Faq Didattica Testa e corpo. Poi la tecnica. La

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Faq Didattica Testa e corpo. Poi la tecnica. La
Faq Didattica
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GIGI MADEDDU, IL FORTE FREESTYLER SARDO LOCAL DI SA BARRA (VEDI SPOT GUIDE SU FUNBOARD
N° 144), INIZIA DA QUESTO NUMERO UNA RUBRICA DEDICATA ALLʼAPPRENDIMENTO DELLE PRIME
MANOVRE DEL FREESTYLE, SU COME APPROCCIARSI ALLA DISCIPLINA, COME ARMARE IL MATERIALE
E TANTE ALTRE CURIOSITÀ INTERESSANTI. INIZIAMO ORA A CAPIRE COME CI DOBBIAMO PREPARARE
ALLA NOSTRA USCITA IN FREESTYLE.
Testa e corpo. Poi la tecnica. La disciplina del freestyle si può tradurre in questi tre
elementi, tutti di fondamentale importanza. La ricerca di nuove manovre sempre più
radicali sta portando il windsurf a un livello incredibile. Grazie ad esso le nuove
generazioni di windsurfisti trovano il divertimento nelle acque vicino casa senza il bisogno
di andare a cercare le condizioni epiche. Il livello così alto, tuttavia, fa perdere motivazioni
a molte di quelle persone che si avvicinano ad esso. Per vari motivi faticano a progredire,
decidendo quindi di mollare. Nel corso degli anni però la tecnologia è venuta in aiuto
permettendo alle aziende di produrre materiali super performanti facilitando e
velocizzando l’apprendimento. Grazie ad internet, poi, è possibile vedere video di rider di
qualsiasi livello, potendone studiare i movimenti al rallentatore per carpire i segreti dei
trick che vogliamo imparare. Ormai ognuno di noi ha la possibilità con un pc, un tablet o
uno smartphone di nuova generazione, di visualizzare i video delle singole manovre
creando una sorta di “istruttore virtuale”… Ndr: e di scaricarsi le faq delle vostre manovre
preferite nella sezione dedicata su funboardmag.com
ASPETTO TECNICO
Il trim del materiale da freestyle è uno degli elementi fondamentali per progredire.
L’attrezzatura deve calzare a pennello su ognuno di noi per dare la sicurezza necessaria
per provare le manovre. È molto personale, perché ci aiuta a stare più a nostro agio con
il materiale e a far crescere la sintonia con esso con il passare delle uscite. Io stesso se
prendo il mio materiale trimmato da un altro vado sicuramente incontro a delle difficoltà.
Per trovare l’assetto ideale si deve partire da concetti chiari. L’attrezzatura di ultima
generazione ci permette di partire da un trim consigliato dalla casa produttrice,
soprattutto nel caso della vela, e ci indica con precisione le tensioni di bugna e
caricabasso. Io amo le vele montate a “pallone”. Questo perché mi danno più stabilità,
sentendo una pressione costante del boma nelle mani. Per le manovre moderne avere la
balumina troppo negativa non è ideale, mentre per quelle base la tensione dipenderà da
come vi sentirete voi con il vostro materiale in mano. L’idea generale è quella di avere una
vela molle, motivo che ha spinto molte aziende ad orientarsi sul vele a 4 stecche anche
per il freestyle. Il boma va regolato a seconda della propria altezza, in qualsiasi posizione
mette in evidenza dei pro e dei contro. Ogni rider ha la sua teoria. Qui lascio a voi la scelta!
Per quanto riguarda la tavola il discorso è più semplice anche se dipende dalle vostre
caratteristiche fisiche. Un rider di bassa statura utilizzerà un passo tra strap di prua e
strap poppa più stretto, un rider più alto ovviamente avrà un passo più largo. La cosa
fondamentale è sentirsi comodi sulla propria tavola.
Di norma le strap, a prescindere che si usino calzari o meno, vanno tenute larghe sul collo
e strette sui lati. Questo fa sì che in cadute rovinose il piede non faccia mai perno sulla
strap ma possa ruotare all’interno di essa evitando piccoli infortuni. All’inizio vi sentirete
scomodi ma con il passare delle uscite vi abituerete e non potrete più farne a meno.
Il piedino, ad occhio, va messo a due palmi dal tassello interno delle strap di prua,
prendendo come riferimento il perno. In questo modo avrete il rig abbastanza vicino e
sentirete tutto molto più compatto. Per quanto riguarda la pinna c’è l’imbarazzo della
scelta. Ci sono tantissimi produttori che propongono un modello freestyle e ormai le
tavole di serie offrono pinne di qualità. La misura solitamente si aggira intorno ai 18-20
cm, il giusto compromesso tra portanza e slide.
Il passo della strap: largo sul collo del piede e stretto sui lati.
ASPETTO PSICOLOGICO
La mente è l’unica cosa che può impedire l’apprendimento. Ecco perché è importante
tenerla sempre allenata e concentrata su quello che si fa. La paura di una persona di età
media è sicuramente superiore rispetto a quella di un ragazzo. Ma la paura di farsi male
è comune a tutti, chi più chi meno, e dobbiamo superarla. Un approccio corretto ad ogni
tipo di trick è dato sicuramente dalla preparazione a terra. Anni fa le videocassette ci
aiutavano a imparare. Ora tra sequenze nelle riviste, spiegazioni dei rider, video su
internet e persone che le hanno imparate prima di noi, abbiamo un “istruttore virtuale”
sempre al nostro fianco. Prima di lanciarvi in spettacolari cadute, quindi, è ideale studiare
a casa. Usate, se possibile, un po’ del vostro tempo libero per guardare i video. Ogni rider
ha un suo stile. Ogni inquadratura ha un segreto. Ogni fotogramma potrebbe aiutare il
vostro cervello a far scattare la molla e trovare la vostra chiave per arrivare al risultato.
Non fermatevi al primo che trovate, ma guardatene diversi. Personalmente tendo sempre
suddividere le manovre in varie parti.
TESTO DI Gigi Madeddu
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LUIGI MADEDDU – SAR 3
È un freestyler incallito, quasi maniacale nello studio delle manovre. Sempre tra i primi in Italia in tutte le
competizioni, nel sud della Sardegna è divenuto ormai un guru. Il suo spot, Sa Barra, offre condizioni
perfette per la disciplina più tecnica del windsurf. La sua passione sfrenata per questo sport lo ha
portato ad aprirsi una scuola, il Windsurf Club Sa Barra, per fare del suo sogno la sua vita.
I suoi sponsor sono: North Sails, Fanatic, Gas Fins, Arbeke, Fausat.it e www.windsurf-santantioco.com.
STUDIO:
• direzione della manovra rispetto alla direzione del vento
• posizione e movimenti delle mani
• movimento delle gambe
• movimento del busto
Tutto ciò mi porta a guardare i video così tante volte da arrivare ad immedesimarmi nel
rider stesso.
Cercate di imparare le manovre immaginando una lunga scala di fronte a voi. Ogni
manovra è un piccolo gradino. Pretendere di imparare una manovra di qualche gradino
superiore rispetto al vostro può solo portarvi a perdere tempo e ottenere risultati parziali.
Imparate a tenere alta la concentrazione e non mollare mai. Solo con entusiasmo e
tenacia si arriva giorno dopo giorno al risultato sperato. Importante è divertirsi a cadere,
ma nel modo giusto. Guardate i rider più bravi di voi per cercare di carpire i loro segreti.
Chiedete senza vergogna un aiuto ai più bravi. Nei miei allenamenti all’estero i ragazzi che
fanno coppa del mondo come Taty e Tonky Frans, Kiri Thode, Steven Van Broeckoven e
Gollito Estredo mi hanno sempre aiutato rispondendo alle mie domande e dispensando
consigli che ancora oggi mi porto dietro. Cercate di immedesimarvi nei video che avete
studiato in modo da copiare inconsciamente gli stessi movimenti. In questo modo
riuscirete prima a capire i vostri errori. Una volta capito dove state sbagliando cambiate
immediatamente modo di provare la manovra. Sbagliare ripetutamente per mesi nello
stesso modo ci porta inconsciamente a metabolizzare l’errore e quindi a ritenere che
quella sia la giusta strada, ma non otterremo nulla. Quindi, meglio ricominciare da capo.
ASPETTO FISICO
Mens sana in corpore sano! Il vostro corpo può esservi d’aiuto nell’imparare, ma solo se
sarete fisicamente pronti. Il windsurf stesso è un allenamento. Nei periodi di piatta, però,
ideale sarebbe fare una qualsiasi attività fisica che ci porti a fare fiato e tenere i muscoli
preparati all’uso. Ma soprattutto si prevengono infortuni, che per tutti noi rappresentano
un incubo costante!
Spesso si va in acqua senza la giusta preparazione fisica e il giorno dopo l’uscita si fa
fatica anche solo ad alzarsi dal letto. E in caso di ulteriore vento non si ha la forza per
divertirsi ancora.
Durante l’anno, oltre al windsurf, vado in palestra. Faccio 3 allenamenti settimanali in sala
pesi e 2 giorni li dedico ad un corso di step coreografico e totalbody. I pesi aiutano a
rinforzare i muscoli, lo step a fare fiato e tenere la mente lucida nei momenti di
affaticamento. Quando hai il fiatone, è questione di un attimo perdere la concentrazione
e andare nel pallone. Con lo step devo ricordare la coreografia in modo lucido sottosforzo,
facendo un’attività aerobica. Vi confesso che all’inizio è stato difficile, ma poi ho pensato
che se riesco a fare freestyle, lo step non può essere un ostacolo così insormontabile!
Adesso, passati due anni, ho iniziato a divertirmi non dimenticando mai il motivo che mi
spinge a farlo.
Se andate a fare windsurf, e il vento non dovesse essere ideale, sfruttate quei momenti
per migliorare la vostra tecnica di base. Entrate in acqua e trickettate finché non vi viene
mal di testa a forza di girare attorno al piede d’albero! Anche questo è allenamento, sia
fisico che tecnico. E vi darà sicurezza e sensibilità sulla tavola. Tante manovre si imparano
con il vento leggero prima di metterle in pratica con il vento forte.
Il piedino va messo a due palmi dal tassello interno delle strap di prua.
RIASSUMENDO
Prima cosa fondamentale tenete il cervello sveglio, concentrato e allenato. Studiate più
che potete le move fuori dall’acqua. Trimmate bene il vostro materiale e tenete attivo il
vostro corpo. E cosa fondamentale DIVERTITEVI più che potete!!! Il freestyle potrebbe
essere inteso anche come “passione a cadere”. Trovate gioia nel farlo. Anche nei giorni
più freddi cercate in acqua il vostro sorriso! Il vostro entusiasmo è il motore che vi farà
raggiungere i risultati sperati.
Per le manovre moderne avere la balumina troppo negativa non è ideale.