29-04-2009 - slc

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29-04-2009 - slc
Messina
www.slccgilmessina.it
News ed informazioni periodiche al personale di Posteitaliane
“ Il Punto . . . su .Poste ” - Organo ufficiale del SLC-CGIL - Anno V - nr.03/2009
Riscopri insieme a noi i tuoi diritti
Messina 29/04/2009
“I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO V - NR .03/2009
E’ iniziato lunedì 20 aprile e
proseguirà fino al prossimo 19 maggio lo sciopero delle prestazioni
straordinarie o comunque aggiuntive
indetto da tutte le OO.SS. di
categoria in Sicilia.
I lavoratori sono dunque chiamati a
rispettare “tassativamente” quanto
previsto dal vigente CCNL in tema
di orario di lavoro non effettuando
più abbinamento, non partecipando
ai corsi di formazione e alle convocazioni pomeridiane in Filiale, non
trattenendosi in ufficio per incombenze contabili o commerciali.
Se i lavoratori in categoria ci supporteranno con il loro decisivo
contributo, mettendo in difficoltà
la tenuta complessiva degli uffici
postali e dei centri di distribuzione e
recapito, l’azione di lotta sortirà
inevitabilmente gli effetti per i
quali è stata posta in campo.
Si tratta, in sostanza, dell’ennesimo
tentativo, da parte sindacale, di costringere un’Azienda, “sorda e cieca”, ad avviare un serio confronto
che permetta di affrontare i tantissimi problemi presenti. In Sicilia,
manca completamente la concertazione e le Relazioni Industriali non
sono ai livelli quantitativi e qualitativi necessari ed auspicabili in
un’Azienda grande e complessa come Poste Italiane Spa.
E’ proprio nei momenti di difficoltà, come quello che stiamo vivendo,
che è necessario un maggior coinvolgimento delle OO.SS., che non possono “ritornare utili” esclusivamente
quando si parla di tagli e mobilità.
Invocare poi delle assunzioni di
responsabilità postume è ipocrita e perfettamente inutile.
La piattaforma dell’azione di lotta
contiene i seguenti punti rivendicativi:
1)Sicurezza uffici postali;
2)Mancato pagamento tabelle di
missione ed emolumenti fissi e variabili;
3)Mancato rispetto regole erogazione ferie;
4)Carenza risorse al recapito e alle
lavorazioni interne;
5)Mancata applicazione accordi sottoscritti;
6) Carenza personale alla sportelleria;
7) Pressioni settore commerciale e
DUP.
Sulla sicurezza, ad di là di qualche estemporanea iniziativa più di
facciata che di sostanza , moltissimi
uffici della nostra regione non presentano i requisiti minimi di legge
per restare aperti: privi di qualsivoglia impianto d’allarme; di porte di
emergenza in caso di terremoto; di
impianti di areazione e climatizzazione a norma; di spazi vivibili; di postazioni di lavoro ergonomiche etc.
etc.
Gli uffici lay-out privi di blindatura e concepiti sull’opinabile linea
architettonica del: tutto a vista, tutto aperto, non hanno ridotto la percentuale delle rapine, ma solo abbassato il livello di professionalità dei
rapinatori, mettendo maggiormente
a rischio l’incolumità dei lavoratori.
Inoltre, molti colleghi vengono
lasciati da soli a lavorare in questa tipologia d’uffici, a loro esclusivo
rischio e pericolo.
Un capitolo a parte delicatissimo
quello delle morti bianche nel
recapito, che andrebbe affronto con
rispetto e serietà e non con progetti
(vedi le Pande collettive ….sic!!!)
che, dietro l’alibi della sicurezza
nascondono gli ennesimi e ripetitivi
tagli per risparmiare sui motomezzi.
Sulle voci variabili della busta
paga, siamo all’anno zero. Quello
che per molti lavoratori è un diritto
elementare: una busta paga chiara,
trasparente che contenga tutto
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quanto è dovuto, se dovuto,
(accessoristica) dalla parte datoriale
e nei tempi contrattualmente previsti; per i lavoratori di Poste Italiane
Spa, è una vera e propria chimera.
Tanto che, non si contano più i casi
in cui i cedolini(le Aziende sono obbligate a fornirli) nemmeno arrivano
più negli uffici postali.
Ci sono lavoratori che ottengono il
pagamento dello straordinario
(quando ci riescono ...!!!) mesi e
mesi dopo l’effettivo svolgimento
della prestazione eccedentaria; c’è
l’inflazione dei corsi per molti dei
quali lo straordinario nemmeno si
paga.
Sulle trasferte la situazione è
paradossale. I lavoratori vengono
movimentati in maniera selvaggia
dall’Azienda per esigenze di servizio
e per il presidio del business
(recitano così i telegrammi di distacco) e costretti ad anticipare di tasca
propria centinaia di euro per le spese di viaggio. In cambio, nonostante
la norma contrattualmente vigente
preveda il pagamento delle tab. 109
entro il mese successivo a quello
della presentazione, debbono poi
attendere anche più di sei mesi per il
saldo, non senza aver effettuato decine di telefonate agli uffici competenti per elemosinare quello che è
un diritto.
Ferie: siamo alle comiche. Non
passa mese senza che si mettano in
campo mega-progetti per lo smaltimento dell’enorme congedo arretrato. E non passa mese senza che si
“impongano” centinaia e centinaia di
giornate di ferie. E le scadenze tassative si susseguono, una dietro
l’altra, come una sorta di mostruosa
araba fenicia: ultima è il prossimo 30
maggio.
E si assiste a scene davvero ridicole: personale che viene posto in ferie
d’ufficio “ogni eccezione rimossa”
salvo poi, giunto il giorno del meri-
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tato riposo, che tutto venga precipitosamente ritirato perché si scopre
(guarda caso . .) che l’ufficio rischia
di restare chiuso.
Rapido dietro-front e via con il
prossimo indecente minuetto sulle
ferie da smaltire.
Il Commissario REX al cui fiuto, ci si affida a Palermo per la
ricerca delle eccedenze.
Facciamo una proposta provocatoria: volete azzerare le ferie? Chiudiamo tutti gli uffici per due o tre
mesi continuativi e il problema è
bello che risolto !!!!!!
E tra poco inizia il periodo estivo:
ne vedremo davvero delle belle!!!!!!
Carenza nel recapito e nella
sportelleria: solo l’ineffabile RUO
Sud 2, ing. Machì, che ha la deformazione professionale delle eccedenze (moltiplica i pani e i pesci
come nel celebre quadretto biblico,
- se ci è consentito il paragone . . .),
propone la solita ricetta: “spostiamo
le eccedenze”. L’unico problema è
che nemmeno il commissario Rex,
con il suo fiuto infallibile, ha ancora
individuato dov’è nascosto questo
personale in esubero.
E nell’attesa che il commissario
Rex faccia il suo dovere, l’amministratore delegato ing. Massimo
Sarmi in persona, a mo di incentivo,
ha deciso unilateralmente di non
procedere per tutta la struttura Sud
2 all’assunzione di personale CTD
presente nelle graduatorie regionali.
Come dire: arrangiatevi.
L’ultimo scabroso capitolo è quello della pressione del servizio
commerciale e dei Dirfiliale sui
DUP e di quest’ultimi sugli addetti
di front-end.
Ritengo che nessuno possa negare
i grandissimi sacrifici che tutti i lavoratori postali hanno fatto in questi
ultimi anni per risanare il bilancio
aziendale che, infatti, come enfaticamente comunicato dal nostro top
management è in attivo oramai da
ben sette anni.
Un vero e proprio miracolo cui in
pochi credevano e il cui merito è
esclusivamente degli uomini e
delle donne di Poste Italiane SpA.
Tanti ignoti numero di matricola
da mille euro al mese che, come formiche instancabili, tirano la carretta
oramai da oltre un decennio.
Ma c’è il momento dei sacrifici e
c’è il momento in cui poter lavorare
con dignità, rispetto senza minacce e
pressioni intollerabili. Non possiamo
essere sempre dentro in tunnel, una
galleria oscura di cui non si vede mai
l’uscita.
Il personale, tra esodi incentivati
fondi e quant’altro, continua a diminuire drasticamente senza che venga
posto in essere alcun turnover se non
in casi molto sparuti. I ritmi lavorativi, quindi, diventano giorno dopo
giorno sempre più stressanti a fronte
di un’età media degli sportellisti che
a Messina, per esempio, è da gerontocomio.
E quello che si fa non è mai sufficiente: vendi buoni e poi arrivano le
obbligazioni; vendi poste vita e poi ci
si mettono anche i folder; proponi
assicurazioni sulla vita ma devi pensare anche alle Sim.
E, intanto, devi continuare a pagare i bollettini e le pensioni ( servizio
sociale ..!!!), accettare le raccoman-
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date e i telegrammi che non rendono all’Azienda ma che comunque si
devono garantire.
E nel mentre fai tutte queste cose,
se sbagli arrivano implacabili i provvedimenti disciplinari; se cadi ammalato il medico dell’INPS praticamente dorme con te a casa tua; se
ritardi di un minuto devi recuperare
mezz’ora ed ora hai anche i minibudget “individuali”, ultima invenzione in casa Poste.
Ma, ci dicono: “a fronte di questi
sacrifici ci sono dei bei soldini sotto
forma di premi “.
Abbiamo scoperto che uno sportellista di un ufficio che raggiunge
tutti gli obiettivi e che si fa un mazzo
per dodici mesi, alla fine dell’anno si
mette in tasca udite udite 400.00
euro (al lordo) che al netto diventano circa 20 euro al mese: qualcosa
come 0,70 centesimi al giorno.
Ed è chiaro che con questo popò di
incentivi i risultati non possono che
arrivare . . . ! ! !
Questo il Quadro D’insieme
(scusate la deformazione professionale . . .) a fronte del quale da RUO
Sud 2 l’imperterrito e stucchevole
refrain: “nessun problema, tutto va
bene madama la marchesa”.
Questo atteggiamento, ci fa venire
in mente l’orchestrina che suonava
nell’aprile del 1912 mentre il Titanic affondava. E tra l’ing. Machì e
Jonh Edward Smith, capitano del più
famoso e sfortunato transatlantico
del mondo, c’è più d’una profetica
affinità somatica.
Carmelo Stancampiano
Il Titanic che affonda sotto gli occhi di chi non poteva essere minimamente distratto dalle dolci note di una semplice orchestrina,
vivendo la consapevolezza di quella tragica realtà.
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Non bisogna essere facili Profeti, a volte basta così poco, girarsi
attorno, capire, ma soprattutto avere il coraggio di dire la verità,
affrontando con serietà i problemi che si presentano.
Non sempre parlando di rose è automatico sentirne il profumo.
Non ci piace affatto il ruolo di facili profeti di sventura, ma più volte
negli ultimi mesi, sulle colonne di
questo giornale, abbiamo espresso
le nostre preoccupazioni sulla tenuta
dell’ Azienda Poste nel contesto della gravissima crisi economica che
stiamo affrontando come sistema
paese.
E questo, mentre il management
aziendale, con Sarmi in testa, sbandierava risultati eccellenti quasi a
voler nascondere la realtà, come fa
l’attuale Presidente del Consiglio di
fronte alle difficoltà di imprese e
famiglie italiane.
Oggi, a fotografare l’immagine di
un’Azienda in pericolosa involuzione
ci pensa la Corte dei Conti con la
Relazione sul risultato del controllo
eseguito sulla gestione finanziaria di
Poste Italiane S.p.A. per l’esercizio
2007.
Scrive il Consigliere Cinthia Pinotti: “I Servizi BancoPosta mostrano un
incremento del 2,5% (sensibilmente rallentato rispetto al differenziale precedentemente rilevato nel 2006 pari al 9,5%)
riferibile al buon andamento dei servizi
di conto corrente e della raccolta del
risparmio postale.
I ricavi da conti correnti sono cresciuti
nell’anno in riferimento del 2,9% sul
2006, per effetto del buon andamento
dei servizi stessi che nell’anno hanno
registrato l’aumento della giacenza media, passata da € 35,7 mld del 2006 a
€ 36,1 mld nel 2007, degli interessi
maturati sulla gestione delle citate giacenze, da € 1.438 mln a € 1.492 mln,
e del numero dei conti correnti in essere,
da 4,8 mln del 2006 a 5,2 mln nel
2007.
I Servizi Postali, che risentono di un
calo in termini di pezzi lavorati del
17,2%, evidenziano un aumento complessivo delle entrate del 3,5% attribuibile, essenzialmente, agli effetti della
rimodulazione tariffaria attuata nel
2006 ed entrata a pieno regime nel
2007.
E il magistrato continua: “Fra le
problematiche che assumono particolare
rilievo nella gestione 2007 la Corte segnala rispettivamente all’allineamento
dell’assetto del BancoPosta e alla vicenda
della liberalizzazione del mercato postale. La questione del BancoPosta, legata
alla necessità di trovare una soluzione
tecnico-operativa per il corretto e completo espletamento delle attività di tipo bancario, pur essendo stata ampiamente dibattuta nel corso del 2007 dal CdA di
Poste italiane non ha ancora trovato una
soluzione compatibile con l’attuale sistema di Poste italiane S.p.A..
Sul punto è altamente auspicabile un
intervento del legislatore o del Governo,
tenuto conto che il contesto normativo nel occupa come O.S. è il tentativo dei
quale opera il BancoPosta appare supera- vertici aziendali di Poste Italiane di
to.
voler a tutti i costi far apparire una
realtà diversa, di perdere tempo a
raccattare premi ed elogi senza invece affrontare di petto il problema per
concertare soluzioni comuni in prospettiva. Non si può gestire la più
grande Azienda pubblica del Paese
senza che si abbia una visione di prospettiva, un Piano Industriale di livello soprattutto nei momenti difficili e
di crisi.
Questo il senso della lettera aperta
che il Segretario Generale del SLCCGIL ha inviato in Azienda settimane
addietro e che sintetizza la posizione
della nostra O.S. .
Scrive Miceli: “Non è un buon momento per Poste italiane. Ai riconoscimenti internazionali, che pure ci sono stati,
fanno da contraltare le condizioni strutturali, organizzative e l’incertezza stessa
nella “missione” industriale del gruppo.
Siamo in pieno clima di recessione,
nonostante il Governo cerchi di occultarDettagliata ed approfondita a- la, e Poste italiane non ne è al riparo.
nalisi di Emilio Miceli sulla at- Abbiamo appreso che la locomotiva
tuale situazione di Posteitaliane finanziaria del gruppo, diversamente da
tante banche italiane, era trainata da
Anche l’altro tema, concernente la libera- titoli tossici in misura tale da rendere
lizzazione del mercato postale, necessita necessario un intervento pesante, circa
di interventi del legislatore o del Gover- 500 mln di euro, per tranquillizzare i
no, tesi in questo caso ad una maggiore risparmiatori. E’ ormai evidente il fallitempestività nell’espletamento delle pro- mento del processo di riorganizzazione
cedure di adeguamento alla normativa del recapito, che slc-cgil subì per non
europea.”
rompere il sindacato; infine la sofferenza
Quello che maggiormente ci pre- degli uffici locali, non adeguati alla pres-
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promessa d’assunzione. Questo capitale
umano è invece il cuore della nuova azienda e deve essere finalizzato
all’aumento della capacità produttiva.”
Se il Bancoposta comincia a mostrare più di una crepa, nel Recapito
siamo oramai al disastro totale. Ingentissime risorse sono state letteralmente bruciate sull’altare di una
riorganizzazione che ha distrutto un
capitale umano e di professionalità
che sarà difficile ricostruire.
Scrive il Segretario Generale SLCCGIL “Sul recapito, se possibile, le cose
vanno anche peggio! Hanno tentato di
convincerci che sarebbe stata una buona
idea quella di mandare persone diverse
nello stesso edificio per svolgere funzioni
diverse! Chi con il ciclomotore, chi a
piedi, chi con il furgone. Tutto diviso
per 2 o per 3, dunque; tutto diviso per
postazioni e poltrone verticali. Invece il
è una funzione del territorio e
La Corte dei Conti con la relazione sul risultato del controllo ese- recapito
non
un
insieme
di divisioni logistiche.
guito sulla gestione finanziaria di Posteitaliane, per l’esercizio fi- Quello in vigore
modello framnanziario 2007, fotografa inesorabilmente ed incontrovertibil- mentato, dispersivo,è un
costoso e dunque
mente l’ingresso dell’Azienda nel vortice della crisi globale.
dannoso. E’ un modello da smantellare
per riportare il patrimonio professionale
sione degli utenti, nonostante l’impegno versante dei risultati. E’ necessaria una e umano di cui l’azienda dispone dentro
straordinario dei lavoratori di fronte al riorganizzazione efficace, non per rispar- il territorio, con mezzi efficienti e con
disagio ed alle proteste ormai quotidiane. miare ma per migliorare e, com’è noto, le una organizzazione che possa distingueVale la pena ragionare su queste que- due cose raramente si conciliano. A que- re la grande città dalla provincia, dalla
stioni non solo per indicare i punti deboli sto punto il problema non è nelle quanti- montagna, dal piccolo centro abitato.
ma anche per individuare soluzioni ade- tà, sia per gli uffici locali che nel recapiLa verità è che i mezzi sono sempre gli
guate.
to, ma nel modello rivelatosi al di sotto stessi e sono un pericolo per l’incolumità
Il punto di partenza è il seguente: sta delle esigenze, vecchio, superato. Serve dei lavoratori, basta guardare
ormai mostrando la corda un’idea una svolta, serve condivisa con il sinda- l’impennata degli incidenti, che non
dell’azienda tutta centrata sulla strategi- cato; serve sentire i lavoratori, serve un sono solo stradali, ma sul lavoro.
cità assoluta dell’offerta finanziaria che salto di qualità nell’azione e nei comporTutto questo va cambiato nel profondo
ha finito con il determinare l’abbandono tamenti dei dirigenti, troppo spesso rivol- rompendo il vecchio assetto del recapito
delle attività postali tradizionali. Noi ti alle consuetudini del passato piuttosto per provare ad avvicinarsi all’utente.”
non abbiamo mai aderito a questa tesi che alle sfide future. E’ necessario reinveE come spesso accade in Italia
perché riteniamo che il gruppo debba stire, dunque, in uomini, mezzi, tecnolo- quando strapagati manager pubblici
mantenere un forte e prevalente profilo gie. Innovare gli uffici e dotare dei mezzi sbagliano Piani Industriali, a rimetpostale. Ed oggi, complice la crisi finan- adeguati il recapito; difendere i principi terci le penne sono sempre e solo i
ziaria globale ed una certa dose di avven- elementari di sicurezza che la rete dei lavoratori cui magari addebitare returismo, si rischia un indebolimento del capi troppo spesso elude; fuoriuscire da sponsabilità ed omissioni.
capitale ormai secolare di fiducia dei una logica sbagliata che fa delle Poste
I lavoratori di Poste Italiane in
risparmiatori. Sarebbe un colpo duro per più un ammortizzatore sociale che quest’ultimo decennio hanno affronl’immagine e per la capitalizzazione del un’azienda che vuole migliorare le pre- tato sacrifici e rinunce immani senza
gruppo. Non è cosa da poco se si sono stazioni e l’utilità dell’impiego dei suoi ricevere in cambio grandi migliorausati i soldi degli anziani per fare opera- lavoratori e delle sue lavoratrici. Non menti dei livelli retributivi.
zioni spericolate tradendo il senso del basta assumere i ctd, fatto importante,
Se adesso qualcuno vuole farci
risparmio postale. Ci aspettiamo, su que- ma bisogna fare in modo che gli inseri- pagare il conto, la risposta del SLCsto argomento delicato, tutta la verità sul menti producano efficienza, siano utiliz- CGIL non potrà essere che una sola
coinvolgimento dell’azienda, trasparenza zati per migliorare l’azienda. E’ necessa- come conclude la sua lettera aperta
e provvedimenti conseguenti sui responsa- ria una operazione verità su tutto questo Emilio Miceli: “C’è un ultimo tema che
ed il sindacato, la slc-cgil, intende farla vorremmo fosse chiaro: l’azienda non
bili!
Ma c’è anche di base un serio pro- fino in fondo.
può pretendere che il disastro prodotto
Lo diciamo subito: l’obiettivo da perse- dall’esposizione dei prodotti tossici lo
blema organizzativo scrive ancora
Miceli: “L’azienda non ha eccellenze, ha guire deve essere quello di decongestiona- paghino i lavoratori con il loro premio di
gli stessi difetti di funzionamento in tutto re gli uffici locali, allentare la pressione produttività. I lavoratori non hanno
il territorio, sia dove c’è redditività alta, sugli sportellisti con un ampliamento giocato a fare i banchieri, hanno lavorasia dove è bassa. Si tratti della sportelle- della organizzazione su turni e utiliz- to sodo e pretendono un premio proporria o del recapito, di piccoli o grandi zando i ctd, attraverso un piano straordi- zionato con il loro lavoro. Hanno manclienti, non riesce a raggiungere gli obiet- nario di nuove immissioni in ruolo, rive- dato avanti un’azienda dedita ormai
tivi di soddisfazione della clientela neces- dendo conseguentemente la tempistica all’improvvisazione che in questi ultimi
sari. Migliaia di lavoratori svolgono il dell’accordo sulle stabilizzazioni. C’è un anni ha perso efficienza nonostante sia
loro lavoro duro dietro lo sportello in grande serbatoio inespresso di qualità, alle porte il completamento del processo
condizioni stressanti, altrettanti rischiano titoli di studio, freschezza giovanile, a di liberalizzazione. Non sono loro che
la vita per la strada, ma questo impegno Nord ed a Sud, utile agli uffici del Nord devono pagare il conto: E’ bene ricordarè ripagato da una profonda delusione sul e del Sud, alla fine svilito dalla semplice sene nella trattativa in corso!”
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RIFLESSIONI PER UN RECAPITO DI QUALITA’
Tanto per cambiare registro, pur parlando sempre delle solite problematiche, questa volta abbiamo
cercato di affiancare a quelle che noi definiamo le nostre pur discutibili opinioni, una serie di valutazioni oggettive mirate alla soluzione di quelle criticità che, ormai, fanno parte del dire comune.
Ci è capitato di sentire commenti
negativi sulle scelte di campo fatte
da Poste Spa da qualche anno a questa parte. Più precisamente, sul suo
puntare a far concorrenza alle banche e sull’ aver trascurato di ottemperare ai suoi compiti, per così dire
istituzionali, attinenti cioè ai servizi
di recapito della corrispondenza.
Dal canto nostro, pur plaudendo al
potenziamento del settore Bancoposta, non possiamo non condividere
l’idea diffusa, che Poste consideri il
settore recapito come un peso per
l’Azienda, un traino dal quale non ci
si riesce a liberare a causa delle implicazioni sociali che lo stesso riveste.
Difatti, nonostante le dichiarazioni
d’intenti espresse in più occasioni
dai vertici aziendali, sulla volontà di
rafforzare il suddetto settore puntando sulla stabilizzazione del personale portalettere e quant’altro, da
una attenta osservazione dell’attuale
situazione in cui versa il recapito, si
evidenzia, senza ombra di dubbio,
come tali intenti siano rimasti nella
mente di chi li ha espressi, sempre
che vi siano mai stati.
E che quanto sosteniamo sia vero,
lo dimostra la quantità sempre crescente di reclami, denunce e proteste da parte di quella stessa clientela
che fino ad un paio di anni orsono
non esitava a esprimere compiacimento per l’evidente miglioramento
del servizio.
Noi qui, però, non vogliamo soffermarci sulle cause che hanno portato a questo crollo verticale di popolarità nei nostri confronti da parte della clientela, ma piuttosto, cercare di individuare, senza alcun pregiudizio, ma con estrema umiltà,
quelli che del complesso settore del
recapito sembrano esserne oggi i
punti deboli e tentare di proporre
alcune possibili soluzioni.
All’origine del problema, a nostro
modesto avviso, vi è l’errata idea
che per far qualità siano necessarie
soltanto un paio di buone gambe e
farle andare velocemente.
Niente di più sbagliato! Se c’è stata
una cosa che da sempre ha differenziato il portalettere (ovviamente
titolare di zona) di Poste Italiane da
quello di qualsiasi altra agenzia di
recapito è la riconosciuta superiorità,
in tema di conoscenza del territorio
di propria competenza, nonché dei
suoi abitanti. E ciò, è chiaramente
dovuto a nient’altro che a quella assi-
duità con la quale il portalettere titolare si reca giornalmente sempre
negli stessi luoghi, a contatto con la
stessa gente che lo riconosce e, spessissimo, lo apprezza e con lui instaura un rapporto confidenziale, quasi
amichevole. E da quanto più tempo
il portalettere opera in quella determinata zona,tanto più il suddetto
rapporto si consolida, creando di
fatto ciò che oggi, con un termine
quanto mai moderno, viene definita
come la “fidelizzazione” del cliente.
Pertanto, laddove questa peculiarità sia sottovalutata, si commette un
imperdonabile errore! Purtroppo
l’uso, spesso spropositato del personale a tempo determinato (non ce ne
vogliano gli interessati dei quali capiamo per altri versi le esigenze e le
aspettative), è andato esattamente in
senso contrario.
L’idea che fosse bastata una cartina
stradale per svolgere un buon servizio si è miseramente dissolta dinanzi
alla realtà dei fatti.
Alla luce di quanto osservato si può
concluderne, pertanto, che la prima
cosa da salvaguardare, badate bene,
non soltanto nell’interesse esclusivo
del portalettere, ma ancor più
dell’Azienda, è il concetto di titolarità della zona. In senso più ampio diremmo che tutto deve essere mirato
a mantenere il più possibile la medesima unità nella medesima zona. E
ove questa si assenti, chi la sostituisce deve garantire una adeguata conoscenza della medesima. Pertanto,il
meccanismo delle sostituzioni deve
tener conto della necessita di
“professionalizzare” gruppi di scorte
per gruppi di zone.
Altra nota dolente,sulla quale bisognerebbe assolutamente intervenire,
è rappresentata dall’elevatissimo numero di errori effettuati in fase di
ripartizione della corrispondenza
diretta agli uffici di recapito. Anche
qui, alla base del problema, vi è
un’idea sbagliata: la convinzione,
cioè, che un macchinario, ancorché
elaborato e costoso, possa sostituire
“in toto” l’opera del “ripartitore” in
carne ed ossa. Se è pur vero, infatti
che un indirizzo compilato con esattezza unitamente ad un codice postale corretto fan sì che non vi sia problema alcuno per una ripartizione
meccanizzata, è altrettanto vero che
l’uso dei cosiddetti campi informatici
per l’apposizione dell’indirizzo (vedi
Postel) e, perché no, la superficialità
del cliente nel compilarlo, creano i
presupposti perché circa il 50% della
corrispondenza (nessuna tipologia
esclusa) pervenga alla macchina con
indirizzo incompleto o assolutamente
inesatto e venga, pertanto,dalla stessa, incanalato in direzione sbagliata.
Ecco perché sarebbe quanto mai
opportuna una campagna di sensibilizzazione che inviti i clienti privati
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ad una maggiore attenzione
nella compilazione
dell’indirizzo del destinatario, nonché una vera e propria circolare di servizio,
diretta ai grandi utenti, dove si evidenzi la necessità
che l’indirizzo sia trascritto
per intero senza omissione
alcuna su ogni forma di invio.
A questa dovrebbe aggiungersi ogni iniziativa,
nelle sedi opportune, volta
a sollecitare i Comuni interessati ad una maggiore collaborazione curando maggiormente l’installazione di
tutto ciò che possa facilitare
l’individuazione degli stabili
e delle singole abitazioni .
In merito a quanto sopra
detto, aggiungeremmo che,
ancora una volta, si rivela
preziosa l’approfondita conoscenza del titolare di zona; in questo caso nel compensare,le inesattezze, Qui sopra e nella pagina accanto abbiamo voluto inserire quelle che sono
quasi sempre ricorren- le novità del momento. A breve le accoglieremo nel settore recapito.
ti, nella compilazione degli Ma ricordiamo bene: ne il FreeDuck, ne il Palmare, o qualsivoglia altra
indirizzi, pur se, parados- trovata tecnologica, sarà mai di per se capace di sostituire la “Persona” o
salmente, ciò consente che sminuire le nostre convinzioni, in questa sede, esaustivamente espresse.
si perpetuino nel tempo
errori nella trascrizione
degli indirizzi medesimi da parte di e al contempo provvede all’ad- si curerebbe di coprire un organico
quei clienti che, constatando il posi- destramento sul campo dei novizi, in carente ? ? ?
Spendere, quando va male, 41 euro
tivo esito dell’invio, anche in pre- special modo laddove, come sopra
senza di un indirizzo impreciso, non detto, la quantità dei disguidi rag- al giorno per la copertura di una zona
provvedono in alcun modo ad ap- giunge livelli industriali, così come in vacante comporta di certo un bel
portarvi le dovute correzioni. Ma certi periodi, la quantità (ma, badate risparmio rispetto alla assunzione di
questo non deve, comunque, servire bene soltanto in termini percentuali) una unità, sia questa a tempo detera sminuire l’importanza di una ap- del personale a tempo determinato da minato o, ancor più, a tempo indeterminato!
profondita conoscenza della zona di istruire.
Lo prova la mancata inclusione delUn
capitolo
speciale
merita
la
querecapito di pertinenza che, in molti
stione del personale, ancora irrisolta la ALT SUD 2 tra le Aree territoriali
casi,si rivela fondamentale.
La soluzione definitiva potrebbe e l’indecente abuso della flessibilità destinatarie dell’ultimo contingente
consistere in una costante collabora- operativa, percepita dall’Azienda or- di assunzioni!
zione tra il portalettere titolare di mai come la panacea di tutti i mali del E tutto questo, a scapito di una
qualità auspicata, ma che diviezona, che rilevasse l’eventuale erro- recapito.
Abbiamo parlato, non a sproposito, ne sempre minore.
re o inesattezza segnalandone gli
Dove è finita la copertura del
estremi ed il responsabile del mi- di “abuso indecente”, perché non può
glioramento processi che ne pren- definirsi in altro modo ciò che è sotto 114% su base provinciale stabilita
desse nota provvedendo, poi, alla gli occhi di tutti: un meccanismo, dall’ultimo accordo sul recapito?
Possiamo, senza dubbio afferrelativa comunicazione ufficiale al quello della “flessibilità operativa”,
mittente, sia esso privato od Ente nato esclusivamente per la sostituzio- mare che, tra le note dolenti,
perché ne abbia conoscenza e vi ne delle unità temporaneamente as- questa del personale ne è
senti, è oggi divenuto strumento per senz’altro la regina. Ma la soluponga rimedio.
Altra nota dolente, l’eccessivo la copertura delle “carenze struttura- zione è fin troppo ovvia e, per
numero di compiti che gravano sui li”, nonché validissimo quanto econo- questo, non la indicheremo.
Si avvicina l’estate e non ci è ancocapisquadra costretti a dividersi tra mico sostituto dello straordinario per
“….l’assicurare anche personalmente la lo smaltimento delle giacenze di cor- ra giunta notizia di piani ferie in fase
copertura delle zone di recapito, racco- rispondenza, perlopiù dovute alla di elaborazione, anche se, ne siamo
sicuri visto l’andazzo, a tutti verrangliere i disguidi del portalettere misurar- cronica carenza di personale.
Abuso nell’uso della flessibilità ope- no garantite le due settimane conli e ridistribuirli, verificare lo stato dei
mezzi di recapito, provvedere rativa e mantenimento di una situa- trattualmente previste. Ma, cosa sucall’addestramento sul campo di nuovi zione del personale deficitaria: due cederà mentre i postini dimentichi
della realtà, si appisoleranno al sole
portalettere….” e quant’altro ancora. cose legate tra di loro a doppio filo!
Diteci voi quale azienda,potendo di luglio.
Anche un bambino capirebbe le
Lo scopriranno al loro risveglio.
difficoltà di un caposquadra impe- contare sulla disponibilità del persoMa
noi già lo immaginiamo !
nale
ad
effettuare
prestazioni
in
abbignato ad assicurare personalmente la
copertura delle zone, mentre ridi- namento senza soluzione di continuità
Uhm ! ! ! ! !
stribuisce i disguidi dei portalettere ed alla faccia delle regole sottoscritte,
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Le foto riprendono un furgone mobile abbandonato
da più di quattro anni a Lipari a fare bella mostra di se.
Era stato inviato ad Alicudi per sopperire ad una
carenza dell'ufficio e subito dopo parcheggiato e abbandonato a Lipari.
Sembra che manchino i fondi per acquistare la benzina e farlo aggiustare per toglierlo da li.
Davvero una bella figura per Posteitaliane che getta
dalla finestra milioni di euro e poi non ne trova cento
per togliere questo mostro dell’era giurassica.
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Il Calendario . . . Postale
Molti sono stati coloro che hanno apprezzato il tema dei calendari, lanciato nel numero precedente,
con degli esemplari che fanno parte, a pieno titolo,
della storia di Posteitaliane.
Certo, perché no, bello sarebbe, come ci è stato
proposto da più parti, se si potesse riprendere, da
parte aziendale, una consuetudine che sicuramente
trasferisce immagine e trasmette valori.
Crediamo che la proposta possa avere in se tutte le
prerogative per essere positivamente considerata,
restituendo a questa Azienda una sensibilità che vada
oltre il solo ritorno economico, anche se, a volerci
ben vedere, anche da ciò si potrebbe ricavare un
qualche profitto.
Allora questa è la nostra proposta. Mettere in stampa annualmente il Calendario Postale, uno tra i
tanti. Un calendario disegnato ed elaborato anche
dalle capacità e sensibilità artistiche dei propri dipendenti e che rappresenti un modo di comunicare e
trasmettere la propria immagine nel tempo.
E’ sicuramente un’idea da sviluppare ma che, credendoci, potrebbe riscontrare positivi consensi. La
lanciamo lì, nel bene e nel male, ma con l’amore che
ci lega a questa Azienda, a prescindere dal ruolo.
Un’Azienda alla quale apparteniamo e per la quale
abbiamo sempre e continueremo a lottare.
Concludiamo quindi questa parentesi sul Calendario
Postale, aperta nel numero precedente, salvo eventuali
segnalazioni dei nostri lettori, con il Calendario del 1909,
quest’anno al suo centenario, con l’immagine della Sapienza che vigila sul Portalettere (in alto).
E rimanendo sempre collegati al Recapito ed alla figura
del Portalettere, nonché alla storia dei Calendari, segnaliamo un particolare francobollo filatelico (a sinistra),
emesso in onore del Museo Internazionale dell’Immagine
Postale stampato da Posteitaliane il 13 aprile 1996, in 5
colori e in 3 milioni di esemplari.
Su di esso, ad opera della bozzettista Rita Fantini, è raffigurato il calendario postale del 1894, dove, in luogo
dello stemma del Regno d'Italia, è stata raffigurata la carrozza postale a due ruote, simbolo del Museo. La copertina originale, del calendario di cui trattasi, e stata da noi
pubblicata nel numero di Febbraio 2009.
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I L CONTROCANTO
L’ordine era perentorio e non ammetteva coglionamenti vari: “Per
esigenze di servizio, la SS sabato 14
c.m. viene posta (volontariamente
….!) in ferie d’ufficio,stante l’ammontare del residuo. Alle ore 17,00
dovrà presentarsi al campo comunale
di Vigata con tuta e scarpe da ginnastica”. Firmato Onze Cardica capo
del RAM (Reclutamento Amici Maratoneti ).
Turi Spitaleri lesse il telegramma e
si catafuttio bestemmianno nella
stanza del Direttore, cav. Grand.
Uff. Crisostomo Lo Presti, 120 Kg di
lardominali che, zemula, zemula, gli
disse: “ Ma che minchia vuole da me,
anch’io dovrò venire in questa fitinzia di campo ed è dal 13 Giugno
1975 che non indosso un abbigliamento sportivo.”
Anche Don Turi Spitaleri era abbondante di girovita. Colpa dei manicaretti di Donna Rosalia Scalisi e della vita sedentaria, dove il massimo
dello sforzo fisico era rapprinsitato
dal munciri il telecomando di Sky.
Arrivato a casa chiese se c’erano a
disposizione una tuta e della scarpe
da ginnastica. Fu tanta la surprisa che
donna Scalisi cadde a terra svenuta
vittima di un colpo apoplettico.
Santianno contro il RAM e con i
cabbasisi che furriavano a mille, don
Turi cominciò a rovistare tra gli armadi e alla fine rimediò il seguente
abbigliamento sportivo: tuta ascellare
in finto acetato di un tremendo color
rosa pallido; maglietta della Croce
Rossa; cappellino beige della premiata ditta “Ferramenti Cannavò tutto
per la casa e il giardino “; calzettoni
gialli di lana di tasmania e scarpe da
ginnastica con suola rinforzata ed
illuminata, del perso di Kg 1,750
cadauna al netto del piede.
Nel campo comunale di Vigata si
accalcavano 140 postali, con le
“mise” più disparate tanto che sembrava di stare ad una sfilata di carnevale.
Improvvisamente calò il gelo. Onze
Cardica entrò solenne in sella a Brandimarte, il suo cavallo arabo bianco.
Indossava stivaloni di pelle, una
sahariana nera e un fez con la scritta
“ Me ne frego”.
Suo nonno paterno, Calogero classe 1890, era stato prima Sansepolcri-
In campo sportivo Comunale di Vigata, mentre in basso, il Capo
RAM, Grand. Uff. Onze Cardica, in sella al suo fido cavallo arabo
bianco “Brandimarte”, in una foto d’epoca.
sta quindi aveva sfilato per le vie di
Roma il 22 ottobre 1922 tra un tripudio di camice nere e labari fascisti. Per tutto il ventennio era stato
anche podestà di Vigata .
“Cari colleghi, declamò il capo del
RAM, d’intesa con l’Azienda, ho
deciso di ripristinare il sabato fascista. Niente più ore e ore davanti alla
televisione, niente spaghettate e
mandolino, dimostreremo a tutti il
nostro vigore e la nostra forza fisica
e nel contempo smaltiremo in maniera attiva le ferie arretrate.”
E incominciarono le gare ad eliminazione diretta. Don Turi fu sorteg-
giato per sfidare un collega postino
di Camporeale agli anelli.
Fu un’esibizione penosa. Nel prendere la ricorsa per saltare ed afferrare gli anelli, lo Spitaleri, non avvezzo
agli arnesi di ginnastica, si scontrò
frontalmente con tale Rocco Sciurba,
sportellista di Montelusa, che riportò
la rottura di due incisivi dell’arcata
dentaria superiore e quattro di quella
inferiore.
Quindi fu la volta dell’esibizione a
corpo libero. E qui lo Spitaleri diede
veramente il meglio di se. Gambe e
braccia erano davvero liberi: liberi di
andare e venire avendone perso
completamente il controllo. Tra una
piroetta e l’altra, si sfiorò il drammma. Una delle scarpe da ginnastica
dello Spitaleri saettò e colpì in piena
fronte il povero Brandimarte che
nitrì di dolore e crollò a terra. Sembrava morto, tra la disperazione del
suo padrone, ma dopo pochi minuti
lo sfortunato quadrupede si riprese
completamente anche se restò cerebroleso e da quel giorno galoppò a
zig zag.
E venne il momento della premiazione. Lo scalino più alto del podio
fu appannaggio di Cosimo Testagrossa che aveva corso i centro metri
piani in appena 9,9 (nove minuti e
nove secondi).
La medaglia d’argento cinse il collo
di Lucia Perrone prima nel salto in
alto. Medaglia di Bronzo a Peppino
De Levoli, vincitore dei 400 ostacoli.
Si decise anche di assegnare una
medaglia di consolazione al peggiore
degli artisti. La vinse, all’unanimità
Don Turi Spitaleri che ricevette una
fascia tricolore quale “Peggior Sportivo del XXI Secolo e dintorni”.
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. . . il mio . . . Punto!
Periodico del
SLC-CGIL Messina
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Multa renascentur
(Molte cose rinasceranno)
L’espressione è citata per indicare
la possibilità che nella storia umana
ritornino ad essere attuali cose o
situazioni che parrebbero definitivamente scomparse o superate.
La fonte è un passo dell’Ars Poetica
di Orazio in cui il poeta parla del
destino dei vocaboli:
“ritorneranno in auge molti
vocaboli che ormai sono caduti in disuso e vi cadranno altri
che ora sono in auge, se lo vorrà l’uso”.
Una concezione non molto isolata
nel mondo romano e non solo ma,
come abbiamo detto, molto evidenziata anche per indicare eventi umani, personali e caratteriali che hanno, spesso, un continuo ripetersi
nella storia.
Nel produrre, in immagine, la
copertina di un saggio della Ediesse,
ci è parso significativo, come dalla
eloquente grafica si possa far emergere, che quasi sempre la presentazione del cambiamento in se, abbia,
a primo impatto, una faccia di agnello che serve solo a mascherare le
proprie caratterialità non sempre
però facilmente eludibili.
Staremo a vedere, se sono rose
fioriranno; ricordando che, financo
le rose hanno, di per se, pungenti
spine.
I famosi corsi e ricorsi storici !
Anche in Italia si fanno sentire numerose critiche
sulla inopportunità di concedere emolumenti che
nella stessa Azienda rappresentano il 100 volte
tanto. Ci sia un limite nel rispetto di chi, in definitiva non arriva nemmeno a fine mese.
La notizia è di un giornale
nazionale, che cita gli emolumenti di alcuni manager
italiani.
Certo che in un periodo di
crisi, di ristrettezze e soprattutto dopo i segnali provenienti dagli Stati Uniti, fa un
po’ specie, volare su queste
cifre.
Vero è che qualche mormorio, negli ultimi tempi ha
fatto eco anche in Italia, laddove si condannavano certi
limiti assolutamente esagerati ed ingiustificati.
Capirete bene del perché,
a certi livelli, le condivisioni
politiche, le coerenze, insomma seguire le stagioni,
ha sempre di più un senso
spesso, molto spesso, assai
“profondo”.
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