Non all`abbandono degli animali

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Non all`abbandono degli animali
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Anno IV - n.102  giovedì 10 luglio 2008
Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore resp.: Enrico Fontana • Comitato edit.: Giuseppe Trepiccione, Gianpaolo Silvestri (inserto Mappe) • Caporedattore: Valerio Ceva Grimaldi • Editore: undicidue srl, via R. Fiore, 8
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Olimpiadi, è scontro su Sarkozy
Riscoppia la polemica sui prossimi Giochi Olimpici in programma a Pechino ad agosto
Lorenzo Senni
Nucleare,
i perché di una
non scelta
Marco Montanari
[email protected]
[email protected]
 A un mese dall’inizio
dell’evento, infiamma
la polemica sulla
presenza di Primi
Ministri e Capi di Stato.
Confermano Bush,
Fukuda, Berlusconi e
Myung-Moon. Assenti
la Merkel e il Segretario
generale dell’Onu Ban
Ki-moon, Brown alla
cerimonia di chiusura.
Cohn Bendit: “Uno
scandalo Sarkozy a
Pechino”
 a pagina 2 
Non all’abbandono degli animali
Al via una campagna nuova campagna del ministero della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali
Maria Beatrice de Camillis
[email protected]
Protesta
“No Cav”,
the day
after
La manifestazione
di piazza
Navona spacca
il centrosinistra
dopo le accuse
a Napolitano
e al Papa
2
M
L
asciami da un parente,
lasciami da un amico,
lasciami in una pensione, lasciami in un canile.
È quello che direbbe ogni cane
(se potesse parlare) al proprio
padrone in procinto di partire
per le vacanze. Ed è quello che
suggerisce la campagna di sensibilizzazione anti-abbandono
del Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche sociali
avviata in questi giorni grazie
anche al contributo artistico
del fotografo Oliviero Toscani.
C’è da chiedersi che ‘razza’ di
gente è quella che abbandona
sull’autostrada il proprio cane
solo perché sta per andare in
ferie? Il testimonial della campagna istituzionale, Rischio,
il jack russel di Toscani-figlio
(dallo stesso immortalato in
foto) non dà scampo a chi si
imbatte nel manifesto pubblicitario: “Tu di che razza sei?
antova e Sabbioneta, poi la
Ferrovia Retica, che attraversa le Alpi tra Italia e Svizzera:
sono da martedì “Patrimonio mondiale
dell’umanità”. Le prime sono considerate
“eccezionali testimonianze dell’architettura e dell’urbanistica del Rinascimento”.
Con loro entrano a far parte della lista
stilata dall’Unesco anche il Monte Titano e il centro storico di San Marino,
portando per la prima volta la minuscola
Repubblica ad ottenere il prestigioso riconoscimento. Lo ha deciso il Comitato
dell’Unesco che vaglia le candidature,
riunito per la trentaduesima volta nella
sua storia, in Canada, a Quebec City, in
una sessione fiume che terminerà domani. Tra lunedì e martedì, il Comitato ha
aggiunto alla lista dei siti bollati “World
Heritage” 27 località, diciannove scelte per l’importanza culturale e otto per
quella naturale. Una massiccia infornata
che si va ad aggiungere agli 851 siti già
presenti nelle liste dell’Unesco, aperte
nel 1972, e che rende più saldo il primato
Umana o disumana?” sembra
voler chiedere. E l’interrogativo, è proprio il caso di dirlo,
posto in cagnesco, esige una
decisione primordiale di identità, una risposta a se stessi –
la gravità della violazione, di
cui l’abbandono ne è solo un
esempio, invitando all’approfondimento del fenomeno
e delle misure preventive al
randagismo (www.ministero-
Possedere un animale è cosa
diversa dal possesso ‘responsabile’
di un animale. Bisogna avere la
consapevolezza che prendersi cura
di un cane, di un gatto, ecc. equivale
a osservare delle regole, avere dei
doveri e rispettare dei diritti
umani o disumani – più che
proporre un dubbio amletico.
L’abbandono dei cani è un reato penale (Legge 189/2004),
oltre che una vera e propria
forma di tradimento. La campagna è a tutela dei diritti degli animali e vuole ricordarne
Unesco, l’Italia fa 43:
tre nuovi siti
nel Patrimonio
mondiale dell’umanità
assoluto italiano. Con l’ingresso di Mantova e Sabbioneta — la «Piccola Atene»
voluta dal duca Vespasiano Gonzaga — e
della ferrovia dell’Albula e del Bernina (a
metà con la Svizzera), l’Italia arriva ora
ad avere 43 siti riconosciuti di “eccezionale valore universale”.
Quest’anno, però, uno dei portabandiera del made in Italy ambientale rischiava di vedersi scippato il bollino Unesco:
l’arcipelago delle Eolie. Scongiurata dai
commissari di Quebec City l’ipotesi di
cancellazione, le isole escono dalla lista
dei beni a rischio ma restano comunque
delle “sorvegliate speciali”. 
salute.it). Secondo dati delle
Regioni, riferiti al 2006, sono
circa 600 mila i cani randagi
e di essi solo un terzo riesce
ad essere ospitato dai canili. Il
resto, i cani vagabondi - il cui
numero è incrementato ogni
anno dal fenomeno degli abbandoni, spesso sono causa di
incidenti stradali e di danni a
persone o cose, oltre a rappresentare una forma di degrado
sociale e ambientale che ne genera altrettanto, attraverso la
polluzione di insetti, ratti e infezioni. Possedere un animale
è cosa diversa dal possesso
‘responsabile’ di un animale.
Bisogna avere la consapevolezza che prendersi cura di un
cane, di un gatto, ecc. equivale a osservare delle regole,
avere dei doveri e rispettare
dei diritti. Un animale non è
un giocattolo, uno sfizio, uno
status o un passatempo di cui
disfarsi se ci si annoia o se si
guasta. È ormai provato anche
nel campo medico che vivere
con un cane rappresenta una
grande opportunità per migliorare la propria qualità di
vita e di salute. I bambini e gli
adolescenti che crescono con
un cane sono molto più equilibrati e responsabili dei loro
coetanei che non hanno avuto
modo di avere un’esperienza
così completa e formativa. Gli
animali aumentano la capacità
di socializzazione e il senso di
appartenenza alla famiglia.
Dunque per essere dei buoni
padroni occorre informarsi
sulle esigenze fisiologiche della singola razza animale, sugli
obblighi di legge, sulle più opportune forme di gestione e di
controllo dell’attività riproduttiva. Sull’intera tematica degli
animali domestici in posizione forte, e talvolta non perfettamente allineate, si schierano gli attori istituzionali. Il
mondo dell’associazionismo
e del volontariato, i singoli
proprietari, amanti o semplicemente simpatizzanti degli
animali discutono di volta in
volta le diverse problematiche
da affrontare. Come quella
recentemente insorta sull’abolizione della black list (la lista
delle razze più pericolose) che
vede emergere da un lato le
ragioni del Codacons a tutela di coloro che hanno subito
attacchi da pitbull e dall’altro
le motivazioni istituzionali
dell’abolizione della lista canipericolosi. Voluta dal ministro
e basata sulla teoria della innocuità di ogni razza a patto
che i cani non vengano addestrati all’aggressività. In arrivo,
quindi entro l’estate, l’ordinanza che oltre a vietare ogni tipo
di addestramento istigante la
ferocia dei cani, prevede per i
proprietari corsi di formazione
e di responsabilizzazione. In
attesa delle nuove normative
in materia ci aspettiamo che la
buona e giusta campagna antiabbandono riesca a registrare
al proprio attivo i numeri dei
cani rimasti con i propri padroni e non quelli dei cani abbandonati e piangenti, come
diceva il ritornello di una bella
canzone di Julio Iglesias “se mi
lasci non vale...”. 
“Il nucleare di nuova generazione è pulito e sicuro”.
Questo è il ritornello che
nelle ultime settimane è stato ripetuto più volte dai sostenitori dell’atomo, soprattutto in seguito all’annuncio
da parte del Governo Berlusconi di voler riaprire le
centrali.
Cosa c’è di pulito e soprattutto sicuro, poi, è ancora
tutto da capire. Visto che
il nucleare è senza dubbio
una tra le fonti energetiche
più inquinanti, con il rischio incidenti sempre vivo
e dietro l’angolo. Non è un
caso che la fuga radioattiva,
verificatasi ieri a Triscastin
in Francia, è solo l’ultimo di
una lunga serie, cominciato con l’incidente di Krsko
(Slovenia) al quale ha fatto
seguito quello avvenuto in
Giappone. Fortunatamente in tutti e tre i casi i danni sono stati contenuti, ma
il tema sicurezza resta di
stretta attualità.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché
ritornare al nucleare e non
impiegare quell’immensa
mole di denaro in progetti
volti allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili,
quali sole e vento, salvaguardando così sia l’ambiente
che i cittadini?
Perché tornare al nucleare
quando nel 1987 (il ventennale si è festeggiato proprio
lo scorso anno), venti milioni di italiani, con un referendum si sono espressi in maniera netta sulla questione?
Perché tornare al nucleare
senza interpellare nuovamente i cittadini (qualora si
voglia considerare nullo il
parere già espresso), motivando il tutto dichiarando
che “il nostro paese, e il pianeta intero, hanno bisogno
di energia”. Ma l’Italia ha veramente bisogno di questa
fonte energetica?
L’aspetto economico, poi,
non va sottovalutato. Questo perché partire oggi con
l’atomo
significherebbe
essere operativi forse tra
venti anni, ovvero quando
le riserve di uranio 235 saranno prossime all’esaurimento. Il gioco vale quindi
la candela?Non sarebbe più
semplice ottimizzare l’uso di
energia eliminando al massimo gli sprechi? Non sarebbe più semplice cominciare
a diffondere un vero e proprio concetto di educazione
energetica? Il capitolo scorie,
poi, non va assolutamente
trascurato. Un paese che ha
ampiamente dimostrato tutti i suoi limiti nella gestione
dei rifiuti tradizionali, vedi
per esempio il dramma che
sta vivendo la regione Campania, come potrà gestire
al meglio quelli radioattivi?
Anche a questo, forse un
giorno, qualcuno proverà
a rispondere, visto che ad
oggi si è solo annunciato un
ritorno all’atomo senza spiegare come, quando, dove e
soprattutto perché.
2
giovedì 10 luglio 2008
La guerra tra i “grandi” ai Giochi
Al centro della querelle la presunta compravendita di centrali nucleari, costruite da una società francese, in estremo Oriente
dalla prima
A
trenta giorni dalla
cerimonia inaugurale
delle prossime Olimpiadi in programma a Pechino, si infiamma nuovamente
la polemica sulla presenza di
Primi Ministri e Capi di Stato. A margine del G8 svoltosi
in questi giorni in Giappone,
numerosi esponenti politici
hanno confermato la propria presenza all’apertura dei
Giochi, scatenado reazioni in
tutto il mondo. Confermano,
tra gli altri, la propria presenza il presidente americano
George W. Bush, il premier
giapponese Yasuo Fukuda, il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (“Penso che
andrò all’inaugurazione delle
Olimpiadi in Cina, anche se
devo ancora verificare l’agenda”, ammette) e il presidente
sudcoreano Lee Myung-Moon. Non saranno presenti,
invece, il Cancelliere tedesco
Angela Merkel e il Segretario generale dell’Onu Ban
Ki-moon mentre il primo
ministro britannico, Gordon
Brown, si recherà a Pechino solo per la cerimonia di
chiusura. Tuttavia, la decisione che desta più sorpresa
– e forse più polemica – è
AMBIENTE
Bonelli: il G8 in Giappone è stato
un fallimento politico e morale.
Ignorata l’emergenza climatica
“Il G8 in Giappone è un enorme fallimento sia dal punto di
vista politico che morale. Non si possono attendere 42 anni
prima di cominciare ad intervenire con la necessaria determinazione sull’emergenza climatica che è, già oggi, una
priorità planetaria”. Lo dichiara Angelo Bonelli dei Verdi
commentando la decisione del G8 giapponese di tagliare
le emissioni di gas serra ‘solo’ dal 2050. “Non è possibile spiega l’esponente del Sole che ride - continuare a far finta
di niente e spostando la questione climatica alle prossime
generazioni. Lo scioglimento dei ghiacciai in Patagonia nei
mesi invernali e il distaccarsi di un iceberg grande quanto
Manhattan dal Polo Nord dimostrano che è necessario intervenire subito: il clima che cambia è una vera e propria
emergenza mondiale”. “Il presidente Consiglio Berlusconi
ha avallato l’esito vergognoso di questo vertice che pone
obbiettivi vaghi e che consentirà ai paesi emergenti di continuare ad inquinare ed ad immettere sempre più gas clima
alteranti nell’atmosfera, mentre dal punto di vista energetico si continua ad insistere sulla follia del nucleare, costoso,
sicuro e radioattivo mentre il futuro è nelle rinnovabili - ha
concluso Bonelli -. Non basta piantare qualche albero a favore di telecamera per salvare il Pianeta”.
Liguria
No alla costruzione
del campo da golf all’Acquasanta:
pericolo per aree di pascolo e boschi
Si ritorna alla carica con il Golf dell’Acquasanta in Liguria
ma con una novità; non un campo da 18 buche bensì uno
da 27. “Ci siamo sempre opposti a questo progetto nelle
varie sedi dove lo stesso è stato presentato non perché
contrari al tipo di attività sportiva, ma perché inadatto al
territorio dove sarà insediato”. Cristina Morelli, Presidente Regionale dei Verdi e Andrea Brignolo, Commissario
Provinciale dei Verdi, contestano aspramente il progetto
del campo da golf per il rischio ambientale che ne deriva. “Il nostro territorio non si presta alla realizzazione di
campi da golf. Il rischio che questo tipo di interventi può
causare è una mutazione territoriale come già avvenuto
nel Comune di Cogoleto - Fraz. Lerca dove l’intervento ha
profondamente modificato l’aspetto geomorfologico della
zona in oggetto”. Riteniamo che in una situazione territoriale di grande pregio ma fragilissima e già pesantemente
compromessa, quale la Liguria, il paesaggio rimanga un
bene assoluto ed immodificabile. Il golf dell’Acquasanta
presenta numerose criticità quali: una graduale scomparsa
delle aree a pascolo ed una sensibile diminuzione dei boschi circostanti; la chiusura di una zona molto frequentata
dai genovesi sia per la tradizionale scampagnata domenicale sui piani di Prà, sia per la presenza di palestre di roccia
amate dagli escursionisti; l’approvvigionamento idrico, che
sarà cospicuo soprattutto nei mesi estivi, influirà sulla penuria d’acqua che ciclicamente colpisce la nostra città; la
viabilità inciderà negativamente sulla zona di Voltri già pesantemente toccata da questo aspetto. “Riteniamo che gli
unici a trarre beneficio da questo intervento siano quegli
immobiliaristi che prevedono di ricavare un ingente utile
dalla vendita degli alloggi destinati all’area. Il business non
è certo il gioco del golf; anche perché, dal momento che
ad Arenzano e Cogoleto esistono già dei campi, riteniamo
che il territorio sia ampiamente coperto da questi servizi e
gli amanti di questo sport possono trovare numerose alternative nel giro di pochi chilometri.”
quella del presidente francese Sarkozy, che dopo aver
paventato l’idea di boicotta-
iniziative contro il passaggio
della fiamma olimpica in Europa. “Sono deluso e amareg-
ropee, Andrea Ronchi. “Non
parteciperò alla cerimonia
– ha scandito Poettering –,
L’annuncio, secondo Reporter senza frontiere,
rappresenta un “assegno in bianco” al governo
cinese per proseguire la repressione del dissenso
e delle proteste tibetane. Anche il presidente del
Parlamento europeo, Hans Gert Poettering, non
si recherà a Pechino
re politicamente la cerimonia, ammette che a Pechino
l’8 agosto ci sarà eccome, e
rappresenterà, oltre al proprio Paese, anche l’Unione
Europea, dato che proprio
Sarkozy è presidente di turno
dell’Unione per il semestre
appena cominciato. Alla notizia, le reazioni non si sono
fatte attendere: “È stata una
capitolazione in piena campagna la decisione di Sarkozy
di partecipare alla cerimonia d’inaugurazione delle
Olimpiadi”, afferma Robert
Menard, segretario generale
di Reporter senza frontiere,
l’associazione per la libertà di
stampa e dei giornalisti che
ha portato avanti numerose
giato - ha aggiunto Menard -,
fino all’ultimo momento ho
voluto credere che non osasse”. “Una simile scelta – prosegue il reporter – rappresenta una rinuncia a tutti gli impegni che aveva preso come
candidato e a tutti i valori che
il nostro Paese incarna”. L’annuncio, secondo Menard,
rappresenta un “assegno in
bianco” al governo cinese
per proseguire la repressione
del dissenso e delle proteste
tibetane. Anche il presidente del Parlamento europeo,
Hans Gert Poettering, non
si recherà a Pechino. Lo ha
precisato ieri al termine di un
incontro a Strasburgo con il
ministro per le Politiche eu-
la posizione dell’Europa in
materia è stata già decisa
mesi fa ed é molto chiara”.
La partecipazione di Nicolas Sarkozy alla cerimonia di
apertura delle Olimpiadi sarà
in ogni caso oggetto di un
dibattito, in programma il 22
luglio prossimo, tra i ministri
degli Esteri dell’Unione, per
verificare se la presenza sarà
di fatto in qualità di presidente della Francia o anche di
presidente di turno della Ue.
Prova a distendere il clima il
portavoce di Sarkozy, Amadeu Altafaj: “La presenza del
presidente francese é una decisione sovrana della Francia,
che ha indicato che avrà un
contatto con i partner europei
per decidere se ci sarà come
presidente francese o come
presidente del Consiglio Ue”,
ma tali affermazioni non
sembrano stemperare le polemiche. Molto duro è infatti
il giudizio del leader dei Verdi
europei, Daniel Cohn Bendit,
che ritiene che sia “uno scandalo partecipare alle cerimonia di apertura, e il Cio ha deciso di girare la testa davanti
ai problemi in Darfour, Tibet
e Birmania. Con la decisione
di assegnare i Giochi alla Cina
– prosegue l’esponente Verde
– l’idea olimpica è associata
al genocidio del Tibet, dove
negli anni ci sono stati oltre
un milione di morti”. “La cerimonia di apertura dei Giochi
è sempre una manifestazione
politica del Paese ospitante –
incalza – e andarci come ha
deciso di fare Sarkozy è un
atto di obbedienza al partito
comunista cinese”. “La Francia – conclude Bendit – vuole vendere centrali nucleari e
se c’é un Paese che le vuole
comprare è la Cina. Non è
difficile capire che se si vuole
vendere non si può boicottare la cerimonia di apertura”. L’ultimo mese di attesa,
insomma, non comincia col
migliore degli auspici. 
Protesta “No Cav”, the day after
La manifestazione di piazza Navona spacca il centrosinistra dopo le accuse a Napolitano e al Papa
Alessio Nannini
I
l giorno successivo alla manifestazione contro i provvedimenti
del governo in materia di giustizia, ecco puntuali i commenti dei
rappresentanti di partito, per lo più
critici circa i toni usati da chi si è
avvicendato sul palco di piazza Navona. Gaetano Quagliariello, vice
capogruppo al senato del Pdl e tra
i primi nel pomeriggio di martedì a
criticare “il turpiloquio confuso” dei
nuovi girotondi, ha puntualizzato la
sua critica per le frasi irriguardose
rivolte a Benedetto XVI e Giorgio
Napolitano: «Quando ci si mette
sulla strada delle contumelie e degli
insulti si finisce obbligatoriamente per offendere le istituzioni. Ora
è il giorno dei distinguo e dei pentimenti; speriamo che alle parole
seguano i fatti». Ben più risoluto è
Italo Bocchino quando definisce la
Dall’opposizione c’è
una lettura diversa
della manifestazione,
focalizzata
principalmente su
ciò che ha spinto
gli organizzatori
a mobilitarsi. Se
Berlusconi non avesse
impegnato i primi mesi
di legislatura per curare
i suoi interessi, sintetizza
Dario Franceschini, non
ci sarebbe stata alcuna
mobilitazione
manifestazione “volgare, inutile e
non politica”, e peraltro dannosa a un
possibile dialogo fra maggioranza e
opposizione. Inevitabile l’attacco a
Italia dei Valori. Stessa osservazione fatta dal leghista Roberto Cota:
«La manifestazione di ieri è stata un
boomerang». Lo scopo di Di Pietro,
secondo la Lega, è quello di ottenere
il massimo della visibilità all’interno
dell’opposizione; fare leva cioè sul
sentimento di anti-berlusconismo
che, con la sinistra radicale fuori dalle Camere, non ha rappresentanza
parlamentare. “Auspichiamo – dice
Cota – che Veltroni tenga i nervi saldi e non segua Di Pietro su una linea
di rottura totale con la maggioranza.
La nostra speranza è che il Pd mantenga il dialogo e lavori assieme a noi
per mettere a punto il federalismo».
Dall’opposizione c’è una lettura diversa della manifestazione, focalizzata principalmente su ciò che ha
spinto gli organizzatori a mobilitarsi.
“Se Berlusconi non avesse impegnato i primi mesi di legislatura per curare i suoi interessi”, sintetizza Dario
Franceschini, “non ci sarebbe stata
alcuna mobilitazione”. Rimane tutta-
via la stigmatizzazione degli attacchi
al Presidente della Repubblica e al
Santo Padre: “È molto più efficace
un’opposizione civile in Parlamento
piuttosto che una piazza che mescola insulti e offese a tutte le cariche
dello Stato. Tutto questo non finisce
che fare il gioco dell’avversario. Da
quella manifestazione noi del Partito
Democratico ci dissociamo”.
Soddisfatto invece del pomeriggio a piazza Navona è uno degli
organizzatori, Leoluca Orlando,
secondo il quale i tanti intervenuti nella piazza romana hanno un
peso politico tale da far passare in
secondo piano i ben noti eccessi
dialettici: «Una bellissima manifestazione per dire no al tentativo
di mortificare la Costituzione. Una
manifestazione fatta da un’opposizione intransigente, che è tanto
importante quanto un’opposizione
moderata. Ma come tutte le opposizioni intransigenti è esposta
al rischio di eccesso di volgarità».
Martedì, nell’udire le frasi di Grillo
e Sabina Guzzanti, l’ex sindaco di
Palermo aveva avuto la tentazione
di andare via. 
giovedì 10 luglio 2008
APPUNTAMENTI VERDI
Redazione
11.07.2008 - ORE 11.00
Doberdò del Lago (GO)
Sala Convegni del centro visite Gradina
Carso Isontino, suggerimenti per la sua valorizzazione di un paesaggio efficacemente conservato. Conferenza, aperta ad amministratori, associazioni, operatori economici, cittadini e alla
stampa. L’incontro è indetto dal gruppo Carso
Futuro (formato da Franco Perco, Enrico Benussi, Nicola Bressi, Andrea Colla, Massimo Dragan,
Fabio Perco, Livio Poldini, Aila Quadracci e Paul
Tout) e avrà come punto centrale della discussione le proposte, avanzate proprio dal gruppo,
riguardanti la valorizzazione e l’uso corretto del
Carso Isontino.
14.07.2008 - ORE 18.00
Bolzano
Piazzetta Domino
Immigrazione. La guerra contro i poveri
Incontro - aperitivo con Rodrigo Rivas
Sottosegretario in Cile durante il governo di Allende, fuggito dopo il colpo di stato di Pinochet
che lo aveva messo nella lista dei condannati a
morte. Dal 1974 è in Italia. È stato direttore di
Radio Popolare, è uno degli economisti più preparati che vivono nel nostro Paese. ha scritto una
cinquantina di libri e ora coordina l’ufficio per i
servizi sociali della Regione Umbria.
Storie di ordinaria follia
Viaggio all’interno degli intricati meandri della sanità italiana: era una giornata come tante altre...
Carola Martullo
[email protected]
U
na giornata come
tante nel pieno
dell’estate capitolina.
Un piccolo incidente domestico ed un bambino si fa
male ad un occhio giocando
con il fratello. Accompagno
la madre al pronto soccorso,
dopo l’interminabile trafila
di auto posteggiate davanti
ai semafori che in certi momenti, sembrano dimenticare di dover diventare verdi.
Ci siamo… Ancora qualche
metro e scorgiamo il Pronto Soccorso Pediatrico della
nota struttura ospedaliera
dove ci stiamo recando. Ore
12:00. Entriamo, aspettiamo
qualche minuto. Un uomo
in camice verde ci chiede: “
Cosa è successo? ”. La madre
spaventata, con la voce tremante dice: “ Il mio bambino si è fatto male all’occhio
giocando con il fratello”. “
Spiacente – dice lui – ma
oggi l’oculista non c’è. Vi
conviene recarvi alla clinica più vicina”. Ci indica la
strada e se ne va. L’oculista
non c’è… siamo in un Pronto Soccorso e l’oculista non
c’è! Prendiamo per mano
il piccolo, sofferente, con il
sangue che gli cola su una
guancia e ci mettiamo alla
Il comune Riciclone 2008
Legambiente premia Piane Crati per l’assenza di cassonetti e la capacità di riciclare il 93% dei rifiuti
Andrea Drudi
O
[email protected]
ggi Michele Ambrogio,
sindaco del piccolo centro
alle porte di Cosenza, riceverà a Roma il premio “Riciclone
2008”. Un riconoscimento nazionale ideato da Legambiente nel
1994 e patrocinato dal Ministero
dell’Ambiente, che ogni anno seleziona l’ente locale che ha ottenuto
il risultato migliore nella gestione
dei rifiuti. La giuria, composta da
esperti e aziende del settore, valuta una serie di parametri indicativi
della sensibilità delle amministrazioni comunali. Le raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma
anche gli acquisti di beni, opere e
servizi, che abbiano valorizzato i
materiali recuperati. Dati ricevuti
dai Comuni, ma verificati sul posto
con i tecnici, i circoli ambientalisti
territoriali, gli osservatori regionali
e le Arpa regionali.
Piane Crati si è aggiudicato il primo posto grazie ad un sistema di
riciclaggio che ha abolito i cassonetti. I rifiuti vengono ritirati
direttamente a casa, con il porta
a porta, si utilizzano tanti piccoli
contenitori, pieni di materiali rigorosamente selezionati. In tal modo
la percentuale di rifiuti riciclati è
del 93% dell’immondizia. Carta,
vetro, plastica, alluminio, metalli
vari e rifiuti speciali, come le batterie, vengono inviati a centri specializzati per il processo di riciclaggio.
Il restante 7% finisce in discarica.
“Un premio così importante dimostra - ha dichiarato il sindaco
Ambrogio - che anche da un piccolissimo Comune della Calabria
e del Mezzogiorno possono giungere segnali positivi in materia di
cultura ambientale”. Secondo Legambiente si tratta di un “risultato
straordinario” ma non semplice da
raggiungere: a Piane Crati ci hanno lavorato per anni. Iniziando
dalle scuole e promuovendo una
fitta campagna d’informazione, “i
bambini – ha spiegato Ambrogio –
sono stati fondamentali, il motore
che l’amministrazione ha trovato
all’interno delle famiglie”. Poi sono
arrivati anche i risultati economici,
che non sono cosa da poco e che
3
dimostrano come riciclare “oltre
ad essere un atto di educazione civica, sia anche conveniente”.
Fino a pochi anni fa l’amministrazione portava in discarica oltre 40
tonnellate di spazzatura al mese,
negli ultimi tempi invece i volumi si
sono ridotti a meno di due tonnellate “I miei concittadini - ha aggiunto
il sindaco - hanno capito la lezione
di Napoli e della Campania e intuito
come attraverso una politica attenta
e virtuosa della raccolta differenziata si possa arrivare a risparmiare
fino al 20% delle tasse sui rifiuti”.
Ora a Piane Crati si guarda al futuro, imparata la lezione del riciclaggio si punta a far diminuire anche
la quantità degli “scarti, “Il prossimo passaggio, che peraltro già sta
dando buoni risultati in Toscana
ed in Emilia - ha concluso il sindaco - è quello di far pagare la tassa
dei rifiuti sulla produzione reale.
Per ora l’imposta è calcolata sui
metri quadrati delle abitazioni, ma
noi vogliamo iniziare a ragionare
sulla quantità”.
La giornata “Comuni Ricicloni
2008” si svolgerà presso il Centro Congressi “Cavour” di Roma
e inizierà alle 9.45, interverranno Stefano Ciafani, Responsabile scientifico di Legambiente,
Piero Perron Presidente CONAI,
Daniele Fortini, Presidente Federambiente e Duccio Bianchi
dell’Istituto Ambiente Italia. Alle
ore 12.00 inizierà la premiazione coordinata dal Vice Direttore
Generale di Legambiente,Andrea
Poggio con la partecipazione di
Carlo Noto La Diega, Presidente
Fise Assoambiente; Roberto Menia, Sottosegretario di Stato del
Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare;
Ermete Realacci, Ministro ombra
dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare; Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale
di Legambiente. 
Un riconoscimento ideato da Legambiente
che ogni anno seleziona l’ente locale che ha
ottenuto il risultato migliore nella gestione
dei rifiuti. La giuria valuta una serie di
parametri indicativi della sensibilità delle
amministrazioni comunali
disperata ricerca della fantomatica clinica. Chiediamo al
barista, all’edicolante, al fioraio, nessuno ha la più pallida idea di dove sia questa
clinica, ammesso che esista
davvero. Finalmente, dopo
varie peripezie, troviamo
l’ambulatorio di Oculistica
dell’Ospedale.
Divorando
le scale d’ingresso in pochi
secondi, ci avviciniamo allo
sportello per fare l’accettazione. “Spiacente – dice
una vecchia signora con gli
occhiali, in fila davanti al
vetro – dovete aspettare che
venga il signore che fa le accettazioni. Vi deve registrare
e quando arriverà il vostro
turno sarete chiamati”. In
preda ad una rabbia feroce
che mi cresce dentro, guardo
il bambino sofferente e mi
chiedo: “E se fosse una cosa
grave? Se arrivasse qualche
infezione? Se ci fossero lesioni? Com’è possibile tanta
superficialità?” Finalmente,
dopo quasi un’ora di attesa,
arriva l’infermiere preposto
all’accettazione che, naturalmente, entra nel suo gabbiotto assicurandosi di chiudere
la porta alle sue spalle. Noi
bussiamo, apriamo e lo troviamo placidamente seduto
a parlare al telefono, intento
in una conversazione certamente poco “professionale”.
Con un’espressione contrariata sul viso (lo abbiamo
disturbato), ci chiede: “ Cosa
è successo al bambino?”. Ancora una volta la madre spiega l’accaduto. Sbuffando, lui
guarda l’occhietto tumefatto
e chiede al piccolo. “È vero
quello che ha detto la mamma? Stavi davvero giocando
con tuo fratello?”. Esco dalla
stanza per bloccare l’impulso di prenderlo a morsi e attendo che termini la raccolta
dei dati. Aspettiamo. Fa caldo e noi aspettiamo ancora.
Passa un’ora e finalmente
ci chiamano per la visita. Il
piccolo è distrutto e stanco,
ma si fa guardare paziente,
sperando, probabilmente,
che il calvario finisca presto.
Ricominciano le domande,
gli guardano l’occhio, gli
mettono le gocce e ci invitano a tornare dopo quaranta
minuti per un altro esame.
Rassegnate,
imbuchiamo
la porta d’uscita. Siamo distrutte, ma sollevate, perché
sembra che non ci sia nulla
di compromesso.
Al termine di tutto riaccompagno madre e figlio a casa,
indignata, sconvolta, scandalizzata… Mi chiedo: ma
questo non è il Paese che
tutela la salute come fondamentale diritto dell’indivi-
duo e interesse della comunità? (art. 32 Cost.). Dov’è la
nostra dignità di individui e
di italiani, se continuiamo
a piegare la testa davanti a
questi soprusi? Dove sono
le promesse che il nuovo
Governo ci ha presentato su
di un vassoio d’argento, che
parlavano di incentivazione
del rinnovamento tecnologico delle strutture ospedaliere e tutto il resto? Fingere
che tutto vada bene è troppo comodo, ma lamentarsi
e basta non serve a niente.
Non è possibile aspettare
due ore per avere una visita d’urgenza. Non è concepibile morire a vent’anni
per una semplice tonsillite.
Non è solo mala sanità. È
malgoverno. Troppo spesso
dimentichiamo di essere noi
lo Stato, siamo noi che possiamo accendere o spegnere
l’interruttore. Noi possiamo
dire basta. Dobbiamo solo
volerlo. 
Non è possibile
aspettare due
ore per avere
una visita
d’urgenza. Non
è concepibile
morire a
vent’anni per
una semplice
tonsillite.
Non è solo
mala sanità. È
malgoverno.
Troppo spesso
dimentichiamo
di essere
noi lo Stato,
siamo noi
che possiamo
accendere
o spegnere
l’interruttore
SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO
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