Ottobre 2008 - Andreas Seppi

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Ottobre 2008 - Andreas Seppi
IARIO DAL TOUR
di Andreas Seppi
F
OTOREPORTER
OLIMPICO
Dopo il reportage dalle cascate del Niagara, il nostro inviato speciale sul
circuito ci consegna un nuovo servizio fotografico esclusivo. Direttamente
dalla memory card della sua macchina digitale ecco le foto e il racconto
della settimana olimpica. I dietro le quinte e gli aneddoti da Pechino...
ECCO, INCOLLATE COME UN ALBUM FOTOGRAFICO, LE FOTO DEL NOSTRO
ANDREAS DA PECHINO. QUI SOPRA, DA SINISTRA E IN SENSO ORARIO,
LO VEDIAMO CON LA PETTINATURA “A CRESTA DI GALLO”, SFODERATA ALLA
CERIMONIA DI INAUGURAZIONE, INSIEME A SIMONE BOLELLI. POI L’ENTRATA
ALLO STADIO E LA FIACCOLA ACCESA; L’ADUNATA AZZURA E ANCORA
ANDY, POTITO STARACE E IL BOLE CON TANTO DI DIVISA E CRAVATTA!
ANDREAS CON IL PORTABANDIERA AZZURRO ANTONIO ROSSI E UN MOMENTO
DELLA SFILATA ORMAI A NOTTE FONDA. NELLA PAGINA A FIANCO, POSSIAMO
RICONOSCERE ANDREAS CON ALDO MONTANO, MEDAGLIATO DELLA
SCHERMA (IN ALTO A DESTRA). UN’INSOLITA VERSIONE DI JAMES BLAKE
E LA SIMPATICA GRINTA DEL FUORICLASSE SERBO NOVAK DJOKOVIC
S
ì sì, lo so che ci sarebbe da parlare
del match di Coppa Davis con la Lettonia
e dello Us Open... Dai,
tutte cose che leggerete
sicuramente su altre pagine della rivista.
Io vorrei tornare al mese
di luglio e parlarvi della settimana olimpica.
Sarà che per noi atleti,
quella di Pechino, è stata
un’esperienza indimenticabile e sensazioni così
non potremo provarle
per altri quattro anni. Sarà che comunque vivere
una settimana il villaggio
insieme a tanti atleti è
qualcosa di speciale cui
non siamo abituati. O
forse, più semplicemente, è che dopo avervi
fatto vedere le foto del
mio viaggio alle cascate
del Niagara ci ho preso
gusto con la macchina
fotografica...
Dunque eccovi, direttamente dalla memory
card appena scaricata
sul mio pc, le foto che
ho fatto a Pechino. Che
dite? Sono meglio come
tennista? Vabbè, lo ammetto, ho ancora tanta
strada da fare per poter
rubare il lavoro a Ray
Giubilo ma sapete che
quando mi metto in testa
qualcosa...
E comunque in Cina il
mio meglio l’ho dato
con la cinepresa. In tanti hanno detto di avermi
visto durante la cerimonia di inaugurazione dei
Giochi telecamera alla
mano e mi hanno anche
preso in giro per il mio
nuovo taglio di capelli
(a cresta di gallo). Ma
in mezzo a centinaia di
atleti dovevo pur farmi
notare in qualche modo... altrimenti come vi
sareste accorti di me?
La cerimonia è stata bellissima ma faticosa. Alle
7 di sera siamo partiti
dal villaggio e abbiamo
aspettato fino alle 11
nello stadio della ginna-
stica artistica. Sembrava
di essere tornati alle gite
scolastiche. Siamo stati
seduti tutto il tempo e
ogni tanto passavano a
darci il sacchetto con il
mangiare...
Qualcuno dormiva, io
stavo vivendo: un momento unico e indimenticabile. Gli altri sport?
Li ho visti in Tv tutto il
giorno, come tutti voi,
non c’era tempo di andare allo stadio. Esperienze negative? Il cibo,
non proprio una passeggiata. Purtroppo con
Berdych non sono riuscito a ripetere la bella
vittoria di Cincinnati e
questa volta ha vinto lui.
Il
clima?
Pazzesco.
Un’umidità che non
tre del mattino ero sempre sveglio. Lì ho fatto
i quarti vincendo con
Potito e Fognini. Poi mi
ha fermato un qualificato slovacco, Gregorc.
Allo Us Open ho battuto
il coreano Lee al primo
ne ho approfittato per
fare un po’ di foto con
colleghi che ammiro come Kobe Bryant, Dirk
Nowitzki, assi dell’Nba.
Poi tre quarti d’ora a piedi per arrivare nell’altro
stadio e finalmente la
sfilata. All’inizio ero
concentrato a riprendere tutto per cui non ho
vissuto molto il momento (come regista però
mi darei un bel 7), poi
quando ci siamo fermati
ho realizzato quello che
anche se al villaggio
avevamo un self-service
aperto 24 ore su 24 la
qualità non era un gran
che... infatti abbiamo
mangiato la metà delle
volte da McDonald’s, il
che è tutto dire.
Il torneo non l’ho giocato male. Avevo un tabellone molto duro, Robredo al primo turno (6-4
4-6 8-6 lo score finale)
per andare su Berdych
(sconfitto 3-6 6-7) e poi
ci sarebbe stato Federer,
potete immaginare. Appena uscito dalla stanza
d’albergo si cominciava
a sudare. Infatti a New
Haven, la settimana dopo, mi sono preso raffreddore e tosse. Chi di
voi è stato negli States
lo saprà, lì l’aria condizionata è sempre a mille e basta un niente per
ammalarsi. Tra l’altro
fare due trasvolate transoceaniche (Usa-CinaUsa) è stato faticosissimo e a New Haven alle
turno. Match complicato
che ho vinto solo al 5°
set dopo che ho dovuto
prendermi una pausa
di riflessione (al bagno,
ma solo per riordinare le
idee). Poi ho giocato bene contro Garcia-Lopez
e ho perso da Roddick
sul centrale: il servizio
ha fatto la differenza.
Adesso è ora di spegnere
il computer e fare le valigie. Prossime fermate:
Metz, Vienna, Madrid,
Lione e Parigi.