Noleggio barche a Ragusa, escursioni a Ragusa

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Noleggio barche a Ragusa, escursioni a Ragusa
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Noleggio barche a Ragusa, escursioni a Ragusa, la storia di Ragusa
Ragusa è una città molto interessante, sia per la posizione geografica, che per la ricchezza del suo patrimonio artistico.
Si trova su di una roccia calcarea tra due valloni: la cava di San Leonardo e la cava di Santa Domenica. La città è divisa
in due distinti nuclei, Ragusa Inferiore (l'antica Ibla) e Ragusa Superiore, separati dalla "Valle dei Ponti", un profondo
burrone attraversato da quattro ponti, dei quali ricordiamo quello ottocento dei Cappuccini.
Il terribile terremoto del 1693 distrusse Ragusa con tutta la Sicilia sud-orientale, ma la ricostruzione della città
iniziò subito, sia sullo stesso luogo dove sorgeva la vecchia città, che vicino alla collina del Patro, facendo nascere il
primo nucleo di Ragusa Nuova. Essa costituisce ancor oggi il quartiere storico della città:di impianto urbanistico
medievale, con la ricostruzione avvenuta nel '700-'800 assume un aspetto armonioso e architettonicamente saturo,
ricco di chiese e palazzi barocchi.
L'edificazione del nuovo centro urbano, si sviluppò secondo un vero e proprio modello urbanistico a maglia
ortogonale, già largamente sperimentato nelle nuove città edificate dagli spagnoli in America Latina ed utilizzato nella
ricostruzione barocca di molti altri centri siciliani. Furono ricostruiti palazzi e chiese antiche, come nel 1738, venne
decisa la ricostruzione della chiesa di S.Giorgio, in una posizione più centrale rispetto all'abitato, nel luogo occupato
dalla chiesa di S.Nicola. Di grande effetto scenografico, e per questo piu volte tramutato in set cinematografico è,
invece, l'antica dimora di Donnafugata, forse impropriamente definita Castello, in quanto fu realizzata per essere una
splendida casa di villeggiatura. Agli inizi del XIX secolo il barone Francesco Maria Arezzo, barone di Donnafugata
cominciò ad accrescere il patrimonio abitativo del primitivo nucleo delle case padronali all'unterno del feudo. Così
cominciò a prendere corpo il sontuoso edificio che nel sogno del figlio Corrado si materializzò in qualle struttura che
ancora oggi sopravvive. Il giovane Donnafugata, cresciuto negli studi presso i padri Filippini a Ragusa, continuò il
progetto del padre ampliando e lasciando vuote soltanto la grande loggia del prospetto frontale. Realizzando qualle
che sarebbe stata la sua dimora di campagna, dove ritirarsi per ritrovare un'pò di pace, lontano da una vita famigliare
molto travagliata e colpita da due importanti perdite, quella della figlia Vincenzina e quella della moglie.
L'edificio caratterizzato da un'architettura insolita è il risultato della successione e della sovrapposizione di
interventi voluti dai diversi proprietari, in modo particolare si sono sovraposte in esso ben tre mani: il barone
Francesco, il figlio Corrado e la nipote Clementina, cui si deve il completamento della loggia frontale e la torre quadrata
di rinforzo sul lato nord-est.
La struttura è molto vicina al gusto di Corrado Arezzo, un uomo dalla grande ricchezza culturale e dalla sua
variegata poliedricità d'interessi, infatti l'edificio è anche ricco di particolari preziosi, destinati ad affiancare ampi spazi
luminosi a tutto un gioco interno di ambienti incastonati l'uno nell'altro in un mosaico di particolare suggestione. Il
castello di Donnafugata è anche esempio significativo di quella attenzione delle famiglie aristocratiche siciliane per la
casa di campagna, realizzata come elegante dimora del proprietario per molti mesi dell'anno, ma anche luogo
deputato per sorvegliare e verificare l'andamento agricolo del latifondo. L'edificio occupa un'area di 2500 mq e si
articola in 122 stanze. La facciata principale è ornata da una bellissima loggia in stile gotico-veneziano, otto balconi a
sesto acuto che danno accesso alla grande terrazza sottostante la loggia, della belle bifore ingentiliscono le altre
facciate. Fra le stanze più importanti ricordiamo il salone degli stemmi con le pareti ornate dagli stemmi delle più
importanti famiglie siciliane, il salone degli specchi con ricchi tendaggi e mantovane che si alternano a degli specchi che
rivestono tutte le pareti, la sala del bigliardo, l'appartamento del Vescovo, la pinacoteca, la foresteria, la stanza della
musica, il salotto dei fumatori, la biblioteca. Interessante notare il largo uso della pietra pece locale per la
pavimentazione delle stanze. Il castello è circondato da un ampio parco di circa 8 ettari che il barone Corrado Arezzo,
esperto botanico, fece arredare con essenze da lui personalmente scelte. All'interno del parco sono state realizzate
diverse costruzioni, che servivano a rendere più piacevole il soggiorno degli ospiti del barone, fra cui la "coffe house",
il tempietto, il labirinto, una grotta artificiale che riproduce un ambiente carsico e poi alcune vasche e disseminati
parecchi vasi di Caltagirone. Il castello dista da Ragusa circa 20 chilometri ed è raggiungibile, mediante la strada
provinciale procedendo in direzione di Santa Camerina e deviando a destra al bivio per la stazione ferroviaria di
Donnafugata.
Il territorio ibleo, delimitato dal canale di Sicilia a sud e dalle province di Caltanissetta, Catania e
Siracusa da est a ovest, è costituito da un'area prevalentemente collinare, occupata quasi per intero dall'altopiano dei
monti Iblei, la cui cima più alta, il Monte Lauro, raggiunge 986 metri di altezza. Zone pianeggianti sono comunque
presenti nell`area settentrionale del territorio, corrispondente alla valle dell'Ippari, comprendente i comuni di Acate,
Comiso e Vittoria, e costituente il maggiore sostegno agricolo della provincia. Il territorio, in prevalenza calcareo,
presenta un aspetto piuttosto arido e pietroso, ma capace anche di offrire suggestive, specie in primavera, con colori
ed effetti di aspra e selvaggia bellezza. Caratteristici sono i "muri a secco", che a mò di ragnatela intessono l'intero
territorio, costituendo insieme al carrubo un elemento dominante del panorama ibleo. L'opera di disboscamento
incontrollato effettuata dall'uomo nei secoli passati, che ha privato il terreno della sua naturale umidità, e la scarsità delle
piogge contribuiscono ad una difficile e carente situazione idrica. Pochi e brevi, quindi, i fiumi, come l'Acate o Dirillo
(53 Km.), l'Ippari, l'Irminio. Un'altra importante caratteristica della zona è la presenza di veri e propri canyons o cave,
scavate dalle acque dei torrenti che, non assorbite dal calcaree impermeabile del suolo Ibleo, hanno formato solchi
sempre piu` profondi ed estesi. Una importante risorsa idrica è stata fornita dalla realizzazione di dighe, come quelle
sui fiumi Irminio (detta di S. Rosalia), Dirillo (Presso Licodia Eubea) e Mazzarrone (presso Chiaramonte). La flora è di
tipo prevalentemente mediterraneo, differenziata in base alla altimetria: querce e platani nelle zone montuose,
affiancate da oleandri, fichi, acanti, capperi, canne e soprattutto carrubbi, nei restanti territori. La fauna, anche a causa
dei già detti disboscamenti, non è sicuramente fra le più ricche: conigli selvatici, donnole e volatili, più che altro nelle
zone montuose, ma anche uccelli rari come il fenicottero rosa, la spatola e il falco pescatore, nelle zone più paludose
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(lungo le dighe) e gabbiani, nelle diverse specie, nelle zone costiere. Il clima, ovviamente mediterraneo, varia, con
inverni piuttosto freddi ed estati calde e secche nelle zone più interne e sui monti, e diviene più mite ed umido nel
litorale per l'influenza del mare.
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