La notte del drago

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La notte del drago
Antonella Poliseno
LA NOTTE DEL DRAGO
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Q u e s t o l i b r o è s t a t o r e a l i z z a t o c o n S t r e e t L i b Wr i t e (h t t p : // w r i t e . s t r e e t l i b . c o m )
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
La notte del drago
Alle ore 17,00 finalmente concludo un’estenuante catena di giudizi direttissimi, tutti aventi
come imputati immigrati clandestini: qualcuno ha lasciato il suo paese d’origine alla ricerca
disperata di migliori condizioni di vita; altri fuggono dopo aver assistito, sotto i propri occhi, al
massacro di tutta la famiglia, per mano di spietati terroristi; un ragazzo omosessuale fugge
dopo essere stato crudelmente e brutalmente torturato a causa del suo orientamento sessuale,
considerato reato grave punibile con la morte, nel suo paese; una giovane coppia, sfuggita
miracolosamente ad una brutale guerra civile, racconta che durante l’atroce traversata nel
deserto, hanno visto morire fra le loro stesse braccia, i due figlioletti uccisi dalla fame, dalla sete
e dal caldo crudele del deserto. Ho guardato con attenzione gli occhi di ciascuno di loro e solo
una cosa ho letto in tutti quegli sguardi: un infinito dolore che non passerà mai più e che, come
un marchio macabro e indelebile, si porteranno dietro per tutto il resto della loro vita.
Entro in camera di consiglio, mi tolgo la toga facendola scivolare lentamente sulle spalle e poi
sulle braccia, in modo tale che possa portare via con sé tutte le atrocità che ho ascoltato. Mi
siedo, faccio un po’di respirazione yoga, bevo qualche sorso di the matcha, il mio valido
sostituto al classico caffè che non mi ha mai dato energia né mi aiuta a svegliarmi, ma che mi
procura solo tachicardia. Guardo fuori dalla finestra per rinfrescare lo sguardo posandolo in
lontananza sul cielo azzurro e le nuvole bianche di un piacevole pomeriggio primaverile. Apro
la finestra e inspiro una leggera brezza marina che qui al sud ha un odore unico e
inconfondibile: sa di buona salute e mette buonumore.
Bussano alla porta. Entra Francesco, il cancelliere.
“Mi scusi se la disturbo dottoressa Deangelis, volevo solo consegnarle i biglietti per i voli ed i voucher
dell’hotel per il workshop che si terrà questo fine settimana a Londra. Se lo ricorda, vero?”
“Certo che me lo ricordo, mio caro Francesco. E’ vero che dopo un’intensa giornata di lavoro sono un
po’stanca, ma non sono ancora così rimbambita, per fortuna!”.
Ridiamo entrambi di gusto, mi consegna il tutto e ci salutiamo:
“Allora a lunedì, dottoressa e si faccia valere al workshop!”
“Contaci! A lunedì Francesco.”
Infilo il giubbino di pelle nero, attillato, avvolgo con charme la scarpetta attorno al collo,
prendo le mie cose e vado … domani si parte e oggi non voglio tornare troppo tardi a casa.
Infilo la chiave nella toppa, neanche il tempo di entrare che i bambini mi saltano addosso
facendomi le fusa come cuccioli di gattini, docili, amorevoli, irresistibili ed un po’sornioni allo
stesso tempo:
“Mamma, allora domani parti?”
“Ci mancherai tanto, mamma!”
“Come faremo senza le tue coccole?”
“Ma ci porterai dei bei regali?”
Mi trascino verso il salone con i due furetti attaccati uno per ogni gamba:
“Tranquilli amori miei! La mamma torma prestissimo da voi! E vi porterò dei bei regali, promesso! E
comunque ci sentiremo sempre con whatzapp e skype!”
“Va bene mamma … ma ci mancherai lo stesso!”
“Lo so cuccioli, anche voi mi mancherete tantissimo, ma sono certa che fra due giorni rivederci sarà
ancora più bello…e faremo tantissimi bei giochi insieme!”
Li abbraccio fortissimo e affondo avidamente le labbra nelle loro guanciotte paffutelle
mordicchiandole anche un po’ e poi con un finto scappellotto al sederino li invito ad andare a
cenare.
La tensione per il viaggio comincia a farsi sentire un po’. Ho bisogno di un bagno rilassante:
apro l’acqua calda e riempio la vasca, aggiungo una generosa dose di bagnoschiuma ai fiori di
Bach con effetto rilassante, imposto il cellulare su spotify musica zen. Dolcemente mi immergo
nella schiuma morbida e avvolgente, inspiro tutto l’aroma benefico dei fiori di Bach, chiudo gli
occhi e mi lascio cullare dall’acqua e dalla musica, abbandonando tutti i miei sensi al dolce far
niente per una mezz’oretta. Finito il bagno rilassante, passo sul corpo una dolce, ricca e
profumata crema al burro di karité. Indosso la vestaglia di seta rosso scarlatto, corta a mezza
coscia ed esco dalla stanza da bagno.
Do il bacio della buonanotte ai bimbi.
Vado a letto anche io, senza pigiama né camicia da notte: voglio godermi tutto il beneficio del
burro di karité.
La notte trascorre relativamente tranquilla, faccio sogni confusi che non ricordo, mi sveglio
un paio di volte per assicurarmi di non alzarmi tardi.
Suona la sveglia. Inizia il week end … e sarò lontana dalla mia famiglia per ben due giorni … e
non è facile per me: da diverso tempo non mi allontano dai miei figli per più di una giornata
intera, ma questa volta devo proprio andare, poiché sono stata invitata come relatrice in un
workshop ove dovrò relazionare in materia di immigrazione clandestina, una materia
decisamente delicata in questo momento storico.
Fortunatamente è una calda e piacevole giornata di prima estate. Indosso una camicia bianca
sfiancata con polsini gemello e una gonna tubino nera, scarpe decolté rosse con tacco alto, ma
comodo.
Prima di andare controllo che tutto sia in ordine, p.c., tablet, smartphone, slide, appunti, libri
… c’è tutto. I vestitini e gli zaini dei bambini sono pronti e completi per i prossimi due giorni, le
merendine, i pranzi e le cene anche: ho preparato tutto alla perfezione. Però che fatica e che
meraviglia, allo stesso tempo, essere donna in carriera e mamma. Abbraccio, bacio e mi
spupazzo i miei cuccioli prima di andare, e con le labbra sfioro la guancia di mio marito sul
quale so di poter contare per la cura e la sicurezza dei bambini.
Il taxi è arrivato, devo andare. Faccio tre profondi respiri, una bacio al volo a tutti e vado.
Il volo per Londra giunge puntuale ed il viaggio procede tranquillo e sereno. Ne approfitto
per fare un po’di training autogeno ascoltando una piacevolissima musica rilassante, riesco
perfino a ricaricarmi di energia. Atterraggio morbido e perfetto.
Arrivata in aeroporto vedo subito un uomo con abito nero ed un cartello in mano con su
scritto “Dr. Deangelis”. Mi dirigo verso di lui, ci stringiamo la mano, mi conduce all’auto con la
quale mi porterà all’Hotel in cui si svolge il workshop.
Giunta all'ingresso dell’Hotel International intravedo in una zona d’ombra la sagoma di un
uomo in abito grigio scuro, alto, imponente, in piedi, orgogliosamente dritto sulle spalle, le
gambe leggermente divaricate, le braccia muscolose lungo i fianchi maschi. Ho subito
l’impressione di aver già visto quell’uomo. Mi avvicino lentamente fingendo indifferenza,
anche se le gambe mi tremano ed ho il respiro corto. Lo guardo, mi guarda, mi chiama:
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“Dottoressa Deangelis!”.
Quasi svengo, è lui, l’uomo che ha mostrato al mio corpo e alla mia mente meraviglie che
credevo impossibili. Rispondo con voce impostata, quel tanto che mi riesce per soffocare
l’emozione sconvolgente:
“Dottor Loserio! Mi scusi, non l’avevo riconosciuta! Ma perché quella sigaretta in mano? Non siete voi
medici i primi a dire che il fumo fa male?”
Mi risponde in modo glaciale:
“Il novanta percento dei medici fuma. No lo sapeva?”
“Ehm…no! Comunque non è un bell'esempio da dare ai suoi pazienti! ...Ma che ci fa anche lei qui a
Londra ed in questo stesso albergo, poi…”
“Sono qui per un congresso di chirurgia generale. E immagino che anche lei sia qui per un congresso…”.
Con un cenno rapido, deciso e molto sexy, mi indica due cartelli: su di uno c’è scritto
“medici”, sull’altro “magistrati”, con tanto di frecce che indicano due diverse, enormi sale
riunioni. E subito mi sento una perfetta imbecille per non essermi accorta di quelle indicazioni
che ho proprio sotto il naso…il cui olfatto, tuttavia, è ormai già tutto impregnato del profumo
fresco e virile del “mio” uomo. Il che spiega facilmente perché sento le farfalle nello stomaco e
sono tutta un subbuglio di emozioni.
Ma ecco che arriva Eleonor, la mia collega londinese organizzatrice del workshop:
“Ehi! Gioia! Welcome! How are you?”
“Ehi! Eleonor! I’m fine, thanks …”
Non faccio neanche in tempo a risponderle che mi prende per braccio e mi conduce
immediatamente verso la sala riunioni. Riesco solo a voltarmi verso il Dr. Loserio ed a fargli un
buffo cenno che vorrebbe significare “ci vediamo dopo…” spero che abbia capito … altrimenti sai
che figura!
Ed eccomi seduta di fronte a circa trecento persone:
“Concentrati, ce la puoi fare, rilassati, vai decisa…” mi ripeto per farmi forza. Poi si comincia, le
argomentazioni si fanno sempre più interessanti e pregnanti man mano che si entra nel vivo
del dibattito. E così passano le ore, anzi volano.
Soddisfatta del successo del workshop e della buona e piacevole cena con i colleghi, un
po’confusa per aver bevuto un paio di sorsi di vino bianco (in genere non bevo quasi mai
perché ho una scarsissima tolleranza all’alcool), anche un po’stanca per la giornata intensa, mi
ritiro volentieri nella mia camera lussuosa dell’altrettanto lussuoso hotel in cui sono ospite.
Faccio una telefonata skype ai miei bambini. Mi mancano tantissimo e sentirli mi rilassa e mi
fa sentire già un tantino meno stanca. Smodato scambio di coccole virtuali, promesse di bei
regali mantenute … ora ho bisogno di stare un po’ da sola con me stessa.
Sfilo le scarpe con il tacco alto e gioisco alla percezione della libertà ai piedi, mi libero dei
vestiti in modo rapido e semplice senza ostentare inopportuni striptease: sono troppo stanca.
Riempio la vasca idromassaggio e verso nell'acqua un profumatissimo bagnoschiuma fatto con
acqua d’arancio, stimolante, acqua di fiordaliso, idratante, viola blu, equilibrante, vaniglia,
nutriente. Il sentore dolce e fiorito che la schiuma emana, è un vero trattamento di
aromaterapia per i miei sensi, che al termine decido di completare idratando tutto il corpo,
passando sulla pelle ancora bagnata, un olio da massaggio alla rosa damascena.
Indosso una leggera vestaglia di seta, corta, nera, che alla luce fioca emette riflessi blu intenso.
Mi stendo sul letto e chiudo gli occhi. Improvvisamente un fruscio che proviene dall'esterno mi
fa sobbalzare. Mi alzo di scatto e subito mi accorgo che qualcuno ha infilato un bigliettino da
visita sotto la porta. Mi chino, lo afferro, leggo: “Vieni da me!”. Solo tre parole, decise,
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inequivocabili, “Vieni da me!”. Le mani cominciano a tremare, il respiro leggermente affannoso,
comincio ad intuire, giro lentamente il bigliettino, sul retro l’intestazione del proprietario “Dr.
Edoardo Loserio. Medico Chirurgo” e poi scritto a mano “stanza 309”, giusto accanto alla mia che
ho la 310. Improvvisamente provo una rabbia sconvolgente: “ma chi si crede di essere questo qui?
Con chi crede di avere a che fare? Non sono mica una delle sue squallide infermiere facilone che la danno
via a tutti manco non fosse la loro! Ora vado e gli dico il fatto suo!”. Velocemente, senza manco
pensarci, infilo le scarpe rosse col tacco alto che avevo a portata di tiro, afferro le chiavi della
camera, esco e furiosamente busso alla sua porta. Apre. Bello come un dio o forse un demone.
Evito di guardarlo per non svenire davvero. Digrigno i denti e gli urlo contro: “Ma come ti
permetti? Cosa credi di fare? Per chi mi hai presa? Tu non hai nessun diritto di …” mi afferra per un
braccio, mi tira dentro e mi bacia ardentemente mentre la porta si chiude di colpo. Mi ribello,
mi divincolo, assumo la posizione di attacco: “Stai lontano da me o te ne pentirai amaramente!”, gli
dico con voce rabbiosa.
“Calmati, piccola, non voglio farti del male e non voglio mancarti di rispetto, desidero solo che tu stia
con me questa notte. Lo desidero da tanto, sin dal primo momento in cui ti ho vista, lo scorso anno in
ospedale, ricordi? Sei venuta ad ascoltare un ragazzo indiano che avevo operato. Ti ho desiderata sin dal
primo istante in cui sei apparsa nella mia vita. Il tuo viso, i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo corpo, il tuo
profumo, tutto di te mi fa impazzire. Tante volte ho sognato di fare l’amore con te. Quando ti ho vista
nella hall dell’albergo questa mattina, mi è sembrato un vero miracolo. Vieni …”. Dolcemente afferra la
mia mano e mi conduce di fronte allo specchio, lui si pone educatamente alle mie spalle:
“guardati, Gioia. Sei ancora più bella e sensuale di quanto ricordassi. Apri gli occhi e guardati davvero”.
Mi osservo, il viso angelico, gli occhi grigio azzurro sempre lucidi, i capelli che nascono castani
e diventano delicatamente biondi alle lunghezze, dolcemente incorniciano il volto e scendono
generosi fin sulle spalle adagiandosi sui seni sodi e turgidi, semicoperti dalla vestaglietta di seta
nera. E’ straordinario che qualcuno abbia la capacità di vederti diversamente da come sei
abituata a vederti tu. Gentilmente mi slega la cintura, apre un po’ la vestaglia e ancora:
“Guardati. Sei perfetta. Sembri una bambina, con i seni adolescenziali, la pelle bianca morbida e delicata,
il ventre piatto e candido, la tua natura dolce disegnata dagli dei più raffinati e lussuriosi. La bocca che
sembra un bocciolo di rosa. Sei irresistibile. Gioia … non ho mai desiderato nessuna come te…”, il mio
corpo sempre più vicino al suo, eretto, virile. Soltanto ora mi accorgo che indossa solo i boxer
attillati che lasciano intravedere senza indugio la sua grande voglia di me. La vista di noi due,
seminudi allo specchio, mi toglie il fiato tanto è sensuale. Percepisco la sincerità delle sue parole
e la sua virilità crescere sempre più dietro di me. Riconosco a stento la donna nello specchio.
Chi sono davvero io? Il tempo si è fermato. Trasudo euforia, energia, voglia, desiderio,
erotismo. Mi sento viva come non mi accadeva da tanto tempo, troppo tempo. La mia parte
razionale cerca di trovare in tutti i modi l’equilibrio e la razionalità. Che sto facendo? Desidero
davvero una vita diversa da quella che ho? Ad essere sincera, no. Certo un po’di divertimento e
incoscienza in più mi piacerebbero molto, ma sono ragionevolmente soddisfatta di quanto ho
oggi. Forse della mia vita sessuale no, lo ammetto, si è molto diradata. Pensarlo mi causa uno
shock. Come ho potuto lasciare che accadesse? Come ho potuto non accorgermi che questo
aspetto tanto importante per la mia vita stava scomparendo? E cosa ancora più grave il fatto che
io non l’abbia considerato un problema. Mi viene in mente una bella donna addormentata in
attesa di un meraviglioso risveglio sessuale, dopo anni di torpore: una visione dolcissima. I
pensieri cominciano a galoppare con la stessa frequenza con cui mi batte il cuore. E se restassi?
Sarebbe davvero così sbagliato? Edoardo mi guarda da sotto le sue ciglia lunghe e folte. Mi
perdo nei suoi occhi verde giada e nell'intensità crescente del suo sguardo. E sono le ragioni del
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corpo, per troppo tempo soffocate, che prevalgono e mi portano ad abbandonarmi al momento
presente.
Il suo profumo maschio eccita sempre di più le mie narici ardenti: profumo di sandalo misto
a muschio bianco. Poi con la mia mano fredda, improvvisamente afferro la sua, bollente, e lo
spingo sul letto, con la stessa facilità con cui metto a tappeto un avversario quando pratico arti
marziali. Ma lui, come qualunque amatore ben educato, agilmente ribalta la situazione e si pone
sopra di me, ponendo il piacere dell’amata prima del proprio, si appresta a porre il capo in
efficace collocazione tra le cosce. In quell'avventato istante, un avido drago femminile pare
impossessarsi di me, un demone femmina, famelico e furibondo, smanioso di cogliere tutto il
piacere del maschio prima che la sua potenza possa scemare. Lui, sorpreso da tanta e inattesa
irruenza, si fa pallido in viso, ma la sua virilità che gode di vita propria e di proprie intenzioni,
riesce a tenere testa al furioso erotismo del drago femmina. Sono ancora io la padrona, sono
ancora io che lo possiedo e lo sottometto, provocandogli e provando io stessa un piacere
devastante, che mai nessuno dei due aveva sognato poter essere tale, finché in ultimo la lotta si
conclude con un urlo straziante di piacere, congiunto. E mentre la luna sembra condannare tale
aggressione erotica, il drago femmina pretende ancora che il debole venga scacciato e
schiacciato. I pensieri volano contraddittori e fremono di fronte alla forza di un guerriero
potente, le cui azioni consentono al mio temperamento di lasciarsi andare smodatamente a
rabbie ed altre eccitazioni furtive, liberando il drago femmina in un nuovo furore implacabile.
Ed ecco che lui, subito ancora pronto, mi offre generosamente ulteriori e comodi sfoghi, lungo
i quali, tuttavia, potrebbe fluire anche l’amore.
Il mattino seguente è illuminato da un sole caldo e brillante. Mentre apro gli occhi prendo
coscienza che tutte le buone mie intenzioni erano destinate a crollare inesorabilmente sotto il
fascino travolgente dell’amante.
Ma per quanto io possa tentare, probabilmente non riuscirei mai a coltivare il carattere della
concubina, dedita ad adulazioni e false riconoscenze ossequiose.
Il guerriero dorme ancora profondamente, dopo le fatiche della notte.
Scivolo fuori dal letto, infilo la vestaglia, afferro le scarpe e le chiavi della mia camera e mi
dileguo furtivamente. Doccia rapida, trucco veloce, infilo i vestiti e mi pettino con cura e
sveltezza. Afferro la valigia. E prima di entrare in ascensore infilo un mio biglietto da visita sotto
la sua porta. Solo tre parole, inequivocabili, che non lasciano spazio ad alcun indugio: “Alla
prossima dottore!”.
Mentre entro nel taxi istintivamente alzo lo sguardo. Lui è affacciato alla finestra, mi guarda
nostalgico, con il bigliettino fra le dita di una mano. Gli regalo un sorriso e vado.
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Biografia
Chi sono ...
Antonella Poliseno è nata e vive a Bari, dove svolge la professione di Magistrato Onorario
Appassionata di arti marziali, pratica Kempo Dankan, una disciplina la cui filosofia e pensiero
provoca una svolta decisamente positiva nella sua Vita, aiutandola ad affrontarla con maggiore
sensibilità, positività, forza e fiducia, e dandole, altre sì, spunti per scrivere.
Profondamente innamorata dell’ arte di leggere e scrivere, e affascinata dal concetto orientale
nello yin e yang – maschile e femminile, forte e delicato, razionale ed istintivo, coraggioso e
sensuale – presente in ogni cosa ed in ognuno di noi, scrive il romanzo ‘Geisha e Samurai’, nel
quale racconta al lettore, attraverso una storia intrigante, seducente e sensuale, come in
determinate circostanze, entrambi gli aspetti della nostra personalità, emergono per riportarci
al nostro equilibrio personale, mentale e fisico. Il libro risulta immediatamente molto gradito al
pubblico dei lettori, tanto da vendere circa duemila copie in sei mesi, vincendo addirittura un
premio letterario internazionale.
Di seguito scrive il romanzo ‘Ni tien – Due cieli‘, naturale prosieguo del primo libro, dove si
evolve ulteriormente la seducente e sofisticata narrazione degli eventi, nel quale il concetto yinyang, viene ancora approfondito e rappresentato con la consueta raffinata sensualità che
caratterizza l’ espressività dell’ autrice:“ Ancora una volta mi sorprendo di me stessa e del modo
in cui, repentinamente, passo da uno stato di vita all’altro. Ho spesso l’ impressione di vivere
sotto due cieli: uno sotto il quale sono la donna che tutti conoscono; l’ altro sotto il quale sono
colei che solo io so di essere, forte e fragile, romantica ed erotica, dolce e spregiudicata,
passionale, libera, selvaggia, incontenibile, ribelle, pericolosa, spericolata, maschiaccio,
capricciosa e mai, mai, mai scontata e prevedibile. Entrambi i cieli sono, parimenti, da me tanto
amati, di nessuno dei due potrei fare a meno. Sì, DUE CIELI, NI TIEN “.
Antonella Poliseno.
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Consigli di lettura
Geisha e Samurai
Gioia è giovane, bella, in carriera, ama la vita, da sempre affascinata dal concetto orientale
“yin e yang”, femminile e maschile, delicato e forte, istintivo e razionale. Ha l’animo e l’istinto
della vera “geisha”, sensuale, raffinata, erotica, ma sa trasformarsi anche in “samurai”, quando
pratica arti marziali e quando, ogni mattina, al lavoro, indossa la toga nera e fa il giudice.
Scorre così, in un apparente equilibrio sereno, la sua vita, ma improvvisamente la situazione
cambia: suo padre ha un problema di salute e deve subire un intervento chirurgico. Lei si
preoccupa, ha paura, è sconvolta, e proprio in questo momento entra nella sua vita, Edoardo, il
chirurgo.
Gioia vede subito in lui la salvezza, la capacità, la solidità del vivere, ma anche la forza e la
bellezza: ha gli occhi verde giada, freddi e taglienti come la spada di un samurai, che tuttavia,
quando scrutano Gioia, tradiscono un sorriso indispettito ed intenerito insieme, tipico da
geisha.
Ma c’è qualcosa in più, perché talvolta, alla sprovvista, l’eros ci mette lo zampino e sconvolge gli
animi con mille sensazioni forti, brucianti, indomabili, che non si riteneva capaci di provare.
Sin da subito l’ attrazione fra i due si percepisce forte, aumenta di ora in ora, si sviluppa in
modo graffiante, ma il graffio non appartiene ad un erotismo banale, bensì a fili inconsueti che
solo chi è capace di essere allo stesso tempo “geisha” e “samurai”, sa essere abilmente per
scatenare nell'animo una girandola di emozioni, che può essere tutto e il contrario di tutto.
Allora cosa accadrà?
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Consigli di lettura
Ni tien - Due Cieli
La bella e sensuale Gioia, giovane giudice, siede alla sua scrivania e con un po’ di nostalgia ed
irrequietudine, guarda fuori dalla finestra e pensa:“ ancora una volta mi sorprendo di me stessa
e del modo in cui, repentinamente, passo da uno stato di vita all'altro. Ho spesso l’impressione
di vivere sotto due cieli: uno sotto il quale sono la donna che tutti conoscono; l’altro sotto il
quale sono colei che solo io so di essere, forte e fragile, romantica ed erotica, dolce e
spregiudicata, passionale, libera, selvaggia, incontenibile, ribelle, pericolosa, spericolata,
maschiaccio, capricciosa e mai, mai, mai scontata e prevedibile. Entrambi i cieli sono,
parimenti, da me tanto amati, di nessuno dei due potrei fare a meno. Sì, due cieli o ni tien,
come si dice in giapponese”.
All'improvviso, giunge la notizia che deve celebrare un inconsueto processo che la riporterà nel
luogo in cui, circa un anno prima, ha incontrato l’irresistibile Edoardo, il samurai dagli occhi di
giada.
E lei, abile geisha, avverte subito i suoi passi, il respiro, la voce, che la raggiungono con l’
urgente necessità di afferrarli subito.
E lui riconosce sin dal primo istante quella superba leonessa, ricca di sensi e di anima, che gli
pare la donna più bella e desiderabile che avesse mai veduto e per la quale sarebbe stato bello
perdere la propria libertà. Ma la magia di ogni viaggio è un po’ di attesa, giusto quel tanto che
basta per ammettere che la passione ti regala due ali e quattro zampe, per volare al di sopra di
ogni pregiudizio e per correre più veloce di ogni inibizione, in quell'universo che ti fa vivere
sotto due cieli, quello della reticenza e della passione, dell’ offerta e del rifiuto, del
nascondimento e della rivelazione, in quell'ambiguo gioco che si chiama corteggiamento, alla
fine del quale c’è il premio, non il bottino.
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