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IN PRIMO PIANO
Carlo Boffi
CANI
CORAGGIOSI
LA NEVE, LE PIANURE E LE FORESTE GHIACCIATE
SONO TEATRO DELLE GESTA DI MANIPOLI DI CORAGGIOSI,
DI CUI FA PARTE ANCHE ARARÀD KHATCHIKIÀN,
UNO DEI PIÙ ESPERTI MUSHER DEL MONDO.
© frederic prochasson - iStock
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IN PRIMO PIANO
COMMENTA
L’ARTICOLO
N
ell’immaginario collettivo, ma soprattutto
in chi giovanissimo proprio non lo è più,
restano incancellabili le memorabili pagine di Jack London e le epiche avventure
narrate in due splendidi romanzi intitolati “Il richiamo della foresta” e “Zanna
Bianca”. In entrambi i protagonisti sono
cani impegnati nel traino delle slitte da
neve, fra gelidi paesaggi e insidie d’ogni
sorta. All’epoca, infatti, era quello l’unico
mezzo di trasporto che permetteva d’attraversare in inverno le pianure e le foreste
del Nordamerica: sia le popolazioni locali
che gli esploratori e i pionieri “bianchi”
selezionavano delle mute specificatamente
addestrate. A farne parte erano in genere
Alaskan Husky, Samoiedi, Siberian Husky e Alaskan Malamute, solo per citare
www.ararad.net
qualche razza, ma non mancavano giganteschi meticci dalla corporatura possente,
frutto di sapienti incroci.
UOMINI E CANI FUORI
DAL COMUNE
Poi, quando il progresso motorizzò i
mezzi di locomozione adatti alle latitudini estreme, la “romantica” slitta assunse
altri connotati, fra cui quello sportivo.
Nel suo ambito si sono svolte e si disputano tuttora gare incredibili e affascinanti, caratterizzate da sano agonismo e da
un grande coraggio. La parola che le designa è sleddog, dalla fusione dei termini
sled (slitta) e dog (cane), e gli animali che
vi partecipano sono dei veri e propri
atleti, in grado di correre instancabilmente anche per 200 chilometri al giorno
lungo tracciati innevati e ghiacciati. A
guidarli è un uomo, il musher, che al pari
dei componenti della sua muta deve possedere una tempra fisica fuori del comune, uno spiccato senso dell’orientamento
e un’adattabilità a qualsiasi condizione
climatica. Non a caso il profilo appena
descritto corrisponde perfettamente ad
Araràd Khatchikiàn, uno dei maggiori
esperti e campioni di questa particolare disciplina, artefice di imprese che
solo pochissimi hanno saputo portare a
termine. Certo, leggendo la sua biografia
stupisce il fatto che non sia nato nelle
vicinanze del circolo polare artico… ma
nell’arido deserto del Sudan!
NUOVO PAESE,
NUOVE PASSIONI
LO SLEDDOG È UNO
SPORT CHE RICHIEDE
CORAGGIO E TANTA
ESPERIENZA.
SOLO LA PROFONDA
CONOSCENZA DEI
CANI PERMETTE
DI GUIDARLI DOVE
SI DESIDERA.
© Paolo Youssef
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Ma il trasferimento nel nostro Paese
all’età di nove anni, assieme al papà
armeno e alla mamma italiana, ha
certamente contribuito ad avvicinarlo
ad ambienti ed ecosistemi più affini alla
sua futura passione. Andando ad abitare
in Friuli Venezia Giulia, sul confine tra
Austria e Slovenia, ebbe infatti modo di
dedicarsi allo sci di fondo, riscuotendo successi in competizioni nazionali
e internazionali. È stato solo il primo
passo di un percorso agonistico che in
seguito lo ha portato a confrontarsi con
il “Grande Freddo” nelle regioni più inospitali del pianeta. Peraltro Khatchikiàn
nutriva il desiderio di vedere e toccare
la neve quando, ancora bambino, viveva
a Khartoum, la capitale sudanese. Le
pagine del settimanale “Epoca”, a cui
la madre era abbonata, riportavano al
tempo interessanti inserti con bellissi-
Nato nel deserto del Sudan,
da mamma italiana
e papà armeno, Ararad
si è trasferito da bambino
nel Friuli-Venezia Giulia
e oggi è uno dei musher più
esperti del nostro Paese.
© Paolo Youssef
me foto a colori relative alle esperienze
in Canada e Alaska dell’esploratore e
scalatore Walter Bonatti. Ararad e il
fratello Armen sfogliandole viaggiavano
allora con la fantasia in quelle regioni
selvagge, quasi presagendo il destino che
stava attendendo entrambi.
LA STRADA
TRACCIATA DA ARMEN
Il trasferimento in Italia, il contatto
con la montagna, la pratica dello sci da
fondo, la presenza in casa del primissimo cane di famiglia, il Collie “Bonnie”,
rappresentarono poi lo stimolo che ne
avrebbe fatto dei musher eccezionali,
conducendoli in luoghi dove per buona
parte dell’anno il termometro scende
abbondantemente sotto lo “0” termico.
Al riguardo va detto che il precursore di
tante avventure fu Armen, che nell’estate del 1983, insieme all’amico Tomaz,
percorse in canoa migliaia e migliaia di
chilometri solcando il maestoso fiume
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IN PRIMO PIANO
© Paolo Youssef
Il rapporto fra Ararad
e i suoi cani è speciale e
basato sul rispetto reciproco:
lo scorso ottobre è venuta
a mancare Easter, la sua
capomuta, e il nostro amico
ci ha raccontato che è stata
una perdita dolorosissima.
Nella pagina accanto
un primo piano di Happy,
un’altra splendida Husky
di Ararad.
Yukon, che dall’omonimo territorio canadese scorre poi in Alaska per sfociare
infine nel Mare di Bering. Fra quei bellissimi paesaggi il duo incontrò il famoso
musher Joe Redington Senior, padre
fondatore della fantastica corsa con cani
da slitta chiamata Iditarod, concepita su
un tracciato che collega da sud a nordovest tutto lo Stato dell’Alaska, vasto ben
cinque volte la nostra penisola. Nell’occasione Redington propose ad Armen di
addestrarlo e attrezzarlo per partecipare
all’edizione della gara che si sarebbe
tenuta l’anno successivo.
DAL SOGNO ALLA REALTÀ
Che meraviglia… un sogno, il “sogno”,
poteva diventare realtà! Con il ritorno a
casa del fratello, Ararad fu reso subito
partecipe della proposta. Ma dove trovare la somma per pagare quanto neces-
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sario? Ecco, talvolta il Fato e la fortuna
soccorrono i coraggiosi: Armen vinse
infatti un concorso indetto da una nota
marca di liquori del Belpaese consistente
nell’esprimere un desiderio scelto fra una
serie di cinque di varia natura. Inutile dire
a cosa ambivano… e che, ovviamente, la
categoria in cui primeggiarono era quella
etichettata come “bizzarra”. Con gli 840
gettoni d’oro ricevuti, nell’inverno del
1984 Armen poté così iscriversi all’Iditarod, primo musher italiano a partecipare alla cosiddetta “Mille Miglia dei
Ghiacci”. E il fratello lo seguì, in veste di
entusiasta fotografo, videomaker e spettatore. L’esperienza ebbe seguito anche
nel biennio 1985-1986, con l’aggiunta che
Ararad volle concorre nella Iditaski, una
durissima gara di sci di fondo lunga 350
chilometri e articolata su alcuni tratti del
percorso seguito dall’Iditarod.
UN PERSONALE
“RICHIAMO DELLA FORESTA”
E lì, mentre si sottoponeva a sforzi e
fatiche oltre il limite, circondato da una
Natura incantata, magnifica e incontaminata, dallo splendore incomparabile,
Ararad avvertì il suo personale “richiamo della foresta” e cominciò a nutrire
una forte attrazione per i popoli che da
sempre abitano quelli regioni, ovvero
Eschimesi e Indiani, le cui culture ne
influenzarono la personalità. Da loro
imparò che la filosofia della sopravvivenza quotidiana impone che non si debba
mai negare aiuto a nessuno perché un
giorno, forse già domani, chiunque, a
sua volta, potrebbe avere bisogno di una
mano tesa! E, cosa rarissima e fantastica,
che tutto va condiviso, poco o molto che
sia, accompagnandolo con un sorriso…
Per Ararad la pratica dello sleddog fu la
diretta conseguenza di un nuovo modo di
affrontare l’esistenza, che lo catapultò in
una dimensione di simbiosi profonda e
di rispetto totale e incondizionato per gli
animali e per la Natura. Un’aspirazione
latente che è prepotentemente venuta
alla luce diventando una attività che
attualmente lo impegna 24 ore su 24, 365
giorni all’anno, senza giorni di festa.
COMPAGNI
DI MERAVIGLIOSI
MOMENTI
Ararad vede nei cani dei figli, i migliori amici e i compagni di meravigliosi
momenti, capaci di trasmettergli una
straordinaria energia positiva e di dargli conforto nei momenti più bui. Oggi
nelle due scuole di sleddog dirette da
Ararad e sua moglie Monica a Tarvisio e
da suo fratello Armen a Ponte di Legno
arrivano allieve e allievi di età che vanno
dai quattro agli ottant’anni, ciascuno
indistintamente animato da un ardore e
da un trasporto degni d’ammirazione.
Nell’ambito dei corsi sono istituiti anche
dei protocolli per persone diversamente
abili, che possono usufruire di carrozzine
adattate al traino di uno o due cani. Nel
caso di importanti disabilità motorie e
psichiche, da cui derivino difficoltà nella
guida autonoma della slitta, del personale specifico svolge il ruolo di accompagnatore di supporto. Insomma, grazie
a Ararad tutti, ma proprio tutti, sono in
grado di entrare nel magico mondo dei
musher. Concludiamo parlando della sfida che il nostro amico intende vincere al
più presto: dopo avere partecipato a quasi tutte le più importanti gare di sleddog
vorrebbe condurre la sua slitta e la sua
muta fino alla vetta del monte Ararat,
che si dice custodisca nei suoi ghiacciai
© Scuola Internazionale Mushing
perenni l’Arca di Noè. L’impresa, dai
grandi valori simbolici e religiosi e che
dovrebbe anche promuovere il dialogo
tra Armenia e Turchia, è prevista per il
mese di maggio del 2015. Allora auguri
Ararad, che i tuoi orizzonti siano sempre
più vasti!
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