santa massenza - Rolling Stone Italia
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SANTA MASSENZA DI JOHNNY MOX Sputò a terra e fece una pasta densa e scura. Alzò il ginocchio all'altezza della ruota della Land Rover e fece per allacciarsi le scarpe. Aveva i jeans chiari e consumati, troppo stretti attorno alle cosce gonfie. Si erano dati appuntamento nel parcheggio della stazione di servizio di Marlengo, sulla MeBo, la superstrada che collega Bolzano a Merano. Andreas Plack era il cugino più giovane, ma aveva la corporatura più grossa, come quella di un Kaiser Schützen. Occhi piccoli, capelli corti increspati e il mento che scompariva nella mezzaluna penzolante che aveva appesa al collo. Suo cugino Christian sbatté la portiera e fece in tempo notare la riga del sedere di Andreas sbucare dai pantaloni. Si davano spesso appuntamento alla stazione di servizio che teneva aperto tutta la notte. Andreas Plack aveva lavorato per qualche tempo come buttafuori poco distante, all'Apres Club, ma adesso si guadagnava da vivere facendo il sorvegliante anti-taccheggio in un negozio del centro. Non era andata come sperava. Il più delle volte se ne stava all'ingresso del locale già sbronzo ad infastidire le ragazze senza riuscire mai a portarsene qualcuna a letto. Dopo un paio di risse il padrone del club l'aveva rispedito a casa. Così Andreas aveva cominciato ad aiutare occasionalmente il cugino che era nel ramo delle polizze assicurative. "Ci si possono fare bei soldi, soprattutto con le signore anziane e con gli immigrati". Ma il pallino di Andreas era un altro. Sognava di fare l'investigatore privato, come quelli dei telefilm, o come Dylan Dog. Anche lì qualche tentativo lo aveva fatto, ma in poco tempo aveva rimediato un labbro spaccato e un paio di denunce. Christian Kleon aveva 29 anni ed era il cugino più grande. Rosso in faccia, con gli zigomi duri e i capelli color paglia e cenere. Un tipo riservato e sfuggente, ma che a prenderlo per il verso sbagliato pareva in grado di dare parecchio filo da torcere. L'estate dopo il diploma era completamente sparito dalla circolazione. Era tornato a Lana l'anno seguente a bordo di una grossa Saab nera con targa austriaca. Nessuno seppe mai dov'era stato né che cosa avesse combinato. Al bancone ordinarono due Lager, mentre alla Tv in sottofondo scorrevano le immagini di Osama Bin Laden che parlava da dentro una grotta. "Hai idea di quante cose ci puoi fare con un miliardo? Sei a posto per tutta la vita, con un miliardo". Andreas aveva il fiato che sapeva di alcol e tavola calda. Entrò un camionista e ordinò dei toast da portare via. "L'ho visto fare anche a quelli della Croce Bianca" sussurrò Plack, che negli ultimi due anni aveva lavorato anche come portantino all'unità di pronto intervento dell'ospedale di Merano. Christian invece era nervoso, "Non è una passeggiata truffare quelli delle assicurazioni: che succede se quei tizi se ne accorgono e ti ritrovi invalido e senza un soldo? E' me che verrai a cercare vero?". Aveva ancora il giaccone pesante addosso e aveva ridotto il sottobicchiere della birra in mille pezzetti della stessa misura. Andreas parlava a bassa voce e con risolutezza. "Ho pianificato ogni cosa nei minimi dettagli, ho chiuso tre polizze diverse un'aggressione per di un l'invalidità pazzo, totale. qualcuno Penseranno magari su tutti cui ad stavo investigando." Ordinarono altre due birre, se le scolarono e passarono qualche minuto a fissare il televisore acceso evitando di tornare sull'argomento. Tornarono alla macchina e ci misero un po' ad abituare gli occhi alla luce bluastra che precede il calare dell'oscurità. Era ancora giorno ma i lampioni si erano appena accesi nel parcheggio. Andreas aprì il baule. Armeggiò con una cassetta degli attrezzi, qualche campionario e cianfrusaglie varie. Al posto della ruota di scorta aveva nascosto la motosega che aveva comperato tempo addietro. " Le MSA della Stihl sono le più silenziose. E sono anche le più maneggevoli, vedrai". Christian non disse niente, spinse i pugni nelle tasche del giaccone guardando senza espressione la catena dell'arnese. Ne avevano parlato per settimane. Un'idea folle maturata qualche mese prima durante i giorni della vendemmia, nei filari del vecchio zio Florian, al termine di una notte passata a girare a vuoto in macchina su e giù per tutta la valle. Truffare l'assicurazione per incassare un miliardo di lire. "Per un miliardo mi farei tagliare anche una gamba" aveva farfugliato Plack sollevando la bottiglia di grappa verso un punto indefinito dell'orizzonte dove terminavano i vigneti. Sulle prime Kleon non aveva dato peso a quella frase, ma il giorno seguente il cugino lo aveva chiamato al telefono cominciando a delineare i dettagli del piano a cui stava lavorando. Avrebbero messo in scena un'aggressione efferata, facendo ricadere tutti i sospetti su qualche squilibrato che aveva pizzicato Plack ad indagare su di lui. "Mi taglierai la gamba, la sinistra, sotto il ginocchio con la motosega. Un taglio netto e deciso appena sopra la tibia". Una truffa colossale per ottenere un'invalidità permanente e incassare così il miliardo dell'assicurazione. "So bene come arginare una ferita di quel tipo: hai più di mezz'ora di tempo per tenere a bada l'emorragia: l'ho visto fare un milione di volte sull'ambulanza della Croce Bianca" continuava a ripetere Plack. Christian Kleon si versava da bere scuotendo la testa. Era un'idea completamente dissennata. I soldi certamente gli avrebbero fatto comodo, ma non aveva nessuna intenzione di finire in galera. Scesero con la Land Rover verso i meleti di Marlengo. Dopo il taglio Kleon avrebbe fatto sparire la motosega, riportando l'auto del cugino in paese e facendosi vedere alla stazione di servizio in modo da poter contare su un alibi solido. Andreas Plack tirò fuori dal bagagliaio tutto l'occorrente e successivamente estrasse dal cruscotto una bottiglia di acquavite. "Alla mia gamba sinistra, che ci farà diventare ricchi". Sollevò la bottiglia, mandando giù una bella sorsata. Il vetro e l'etichetta risplendettero nel buio. Sei mai stato a Santa Massenza? Ci saranno almeno una dozzina di distillerie attorno al lago. Sono tutte gestite da fratelli della stessa famiglia, parenti in affari. Un po' come me e te. Questa me l'ha portata tuo fratello Manfred". Distesero un grosso telo di Nylon ai piedi dell'auto e cominciarono a mandare giù l'acquavite. "Starai tranquillo per un anno, non spenderemo tutti quei soldi immediatamente, poi verrai con me qualche mese in Thailandia. Le donne laggiù sono fantastiche. Cominciarono a farfugliare dell'acquisto di un locale da gestire assieme, ma anche di mettersi in proprio nel ramo assicurazioni. L'alcol cominciava a fluire e a sciogliere la lingua di Kleon mentre l'odore delle bacche di ginepro si attaccava ai loro vestiti. "Controlla che ci sia campo sufficiente per il cellulare, non ho nessuna intenzione di lasciarti qui a perdere sangue come un verme". Andreas Plack mostrò con aria ebete le quattro tacche sullo schermo verde del suo telefono, diede un'altra sorsata e si diresse barcollando verso il baule della Land Rover. "Sarà meglio che tu faccia un po' di pratica cugino, vediamo come te la cavi con quest'arnese". Plack indicò a Kleon il tronco di un albero poco distante. Prese un gesso e tracciò un segno lungo tutta la circonferenza del melo. "Vedi di prendere bene la mira amico". Kleon azionò la motosega e tagliò di netto il piccolo tronco. Adesso ridevano tutti e due, ma con una punta di terrore. Aprirono un'altra bottiglia di acquavite. Con lo stesso gesso Plack tratteggiò il punto in cui Kleon avrebbe dovuto recidergli la gamba, appena al di sotto del ginocchio. Faceva caldissimo, l'umidità del frutteto era scomparsa. Si tolsero i giacconi, li appesero ai rami. Nessuno osava più ridere. Kleon si arrotolò le maniche fin sopra i gomiti in maniera frettolosa. Sudava freddo e aveva le mani che parevano fatte dello stesso vetro della bottiglia. Buttò giù un sorso più lungo e sentì il fuoco esplodere alla bocca dello stomaco. Andreas Plack si era steso, aveva tagliato i pantaloni a brandelli e li aveva arrotolati fino all'inguine. Buttò un'occhiata disperata allo schermo tremolante del cellulare che stringeva nella mano sinistra e poi fece un cenno al cugino. Aveva gli occhi piccoli e neri come i bottoni della camicia. Kleon respirò più a fondo che poté e fece partire l'arnese. "Hai quindici minuti per far sparire la motosega nel fiume, riportare l'auto in paese, prendere la tua macchina e farti vedere alla stazione di servizio". Kleon annuì. Aveva la faccia dura come il cuoio, gli zigomi sembravano sul punto di bucargli la pelle del volto. Sotto di lui la pancia di Plack si gonfiava e si sgonfiava come una camera d’aria. L’arnese d’acciaio spostava l’aria davanti alla faccia di Kleon, con quell’odore freddo e invadente che sanno gli oggetti appena comprati. “Guarda il segno Christian, non chiudere gli occhi, guarda bene il segno Christian, non chiudere gli occhi”. La Repubblica – venerdì 30 novembre 2001 Ha confessato tutto Christian Kleon, cugino di Andreas Plack, il ragazzo di 23 anni trovato ieri mattina morto dissanguato in un frutteto vicino alla superstrada Bolzano-Merano. I due cugini si erano messi d'accordo per una pazzesca truffa ai danni delle assicurazioni che doveva fruttare un miliardo: volevano quei soldi al punto che uno ha tagliato la gamba dell'altro con una motosega fingendo così l'esito drammatico di una aggressione. Ma la vittima è morta dissanguata troppo presto, prima che arrivassero i soccorsi. Con l'accusa di omicidio e tentata truffa aggravata è stato arrestato Kleon, 29 anni, assicuratore. I due cugini si erano messi d'accordo: Plack si era assicurato con un paio di società con coperture per circa un miliardo di lire in caso di infortunio con invalidatà permanente. Un folle progetto maturato già qualche mese fa quando acquistarono insieme una motosega a catena. Plack doveva fingere una violenta aggressione facendosi tagliare dal cugino quasi di netto la gamba sinistra. Plack era convinto che le sue conoscenze di medicina fossero tali da consentirgli di bloccare l'emorragia e chiamare in tempo i soccorsi. Martedì sera si è svolto tutto come progettato. I due sono andati insieme nel frutteto, Christian Kleon ha segato la gamba del cugino con la motosega a catena e poi se n'è andato, come avevano concordato, portandosi dietro la terribile arma e buttandola nell'Adige. Ma la ferita, recidendo l'arteria e la vena tibiale, ha subito privato di forze la vittima. Andreas Plack è riuscito solo, con il proprio cellulare, a chiamare il 113: ma in sala operativa non hanno potuto fare altro che registrare un lungo rantolo. Il giovane - hanno detto oggi in una conferenza stampa il procuratore della Repubblica Cuno Tarfusser, il pm Guido Rispoli e il colonnello dei carabinieri Giovanni Antolini - è morto in pochi minuti.