Lettera d`amore: Carissima, delicata signora con l`abito

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Lettera d`amore: Carissima, delicata signora con l`abito
Lettera d’amore:
Carissima, delicata signora con l’abito della festa, il cappellino con la veletta, i
mezzi-guanti di pizzo, l’ombrellino para-sole e la borsettina a pon-pon. Sei proprio
come le immagini retrò. Bella, elegante, composta. Sei Torino, la mia città natale. Il
mio primo amore. Non c’era sabato o domenica che non passeggiassi sotto i tuoi
portici. I negozi erano sempre gli stessi, ma per me erano sempre nuovi.
Immancabilmente prendevo il gelato in via Garibaldi o in Piazza Castello. Se avevo
qualcosa da festeggiare mi sedevo da Baratti e bevevo una cioccolata calda sotto quei
soffitti che hanno visto passare la storia. Quanti vasi di caramelle, proprio quelle
Baratti, ovoidali, dure e gustosissime di frutta. Mia mamma e mia nonna si
raccomandavano sempre: “Succhiale, non morderle!”
Carissima, delicata signora come eri bella, Domenica, con l’abito della festa. Quante
bandiere, quanti negozi aperti con le vetrine scintillanti. Le bancarelle, gli artisti di
strada. Quanta gente! Quanti bambini! Che festa!
Come sei bella mia Torino. Ogni angolo ha un ricordo. C’e’ passato il Re d’Italia,
c’e’ passato Cavour, c’e’ passato Don Bosco, San Domenico Savio, c’e’ passata la
Marchesa di Barolo, e migliaia di altri italiani che hanno fatto grande il nostro Paese.
Anche loro hanno frequentato il Bar Fiorio o il Bar Elena in Piazza Vittorio. Che
profumo di storia si respira sotto i tuoi portici. Mi sembra di vederli ancora i fantasmi
con le gonne lunghe e gonfie, o con le scarpine di vernice, il bastone e il monocolo.
Sento ancora lo scalpiccio e il nitrito dei cavalli sulle pietre di Via Po con il rumore
delle carrozze. Ma se mi concentro, posso ancora vedermi riflessa nelle vetrine dei
negozi storici. Nonostante la crisi, De Wan, Durando, Paissa, La Stampa, Baratti,
Melisano, Fiorio, ci sono ancora. E nelle loro vetrine, se socchiudo gli occhi, c’e’
ancora la mia immagine riflessa, con la gonna appena sopra il ginocchio, le scarpe
con il tacco alto, la borsa piccola. Ci sono anche i miei amici, che chiacchierano di
cinema, di musica, di teatro. Sono i giovani di ieri, non molto diversi dai giovani di
oggi.
E come ieri ci sei tu, mia dolce Torino. Gioiosamente affollata. Perché una
passeggiata in Via Roma, in fondo non costa, ma fa sentire ricchi.