Guardare con gli occhi di Dio - parrocchia sant`eusebio

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Guardare con gli occhi di Dio - parrocchia sant`eusebio
PARROCCHIA S. EUSEBIO - Cagliari
INCONTRO DI PREGHIERA DI
Lunedì 23 settembre
GUARDARE CON GLI OCCHI DI DIO (I)
G: Il tema di oggi, “Guardare con gli occhi di Dio”, è suggerito dal bisogno di individuare quegli
atteggiamenti sbagliati che viziano i nostri rapporti con gli altri, cercando nella Sacra Scrittura
quelle indicazioni di comportamento, prima di tutto interiore, che devono armonizzarci con il
“punto di vista di Dio”. Leggeremo l’episodio della guarigione del cieco nato, dal vangelo di S.
Giovanni, che ci propone diversi esempi sui possibili modi di guardare i fatti ma soprattutto le
persone. Pregheremo il Signore, chiedendogli che il suo modo di vedere le cose diventi anche il
nostro. Nel racconto della guarigione del cieco nato, Gesù dice: Finché sono nel mondo, sono la
luce del mondo. Se Gesù è la luce, vedere con gli occhi di Dio è vedere alla luce del suo
insegnamento e con la sua grazia. Chiediamo allo Spirito Santo di accompagnarci con il suo amore.
Cantiamo:
Veni creator
S: O Dio, vieni a salvarci.
T: Signore, vieni presto in nostro aiuto.
S: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
T: Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
S: Signore Gesù, tu che hai donato la vista ai ciechi, dona a noi quella luce interiore che è frutto
della tua grazia e che ci consente di vedere il mondo secondo la legge del tuo amore.
T: Amen.
***
G: La narrazione della guarigione del cieco nato è lunga e dettagliata e S. Giovanni la rende così
viva che possiamo immaginare il contesto: la strada, gli slarghi tra le case dove la gente si ferma a
parlare, i mendicanti. Capita un fatto straordinario: uno di questi mendicanti, cieco dalla nascita,
viene guarito miracolosamente: la gente è stupita, si crea una grande agitazione. Nella vicenda
compaiono vari personaggi: Gesù e i suoi discepoli, il giovane cieco, i suoi genitori, farisei e giudei.
Tutti guardano l’uomo miracolato con occhi diversi. Forse in questi stessi modi capita anche a noi,
talora, di guardare le persone. Ascoltiamo attentamente prestando particolare attenzione
all’atteggiamento delle persone presenti nella vicenda.
Leggiamo facendo una breve pausa di divisione tra le fasi del racconto.
1°L: [Gesù] Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono:
"Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né
lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.
Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte,
quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo".
4°L: Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del
cieco e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si
lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un
mendicante, dicevano: "Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?". Alcuni
dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". Allora
gli chiesero: "Come dunque ti furono aperti gli occhi?". Egli rispose: "Quell'uomo che si
chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io
sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista". Gli dissero: "Dov'è questo tale?".
Rispose: "Non lo so".
1°L: Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui
Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di
nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha posto del fango sopra gli
occhi, mi sono lavato e ci vedo". Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da
Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un peccatore compiere tali
prodigi?". E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu che dici di lui, dal
momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un profeta!".
4°L: Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista,
finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: "È
questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?". I genitori
risposero: "Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non
lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se
stesso". Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei
avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla
sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l'età, chiedetelo a lui!".
1°L: Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: "Dà gloria a Dio!
Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore". Quegli rispose: "Se sia un peccatore, non lo
so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo". Allora gli dissero di nuovo: "Che cosa ti ha
fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". Rispose loro: "Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato;
perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?". Allora lo
insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo
infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia".
4°L: Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure
mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è
timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito
dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe
potuto far nulla". Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?". E lo
cacciarono fuori.
1°L: Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: "Tu credi nel Figlio
dell'uomo?". Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". Gli disse Gesù: "Tu
l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui". Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si
prostrò innanzi. Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché
coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi". Alcuni dei farisei che
erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?". Gesù
rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il
vostro peccato rimane". (Gv 9, 1 – 41)
G: Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma gli assomiglia".
1°L: Lo avevano visto fino a poco prima chiedere l’elemosina, ma già c’è chi dubita che sia lui,
anzi è certo che non lo sia. A volte siamo fatti così: piuttosto che mettere in discussione le nostre
certezze e renderci disponibili ad accettare ciò che va oltre i limiti della nostra conoscenza, ci
rifiutiamo persino di vedere ciò che capita sotto i nostri occhi.
3°L: Purtroppo è vero, Signore, che spesso vediamo solo quello che vogliamo vedere. Ci capita in
famiglia, tra gli amici, nella nostra comunità. Ci capita riguardo a fatti positivi o negativi. Così
siamo portati ad avallare un atteggiamento sbagliato in chi ci piace e a non riconoscere i meriti di
chi invece non ci piace e spesso ne derivano situazioni incresciose. Signore, dacci la capacità e la
volontà di guardare fatti e persone in modo giusto.
Riflettiamo in silenzio
G: Recitiamo a cori alterni:
Non ventilare il grano a qualsiasi vento
E non camminare su qualsiasi sentiero.
Sii costante nel tuo sentimento,
e unica sia la tua parola.
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l’uomo falso.
Sii pronto nell’ascoltare,
lento nel profferire una risposta.
Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo,
altrimenti metti una mano in bocca.
Non far male né molto né poco,
e da amico non diventare nemico,
perché un cattivo nome si attira vergogna e
disprezzo;
Nel parlare ci può essere onore o disonore;
la lingua dell’uomo è la sua rovina.
Non meritare il titolo di calunniatore
così accadde al peccatore,
falso nelle sue parole. (Sir 5, 9-15; 6, 1)
Canto: Purificami, o Signore pag. 36
G: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?"
1°L: Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il
padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua
malvagità. Ma se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei
decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe
commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata. Forse che io ho piacere
della morte del malvagio - dice il Signore Dio - o non piuttosto che desista dalla sua condotta e
viva? (Ez 18, 20-28)
2°L: Spesso il nostro modo di vedere è condizionato dal pregiudizio e dalla superficialità, due
atteggiamenti che generalmente vanno di pari passo. Il pregiudizio qui è legato alla malattia, vista
come conseguenza di una colpa, punizione divina per un peccato commesso; la superficialità ne è la
naturale conseguenza, in quanto non si va oltre, non ci si pone neppure il problema di come sia fatta
dentro quella persona, ci si ferma lì. Questo modo di ragionare era diffuso ai tempi di Gesù, ma, se
ci riflettiamo, neppure noi ne siamo esenti. E il problema non riguarda solo le malattie, ma si può
allargare a tutto ciò che avvertiamo come diverso.
3°L: Quello che ci stai dicendo, Signore, è che nel guardare una persona non dobbiamo farci
condizionare da fattori indipendenti dalla sua volontà e non dobbiamo fermarci all’apparenza. E
noi lo facciamo: altroché se lo facciamo! Il nostro atteggiamento è spesso diverso a seconda che uno
sia ricco o povero, bello o brutto, sano o malato, che provenga da una famiglia perbene o sia
cresciuto in un ambiente moralmente degradato, che vesta con gusto e abbia modi raffinati o appaia
rozzo nell’aspetto e nell’esprimersi. “Guardare con gli occhi di Dio”? Signore, mi sa che abbiamo
tanta strada da fare. E il peggio è che lo sappiamo: sappiamo che Tu non ti curi di tutte queste cose,
ma, prescindendo da tutto, vai dritto al cuore delle persone. Perché a noi risulta tanto difficile?
Riflettiamo in silenzio
G: Recitiamo a cori alterni:
Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Ascolta la voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché ti prego, Signore.
Al mattino ascolta la mia voce;
fin dal mattino t'invoco e sto in attesa.
Tu non sei un Dio che si compiace del male;
presso di te il malvagio non trova dimora;
gli stolti non sostengono il tuo sguardo.
Tu detesti chi fa il male,
fai perire i bugiardi.
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.
Ma io per la tua grande misericordia
entrerò nella tua casa;
mi prostrerò con timore
nel tuo santo tempio.
di fronte ai miei nemici;
spianami davanti il tuo cammino.
Non c'è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua è tutta adulazione.
Condannali, o Dio, soccombano alle loro
trame,
per tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno
quanti amano il tuo nome.
Signore, tu benedici il giusto:
come scudo lo copre la tua benevolenza
(Salmo 5)
Signore, guidami con giustizia
.
Canto: Io non sono degno pag 33
G: I Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse
espulso dalla sinagoga.
1°L: La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà
nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce
che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Mt 6, 22-23)
2°L: I giudei mirano a distruggere la credibilità di Gesù e intendono riuscirci, anche impedendo alla
gente con minacce di riconoscerlo come il Cristo. Concentrati nel loro intento non solo non sono in
grado di riconoscere il miracolo, anzi, in quella guarigione fatta di sabato vedono il mezzo per
condannare Gesù e vogliono strumentalizzare la situazione per il proprio scopo.
3°L: Signore, possiamo cadere davvero molto in basso. Non solo per leggerezza o indifferenza
talvolta non riusciamo a vedere oltre la superficie, come miopi, e già così rischiamo di fare del
male; ma a volte siamo mossi dalla malizia e allora vediamo la realtà in modo deformato e agiamo
di conseguenza. Ci rifiutiamo di vedere oltre il nostro interesse e cerchiamo di portare le persone a
fare ciò che conviene a noi, facendo leva sull’amicizia o sull’autorità, ma comunque inducendole a
sostenerci nelle nostre scelte, anche quando esse sono sbagliate e dannose per altri.
Riflettiamo in silenzio
G: Recitiamo a cori alterni:
Nel cuore dell'empio parla il peccato,
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.
Poiché egli si illude con se stesso
nel ricercare la sua colpa e detestarla.
Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
si saziano dell'abbondanza della tua casa
e li disseti al torrente delle tue delizie.
Inique e fallaci sono le sue parole,
rifiuta di capire, di compiere il bene.
Iniquità trama sul suo giaciglio,
si ostina su vie non buone,
via da sé non respinge il male.
È in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
Concedi la tua grazia a chi ti conosce,
la tua giustizia ai retti di cuore.
Signore, la tua grazia è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi;
la tua giustizia è come i monti più alti,
il tuo giudizio come il grande abisso:
uomini e bestie tu salvi, Signore.
Non mi raggiunga il piede dei superbi,
non mi disperda la mano degli empi.
Ecco, sono caduti i malfattori,
abbattuti, non possono rialzarsi (Sal 36)
Canto: Quando busserò alla tua porta pag 123
G: Prima di passare alle preghiere di conclusione e in previsione del prossimo incontro, nel quale
proseguiremo la nostra riflessione sull’episodio della guarigione del cieco nato, ascoltiamo cosa ci
dice il nostro papa sul tema della “Verità”. Le parole del papa infatti ci sembrano ben appropriate
alla nostra riflessione e poi in questi ultimi mesi ci siamo abituati ad ascoltarlo e ci piace molto
inserire il suo pensiero nella nostra preghiera.
Oggi vorrei soffermarmi sull’azione che lo Spirito Santo compie nel guidare la Chiesa e
ciascuno di noi alla Verità. Gesù stesso dice ai discepoli: lo Spirito Santo «vi guiderà a tutta la
verità», essendo Egli stesso «lo Spirito di Verità»).
Viviamo in un’epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha
parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di
definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo.
Sorge la domanda: esiste veramente “la” verità? Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla?
Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato
quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?» Pilato non
riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità,
che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi,
«si è fatta carne», è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra
come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.
(Papa Francesco)
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.