east - numero32
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rubrica OSSERVATORIO EUROPA a cura di Germania: l’impatto profondo del calo del tasso di natalità Le cause e le conseguenze economiche del calo del tasso di natalità in Germania. L Analisi Affinché una popolazione si mantenga stabile, senza bisogno dell’apporto dell’immigrazione, il livello di sostituzione deve attestarsi a circa 2,1-2,2 figli per donna, variabile in funzione del tasso di mortalità infantile degli Stati. Al momento nessun Paese europeo raggiunge tale tasso di natalità. Se le attuali tendenze demografiche rimarranno stabili, la popolazione tedesca diminuirà di 10 milioni entro il 2050 – ma la cifra sarebbe ancora più elevata al netto dell’immigrazione. E ne risulterà anche un marcato invecchiamento della popolazione: se nel 2002 c’erano 100 persone in età lavorativa ogni 28 persone con più di 65 anni, nel 2025 il rapporto sarà di 100 ogni 42, con una tendenza costante al rialzo (VEDI TABELLA). Si nasce poco Gli effetti della riduzione del tasso di na- poverimento generale causato dal conflitto, che ha impedito di isolarne gli effetti demografici. Nondimeno la gran parte degli analisti ipotizza che l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione porteranno: Un aumento brusco dei costi per pensioni e salute, in particolare poiché quest’ultima interagisce con un’inflazione strutturale sopra la media nel settore sanitario; Calo dei prezzi dei beni; Possibile assenza del dinamismo economico associato alle popolazioni più giovani. . . . www.oxan.com talità non sono ancora stati definiti con chiarezza, poiché l’Europa non ha mai vissuto una riduzione graduale della popolazione. I Paesi europei, come è ovvio, hanno sperimentato cali di popolazione improvvisi durante la guerra (con la Seconda guerra mondiale, ad esempio, la Germania ha registrato circa 7 milioni di decessi, tra civili e militari), ma si sono verificati in un contesto di distruzione diffusa, sfollamento della popolazione e im- Cause ipotizzate Sono vari i motivi ai quali si può ricondurre la crisi della natalità tedesca. Tra questi: Carenza di asili nido e costo elevato delle rette; Insufficienza di incentivi al congedo di maternità (permessi, ma anche sostegno finanziario); . . Tassi di natalità comparati (figli per donna) Irlanda Francia Norvegia Svezia Danimarca Regno Unito Paesi Bassi Lussemburgo Spagna Grecia Italia Germania 2000-2005 2005-2010 1,96 1,88 1,8 1,67 1,76 1,96 1,89 1,89 1,87 1,84 1,7 1,73 1,65 1,29 1,28 1,26 1,35 1,84 1,74 1,66 1,43 1,38 1,38 1,32 Getty Images / S. Gallup Rilevanza a Germania è la più grande economia d’Europa, nonché punto di riferimento per l’andamento economico dell’intera Europa continentale. Ormai da un secolo una Germania prospera è indice di un’Europa prospera e viceversa. Se il calo del tasso di natalità tedesco non verrà affrontato con una seria politica sociale, economica e migratoria, potrebbero conseguirne scarsità di capacità professionali adeguate, consistente aumento dei costi della sicurezza sociale e, dunque, crisi fiscale. Oxford Analytica è una società internazionale e indipendente di consulenza formata da più di 1.400 membri di facoltà di Oxford ed altre importanti università e istituti di ricerca nel mondo. I nostri report quotidiani analizzano sviluppi geopolitici, economici, sociali, commerciali e industriali sia dal punto di vista globale che regionale, dando ai nostri clienti analisi autorevoli puntuali ogni giorno lavorativo dell’anno. Fonte Divisione demografica Onu numero 32 . ottobre 2010 . 25 rubrica OSSERVATORIO EUROPA a cura di . . Incentivi al congedo di maternità. In Gran Bretagna le indennità di maternità al 90 % del salario terminano dopo le sei settimane, mentre in Irlanda una neomamma riceve un massimo di circa 1000 euro al mese per un anno (a meno che l’azienda per la quale lavora non offra un pacchetto più generoso). In Germania una donna che vada in congedo di maternità può conservare il lavoro per tre anni – e con ogni figlio successivo, il conteggio riparte da zero. A partire dal 2007 le donne in congedo di maternità ricevono 1800 euro al mese per un anno, con un ulteriore sussidio di 184214 euro al mese per figlio. se per la popolazione e lo sviluppo i tassi di natalità diminuiscono quando le donne sentono di non riuscire a conciliare lavoro e figli. Malgrado la possibilità di usufruire del congedo di maternità e di sussidi relativamente generosi, molte tedesche incontrano tuttora difficoltà a trovare un equilibrio tra le due sfere. Le cause sono da ricercare allora in un insieme di fattori istituzionali e culturali: Pochi sussidi per la prima infanzia. Mentre ai bambini dopo i 3 anni è garantita la scuola materna, gli asili nido per bambini fino ai 3 anni risultano insufficienti. Di conseguenza, sebbene il posto di lavoro sia garantito per tre anni, solo poche donne possono permettersi di lasciare l’impiego per un periodo del genere senza subire gravi risvolti professionali. Sistema scolastico. Per tradizione, fino a qualche anno fa, la giornata scolastica in Germania terminava alle 13. A partire dal 2002 sono state istituite più scuole a tempo pieno – al momento sono circa 6500, perlopiù al Nord del Paese – ma la stragrande maggioranza degli istituti dell’intera Germania chiude tuttora alle 13. Nel 2007 solo il 10 % delle scuole primarie tedesche offriva programmi di tempo pieno, rispetto al 55% della Danimarca e della Svezia. Riprovazione sociale. Le Chiese, forti soprattutto nella Germania meridionale, ancorata alla tradizione cattolica, e i politici conservatori tendono spesso a dissuadere dalla scelta di portare avanti la- . Altri fattori Secondo una ricerca dell’Istituto berline- . Getty Images / M. Villagran . 26 . east . europe and asia strategies Getty Images / C. Baitg . Mera scelta di non avere figli da parte delle coppie tedesche. La terza spiegazione è tautologica e perciò può essere scartata, sebbene suggerisca la necessità di riflettere sul perché le coppie tedesche potrebbero non volere figli. Le altre due destano altrettanta perplessità per la semplice ragione che non sono specifiche della realtà tedesca: Costi dell’educazione dell’infanzia. In Irlanda tali costi sono di almeno 800 euro (1015 dollari) al mese, rispetto alla Gran Bretagna dove partono da circa 600 sterline (930 dollari). Per contro a Berlino gli asili nido sono gratuiti per i bambini dai 3 ai 6 anni e il costo massimo per i bambini prima dei 3 anni è di 466 euro per i genitori che guadagno più di 80mila euro l’anno. voro e maternità. Anche in contesti laici, tuttavia, le donne che danno l’impressione di attribuire priorità al lavoro si imbattono ben presto nella censura sociale: insegnanti, amici o estranei non si fanno scrupoli a definire le madri lavoratrici Rabenmutter (madre snaturata, dall’apparente abitudine del corvo di scacciare i pulcini dal nido). Cultura dell’eccellenza. L’economia e la società tedesche si fondano sull’eccellenza: precisione, operosità e prodotto finito con perizia. In Germania, in molteplici ambiti, si avverte la necessità di portare avanti le cose fino in fondo e di farle con estrema accuratezza. Tuttavia, per la maggior parte delle famiglie, e soprattutto per le donne, lavorare ed essere genitori significa riuscire a malapena a “sopravvivere” nelle due sfere. Molte tedesche si mostrano dunque riluttanti di fronte a una scelta del genere. . Il ministro della Salute Philipp Roesler posa per una foto di fronte a un neonato nella clinica St. Marien (6 settembre 2010). Risolvere la crisi demografica Le molteplici cause della crisi demografi- ca tedesca esigono molteplici soluzioni: Migliore assistenza alla maternità. Le innovazioni più rapide e di facile applicazione implicano il passaggio a un sistema scolastico a tempo pieno, in grado di fornire assistenza fino alle 18, l’espansione dei servizi per i bambini tra i 3 mesi e i 3 anni, la predisposizione di colonie estive per le vacanze scolastiche. Cambiare la percezione culturale. È possibile lanciare campagne pubbliche mirate, nelle quali si associno maternità e carriera in un’ottica positiva. La Francia, ad esempio, ha una lunga tradizione a riguardo. Nondimeno, anche laddove queste misure diano risultati concreti, ci sarà comunque un intervallo di tempo prima che possano avere effetto. Sono necessarie, dunque, anche soluzioni a breve termine: Aumento dell’immigrazione. È ormai divenuta prassi comune rilevare che è impossibile risolvere la crisi demografica tedesca con l’immigrazione, poiché il . . . Paese avrebbe bisogno di 500-700mila nuovi immigrati l’anno, un’opzione impraticabile sul piano politico. La considerazione è esatta, certo, ma nessuno suggerisce che la sola immigrazione sia in grado di risolvere il problema: un aumento dell’immigrazione può solo rallentare o differire il processo di invecchiamento generale della popolazione, facendo guadagnare tempo finché le altre misure non producano esiti efficaci. Prolungare la vita lavorativa. I modelli di invecchiamento attuali e l’aumento dell’aspettativa di vita continuano a mettere sotto pressione i sistemi sanitario e pensionistico tedeschi. Per ridurla i cittadini dovranno innanzitutto lavorare più a lungo. È necessario, pertanto, che il governo innalzi l’età pensionabile e, cosa altrettanto importante, limiti l’accesso al prepensionamento (al momento non sono pochi i tedeschi che vanno in pensione ben prima dei 65 anni). . Conclusioni Il basso tasso di natalità della Germania è determinato da un’interazione di fattori istituzionali e culturali. Se la Germania (e, per estensione, l’Europa) vuole rimanere prospera e solvibile, è necessario adottare diverse misure: prolungare l’orario scolastico, espandere i sussidi per i servizi alla maternità, lanciare campagne di sensibilizzazione pubblica in supporto delle madri lavoratrici, incrementare l’immigrazione per favorire il periodo di transizione finché le riforme a lungo termine non cominciano a dare risultati, innalzare l’età pensionabile. . numero 32 . ottobre 2010 . 27