici classi diverse furono divise in tre fasce orarie. Gli studenti dalla prima alla quarta classe studiavano la
mattina e il pomeriggio, mentre tutti gli studenti della quinta e sesta classe studiavano la sera. Le lezioni, quindi,
proseguivano per lo più fino alle nove di sera, con alcune lezioni che terminavano anche a mezzanotte.
Makiguchi aveva deciso di vivere nell’alloggio all'interno della scuola proprio per essere disponibile per gli
studenti ventiquattro ore al giorno.
Per quanto riguardava i genitori, molti di loro erano operai, quindi più concentrati a guadagnarsi da vivere che a
pensare all'istruzione. Di conseguenza la maggior parte dei bambini era costretta a lavorare, contribuendo al
sostentamento della famiglia con i pochi soldi che riusciva a raggranellare. A causa di questa situazione le
presenze calavano dal 75 al 35%. Inoltre, pochissime famiglie permettevano ai loro figli di completare l’intero
ciclo di sei anni, che era considerato un privilegio riservato ai benestanti.
Alcuni di loro cercavano di eludere del tutto l'istruzione obbligatoria, spesso costretti a rinunciare a causa della
situazione familiare.
Come preside della scuola elementare Mikasa, Makiguchi ricominciò a far visita ai genitori, per convincerli a
lasciar andare a scuola i loro figli. Egli spiegava loro l'importanza dell'istruzione per il futuro dei bambini. Anche i
genitori che non avevano alcuna intenzione di farlo, dopo aver ascoltato la preghiera accorata e sincera di
Makiguchi promettevano che avrebbero mandato i loro figli a scuola.
Un dialogo sincero e appassionato è il modo più diretto per aprire un varco.
Puntata 41
Tsunesaburo Makiguchi era solito preparare dei pasti semplici - come i mochi con fagioli - da offrire ai bambini
che arrivavano a scuola affamati o senza pranzo. All'inizio tutte le spese erano a suo carico. In seguito, un
benefattore si offrì di sostenere il vitto della scuola.
L'8 dicembre 1921, il quotidiano Yomiuri Shimbun titolava: «Pranzi gratuiti per i bambini poveri delle scuole
elementari / Un nuovo programma della scuola elementare Mikasa, a Honjo / Progetti per fornire i pasti anche
agli studenti delle scuole serali / Pane e due tazze di zuppa».
L'articolo riferiva: «La scuola elementare Mikasa a Honjo ha recentemente avviato un nuovo programma per
fornire pasti scolastici gratuiti a circa cento bambini selezionati tra le famiglie a più basso reddito. In base alle
strutture disponibili e ai costi, sarà fornito gratuitamente un pasto consistente in un panino (circa 130 grammi) e
due ciotole di zuppa con tofu e verdure».
L'articolo riportava che si stava valutando se fornire pasti gratuiti anche agli studenti delle scuole serali che si
recavano direttamente a scuola dal lavoro, senza poter passare a casa per cenare.
Si includevano inoltre dei commenti di Makiguchi, in quel momento preside della scuola: «Alcuni degli studenti
hanno un aspetto debole e malato perché non hanno abbastanza da mangiare. Anche coloro che riescono a
permettersi un pranzo, spesso mangiano alimenti di scarso valore nutrizionale, e quindi soffrono comunque di
malnutrizione».
Dopo aver riferito del progetto di fornire un pasto anche agli studenti che si recavano ai corsi serali direttamente
dal lavoro, Makiguchi affermava: «Tuttavia noi non siamo in grado di fornire un pasto completo o quantità
abbondanti di cibo a questi bambini, e mi preoccupa il rischio che una volta tornati a casa non trovino nulla da
mangiare proprio perché si considera che hanno già mangiato a scuola».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Makiguchi considerava ogni cosa dal punto di vista della realtà della vita dei bambini, cercava le soluzioni e si
impegnava con determinazione incrollabile per migliorare la loro situazione.
Il saggista americano Ralph Waldo Emerson (1803-1882) rimase profondamente colpito dalle parole di una
povera donna e le trascrisse: «Più le difficoltà aumentano e più riesco a far emergere lo spirito combattivo di un
leone: questo è il mio principio».
Questo era anche il credo di Makiguchi.
Puntata 42
Gli obiettivi educativi di Makiguchi erano chiari: «La felicità è lo scopo della vita umana, e come tale deve essere
il primo obiettivo dell'educazione».
In quanto filosofo-educatore, il suo sguardo fu sempre rivolto alla realizzazione della felicità dei bambini. Il suo
punto di vista senza dubbio era intimamente legato alle difficoltà che lui stesso aveva dovuto affrontare per
ricevere un'istruzione quando era bambino, alla sua esperienza come insegnante in Hokkaido e all'osservazione
della realtà delle vite dei bambini più poveri che frequentavano la scuola elementare Mikasa.
Questi bambini sostenevano il peso delle ingiustizie della società. Costretti dalle circostanze a lavorare senza la
possibilità di ricevere un’educazione adeguata, erano crudelmente obbligati a una vita di miseria, considerati
come l'ultima ruota del carro. Makiguchi voleva risvegliare in loro la forza di diventare felici: questo era il suo
desiderio, il suo ideale e la sua lotta.
Egli costruì una serie di successi concreti in materia d'istruzione, tra cui l'aumento del tasso di frequenza, il
miglioramento dell'ambiente educativo e del rendimento scolastico. Fece anche degli sforzi sinceri per riformare
il sistema scolastico, proponendo l'adozione della mezza giornata di scuola e di un sistema di selezione dei
presidi basato sugli esami.
Avendo fatto della felicità dei bambini il suo obiettivo, la sua principale preoccupazione divenne scoprire quale
fosse la vera felicità. Egli era convinto che la vera felicità si trovasse nella creazione di valore.
Che cos'è allora, il valore? si domandò perseguendo la sua ricerca.
In contrasto con il neo-kantiano postulato di “verità, bene e bellezza” quali valori fondamentali, Makiguchi
propose i criteri di “guadagno, bene e bellezza”, respingendo la “verità” come valore ultimo, perché riteneva che
la ricerca della verità fosse un mezzo per raggiungere una conoscenza che avrebbe portato a uno stile di vita
migliore, e questo per lui non poteva essere un obiettivo in sé. Quindi sostituì la “verità” con il “guadagno”.
Avendo osservato le fatiche dei suoi studenti poveri, Makiguchi, grazie alla propria esperienza, sentiva
profondamente l'importanza del guadagno. Fece quindi della bellezza, del guadagno e del bene il suo metro di
misurazione del valore. Si trattava di un'idea nuova e originale, in termini di teoria del valore.
Makiguchi considerava bellezza e guadagno come valori personali e il bene - ad esempio il bene pubblico come valore sociale, e li integrò in una visione di armonia, prosperità e sostegno reciproco tra se stessi e gli altri.
Puntata 43
Dalla metà alla fine degli anni Venti, il Giappone fu sempre più militarizzato e la “devozione incondizionata al
proprio paese” divenne uno slogan quotidiano.
In tale contesto, gli ideali educativi di Tsunesaburo Makiguchi, che non aderivano né all’individualismo né al
totalitarismo, andavano contro la politica del governo militarista.
Makiguchi, proprio allora, aveva incontrato il Buddismo di Nichiren Daishonin e considerava quegli insegnamenti
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
come gli ultimi ritocchi alla sua teoria del valore.
Egli credeva che il valore sociale del bene potesse manifestarsi in vari modi, come ad esempio le donazioni in
denaro e beni ai bisognosi, ma sottolineava l'importanza di dedicare la propria vita a quello che egli definiva un
"grande bene", piuttosto che a una forma di bene relativo e limitato a questa vita.
La sua idea di "grande bene" era un modo di vivere basato sulla legge di causa ed effetto attraverso i tre periodi
di passato, presente e futuro.
In altre parole, Makiguchi concluse che il "grande bene" consisteva nel sostenere, praticare e propagare il
Buddismo di Nichiren Daishonin, l'essenza del Sutra del Loto, la chiave della felicità per se stessi e per gli altri.
Scrisse: «La forza vitale di ognuno di noi, senza eccezioni, è una manifestazione della grande forza vitale
dell'universo. Di conseguenza, la grande Legge che è la fonte della forza vitale di tutti i fenomeni dell'universo è
la Legge mistica e, come tale, è l'essenza e la sostanza che comprende tutti i principi che governano la vita».
Egli definì la vita basata sulla Legge mistica il "modo di vivere del grande bene", e dedicò tutta la vita a
condividerlo con gli altri e a dimostrare che il risultato di tale modo di vivere era la felicità assoluta. Makiguchi
capì che dedicare la propria vita alla pratica del bodhisattva della Terra è la via per raggiungere la felicità
personale e portare pace e prosperità alla società intera. La sua ricerca determinata, a partire dal desiderio che i
bambini diventassero felici, portò al bene ultimo della realizzazione di kosen-rufu.
In una lettera inviata alla sua famiglia circa un mese prima di morire in prigione, Makiguchi scrisse: «Quando
rifletto su come sono stato in grado di produrre la mia teoria del valore, una teoria che gli studiosi negli ultimi
cento anni stavano cercando invano e, inoltre, su come essa sia connessa alla fede nel Sutra del Loto e possa
permettere a diverse migliaia di persone di realizzare la loro prova concreta, mi sorprendo io stesso. È del tutto
naturale che i tre ostacoli e i quattro demoni mi abbiano assalito, è proprio come afferma il sutra».
Puntata 44
Durante l'incontro informale dei rappresentanti di prefettura di Kumamoto, dopo aver ascoltato il responsabile di
prefettura Setsuo Yanagi che riferiva sulla situazione dei membri di Itsuki, Shin'ichi Yamamoto disse: «Makiguchi
voleva più di ogni altra cosa aiutare i bambini in condizioni svantaggiate a trovare la felicità, proprio come le
balie che cantavano le famose Ninnananne di Itsuki. Questo è il punto di origine dell’educazione Soka; ma è
anche il cuore della Soka Gakkai.
Desidero che venga conosciuto questo cuore del maestro Makiguchi che anelava a cancellare l’infelicità dalla
vita delle persone.
Per favore trasmettete ai membri di Itsuki le mie parole: “Arriverà il giorno in cui la maggior parte dei villaggi
verrà sommersa dalla diga, ma giorno per giorno, con tutte le forze voi continuate a lottare per kosen-rufu. Per
favore continuate a piantare i semi della Legge mistica nei cuori di tutte le persone della vostra zona. Anche se i
villaggi scompariranno sotto il lago, il seme della Legge mistica continuerà a far sbocciare fiori di felicità”».
«Lo faremo!» rispose una responsabile della Divisione donne dell'hombu Hitoyoshi, che era responsabile per la
zona di Itsuki. Quindi, descrisse a Shin'ichi la situazione in quel momento a Itsuki: «Abbiamo fatto dell'8 giugno,
il giorno in cui lei, cinque anni fa, ci inviò in dono gli asciugamani come incoraggiamento personale, il “Giorno di
Itsuki”, e ogni anno in quel giorno organizziamo un seminario per far conoscere kosen-rufu alla nostra
comunità».
«Grazie» disse Shin’ichi; «Ringraziali. È una cosa meravigliosa. Far tesoro di ogni singolo ricordo e fare di questi
l’alimento per un ulteriore sviluppo futuro: da qui nasce la forza per la vittoria.
Mi piacerebbe andare a Itsuki. Quanto dista da qui?». «Circa tre ore, in automobile».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
«Tre ore? Allora questa volta non posso andarci. Mi piacerebbe davvero poter visitare personalmente la casa di
ciascun membro e incoraggiarli tutti personalmente.
A oggi non ho ancora avuto occasione di incontrare i membri di Itsuki e dialogare con loro, ma l’ichinen tra noi è
collegato. Anche se ancora non li ho visti, riesco a immaginare i loro visi nel mio cuore. Questi sono i genuini
compagni di fede. Questa è la relazione tra maestro e discepolo».
Shin’ichi aggiunse: «Desidero dedicare una breve poesia ai compagni di fede di Itsuki», e fece scorrere la penna
su un foglio colorato.
Non dimenticherò
l’8 giugno
i vostri visi come fiori
Puntata 45
I resoconti a cura dei rappresentanti presenti all’incontro con Shin’ichi Yamamoto proseguirono.
Egli ascoltò con molta attenzione gli interventi di ogni singola persona che gli riportava le situazioni delle varie
zone, come Yamaga, nella parte nord della prefettura di Kumamoto, Amakusa, nella parte ovest, Yashiro, nella
parte centromeridionale e Minamata, nella punta meridionale. Tra questi ci fu anche il resoconto di un
responsabile di centro dei giovani uomini che aveva perso la moglie a causa di un tumore, l’anno precedente.
Egli espresse le sue determinazioni: «Continuerò a impegnarmi nella fede per tutta la vita, anche per conto di
mia moglie».
Shin’ichi rispose: «È importante questa tua decisione; e sicuramente è ciò che rende più felice anche tua moglie.
Anch’io pregherò per lei. Una vita in cui tutto va sempre per il verso giusto potrebbe essere piacevole, ma è
qualcosa che accade di rado.
Tutti, in un modo o nell'altro, dobbiamo affrontare ogni sorta di prove e fatiche nel corso della nostra vita. Non
affrontare mai alcun problema ci indebolirebbe, non ci permetterebbe di forgiare la nostra vita. In questo caso,
anche un piccolo ostacolo potrebbe sconvolgerci mettendoci in ginocchio.
Ma una persona come te, che perde da giovane l’amata consorte, sicuramente diventerà forte. Diventerai una
persona capace di comprendere il dolore degli altri, e di conseguenza potrai crescere più di chiunque altro come
leader colmo di compassione».
Anche la scrittrice George Sand (1804-1876) afferma: «La persona che possiede la forza di smuovere gli altri è
quella che ha affrontato più sfide».
Shin’ichi aggiunse con enfasi ancora maggiore: «Le prove della vita sono in realtà dei grandi tesori che ci
forgiano e ci rafforzano. Se siamo in grado di considerarle davvero come tali, realizzeremo una crescita enorme.
Ma se sguazziamo nella tristezza e cominciamo ad autocommiserarci, finiremo per allontanarci dalla direzione
corretta rovinando la nostra esistenza.
Ora è un momento fondamentale per la tua vita.
Tu non sei solo; hai l'intera Soka Gakkai! Hai i compagni di fede che ti sostengono! Lavora insieme a loro e vivi
con forza.
Tua moglie continuerà a vivere nel tuo cuore. Impegnati nella fede anche da parte sua, diventa felice anche per
tua moglie. Mi aspetto una tua grande crescita».
La voce di Shin’ichi era colma di forza e di calore. Gli occhi del giovane brillavano di determinazione.
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
Puntata 46
Shin’ichi Yamamoto rivolse lo sguardo verso i rappresentanti della Divisione studenti presenti all’incontro. Si alzò
un giovane dall’aspetto magro che indossava un completo grigio e un paio di occhiali.
«Sono Tatsuji Nogi e frequento il quinto anno di medicina presso l’Università di Kumamoto - disse. Sono
responsabile della Divisione studenti. Fino a oggi ho cercato di condividere il Buddismo con i miei colleghi
universitari, e cinque di loro sono diventati membri».
«Bene!», disse Shin’ichi. «È meraviglioso. Nutro grandi aspettative verso il vostro futuro. Nel Kitakyushu ho
incontrato alcuni studenti di odontoiatria. Sembra che ci siano parecchi medici nella Soka Gakkai del Kyushu…
A proposito, come stanno i tuoi genitori?».
«Godono di ottima salute. Mia madre pratica, mentre mio padre è contrario al Buddismo, e questo mi fa
soffrire».
«Ci sono tanti giovani che soffrono perché i loro genitori non praticano, ma non c’è alcun motivo di avere fretta di
convertirli.
In particolare nel tuo caso, è grazie a tuo padre che puoi frequentare l’università, perciò dovresti avere il cuore
colmo di gratitudine nei suoi confronti, più di chiunque altro. Questo significa essere buddisti.
Quando rivedrai tuo padre, mi raccomando, rivolgigli queste parole con tutto il cuore: “Grazie a te, papà, posso
frequentare l’università. Grazie davvero”.
Pensi che ce la farai?».
«Sì!».
«Allora prova a dirlo qui, immaginando che tuo padre sia presente. Se non riesci a dirlo qui, sarà molto difficile
che tu riesca a farlo quando sarai davanti a lui».
Tatsuji rispose: «Sì» e dopo aver tirato un respiro profondo cominciò a parlare con voce tesa: «Grazie a te,
papà, posso frequentare l’università. Grazie mille. Mi impegnerò ulteriormente, sia nello studio della medicina
che nel Buddismo».
Shin’ichi intervenne subito: «Sbagli a inserire in questo contesto il “Buddismo”. Non c’è bisogno di farlo. Tu
stesso sei “il Buddismo”, tu sei “il Gohonzon”. Anche nel Gosho troviamo scritto questo. Ciò che conta è che le
tue azioni dimostrino una sincera gratitudine, e che tu ti prenda cura dei tuoi genitori».
Puntata 47
Erano già passate le 19.00 e la riunione di Shin'ichi Yamamoto con i rappresentanti di prefettura del Kumamoto
proseguiva da quasi due ore. Shin'ichi avrebbe voluto continuare a dialogare con loro, ma decise di concludere
l'incontro. I membri si erano radunati da varie zone di tutta la prefettura, e alcuni di loro avrebbero impiegato fino
a tre ore per tornare a casa. E tra loro vi erano anche membri delle Divisioni donne e giovani donne.
Dopo l'incontro, Shin'ichi si intrattenne altro tempo a parlare con Tatsuji Nogi e con gli altri membri della
Divisione studenti, che sarebbero diventati i leader del ventunesimo secolo. Vivevano tutti relativamente vicino.
Shin'ichi disse a Nogi: «Per quanto riguarda tuo padre, recita Daimoku per lui. E diventa un medico eccellente.
Ecco come riuscirai a trasmettergli il Buddismo. A proposito, chi ha iniziato per primo a praticare, tu o tua
madre?»
«Mia madre. Ed è stato il suo entusiasmo a convincermi a unirmi alla Soka Gakkai, quattro anni fa, a Tokyo
dove la mia famiglia vive, appena prima di partire per l'università. Ancora oggi sono molto grato a mia madre per
avermi fatto conoscere il Buddismo».
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Sezione – Nuova Rivoluzione Umana
Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
La madre di Nogi era entrata a far parte della Soka Gakkai nel 1959. Il padre, originario di Taiwan, gestiva
diversi ristoranti. I genitori di Nogi discutevano spesso. Un vicino di casa, membro della Soka Gakkai,
preoccupato per la loro situazione, convinse la madre di Nogi a provare a praticare il Buddismo. Ma quando la
madre di Nogi iniziò a praticare, il padre s'infuriò ancora di più e se la prese con lei per quella che definiva una
"religione giapponese". Anche se lei aveva iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin spinta dal
desiderio dell'armonia familiare, ne risultarono solo litigate ancora più pesanti.
Quando Tatsuji Nogi divenne un adolescente, cominciò a pensare che la causa dei loro problemi familiari
risiedesse proprio nel fatto che sua madre era diventata un membro della Soka Gakkai. Così, quando la madre
lo invitò a praticare con lei, non volle saperne.
Ma a poco a poco Nogi cominciò a chiedersi perché, a dispetto di un'opposizione tanto feroce, la madre si
rifiutasse di rinunciare alla propria fede. Cominciò a pensare che ci dovesse essere qualcosa di speciale in quel
Buddismo.
La luce di una convinzione che non retrocede è la testimonianza più eloquente della verità del Buddismo.
Puntata 48
Dopo due anni di tentativi, Tatsuji Nogi superò gli esami di ammissione e fu accettato all'Università di Medicina
del Kumamoto.
Sua madre continuò a recitare Daimoku con impegno affinché suo figlio cominciasse a praticare il Buddismo e
diventasse un medico della Legge mistica capace di sostenere la filosofia della compassione buddista. Tuttavia,
non poteva fare a meno di notare che Nogi, a furia di studiare per passare le prove degli esami d'ammissione,
era diventato sempre più egocentrico.
Per parafrasare Christoph Wilhelm Hufeland (1762-1836), medico di famiglia del grande scrittore tedesco
Johann Wolfgang von Goethe, il sacro dovere dei medici è quello di vivere non per se stessi ma per il bene degli
altri.
La madre avrebbe voluto che Nogi diventasse un medico eccezionale, che veramente si prendesse cura dei
suoi pazienti in quanto esseri umani, e insisteva affinché cominciasse a praticare il Buddismo di Nichiren
Daishonin. «Conoscere alla perfezione la scienza medica non fa di te necessariamente un buon medico. Se
tutto ciò che ti interessa è solo fare soldi o ottenere una brillante reputazione professionale, non sarai degno di
autentico rispetto, né come medico né come persona. Per diventare un medico davvero eccellente hai bisogno
di una filosofia forte e di una profonda convinzione, hai bisogno di una filosofia di vita».
La madre di Nogi sottolineava con forza l'importanza del Buddismo di Nichiren, spinta dal desiderio che suo
figlio diventasse una persona davvero di valore. Le sue parole colpirono profondamente il cuore di Nogi.
Anche se non aveva voglia di impegnarsi con serietà nel praticare il Buddismo, Nogi decise comunque di entrare
nella Soka Gakkai, e poi partì per il Kumamoto per iniziare gli studi.
Alcuni giorni dopo la cerimonia di ammissione all'università, la madre si recò nel Kumamoto per vedere come
stava. Aveva pregato intensamente affinché lui si inserisse bene nella Soka Gakkai del Kumamoto.
Nogi prima le fece visitare l'università, quindi andarono a fare la spesa vicino al campus. Sua madre si rivolse a
un uomo al banco del pesce: «Lei sa se ci sono membri della Soka Gakkai in questa zona?»
Nogi non voleva che si sapesse in giro che era un membro della Soka Gakkai, e cominciò a sudare. Ma il
pescivendolo rispose con disinvoltura: «Certo che ci sono. Il centro dove si svolgono le attività della Divisione
studenti della Soka Gakkai è proprio lì». L'uomo disse che lui stesso era responsabile di nucleo.
Le preghiere della madre di Nogi per il figlio avevano aperto una porta dopo l'altra. La preghiera può muovere
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
l'intero universo.
Puntata 49
Tatsuji Nogi e sua madre si recarono presso un appartamento dove si erano riuniti i membri della Divisione
studenti della Soka Gakkai del Kumamoto. Lì la madre presentò suo figlio e chiese ai presenti di prendersene
cura.
Alla fine Nogi sviluppò un certo interesse per la filosofia buddista di cui sua madre gli aveva sempre parlato, e
iniziò anche a leggere gli scritti di Shin'ichi Yamamoto. Man mano che leggeva, restava sempre più
impressionato dalla profondità della filosofia buddista e percepiva l'importanza, come futuro medico, della
propria rivoluzione umana e della trasformazione dello stato vitale. Scoprì anche che la Soka Gakkai era
un'organizzazione che offriva una filosofia di vita sana, ricca di possibilità e di gratificanti interazioni umane, oltre
che significative opportunità per migliorare il proprio carattere.
Dopo le vacanze estive, Nogi decise di prendere parte alle attività della Soka Gakkai con l'obiettivo di migliorare
e perfezionare se stesso. Chiese a un membro più anziano nella fede di insegnargli a fare Gongyo e cominciò a
partecipare alle riunioni. Provò anche a far conoscere agli altri il Buddismo di Nichiren. Sentiva che stava
diventando una persona capace di parlare di Buddismo agli amici, spinto dal sincero desiderio della loro felicità.
Una volta, a una riunione di ex compagni di scuola a Tokyo, uno dei suoi vecchi compagni disse: «Sei cambiato.
Ho sempre pensato che tu fossi molto egocentrico, e che il tuo unico interesse fosse per i risultati dei tuoi esami.
A dire il vero, ero un po' preoccupato di cosa sarebbe successo quando fossi diventato un medico, con quel tipo
di atteggiamento. Ma vedendoti oggi, sento che non è più così».
Il Buddismo di Nichiren anela alla propria e altrui felicità, è il Buddismo della pratica per sé e per gli altri. È una
fede dove si avanza lungo la strada dei bodhisattva, chiamata kosen-rufu.
Attraverso la partecipazione alle attività della Soka Gakkai, Nogi aveva cominciato a migliorare il proprio
carattere e a percorrere la via della rivoluzione umana, anche se forse ancora non percepiva il proprio
cambiamento. Quando il suo amico portò questo cambiamento alla sua attenzione, ne rimase sinceramente
sorpreso.
Anni dopo, il dottor Felix Unger, presidente dell'Accademia Europea delle Scienze e delle Arti, commentò con
Shin'ichi, parlando di medici, quanto fosse importante per un medico essere dotato di profonda umanità, essere
un individuo dal carattere luminoso e ben sviluppato. La grandezza di carattere è un requisito indispensabile per
un buon medico.
Puntata 50
Shin'ichi chiese notizie della madre di Nogi. Il giovane rispose: «Mia madre vive a Tokyo, ma proprio oggi è
venuta a trovarmi».
«Allora mi piacerebbe incontrarla» disse Shin’ichi. «Pensi che potrà venire domani, a mezzogiorno, qui al centro
culturale?»
«Certamente!»
Avendo osservato le azioni di Shin'ichi sin dal suo arrivo nel Kumamoto, il responsabile di prefettura, Setsuo
Yanagi, pensò: «Sensei ascolta con molta attenzione ciò che ogni persona ha da dire e la incoraggia con tutto il
cuore. Sta cercando con serietà di trovare individui di valore e di farli crescere. Questo tipo di incoraggiamento è
l'ancora di salvezza della Soka Gakkai. Io pensavo che la lotta per kosen-rufu fosse in qualche modo separata o
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Volume 25 – Capitolo IV – Castello di Persone di Valore
diversa da questo incoraggiamento partecipe o dai consigli dati ai nostri membri, ma mi sbagliavo. Ciò che il
presidente Yamamoto mi ha mostrato qui nel Kumamoto è che dobbiamo concentrarci nell'incoraggiare
sinceramente ogni singola persona che incontriamo, con tutto il cuore.
Quella persona, colma di speranza, a sua volta con coraggio prenderà l’iniziativa, e questo renderà possibile
realizzare una famiglia armoniosa, kosen-rufu nella propria comunità e in ultima analisi la pace nel mondo: tutto
diventa possibile quando una persona brilla di coraggio e di speranza. Sulla strada di kosen-rufu si avanza
attraverso i dialoghi viso a viso e l'incoraggiamento».
Dopo che ebbe finito di parlare con i membri della Divisione studenti, Shin'ichi si spostò nel Kumamoto,
giungendo al Centro culturale alle 20.30. Senza fare alcuna pausa, recitò Gongyo con i responsabili presenti e
poi parlò con loro dei problemi che un giorno la prefettura avrebbe potuto incontrare.
«La Soka Gakkai nel Kumamoto ha bisogno di ancora più persone di valore di quante già non ce ne siano.
Tendiamo a pensare alle "persone di valore" riferendoci solamente a coloro che si assumono una responsabilità
pubblica, sotto i riflettori, ma è importante tenere in considerazione anche coloro che lavorano incessantemente
dietro le quinte. Davvero, non possiamo trasformare la nostra organizzazione in una fortezza inespugnabile se
non riconosciamo e incoraggiamo tali persone.
Lo stesso vale per il castello di Kumamoto. Dietro le pietre massicce visibili lungo le pareti, ci sono innumerevoli
piccole pietre utilizzate per sostenere l'intera struttura, come riempimento. Esse sono fondamentali per il
drenaggio dell'acqua e proteggono le mura del castello dalle forti piogge. Non possono essere viste dall'esterno,
ma il loro ruolo è fondamentale».
Puntata 51
Shin’ichi Yamamoto continuò a parlare dell'importanza di far crescere persone di valore, approfondendo
ulteriormente l'argomento.
«Nell’organizzazione della Soka Gakkai, coloro che si impegnano con costanza, inosservati, hanno lo stesso
ruolo dei sassolini nelle mura del castello. I leader che agiscono più in vista per via del loro ruolo, devono
rispettare sinceramente i membri, valorizzarli e prendersene cura.
I nostri compagni di fede possono fare del proprio meglio solo quando sentono che i responsabili comprendono i
loro sforzi, li lodano e li incoraggiano con tutto il cuore. La sensazione di essere apprezzati è una motivazione
fondamentale per chiunque. Allora riusciranno a tirar fuori ancora più forza.
Ad esempio, quando partecipate alle riunioni di discussione, avrete di fronte coloro che
offrono la casa come luogo di riunione, coloro che si sono presi cura di preparare i poster e altro materiale o
hanno messo in ordine tutte le scarpe all’entrata. O ancora, quei membri che ce la mettono tutta per distribuire il
quotidiano Seikyo, che si occupano della promozione delle pubblicazioni e dei concerti organizzati dalla MinOn.
Rivolgendovi a loro, ringraziateli con tutto il cuore e incoraggiateli. Questo è importante.
I leader devono rispondere prontamente e con sensibilità agli sforzi dei membri.
Ringraziare e lodare i membri per la loro dedizione è il primo passo per far crescere persone di valore.
Shin'ichi continuò: «Si suol dire che le pareti di pietra di un castello sono resistenti perché sono costruite con
pietre di varie forme. Lo stesso vale per l’organizzazione della Gakkai. Facendo crescere persone di valore dalle
differenti caratteristiche e capacità, ma allo stesso tempo in unità tra loro, riusciremo a realizzare un castello
Soka inespugnabile.
Prendete il baseball, per esempio: una squadra composta solo dai nove migliori lanciatori del campionato non
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sarà necessariamente una squadra potente, giusto?
Non basta un’unità di “stessi corpi, stessa mente”: il Daishonin afferma che è necessaria
l’unità di “diversi corpi, stessa mente”. Nel Buddismo e nella Gakkai unità non significa conformarsi tutti su un
unico stampo: al contrario ognuno deve essere rispettato e valorizzato al massimo grado per le sue qualità
peculiari e la sua unicità. Un castello di persone di valore è un gruppo di molti individui diversi tra loro».
Puntata 52
I responsabili di prefettura del Kumamoto ascoltavano attenti le parole di Shin'ichi, con gli occhi luminosi.
«Il problema è che quando si riuniscono persone di valore con caratteri eterogenei, può accadere che si
scatenino dei conflitti di personalità che possono portare alla disunità.
Cosa fare?
In tali momenti, l'aspetto "stessa mente" dell'espressione "diversi corpi, stessa mente" assume particolare
importanza. "Stessa mente", o “stesso cuore”, significa lottare per gli stessi obiettivi. Nel nostro caso si tratta del
cuore che vive per il grande e nobile obiettivo di kosen-rufu.
Nichiren Daishonin cita il detto: «Il cuore di un coraggioso lascia il superficiale e cerca il profondo» (RSND, 1,
397). È importante ricercare ciò che è profondo.
Se ciascuno riesce a rompere il guscio del “piccolo io” attaccato al prestigio personale, all’onore e al guadagno,
e si basa sul grande voto di kosen-rufu, allora nasce un’unità più forte. In questo modo ogni persona sarà in
grado di manifestare il proprio massimo potenziale. Una singola goccia d’acqua non può perforare nemmeno
una foglia, ma se innumerevoli gocce d'acqua si uniscono nel grande oceano possono formare ondate in grado
di erodere anche uno scoglio gigantesco.
Nella Gakkai, se ciascuno prega sinceramente per realizzare l’unità per kosen-rufu con la decisione di
“diventare io stesso capace di creare unità”, perseverando in questo sforzo ognuno potrà realizzare la propria
rivoluzione umana.
Se, al contrario, si prova gelosia reciproca e ci si mette i bastoni fra le ruote, questo è il lavoro della funzione
demoniaca che distruggerà il movimento di kosen-rufu».
La voce di Shin'ichi si fece più intensa:
«Desidero che i responsabili accolgano tutti in un grande abbraccio, in modo che tutti possano manifestare i loro
talenti e le loro energie in un crescendo.
I leader che non hanno forza sono quelli che davanti a membri che non seguono le loro
indicazioni li giudicano subito etichettandoli come “persone impossibili”. Ma in questo
modo le persone di valore non crescono. Prima di tutto ognuno deve impegnarsi nella
propria crescita personale, allora anche le persone di valore cresceranno.
Dobbiamo insegnare con pazienza ciò che è necessario e sforzarci di comprenderci reciprocamente avanzando
in armonia. I buoni rapporti sono il terreno fertile in cui crescono le persone di valore».
Puntata 53
Il 29 maggio numerosi membri della Soka Gakkai erano riuniti, sin dal mattino, intorno al Centro culturale del
Kumamoto.
Erano arrivati da varie parti della prefettura col desiderio di incontrare anche solo per un attimo Shin’ichi
Yamamoto.
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Dalla finestra del centro Shin’ichi li vide e si rivolse al responsabile di prefettura, Setsuo Yanagi: «Oggi
pomeriggio devo rientrare a Tokyo. Se non utilizzo questa occasione, passerà del tempo fino a che io possa
ritornare qui, perciò vorrei fare Gongyo con tutte queste persone. Per favore, faccia accomodare al Centro
culturale tutti i membri».
Come scrisse il filosofo americano Henry David Thoreau (1817-1862): «Ora o mai più!», e come declamò il
poeta Walt Whitman (1819-1892): «La cosa importante per noi è questa vita, sono queste persone». Shin'ichi
era sempre molto consapevole dell'importanza del momento presente.
Dopo le dieci ebbe inizio la cerimonia di Gongyo. Le persone riunite erano al colmo della gioia per l’inaspettata
notizia che ci sarebbe stata la cerimonia di Gongyo guidata da Shin’ichi.
Mentre il vice presidente del Kyushu si rivolgeva a loro, Shin'ichi chiese al responsabile del Kumamoto: «Quanto
tempo impiegheremmo per raggiungere l'auditorium in costruzione ad Aso?»
«Direi più di un'ora».
«Capisco. Immagino allora che non riuscirò a visitarlo, questa volta».
Ad Aso, nel mese di luglio, era prevista l’apertura dell’auditorium “Crisantemo bianco”, dedicato alla Divisione
giovani donne.
Shin’ichi disse al microfono: «Quando saranno completati i lavori dell’auditorium verrò a visitarlo sicuramente.
Kumamoto è veramente un bel luogo, che brilla di meravigliose persone
di valore. Tornerò presto!».
Egli avrebbe desiderato visitare tutti i centri culturali del Giappone e del mondo intero per incontrare, dialogare e
incoraggiare tutti i compagni di fede che si stavano impegnando con tutte le forze per kosen-rufu. Avrebbe
voluto fare di più, e a volte rimpiangeva di avere un solo corpo.
Shin'ichi recitava sempre con fervore per i membri delle zone che non poteva visitare. Egli pregava e continuava
a pregare pensando tra sé: «I nostri cuori saranno sempre uniti. Affido a voi la realizzazione del movimento di
kosen-rufu in mia vece, nelle vostre rispettive zone».
Puntata 54
Dopo la cerimonia di Gongyo, Shin’ichi Yamamoto si mise subito a lavorare. Ovunque si trovasse aveva sempre
una montagna di resoconti e altro materiale da rivedere, e altrettante decisioni da prendere in qualità di
presidente della Soka Gakkai.
Consumò il pasto velocemente e poi riprese a lavorare. Dopo un po’ un responsabile che lo accompagnava lo
informò che erano giunti numerosi membri che desideravano incontrarlo.
«Ho capito. Allora terremo un’altra cerimonia di Gongyo poco prima della partenza».
Dopo le 13:30 Shin’ichi apparve nella hall del Centro culturale di Kumamoto. Come aveva promesso il giorno
precedente, incontrò la madre di Tatsuji Nogi. Era una signora dall’aspetto ordinato e piccola di statura.
«Ieri ho chiesto di lei a suo figlio. Quanti figli ha in tutto?».
«Tatsuji ha un fratello. Anche lui sta studiando all’università per diventare dentista».
«Ho capito. La prego di continuare a farli crescere come eccellenti medici e successori di kosen-rufu. E il lavoro
di suo marito sta andando bene?».
«Viviamo in un periodo di crisi economica, perciò il lavoro non va sempre bene».
«In questi frangenti è importante che lei tratti suo marito con dolcezza. Non va bene fare pressione dicendo: «È
perché non pratichi che il lavoro ti va male». Sicuramente suo marito dentro di sé sta già pensando: «Ormai non
mi rimane altro che provare a praticare il Buddismo». Però è imbarazzato, non si sente adatto. È importante che
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lei comprenda questo punto e con saggezza sostenga suo marito, così riuscirà a costruire una famiglia felice».
Il fatto che una moglie preghi seriamente affinché anche il marito prenda fede è una manifestazione naturale del
cuore che anela alla felicità della famiglia.
Ma sarebbe stupido litigare a causa della fede o rompere i rapporti per questo. È necessario ritornare sempre al
punto di partenza: il desiderio che suo marito diventi felice. Lei deve avvolgere suo
marito con parole e azioni colme di amore e premura.
Questo è Buddismo.
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