La vipera e il suo veleno

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La vipera e il suo veleno
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VETERINARIA
La vipera e il suo veleno
(Intossicazione e pronto intervento)
U
na grave preoccupazione dei frequentatori dei boschi, è il malaugurato incontro con la vipera.
Al riguardo ci sono molte leggende e metodi empirici su come intervenire una
volta che questi rettili hanno morso il cane o il conduttore.
Trattandosi di un accadimento che può portare a gravi conseguenze, riteniamo
che l’argomento non vada preso alla leggera e, al fine di fare chiarezza, abbiamo
interpellato il Dr. Franco Farinelli, il quale ci ha scritto una articolo ben illustrato e
molto esaustivo, che ci consentirà di recarci in bosco con una maggior tranquillità.
Nel mondo esistono oltre 300 specie di rettili velenosi ma in Italia, fortunatamente,
ne esistono solo 4 e appartengono tutte ai viperidi:
la più comune è la Vipera aspis (o aspide), diffusa ovunque dalle Alpi alla
Sicilia ma assente in Sardegna e in Corsica e vive fino ad una altitudine di 2500
metri.
zona
vipera aspis
La seconda è la Vipera berus (o marasso palustre), che si trova prevalentemente in luoghi paludosi del centronord e nelle zone prealpine e alpine sino a
3000 m.
zona
vipera berus
Per quanto riguarda l’aspide (la più diffusa), la femmina è lunga
al massimo 75-80cm. e il maschio 70; la colorazione è molto
variabile a seconda della stagione, dell’età, e della muta più o
meno recente. Frequentemente una V rovesciata caratterizza la
regione della nuca; la pupilla è verticale e l’iride grigia; la coda
(misurata dall’orifizio cloacale sino all’apice) è circa 1/7 della
lunghezza totale ed è più corta nelle femmine che nei maschi: la
brevità della coda costituisce la migliore caratteristica per distinguere immediatamente la vipera dagli altri serpenti innocui. A differenza degli altri
serpenti che sono ovipari, la vipera è vivipara, cioè non depone le uova ma partorisce
i piccoli vivi; non risponde a realtà la diffusa diceria secondo cui essa salirebbe sui
rami degli alberi a partorire per evitare di venire morsa dai suoi stessi figli.
Solitamente le vipere si svegliano dal letargo invernale all’arrivo dei primi tepori primaverili, però possono ritardare o anticipare il risveglio a seconda dell’andamento
stagionale; nei primi giorni di marzo sono in genere pigre e sonnolente e tendono a
nascodersi se vengono disturbate. Con il procedere della stagione sono più attive,
anche più aggressive e possono diventare persino pericolose quando sconfinano
dal loro habitat normale. Negli ultimi anni si sono avute frequenti segnalazioni di
vipere in ambienti come orti o prati o giardini adiacenti abitazioni: si ritiene che
questo comportamento anomalo sia dovuto ad una eccessiva presenza di cinghiali
nel bosco. La vipera si muove strisciando con moto lento e continuo e se minacciata
da vicino, senza via di fuga, inizia a soffiare ed eventualmente, morde. Gli avvelenamenti si osservano di solito nei mesi tra aprile e ottobre e le localizzazioni più
frequenti sono agli arti (uomo) e alla faccia nei cani (labbra e naso in particolare).
Le principali caratteristiche che permettono di distinguere una vipera da un comune (e innocuo) serpente colubride sono:
1 la pupilla sottile e verticale anziché rotonda
2 coda corta anziché lunga
3 corpo tozzo anziché sottile
4 testa triangolare anziché ovoidale
5 colorazione poco appariscente, mai verde, giallo o rosso
6 presenza in bocca di due vistosi denti veleniferi
7 talune specie hanno una protuberanza cornea in corrispondenza del naso simile
ad un corno 8 lunghezza inferiore al metro
serpe comune
La terza è la Vipera ammodytes (o vipera del corno), presente in AltoAdige, Triveneto e Friuli (Carnia) sia in montagna che in pianura. Potenzialmente
è la più pericolosa delle quattro; sia perchè, a differenza delle altre che diventano
inattive durante le digestione, essa conserva invece la sua aggressività; sia perchè, quando morde, è quella che inocula la maggiore quantità di veleno (7mg.).
vipera
occhio
pupilla rotonda e
piena
pupilla
verticale
coda
zona
vipera ammodytes
forma allungata
breve e tozza
morso
La quarta è la Vipera ursinii (o vipera dell’Orsini), la più piccola ed innocua,
diffusa nell’appennino abruzzese e umbro-marchigiano.
testa
zona
vipera ursinii
PRONTO SOCCORSO
Le vipere si nutrono di piccoli animali (rane, rospi, uccellini, topi) che immobilizzano e
uccidono con il loro veleno (infatti non sono capaci di soffocare le prede come fanno
i colubridi), iniettato tramite due denti acuminati e scanalati, lunghi circa 5-8 mm.;
quando la vipera morde si ha la fuoriuscita del veleno (per compressione della ghiandola velenifera) che attraversando la scanalatura dei denti penetra nella vittima.
Il veleno della vipera è pericoloso anche per l’uomo ma molto raramente è mortale;
tutto dipende dalla quantità iniettata, dalla zona del morso (molto pericolosi i morsi
al collo), dalle condizioni fisiche del colpito e dalla tempestività del soccorso.
Come tutti i rettili, anche le vipere amano il calore dei raggi solari e le superfici
che lo trattengono, quindi i loro posti prediletti sono: le pietraie, i muri diroccati,
le fascine di legna e i tronchi d’albero accatastati, vecchi ruderi abbandonati, i
pagliai, le rive di stagni e fossati. Stanno quasi sempre a terra, molto raramente
su cespugli o alberi, poiché si arrampicano con difficoltà. Sono animali pigri, si
spostano solo per cercare cibo, preferibilmente di giorno più di rado durante la
notte; normalmente stanno ferme in luoghi tranquilli e caldi, rifuggono dall’uomo
e mordono solo se si sentono minacciate senza via di fuga.
Per evitare il morso della vipera è sufficente osservare alcune semplici norme:
1 indossare scarponi con calzettoni e pantaloni robusti non aderenti che possono
ostacolare la penetrazione dei denti (il veleno infatti può essere inettato solo ad
una profondità massima di 3-4 mm.)
2 farsi sentire, battendo il suolo con un bastone (le vipere sono sorde ma percepiscono bene le vibrazioni del suolo)
3 attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia (un morso al collo può provocare la
morte per soffocamento a causa del solo gonfiore, indipendentemente dal veleno
inoculato)
4 non infilare mai le mani sotto a cespugli, rocce, cataste di legna, tronchi o nelle
fessure dei muri
5 non lasciare mai spalancate le portiere delle automobili
6 se si posano indumenti a terra (sempre meglio appenderli) scuoterli energicamente prima di indossarli
7 attenzione a dove si posa il cibo, specie le confezioni aperte di latte (le vipere
ne sono ghiotte)
8 se ci si imbatte in una di loro restare immobili o indietreggiare in modo da offrirle
una via di fuga (non è vero che insegue l’uomo ma anzi è un animale molto lento)
9 mai cercare di calpestarla: si rivolterebbe.
Esiste comunque la possibilità di essere morsi anche da serpenti che non sono
vipere e perciò è importante saper riconoscere il morso di quest’ultima onde non
allarmarsi inutilmente: quello della vipera è caratterizzato da due fori evidenti e
distanti tra loro circa 1cm. (assenti nel caso di una serpe innocua) mentre quello di
un comune serpente è contraddistinto da una serie di piccolissimi forellini; inoltre
il morso di vipera è molto doloroso e si osserva fuoriuscita di sangue e siero dai
due fori.
Il suo veleno ha un’aspetto denso, come glicerina, e un colore giallo oro (a volte
verdastro), ed è formato da un mix di tossine ed enzimi che provocano gravi danni
al sistema cardio-circolatorio, nervoso, renale ed epatico.
Un enzima (ialuronidasi) ha la funzione di favorire la diffusione del veleno nei tessuti; un altro (fosfolipasi) distrugge le cellule nervose e gli eritrociti; un altro (proteasi) è responsabile della azione emocoagulante e vasculonecrotizzante, e causano
un improvviso edema con stravasi ematici nel sito di inoculazione, poi emorraggie
sistemiche e shock; un altro (esterasi) sarebbe responsabile della liberazione di
sostanze vasoattive (chinine, istamina e serotonina) che causerebbero la brusca
ipotensione caratteristica di questo avvelenamento.
PRONTO SOCCORSO
Perdita di coscienza
Sintomi: l’infortunato non parla, non si muove, non avverte sensazioni anche dolorose, non reagisce. Si possono avere arresto cardiaco e o respiratorio.
Pronto soccorso: rimuovere l’eventuale causa, controllare il battito
cardiaco ed il respiro, praticando se necessario il massaggio cardiaco (vedi e/o la respirazione artificiale; procedere come per lo shock
(vedi), e ricovero all’ospedale.
Frattura
Sintomi: dolore vivissimo e crescente, gonfiore, rossore, deformità
(perdita dell’aspetto anatomico normale) impotenza funzionale anche assoluta (es. una gamba fratturata non regge il peso del corpo)
movimenti o posizioni anomali, crepito o rumore di scroscio (dal fregamento dei due monconi fratturati)
Complicazioni: emorragie (vedi compressione di nervi, shock).
Pronto soccorso: intervenire sullo shock e sull’emorragia eventuali,
immobilizzazione provvisoria: supporti rigidi (stecche, rami) possibilmente imbottiti, legati con bende, fazzoletti, ecc. Immobilizzare l’articolazione a monte e a valle della frattura. Ricovero.
Le tossine sono del tipo neurotossico, cardiotossico e citotossico, agiscono a livello
di cervello, cuore, sangue, fegato e reni, provocando gravi danni.
Occorre comunque precisare che per causare la morte di un uomo di costituzione
normale ed in buona salute occorrono circa 14-16 mg.di veleno e che, in media,
la vipera quando morde ne inietta 4-7 mg.: quindi è molto improbabile che il suo
morso risulti mortale, a meno che la persona non sia anziana o malata. Può invece
essere una dose letale per il nostro amico a quattro zampe, il quale, può facilmente
venire morso in una zona corporea molto vascolarizzata come il collo o le labbra,
con conseguente rapido e totale assorbimento del veleno.
Il veleno può causare
1. nel punto di inoculo:
rapida comparsa (in 20 min.circa) di edema (cioè gonfiore) intorno al morso fortemente doloroso, freddo, duro, di colore rosso-bluastro con ecchimosi, tendente ad
estendersi con formazione di chiazze cianotiche ed ischemiche, mentre dai fori di
inoculazione fuoriesce una sierosità ematica.
2. a livello generale:
abbattimento, vomito e diarrea accompagnati da coliche e dolori addominali, ematuria (cioè urine con presenza visibile di sangue), forte ipotensione e tachicardia,
poi stato di shock che culmina nel collasso.
L’INTOSSICAZIONE DA VELENO DI VIPERA RAPPRESENTA SEMPRE UN EMERGENZA MEDICA:
trattamenti inadeguati o ritardati possono avere conseguenze tragiche. Prima di
iniziare un qualunque trattamento bisogna stabilire (con le modalità che abbiamo indicato precedentemente) se il serpente che ha morso il nostro cane era
o meno una vipera. Accertato questo, bisogna cercare di tranquillizzare il nostro
amico poiché l’agitazione e il movimento favoriscono l’assorbimento del veleno. E’
utile lavare e disinfettare (se possibile) la ferita, infatti il veleno è idrosolubile: MAI
USARE ALCOOL! (il veleno a contatto con alcool produce delle sostanze tossiche).
E’ preferibile usare acqua ossigenata al 3% o una soluzione di permanganato di
potassio. Nel caso che il morso sia ad una zampa, applicare un laccio a monte
(può servire anche un nastro o un fazzoletto o un foulard), tenendo ben presente
che è necessario solo rallentare la circolazione linfatica (che è la via principale di
assorbimento del veleno) e non bloccare quella arteriosa (la qual cosa potrebbe
provocare una grave necrosi dell’arto): quindi è bene non stringere troppo il laccio,
ma lasciare uno spazio sufficente al passaggio di un dito. Utile (ma solo se fatta
immediatamente) è pure l’aspirazione del veleno fatta con le apposite coppette
reperibili in farmacia: MAI FARLO CON LA BOCCA! Il veleno infatti può essere
assorbito tramite piccole escoriazioni delle gengive o della lingua o delle labbra.
NON PRATICARE IL TAGLIO A CROCE SUL MORSO: non serve a nulla se non ad
aumentare i rischi di necrosi locale e a provocare un’infezione. Avendone la possibilità, può essere utile raffreddare la zona con acqua fredda o ghiaccio tritato o
spray refrigeranti: NON MANTENERE IL GHIACCIO TROPPO A LUNGO SUL MORSO! Potrebbe aggravare la necrosi locale. Sono disponibili in commercio apparecchi elettronici che avrebbero (tramite una piccola scarica elettrica applicata sui fori
del morso) la capacità di inattivare il veleno di vipera, semprechè vengano utilizzati
immediatamente dopo il morso.
E’ COMUNQUE INDISPENSABILE NON PERDERE TEMPO E RAGGIUNGERE PRIMA
POSSIBILE UN PRONTO SOCCORSO VETERINARIO.
Non è, infatti, consigliabile somministrare immediatamente il siero antivipera;
questo non è una misura di pronto intervento e, solo se necessario, potrà venire
somministrato sotto il controllo di un veterinario preparato a fronteggiare eventuali
complicanze: principalmente, lo shock anafilattico.
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