Il racconto dell`esperienza a cura di IncontrARTI e

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Il racconto dell`esperienza a cura di IncontrARTI e
SCARTI A PARTE: Il racconto dell'esperienza a cura di IncontrARTI e Form_Attiva “La creatività è una dimensione che risiede dentro ogni uomo, è la fonte delle idee nuove, della risoluzione di problemi. Nel momento in cui si crea si sta costruendo la propria individualità, si sta realizzando un processo di conoscenza e di esplorazione di sé accettando di rinunciare a percorsi già noti e a disegni prestabiliti provenienti dal senso comune.” C.G.JUNG La razionalità e la fantasia sono attività della mente che organizzano le relazioni tra le conoscenze possedute da un individuo e trasformano le stesse relazioni in sempre nuove strutture cognitive, nuove logiche, nuovi significati, nuove soluzioni. Tra di loro esiste un rapporto dialettico costante. La ragione interviene nel pensiero fantastico continuamente per stabilire se ciò che si è pensato è plausibile. Allo stesso tempo la fantasia interviene nel ragionamento come stimolo e suggerimento per nuove soluzioni e nuovi progetti o come via di fuga emozionale. È grazie a questa complementarietà che nasce la creatività. Il lavoro o gioco con i materiali di scarto acquisisce molta rilevanza nella stimolazione della fantasia: gli scarti che abbandonano la dimensione del rifiuto, favoriscono un percorso che non sia accecato dalle abitudini, pongono l’individuo già in un’ottica di innovazione e immaginazione, svincolata dalle etichette sociali, forniscono perciò quell’occasione ideale per mettere in moto le idee e creare relazioni tra le cose e relazioni di relazioni. Si tratta di un’osservazione libera, a mente aperta, che stimola l’espressione della proprio interiorità. Il lavoro delle atelieriste dell’Associazione Incontrarti si sviluppa da questi concetti basilari oltre che da una forte motivazione ecologica che favorisca uno stile di vita più sostenibile. Il progetto più rilevante è lo Spazio Erre: un magazzino dove volontariamente vengono stivati materiali di scarto che le aziende partners conferiscono a scopo sociale ed ecologico. Tutti gli scarti sono messi a disposizione di scuole, associazioni, enti e cooperative attenti all’ambiente e che pensano di poter offrire ai loro utenti un’opportunità di crescita. Scarti a parte nasce per stimolare l’interesse verso l’utilizzo dei materiali di scarto e allo scopo di restituire alla cittadinanza intera quello che è emerso negli ultimi anni, nell’ “incubatrice” Spazio Erre. Una prima edizione della mostra di Scarti a parte aveva incuriosito e mosso varie domande sulla possibilità di dare a questo percorso una struttura più solida e partecipata per alcuni mesi. Grazie ai fondi messi a disposizione dal bando della Regione Emilia Romagna, Piano di Azione Ambientale per un futuro sostenibile, è stata organizzata la seconda edizione che ha previsto un percorso di diversi mesi di lavoro coinvolgendo circa 200 tra bambini, ragazzi e rispettivi insegnanti ed educatori appartenenti alle scuole di Modena: scuola materna Melograno, scuola primaria A.Gramsci, Scuola secondaria di primo grado Guidotti-­‐Lanfranco e Istituto Superiore d'Arte A.Venturi. Tutto parte da un’idea semplice: fornire lo stesso kit di materiali a ogni bambino\ragazzo dall’infanzia alle superiori. START UP CON VENTURI Un ruolo particolare è stato riservato ai ragazzi della corso E del Liceo Artistico e del corso M del corso IPAT Professionale Grafica dell'Istituto a.Venturi. Considerando l’età e l’indirizzo scolastico potevano utilizzare e trasformare gli scarti usando diverse tecniche e competenze. Gli incontri sono iniziati con la richiesta di individuare quali fossero gli oggetti/scarto che potevamo meglio stimolare la fantasia. Dalle esplorazioni e costruzioni sono nate molte alternative mettendo ancora meglio in luce come effettivamente questi materiali destrutturati possano trasformarsi infinite volte e far emergere molteplici emozioni. I materiali che alla fine sono stati identificati come i migliori conduttori di creatività sono entrati a far parte del kit di materiali per ragazzi delle altre scuole. Le atelieriste hanno assemblato tutti i kit introducendo, oltre ai materiali scelti dai ragazzi del Venturi, altri scarti per poter fornire alle classi un panorama di possibilità più ampio; alla fine ogni scatola era composta da undici oggetti di materie diverse tutti presenti all’interno dello Spazio Erre. In dotazione ad ogni classe come ausilio supplementare, sono stati creati dei fagotti con altri dieci oggetti, sempre di materiali diversi. DISTRIBUZIONE KIT Il momento per far incontrare i kit con i bambini è stato organizzato su misura con ogni scuola tenendo presente che il fine principale era di stimolare la curiosità e la creazione di ipotesi, dedicando il giusto tempo alla sperimentazione e conoscenza degli scarti sia a “kit chiuso” che a “kit aperto”. Le sezioni dei 4 e 5 anni della Scuola dell'infanzia Il Melograno sono state riunite per un unico incontro introdotto da una storia a sfondo ambientale. Si è poi passati all’esplorazione del materiale all’interno del fagotto stimolando i bambini a suggerirne il contenuto. Ultimo passaggio dell’incontro è stata la distribuzione dei kit ad ogni bimbo. Il lavoro in sezione, poi, è partito da un’esplorazione dei materiali individuale che si è modificata nel tempo portando i bambini a collaborare scambiandosi idee e fantasie e costruendo degli elaborati. 3A e 3C Scuola Primaria Gramsci: la distribuzione dei kit e la consegna del 'fagotto' è stata preceduta, per entrambe le classi, da un’introduzione sulla sostenibilità ambientale, una delle caratteristiche del progetto. Tanto tempo è stato poi dedicato alla formulazione di ipotesi, su cosa poteva esserci all’interno di questi misteriosi contenitori ( scatola di plastica e stoffa). Largo quindi ai rimandi sonori, alle sbirciate, al “sentire” con le mani. Tutto è stato rivelato nelle settimane successive e parlando, misurando, confrontandosi, ragionando e ridendo… è emerso un parco giochi dei sogni! Scuole Sec. di primo grado Guidotti, classi 2O e 2L, coordinamento prof. Maurizio Zucchellini: si è trattato di un momento di riflessione e discussione sull’impatto che i materiali di scarto hanno sia a livello ambientale che creativo, quante vite possono nascondersi dietro agli scarti. I ragazzi nei mesi successivi hanno poi sviluppato un progetto di classe dando nuova vita ai materiali di scarto in chiave artistica. Il ruolo di insegnanti ed educatori in una prima fase è stato semplicemente di affiancamento e documentazione dell’esperienze. In un secondo momento, dai rilanci emersi era possibile eventualmente creare un progetto insieme all’intera classe da esporre alla mostra finale di Scarti a Parte. Ai ragazzi del Venturi della classe 4E, corso di grafica del Liceo Artistico, coordinati da Antonella Battilani ed Eugenia Martini, docenti di Grafica e Fotografia è stato lasciato lo stesso compito di studiare, progettare e creare con i materiali di scarto. Gli studenti del corso Professionale IPAT, coordinati da Maria Menziani hanno invece seguito da vicino alcuni passaggi del lavoro delle altre scuole, oltre a progettare arteafatti grafici di varia tipologia sul tema del riciclo (loghi, manifesti, calendari), seguiti da Vezia Gallesi, docente di Grafica. WORK IN PROGRESS I ragazzi del Venturi, armati di macchina fotografica, hanno potuto documentare direttamente le esperienze dei bambini delle altre scuole e collaborare alle loro creazioni. Lo scambio ha prodotto nuove fantasie e stimoli riattivando nuove strade e percorsi possibili per gli scarti. Un lavoro creativo che non ha mai fine. MOSTRA DI SCARTI A PARTE Il giorno 6 dicembre 2014 è stata inaugurata la mostra di Scarti a Parte all’interno de La Tenda. Il percorso ha accolto tutti gli elaborati delle quattro scuole partecipanti in un’area a ferro di cavallo, facendo si che emergesse con chiarezza il risultato delle diverse fantasie, progettualità e abilità in gioco. WORLD CAFÉ Un fondamentale momento del percorso è stata la creazione di step partecipativi e formativi, prima coinvolgendo le classi dell’Istituto Venturi protagoniste del progetto e, in ultimo, il laboratorio sperimentale organizzato per l’inaugurazione della mostra e rivolto alla cittadinanza, per affrontare sia tematiche ambientali, di sostenibilità, sia aspetti meno attesi di creatività e bellezza. È stato organizzato un World Café, della durata di tre ore, che ha visto coinvolte due classi dell’Istituto Venturi di Modena. Nello specifico la giornata laboratoriale è stata un’occasione di discussione strutturata propedeutica all’individuazione di soluzioni innovative per il riuso di materiali di scarto da lavorazione industriale/artigianale e una modalità per condividere la campagna grafica e di comunicazione del progetto stesso in riferimento alla mostra evento finale, che è stata completamente seguita dagli studenti dell’Istituto Venturi. L’operazione che è stata proposta è servita a raccogliere idee, risorse e individuare dei referenti per le varie azioni che sono state implementate a partire da settembre 2014. Durante la giornata si è discusso e deciso che l’Istituto Venturi (in particolare la classe 4E) avrebbe dato un contributo attivo e di monitoraggio sulle seguenti azioni: Stampa di flyer e manifesti; Creazione e gestione social networks (Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest) Blog: immagini (foto e video, come stop motion o semplici video) e opinioni (recensioni). Rapporto fotografico quotidiano/o quasi di oggetti trovati per strada, nei cassonetti, ecc…. che potrebbero essere recuperati, per mantenere attiva l’attenzione sul progetto fino alla mostra finale; Creazione del logo che sponsorizza il progetto; Predisposizione di materiale informativo e di pubblicità; Creare oggetti/giochi per far capire alle persone come funziona la raccolta differenziata e il riutilizzo (es.puzzle). Successivamente, è stato organizzato un secondo momento laboratoriale con la metodologia del World Café, della durata di tre ore, che ha visto coinvolto il pubblico presente presso lo spazio La Tenda in occasione della mostra-­‐evento finale prevista dal percorso Scarti a Parte. I partecipanti al laboratorio (cittadini, studenti della classe 4E del Venturi, alunni scuole primaria, rappresentanti di Associazioni locali, ecc…) hanno avuto modo di conoscere le varie fasi del progetto Scarti a parte, apprendere, toccare e conoscere da vicino quali sono i materiali scartati dalle aziende modenesi, e quindi dare un contributo attivo alla definizione di idee concrete e creative sul riuso e recupero dei materiali stessi. I partecipanti sono stati stimolati a partire da alcune domande: Tocca un materiale posto sul tavolo e descrivi agli altri partecipanti le sensazioni che provi e come lo ri-­‐useresti? Quali proposte per un maggiore riuso dei materiali scartati dalle imprese e nella vita di ogni giorno? tu cosa puoi fare? Le risposte hanno dato riscontro sull’importanza del recupero dei materiali scartati dalle aziende, che sono definiti dagli stessi partecipanti come materiali con caratteristiche stimolanti e che richiamano sensazioni positive, tra cui ad esempio: rilassano, pungono, colorano, calorosi, scricchiolano, morbidi, ecc… Non sono mancate osservazioni sulla difficoltà dell’effettivo recupero dei materiali, dato che non esiste una normativa nazionale e locale realmente operativa e vincolante sulle aziende e sul cittadino. Ulteriori tematiche e parole chiave spesso richiamate dai partecipanti sono state: non produrre rifiuti; istruire e pensare a come e cosa acquistare; riciclo al cento per cento; raccolta porta a porta; coinvolgere le scuole nella raccolta dei materiali di scarto; riusare i materiali per vestiti e opere artistiche; ridisegnare e dipingere i cassonetti per la raccolta dei rifiuti-­‐ far emergere il bello della raccolta differenziata e del riciclo. CONCLUSIONI L’esposizione della mostra ha dato modo di immergersi nel percorso immaginifico ed esperienziale dei bambini e ragazzi che hanno partecipato a Scarti a Parte. Il confronto oltre a mettere in luce le abilità e le conoscenze proprie di ogni età ha fatto luce su altri aspetti. In primis, un elemento affascinante e spunto di riflessione ulteriore, è stato vedere come lo stesso materiale di scarto si sia trasformato in base alla persona che lo ha 'fantasticato' e come le collaborazioni abbiano messo in moto nuove idee e logiche. Questa esperienza ha evidenziato il risultato di un flusso immaginativo favorito dall’uso degli scarti che non solo rilancia l’importanza basilare del gioco e dello sperimentare, come veicoli dell’apprendimento, ma facilita relazioni tra le cose, tra le persone e nelle costruzioni mentali. Bambini e ragazzi hanno esercitato la capacità di creare ipotesi, argomentarle e vederne l’effettiva realizzazione; si sono scoperti o riscoperti capaci di fare ed applicare deduzioni matematiche; hanno ragionato e riflettuto su una grande discrepanza dei nostri giorni, come lo spreco di oggetti ancora utili; i più grandi si sono immersi nei ricordi e nelle sensazioni della loro infanzia; hanno toccato con mano, tra sorrisi e risate serene, la capacità di collaborare e condividere le fantasie, pur non avendo la stessa età; hanno conosciuto oggetti lontani dalla loro esperienza e li hanno fatti entrare nel loro mondo. I rimandi della mostra inoltre hanno incuriosito e stimolato la cittadinanza che in modo del tutto inatteso ha scoperto che un pensiero sostenibile ha un lato divertente, oltre che incrementare le conoscenze e potenziare lo sviluppo della personalità. “Nessuna stagione è mai stata, come questa che viviamo, tanto propizia di oggetti e materiali di scarto o da buttare e di piccole cose reclutabili da ogni dove, pronti e felici di continuare a vivere e di riscattarsi attraverso l’incontro con la versatilità, intatta, nonostante tutto, dei bambini. Di qui i giochi meravigliosi che nascono e crescono da materie inattendibili messi insieme da abilità, trovate, calcoli rapidi e ragionamenti sottili, giuste convivenze di misure, volumi, resistenze e equilibri per arrivare a forme e rappresentazioni di progettualità e intenzionalità diverse. Fino immettervi proiezioni di storie e desideri intimi, personale e probabili simbologie nascoste.” LORIS MALAGUZZI