In questo numero: Speciale AMANI Intervista a Don

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In questo numero: Speciale AMANI Intervista a Don
A SUD
In questo numero:
Speciale AMANI
Intervista a Don Pasquale Cristiani, Ispettore Salesiani Italia Meridionale
Estate Rosa 2013
EDITORIALE
Il microcosmo sociale di Panama e le sfide della differenza
Un gruppo di ricercatori della Zoological
Society of London si è recentemente
recato a Panama per studiare la vita
sociale delle vespe locali, usando
tecnologie all’avanguardia per tracciare e
monitorare, in un arco di oltre 6.000 ore,
i movimenti di 422 vespe di 33 colonie
differenti. E le scoperte effettuate da
questi ricercatori sono state utili a
cancellare stereotipi vecchi di secoli sulle
abitudini degli insetti sociali circa la
possibilità che qualche ape o vespa
operaia varcasse i confini che dividono
una colonia dall’altra abbandonando
un’idea definita finora ‘incongrua’
dall’intera comunità scientifica etologica
poiché posta sui confini della ‘differenza’.
L’interrogativo che aveva intrigato per anni i ricercatori era come gli insetti riuscissero a gestire con
successo un compito che gli esseri umani, con sofisticate armi e strumentazioni culturali, riuscivano a
svolgere solo parzialmente: mantenere ermeticamente chiusi i confini della «comunità» e conservare
efficacemente la separazione fra «noi» e «loro». Ipotesi rivelatasi scientificamente fallace rappresentandosi
come metafora di grande interesse.
In un breve quanto intrigante saggio intitolato per l’appunto le Vespe di Panama, l’intellettuale polacco
Zygmunt Bauman, uno dei più attrezzati lettori della ‘modernità liquida’, utilizza il pretesto della ricerca
etologica per arricchire il suo già noto bagaglio di suggestioni circa il rapporto identità/riconoscimento nelle
società complesse, denunciando la (ideo)logica e il senso comune della comunità scientifica, come
strumenti identitari destinati a mutamenti così controversi da decretarne il dissolvimento.
‘Convinzioni prassomorfiche’ - le definisce Bauman - che inducono a leggere il mondo attraverso la lente
delle prassi umane, ossia attraverso ciò che gli uomini comunemente conoscono e sanno fare. “Siamo
autorizzati a supporre” – afferma il sociologo polacco – “che se nessuno sforzo è stato profuso per
verificare la veridicità del buon senso ricevuto, non è stato per mancanza di strumenti di ricerca, ma perché
un simile test non era giudicato necessario e si presumeva che la questione fosse già risolta una volta per
tutte; anzi, che non fosse mai stata, o non fosse più una questione da risolvere”.
La conclusione che si ricava da questa scoperta scientifica è che gli alveari sono normalmente ‘popolazioni
miste’, con vespe native e vespe immigrate che vivono e lavorano insieme, divenendo, almeno per gli
osservatori umani, indistinguibili le une dalle altre se non con l’ausilio degli identificatori elettronici.
Uno sbalorditivo rovesciamento di prospettiva che dimostra che lo ‘stato di natura’ non è nient’altro che
una proiezione di prassi fin troppo umane degli studiosi e che la fluidità delle appartenenze e il costante
mescolarsi delle popolazioni sono la ‘norma’ anche tra gli insetti sociali. Una differenza tra ‘mappe
cognitive’ che distingue gli entomologi di vecchia generazione dai nuovi ricercatori e che riflette il passaggio
dalla ‘modernità solida’ della sovranità esclusiva e indivisibile, alla ‘modernità liquida’, con le sue linee di
confine sfocate e altamente permeabili. “Il culto della diversità che subentra al valore delle identità di
massa induce a ripensare il ruolo del soggetto e alle sue capacità all’interno delle dinamiche di
riconoscimento”.
Non è più in gioco dunque la forma da dare al mondo, ma la possibilità di esser parte del mondo laddove
non è più il fine dell’azione che aggrega, ma il suo movimento.
Vitandrea Marzano
LINEE, ATTORI, RISORSE
La testimonianza di Angela Cifarelli e l’Estate Ragazzi 2013
Già da giugno una grande macchina si è messa in moto per organizzare l' "Estate in Libertà 2013" un
iniziativa che quest'anno ha accolto circa 170 minori la mattina con vari laboratori e 260 bambini ogni
pomeriggio e tanti volontari che con un progetto dal titolo "dona il tuo tempo ai più piccoli" ne ha visti
impegnati circa 70 tra i 15 - 17 provenienti dalle varie scuole di secondo grado.
Il tema conduttore dell’ER 2013, è stata la storia di Aladdin, ragazzo furbo dal cuore tenero che riesce a
cambiare non solo la sua vita in meglio ma addirittura una legge che impediva di sposare la bella
principessa Jasmine, figlia del sultano. Una metafora dell’Oratorio che riesce non solo ad attrarre centinaia
di ragazzi spesso in contesti sociali “a rischio”, ma anche ad educare a valori alti della vita in attesa che una
legge regionale gli riconosca il giusto peso della sua funzione sociale ed educativa che svolge con numeri e
risorse notevoli. Belle e coinvolgenti sono state le uscite settimanali, ma personalmente la più bella è stata
quella a Miragica dove c'è stato il raduno di tutti gli Oratori di Puglia, quel giorno eravamo circa 1500 un
miscuglio di colori e suoni; non di meno sono state le uscite il sabato dove l'Oratorio si trasferiva nelle
piazze di Bari.
In piazza il programma prevedeva il primo momento dedicato ai gioco di squadra e il secondo momento il
più importante era la celebrazione eucaristica, molto suggestiva è stata la messa celebra sul fortino di Bari,
dove si poteva ammirare un orizzonte: immenso, libero, infinito.
Anche i giovani dai 16 anni in su sono stati coinvolti nell'estate giovani, per loro il tema conduttore è stata
la storia di Don Pino Puglisi con la visone del film "alla luce del sole" che ha l’intento di promuovere una
cultura della legalità, della non violenza e della cittadinanza attiva.
Alla fine dell'estate ragazzi sono state organizzate tante altre iniziative che ha visto coinvolti un pò tutti, il
14 luglio, è stato organizzato l’evento sportivo “un pugno alla violenza”: una serie di match di boxe, che ha
visto l’apice nell’incontro professionista tra Francesco Lezzi (cresciuto all’Oratorio Redentore) e Luigi
Lapenna. Don Francesco Preite, direttore dell’Oratorio, lo definisce, “un evento quasi storico perché la boxe
entra in Oratorio emancipandosi dal fardello di essere etichettato come sport violento.
Altra iniziativa organizzata dal nostro Oratorio è stato un incontro di calcio, sono scesi in campo le "Vecchie
glorie dell'A.S. BARI vs REDENTORE". La manifestazione "Un Calcio all'ignoranza" ha coinvolto anche alcuni
giocatori "vecchie glorie" del Bari, quali Loseto e Di Gennaro, che hanno sfidato in una partita amichevole i
ragazzi del Redentore, vinta per 5 a 1 da quest’ultimi. La manifestazione ha visto l’intervento del presidente
della Provincia dott. Francesco Schittulli.
Ma non ci siamo fatti mancare proprio niente, dopo questi due eventi sportivi è stata la volta della visione
del medio metraggio “L’anima attesa”, in collaborazione con Pax Christi, sulla figura di don Tonino Bello a
vent’anni dalla sua scomparsa. È intervenuto anche l’attore Franco Ferrante.
Abbiamo pensato anche ai più piccoli che sono la parte più importante del nostro ambiente infatti per loro
e non solo, in collaborazione con l'Oratorio salesiano di Santeramo e l'Oratorio di Foggia, sono andati in
scena le migliori produzioni musicali degli oratori salesiani pugliesi: “Peter Pan - solo chi sogna può volare"
a cura dei giovani dell'Oratorio di Santeramo, e "Alice, il musical delle meraviglie" dell'Aps "Sacro Cuore"
Dopo queste iniziative è iniziato il momento della formazione dal 5 - 11 agosto si è svolto il campo scuola
che ha visto impegnati presso il Santuario di santa Maria di Leuca i ragazzi della fascia di età tra i 16 - 20
anni con momenti di preghiera, confronto, formazione e serate allegre. Tra le tante cose fatte al campo non
è mancato il pellegrinaggio ad Alessano, sulla tomba di Don Tonino Bello. Ancora attuale risuona il suo
invito ad essere “contemplattivi”: contemplativi nell’azione.
Bella e interessante è stato il confronto Nazionale MGS "testimoni della Gioia" che si è svolto a Torino dal
10 al 16 agosto che ha visto coinvolti circa 1200 giovani provenienti da tutta l'Italia. Anche qui non sono
mancati i momenti di preghiera, di confronto con altre realtà, le lectio e i momenti di spettacolo, insomma
a Torino non è mancato proprio niente. E' stato bello vivere questi momenti in prima persona, bello poter
camminare sulla strada che il piccolo Giovanni Bosco faceva ogni giorno e pensare che faceva tutto questo
per noi giovani. Concludo con le parole del Rettor Maggiore che dice: "Don Bosco è un pastore, una guida,
un formatore di anime giovanili preoccupato di salvare, istruire, coinvolgere e orientare alla pratica
cristiana e alla vita virtuosa. Andiamo incontro a Cristo accompagnati e guidati da Don Bosco e troveremo,
come lui, la GIOIA del servire il Signore.
Angela Cifarelli
SPECIALE AMANI
Intervista ad Antonio Spera | Referente Amani per il sud Italia
Cosa significa combattere le povertà e le
disuguaglianze? E farlo in Kenya, Zambia e Sud
Sudan?
Seppur con le differenze culturali e di contesto che
ciascun luogo nel mondo merita per essere
pienamente compreso, la risposta a questi due
quesiti rimane la stessa: costruire e offrire
opportunità. Perché che tu sia bianco o nero,
disabile o normodotato, o povero la vera piaga è il
numero di persone che rimangono escluse dalle
opportunità e dalle possibilità: di studio, di lavoro,
di cure mediche, di infanzia piena, di godere dei
diritti inalienabili delle persone ad avere una vita
piena. In una sola espressione potremmo
chiamarla "la possibilità di scegliere".
E' alle donne e gli uomini, alle bambine e ai
bambini privati di questa possibilità che l'ONG Amani guarda con i sui diversi progetti sociali. Nata nel 1995
da un gruppo di volontari già coinvolti nel sociale, Amani ha costruito nel corso degli anni una forte
relazione con le comunità locali, reali attori di ogni forma di cambiamento possibile. Koinonia Community,
presente in Kenya e in Zambia, diventa così più di un partner privilegiato. Amani diventa così una realtà
nazionale costantemente impegnata per l'affermazione del diritto dei bambini e dei giovani ad avere
un’identità, una casa protetta, cibo, istruzione, salute, istituitendo case di accoglienza, centri educativi,
scolastici e professionali in Kenya, Zambia e Sudan. Da allora offriamo ogni giorno opportunità e alternative
concrete a migliaia di bambini e bambine costretti a vivere sulla strada nelle grandi metropoli, nelle zone
rurali e di guerra. L'impegno e il lavoro con le comunità africane non sarebbe possibile se non ci fosse in
Italia una fitta rete di volontari che animano i propri territori (Lombardia, Piemonte, Emilia e Romagna,
Lazio, Campania, Puglia e Basilicata) con iniziative e incontri culturali, di informazione e approfondimento.
Abbiamo fatto dello scambio, del viaggio e della conoscenza di un'Africa vera e senza filtri, con un punto di
vista privilegiato perché dall'interno delle comunità, un asse portante del nostro ragionamento. Ogni anno
offriamo la possibilità di partecipare a campi di incontro in Kenya e in Zambia a gruppi organizzati, giovani
volontari e famiglie che desiderano conoscere in prima persona la realtà africana e vivere un periodo di
condivisione con la comunità locale. Lo scenario sociale ed economico di Kenya, Zambia e Sudan, per
quanto diverso nelle sua intimità, è caratterizzato da diseguaglianze e iniquità. Il livello di povertà elevato, il
tasso di urbanizzazione e l’aumento demografico crescenti e fuori dal controllo delle istituzioni, spesso
assenti e corrotte, sono tutti elementi che hanno determinato la nascita e l’acuirsi del fenomeno dei
bambini e ragazzi di strada. La povertà estrema tende a causare conflitti familiari, che possono degenerare
in abusi, dipendenze da alcol e stupefacenti, violenza. Gli educatori lavorano per le strade di Nairobi
cercando di avvicinare questi bambini e ragazzi, conquistare la loro fiducia, indirizzarli nella scelta libera e
consapevole di entrare a far parte di un programma di accoglienza e riabilitazione. E' l'inizio di un percorso
insieme. Quel percorso si chiamerà Kivuli Center, Anita's Home, Mdugu Ndogo, Kivuli Ndogo, se sei un
bambino o una bambina di strada, Riruta Health Project se necessiti di cure, o uno delle tante attività
generatrici di reddito sei un giovane lavoratore o lavoratrice. Perché non c'è futuro senza la sostenibilità dei
progetti. E non ci sono progetti se non guardiamo al cambiamento. Quel cambiamento che parte da noi.
Ogni giorno.
Info: www.amaniforafrica.it
Alessandra Rizzi
CONTRIBUTI
Estate Rosa 2013: una prospettiva di genere
In un momento di forte crisi
sociale e economica come
quella
che
stiamo
attraversando è ancor più
evidente il contributo che le
donne hanno nel conciliare il
ruolo
socio-economicolavorativo con il ruolo socioaffettivo-familiare. Sono le
donne
che
si
fanno
maggiormente carico, e su più
fronti, di situazioni che spesso
non lasciano molte possibilità
di scelta. Sicuramente in tema
di pari opportunità e di
politiche di genere molto si è
fatto negli ultimi tempi e
rispetto a qualche anno fa si è attribuito un riconoscimento sostanziale e non più solo formale al ruolo che
le donne hanno nella vita privata e nella pubblica. Sicuramente si è fatto tanto, ma molto c'è ancora da
fare. E penso alle politiche di conciliazione vita-lavoro che in molti casi non riescono assolutamente a
soddisfare le reali esigenze di affermazione nella vita professionale con la necessità di essere sempre e
quasi fisiologicamente fulcro trainante della famiglia. In realtà, tutti i temi, le forme e le scelte della politica
dovrebbero essere orientate da una prospettiva di genere. Ma non sempre ciò accade.
In un’ottica di costruire una cultura che sappia declinarsi al plurale dando voce ai talenti e alle idee delle
donne, l'Assessorato al Welfare della Regione Puglia e la Consigliera Regionale di Pari opportunità hanno
organizzato l'Estate Rosa 2013, manifestazione itinerante di espressioni rigorosamente al femminile ed
eccellenti in cultura, arte, musica, scienza, giornalismo. L'Estate rosa, che è iniziata a Otranto il 19 luglio e
terminerà a Foggia il 21 settembre, arriverà a Bari il 17 e 18 settembre con due workshop organizzati in
Fiera del Levante sui temi " L'orizzonte europeo nel quadro degli interventi per la conciliazione vita-lavoro"
e "L'impegno della Regione Puglia, della Consigliera Regionale di parità e delle imprese a supporto della
parità". Momento clou della manifestazione sarà la notte rosa, il 17 sera in piazza Ferrarese e sala Murat:
una serata dedicata alle donne e animata dai servizi welfare del Comune di Bari e dalle associazioni che da
sempre si battono per la tutela e l’affermazione del ruolo femminile: i centri famiglia e i centri diurni
cittadini, il centro interculturale Cacciatori di aquiloni, il centro anti violenza La luna nel pozzo, la Biblioteca
Ragazzi/e, e poi Arabe Fenici, Auser, Banca del tempo, CPO Avvocati di Bari, Cuscus arte, Dalila, Giraffa,
Junior Dance company, Maschile plurale, Persone libro, Santeramo antica. Una notte animata da reading,
performance, laboratori e dalla mostra fotografica a cura dell'Associazione Fotografi di strada "Lavoro e
donna tra necessità e virtù". Ma soprattutto, una notte animata dalle voci, dalle idee, dai sogni e dalle
ambizioni di tante donne che quotidianamente operano per una città plurale che sia anche una città “di
genere”.
Alessandra Rizzi
L’INTERVISTA
Intervista a don Pasquale Cristiani | Ispettore Salesiani Italia Meridionale
Don Pasquale, in questo convegno di PG alla vigilia del passaggio dell’
urna di don Bosco dal sud Italia che messaggio vuole lanciare ai noi
tutti dell’ispettoria?
Tornare a don Bosco! Tornare nel senso di viverlo. Far vivere don
Bosco nella nostra vita personale, nelle nostre comunità, perché lui è il
carisma, lui è l’intuizione dello Spirito per i giovani. A ciascuno di noi, il
compito di rispondere alla chiamata dello Spirito che ci chiede di
rendere attuale e concreto don Bosco oggi.
Siamo alla vigilia del capitolo generale dei Salesiani cosa si aspetta da questo evento di grazia?
Il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez, si aspetta che i salesiani siano “mistici, servi e profeti”.
Quando parla di “mistici”, vuole indicare uomini dello Spirito, capaci di incarnare realmente il carisma. La
gente che si avvicina dovrebbe respirare il profumo e la freschezza del carisma salesiano. Quando dice
“servi”, vuole evidenziare il mettersi a disposizione della gente e dei giovani, non con autorità ma con
autorevolezza. Ciò ci rende credibili, ci rende padri, guide capaci di accompagnare. Quando dice “profeta”
vuole sottolineare l’audacia nel cogliere le intuizioni del mondo giovanile di oggi. I giovani ci “pro-vocano”,
cioè risvegliano la nostra vocazione; il profeta la coglie, l’approfondisce e la porta a maturazione attraverso
percorsi educativi capaci di formare giovani con una fede cristiana autentica.
Quali sono i sogni e le attese per il futuro il Sud dei Salesiani?
Cercare di non perdere altro tempo ed altre opportunità per essere incisivi ed efficaci nel territorio,
soprattutto attraverso gli oratori, i centri di formazione professionale, le scuole e la parrocchie. La
parrocchia non deve essere solo celebrativa, ma deve essere comunità che vive il territorio, accogliendo le
problematiche degli ultimi e stando al servizio specialmente delle famiglie e dei giovani. L’Oratorio C.
Giovanile continui a fare proposte per i ragazzi ma osi nel fare proposte ai giovani che non siano solo gli
animatori o quelli della “cerchia” ponendosi in rete con il sociale, con il territorio. Le scuole siano
“alternative”, “appetibili” cogliendo le sfide nuove dei giovani per far passare dal dovere al gusto della
cultura, dello studio. Ed in fine le Scuole professionali siano rilanciate anche lì dove la Regione si ritira,
servono a togliere i giovani dalla strada, dalla microcriminalità dando l’opportunità di un mestiere.
Attiviamo volontariato, Famiglia Salesiana e quanti si dicono amici. Il nostro carisma educativo può e deve
essere ancora oggi capace di sognare, di progettare, di far crescere il territorio nel quale opera.
Attese e sogni per il Redentore di Bari?
L’attesa per la comunità del Redentore di Bari è molto grande! Molto grande perché puntiamo su Bari.
Vogliamo che diventi un centro culturale di animazione e di progettazione, partendo da ciò che già esiste: la
scuola professionale, un oratorio anche ben avviato, una parrocchia inserita in un quartiere così popolare e
difficile. La buona animazione dell’opera di Bari, con percorsi anche innovativi, porterà la comunità ad
essere riferimento per le altre comunità salesiane della Regione Puglia e dell’intera Ispettoria.
Il Redentore di Bari da due anni sta portando avanti il progetto Finis Terrae, che ne pensa di questo
progetto?
La mia opinione è che il progetto Finis Terrae è un’esperienza bellissima. La regia dell’Oratorio nel progetto
è il punto di forza anche perché dice concretamente un nuovo modo di fare Oratorio. La mia paura è che
però rimanga un’esperienza isolata. Infatti, uno dei motivi per cui ho nominato don Francesco Preite,
attuale responsabile dell’Oratorio Redentore, anche coordinatore della Pastorale Giovanile salesiana della
Puglia è perché riconosco la sua capacità di mettersi in rete. La mia speranza è che possa mettere in rete gli
altri oratori: far convogliare queste strategie, queste metodologie proprio partendo dal Redentore di Bari.
Giuseppe Cifarelli
Aspettando l’urna di DON BOSCO
In preparazione al
bicentenario
della
nascita di don Bosco (16
Agosto 2015), il Rettor
Maggiore dei Salesiani,
don Pascual Chavez
Villanueva, ha ideato
una
peregrinazione
mondiale
dell’urna
contenente la reliquia
di San Giovanni Bosco.
Reduce da 130 Paesi dei
cinque continenti nei
quali
operano
i
Salesiani, l’urna sarà
presente a Bari presso
l’opera
salesiana
Redentore, Domenica
22 Settembre 2013
dalle ore 07.00 al
mattino del giorno
seguente.
Don Bosco, padre e
maestro dei giovani,
ideatore dell’Oratorio
come luogo e stile
educativo e del sistema
educativo preventivo,
ha speso la sua vita per
l’educazione
dei
giovani, specialmente i
più poveri. Oggi, i
Salesiani di Don Bosco
operano
quotidianamente nelle
scuole, nei centri di
formazione
professionale, negli oratori, in centri di aggregazione giovanile, nell’accoglienza e reintegrazione di ragazzi
di strada, di bambini soldato, di ragazzi in misure alternative al carcere in 130 paesi del mondo, in favore di
15 milioni di ragazzi e ragazze. A Bari, i Salesiani operano nel quartiere Libertà di Bari attraverso l’opera
salesiana Redentore, fondata nel 1905 dal Beato Michele Rua, primo successore di don Bosco.
L’accoglienza dell’urna sarà presentata in occasione di una conferenza stampa che si terrà il 18 settembre
nella sala Giunta del Comune di Bari alla presenza di don Mario Sangiovanni, Direttore-Parroco dei
“Salesiani Redentore” di Bari, Michele Emiliano, Sindaco di Bari, Francesco Schittulli, Presidente della
Provincia di Bari, Onofrio Intron, Presidente del Consiglio Regionale, mons. Domenico Ciavarella, Vicario
generale della Arcidiocesi di Bari-Bitonto, don Roberto Spataro, Professore di Letteratura Cristiana Antica
Greca dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, don Francesco Preite, Responsabile dell’Oratorio Centro
Giovanile Redentore. Modera l’incontro don Giuseppe Ruppi.
“C'è la bellezza e ci
sono gli umiliati.
Qualunque difficoltà
presenti l'impresa,
non vorrei mai essere
infedele né ai secondi
né alla prima.”
Albert Camus