Marzo 2001 - CORDIS
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Marzo 2001 - CORDIS
ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:30 Page 1 Innovazione & Trasferimento Tecnologico 2/01 ISSN 1560-8778 L’innovazione in sei paesi candidati Le promesse dell’Est E in più ● La politica per le imprese si occupa dell’ambiente imprenditoriale ● Statistiche sull’innovazione e creazione di imprese ● Dal trasferimento di tecnologia nasce un nuovo organismo di controllo qualitativo ● I Centri di collegamento per l’innovazione assumono un ruolo più ampio nelle regioni … e altro ancora PUBBLICATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA • PROGRAMMA INNOVAZIONE/PMI • MARZO 2001 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:30 Page 2 S O M M A R I O Notizie politiche L’innovazione: cambiamento climatico? 3-7 • Politica per le imprese: la competitività e l’ambiente imprenditoriale • L’innovazione basata sulle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni dà impulso alla crescita economica in Europa • eEurope prende quota • Il capitale di rischio per le imprese innovative DOSSIER 8-13 L’innovazione in sei paesi candidati: • La ristrutturazione industriale ha precedenza sui risultati dell’innovazione • Il sostegno concreto all’innovazione richiede il coordinamento tra dicasteri • L’investimento straniero, e i primi fragili agglomerati di alta tecnologia • Studio esemplificativo: nuovo quadro politico nella Repubblica ceca • Studio esemplificativo: la liberalizzazione delle telecom spiana la strada all’innovazione in Estonia Programma Innovazione/PMI 14-20 • Relazione di conferenza: statistiche sull’innovazione e la creazione di imprese • Progetto innovativo: nuovo organismo di controllo qualitativo istituito grazie al trasferimento di tecnologia • Progetto CRAFT: nuovo distributore di carburante offre un vantaggio economico e protegge l’ambiente • Prossimamente: giornate di formazione e seminario sui diritti di proprietà intellettuale • Progetto innovativo: un nuovo strumento per la rilevazione del cancro della pelle Notizie dagli IRC 21-28 • Quinta riunione annuale della rete degli IRC: il futuro della rete • Due trasferimenti transnazionali di tecnologia a cui partecipa l’IRC Rodano-Alpi • La rete degli IRC in collaborazione con il programma nazionale norvegese per il trasferimento di tecnologia • L’incontro di partenariato del gruppo tematico IRC presente al Forum BioTech di Stoccolma • Al Forum di Lione sono stati allacciati nuovi rapporti importanti per la rete • Strategie di innovazione regionale: un ruolo più ampio per gli IRC? • A Hessen, collaborazione tra reti: un vantaggio per tutti Aggiornamenti sul programma 29-30 • Gestione della conoscenza - una sfida per l’impresa Un clima favorevole all’attività innovativa deve avere una dimensione economica, sociale e istituzionale. Le imprese sono più favorevoli a innovare quando vi è in prospettiva una crescita del volume di vendita e degli utili. L’innovazione avviene più facilmente quando gli ambienti imprenditoriali e finanziari sono disposti ad assumere e a gestire il rischio. E le interazioni da cui l’innovazione dipende possono sbocciare liberamente solo a condizione che esistano i sistemi e le strutture necessari a mettere in rapporto gli interlocutori potenziali. Una quarta dimensione è altrettanto critica, ma a volte trascurata: sono le condizioni al contorno che sostengono o scoraggiano l’imprenditorialità, la disponibilità al rischio e la collaborazione. Queste condizioni sono incorporate nel dispositivo legislativo, normativo e fiscale e nella prassi istituzionale, che in genere sono concepiti senza tener conto dell’impatto sull’innovazione. Ma esse incidono profondamente sulle decisioni di investimento delle imprese e sulle scelte di carriera dei singoli. Se le condizioni al contorno non sono quelle giuste, molte imprese non si avventurano mai a esplorare nuove possibilità tecnologiche, e molti potenziali imprenditori restano ancorati al loro incarico nei centri di ricerca o nelle grandi società. L’iniziativa BEST (v. pag. 3) affronta risolutamente la problematica delle condizioni al contorno con cui interagiscono le imprese dell’Unione europea, e in particolare le PMI a dominante tecnologica. Il miglioramento di queste condizioni costituisce attualmente una pietra angolare della politica UE per le imprese. Nel frattempo, nei tredici paesi candidati all’adesione, sei dei quali sono esaminati nel dossier di questo fascicolo, diventa sempre più chiaro che le misure volte a stimolare e sostenere le attività innovative devono essere accompagnate da una serie coordinata di interventi volti a migliorare le condizioni al contorno in cui operano le imprese. Erratum Nel fascicolo di ITT del dicembre 2000, nella sezione dedicata al programma Innovazione/PMI, è apparso un articolo intitolato “Microonde al primo posto”. L'ultima frase dell’articolo avrebbe dovuto presentare la seguente forma: “... poiché ha fornito le conoscenze necessarie per mettere a punto per la prima volta una tecnologia di questo tipo per l'essiccazione a microonde”. Ci scusiamo per le eventuali confusioni causate da questo errore. 31-32 Innovazione & Trasferimento Tecnologico Conferenze e pubblicazioni Pubblicato da: Commissione europea, Direzione generale per le Imprese, Direzione per l’Innovazione, Unità Comunicazione e azioni di sensibilizzazione Innovazione & Trasferimento Tecnologico esce sei volte all’anno, contemporaneamente in inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo, a cura del programma Innovazione e PMI, parte del Quinto programma quadro per la ricerca della Commissione europea. Il programma Innovazione e PMI promuove l’innovazione e incoraggia la partecipazione al programma quadro da parte delle piccole e medie imprese (PMI). Indirizzo: EUFO 2290, L-2920 Lussemburgo Fax: +352 4301 32084 http://www.cordis.lu/itt/itt-it/home.html Scritto e prodotto da: ESN, Bruxelles Avviso legale: Né la Commissione europea né le persone che agiscono in suo nome sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione. Nonostante le energie profuse per assicurare la precisione delle informazioni, i lettori intenzionati ad approfondire le possibilità citate nella pubblicazione sono invitati a verificare la validità dei dati rivolgendosi agli indirizzi di contatto e/o consultando le fonti citate negli articoli stessi. © Commissione europea, 2001 La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte. Printed in Belgium 2 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:30 Page 3 NOTI Z I E POLITIC H E P O L I T I C A P E R L E I M P R E S E BEST: il meglio deve ancora venire Nel 1998 l’unità speciale BEST (Business Environment Simplification Taskforce) ha emesso 64 raccomandazioni volte a migliorare le condizioni in cui operano le imprese, particolarmente le PMI. Le relazioni pubblicate alla fine del 2000 presentano lo stato d’avanzamento in questo campo. La competitività nell’UE migliora, vi si afferma, ma a un ritmo molto inferiore rispetto a quello degli Stati Uniti. a volontà di trasformare l’economia dell’Unione europea affinché nei prossimi dieci anni diventi la più competitiva e la più dinamica tra le economie basate sulla conoscenza, ribadita dai dirigenti politici dell’Unione europea al vertice di Lisbona del marzo 2000(1), promette di affrancare le piccole e medie imprese (le PMI) dal freno della prassi amministrativa. Una recente serie di relazioni sulla competitività, pubblicata dalla Commissione europea, incoraggia gli Stati membri a migliorare le prestazioni scambiandosi le soluzioni più efficaci. Secondo quanto si afferma nelle relazioni, se si individuano, si perfezionano e si applicano le migliori linee politiche in tutta l’Unione europea, si verrà a creare un ambiente molto favorevole all’imprenditorialità. In alcune relazioni è misurato lo stato di avanzamento delle 64 raccomandazioni dell’unità speciale BEST, in cui sono indicate le problematiche legislative e amministrative che limitano lo sviluppo delle PMI. Vengono descritti i mezzi per migliorare l’accesso ai finanziamenti da parte degli imprenditori, per creare condizioni più favorevoli alla ricerca e all’innovazione, e per aggiornare le strutture dell’amministrazione pubblica, dell’istruzione e della formazione, e migliorare le condizioni di occupazione e di lavoro. La Commissione ha risposto con un piano di azione destinato a promuovere l’imprenditorialità e la competitività, che prevede interventi e rapporti sullo stato di avanzamento in ciascuno di questi settori. L’innovazione nel piano di azione L’accesso ai finanziamenti a lungo termine è uno dei problemi più gravi a cui sono confrontate le neoimprese e le imprese in espanVo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Fonte: Commissione europea, Quadro comparativo dell'innovazione L Quota di PMI che innovano in proprio e partecipano a progetti di innovazione collaborativa 70 60 innovazione in proprio 50 innovazione in collaborazione 40 30 20 10 0 % Irla nda Aus t ria Pa It Sv G Dan ima erman esi Ba ezia alia ssi rca ia sione. Le PMI europee ricorrono tendenzialmente a prestiti a breve termine, onerosi e rischiosi. Il piano di azione della Commissione promette di sostenere i fondi di capitale di avviamento che investono nelle imprese innovative più piccole, e di creare altre reti di ‘business angels’e di altri investitori informali. Le imprese ad alto tasso di crescita spendono il per l’innovazione dei processi e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi il 40 per cento in più delle imprese a basso tasso di crescita. Ottenere un brevetto costa sei volte di più in Europa che negli Stati Uniti. Il piano prevede la creazione di un brevetto comunitario economicamente accessibile, valido in tutta l’UE(2), nonché l’aiuto alle imprese per la ricerca di finanziamenti adeguati per lo sfruttamento dei risultati della ricerca. In questi ultimi anni le idee riguardanti il sostegno all’innovazione sono state gradualmente perfezionate(3). La Commissione ha invitato gli Stati membri a condurre un’analisi comparativa delle politiche nazionali in materia di innova- RU Fra nci a Bel gio zione e a diffondere le buone pratiche. Tra le priorità figurano la diminuzione dei costi amministrativi che gravano sull’attività economica, e l’intensificazione dello scambio di informazioni sulle fonti di finanziamento e dello scambio delle migliori pratiche in materia di trasferimento di tecnologia. Le giovani imprese innovative devono avere un accesso più agevole ai programmi di ricerca della Commissione, e ai loro risultati. Se si vuole che l’Unione europea tragga vantaggio dall’innovazione, è necessario sensibilizzare i governi, l’industria, gli ambienti accademici e il pubblico in merito all’importanza economica e sociale dell’innovazione stessa. Non ancora primi Il documento della Commissione intitolato ‘Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo far meglio’(4) offre uno scorcio sulle conclusioni a cui giungono le relazioni e osserva che nonostante il miglioramento dei risultati dell’UE, il distacco sul piano della competitività rispetto agli U Spa P L Fin lan ussem ortog gna E dia allo bur go Stati Uniti continua ad aumentare. Negli ultimi quattro anni, nell’Unione europea il Pil pro capite è aumentato del 2 per cento all’anno, la produttività della manodopera dell’1,3 per cento e l’occupazione dell’1 per cento. Negli Stati Uniti, durante lo stesso periodo, l’aumento degli indicatori omologhi è stato rispettivamente del 3,4 per cento, del 2,2 per cento e dell’1,9 per cento. Secondo la Commissione, il maggiore problema nell’Unione europea deriva dallo scarso dinamismo dell’imprenditoria, dell’industria e dell’amministrazione, ●●● (1) V. ‘Una risposta radicale a un salto quantico’, fascicolo 4/00. (2) V. ‘Il brevetto unico valido in tutta l’UE è a portata di mano’, fascicolo 6/00. (3) COM(2000) 567 def. Il testo completo della comunicazione è stato pubblicato nell’edizione speciale di Innovazione & Trasferimento Tecnologico del novembre 2000. Lo stesso testo può essere prelevato anche all’indirizzo http://www.cordis.lu/innovationsmes/communication2000/home.html (4) ‘Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo far meglio’, SEC(2000)1942. I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 3 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:30 Page 4 NOTI Z I E POLITIC H E dall’eccessiva riluttanza a investire nelle nuove tecnologie e dai tempi di risposta troppo lunghi. Ma vi sono ragioni per essere ottimisti e il documento presenta numerosi esempi di buone pratiche. La Francia è al primo posto nell’istruzione scientifica e tecnica. La Danimarca vanta le procedure più rapide per la costituzione di imprese. L’Irlanda presenta buoni risultati nell’esportazione di alta tecnologia e il Regno Unito non ha rivali per i sistemi di qualità. La Commissione sta avviando studi pilota destinati a valutare l’impatto della legislazione sulla realtà imprenditoriale. Sono state già definite le priorità per il 2001, focalizzate sull’affermazione di nuove tecnologie e servizi: tra questi gli 11 progetti BEST (v. riquadro). La Commissione sarà assistita da un nuovo Gruppo di politica per le imprese, con rappresentanti ad alto livello degli Stati membri e degli ambienti imprenditoriali. Sempre nella serie di relazioni(5), in due quadri comparativi sono presentati gli indicatori di rendimento degli Stati membri. Il quadro comparativo dell’innovazione(6) rivela differenze significative tra le capacità dei diversi paesi. Alcuni dei paesi più piccoli presentano risultati superiori alla media per la maggior 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 % Be R D F F Sve G zia inland erma rancia lgio anim U arc nia ia a parte degli indicatori: i più produttivi sono Svezia, Finlandia e Danimarca, mentre la Germania risulta essere il più innovativo tra i grandi paesi. Ma la Commissione avverte che se le piccole economie sono concentrate in pochi settori altamente innovativi, non possono mantenere, rispetto a economie più vaste e diversificate, un vantaggio così vistoso come quello che risulterebbe dal quadro comparativo. Il quadro comparativo delle politiche per le imprese è più generale e comprende indicatori riguardanti, oltre che l’innovazione, l’imprenditorialità e l’accesso ai mercati. Entrambi i quadri comparativi saranno aggiornati periodicamente. Gli 11 progetti BEST Per individuare le migliori pratiche e per migliorarne la comprensione, nel 2001 verranno avviati progetti negli 11 settori seguenti. I risultati di questi progetti potranno essere divulgati mediante i progetti BEST o mediante le raccomandazioni della Commissione agli Stati membri. " sviluppo delle reti di business angels " analisi comparativa delle pratiche amministrative richieste per l’avviamento di nuove imprese " perfezionamento e analisi comparativa della valutazione dell’impatto sulle imprese " miglioramento delle misure giuridiche, fiscali e amministrative relative al trasferimento tra imprese " valutazione dell’impatto economico della valutazione della conformità " promozione dell’imprenditorialità tra le donne " miglioramento dell’istruzione e formazione all’imprenditorialità " riduzione della carenza di competenze nel campo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni " miglioramento dei servizi di sostegno alle imprese: consulenza, informazione (per esempio in merito al mercato unico e agli appalti pubblici) " analisi comparativa della gestione dei vivai di imprese " analisi comparativa delle politiche nazionali a sostegno del commercio elettronico 4 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Fonte: Eurostat ●●● Spese di R&S sostenute dalla imprese, in percentuale rispetto al Pil, 1998 Pae s Ita Au Irl i Ba anda stria lia ssi M G U P Spa gna ortog recia edia SA UE allo Competitività La relazione sulla competitività prende in esame il rendimento delle imprese e dell’industria dell’Unione europea, confrontandole con gli indicatori degli Stati Uniti e concentrandosi sugli investimenti, sull’andamento della diffusione delle tecnologie informative e di comunicazione, e sulla crescita dei servizi e del commercio elettronico. Come spiega la relazione, per evitare che l’UE accumuli un ritardo ancora maggiore rispetto agli Stati Uniti, occorre un miglioramento molto più rapido della competitività. La relazione sulle attività riguardanti le migliori pratiche presenta un’analisi approfondita dei punti di forza e delle carenze. Tra i settori già valutati figurano il finanziamento dell’innovazione, la concessione di licenze e autorizzazioni per l’industria, specialmente le PMI, la semplificazione delle procedure di iscrizione delle imprese, e il sostegno alle imprese in fase di sviluppo. Sono in corso nuovi progetti riguardanti le competenze per la società dell’informazione, l’interfaccia tra industria e scienza, l’amministrazione delle imprese neocostituite e i vivai di imprese. Gia ppo ne Una misura fondamentale per migliorare nel suo complesso l’ambiente in cui operano le imprese, specialmente le PMI, è il Programma pluriennale per le imprese e l’imprenditorialità 2001-2005(7), di cui uno degli obiettivi fondamentali consiste nel facilitare gli investimenti da parte delle PMI nelle nuove tecnologie informative. L’applicazione delle buone pratiche, l’alleggerimento del carico normativo e il sostegno alla diffusione delle nuove tecnologie in tutta l’UE dovrebbero accentuare costantemente la competitività complessiva della stessa Unione europea. ● (5) Benchmarking enterprise policy: First results from the scoreboard, SEC(2000)1841; Rapporto sulla competitività 2000, SEC(2000)1823; Relazione sull'attuazione del piano d’azione volto a promuovere l’imprenditorialità e la competitività, Voll. I e II, SEC(2000)1825; Sintesi dei risultati delle attività relative alle prassi migliori nel campo della politica delle imprese, SEC(2000)1824. (6) V. edizione speciale del novembre 2000. (7) V. http://www.europa.eu.int/comm/ enterprise/enterprise_policy/mult_entr_ programme/overview.htm Info W. Aitchison, Commissione europea DG Imprese Tl. +32 2 295 0968 Fx. +32 2 296 6284 [email protected] http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/ competitiveness/index.htm I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:30 Page 5 NOTI Z I E POLITIC H E E C O N O M I A C O M U N I T A R I A Prosperità in vista? Gli indicatori economici suggeriscono che le condizioni presenti attualmente in Europa sono molto simili a quelle osservate cinque anni fa negli Stati Uniti, dove le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni hanno dato impulso a un lungo periodo di crescita continua. La stessa cosa potrebbe avvenire ora in Europa. Una ‘nuova economia’ per un nuovo secolo Molti economisti propongono un nuovo modello - la cosiddetta ‘nuova economia’ - per spiegare la recente prosperità dell’Europa. La definizione di questa nuova economia che emerge dalla ricerca economica consiste nell’aumento costante della produttività, nella riduzione della disoccupazione Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 strutturale, nel basso livello di inflazione e in una crescita produttiva più stabile. Per essi la situazione è sorprendentemente simile alle condizioni esistenti negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta, che sono state all’origine della crescita straordinaria registrata in quel paese durante tale periodo. Ci si chiede se l’Europa stia entrando in una fase di espansione economica analoga, e quali altri fattori siano in gioco. Non ci si può ancora pronunciare sulla possibilità che l’Europa possa uguagliare i recenti livelli di crescita degli Stati Uniti. Alcuni indicatori suggeriscono che l’Europa abbia un ritardo sugli Stati Uniti di circa cinque anni, per cui potremmo essere alla vigilia di un periodo di rapida crescita. È ancora troppo presto per pronunciarsi. Ma molti esperti si accordano a dire che se questa previsone si avvererà le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni saranno tra i maggiori fattori all’origine della crescita delle prestazioni. L’uso sempre più esteso delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni da parte delle imprese e del pubblico contribuisce a diminuire i costi di produzione e il costo delle transazioni, e aumenta la produttività. Dai dati emerge che la produzione e l’uso dei prodotti e servizi di tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni rappresentano circa tre quarti della crescita del Pil degli Stati Uniti registrata negli ultimi cinque anni. È chiaro che l’Europa abbraccia le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni dopo gli Stati Uniti. Nel 1999, la spesa in questo settore registrata in Europa e negli USA era rispettivamente del 7 per cento e dell’8 per cento del Pil. Questo dato espresso come spesa Ricercatori e tecnici su mille addetti 10 impresa 9 8 altro 7 6 5 4 3 2 1 0 Sta ti U niti pro capite significa che il livello europeo equivale appena al 60 per cento di quello statunitense. Le cifre relative al settore dell’informatica e delle comunicazioni nell’Unione europea indicano un contributo dello 0,5-0,7 per cento alla crescita della produzione durante il secondo semestre del 1990, analogo a quello registrato negli USA prima del 1995, anche questo a conferma di un ritardo di cinque anni. Espansione o crisi? Si ha quindi l’impressione che l’Europa sia alla vigilia di un periodo di crescita vertiginosa all’americana. Ma bisogna chiedersi se l’Europa abbia le risorse tecniche e umane necessarie alla riuscita, e se l’ambiente imprenditoriale che vi regna sia sufficientemente propizio. Non è chiaro neanche se la Commissione e gli Stati membri possano o debbano intervenire per incoraggiare la RST e l’innovazione nel settore dell’informatica e della tecnologia delle comunicazioni. Gia ppo ne Fonte: Commissione europea, DG Ricerca economia europea è in buone condizioni. È ufficiale. Nella sua analisi dell’economia del 2000(1), la Commissione europea sottolinea che, nonostante le inversioni dovute a fattori come la crisi finanziaria asiatica, durante gli ultimi tre anni la crescita nell’UE ha registrato un'impennata, raggiungendo un picco del 3,5 per cento nel primo semestre del 2000. Tutto questo è stato benefico per l’occupazione: la crescita prevista nei prossimi due anni è dell’1,25 per cento circa, equivalente alla creazione di circa 4 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere del 7 per cento entro la fine del 2002, raggiungendo il livello più basso negli ultimi 20 anni. Questi robusti risultati sono dovuti in parte alla minore dipendenza dell’Europa dal petrolio, legata a fattori come l’introduzione di fonti di energia alternative e lo spostamento dell’attività economica dalle industrie a forte consumo energetico al settore dei servizi. Questo l’ha isolata in qualche misura dall’effetto delle fluttuazioni selvagge del prezzo del greggio. E sta emergendo una cultura della stabilità: si è consolidata l’aspettativa di un’inflazione bassa, e questo si riflette nella ridotta tendenza a innescare il circolo inflazionistico. su mille addetti L’ UE15 Nella DG Ricerca, questo settore è considerato come un’industria ben consolidata. Le priorità sono orientate verso settori scientifici e tecnologici a lungo termine. Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni fanno parte delle attività ad alto contenuto tecnologico e ad alta densità di conoscenza, per cui vengono considerate allo stesso livello di altre priorità UE. La stessa esistenza della Direzione generale specialmente competente per la società dell’informazione dimostra come la Commissione sia consapevole dell’importanza del settore. Gli sviluppi tecnici si rincorrono a un ritmo sfrenato, ma le imprese attualmente sono in grado di organizzare il proprio programma di RST. Non hanno bisogno di amministratori pubblici per sapere cosa fare. ●●● (1) European Economy n. 71. 2000 Review, prelevabile all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/economy_ finance/document/review/2000reviewen. htm I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 5 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:31 Page 6 NOTI Z I E POLITIC H E Voglia di integrazione L’uso crescente delle fonti di energia alternative ha contribuito a proteggere l’Europa dagli effetti più gravi dell’instabilità del prezzo del petrolio. ●●● Ma l’Europa potrebbe avere un problema. In tutti i settori dell’alta tecnologia vi sono meno ricercatori e ingegneri industriali in Europa che negli Stati Uniti e in Giappone: rispettivamente 2,5, 7 e 6,3 su mille addetti (v. figura)(2). Secondo la DG Ricerca, il problema non è circoscritto alle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni, ma colpisce la maggior parte delle industrie ad alto contenuto tecnologico. Gli Stati membri se ne rendono conto e stanno tentando di incoraggiare un maggior numero di studenti a scegliere materie tecnologiche a livello universitario. Ma non vi è una soluzione immediata allo scompenso tra domanda e offerta. Occorrono dai cinque ai sei anni per formare un ricercatore, per cui gli interventi di oggi avranno un riscontro solo a medio termine. L’Europa, naturalmente, è un luogo molto diverso dagli Stati Uniti, e nulla garantisce che un dato insieme di circostanze economiche debba produrre gli stessi risultati sul nostro continente. I valori europei, storicamente, sono più legati all’integrazione di quelli americani. L’Europa potrebbe decidere di non seguire la traccia degli Stati Uniti, perché preferisce promuovere la coesione sociale facendo in modo che la società basata sulla conoscenza sia aperta a tutti. Come ha dichiarato recentemente nel corso di un’intervista il ministro svedese della Pubblica istruzione e della ricerca Thomas Östros(3):“La forza trainante dell’occupazione è l’industria basata sulla conoscenza. Le risorse assegnate alla ricerca e all’istruzione sono il più importante strumento disponibile attualmente per stimolare la crescita. L’istruzione ha la capacità di creare un mercato del lavoro flessibile, contribuendo all’imprenditorialità”. ● (2) Science Technology and Innovation, Key Figures 2000 (EUR 19396). Fx. +32 2 295 8220 [email protected] (3) Cfr. http://cordis.lu/rtd2002/news/ news.htm Info J. Bourlès, Commissione europea, DG Ricerca Direzione Ricerca socio-economica Competitività, analisi economica e indicatori Tl. +32 2 295 6464 Fx. +32 2 296 2840 [email protected] http://europa.eu.int/comm/research/pdf/keyfiguresihp.pdf e E U R O P E Bersaglio mobile Nel dicembre 1999 il commissario Erkki Liikanen ha varato l’iniziativa eEurope. Il suo obiettivo consiste nell’incoraggiare il complesso della società europea ad interessarsi seriamente al passaggio a un modo di vita elettronico. N el giugno 2000 i ministri hanno adottato il piano di azione eEurope 2001 e a dicembre, a Nizza, la Commissione ha riferito sui risultati finora ottenuti. L’iniziativa sembra giungere in un momento opportuno, perché la sua esortazione a intervenire d’urgenza è stata ascoltata a tutti i livelli, non solo dall’Unione europea e dai governi degli Stati membri, ma anche dalle imprese private e da paesi terzi come la Norvegia: ● La revisione dell’infrastruttura delle telecomunicazioni e la base giuridica necessaria per sostenere il commercio elettronico sono state collocate su una corsia preferenziale. ● Sono in corso iniziative specifi- 6 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 che destinate, tra l’altro, a unificare le specifiche tecniche delle schede intelligenti, a creare contenuti Internet europei, ad incrementare l’uso di Internet nell’istruzione e a porre in essere il nome di dominio .eu. ● È stato avviato un processo di analisi comparativa destinato a far sì che gli Stati membri possano confrontare i risultati ottenuti e individuare, per poterle emulare, le migliori pratiche. Ma l’adattamento è un processo continuo, e sono stati definiti nuovi obiettivi. L’Europa ha ora bisogno di trovare un metodo per trasformare le migliori pratiche accettate in una politica attuabile. Ed ha bisogno anche di sistemi informatici più sicuri, e per ottenere guadagni di produttività essa deve fornire il sostegno pubblico alla ricerca, da cui nasceranno le opportunità commerciali. Il processo deve essere ampliato ai paesi candidati (con un’ulteriore iniziativa denominata eEurope+). Infine, l’Europa ha più che mai bisogno di creare un mercato elettronico unico per le sue PMI, ossia gli Stati membri devono recepire rapidamente nella legislazione nazionale le direttive sul commercio elettronico e sulla firma elettronica. ● Info D. Eckert, Commissione europea DG Società dell’informazione Analisi, pianificazione politica, eEurope Tl. +32 2 296 8879 Fx. +32 2 296 1775 [email protected] http://europa.eu.int/comm/information_society/eeurope/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:31 Page 7 NOTI Z I E POLITIC H E C A P I T A L E D I R I S C H I O Il mestiere del rischio Gli imprenditori europei incontrano spesso difficoltà a raccogliere capitale di rischio sufficiente per costituire PMI innovative e flessibili. La situazione sta gradualmente cambiando, dato che le istituzioni degli Stati membri tentano di migliorare l’ambiente imprenditoriale e di incoraggiare gli investitori di capitale di rischio. L’ imprenditore ha bisogno di coraggio e dinamismo per prendere un’idea innovativa dal laboratorio e trasformarla in una realtà commerciale. In molti casi, il cammino che porta dal concetto all’impresa funzionante è lungo e difficile. La ricompensa può essere enorme: Bill Gates ha avviato la Microsoft lavorando in una sola stanza. Ma vi sono anche le trappole. Uno dei maggiori problemi in cui si imbatte un imprenditore è trovare capitale di rischio a sufficienza per fondare un’impresa finanziariamente stabile. Le piccole e medie imprese (PMI) sono percepite come fattore determinante per il futuro della crescita, della prosperità e della creazione di occupazione in Europa. Ma occorre introdurre cambiamenti nell’ambiente imprenditoriale e legislativo Alcune novità sono incoraggianti. Nel 1999 la liquidità investita nelle nuove imprese europee dai fondi di investimento in capitale di rischio è aumentata del 100 per cento rispetto all’anno precedente, ma negli Stati Uniti durante lo stesso periodo l’incremento è stato doppio rispetto a quello europeo. Giungla fiscale Come può l’Europa migliorare le sue prestazioni? La sua varietà culturale - che in altri contesti costituisce un punto forte - frappone numerosi ostacoli all’espansione rapida delle nuove imprese innovative: le differenze nelle leggi fiscali da un paese all’altro, in particolare quelle riguardanti le imposte sulle plusvalenze derivanti dagli investimenti nelle nuove imprese, e la possibilità di doppia imposizione sui dividendi delle società operanti in più Stati membri; le limitazioni sui Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 livelli di investimento da parte dei fondi pensione e di altre istituzioni; e i costi spesso proibitivi per la tutela della proprietà intellettuale estesa a tutta l’Unione europea. Ma si intravede la fine del tunnel. In una relazione(1) al Parlamento e al Consiglio dei ministri sull’attuazione del Piano di azione per il capitale di rischio del 1998, la Commissione ha messo in evidenza tre strategie fondamentali che, secondo il suo parere, dovrebbero essere adottate dai legislatori degli Stati membri per migliorare l’ambiente degli investimenti in capitale di rischio: ● ridurre i vincoli quantitativi sugli investitori istituzionali, lasciando maggiore libertà nella scelta degli investimenti, provvedendo al tempo stesso ad assicurare la tutela dei membri e dei beneficiari; ● attenuare la normativa sul fallimento, per offrire all’imprenditore possibilità di recupero, salvaguardando al tempo stesso gli interessi dei creditori; ● creare un contesto fiscale più propizio agli investitori e agli imprenditori. Verso il cambiamento “Vi è molto da fare, ma stiamo andando avanti”, dichiara Delphine Sallard, della Direzione generale degli Affari economici e finanziari, della Commissione. “In seguito all’adozione del Piano di azione per il capitale di rischio, la Commissione ha indetto nel novembre 1998 una conferenza ad alto livello dedicata a questo tema. Da allora sono state assunte importanti misure a livello Comunitario, mentre si è osservato che gli Stati membri sono diventati molto più consapevoli del bisogno di migliorare il quadro giuridico e fiscale. Raramente un processo di questo tipo è agevole. Le normative fiscali, per esempio, sono sempre sensibili sul piano politico. E questo prende tempo. Ma siamo ottimisti. Vi è stato un netto cambiamento di mentalità nei confronti degli investitori di capitale di rischio. Inoltre, la recente costituzione di una seconda e di una terza borsa per le piccole imprese contribuisce a offrire uno sbocco al termine del ciclo del capitale di avviamento, che costituisce una valida motivazione per gli investitori”. ● (1) Relazione sullo stato d’avanzamento del piano di azione per il capitale di rischio, COM (2000) 658 def, disponibile all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/economy_ finance/document/financialmrkt/rc_ progress_en.htm Info D. Sallard, Commissione europea DG Affari economici e finanziari Direzione analisi economica dei mercati finanziari e dei movimenti di capitale Mercati finanziari e intermediari finanziari Tl. +32 299 3547 Fx. +32 299 3503 [email protected] I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 7 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:31 Page 8 D O S S I E R L ' I N N O V A Z I O N E I N S E I P A E S I C A N D I D A T I Le promesse Il futuro allargamento dell’Unione europea è un’opportu anche economica, sia per gli attuali Stati membri, sia per Le priorità del processo di adesione sono la limitazione di bilancio, la liberalizzazione del mercato e l’armoniz Ma per fare in modo che a lungo termine questi appieno alla prosperità europea, sarà essenziale innovativa delle loro fragili economie. L’innovazione può problematica urgente della L’ innovazione basata sulla conoscenza sarà la maggiore forza propulsiva del rinnovamento industriale e della crescita economica dell’Europa nei decenni futuri. Su di essa si impernia attualmente la politica per le imprese condotta dagli Stati membri oltre che al livello dell’Unione europea. Le industrie statali dei paesi dell’Europa centrale e orientale (i PECO), anacronistiche e penalizzate dalle ridondanze d’organico e dalla logica burocratica, sono ora esposte, per via dell’imminente adesione all’UE, a stimoli concorrenziali del tutto inediti. Quale funzione può svolgere l’innovazione nel necessario ma doloroso adattamento attuato dai PECO e dagli altri paesi candidati? Che cosa stanno facendo i loro governi per favorire l’innovazione in quanto fonte di nuova competitività e occupazione, e per individuare ed eliminare gli ostacoli che vi si frappongono? Nel maggio 2000, la Direzione generale per le Imprese, della Commissione europea, ha ordinato uno studio destinato a valutare l'attuale clima dell’innovazione in sei paesi candidati: Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Slovenia(1). “I servizi della Commissione attribuiscono molta importanza a questo lavoro”, spiega José-Ramón Tíscar, dell’unità Politica dell’innovazione. “La relazione finale, che sarà pronta a settembre, individuerà e analizzerà i temi fondamentali di ciascun paese e traccerà una serie di scenari politici. Prevediamo che stimolerà un dibattito serio in questi paesi e che fornirà ai politici uno strumento potente per valutare e specificare misure supplementari in questo campo”. (1) V. ‘Stelle nascenti all’Est’, fascicolo 4/00. 1. Innovazione - e altre priorità Fonte: Relazioni sulla transizione, 1999 e 2000, Banca europea di sviluppo regionale Il processo con cui nei paesi candidati le risorse umane e finanziarie si focalizzano sull’innovazione è lento. Figura 1: Cambiamenti della produttività della manodopera nell’industria, in percentuale 30 20 10 0 -10 Polonia -20 Slovenia Repubblica ceca -30 -40 % 8 Ungheria Estonia 1990 1991 1992 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 1993 1994 1995 1996 1997 1998 Lo studio dedicato alla politica dell’innovazione è condotto da un consorzio di tre organizzazioni guidate dalla società belga di consulenza ADE (Aide à la Décision Économique), con il sostegno di un comitato di esperti in rappresentanza di ciascuno dei sei paesi, provenienti dalla pubblica amministrazione o dall’industria. Alasdair Reid, che dirige il gruppo di studio, tiene a sottolineare la varietà delle situazioni presenti in questi paesi. E spiega che “Sarebbe un grave errore tentare di trattarli come un gruppo omogeneo. I temi messi in evidenza saranno diversi in ciascun caso: potrebbe trattarsi, per esempio, della normativa sui fallimenti in Slovenia, o dei diritti di proprietà intellettuale in Ungheria”. I cinque PECO, tuttavia, hanno in comune un certo numero di problematiche generali. All’inizio degli anni Novanta, la privatizzazione e la liberalizzazione (v. ‘Qui Estonia’) hanno creato lo scompiglio nelle loro economie, che ora si stanno riprendendo. L’inflazione si è stabilizzata al di I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:32 Page 9 dell’Est u nità non solo politica ma i tredici paesi candidati. dell’inflazione e del deficit z zazione con le norme UE. paesi pos sano partecipare rafforzare anche la capacità offrire soluzioni anche alla ristrutturazione industriale. sotto del 10 per cento. I livelli di disoccupazione sono paragonabili a quelli dell’UE, mentre la produzione economica cresce a tassi simili o superiori, pur partendo da una base molto inferiore. Nell’insieme dei sei paesi ci si comincia a rendere conto del potenziale dell’innovazione come fonte di crescita. Ma l’innovazione non può essere affrontata indipendentemente dai mutamenti più ampi del contesto imprenditoriale e normativo, che costituiscono le caratteristiche centrali dell’ambiente attuale sia per l’attività di innovazione da parte delle imprese, sia per la formulazione delle politiche in materia di innovazione. I paesi candidati sono ancora alle prese con lo sviluppo dei meccanismi istituzionali di un’economia di mercato liberalizzata. Come mette in evidenza la relazione sulla transizione pubblicata dalla Banca europea per lo sviluppo regionale nel novembre 2000, questo contesto è critico per la crescita del settore dell’imprenditoria privata. “La normativa sul fallimento e la politica in materia di competitività possono apparire molto distanti dall’innovazione, ma sono fattori decisivi che determinano la capacità di innovare”, dichiara Reid. Assembramento di politiche Nel frattempo, l’adozione della legislazione comunitaria UE obbliga le autorità pubbliche a districarsi rapidamente con un gran numero di mutamenti di legislazione e di politiche, spesso senza un organico numericamente e qualitativamente sufficiente a svolgere adeguatamente questo compito. L’innovazione non figura tra i capitoli previsti dai negoziati di adesione, per cui le risorse assegnate all’elaborazione e all’applicazione delle politiche in questo settore sono molto limitate. Nei PECO, il programma dell’Unione europea Phare (v. ‘Programmi UE ● ● ● Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Programmi UE riguardanti l’innovazione, dedicati ai paesi candidati P er i dieci paesi candidati dell’Europa centrale e orientale, il programma Phare è attualmente il principale canale di cooperazione finanziaria e tecnica con l’Unione europea. Phare offre assistenza sotto forma di sovvenzioni ai progetti riguardanti il potenziale delle istituzioni (sostegno alle amministrazioni nazionali e regionali, e agli organi normativi e ispettivi) e l’investimento (per portare le industrie e le infrastrutture ai livelli comunitari). In particolare, Phare offre sostegno a: ● lo sviluppo regionale: i fondi sono usati per contribuire ad attirare gli investitori strategici necessari per una ristrutturazione industriale efficace mediante il finanziamento di infrastrutture su piccola scala, la riqualificazione, e i programmi di credito che promuovono gli investimenti nel capitale umano e intellettuale ● il sostegno alle piccole e medie imprese (PMI): la Facility per le PMI, che funziona in base al cofinanziamento con la Banca europea di investimento, la Banca europea di sviluppo regionale, le fonti commerciali, e gli istituti finanziari dell’UE e dei paesi candidati, mira a fornire capitale azionario, mutui e garanzie per le PMI Tutti i paesi candidati, inoltre, possono partecipare a un totale di 30 programmi comunitari, alle stesse condizioni degli Stati membri. Per quanto riguarda l’innovazione, tra questi figurano in particolare il Quinto programma quadro per la ricerca (compreso il suo programma Innovazione e PMI) e il nuovo Programma pluriennale per le imprese e l’imprenditorialità (2001-2005), che è incentrato sul miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e contribuirà a migliorare le condizioni in cui operano le imprese neocostituite e le PMI. In particolare, l’UE sostiene la rete di Centri di collegamento per l’innovazione(1) con un membro a pieno titolo in ciascun paese candidato, le cui regioni nel 2001 entreranno anche a far parte della rete IRE (Innovating Regions in Europe)(2). Nel corso dell’anno nei nuovi paesi associati saranno avviati trenta nuovi progetti di strategia di innovazione regionale (RIS-NAC). (1) V. pag. 21. (2) V. pag. 27. Info • Phare: http://europa.eu.int/comm/enlargement/ pas/phare/index.htm • Allargamento: http://www.europa.eu.int/comm/ enlargement/index.htm • Reti IRC/IRE Y. Tsilibaris, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Reti e servizi Fx. +352 4301 34009 [email protected] http://www.cordis.lu/irc/home.html http://www.innovating-regions.org/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 9 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:32 Page 10 D O S S I E R L ' I N N O V A Z I O N E I N S E I P A E S I C A N D I D A T I ●●● Figura 2: Esportazioni ad alto contenuto tecnologico in percentuale sulle esportazioni manifatturiere, 1998 50 Fonte: World Bank World Development Indicators 2000 riguardanti l’innovazione, dedicati ai paesi candidati’) ha promosso l’innovazione come uno dei temi relativi allo sviluppo dell’imprenditoria e ha portato al trasferimento di conoscenze pratiche dagli Stati membri, oltre a fornire il sostegno finanziario per nuovi programmi. “Ma l’agenda legislativa è tendenzialmente subordinata alle ripercussioni sul sociale e sui livelli di occupazione derivanti dalle ristrutturazioni”, spiega Reid. “È stato difficile per i responsabili politici concentrarsi sulle misure di sostegno alla creazione di nuove imprese innovative mentre molti dei maggiori datori di lavoro facevano fallimento”. 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 % S T U D I O Irla nda Pae s i Ba RU ssi Un ghe S P C S G R Ger E Dan ma stonia epub recia pagna loven ortog ipro blic ia nia ria imarc allo a a ce ca E S E M P L I F I C A T I V O meno di quattro anni essa è diventata il secondo operatore nazionale, a pari merito con un’altra società. Qui Estonia L’impostazione innovativa di una società estone nei confronti di un settore di mercato che fino a quel momento era stato trascurato le è valsa una quota significativa delle vendite di telefonia mobile del paese. Nell’Europa centrale e orientale, come nel resto dell’Unione europea, l’industria delle telecomunicazioni è al tempo stesso una parte essenziale della vita moderna e un settore altamente competitivo.“La buona qualità delle telecomunicazioni è stata un fattore critico per la velocità dello sviluppo del paese fin dalla sua indipendenza”, afferma Toomas Peek, presidente della società fornitrice di telefonia mobile Q GSM (Tele2). Tutti i fornitori di servizi di rete dispongono della stessa base tecnologica, dato che le caratteristiche dei telefonini stessi vengono decise dai fabbricanti. Poiché in questo settore estremamente dinamico le nuove soluzioni diventano subito caratteristiche ordinarie, difficilmente un operatore riesce ad ottenere un vantaggio tecnologico sulla concorrenza. Per chi è relativamente nuovo del settore, come nel caso della Q GSM, l’innovazione è particolarmente importante, perché consente di attirare nuovi clienti. Trovare un mercato “Non si può semplicemente copiare da un altro paese”, spiega Peek. “Occorre adattarsi alla realtà economica locale”. Ispirandosi all’esempio di Orange nel Regno Unito e con un marketing 10 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Pol oni a manager proveniente da un’esperienza presso la telecom danese, la Q GSM ha messo in pratica esattamente questo principio. È stato il primo operatore estone a proporre un cellulare a un prezzo sovvenzionato insieme alla formula dei minuti di comunicazione gratuita: due soluzioni rivoluzionarie per quell’epoca. Con un livello iniziale a basso prezzo e la possibilità di utilizzare buoni prepagati, la strategia tariffaria localmente innovativa della Q GSM ha contribuito alla diffusione della telefonia mobile in Estonia allo stesso titolo che nel resto dell’Europa. Quattro anni fa il cellulare era utilizzato quasi esclusivamente dalle imprese. Oggi, la penetrazione del mercato del cellulare ha superato il 40 per cento della popolazione. Le tariffe sono solo uno dei fattori determinanti. La Q GSM ha capito che per allargare l’uso del cellulare al grande pubblico occorrevano scelte commerciali molto diverse. Una strategia a tutto campo ha sviluppato la consapevolezza del marchio e ha consentito all’azienda di affermarsi nel nascente mercato di massa. Benché anche la concorrenza abbia tratto vantaggio dall’espansione del numero di consumatori, l’inerzia iniziale dei concorrenti ha permesso alla Q GSM di creare una forte immagine dell’azienda. In L’adesione e il futuro La deregolamentazione e le nuove normative hanno prodotto la compatibilità tra la legislazione locale e le norme tecniche e quelle dei mercati esteri. A livello internazionale, le telecomunicazione devono necessariamente collaborare, e Peek prevede una collaborazione ancora più ampia con le imprese europee. In Estonia, come altrove, l’uso di Internet è un aspetto importante dell’industria. Per i servizi bancari on line si prevede un’espansione significativa e questo richiede un accesso e una connettività adeguati. Per questo Peek vede nel sistema WAP (wireless access protocol) e nei sistemi successivi un altro potenziale spazio d’azione per l’approccio di Tele2. La sua filosofia non si limita al suo paese.Tele2 è diventata recentemente il terzo operatore di telefonia mobile in Lituania, dove si prevede che gli stessi metodi si dimostreranno altrettanto riusciti. “Avere un prodotto attraente è importate, ma anche i nuovi metodi di commercializzazione sono indispensabili”, fa notare Peek. “Affinché l’impresa possa sopravvivere occorre mettere insieme una massa critica di clienti”. Info T. Peek, Q GSM (Tele2 Eesti AS) Tl. +372 6205 230 Fx. +372 6205 231 [email protected] http://www.tele2.ee.everyday.com/ http://www.qgsm.ee/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:33 Page 11 2. Le stelle dell’est: quante sono? La mancanza di dati attendibili sull’attività innovativa tra le imprese dei paesi candidati è un grave ostacolo all’efficacia del processo legislativo. Figura 3: Finanziamento delle spese di R&S per impresa Fonte: Science,Technology and Industry Outlook 2000, OCSE 1.2 percentuale del PIL, 1997 (scala a sinistra) quota del PIL (in percentuale) 1.0 0 tasso medio di crescita annua, 1991-98 (scala a destra) 0.8 -5 0.6 -10 0.4 -15 0.2 -20 0.0 crescita (in percentuale) “È un po’ come un buco nero”, osserva Alasdair Reid. “Polonia e Slovenia hanno condotto studi analoghi all’Indagine sull’innovazione comunitaria(2). Da questi emerge che l’innovazione è più concentrata in un piccolo numero di grandi società di quanto non avvenga nell’Unione europea, ma i risultati sono incompleti e solo in parte confrontabili con i dati dell’Indagine sull’innovazione”. Per Cipro, la Repubblica ceca, l’Estonia e l’Ungheria, le statistiche macroeconomiche sono i soli indicatori dell’attività innovativa. “Dalla relazione di transizione della Banca europea di sviluppo regionale sappiamo che la crescita economica dell’Europa centrale e dei paesi Baltici è trainata dal grande numero di singoli imprenditori e di piccole imprese di nuova fondazione che ora vi sono. Ma naturalmente, solo una piccola parte di questi sono innovatori dell’alta tecnologia”, spiega Reid. “I dati sugli investimenti nella R&S non sono male in genere, ma la misurazione dei risultati economici della ricerca - per esempio il rapporto tra il fatturato derivante dalle vendite dei prodotti innovativi - è piuttosto scarsa”, aggiunge José-Ramón Tíscar. “La partecipazione attiva al Quinto programma quadro per la ricerca dell’UE da parte delle imprese dell’alta tecnologia provenienti dall’Europa centrale e orientale è molto bene accolta. Ma è importante non lasciarsi indurre a credere che i paesi candidati abbiano una popolazione significativa di PMI innovative”. 5 -25 Por to gal lo Ital Un ion ia ee uro pea Spa gna Penuria di capitali Dall’analisi dei dati disponibili eseguita da un partner di Reid, Slavo Radosevic dell’University College di Londra, emerge che dopo un periodo di “recessione transitoria” registrata durante la fase iniziale delle riforme post comuniste, la produttività della manodopera industriale è cresciuta rapidamente in tutti i cinque PECO (fig. 1). Ma resta a valori molto inferiori alla media UE. Inoltre, il rallentamento del tasso di miglioramento registrato dal 1997 indica che è improbabile che i licenziamenti e la chiusura degli impianti fuori mercato producano ulteriori guadagni. L’investimento nelle tecnologie moderne Figura 4: Afflusso di investimenti diretti esteri, espresso come percentuale del PIL, media 1997-98 Fonte: World Bank World Development Indicators 2000 9 8 7 6 5 4 3 2 Pol oni a Rep ubb Un lica cec a ghe ria sta diventando quindi sempre più indispensabile come fonte di competitività. Le esportazioni dei PECO, cresciute rapidamente agli inizi degli anni Novanta, per lo più grazie alle merci a buon mercato prodotte dalle industrie ad alta densità di manodopera, contengono ora una quota crescente di prodotti ad alto contenuto tecnologico (fig. 2). Tuttavia, nei PECO gli investimenti per la ricerca e sviluppo, sia nel settore pubblico sia in quello privato, hanno registrato una netta riduzione in seguito al crollo del comunismo. E continuano ad essere in ritardo. In rapporto al Pil, le spese di R&S in Slovenia e nella Repubblica ceca equivalgono circa al 70 per cento della media UE. In Estonia, Polonia e Ungheria, i livelli sono simili a quelli di Spagna, Portogallo e Grecia, mentre a Cipro il finanziamento per la R&S e le infrastrutture di ricerca accademiche e industriali sono storicamente carenti. La nostra particolare fonte di preoccupazione è il basso livello di spesa nella ricerca da parte delle imprese, che durante gli anni Novanta è diminuito più in fretta nei PECO che negli Stati membri dell’Unione europea (fig. 3). ●●● (2) V. ‘Una nuova specie di imprenditori europei’, fascicolo 2/00. 1 0 % R P U Est oni aesi B n g h e U a ria ass i Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 C S S P D I R Pol oni rlanda epub anim ortog pagn loven ipro a a blic a ia allo a ce rca ca Gre cia Ger ma nia I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 11 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:33 Page 12 D O S S I E R L ' I N N O V A Z I O N E I N S E I l’innovazione, poiché la disponibilità di capitale di rischio e di mercati azionari di liquidità è una condizione imprescindibile per lo sviluppo autonomo delle attività imprenditoriali innovative. I tassi attivi bancari sono alti. Gli investimenti in capitale di rischio sono grossomodo equivalenti, in proporzione al PIL, a quelli dei paesi UE beneficiari del Fondo di coesione. Nel 1999, la capitalizzazione nel 1999 del mercato azionario della Polonia - il più sviluppato di questi sei paesi ammontava a 32 miliardi di euro, pari alla metà di quella del Portogallo, che è la più piccola dell’UE. GE Lighting ha otto stabilimenti in Ungheria. Nei PECO gli investimenti esteri stanno dando impulso alla produttività e alla competenza tecnologica, ma è indispensabile avere stretti rapporti con le PMI nazionali. ●●● Nella recente comunicazione sull’Innovazione in un’economia basata sulla conoscenza(3), la Commissione europea ha enunciato chiaramente che affrontare la sfida dell’innovazione compete in primo luogo alle imprese, piuttosto che alle autorità pubbliche, e ritiene importante che i costi della ristrutturazione industriale nei paesi candidati siano sostenuti principalmente dal settore privato. Ma i loro settori finanziari restano gravemente sottosviluppati. Questo pone un problema particolare alla politica del- Investimenti in entrata In questo contesto, gli investimenti esteri diretti, provenienti dall’UE, dagli USA e da altre imprese straniere sono stati critici come fonte di miglioramento delle tecnologie, delle competenze gestionali, della produttività e dell’accesso a nuovi mercati (fig. 4). Nei cinque paesi PECO, la produttività della manodopera nelle imprese di proprietà straniera è superiore a quella delle imprese nazionali per un valore variabile tra il 50% e il 200%. Creare un ambiente normativo abbastanza stabile e favorevole da attirare gli investimenti stranieri diretti è una sfida di grandi proporzioni per la politica dell’innovazione. Ma il gruppo di esperti che ha elaborato lo studio ritiene che occorra una migliore comprensione dei rapporti che intercorrono tra investimenti stranieri diretti e innovazione, e in parti- P A E S I C A N D I D A T I colare dell’impatto di questi sul comportamento innovativo delle PMI nazionali. Per evitare di creare un’economia a due velocità, i politici devono intensificare al massimo le interazioni tra imprese straniere e nazionali, coltivando il travaso di nuove tecnologie e di metodi gestionali moderni, avverte Radosevic. Nel 1999, per esempio, l’Ungheria ha introdotto un programma “integratore”, destinato a migliorare la competitività e la capacità innovativa delle PMI ungheresi mediante il sostegno alla creazione di reti e allo sviluppo comune tra grandi società e gruppi di fornitori potenziali. La multinazionale General Electric Lighting, che in Ungheria possiede otto stabilimenti con 11 000 addetti ed esporta il 95 per cento della produzione, partecipa con entusiasmo al programma. “Per General Electric l’obiettivo consiste nel migliorare la qualità della base di fornitori locali”, spiega il vicepresidente per lo sviluppo tecnologico, Miklos Csapody. “Tuttavia, il finanziamento per l’innovazione va direttamente alle cinque PMI con cui lavoriamo, mentre la General Electric contribuisce a definire i progetti e ne sostiene l’attuazione con la consulenza e la formazione”. (3) COM(2000) 567 def. Il testo completo della comunicazione è stato pubblicato nell’edizione speciale di Innovazione & Trasferimento Tecnologico del novembre 2000. Lo stesso testo può essere prelevato anche all’indirizzo http://www.cordis.lu/innovationsmes/communication2000/home.html 3. Sulla carta Se si vuole tradurre in pratica la retorica dell'innovazione, occorre coordinare meglio la politica industriale e la politica per la ricerca. Nei PECO, l’incarico dell’innovazione è suddiviso generalmente tra diversi ministeri, benché la competenza e le risorse siano state concentrate recentemente in agenzie uniche, in Estonia come in Ungheria. Solo in Estonia, Ungheria e Polonia i governi hanno definito politiche o strategie che affrontano l’innovazione come settore politico a sé stante. A Cipro l’innovazione è trattata nell’ambito della politica industriale, in Slovenia sotto la voce dello sviluppo tecnologico, e nella Repubblica ceca in termini di politica industriale e politica della ricerca. Anche quando i documenti strategici governativi in materia di innovazione esistono, spesso non sono assortiti di dotazione finanziaria e di interventi concreti destinati ad attuare i sistemi previsti. Il coordinamento delle politiche esistenti nel campo della ricerca e dell’imprenditoria è critico, ma i governi dei paesi PECO hanno tradizionalmente investito intensivamente sulla 12 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 ricerca e la lobby della ricerca resta potente, mentre non si sono ancora costituiti raggruppamenti coerenti che promuovano gli interessi delle imprese innovative. Secondo il gruppo di esperti incaricato dello studio, “raramente le politiche sono elaborate tenendo conto esplicitamente delle vere esigenze dell’innovazione delle imprese”. Rapporti ravvivati Vi sono, tuttavia, alcuni segnali positivi. L’insieme dei sei paesi ha iniziato a creare parchi scientifici, centri tecnologici e vivai di imprese, e sta cominciando ad interessarsi agli effetti delle aggregazioni industriali e delle reti di filiera in quanto componenti fondamentali dei sistemi di innovazione regionali. “L’Ungheria è probabilmente il paese più avanzato sotto questo aspetto”, osserva Reid. “In Slovenia stanno emergendo aggregazioni di R&S industriale in due grandi città. La Polonia è più varia, per via della superficie molto maggiore: tra varie iniziative regionali, i progetti Phare hanno incoraggiato lo sviluppo di infrastrutture regionali di sostegno all’innovazione”. L’Estonia, nel frattempo, segue il modello scandinavo di sostegno all’innovazione, prendendo a modello la finlandese Tekes, e sta iniziando a sviluppare i parchi scientifici, per esempio intorno all’università di Tallin. Con il sostegno del programma Phare, l’importanza attribuita tradizionalmente dalla Cechia alla ricerca sta lasciando il posto al maggiore risalto dato all’interfaccia con l’industria (v. ‘Su basi più solide’), mentre anche Cipro sostiene i vivai dell’alta tecnologia e altri meccanismi volti a incoraggiare la costituzione di imprese emanate dagli ambienti della ricerca. In Ungheria, secondo Csapody, il rapporto tra gli ambienti della ricerca e l’industria sta migliorando rapidamente. “Dieci anni fa, le università I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 13 Info funzionavano più o meno indipendentemente dalle vere esigenze dell’industria”, egli spiega. “Oggigiorno, le imprese entrano sempre più spesso in contatto con le università per offrire ai laureati le competenze e le qualifiche di cui essi hanno bisogno”. La stessa GE Ungheria ha un contratto quadriennale con quattro università per offrire borse di studio inserite in progetti per studenti di dottorato e per studenti al quarto o quinto anno del corso di laurea, che lavorano con unità della GE e seguono formazioni complementari in materia di finanze e gestione d’impresa. ● S T U D I O • J-R. Tíscar, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Politica dell’innovazione Fx. +352 4301 34129 [email protected] http://www.cordis.lu/innovation-smes/ src/studies.htm • A. Reid, ADE Tl. +32 10 471 918 Fx. +32 10 454 099 [email protected] • M. Csapody, GE Lighting, Ungheria Tl. +36 1 399 1119 Fx. +36 1 399 2302 [email protected] E S E M P L I F I C A T I V O Su basi più solide La Repubblica ceca ha una lunga storia industriale. Restano solide tradizioni nel campo dell’innovazione e dell’ingegneria, ma le riforme degli anni Novanta hanno lasciato il paese senza una chiara politica dell’innovazione. Finora. “L’innovazione è il solo modo in cui il nostro paese possa sopravvivere alla concorrenza internazionale”, afferma Karel Klusacek, amministratore del Centro di scienza e tecnologia dell’Accademia ceca e presidente della Società ceca per la promozione del trasferimento di tecnologia. “La cooperazione è essenziale affinché la comunità europea allargata possa competere a livello planetario, e dobbiamo essere un interlocutore a pari livello”. L’innovazione, l’ingegneria e l’esportazione sono solide tradizioni ceche, e tutte le imprese industriali avevano in passato una significativa capacità interna di R&S. Ma non tutti gli istituti di ricerca industriale che in passato erano di proprietà statale hanno potuto sopravvivere al mercato libero. Diversi di essi sono stati smantellati. Benché sia in atto una lenta ripresa, Klusacek attribuisce la colpa dello stato attuale della politica dell’innovazione all’effetto cumulativo di una insufficiente pianificazione delle privatizzazioni e alla presenza dei problemi più urgenti della pubblica sanità, della ristrutturazione industriale e della difesa. Impatto sull’adesione Le iniziative della Commissione europea hanno già spianato la strada alla cooperazione per la strategia di innovazione regionale tra gli Stati membri e i paesi candidati. Oltre a ciò, lo Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 scorso anno è stata avviata un’operazione di previsione tecnologica nazionale volta a definire le priorità per la ricerca.“Uno studio di questo tipo non è mai stato condotto in questo paese”, spiega Klusacek, “per cui in passato troppi ricercatori e troppi progetti concorrevano per fondi limitati”. E dichiara che “L’adesione all’Unione europea avrà una profonda influenza sul futuro della politica dell’innovazione. Dobbiamo essere capaci di affrontare le nuove sfide della concorrenza e cogliere le nuove opportunità di collaborazione”. Come membro del comitato del programma Innovazione e PMI, egli si rende conto che le priorità europee possono imporre limiti alle attività di R&S della Repubblica ceca, ma ritiene che i vantaggi di un quadro politico chiaro compensino ampiamente questo vincolo. Lavorare con le PMI Il Centro tecnologico di Praga gestito da Klusacek si finanzia autonomamente. Il centro è risolutamente impegnato ad assistere le piccole e medie imprese (PMI) facilitando la cooperazione e il trasferimento di tecnologia e a questo fine è deciso a estendere la ricerca oltre i confini nazionali. La manifestazione Enertec 2000, per esempio, organizzata congiuntamente con partner austriaci, tedeschi e slovacchi, ha riunito 50 PMI del settore energetico per partecipare a oltre Incontro tra una società ceca del settore energetico e potenziali partner tedeschi, all’Enertec 2000. 130 incontri esplorativi organizzati in anticipo. Precedenti incontri di partenariato hanno condotto allo sviluppo congiunto con partner tedeschi di nuove tecnologie per l’industria tessile e alla cooperazione con una ditta cipriota per lo sfruttamento dei fanghi di scarto petroliferi come combustibile. “Le PMI possono produrre risultati rapidi, ma non possono permettersi di perdere tempo. Noi dobbiamo offrire qualcosa che presenti un chiaro beneficio commerciale”, sottolinea Klusacek. “La soluzione consiste nel prepararsi meticolosamente”. Egli sa per esperienza in che modo l’assenza di una chiara strategia nazionale per l’innovazione possa ostacolare le imprese che tentano di innovare, ed è favorevole all’azione portata avanti attualmente mediante la rete RIS per elaborare una strategia di questo tipo. “Il futuro si prospetta incoraggiante. Un quadro politico definito è un terreno solido su cui ci si può appoggiare per avvicinare potenziali partner”. Info K. Klusacek, Technology Centre AS CR Tl. +420 2 203 90 700 Fx. +420 2 209 22 698 [email protected] http://www.tc.cas.cz/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 13 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 14 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I G L I I N D I C A T O R I D E L L ’ I N N O V A Z I O N E Vederci chiaro Attualmente i governi considerano l’innovazione come un fattore determinante per le prestazioni in settori più visibili come la politica economica e la politica dell’occupazione. Ma che cosa sia l’innovazione, e quali siano i fattori che l’incoraggiano, sta diventando chiaro solo ora. Da sinistra a destra: Herbert Steinwender (UNICE), Theo Roelandt (ministero olandese degli Affari economici), Keith Smith (Gruppo STEP), Harald Sonnberger (Eurostat). Il programma Innovazione/PMI in sintesi Il programma ’Innovazione e partecipazione delle PMI’, che fa parte del Quinto programma quadro, promuove l’innovazione e incoraggia la partecipazione al programma quadro da parte delle piccole e medie imprese (PMI). Direttore del programma è Giulio Cesare Grata (Direzione per l’Innovazione, DG Imprese). Info Politica dell’Innovazione Fx: +352 4301 34129 Progetti e metodologie Fx: +352 4301 32100 Reti e servizi Fx: +352 4301 32779 Comunicazione e azioni di sensibilizzazione Fx: +352 4301 35389 Risorse Fx: +352 4301 33389 Coordinamento PMI Fx: +32 2 2954361 Home Page http://www.cordis.lu/ innovation-smes/home.html 14 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 L o scorso novembre, quasi 200 economisti, statistici e politici di 25 paesi si sono riuniti nel parco scientifico di Sophia Antipolis, nei dintorni di Nizza, per colmare il vuoto tra teoria e pratica alla conferenza intitolata Innovazione e creazione di imprese: statistiche e indicatori, organizzata congiuntamente dalla Direzione generale per le Imprese, presso la Commissione europea, e Eurostat, il suo servizio statistico. Che cosa avvenne veramente nella testa di Archimede quando saltò fuori dal bagno? Più ci si pensa e più fantastico e meno spiegabile diventa il processo di innovazione. Per promuovere efficacemente il pensiero innovativo, dobbiamo prima capire che cosa sia. Gli incentivi pensati male possono produrre uno sperpero enorme di risorse: se i governi si limitano a incoraggiare i ricercatori a spendere di più, vi è il rischio di avere una spesa senza il risultato voluto. La nostra attuale comprensione di ciò che causa l’innovazione è tutt’altro che adeguata. Forse questo era prevedibile: si tratta di un’aggiunta relativamente nuova al lessico degli economisti, e come ha osservato Jean-Noël Durvy, della Commissione, l’industria dell’innovazione non ha a disposizione il tipo di risorse che vengono spese per le statistiche in agricoltura. Ma che cosa dobbiamo misurare, e come? Nel corso di otto seminari sono stati esaminati diversi aspetti della misurazione dell’innovazione(1). Come si deve affrontare il settore dei servizi? Quanto sono innovativi i fabbricanti tradizionali? Come si possono condurre osservazioni sulla collaborazione tra imprese? Qual è l’impatto dell’esternalizzazione, della motivazione dei dipendenti, degli incentivi finanziari, delle norme tecniche e dell’ubicazione degli impianti? Come si possono mettere in condizione le amministrazioni regionali di dar libero corso al potenziale di innovazione? Quali lezioni possiamo trarre dai quadri comparativi? Vecchie idee su quello che è nuovo Il professor Keith Smith del gruppo STEP, situato a Oslo, ha enunciato i parametri. I nostri dati attuali sono tutte approssimazioni in qualche modo distorte. Né un alto livello di spesa nella R&S, né un ritmo elevato di pubblicazioni scientifiche si traducono automaticamente in innovazione, e non tutte le innovazioni sono brevettate. E non dobbiamo confondere innovazione e tecnologia. I settori più tradizionali dell’economia, come la trasformazione alimentare, spendono poco nella ricerca diretta, ma utilizzano complessi contributi di conoscenza e innovano continuamente su grande scala. Ironicamente, il problema centrale è che la definizione di innovazione non ha tenuto il passo coi tempi. Le cifre con cui tutti lavorano ruotano principalmente intorno al settore manifatturiero, mentre omettono quella che ormai è la parte principale della nostra economia: il terziario. Queste cifre parlano di nuovi prodotti anziché di cambiamento organizzativo. Non dobbiamo compiere l’errore di immaginare che il mondo consista solo di quello che possiamo misurare. Gli indicatori, come ha detto la professoressa Lena Tsipouri dell’Università di Atene, devono essere solidi, fattibili e pertinenti. Sono solidi se il loro valore è incontestabile, fattibili se i dati sono disponibili a un costo ragionevole, e perti- I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 15 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I Il complesso presso cui è stata organizzata la conferenza: CICA, Sophia Antipolis. nenti se presentano una correlazione diretta con gli obiettivi politici. Cercare indicatori che soddisfino queste tre condizioni non è semplice.“Si deve ricorrere spesso a un compromesso, e la scelta degli indicatori è una questione politica”, ella ha detto. “Gli strumenti tecnici ci sono: quello che occorre è dare ai politici il mandato per applicarli”. Ma vi sono anche altre difficoltà d’ordine pratico, compresa quella dell’incompatibilità dei dati. La qualità dei dati è migliorata sensibilmente dalla prima Indagine comunitaria sull’innovazione, del 1993, e della seconda, del 1997, ma è ancora lungi dall’essere ideale. Inoltre, occorre raccogliere dati con frequenza maggiore che una volta ogni quattro anni. E sebbene i ricercatori ambiscano ad avere accesso a dati a basso livello, spesso le considerazioni riguardanti la riservatezza lo vietano. L’alta tecnologia: non è una panacea per l’occupazione Un’analisi più approfondita sembra smentire la comune affermazione per cui le industrie ad alta densità di conoscenza sarebbero i propulsori della crescita. Le cifre citate dal professor Smith indicano che tra il 1980 e il 1995, negli Stati Uniti la quota di alta tecnologia nella produzione manifatturiera è passata dal 10,5 per cento al 15,8 per cento. Ma quello che si dimentica spesso di osservare è che durante lo stesso periodo lo stesso settore manifatturiero si è ridotto dal 21,5 per cento al 18,5 per cento dell’economia. La crescita netta nel settore dell’alta tecnologia è infe- Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 riore all’1 per cento del PIL. Inoltre, in 11 dei 15 paesi OCSE considerati, l’occupazione nel settore dell’alta tecnologia sta realmente diminuendo. Sarebbe un abbaglio, quindi, sperare che le industrie dell’alta tecnologia possano dar luogo a livelli di occupazione quasi totale. L’innovazione dobbiamo cercarla dappertutto. La sfida intellettuale a medio termine consiste nell’identificare i sistemi che sostengono la crescita. Quali sono le complesse basi di conoscenza a livello di impresa, di settore e di economia? Come circola la conoscenza tra i settori industriali? Ma abbiamo poco tempo a disposizione. Pragmaticamente dobbiamo interessarci di quello che funziona: compiere un’indagine per sapere cosa fa ciascuno, e emulare il meglio che si trova. Questa tecnica di analisi comparativa è stata raccomandata dal vertice di Lisbona un anno fa, ed è già stata messa in pratica con il Quadro comparativo dell’innovazione in Europa(2). Decisioni migliori su tutta la linea Occorre anche portare all’attenzione di nuove fasce di pubblico l’importanza dell’innovazione, in modo che il miglioramento dell’informazione venga applicato nella pratica per produrre un miglioramento delle politiche. L’associazione imprenditoriale europea UNICE ha preso la felice iniziativa di condurre un’indagine a tutto campo sul tema dell’innovazione dal punto di vista del datore di lavoro, ma non solo: l’ha accompagnata con un’energica operazione di marketing. La loro terza relazione di analisi comparata Stimulating Creativity and Innovation in Europe è stata presentata al Vertice europeo delle imprese, tenutosi a Bruxelles nel giugno 2000(3), che ha avuto ampia risonanza pubblica. Ma il nesso tra scienza e scelte politiche resta labile come sempre. È ancora tutt’altro che dimostrato che misure politiche come i tagli fiscali siano uno stimolo per l’innovazione. Per non perdere la strada nel nostro viaggio verso l’economia basata sulla conoscenza, abbiamo bisogno di punti di riferimento. Sono in gioco cospicui aiuti finanziari regionali. L’Eurostat sta elaborando nuovi indicatori come l’“occupazione nei settori ad alta densità di conoscenza”, destinati a integrare i risultati dell’imminente terza Indagine sull’innovazione comunitaria. Parallelamente, quest’anno l’UNICE intende condurre un’analisi compariva della “nuova economia”. L’operazione richiede oltre che precisione scientifica l’immaginazione e il coraggio di osare misurare ciò che non è misurabile. Come è stato riassunto da Rémi Barré, amministratore delegato del francese Observatoire des Sciences et Techniques: “Come i biotecnologi, i teorici dell’innovazione devono abituarsi a convivere con la controversia e rendersi conto che sono utili alla società anche se quello che sanno è ben ● poca cosa”. (1) I documenti presentati si trovano all’indirizzo http://www.cordis.lu/innovationsmes/src/statconf5.htm (2) Si veda l’edizione speciale del novembre 2000. Per maggiori informazioni v. anche http://www.cordis.lu/trendchart/ (3) V. ‘Libertà e responsabilità’, fascicolo 5/00. Info K. Schwall, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Politica dell’innovazione Tl. +352 4301 33809 Fx. +352 4301 34129 [email protected] http://www.cordis.lu/innovation-smes/src/statconf.htm I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 15 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 16 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I C O N T R O L L O Q U A L I T À Il quadro istituzionale per una nuova tecnica Un metodo danese per eliminare la carie del legno dagli edifici ha molti vantaggi sui metodi chimici ed è stato accolto con interesse in Norvegia. Dato che il fungo non viene rimosso, occorre garantire un controllo totale. Il trasferimento di tecnologia ha condotto allo sviluppo di un sistema di controllo di qualità norvegese. Il marciume si infiltra. La carie del legno invade la carpenteria. I (1) Project IN1049 - Trasferimento della tecnologia di trattamento termico come metodo per la lotta alla carie del legno, serpula lacrymans, nelle opere edili. 16 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 l degrado degli edifici dovuto all’aggressione del fungo della carie del legno, serpula lacrymans, è un fenomeno comune in Europa. Il fungo provoca il cedimento della carpenteria e si insinua anche attraverso le cortine di mattoni e le opere in muratura dietro agli intonaci. Ne risultano gravi danni alla resistenza strutturale. In genere il trattamento consiste nel sostituire le membrature o le opere murarie infestate, sottoponendo poi a trattamento chimico il materiale restante. I ricercatori dell’Istituto danese di tecnologia Taastrup hanno messo a punto un metodo molto meno invasivo, in cui il micelio viene ucciso con il calore e viene lasciato sul pasto. Non vi è bisogno di sostituire la carpenteria e i mattoni colpiti dalla carie, a meno che non siano diventati strutturalmente instabili. Il trattamento termico è molto più rapido e a buon mercato, ed evita di dover distruggere edifici spesso importanti sul piano culturale. Il solo problema del trattamento termico è che se la riuscita non è totale, l’efficacia del trattamento è nulla. Se uno solo dei miceli resta attivo, il si diffonde di nuovo e l’infestazione ritorna ben presto ai livelli precedenti. Per questo motivo, in Danimarca è stato messo a punto un sistema di controllo di qualità, per garantire un’estirpazione efficace. sto sistema è una necessità imprescindibile. “Ne abbiamo discusso con i partner norvegesi e abbiamo spiegato quanto fosse importante per loro sostenere la tecnologia con un sistema efficace di controllo di qualità”, ricorda Koch. “Questo contribuirebbe anche a migliorare la consapevolezza e a migliorare la qualità della ricerca nel trattamento del degrado in genere”. La diffusione in Norvegia Organismo di controllo di qualità Lo scopo principale del progetto di innovazione Heatcon(1) era di definire un modello per il trasferimento in Norvegia del metodo danese di trattamento termico. La coordinatrice del progetto Anne Pia Koch, dell’Istituto danese di tecnologia, spiega che una delle principali ragioni per cui i norvegesi erano così interessati alla tecnologia è che nel comune di Oslo vi sono molti edifici storici per i quali occorre un trattamento. Il Comune ha già adottato una serie di politiche generali per il rinnovo degli edifici, in cui è richiesto che i metodi e i materiali utilizzati abbiano un effetto minimo sull’ambiente. Il trattamento termico è quindi ideale. “L’Istituto ha impartito una formazione a cinque imprese appaltatrici norvegesi per praticare il trattamento termico e a una società di perizie edili per gestire la pianificazione del progetto”, spiega Koch. Tuttavia, le operazioni per il trasferimento del trattamento termico alla Norvegia hanno messo in evidenza l’assenza di qualsiasi forma di controllo di qualità, che per que- Con la consulenza dell’Istituto danese di tecnologia, è stato costituito un gruppo di imprese indipendenti norvegesi delle tecniche termiche (KVH) per sorvegliare la qualità del trattamento termico della carie del legno. È stato elaborato un manuale per il controllo di qualità e ne è stata verificata la compatibilità con gli altri regolamenti della Norvegia. Essi sono in contatto con l’organismo danese di controllo qualità per scambiare informazioni ed esperienze. “Non abbiamo tentato, tuttavia, di imporre il sistema danese, ma di indurre i nostri interlocutori a riflettere su quello che occorre in Norvegia“, spiega Koch. La KVH avrà anche autorità ispettiva. Se il trattamento termico non risulta conforme, deve essere ripetuto a spese dell’impresa appaltatrice. La volta successiva che la stessa impresa usa questo metodo potrebbe essere sottoposta a un controllo indipendente a cantiere aperto. La sanzione più grave consiste nel cancellare l’impresa dall’albo del gruppo. Con ciò l’impresa I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 17 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I Ulteriore ampliamento Un edificio pronto per il trattamento termico: non sarà necessario demolire gli elementi degradati della carpenteria. non è tenuta ad abbandonare il trattamento termico, dato che il controllo è volontario, ma non può più offrire la conformità alla norma di qualità. Koch sottolinea l’importanza di un marketing adeguato, in modo che, quando il proprietario di un immobile affida il trattamento termico a un’impresa riconosciuta dal gruppo di controllo di qualità, egli sappia che avrà il vantaggio della conformità alla norma. Uno dei fattori che hanno contribuito alla diffusione del trattamento termico in Norvegia è stata la presenza alle negoziazioni di un grande cliente. Il comune di Oslo aveva già sperimentato la tecnica, utilizzata per salvare un grande progetto di rinnovazione che era quasi terminato, quando nel tetto fu scoperta la carie del legno. L’uso del trattamento termico ha permesso di terminare il progetto senza rifare i lavori, a costi proibitivi. L’introduzione del metodo è stata accolta favorevolmente anche dagli architetti incaricati della manutenzione di grandi opere edili dello Stato e della corona. L’Istituto danese di tecnologia ritiene che il trattamento termico abbia un futuro promettente. Dato il successo riscosso in Norvegia, sono stati avvicinati altri paesi, tra cui la Germania. Gli ostacoli principali C A R B U R A N T I E sembrano essere il conservatorismo e il bisogno di dimostrare veri vantaggi rispetto al metodo chimico tradizionale. Tuttavia, i vantaggi ambientali ed economici del trattamento termico dovrebbero farne un’alternativa di successo, purché se ne possa garantire l’efficacia: cosa che è possibile ora che sono stati ● istituiti i controlli di qualità. Info • G. Haesen, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Progetti e metodologie Fx. +352 4301 32100 [email protected] http://www.cordis.lu/innovation-smes/src/projects.htm • A. P. Koch, Istituto danese di tecnologia Tl. +45 72 20 33 21 Fx. +45 72 20 33 24 [email protected] S I C U R E Z Z A Rifornimento senza dispersione Un consorzio guidato da un partner svedese ha messo a punto una valvola di sicurezza che riduce radicalmente le perdite di carburante che si verificano durante il rifornimento. Il previsto irrigidimento della normativa UE dovrebbe incoraggiare la diffusione di queste valvole, che offrono un vantaggio significativo per l’ambiente e la salute. U n nuovo tipo di valvola di sicurezza antidispersione, messo a punto in un progetto CRAFT(1) nell’ambito del programma Brite-Euram, è studiato per arrestare il flusso di carburante se l’ugello viene estratto intempestivamente dal bocchettone di rifornimento del veicolo. Questo evento si produce generalmente per errore per distrazione - ma avviene anche in caso di furto di carburante. Benché la produzione commerciale Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 della nuova valvola sia iniziata da poco, il dispositivo ha già trovato acquirenti in diversi paesi dell’Unione europea. Norme elevate La PMI svedese Malte Persson & Son AB, produce valvole antidispersione dal 1992, ma per essere concorrenziale ha avuto bisogno di un dispositivo più compatto e più perfezionato, in grado di soddisfare la prevista legislazione UE che ● ● ● I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 17 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 18 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I loro distributori le nostre valvole, potremo venderle anche alle imprese di manutenzione. Speriamo di poter vendere decine di migliaia di pezzi all’anno sul mercato europeo della ricambistica”. I germogli ●●● limiterà a soli 10 millilitri la perdita ammissibile da una valvola divelta. “I modelli precedenti presentavano anche diversi problemi. La corrosione prodotta dagli additivi del carburante può distruggere rapidamente le guarnizioni di gomma e ridurre la durata utile del dispositivo”, aggiunge Lars-Inge Andersson della Malte Persson. “La somma di questi requisiti era difficile da soddisfare”. La società ha creato una cellula addetta al progetto CRAFT insieme con partner di Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Vi erano PMI del settore manifatturiero, una società di ricerca su commissione (Utvecklingsbyrån Sverige Projekt) e un grande produttore di pompe per carburante, oltre all’Istituto danese per lo sviluppo dei prodotti e l’Istituto nazionale svedese per le prove e la ricerca. Il progetto ha avuto molto successo. “Siamo riusciti a mettere a punto nuove leghe di alluminio e una plastica acetalica altamente conduttrice per i componenti speciali della nuova serie di valvole”, spiega Andersson. I modelli prodotti in precedenza dalla società erano lunghi 75 mm, mentre la concorrenza offriva valvole di soli 60 mm.“Per un’efficacia ottimale le valvole devono essere il più corte possibile”, egli continua. “Le nostre nuove valvole sono le sole tra quelle disponibili in commercio a soddisfare la futura regolamentazione UE, e la più piccola della serie 18 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 è lunga solo 40 mm. Esse non danneggiano le pompe, e poiché la perdita è così piccola, vi è un risparmio per il cliente oltre che un vantaggio per l’ambiente e per la collettività”. Un progetto di ricerca CRAFT ha consentito alla Malte Persson e a tre altre PMI di perfezionare una valvola antidispersione che ridurrà i costi e aumenterà la sicurezza delle pompe per carburante in Europa. Collaudo e produzione La Malte Persson ha iniziato il colludo delle valvole nel 1998, e i risultati favorevoli hanno consentito alla società di iniziare la produzione lo scorso novembre. “Le prove sono state estremamente positive. Non abbiamo rilevato alcun difetto”, riferisce Andersson. “Le valvole hanno funzionato esattamente come previsto. Ma dobbiamo essere sicuri che le prestazioni durino negli anni, per cui il programma di collaudo continua. Non credo che alcuna valvola antidispersione sul mercato sia stata collaudata tanto accuratamente come questa”. Poiché l’attività di vendita è appena cominciata, è troppo presto per trarre conclusioni sulla riuscita delle nuove valvole. Le differenze esistenti attualmente tra i regolamenti e tra i tipi di carburante da un paese all’altro complicano le cose.“Abbiamo otto modelli in produzione”, aggiunge Anderson. “I prezzi vanno da 60 euro per il modello più semplice a circa 150 euro per quello più elaborato. Abbiamo proposto i prodotti alle grandi case produttrici di pompe per carburante, e la risposta è stata incoraggiante. Ne hanno installato una piccola quantità in vari paesi europei, ma sono molto prudenti con i nuovi prodotti, perché le valvole che hanno acquistato in passato si sono corrose in poco tempo. Preferiscono condurre collaudi approfonditi in proprio prima di commissionare grandi quantitativi. Ma sono sicuro che riusciremo a convincerli che i nostri modelli dureranno almeno cinque anni, come è richiesto dal settore”. Una quota notevole delle vendite future proverrà dalle imprese di servizi che sostituiscono le valvole guaste.“Quando vi è una ‘fuga’, la valvola è distrutta e occorre sostituirla”, egli spiega. Quando le case costruttrici di pompe per carburante monteranno di serie sui I semi piantati da questa cooperazione CRAFT paneuropea potrebbero dare ulteriori frutti in futuro. “Vogliamo lavorare nuovamente con i nostri partner su progetti futuri”, spiega Andersson.“Infatti ho raccomandato recentemente l’Istituto danese per lo sviluppo di prodotti a una PMI svedese locale che cercava un progettista: e ho appreso che anche questo ha funzionato bene”. Malte Persson sta lavorando con alcuni dei partner iniziali di CRAFT su un progetto totalmente distinto che comporta il recupero di vapori dai distributori di carburante. “Stiamo collaborando con le stesse persone perché hanno l’esperienza necessaria”, spiega Andersson. “Per certi versi questo primo progetto ci ha aiutati a portare avanti quello attuale. Attualmente abbiamo molti altri partner, ma l’esperienza di lavoro con le PMI e gli istituti di ricerca di altri paesi si sta dimostrando molto utile per la nostra ● nuova cellula”. (1) Project BRST-CT98-5242 Valvole antidispersione. Info • Commissione europea DG Ricerca PMI e innovazione Tl. +32 2 295 7175 Fx. +32 2 295 7110 [email protected] http://www.cordis.lu/sme/home.html • L-I. Andersson, Malte Persson & Son AB Tl. +46 35 16 66 41 Fx. +46 35 21 69 98 [email protected] http://www.malte.se/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 19 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I D I R I T T I D I P R O P R I E T À I N T E L L E T T U A L E La luce nelle tenebre Elaborare un contratto di ricerca che protegga adeguatamente i diritti di proprietà intellettuale di ciascuna delle parti può essere un processo lungo e difficile. L’attuale legislazione è complessa e i nuovi progetti corrono il rischio di infrangere brevetti esistenti. Un nuovo servizio di sostegno rende la vita dei contraenti molto più semplice. I l Servizio informazioni sui diritti di proprietà intellettuale, progetto della Direzione generale per le Imprese, presso la Commissione europea, offre assistenza per le questioni riguardanti la proprietà intellettuale ai fornitori di servizi di ricerca nell’ambito del Programma quadro. Mediante consigli sui contratti di ricerca, gli accordi per la costituzione di consorzi e le domande di brevetto, il servizio aiuta i ricercatori e le imprese a proteggere e valorizzare i risultati del loro lavoro. Un nuovo CD-ROM dedicato ai rappresentanti della ricerca UE contiene una copia off line di tutto il sito dell’Ufficio informazioni per la proprietà intellettuale, oltre a un programma multimediale di autoformazione per l’uso dell’esp@cenet in francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco. Una copia gratuita del CD può essere richiesta all’indirizzo [email protected] Assistenza on line I ricercatori possono trovare generalmente una grande quantità di informazioni utili tra le vaste risorse disponibili presso il sito web dell’Ufficio informazioni per i diritti di proprietà intellettuale. Sono disponibili contratti tipo, accordi di costituzione di consorzio, documenti informativi e le ultime notizie del settore RST, mentre i programmi di autoformazione on line chiariscono molti aspetti della problematica dei diritti di proprietà intellettuale. La banca dati esp@cenet contiene ben 30 milioni di brevetti, che possono essere analizzati per individuare eventuali interferenze con le ricerche che si intende condurre. Vi si trovano anche informazioni pratiche sulla proprietà intellettuale per ciascuno Stato membro dell’Unione europea. Alex Weir, responsabile delle relazioni pubbliche dell’Ufficio, dà una misura dell’impatto che il sito ha già ottenuto.“Durante il mese di dicembre il sito ha ricevuto circa 800 mila visite”, egli dichiara. “I visitatori consultano principalmente le informazioni e i documenti esplica- Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 tivi, ma anche i programmi di autoformazione per la compilazione dei contratti tipo e degli accordi di costituzione di consorzio stanno ottenendo un grande successo, e gli utenti hanno espresso apprezzamenti molto positivi. Seminari e giornate di formazione L’Ufficio informazioni, inoltre, organizza periodicamente giornate di formazione e seminari. Oltre 60 delegati provenienti dalle PMI e dalle istituzioni accademiche hanno assistito al primo seminario, svoltosi a Bruxelles alla fine del novembre 2000. I prossimi seminari, sempre a Bruxelles, sono previsti per il 9 aprile e il 21 maggio. Benché l’accesso sia gratuito, la forte domanda fa che i posti siano assegnati in ordine di arrivo. Per il primo seminario vi sono state 250 domande per 60 posti. E si prevede un ulteriore aumento delle domande. Le immagini di tutto il programma del primo seminario si trovano sul sito. Le giornate di formazione si svolgono in Lussemburgo e sono limi- tate a dieci persone. La prima giornata si è svolta il 22 gennaio, mentre le prossime sono programmate per il 19 marzo e l’11 giugno. Anche per queste è probabile che la domanda supererà di gran lunga il numero dei posti disponibili. Rispetto ai seminari, le giornate di formazione sono organizzate con un’impostazione più personale e più rivolta alla soluzione dei problemi. Viene fornita assistenza per i particolari probemi propri alla RST e alla proprietà intellettuale. Piacevole sorpresa “La presentazione molto sintetica ma chiara di tutti i servizi offerti è stata estremamente utile”, afferma Lizzie Jesperson dell’Istituto danese di agraria, che ha assistito al primo seminario dell’Ufficio informazioni sui diritti di proprietà intellettuale, svoltosi a Bruxelles. “Non ero minimamente al corrente che l’Ufficio informazioni per i diritti di proprietà intellettuale potesse fornire tanta assistenza personale”. Jesperson ha osservato che i progetti di accordo potevano essere sottoposti al parere degli avvocati che hanno presentato l’intervento, e prevede di avvalersi presto della loro consulenza per la stesura dell’accordo costitutivo di un consorzio. “Si tratta di una procedura molto laboriosa, ma considerata la loro esperienza nel ramo credo che possano farci risparmiare molto tempo”, ha dichiarato. ● Info A. Weir, Ufficio informazioni per i diritti di proprietà intellettuale Tl. +352 47 11 11 35 Fx. +352 47 11 11 47 [email protected] http://www.ipr-helpdesk.org/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 19 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 20 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I S A N I T À Un esame contro il cancro può salvare la vita Il cancro della pelle è una minaccia crescente. Per la riuscita del trattamento la diagnosi precoce è essenziale. Un progetto del programma Innovazione ha messo a punto un prototipo per la diagnosi rapida del cancro della pelle, per produrre un dispositivo proponibile sul mercato. La fotocamera portatile e di facile impiego microDERM, per la diagnosi delle malattie della pelle. I vari tipi di cancro della pelle costituiscono la classe in più rapida crescita tra tutti gli altri tipi di cancro, in una misura che supera il ritmo di crescita numerica dei dermatologi che possano diagnosticare e trattare la malattia. Il Zentrum für Neuroinformatik (ZN) di Bochum in Germania ha messo a punto un’originale fotocamera portatile per la diagnosi dermatologica corredata da un sistema di interpretazione, il microDERM(1), utilizzabile da ope- ratori relativamente poco qualificati. Essa permetterà di esaminare un numero molto maggiore di persone. I casi a rischio saranno segnalati a uno specialista. Se il cancro della pelle è diagnosticato in tempo, nel 95 per cento dei casi la guarigione è completa. Il progetto del programma Innovazione(2) ha iniziato lo sviluppo e la validazione della fotocamera. Capofila del progetto è la ZN. Tra gli altri partner vi sono 12 reparti ospedalieri di Danimarca, Italia, Francia, Info • C. Gitzinger, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Progetti e metodologie Fx. +352 4301 34129 [email protected] http://www.cordis.lu/innovation-smes/src/projects.htm • M. Kreutz, Zentrum für Neuroinformatik Tl. +49 234 9787 79 Fx. +49 234 9787 77 [email protected] 20 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Spagna, Grecia, Svezia, Olanda e Regno Unito. Un progetto quadriennale di prosecuzione, Danaos (diagnosi e analisi neuronica del cancro della pelle), dotato di un finanziamento supplementare della fondazione Deutsche Krebshilfe e del governo della Renania settentrionale-Vestfalia, ha perfezionato lo strumento dimostrandone il suo valore commerciale. per formare una valutazione complessiva delle probabilità che si tratti di una formazione maligna. Se il valore di questo parametro supera il 30%, ci si rivolge a uno specialista. L’immagine viene memorizzata per una conferma della diagnosi e per seguire l’evoluzione della lesione, e può essere anche stampata. Come funziona Nell’estate del 2000, dopo la validazione e lo sviluppo del sistema, è stata costituita a Bochum una nuova società, la VISIOmed AG, destinata a commercializzare il sistema. Il MicroDERM è stato lanciato in Germania, dove vi è un servizio di assistenza completo, ed è disponibile in medio oriente dal gennaio 2001. Durante il 2001, oltre che in Europa, la società presenterà il sistema alle fiere commerciali e ai congressi in America e Australia. Per esempio, tra marzo e luglio sarà presentato al Congresso nazionale francese di dermatologia, a Strasburgo dal 15 al 18 marzo, e all’Ottavo Congresso mondiale sul cancro della pelle, a Zurigo in giugno. “Dato che è più preciso dell’occhio umano, il sistema dovrebbe evitare l’estirpazione inutile di nei benigni, oltre a rivelare in tempo i casi pericolosi”, conclude Kreutz. “Risparmierà vite umane e permet● terà di risparmiare tempo”. Il cuore del sistema è una fotocamera ad alta risoluzione, appositamente concepita per osservare la pelle con un ingrandimento che va fino a 50 volte. Il software analizza le immagini mediante una rete neuronica che compie decisioni in modo analogo a quello del cervello umano. Nei progetti di sviluppo, il sistema è stato addestrato a riconoscere i nei sospetti, mediante oltre 20 000 immagini della pelle raccolte su persone di tutte le età, razze e carnagioni. “Insieme con i nostri partner, guidati dal centro del cancro della pelle dell’Università di Bochum, abbiamo classificato le immagini secondo la regola ABCD (asimmetria, bordo, colore e diametro), che riguarda i quattro principali fattori di rischio usati dagli specialisti del cancro”, spiega Martin Kreutz della ZN. “In questi esempi abbiamo trovato 3 800 lesioni diverse e 30 tipi di cancro della pelle”. Essi compongono la più grande banca dati di questo tipo esistente al mondo”. Il software è compatibile con i software esistenti attualmente per la pratica medica. Esso tiene conto dell’età e del tipo di pelle del paziente e presenta una valutazione numerica dei fattori ABCD, Lancio sul mercato (1) microDERM è un marchio depositato. (2) Progetto IN10483I - Strumento di diagnosi per il cancro della pelle. I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 21 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I IRC Innovazione N Q U I N T A R I U N I O N E A N N U A L E D E L L A o R E T E t i z i e I R C Gli IRC diventano indispensabili La rete di Centri di collegamento per l’innovazione è in buona posizione per diventare un elemento determinante del sistema di innovazione europeo. Ma i singoli IRC devono sfruttare le nuove possibilità di sviluppare i loro servizi di trasferimento di tecnologia quali componenti integrati dell’infrastruttura di sostegno alle imprese della loro regione d’appartenenza. C on una storia riuscita e un marchio ampiamente riconosciuto, e con piani ben sviluppati per consolidare ulteriormente la sua capacità professionale e tecnica entro il 2004, la rete IRC sta diventando rapidamente un elemento indispensabile del nascente ‘spazio di ricerca e innovazione’ europeo. Ma la rete deve cominciare a prendere in mano il proprio destino, se vuole raggiungere la sostenibilità a lungo termine. È stato questo il messaggio pronunciato alla riunione annuale delle rete, svoltasi lo scorso ottobre a Firenze, da Giulio Grata, direttore della direzione Innovazione della DG Imprese, e da Javier Hernández-Ros, capo dell’unità Reti e servizi, responsabile del coordinamento dei Centri di collegamento per l’innovazione. Nella prospettiva dell’allargamento della Comunità, il vertice di Lisbona ha dato all’innovazione un nuovo impulso come veicolo per assicurare il primato dell’Europa sull’economia mondiale basata sulla conoscenza, entro la fine del decennio, ha detto Giulio Grata ai dirigenti e al personale degli IRC. Le istituzioni europee evolveranno in tal senso. “La Commissione parteciperà meno agli interventi diretti”, egli ha detto. “Sempre di più essa si concentrerà, invece, sulla concezione di strumenti politici, lasciandone l’attuazione a soggetti meglio qualificati per farlo. Ciò non costituisce una minaccia per la rete di IRC. Lo Spazio europeo della ricerca creerà un contesto per il coordinamento dei programmi di ricerca degli Stati membri, creando nuove possibilità di ricerca transnazionale al di fuori del Sesto programma quadro della ricerca, dell’Unione europea. Il ruolo dei Centri di collegamento per l’innovazione nel Sesto programma quadro per la ricerca sarà cruciale: esso si manifesterà, oltre che nel sostegno al trasferimento transnazionale di tecnologia, anche nella creazione di una professione europea al cuore dell'infrastruttura per l’innovazione in Europa”. Velocità di crociera A lungo termine, Giulio Grata spera che arriverà un momento in cui gli IRC saranno tanto utili alle imprese clienti, alla regioni e agli Stati membri che potranno autosostenersi secondo modalità commerciali. Tuttavia, la Commissione non intende abbandonarli, egli ha promesso, anche se incoraggerà la rete a prepararsi per un futuro autosufficiente e autonomo. Secondo un altro oratore, Aleardo Furlani, dell’Unità centrale IRC-IRE, la rete investe attualmente un’area geografica più ampia di qualsiasi altra rete di trasferimento tecnologico. È straordinario anche il suo successo, basato su strumenti e procedure efficaci per il funzionamento della rete, sul riconoscimento del suo marchio e sugli stretti collegamenti con le imprese e le università. Passando in rassegna i risultati della rete alla vigilia della fase successiva, Javier Hernández-Ros ha detto che essa ha raggiunto la velocità di crociera. Egli ha ricordato ai delegati che la rete collega 68 membri, sparsi in 30 paesi europei. Essa è stata potenziata dalla recente aggiunta di diversi nuovi contraenti molto qualificati nell’ambito dell’Unione europea, e La rete I RC in breve I sessantotto Centri di collegamento per l'innovazione (IRC) del programma Innovazione e PMI sono presenti in 30 paesi, tra cui gli Stati membri dell'UE e i paesi di recente adesione. Ogni IRC è per la sua zona una finestra sull’innovazione in Europa. Il centro di collegamento ha il compito di aiutare le imprese e le organizzazioni di ricerca a trasferire le tecnologie da e verso il resto dell’Europa. Per maggiori informazioni sulla rete degli IRC si può consultare la pagina omonima (http:// www.cordis.lu/irc/home.html). ●●● Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 21 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 22 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I LIFT(1), sia per l’estensione del servizio di trasferimento di tecnologia degli IRC a organizzazioni transnazionali come Eureka e l’Agenzia spaziale europea. Tocca a voi Il professor Bernhard Sabel, fondatore della Nova Vision Ltd, riceve il premio IRC per l’Innovazione da Javier HernándezRos, della Commissione europea, per il suo sistema computerizzato per il recupero delle facoltà visive. Nova Vision è sostenuto dall’IRC Germania meridionale, SEZ. ●●● dalla partecipazione a pieno titolo degli IRC dei paesi candidati. La Commissione ha dato all’Unità centrale dell’IRC-IRE funzioni più estese affinché possa dar sostegno all’evoluzione della professionalità e dell’efficienza della rete. E si stanno aprendo nuove possibilità, sia per i rapporti con gli specialisti del sostegno all’innovazione europea, come l’Ufficio informazioni per la proprietà intellettuale o come il servizio “Il coordinamento e la razionalizzazione delle varie reti di sostegno alle imprese europee è ai primi posti nell’agenda politica”, ha riferito Hernández-Ros. “Una più stretta collaborazione tra IRC, EIC (Euro Info Centres), BIC (Business and Innovation Centres) e NCP (National Contact Points) è essenziale. Gli IRC, in quanto specialisti del trasferimento transnazionale di tecnologia, hanno così l’occasione di diventare figure di rilievo in un sistema europeo di sostegno alle imprese più coerente. Per i singoli IRC, l’integrazione nei sistemi di innovazione regionali presenta analoghe sfide e opportunità.“In quanto trampolino per l’internazionalizzazione delle imprese locali, dovete entrare a far parte dell’apparato centrale della politica regionale per l’innovazione”, li ha incoraggiati Hernández-Ros. “Già diversi IRC stanno ottenendo il riconoscimento e il sostegno finanziario a livello regionale come progetti delle strategie di innovazione delle rispettive regioni(2)”. Lo studio avviato di recente sugli IRC(3) esaminerà una serie di possibilità per lo sviluppo e l’organizzazione futura della rete, egli ha continuato. E ha accolto con entusiasmo il vivace dibattito che ha seguito il suo invito a contribuire allo studio.“Sta a voi prendere l’iniziativa”, egli ha detto. “La Commissione ha creato gli IRC e li ha sostenuti finora. Ma è la vostra rete, e il suo futuro dipenderà sempre più ● dalla vostra creatività”. (1) On line rispettivamente agli indirizzi http://www.ipr-helpdesk.org/ e http://www.lift.lu/ (2) V. pag. 27. (3) V. ‘La revisione strategica degli IRC’, fascicolo 2/00. Gli IRC e le cellule di innovazione Nel corso dell’assemblea annuale si sono svolte sedute parallele dedicate a temi d’ordine pratico riguardanti il funzionamento ordinario degli IRC, o il suo sviluppo futuro. Una seduta che ha attirato vivo interesse ha esaminato i possibili meccanismi di collaborazione tra la rete degli IRC e le ‘cellule di innovazione’ dei programmi tematici del Quinto programma quadro per la ricerca. Ogni progetto presentato nell’ambito di un Programma quadro per la ricerca deve fornire un piano di attuazione della tecnologia. Le cellule di innovazione hanno il compito di sorvegliare questi piani e di sostenere il trasferimento delle tecnologie che presentano possibilità di sfruttamento. Tuttavia, come hanno messo in evidenza gli oratori appartenenti a tre programmi tematici, le risorse disponibili per erogare questo sostegno sono scarse, 22 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 mentre gli strumenti e le procedure necessarie sono ancora in fase di elaborazione. La rete di IRC costituisce un canale evidente per la diffusione proattiva dei risultati utilizzabili, mentre i TIP sono una fonte promettente di offerte di tecnologia di alta qualità, per gli IRC e i loro clienti. Come ha spiegato Karl-Heinz Robrock, della direzione generale per la Società dell’informazione,“Sono qui per questo”, ed egli ha discusso la possibilità di collaborazione con il gruppo tematico Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. Magda de Carli, dell’Unità centrale IRC-IRE, ha annunciato un’imminente azione pilota. Le informazioni provenienti dai TIP selezionati saranno inviate all’IRC più vicino al progetto, che visiterà la società interessata per diffonderne l’offerta tecnologica ai membri della rete. Le potenzialità di questa collaborazione sembrano notevoli. “Ci auguriamo che con la rete degli IRC si sia trovato il partner ideale per sostenere lo sfruttamento dei risultati della ricerca che presentano reali potenzialità di trasferimento di tecnologia”, ha detto Stefan Vandendriessche, del programma della Commissione Crescita competitiva e sostenibile. Info M. de Carli, Unità centrale IRC-IRE Tl. +352 44 10 12 2061 Fx. +352 44 10 12 2055 [email protected] http://www.cordis.lu/irc I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:34 Page 23 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I T R A S F E R I M E N T O D I T E C N O L O G I A La mediazione in una fase e in due fasi Due recenti trasferimenti di tecnologia che hanno interessato l’IRC Rodano-Alpi illustrano i vari modi in cui gli IRC possono compiere opera di mediazione tra le imprese, direttamente o con l’aiuto di altri IRC: scovando partners ben al di là della portata delle PMI che agiscono individualmente. U no dei partenariati creati recentemente dall’IRC Rodano-Alpi ha messo in rapporto un’innovativa casa costruttrice francese di prodotti elettronici, l’ATIM, con un partner belga di dimensioni molto maggiori, la Kelatron. ATIM ha messo a punto una gamma di sistemi di sicurezza e di regolazione basati su reti locali non cablate per la sorveglianza e regolazione a distanza. Questi sistemi hanno già applicazioni in Francia per la sorveglianza e la manipolazione di attrezzature industriali pesanti. Ma l’ATIM è un’impresa di dimensioni molto piccole, e si è resa conto di avere bisogno di aiuto per espandersi in altri paesi. Essa aveva bisogno di un partner capace di integrare le sue conoscenze pratiche in nuovi prodotti e processi. L’IRC Rodano-Alpi ha lavorato con l’ATIM per definire il tipo di partner di cui aveva bisogno. La società era ansiosa di conservare il controllo sulle proprie innovazioni future. “Vogliono lavorare con altre società, ma mantenere il rapporto con la loro tecnologia”, spiega Claude Sabatin, dell’IRC. “Non vogliono rivelarla completamente”. Il descrittivo del partner ideale è stato introdotto nella rete IRC, e l’IRC Rodano-Alpi ha aiutato l’ATIM a determinare in che misura ogni potenziale partner corrispondesse alla sue necessità. La Kelatron aveva nuove idee su come la tecnologia dell’ATIM avrebbe potuto essere applicata ai propri sistemi di Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 telecomunicazione. Attualmente essa commercializza alcuni prodotti ATIM insieme ai propri prodotti che integrano i sistemi ATIM. Due in uno Gli IRC di diversi paesi organizzano spesso delle giornate dedicate al trasferimento di tecnologia, in cui fanno incontrare imprese con offerte o domande di tecnologia relative a particolare tema, come l’elettronica o la biotecnologia. Sabrina Wodrich, dell’IRC Renania settentrionale-Vestfalia afferma che per le PMI è risultato molto utile recarsi a fiere ed esposizioni, allacciare contatti all’interno della rete di IRC e dividere i costi. Nel 2000, l’IRC ha portato numerose imprese alla fiera Pollutec di Parigi, che è dedicata alla protezione ambientale. L’IRC ha redatto un catalogo di domande e offerte formulate in anticipo da queste imprese, e l’ha inviato agli altri IRC presenti, appartenenti al gruppo tematico ambiente. Una delle imprese tedesche partecipanti era la Hoelschertechnicgorator GmbH, che produce apparecchiature per il trattamento di acque reflue. La Hoelscher era interessata a sviluppare ulteriormente il suo ‘gorator’: una macchina destinata a mettere in sospensione e Il gorator della Hoelscher distrugge le particelle di rifiuto presenti nelle pitture, vernici e nei prodotti farmaceutici. disperdere i rifiuti dell’industria chimica. Nel frattempo, l’IRC Rodano-Alpi è stato in contatto con l’impresa francese Dimeca, che è interessata a introdurre un nuovo prodotto. La Dimeca ha accolto con entusiasmo la tecnologia del gorator presentata dalla Hoelscher e la sta rendendo disponibile in Francia, utilizzando la sua rete di contatti all’interno dei settori farmaceutici, delle pitture e vernici. La Dimeca ha la capacità tecnica di indicare dove il gorator può essere integrato nei processi esistenti. Effetto di rete Sabatin afferma che gli IRC utilizzano un’impostazione su due livelli quando una società di rivolge a loro per essere aiutata. Se il cliente conosce con precisione il tipo e la zona geografica del partner che cerca, l’IRC si rivolge direttamente al suo corrispondente della zona interessata. In caso contrario, la ricerca può essere estesa a tutta la rete degli IRC. Poiché gli organici degli IRC di zone diverse lavorano insieme sempre più da vicino, il loro lavoro sta diventano sempre più semplice ed efficace. ● Info • C. Sabatin, IRC Rodano-Alpi Tl. +33 4 72 11 43 21 Fx. +33 4 72 11 43 23 [email protected] http://www.arist.rhone-alpes.cci.fr/ • S. Wodrich, IRC Renania settentrionale-Vestfalia Tl. +49 208 30 00 444 Fx. +49 208 30 00 461 [email protected] http://www.zenit.de/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 23 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 24 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I P R O G R A M M A D I T R A S F E R I M E N T O D I T E C N O L O G I A Unione sempre più stretta La stretta collaborazione dell’IRC Norvegia con il programma nazionale di trasferimento di tecnologia TEFT ha avuto un successo travolgente nel localizzare partner di ricerca per le piccole e medie imprese norvegesi. In un solo anno, la partecipazione della rete degli IRC ha prodotto 14 accordi transnazionali. I l Consiglio norvegese delle ricerche ha creato il programma TEFT per incoraggiare le PMI locali ad attingere alla ricerca come base per l’innovazione. Il programma aiuta le imprese ad acquisire le nuove tecnologie di cui hanno bisogno per sviluppare prodotti nuovi o migliorati o per aumentare la produttività. Impostazione proattiva Il programma TEFT mira a creare 120 partenariati tecnologici all’ anno. Per intermediari esso si avvale di 12 consulenti tecnologici provvisti di un solido bagaglio di esperienza nella ricerca e nell’industria, ciascuno incaricato di una precisa zona geografica. Essi prendono l’iniziativa di interpellare le PMI di un gruppo destinatario corrispondente ai criteri definiti dal programma, e le visita di persona per discutere e valutare le esigenze in fatto di ricerca. Quindi individuano un partner idoneo, in genere in un grande istituto di ricerca. La decisione di finanziare un progetto viene presa molto rapidamente, talvolta in sole due settimane. L’impresa non ha bisogno di presentare una domanda di finanziamento del progetto, e non vi sono pratiche da evadere. Durante il primo quinquennio del programma TEFT 1 il governo norvegese ha erogato 15 milioni di euro per i progetti. Finanziamenti statali fino a 12 500 euro sono attualmente disponibili.Il finanziamento medio è di 10000 euro. La PMI deve assumere il 25 per cento del costo complessivo del progetto. Tra il 1994 e il 1998, i consulenti tecnologici del 24 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Il Centro di collegamento per l’innovazione della Norvegia, appoggiato all’organizzazione SINTEF, ha sede presso l’Università norvegese di scienza e tecnologia di Trondheim. programma TEFT hanno visitato oltre 1900 PMI. In seguito a queste visite sono nati oltre 840 progetti. Di questi, 490 sono giunti a termine, e il 30 per cento delle imprese continua a cooperare con i rispettivi partner di ricerca dopo il termine del progetto. “Molte PMI ritengono che la RST sia troppo costosa e rischiosa per loro. Il programma TEFT facilita per loro i contatti con la ricerca comunitaria. Le imprese apprezzano particolarmente l’assenza di formalità amministrative”, afferma Hans Jorgen Flor, dirigente dell’IRC Norvegia.“Ci siamo resi conto fin dall’inizio che per cambiare le pratiche dell’innovazione è necessario conoscere la cultura dell’organizzazione e capire il modo in con cui innova. La ricerca e lo sviluppo possono essere una questione molto personale per queste piccole imprese. Perciò, prima di avviare un progetto i nostri intermediari fanno conoscenza con i dirigenti e se ne guadagnano la fiducia”. La partecipazione dell’IRC L’IRC Norvegia e il programma TEFT sono in stretta collaborazione dal 1995. Un nuovo programma, il TEFT 2, è iniziato nel gennaio 1999, e sei dei 12 intermediari TEFT lavorano ora come consulenti all’IRC Norvegia. Se non si riesce a trovare un partner in Norvegia, gli intermediari utilizzano la rete IRC a livello dell’Unione europea per trovare la competenza richiesta in altri paesi. “Per i nostri progetti TEFT ci avvaliamo molto del servizio IRC. L’IRC Norvegia e l’organizzazione del programma TEFT, di fatto, sono diventati integrati dal punto di vista operativo. L’associazione è vantaggiosa per entrambe le organizzazioni, oltre che per le PMI nostre clienti”, sottolinea Flor. Durante il primo anno del programma TEFT 2, alcuni IRC di Danimarca, Svezia, Spagna e Regno Unito hanno aiutato delle PMI norvegesi a concludere in totale 14 accordi di ricerca transnazionali. Sette di questi erano progetti TEFT. “In futuro”, spiega Flor,“prevediamo da 20 a 30 progetti all’anno in cui delle PMI norvegesi parteciperanno a contratti di trasferimento di tecnologia transfrontalieri. Tenuto conto del nostro successo, altri paesi potrebbero voler associare la rete degli IRC ai rispettivi programmi nazionali di trasferi● mento di tecnologia”. Info H. J. Flor, IRC Norvegia Tl. +47 73 59 25 96 Fx. +47 73 59 12 99 [email protected] http://irc.indman.sintef.no/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 25 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I B I O T E C N O L O G I A Un forum per l’irresistibile ascesa della biotecnologia Oltre 20 imprese europee hanno trovato partner potenziali al Forum BioTech, svoltosi a Stoccolma il 9 e 11 ottobre 2000. Il mediatore era il Centro di collegamento per l’innovazione della Svezia centrale. L a regione StoccolmaUppsala, della Svezia centrale ospita uno dei più grandi aggregati industriali del settore sanitario in Europa. Ben 200 imprese di biotecnologia, apparecchiature medicali, e farmacologia producono rispettivamente il 66 per cento e il 72 per cento del reddito delle industrie farmaceutiche e biotecnologiche della Svezia. La regione vanta quattro grandi parchi scientifici e molte università, ospedali e istituti di tecnologia rinomati. Sono presenti anche l’Ente nazionale di controllo sui prodotti alimentari e l’Agenzia sui prodotti medicali: uno dei più importanti organismi normativi in Europa. In questo contesto, è naturale che tra i settori di particolare competenza dell’IRC Svezia centrale figuri la biotecnologia. Cooperazione su più livelli Nei suoi interventi a favore del trasferimento di tecnologia transnazionale, l’IRC Svezia centrale ha stretto un’alleanza strategica con la BAS (Business Arena Stockholm), un’agenzia di investimento interno gestita dalla Città di Stoccolma. Esso collabora anche con il TII (Technology Information Innovation), associazione europea di professionisti del trasferimento di tecnologie e del sostegno all’innovazione. L’IRC, inoltre, è attivo in diversi gruppi tematici della rete IRC. “Questi gruppi sono molto importanti”, spiega Anne Tirilly, dell’IRC Svezia centrale. “Nel gruppo tematico Biotecnologia sono rappresentati 12 paesi. Ci incontriamo Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 almeno due volte all’anno per organizzare incontri di partenariato e fiere, oltre alle missioni commerciali. Conosciamo bene il settore e le imprese nostre clienti, e offriamo accesso alle aggregazioni di biotecnologia in tutta Europa. Si tratta di un modo molto efficace per promuovere gli scambi transfrontalieri”. L’IRC Svezia centrale si è trovato di fronte a un’occasione d’oro quando le Fiere internazionali di Stoccolma hanno messo in programma un Forum di biotecnologia in parallelo alle due altre fiere di tecnologia biomedica. Con la BAS, l’IRC ha deciso di proporre una seduta di partenariato durante il Forum. Promuovendo la manifestazione in Svezia e mediante la rete IRC, l’IRC Svezia centrale è riuscito a mettere insieme un catalogo di 42 imprese in cerca di partner, con descrittivi preparati accuratamente in cui erano presentate le offerte e le domande tecnologiche di ciascuna impresa. La BAS ha collaborato mettendo a disposizione la propria banca dati sulle società di biotecnologia. L’IRC ha individuato i partner potenziali e ne ha organizzato gli incontri al Forum BioTech, di persona o tramite il rispettivo IRC di zona. Inoltre, all’incontro di partenariato, il Forum comprendeva una presentazione dell’aggregato industriale del settore biotecnologia di Stoccolma-Uppsala, un’esposizione, diversi workshop, una visita del famoso Istituto Karolinska, e un’altra alla Tripep AB, una giovane impresa che sta mettendo a punto farmaci originali. L’IRC Svezia cen- Uno dei partecipanti al Forum era la Neuronova, una giovane impresa che sfrutta la versatilità delle cellule formative neuroniche adulte. L’immagine rappresenta gli astrociti (in azzurro), i neuroni (in rosso) e gli oligodendrociti (in verde) prodotti in vitro da una sola cellula formativa. trale ha tenuto insieme all’IRC Germania settentrionale e all’IRC Inghilterra orientale uno stand in cui erano presentati i servizi della rete IRC. L’IRC ha condotto anche due workshop: uno sui progetti di ricerca UE e l’altro sugli aggregati industriali di biotecnologia in Europa. Partner trovato “La seduta di intermediazione è stata molto riuscita”, dichiara Anne Tirilly.“Abbiamo raggiunto imprese che non avevano mai sentito parlare di noi in precedenza, e abbiamo avuto una reazione entusiastica. Finora sono stati firmati tre accordi di trasferimento di tecnologia e nove sono in fase negoziale. E questi risultati sono probabilmente solo la parte emersa dell’iceberg”. L’IRC è rimasto in contatto con i partner potenziali, ai quali offre informazioni e assistenza. ● Info A. Tirilly, IRC Svezia centrale Tl. +46 1847 11846 I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 25 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 26 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I L A R E T E I R C A L I O N E La rete stringe nuove amicizie Lo scorso novembre a Lione, uno stand gestito in comune dall’Unità centrale IRC-IRE e dall’IRC Rodano-Alpi è riuscito a portare la Rete di centri di collegamento per l’innovazione all’attenzione dei responsabili delle politiche di alto livello - e dei potenziali clienti tra le imprese innovative. (Da sinistra a destra) Claude Sabatin dell’IRC Rodano-Alpi, Dominique Le Masne del ministero francese della Ricerca e Gudrun Rumpf, dell’Unità centrale IRC-IRE, Lussemburgo. I l Secondo forum europeo per le imprese innovative e il simposio di alto livello Verso uno spazio europeo dell’innovazione(1) hanno richiamato responsabili delle decisioni nazionali e regionali del settore pubblico e del settore privato di tutta Europa, oltre a imprenditori, ricercatori e intermediari dell’innovazione. Gudrun Rumpf, dell’Unità centrale IRC-IRE ha indicato nelle manifestazioni collegate una piattaforma ideale per la promozione della rete degli IRC, e ha organizzato uno stand congiunto con l’IRC Rodano-Alpi/Alvernia. Come alle manifestazioni precedenti(2), si è voluta combinare la promozione dell’insieme delle attività e dei risultati della rete con la presentazione dei servizi specifici di un particolare IRC. Entrambe le parti sono state molto soddisfatte del risultato. “Claude Sabatin e i suoi collaboratori all’IRC Rodano-Alpi ci hanno dato un sostegno eccezionale prima e durante la manifestazione. Insieme, siamo stati in grado di procurare nuovi clienti alla rete e di migliorarne il riconoscimento come la rete più grande e più riuscita di intermediari di tecnologia esistente”, spiega Rumpf. Partenariato nazionale-regionale Tra i numerosi personaggi di primo piano che hanno visitato lo stand vi era Dominique Le Masne, del ministero francese della Ricerca, che è il delegato francese nel comitato direttivo del programma Innovazione e PMI, e coordinatore, nell’ambito del programma stesso, per i fondi strutturali europei. Egli ha invitato Claude Sabatin a presentare il ruolo degli IRC ai 24 rappresentanti regionali del ministero presenti al simposio. Sabatin ha potuto dimostrare la loro capacità di contribuire al trasferimento di tecnologia dalla ricerca all’applicazione, sia all’interno delle regioni che tra regioni diverse, e ha parlato a favore dell’idea di interventi comuni e collaborazioni tra gli IRC e i rappresentanti regionali del ministero della ricerca. I rappresentanti hanno accolto con favore la possibilità di lavorare a stretto contatto con gli IRC delle rispettive regioni, specialmente per il sostegno all’applicazione pratica della ricerca. L’Anvar, l’agenzia francese per il finanziamento dell’innovazione nelle PMI, che è già partner degli IRC in ciascuna regione si è anche pronunciata a favore. L’IRC francese ha avuto la possibilità di incontrare molti dei rappresentanti e delle altre autorità nazionali a Lione, e ha approfittato della possibilità di presentare esperienze concrete riuscite relative al trasferimento di tecnologia efficace. Sono state già programmate con i rappresentanti del ministero azioni congiunte, tra cui seminari di sensibilizzazione sulle priorità UE nel campo della ricerca, destinati alle imprese. “Non abbiamo bisogno di una nuova agenzia”, dichiara Sabatin. “Gli IRC ci sono già, e possono fungere da scorciatoia tra la ricerca e l’industria”. Risultati concreti Tra gli altri utili rapporti intessuti o ravvivati allo stand dell’IRC vi erano il Consiglio regionale del Rodano Alpi, la municipalità di Lione e il vivaio di imprese Crealis, situato a Lione. Molti nuovi clienti hanno allacciato rapporti con l’IRC RodanoAlpi per la prima volta. Tra questi vi era la Bionil, neoimpresa lionese che ha messo a punto un nuovo prodotto per la pulitura e disinfestazione dei pavimenti, con potenziali applicazioni in campo sanitario. L’IRC ha già avviato con la società un progetto di trasferimento di tecnologia in uscita, utilizzando la rete per ricercare il partner adatto a livello transnazionale. ● (1) V. ‘Risultati e ottimismo’, fascicolo 1/01. (2) V. ‘Visibilità e valore’, fascicolo 6/00. Info • G. Rumpf, Unità centrale IRC-IRE Tl. +352 441012 2431 Fx. +352 441012 2205 [email protected] http://www.cordis.lu/irc/ • C. Sabatin, IRC Rodano-Alpi Tl. +33 4 72 11 43 21 Fx. +33 4 72 11 43 23 [email protected] http://www.arist.rhone-alpes.cci.fr/ 26 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 (Da sinistra a destra) Gudrun Rumpf, Giulio Grata, direttore generale aggiunto ad interim della DG Imprese della Commissione europea, e Claude Sabatin. I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 27 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I I N N O V A Z I O N E R E G I O N A L E Le comunità dell’innovazione Oltre 100 regioni europee hanno gestito progetti di RITTS/RIS di strategia regionale per l’innovazione e fanno parte della rete IRE (Innovating Regions in Europe). Quali vantaggi ne hanno tratto, e in che modo i Centri di collegamento per l’innovazione si inseriscono nei piani elaborati da queste regioni? O gni progetto è iniziato con una valutazione delle infrastrutture esistenti nella regione. In questa analisi si è preso come punto di partenza l’insieme delle esigenze delle imprese e si è rivolta poi l’attenzione alle università, ai centri di ricerca e ai vivai di imprese, agli intermediari di tecnologia, alle camere di commercio e agli altri operatori della regione, nonché agli strumenti finanziari e alle altre misure politiche. “Alcune regioni meno sviluppate non avevano alcuna politica per l’innovazione”, spiega Michael Busch della Direzione generale per le Imprese, che coordina l’azione. “In questi casi, le misure nazionali di sostegno all’innovazione erano spesso poco adattate alla particolare realtà regionale”. Quasi in tutti i casi, le regioni di questo tipo che hanno svolto un progetto RITTS/RIS hanno ora una politica per l’innovazione sostenibile, con una struttura organizzativa autonoma, un organico e una dotazione finanziaria. “Anche nelle regioni in cui esistevano solide infrastrutture di ricerca, si è osservata spesso una comunicazione carente tra i vari operatori del sistema dell’innovazione, una sovrapposizione tra i diversi sistemi e una scarsa corrispondenza tra i servizi e le esigenze reali delle imprese”. Nella maggior parte di queste regioni, una profonda revisione ha permesso di migliorare i risultati in misura significativa, spesso senza un aumento complessivo della spesa. “La regolazione precisa ha prodotto maggiore efficienza e nuove sinergie. Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Per esempio è stata creata la soluzione dello ‘sportello unico’ per i servizi alle aziende”, spiega Busch. Un ruolo più esteso per gli IRC Ogni progetto RITTS/RIS ha interessato il massimo numero di operatori dell’innovazione, e ogni regione partecipante ha beneficiato direttamente delle interazioni che ne sono risultate: che hanno condotto allo sviluppo di nuove tecnologie, prodotti, joint ventures e partenariati tra settore pubblico e privato. “Essi hanno creato comunità regionali per l’innovazione dinamiche”, dichiara Busch. Secondo Javier Hernández-Ros, capo dell’unità Reti e servizi, della DG Imprese, gli IRC sono figure decisive in queste comunità. “In quanto intermediari del trasferimento transnazionale di tecnologia, gli IRC consento alle imprese di una data regione di avere accesso a nuove fonti di tecnologia e a nuovi mercati tecnologici”, egli spiega.“La Commissione vorrebbe che la loro attività diventasse un elemento centrale nel complesso delle strategie regionali per l’innovazione”. Busch conferma che gli IRC devono ampliare il loro ruolo da meccanismo di attuazione di un servizio fondamentale a figura di primo piano nello stesso processo di sviluppo della politica dell’innovazione. “Devono diventare parte integrante del sistema di innovazione della regione in cui operano, invece di funzionare come un elemento aggiunto dall’esterno”, egli dichiara. Modelli diffusi Nella maggior parte delle regioni RITTS/RIS, il processo di sviluppo e di attuazione delle politiche sta continuando. Ma che cosa avviene delle regioni che non hanno mai effettuato operazioni di questo tipo? Sono già almeno sei quelle che applicano la metodologia RITTS/RIS autonomamente: e Busch prevede che altre seguiranno il loro esempio, di pari passo con l’azione di sensibilizzazione condotta dalla rete IRE in merito ai vantaggi del processo di sviluppo strategico. Sotto l’ala dell’IRE, altre regioni entreranno a far parte di una serie di nuove reti tematiche, e potranno così accedere all’esperienza delle regioni RITTS/RIS. Nel frattempo, il nuovo bando RITTS/RIS pubblicato nel corso del 2000 darà presto vita alla prima generazione di progetti a Cipro e nei paesi candidati del● l’Europa centrale e orientale. Info M. Busch, Commissione europea DG Imprese Direzione Innovazione Reti e servizi Tl. +352 4301 38082 Fx. +352 4301 32779 [email protected] http://www.innovating-regions.org/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 27 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 28 P R O G R A M M A I N N O VA Z I O N E / P M I R E T I R E G I O N A L I D I I N F O R M A Z I O N E E U R O P E A Servizio rapido per le PMI di Hessen Otto agenzie specializzate in vari aspetti dell’Europa si sono alleate per creare un servizio più efficiente a uso delle piccole e medie imprese (PMI) del Land tedesco di Hessen. Il Centro di collegamento per l’innovazione è un partner di fondamentale importanza. ” L e PMI innovative hanno bisogno di un contatto regionale con l’Unione europea”, spiega Raimund Bröchler del TechnologieStiftung Hessen di Wiesbaden. “Non si può pretendere che una piccola impresa bavarese invii un delegato a Colonia per visitare il Punto di contatto nazionale”. La confusione sulle competenze delle varie agenzie è anche un problema. Bröchler, che dirige l’IRC Hessen/ Renania-Palatinato, ha spiegato che a Hessen il numero di organizzazioni che offrono servizi specializzati è tale che le PMI non sanno a chi rivolgersi. Reti di reti Nel 1999 Netzwerk Europainfo Hessen ha creato uno spazio unitario. Poiché nasceva dalla convergenza di otto agenzie già esistenti, aveva già in partenza molti punti di accesso locale. Oltre agli IRC, tra i membri figurano tre Euro Info Centre di Wiesbaden e Kassel, collegati all’Economic Development di Hessen, alle banche cooperative e popolari, e alle camere di commercio e artigianato. Sono interessati anche i punti di informazione europea di Darmstadt e Francoforte, l’Ufficio europeo della stessa Hessen (che ha una rappresentanza a Bruxelles) e la Kreditanstalt für Wiederaufbau - banca federale per la ricostruzione - che finanzia i progetti delle PMI ed ha sede a Francoforte. Nel loro insieme, i membri possiedono una gamma di competenze impressionante. Ma per raggiungere le PMI la rete si avvale del 28 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Raimund Bröchler, amministratore delegato del Centro di collegamento per l’innovazione Hessen/Renania-Palatinato. telefono, del suo sito Internet e delle indicazioni ricevute da altri organismi di consulenza alle imprese.“È importate avere un solo numero di telefono gestito da un’organizzazione autonoma che può indirizzare le richieste agli organismi più competenti”, dichiara Bröchler. C’è una volontà entusiastica di lavorare insieme, egli spiega “Aver capito quello per cui ciascuno di noi è più qualificato ci ha consentito di migliorare il servizio che forniamo. Abbiamo l’accesso diretto agli esperti di vari organismi”. I ruoli e le specializzazioni si sono definiti con maggiore precisione, anche nei casi in cui diversi membri della rete forniscono lo stesso cliente. Porre le domande giuste La rete deve lottare contro l’euroscetticismo, ammette Bröchler. “La gente ripete ogni volta che le procedure europee sono lente e complesse. Ma pochi programmi di finanziamento nazionali se la cavano meglio”, egli dichiara. “Non si può lasciare in sospeso una domanda fino all’ultimo minuto. La collaborazione transnazionale è una strategia a medio termine, per cui le imprese devono pianificarla a tempo debito”. Trovare partner in un altro paese, a suo parere, non è un ostacolo insormontabile. “Basta porre al cliente le domande giuste. In genere sono in grado di individuare i partner potenziali: clienti, fornitori o persone incontrate a una fiera commerciale. In caso contrario, l’IRC può fungere da intermediario”. La rete ha attirato la clientela alla fiera commerciale ‘Luci e edilizia’ dell’anno scorso, e lo scorso febbraio ha organizzato un workshop, a cui hanno partecipato 100 imprese di Darmstadt, dedicato al sostegno UE alla ricerca e all’innovazione nelle tecnologie dell’informazione. Una manifestazione di approfondimento è prevista per settembre. I membri del Netzwerk Europainfo Hessen forniscono informazioni, consulenza in campo giuridico e in materia di trasferimento di tecnologia, collaborano alla ricerca di partner, offrono assistenza per l’elaborazione di proposte di progetto e offrono consulenze individuali. Rendendo più rapido l’accesso da parte delle PMI al sostegno UE all’innovazione, appare sicuro che la rete ripagherà di molte volte la sua modesta sov● venzione. Info R. Bröchler, IRC Hessen/Renania-Palatinato Tl. +49 611 774 633 Fx. +49 611 774 620 [email protected] http://www.hessen-europainfo.de/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 29 AGGIORNAMENTI SUL PROGRAMMA G E S T I O N E D E L L A C O N O S C E N Z A Cultura e tecnologia La conferenza KM Europe è la prima manifestazione annuale europea nel campo della gestione della conoscenza. Lo scorso autunno, durante le tre giornate dell’incontro si sono riuniti esperti di tutto il mondo per scambiare esperienze e proporre ipotesi di sviluppo verso l’economia della conoscenza. L a gestione della conoscenza (Knowledge Management) si prefigge di identificare le caratteristiche immateriali della cultura organizzativa e della sua forma, che sono critiche per l’innovazione e il successo. Tali caratteristiche vengono ricercate tra le strutture formali e i processi delle organizzazioni, ma non all’interno di queste. “Il vertice di Lisbona ha inserito per la prima volta le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni nell’agenda politica. Si prende atto così del potere crescente della conoscenza nell’ambito dell’economia e del suo impatto sull’industria: è la transizione verso l’economia della conoscenza”. Con queste parole, Rosalie Zobel, della Commissione europea, ha accolto i delegati convenuti alla prima conferenza ed esposizione KM Europe, svoltasi il 20-22 novembre. La manifestazione ha attirato oltre 2 800 visitatori, superando tutti i primati di affluenza registrati per un evento nel campo della gestione della conoscenza. Il chiaro orientamento verso le imprese è stato dimostrato dai numerosi oratori provenienti dall’industria, sia le grandi società in cerca di nuove letture a integrazione delle loro attività interne, sia gli studi di consulenza e i gruppi di ricerca che operano attivamente in veste di fornitori di soluzioni nel settore. L’ampia varietà degli interventi, e l’impostazione interdisciplinare di questi, riflettevano i molti aspetti del campo nascente della gestione della conoscenza, che si stanno consolidando in due grandi ap- Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Successo di pubblico all’esposizione KM Europe. procci: tecnico e orientato ai prodotti; e culturale e orientato ai processi. Entrambi hanno i loro fautori, sebbene molti oratori abbiano tentato di presentare una sintesi che ne offra una visione olistica. Beni immateriali Con il suo intervento di fondo, Ron Young, della Knowledge Associates, ha contestato queste due impostazioni. “La prima di queste afferma che la conoscenza può essere rappresentata e captata: è la visione esplicita del prodotto, derivante dai sistemi informativi di gestione e di trattamento dei documenti. La seconda osserva che gran parte della conoscenza è ‘tacita’ e non può essere immagazzinata né posseduta, e abbraccia problemati- che dai contorni sfumati come l’empowerment e la condivisione. Queste impostazioni sembrerebbero comportare strategie diverse, ma di fatto occorre un’impostazione unificante, che assommi il meglio di entrambe”. Altri oratori hanno sviluppato lo stesso tema. Lo sviluppo delle reti e la condivisione sono fondamentali per l’attuazione efficace della gestione della conoscenza. Se non è possibile fissare la vera conoscenza, perché giace sepolta nella memoria individuale e nella cultura dell’impresa, i professionisti della gestione della conoscenza, allora, devono concentrarsi sul ‘contesto’ giusto per ottenere un vero effetto moltiplicatore della conoscenza. Invece di tentare di captare la conoscenza e di ridurla a informazioni e dati, dobbiamo creare ambienti imprenditoriali che compiano una selezione positiva a favore della condivisione della conoscenza. L’uso della terminologia dell’ecologia è voluto. Come ha sostenuto Leif Edvinsson della Skandia, “Dobbiamo abbandonare le metafore tradizionali di computer e macchine per interessarci invece alle metafore biologiche. Le società devono diventare cooperazioni, le imprese come istituzioni devono essere sostituite da l’intraprendere in quanto attività. E tutto ciò richiede una nuova classificazione”. Questi suggerimenti vengono dalle estreme frontiere del pensiero nel campo della gestione delle conoscenze, ma Edvinsson li ha ● ● ● I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 29 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 30 AGGIORNAMENTI SUL PROGRAMMA L’oratore principale Larry Prusak. “Il cambiamento richiede passione: bisogna avere un profondo interessamento per la conoscenza per produrre il cambiamento”. ●●● inseriti in un contesto imprenditoriale concreto. “Il 70 per cento del valore di una società come Philips, non è contabilizzato, è invisibile, immateriale. Philips non ha bisogno di un nuovo software di contabilità, ma ha bisogno di un nuovo metodo di contabilità, di nuovi metodi di acquisizione della realtà aziendale. Questo è un problema frequente nell’economia della conoscenza. Il dirigente della società deve chiedersi come farà a farsi retribuire per i suoi beni immateriali. Chi è proprietario della conoscenza che detiene la società? Chi è proprietario del 70 per cento della sua società”? Parlare di conoscenza Dan Holsthouse ha descritto le attività della Xerox Corporation per fondere gli aspetti culturali e tecnici della gestione della conoscenza.Egli ha individuato come elemento critico la promozione del comportamento tendente alla condivisione della conoscenza e della capacità di fissare e comunicare le esperienze 30 Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 passate ripetitive. Un’indagine sui tecnici della Xerox a proposito delle pratiche e della cultura lavorativa ha dimostrato che i soggetti più produttivi hanno un vocabolario ricco di parole come ‘linguaggio’ e ‘conoscenza’, e sono portati a condividere in modo proattivo le soluzioni trovate. Al contrario, i soggetti che esibiscono una produttività medio bassa sono accaparratori di informazione e reattivi. Individui che parlano dell’informazione e dei dati come problematiche separate dalla loro persona.“Questi risultati ci spingono a chiederci se la propensione a condividere la conoscenza possa essere insegnata. È possibile diagnosticarla”? si è chiesto Holsthouse nel concludere. Egli ritiene che, per creare valori culturali, occorrano le regole. “Ogni individuo deve essere responsabile per contribuire a costituire la base di conoscenza, individuando le soluzioni già esistenti prima di immaginarne di nuove, dando credito agli altri, combattendo l’oscurantismo e condividendo con l’esterno se del caso”. Stephen Denning, della Banca Mondiale, ha riferito in merito alle sue esperienze nel campo delle tecniche di gestione della conoscenza in quanto agenti di cambiamento, in particolare l’uso dello storytelling, che egli ha adottato dopo aver sperimentato e scartato numerose altre tecniche. “Come si fa a intessere un dialogo con diecimila persone? Abbiamo tentato con i diagrammi e con le frasi fatte, ma la resistenza è stata massiccia e sistematica”, egli ha detto. Egli ha narrato, invece, come un problema medico in un paese africano sia stato risolto quando è stato diffuso a tutta l’organizzazione, e un collega in Canada si è ricordato dell’esistenza di una soluzione. Questo ha carpito l’attenzione di un gruppo di alti dirigenti della Banca mondiale. Denning ricorda:“Hanno detto, ‘Noi siamo così. Dovremmo lavorare in questo modo’”. Egli attribuisce il successo della tecnica alla capacità del racconto di trasmettere concetti multidimensionali.“Le teste non sono vuote, in attesa di essere riempite. Sono piene di una comprensione implicita che basta accendere con una scintilla. Il racconto colma la distanza tra conoscenza e azione, e permette all’individuo di riempire i vuoti autonomamente”. Cooperazione, non concorrenza Una mostra di 120 stand ha attirato un flusso costante di visitatori, e la sua popolarità è stata confermata dagli espositori stessi. Uno degli espositori, Jan Schalkwijk della Knowledge Concepts BV, ha dichiarato:“La gestione della cono- scenza attinge a molti campi di attività economica. Richiede collaborazione e partenariati, ed è un campo di cooperazione, non di concorrenza. Per noi, questo è anche il grande vantaggio di questa esposizione: incontriamo potenziali partner oltre che potenziali clienti”. La Knowledge Concepts opera con due altre PMI - la EMD NV e la Semio Corporation - per offrire soluzioni su misura nel campo della gestione della conoscenza. La EMD fornisce la struttura software portante, basata su molti anni di sviluppo di soluzioni Intranet. Il contributo della Semio consiste nelle tecnologie linguistiche destinate a contrassegnare e analizzare dati di tipo testuale, mentre la Knowledge Concepts aggiunge il plurilinguismo alla ricerca delle conoscenze immagazzinate. Il bisogno di plurilinguismo è stato caratterizzato da Rosalie Zobel come un’opportunità europea. “Le esperienze dell’Europa in fatto di multiculturalità e plurilinguismo sono problemi che diventano punti di forza nel campo della gestione della conoscenza, in cui l’interconnettività è indispensabile”. Alla conferenza si è assistito anche all’inaugurazione del Forum europeo per la gestione della conoscenza. Sotto l’insegna ‘KM Made In Europe’, questa azione concertata, finanziata dalla Commissione, si prefigge di unificare gli ambienti europei della gestione della conoscenza in una massa autoalimentata di organizzazioni e individui capaci di scambiare idee, definire norme ed elaborare pro● spettive strategiche. Info P. Timmers, Commissione europea DG Società dell’informazione Commercio elettronico Tl. +32 2 299 0245 Fx. +32 2 296 8365 [email protected] http://www.kmeurope.com/ I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 31 Nota PUBBLICAZIONI Promoting Innovation Management Techniques in Europe NB-NA-17-022-EN-C, ISBN 92-828-9688-9 In questa relazione viene valutata la riuscita dell’azione ‘Promozione delle tecniche di gestione dell’innovazione’, parte del programma Innovazione, che si è svolta dal 1997 al 1999. L’azione era composta di 23 progetti specifici e di sei misure di accompagnamento che hanno interessato complessivamente 90 organizzazioni dei 15 Stati membri e di Norvegia, Islanda e Israele. Lo scopo era di sensibilizzare le PMI, le società di consulenza e le organizzazioni di sviluppo imprenditoriale in merito alle potenzialità delle tecniche di gestione dell’innovazione. Nella sola Unione europea - è osservato nella relazione oltre 700 PMI hanno beneficiato di brevi consulenze e due terzi dei consulenti partecipanti continuano a utilizzare le tecniche di gestione dell’innovazione sviluppate nell’ambito dei progetti. Info Ufficio informazioni per l’innovazione Fx. +352 4301 32084 [email protected] Managing international projects In inglese, francese e tedesco, ISBN 3-928110-02-0; €50 (on CD €100) Questo manuale, il cui sottotitolo recita ‘Come favorire la cooperazione di gruppi di progetto multiculturali’, è stato prodotto con il sostegno della DG Imprese dai partner del progetto Proinno (Promoting European Innovation Culture) del programma Innovazione. Dopo aver delineato il ciclo di vita di un tipico progetto transnazionale, il manuale presenta una serie di concreti studi esemplificativi e individua i fattori critici che determinano la riuscita. L’opera contiene anche consigli diretti e questionari per la determinazione del rendimento, che si presentano sotto forma di un semplice formulario che può essere compilato dagli stessi membri del consorzio di progetto. Info Krewer Consult GmbH, Proinno Fx. +49 681 374 932 http://www.krewerconsult.de/ Public Strategies for the Information Society in the Member States of the European Union Questa relazione, prodotta dal progetto ESIS (European Survey of Information Society) della DG Società dell’informazione, presenta una panoramica delle strategie nazionali utilizzabile come base per analisi comparate, per la comunicazione, i partenariati e la promozione delle migliori pratiche. Sarà utile anche come guida esauriente alle figure di maggior rilievo. Vo l . 2 / 0 1 ● M a r z o 2 0 0 1 Sta diventando sempre più evidente che le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni incidono profondamente sull’organizzazione e il funzionamento della società. Gli autori del rapporto osservano che nei prossimi anni fondi pubblici ingenti saranno stanziati per le azioni di sensibilizzazione, per lo sviluppo delle infrastrutture, per le nuove regolamentazioni, per l’istruzione e gli investimenti nei programmi pilota per le applicazioni e i servizi Le pubblicazioni sono gratuite salvo indicazione contraria. Se non sono forniti dati di contatto specifici per ottenere una pubblicazione, e se il prezzo indicato è espresso in euro, la pubblicazione può essere acquistata presso l’ufficio nazionale vendite e abbonamenti dell’Ufficio delle Pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee (EUR-OP). Gli indirizzi si trovano nella maggior parte delle pubblicazioni della Unione europea, su www (http://eur-op.eu.int/general/it/s-ad.htm) o presso l’Ufficio delle Pubblicazioni ufficiali (Fx. +352 2929 42759). Info La relazione completa è disponibile all’indirizzo http://www.ispo.cec.be/esis/ The EC-US Task Force on Biotechnology Research KI-NA-19-407-EN-C, ISBN 92-894-0110-9 Nel decennio in cui la Task Force ha riunito scienziati di prima grandezza provenienti da entrambe le coste dell’Atlantico per sviluppare nuove idee, la biologia ha subito una rivoluzione, e la cooperazione internazionale in questo campo è diventata al tempo stesso più realistica e più necessaria. Il sottotitolo recita ‘Comprensione reciproca, un decennio di collaborazione (1990-2000)’. Nel libro è presentato il contributo significativo fornito dalla Task Force a svariati campi, come la neourinformatica, la genomica, la nanobiotecnologia e l’immunologia neonatale. Info Commissione europea Ufficio informazioni per il programma Qualità della vita Fx. +32 2 299 1860 [email protected] Recent developments in the use of environmental taxes in the EU Gli ultimi sviluppi nell’uso delle imposte ambientali nell’Unione europea sono descritti nella sintesi di un progetto di relazione pubblicato recentemente dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). La Commissione europea ritiene che le tasse ambientali siano uno strumento importante per la creazione di incentivi, basati sul mercato, per un comportamento commerciale rispettoso dell’ambiente, e ne sostiene l’applicazione quale mezzo per attuare i principi per cui ‘chi inquina paga’ e ‘chi usa paga’. Gli autori della relazione affermano che l’attenzione sulle tasse ambientali si sta accentuando ora che gli Stati membri tentano di raggiungere gli obiettivi di Kyoto relativi alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Growth in Action Questa rivista sarà pubblicata due volte all’anno, a cui si aggiungeranno le eventuali edizioni speciali. Saranno trattati tutti gli aspetti del programma Crescita competitiva e sostenibile, facente parte del Quinto programma quadro per la ricerca, e saranno presentati in particolare i risultati di singoli progetti di ricerca. Gli articoli apparsi nella prima edizione riguardano: la sfida che consiste a soddisfare la crescente domanda di trasporti riducendo al tempo stesso a valori minimi l’impatto ambientale; una relazione sulle nuove forme di trasporto, più sicure, più pulite e più efficienti; una rassegna dei metodi di misura e prova; nonché gli aggiornamenti sulle priorità del programma Crescita nel campo della ricerca. Info [email protected] http://europa.eu.int/comm/research/growth/ gcc/magazine.html Rassegna degli sviluppi e prospettive del commercio elettronico nel settore agricolo Si calcola che entro il 2001 saranno in funzione circa 25 mila siti di commercio elettronico. Di questi, tra i 1 000 e i 1 500 siti saranno dedicati all’agricoltura e al settore alimentare. Negli Stati Uniti si calcola che entro il 2005 il 14 per cento del commercio di prodotti agricoli, silvicoli e della pesca avverrà per via telematica. In questa breve relazione sono passate in rassegna le attuali applicazioni di Internet all’industria alimentare e ne vengono considerate le prospettive per il futuro. Gli sviluppi sono considerati in un contesto europeo e sono corredati da esempi. Info La relazione è disponibile solo in forma elettronica, all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/agriculture/ markets/e-commerce/index_en.htm Info La sintesi del progetto di relazione è disponibile all’indirizzo http://themes.eea.eu.int/toc.php/ improvement/policy?doc=39274&1=en I n n o v a z i o n e & Tr a s f e r i m e n t o Te c n o l o g i c o 31 ITT 02-01 IT (flash) 6/03/01 11:35 Page 32 CONFERENZE Patinnova/EPIDOS 2001 28 maggio, Bratislava (Slovacchia) 16-18 maggio, Marsiglia (Francia) La manifestazione, organizzata dal BIC (Business and Innovation Centre) di Bratislava, mira a sviluppare la cooperazione tecnologica transnazionale tra imprese, università e istituti di ricerca nel campo dei sistemi e tecnologie businessto-business e business-to-consumer nonché nel campo della sicurezza dei sistemi e della trasmissione di dati. Il programma della Commissione europea Innovazione e PMI e l’Ufficio europeo dei brevetti si sono nuovamente alleati per organizzare la più vasta conferenza europea dedicata ai brevetti e all’innovazione. La manifestazione, accolta dall’Ufficio britannico dei brevetti e marchi di fabbrica, richiamerà un pubblico di alto livello proveniente dall’industria e dalla pubblica amministrazione. Il tema generale della conferenza sarà ‘I diritti di proprietà intellettuale in un’economia basata sulla conoscenza: sfide in vista’. Dopo l’apertura della conferenza, seguita da una breve seduta plenaria, sono previste tre sedute parallele che approfondiranno argomenti specifici: ● informazioni brevettuali/Conferenza annuale EPIDOS ● la nuova economia: una sfida per i diritti di proprietà intellettuale ● I diritti di proprietà intellettuale al servizio dell’imprenditorialità Questa manifestazione, organizzata dal Centro di collegamento per l’innovazione Mediterraneo francese, è destinata agli utenti e ai fornitori di tecnologia. Sono in programma conferenze scientifiche e tecnologiche e incontri tra aziende e centri di ricerca, destinati a favorire gli scambi o i partenariati tecnologici, e il trasferimento di tecnologia o di conoscenza pratica. Info N. Sabatier, IRC Mediterraneo francese Tl. +33 4 91 80 83 60 Fx. +33 4 91 80 55 82 [email protected] Incoraggiare la cooperazione delle PMI baltiche 17-18 maggio, Riga (Lettonia) Il Partenariato del Mar Baltico fungerà da piattaforma per i contatti tra le PMI dei settori del legno, edilizia, prodotti alimentari, industria chimica, macchine, tecnologie dell’informazione e servizi. Si prevede la partecipazione di oltre 300 PMI di Estonia, Lettonia e Lituania, e oltre 1 000 aziende provenienti da 30 paesi europei. Le due giornate saranno occupate da migliaia di incontri commerciali programmati in anticipo, destinati a concludere accordi di cooperazione transfrontaliera e a stimolare le attività commerciali internazionali da parte delle PMI. Info I. Filus, IRC Slovacchia Tl. +421 7 5441 7515 Fx. +421 7 5441 7522 [email protected] http://www.irc-slovakia.sk/e-business/ Incontro dell’E-novation 30 maggio - 1 giugno, Lilla (Francia) La manifestazione offrirà la possibilità di parlare individualmente con esperti, per scambiare prospettive sull’e-novation e per tener conto di tutte le dimensioni del commercio elettronico. Gli incontri avverranno tra grandi società dei settori della distribuzione, produzione e servizi, e 450 imprese innovative operanti nel settore della tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni. 14-17 ottobre, Cardiff (RU) Info Sarà attivato prossimamente un rinvio al sito della conferenza all’indirizzo http://www.cordis.lu/patinnova99/home.html Info D. Copin Tl. +33 3 20 63 78 04 http://www.applica.tm.fr/enovationmeeting/ Info http://www.bsp2001.com/ A B B O N A M E N T O Innovazione & Trasferimento Tecnologico è una pubblicazione gratuita Per essere aggiornati su tutte le azioni dell’Unione europea relative all’innovazione e al trasferimento tecnologico: notizie di politiche, notizie sul programma Innovazione e PMI, risultati e attività dei programmi di ricerca, studi esemplificativi, calendario delle conferenze, nuove pubblicazioni. Scrivere chiaramente NOME E COGNOME: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . INDIRIZZO: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .............................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................. • Per ricevere più copie, indicare il quantitativo desiderato: • Lingua richiesta: ❑ Inglese ❑ Francese ❑ Tedesco ❑ Italiano ❑ Spagnolo • Per modificare un abbonamento già in corso, indicare il numero d’abbonamento: 0/ (si veda la fascetta di spedizione) Per abbonarsi, compilare la cartolina e inviarla a: Innovation-Helpdesk, DG Imprese, Direzione per l’Innovazione, EUFO 2286, L-2920 Lussemburgo. 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