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2 n. 21 - 13 ottobre 2012 n. 21 - 13 ottobre 2012 Pubblicità pagina intera Sommario La Goccia n. 21 - 13 ottobre 2012 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana La Goccia REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N. 430/92 DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIA SAVOIA, 1 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA COMITATO DI REDAZIONE MARIA C. BONELLI ROSAMARIA BUSTO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO ROBERTO MUSCOLINO GIUSEPPE PIZZULLI GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE FRANCO ROMANO ANTONELLA CARRERA MICHELANGELO ZANELLI GIORGIO MOREA LUCA CALABRESE VIOLA LAVERMICOCCA GIOVANNI MATERA FLORIANA RIBECCO BALDASSARRE D’ANGELO WANDA PUCCI LIBORIO PATIMISCO SARAH SCORPATI CORRADO STRADA TERESA GALEOTA MIKI MARCHIONNA VINCENZO D’ANGELO MINO NOIA PIERO ZANELLI CANTA STORIE TERESA GALEOTA COSIMO VAVALLO STEFANIA LUISI fOTO: ERASMO MAZZONE AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE STAMPA tipografia ACITO [email protected] Non ci sto... di Stefano Giove pag. 4 Le interviste di RG… di Floriana Ribecco pag. 17 Andiamo al… di Miki Marchionna pag. 33 Le feste… Viabilità… Ungaretti… Calabrese… Int. Leccese… Viaggio nel… di Stefano Giove pag. 5 di Stefano Giove pag. 6 Le favole di grim di Esseggi pag. 17 di S Giove - L Patimisco pagg. 18/20 In... condominio di Grim pag. 7 di Wanda Pucci pag. 20 Versus di From Vinta… di From pag. 7 Notizie flash… di Giulio Pinto di F B pag. 21 Auguri agli sposi... pagg. 8/9 di Redazione pag. 22 Le caricature… Cento anni… di Giorgio Morea pag. 9 Il degrado… di Canta Storie pag. 10 Imu… di Canta Storie pag. 11 Comitato Renzi… di Cosimo vavallo pag. 11 Primarie… di Teresa Galeota pag. 12 Le feste… di M C Bonelli pag. 13 di SG pag. 23 Dialoghi… di Corrado Strada pag. 24 Mai più… di Rosamaria Busto pag. 25 Storie di… di Antonella Carrera pag. 26 Un medico in… di Piero Zanelli pag. 27 Ricerca e … di Giovanni Matera pag. 28 Concorso… Il tesoro… Avis Utopia… Noi e… Rotary… di Franco D’Attoma pag. 14 di Baldassarre D’Angelo pag. 14 di Mario D’Alconzo pag. 14 di Giuseppe Pizzulli pag. 31 di Sarah Scorpati pag. 32 di M C Bonelli pag. 26 di M C Bonelli pagg. 34/34 di Luca Calabrese pag. 35 Home page… di Roberto Muscolinoo pagg. 35/37 Aumento… di Mino Noia pag. 37 Meeting… di Stefania Luisi pag. 38 Il dottor… di S G pag. 38 Le massime del… di Vincenzo D’Angelo pag. 39 Calcio a 5… di Baldassarre D’Angelo pag. 39 Ginosa corsaro… di Domenico Ranaldo pagg. 40 Ginosa primato… di Domenico Ranaldo pagg. 41 Trofeo… di C pag. 42 Questo numero de La Goccia è stato chiuso alle ore 12.00 del 10 ottobre 2012 3 46 4 l’editoriale n. 21 - 13 ottobre 2012 Non ci sto! Leggo le stime del Fondo Monetario Internazionale che riducono seccamente le prospettive di crescita del Pil italiano, che si contrarranno del 2,6% nel 2012 e dello 0,7% nel 2013. Il calcolo è nel Rapporto economico mondiale, che rivede al ribasso, dello 0,4% per entrambi gli anni, le previsioni pubblicate a luglio. Secondo l’Fmi, inoltre, difficilmente la ripresa si affaccerà prima di fine anno 2013, quando la variazione del PIL risulterà ancora invariata. La bassa crescita si traduce anche in un allarme disoccupazione, con il tasso dei senza lavoro destinato a impennarsi fino all’11,1% nel 2013. Insomma uno scenario davvero preoccupante. Di fronte a questo dramma non riesco a capacitarmi per quello che succede a Taranto, laddove si sta procedendo a smantellare una azienda che ha garantito tanto lavoro in questi ultimi cinquant’anni, nel nostro territorio e potrebbe continuare a garantirne. Parlare di lavoro e di Ilva a Taranto sembra quasi dire una parolaccia. I dati (molto spesso manipolati) che vengono diffusi, servono a creare un clima di allarmismo che, credo, sia per certi aspetti sospetto. Questo non significa non chiedere che siano rispettate le norme che tutelano l’ambiente e la salute dei cittadini. Tuttavia quello che sta accadendo a Taranto credo sia fuori da ogni logica… Nessuno mette in discussione il fatto che Riva debba realizzare tutte le opere necessarie per evitare che si continui a inquinare impunemente la città di Taranto e le zone circostanti. Nessuno nega che in questi anni si è fatto poco e forse anche male… ma da questo a lanciare degli ultimatum come fa la Procura di Taranto ce ne corre. Che cosa significa, spegnere gli impianti? Significa: chiudere lo stabilimento e far perdere all’Italia la possibilità di avere una importante attività siderurgica! In Germania, in Cina si fregano le mani per la nostra stoltaggine… e devo dire che, a volte, sono portato a pensare che qualcuno dei tanti facinorosi, che oggi scoprono Taranto e i problemi dell’Ilva possa essere, senza volerlo, un aiuto importante per cinesi e tedeschi. Le motivazioni che stanno alla base di alcune decise prese di posizioni della Giustizia sono: «la salute dei cittadini non è una merce e come tale non può essere oggetto di mercanteggiamento!» Proviamo a pensare cosa accadrà a migliaia di persone se l’Ilva chiude i battenti. Avremo qualche migliaio di disoccupati in più nel nostro territorio e questo non farà altro che alimentare un aumento della condizione di schiavitù nel rapporto di lavoro. Migliaia di disoccupati inevitabilmente andranno a far crescere il numero di coloro i quali pur di “portare il pane a casa” saranno disposti ad accettare tutto. Non lo so, ma rientra anche la condizione di lavoro tra quelle da tutelare? Il problema della disoccupazione diventa anche un problema di “salute mentale” per tante persone. O no? Io credo di si! E lo dico, nella consapevolezza che in tanti diranno peste e corna su quanto sto affermando… E, tuttavia, vorrei porre una domanda semplice: chiedo di poter conoscere quanto è la prospettiva di vita per una persona che vive a Taranto e nella sua provincia. Se a Taranto c’è la “strage quotidiana”, ci dovrebbe essere per chi vive in questo territorio una prospettiva di vita inferiore a quella della altre città italiane! Sono convinto che tutte le battaglie per imporre a Riva di eliminare le fonti di inquinamento debbano essere fatte… ma un conto è fare una battaglia, altro è chiudere per sempre una attività che tanta ricchezza ha dato (e dà) al nostro territorio. Non dimentichiamo che in Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità PRO GE CO Viale Martiri D’Ungheria, 52 74013 Ginosa (Ta) Arretrati (costo € 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via M. D’Ungheria n. 52 74013 Ginosa (TA) indirizzo di posta elettronica: [email protected] La Goccia on line arcipikkia.it Tel. 099.8294879 - 099.8294550 Cell. 368.3561703 - 330.624347 giro per la provincia di Taranto ci saranno qualche decina di migliaia di pensionati ex Italiser, che consentono a tante famiglie di vivere dignitosamente… provate a immaginare quale sarebbe la vita per tanti, senza le pensioni degli ex italsiderini… Qualcuno dovrebbe anche leggere qualche dato sull’emigrazione, quello che è successo nella provincia di Taranto e quello che è accaduto in tante altre province meridionali, in passato. Chissà se i patimenti, le sofferenze, prodotti in quelle famiglie che hanno conosciuto e conoscono il triste problema della lontananza dai proprio figli, dai propri nipoti aspettando con ansia l’arrivo dei periodi di vacanza per poter condividere la gioia di stare insieme ai propri cari, sono stati dimenticati. Non credo, sono ancora troppo recenti. Non riesco proprio a pensare che un signore venuto dal Lazio, uno di quelli che vivono con il lauto stipendio di chi ha fatto solo attività politica, possa stabilire che si possa immiserire una comunità! No, io non ci sto! Stefano Giove cronaca n. 21 - 13 ottobre 2012 5 Si rinnova la “magia” de le “Fièste”. Belle le Feste 2012 Le feste patronali sono un momento importante per la vita di una comunità, in esse sono custoditi: fede, tradizione, storia. Sicuramente qualcuno (quelli della mia età) dirà che non hanno più il fascino di una volta, quando le feste le avvertivi già da qualche giorno prima… sin da quando le nostre mamme e nonne portavano i “ramoni” al forno per le pastarelle, i taralli, i dormenti… Gli odori che si espandevano per le nostre vie erano tali da farci fantasticare per le cose che avremmo mangiato… oggi non si aspetta più le feste per mangiare dolci e leccornie, così come non si aspetta la befana per ricevere un giocattolo… Eppure, nonostante non ci sia più quell’attesa… le Feste sono le Feste e in nessuna altra circostanza tu vedi per le vie, in giro per Ginosa tante, tantissime persone. In questi giorni, qualcuno su facebook ha scritto perché spendere i soldi pubblici per le luminarie, i fuochi, le bande… Ho cercato di controbattere dicendo che quei soldi sono oboli volontari che ognuno liberamente dà, e vengono dati proprio perché ci siano quelle attività e una “illuminazione scadente”, dei fuochi d’artificio non all’altezza, delle bande musicali scarse non fanno piacere a chi quei soldi da dato. Devo dire che quest’anno ci sono state scelte azzeccate a cominciare dalla limitazione della circolazione delle auto in certi tratti del centro, che ha funzionato magnificamente. Una citazione particolare anche per quanto riguarda le orchestre e il gruppo del lunedì: tutti veramente bravi. Complimenti. Che dire le Fièste so’ le fièste!!! SG Foto Erasmo Mazzone 6 cronaca n. 21 - 13 ottobre 2012 Raffaele Calabrese assolto per la vicenda delle foto… e Perniola gli cede (forse) il posto in Consiglio comunale. Fece molto rumore, lo scorso anno, la vicenda delle foto di casa Misseri. Come si ricorderà l’ingegnere Raffaele Calabrese, appena nominato assessore comunale, della neonata Giunta De Palma, vi si ritrovò coinvolto e questo innescò una richiesta di dimissioni dall’incarico amministrativo; e avendo egli opposto rifiuto a tale richiesta, fu rimosso con un provvedimento del sindaco. Seguirono anche riverberi presso il tribunale amministrativo ma non sortirono alcun effetto. Oggi, la sentenza del giudice monocratico Ciro Fiore ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Raffaele Calabrese, che così chiude con una assoluzione l’intera questione. La vicenda giudiziaria si è chiusa con l’assoluzione dell’esponente del partito di Pionati e proprio l’assoluzione, se chiude la vicenda giudiziaria, apre la questione politica… come sarà ripagato del danno subito Raffaele Calabrese? Tutti ricorderete che all’indomani della rimozione ddell’ing. Calabrese, l’ADC si riunì per decidere chi doveva prenderne il posto. Il segretario provinciale del partito e leader indiscusso, Giovanni Perniola, propose l’indicazione di Felice Vizzielli in una funzione di interim per attendere l’esito del processo… l’assemblea, invece, votò una soluzione definitiva e assessore diventà l’ingegnere Franco Santantonio. Adesso cosa succede? La domanda l’ho posta a Nino Perniola che mi ha risposto: «Io mi dimetto da consiglie- re comunale e questo permetterà a Raffaele Calabrese di sedere in Consiglio Comunale. Intanto voglio esprimere le più vive felicitazioni a Raffaele per essersi liberato in maniera brillante di questa vicenda… detto questo ritengo che il problema adesso passa nelle mani del sindaco che deve decidere il che fare. Io intanto libero il posto in Consiglio, il resto si vedrà». Certamente la situazione è molto delicata e potrebbe innescare un rimescolamento delle carte e ridisegnare la Giunta comunale. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà, non dimentichiamo che al di là dei numeri (la maggioranza è cresciuta di una unità con l’arrivo del Consi- gliere comunale Donno) le fibrillazioni all’interno della maggioranza non sono mancate e hanno coinvolto più di un esponente. Certo, per Perniola la rinuncia alla carica di consigliere comunale lo espone al rischio di trovarsi fuori dai giochi politici… probabilmente, da navigato uomo politico… egli guarda alla prossime elezioni del 2013 e al peso che il suo pacchetto di voti può rappresentare. Ma si dimetterà Periniola? La domanda viene spontanea. Venerdì scorso era sicuro… adesso un po’ meno! Esseggi scherzi a parte Le favole di Grim n. 21 - 13 ottobre 2012 Passi perduti 7 C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occhiocitrullo, dove, assai di frequente, ciò che in altri luoghi aveva un preciso significato, lì ne poteva avere diversi. Era (fra i tanti) il caso dei “passi”, che, per i più, venivano contati e ordinati per far balli in allegre feste, ad Occhiocitrullo, invece, avevano ben altro intento. Come accadde una volta. All’indomani dell’incoronazione di sua maestà, messer delle Palme, messer Acchiappavento, suo fido cavaliere, fece un passo indietro quando il re stava per porgli la nomina di gran ciambellano di corte, per continuare ad essere un semplice cortigiano del gran consiglio. Il sovrano, sbalordito da quel passo indietro, nominò in sua vece un giovane di belle speranze venuto dalla Calabria e quello fece subito un passo avanti. Il caso volle, però, che, a pochi giorni dalla prestigiosa investitura, al giovane capitò uno spiacevole infortunio sicché, la corte tutta intera chiese a gran voce al re di cacciare il giovane da palazzo per la sua indegnità. Sua maestà lo convocò il giorno stesso e gli disse: «Carissimo… credo che tu debba fare un passo indietro e rinunciare al titolo che t’ho poc’anzi dato… troppe malevoli voci corrono sul tuo conto e, tu comprendi, le malelingue compromettono assai l’immagine del regno che governo…». Il giovane venuto dalla Calabria, dopo aver ascoltato il re, rispose: «Io, maestà, sono solito fare passi avanti e non indietro… quel che m’è capitato è una calunnia … che, purché fosse, non investe e non adonta il titolo di gran ciambellano di questa corte, pertanto… io di passi indietro non ne faccio. Se proprio la mia presenza non ti aggrada, spingimi tu!... se ne hai il coraggio!» Sua maestà indignato dalla risposta avviò un lungo braccio di ferro col giovane e alla fine lo scacciò da palazzo. La sua cacciata lasciò libero lo scranno di gran ciambellano di corte, che, a quel punto doveva essere occupato da qualcun altro! E messer Acchiappavento, che voleva salvare i cavoli (e la capra del suo protetto), chiese ai suoi alleati pio-nati, di esercitare tutta la loro influenza sul re per dare il titolo al vecchio vicerè, in attesa che il giovane di Calabria si districasse dall’ingarbuglio in cui s’era cacciato per riprenderselo . Ma gli amici riservarono una dura sorpresa a messer Acchiappavento e il poveretto s’accorse che i pii-nati non erano alleati amici ma alleati traditori! Sicché piuttosto che il Felice vecchio viceré, don Franco (assai giovane di lui) che correva più veloce, lo batté con diversi passi di vantaggio e prese il tanto disputato titolo di gran ciambellano, tolto al giovane di Calabria. Messer Acchiappavento fece buon viso a cattivo gioco. Ingoiò il rospo e rimase al suo posto. L’unico a farne le spese fu il giovane che dovette subire l’onta della cacciata, allontanarsi a lesti passi, senza possibilità di ritorno. Il tempo passò e giunge il giorno del giudizio. Il giovane, ritenuto irresponsabile dell’infortunio in cui s’era cacciato, venne assolto da ogni responsabilità… a quel punto rimaneva solo la cacciata. Fu allora che Messer Acchiappavento si recò dal sovrano e gli chiese di rimettere al suo posto il giovane di Calabria… ma il sovrano facendo orecchie da mercante… rispose: «Mai e poi mai quel giovane siederà nella mia corte… troppo impudente è stata la sua risposta quando gli ho chiesto di fare un passo indietro!» Acchiappavento ribatté: «Maestà, dovete comprendere l’ardimento del giovane… in fondo anche voi, siete stato giovane e in passato, non è che avete rinunciato a fare i vostri passi…» Ma il re non volle sentir ragioni (così come non ne volle sentire il don Franco dei santantoni, in quanto a fare un passo indietro per lasciare il titolo ricevuto). Per il povero messer Acchiappavento la faccenda si faceva complicata: da una parte il giovane cavaliere che scalpitava per riavere il suo… dall’altra un re capatosta, dall’altra ancora un don Franco attaccato alla poltrona…. Per fortuna, però, l’Acchiappavento era uomo dalle mille risorse e, un giorno, di buon mattino, si recò a palazzo reale e chiese udienza al sovrano. Giunto che fu dinanzi a sua maestà il re, dopo un riverente inchino, disse: «Maestà, sono qui a comunicarvi che intendo lasciare libero il mio scranno, nel Gran Consiglio, per il giovane cavaliere venuto dalle Calabrie! Ve lo dico e ve lo dimostro!» E, così dicendo, consegnò nelle mani del sovrano una pergamena in cui erano vergate, col suo sangue, i suoi desiderata. Il re, rimase immobile, sbalordito e pensieroso e, dopo un po’ chiese: «Avete valutato bene il valore del vostro gesto, messere? Vi rendete conto che rischiate di rimanere senza alcun posto?» «Si Maestà – rispose Acchiappavento – ho fatto le mie valutazioni. Ma vorrei ricordare che voi potete, se volete, cambiare i vostri gran ciambellani in qualsiasi momento… e io sono sempre pronto a fare un passo indietro, ma anche uno avanti per servire il mio RE!». Il sovrano capì in che guaio s’era cacciato e, forse, adesso, il passo indietro lo doveva chiedere al don Franco… Morale della favola: zumpe cetrulle n’ ngule all’urtelane 8 cronaca n. 21 - 13 ottobre 2012 Notizie Flash Rubrica a cura di Giulio Pinto ..in risposta a Giovanni Ranaldo Ho letto la sua opinione sul breve articolo “BCC: si rinnova il CdA”. Mi sorprende il suo rizelo, per le notizie riportate nell’articolo “per la violazione, da parte di chi ha fornito le notizie, dell’obbligo di riservatezza che vige sugli atti consiliari”, considerata la sua lunga presenza nel CdA della BCC, il ruolo di vicepresidente ricoperto e soprattutto la sua profonda conoscenza del tessuto sociale locale. Le informazioni a supporto dell’articolo provengono dalla strada e sono state assunte da semplici cittadini che a loro volta le hanno apprese da altri cittadini con la tecnica del “passa parola”. Una caratteristica della BCC ed in particolare dei vari CdA che si sono succeduti, è stata l’assoluta mancanza di riservatezza sugli argomenti discussi e sulle determinazioni assunte; dopo pochi secondi erano già argomento di congratulazioni, se si trattava di un finanziamento concesso o di lagnanza nel caso di esito negativo. “citt citt miènzz a chiazz” è sempre stato così! Figuriamoci come l’attenzione della opinione pubblica marinese, per buona parte soci della BCC si sia esaltata alla notizia che la metà del consiglio di amministrazione dell’unica banca locale si era dimessa, considerato, inoltre, che buona parte dei dimissionari sono nipoti del presidente, dott. Franco D’Alconzo! Quindi nessun topino ha fornito le informazioni peraltro generiche ed acquisite per strada. Nessuna considerazione è stata fatta, nell’articolo, sul comportamento assunto dai consiglieri dimissionari. I tanti soci della banca i panni sporchi, a cui si riferisce, più che lavarli, sempre “in casa”, vorrebbero conoscerli specificatamente, lavarli insieme, nel vero spirito cooperativistico e non apprenderli da un giornale. Peraltro la Banca non è un partito politico, per cui gli eletti devono rendere conto del loro operato ai propri elettori …anche perché, caro Giovanni, sono noti a tutti i criteri italici di votazione ed elezione degli organi di governo, ad ogni livello! ***** Il ponticello di via della Pace Molti cittadini ci chiedono quando verrà realizzata la segnaletica. Rivolgiamo la domanda a chi di competenza. ***** Documento dell’Esecutivo L’Esecutivo del Movimento politico AMBIENTE e LAVORO, «Nella riunione, dopo ampia e approfondito dibattito, ha votato alla unanimità il seguente documento. Quello che in questi mesi si sta vivendo a Taranto, in merito alla nota vicenda ILVA, è qualcosa di sconcertante che va a discapito della intera comunità tarantina tutta. L’artificiosa contrapposizione che molti cercano di alimentare non fa altro che il gioco di padron RIVA. La magistratura ha avuto il merito di mettere in evidenza il problema nella sua drammaticità, anche se la cittadinanza e con essa anche parti della società civile, ne avevano coscienza, basta leggere i vari interventi, avuti in questi anni. La strada che oggi la magistratura è stata costretta a intraprendere a ben vedere era già stata annunziata da tempo, se andiamo a riprendere le sentenze emesse negli ultimi anni e le dichiarazioni re- se da Procuratore alla Commissione Parlamentare d’inchiesta, si comprende molto bene che non aveva altra alternativa alle decisioni prese in questi giorni. Quello che dobbiamo chiederci è perché questi segnali, rivenienti dalla società civile e dalla magistratura non sono stati presi in considerazione dai vari poteri politici, dando seguito a decisioni che evitavano la situazione attuale legiferando in tal senso, solo oggi molti si scoprono ambientalisti. Perché padron RIVA, se è vero che ha a cuore lo stabilimento di Taranto, ancor oggi non ha presentato un cronoprogarmma credibile ed attuale ma solo alcune pagine di intenzioni? Quello che oggi è importante, più di ieri, è di trovare un punto d’equilibrio reale tra ambiente e lavoro, chiedendo a tutti di avere onestà intellettuale, senza sfruttare la situazione a propri fini politici o di prossime campagne elettorali. Qualcuno deve anche spiegare che fine hanno fatto i vari finanziamenti per Taranto ( vedi i 50 milioni di euro stanziati per il quartiere tamburi oggi si parla solo di 8 nel decreto per il disinquinamento). Cosa si è fatto e realizzato dopo l’emanazione del decreto del 23/04/1998, avente come titolo “” Approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Taranto””, dove alla pagina 173 (comparto aria), veniva già indicato che vi era un superamento dei limiti di inquinamento e nella scheda vi è un indicazione delle fonti inquinanti. Per questi motivi l’Esecutivo del movimento politico AMBIENTE E LAVORO ha deliberato di dare mandato ai legali per approntare un esposto alla Procura per accertare se vi sono stati in questi anni mancanza di vigilanza o omissioni da parte degli enti preposti al vigilare , controllare o legiferare in materia. Riteniamo che questo è il momento in cui la politica deve essere capace di fornire risposte ai bisogni della Comunità tutta. La solidarietà trova il suo tempo, oggi vanno fatte delle scelte reali e realizzabili ma soprattutto chiare e condivise. cronaca Il coordinatore del movimento politico Ambiente e Lavoro CICORIA Mario» ***** “La Festa Patronale tra disagi e difficoltà, ma con la forza della devozione e della speranza”: il saluto del sindaco De Palma Le Feste Patronali, in onore di Maria SS.ma del Rosario e dei Santi Medici, sono alle porte e con grande gioia possiamo constatare la loro indiscussa continuità nei secoli e la presenza di una comunità sempre attiva e vitale. Una delle più antiche tradizioni religiose della nostra Città, portate avanti con dedizione da numerosi e appassionati confratelli e consorelle con la guida spirituale dei parroci, ove la protagonista principale è la fede. Una fede che il popolo ginosino ha sempre conservato e consegnato alle generazioni di ieri, di oggi e sicuramente di domani. Già, il domani!? Un tema tanto attuale e che tutti indistintamente, ogni giorno, ci chiediamo con lo sguardo rivolto, oltre a noi stessi, ai nostri figli, ai nostri nipoti e alle giovani generazioni. La paura di non avere risposte certe, magari caratterizzate, come nel passato, da n. 21 - 13 ottobre 2012 9 una sicura scientificità di previsioni, porta gli uomini di oggi alla più totale confusione. Predomina, di conseguenza, lo smarrimento della propria identità. Ecco, perciò, il grande valore che assume la nostra “festa” che andremo ad onorare. Un valore inteso quale ricerca verso la speranza e la piena volontà a rimboccarsi le maniche per costruire un futuro migliore e accontentarsi anche e soprattutto del “poco”. Anche nella qualità di Primo Cittadino, insieme all’intera Amministrazione, avverto quotidianamente i disagi e le difficoltà della comunità ginosina e risulta complesso trovare soluzioni alle tante e varie richieste. Approfittiamo tutti, quindi, della “nostra festa” e ritrovare la fiducia in noi stessi. La comunità di Ginosa e di Marina di Ginosa che si riunisce nel nome dei Santi Patroni e che, oltre ad essere una sagra popolare, torni ad essere anche e soprattutto una “festa religiosa”. Non per ultimo, porgo un affettuoso abbraccio e il cordiale benvenuto ai nostri concittadini che raggiungeranno la propria terra natìa da più parti dell’Italia e del mondo. Auguri e buone feste a tutti! Il Sindaco Dott. Vito De Palma Nozze di Diamante per Wolfgang Amadeus Mozart Antonietta e Cosimo Antonietta e Cosimo Spada hanno celebrato, lo scorso 30 settembre 2012, le loro Nozze di Diamante. Avete trascorso insieme un cammino del quale avete il privilegio di poterne essere fieri. Auguri per un futuro di salute e serenità, dai vostri figli, nipoti e pronipoti. 10 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Il degrado del belvedere del Popolicchio invece che luogo di aggregazione giovanile e di scambio culturale è area di caos e di illegalità. -Il quartiere ‘Popolicchio’ è in subbuglio. I residenti lamentano una situazione di degrado e di disagio, in particolare nelle ore serali e notturne. Si parla di abbandono di rifiuti, minzioni sui muri e diffusione di suoni nei filoni più dissonanti, consumo di alcool anche da parte di minori. L’area interessata si sviluppa tra via Cirillo, via Mignogna e un terrazzo pubblico di circa settanta metri quadrati dove regna l’illegalità popolata da ‘dipendenti’ di una fabbrica di clichè da banlieues (periferie) francesi. Quindi, non si tratta di preconcetto estetico, ma di esigenza di sicurezza e controllo del territorio in luogo di comportamenti avversivi verso i costumi relazionali della comunità. Il ‘Popolicchio’ è un nucleo rialzato sopra il livello della città ed è organizzato in un dedalo di viuzze e isolati rettangolari e uniformi. Molte case conservano la volta con architettura a botte e solai coperti da tegole in terra cotta. Un angolo facciale, tra via Cirillo e via Mignogna, che offre un suggestivo e splendido belvedere. Non è su una «L’area interessata si sviluppa tra via Cirillo, via Mignogna e un terrazzo pubblico di circa settanta metri quadrati dove regna l’illegalità…» Scorcio di via Mignogna strada di transito, ma bisogna andarci apposta. Un luogo pubblico attualmente in balia del non rispetto delle regole che necessita di essere tutelato e sorvegliato. Magari attivando anche apposite convenzioni con il volontariato e l’istituzione del vigile di quartiere. Canta Storie attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Imu sulle aree fabbricabili la nuova aliquota è conforme alla legge, ma è socialmente iniqua La determinazione consiliare delle aliquote inerente l’Imposta comunale propria (Imu) sulle aree fabbricabili privi di Piani particolareggiati o di lottizzazione è da ritenersi un provvedimento conforme alla legge, ma lascia aperta ogni considerazione di iniquità sociale. Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è perché proprio quando vi è conformità si potrebbe incorrere nell’eccesso di potere. Nel caso di una Pubblica Amministrazione va sempre verificato se abbia usato correttamente la sua potestà discrezionale. Certo, l’eccesso di potere è una figura la cui definizione giurisprudenziale è stata ritenuta “un mistero”, ma la giustizia è stata ben definita come “la costante e perpetua volontà di dare a ciascuno il suo (constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi). Di qui l’interrogativo: perché l’applicazione della nuova aliquota non è stata licenziata in modo retroattivo ed erga omnes? Di certo, la formazione dell’atto in specie è da ritenersi erga paucos, cioè indirizzato solo a poche persone. Fino allo scorso anno per tutto il territorio ginosino l’aliquota era del 6 per mille, adesso è del 4 per mille e riguarderebbe solo Marina di Ginosa ancora sprovvista di Piani attuativi. Stante queste premesse si prefigurerebbe irragionevolezza e illogicità di una scelta amministrativa (approvata all’unanimità consiliare, ndr), iniqua e ingiusta. L’imposta comunale sulle aree fabbricabili, è proprio una vessazione. E’ un’imposta odiosa, ingiusta e incostituzionale perché viene applicata su aree ritenute potenzialmente edificabili, ma a tutt’oggi ancora agricole anche se provviste di Piani particolareggiati. Un riepilogo non guasta: l’Ici (adesso Imu) sulle aree fabbricabili fu resa esecutiva dal Governo nazionale di centrodestra con la legge del 2 dicembre 2005. Fiscalmente fu unificata dal Decreto legge del 4 luglio 2006 dal successivo Governo di centrosinistra con i comparti impositivi di Iva, Registro, Irpef, Ires, Irap. Sulla definizione di ‘aree fabbricabili’ il legislatore diede interpretazione autentica stabilendo che “sono da ritenere tali se utilizzabili a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale, indipendentemente dalla sua concreta esecutività od a prescindere dalla dotazione di strumenti attuativi o equipollenti”. Indirizzo privo di ragionevolezza, di uguaglianza e nel suo profilo interpretativo esclusivamente pro-fisco. Irragionevole perché si è voluto dare vocazione edificatoria sia ad aree sulle quali l’intervento edilizio può essere fatto direttamente sia ad aree il cui concreto utilizzo è subordinato, oltre che dallo strumento di pianificazione generale, anche dalla vigenza di strumenti attuativi. Diseguale perché pone il cittadino sullo stesso piano contributivo senza tener conto di coloro che mai potranno far fronte all’imposta perché già tribolano per sostenere in vita se stessi o le proprie famiglie. Pro-fisco perché l’atto rivestiva applicazione immediata e automatica, con l’aggravio di accertamento retroattivo sui rapporti d’imposta non ancora definiti. Ne consegue l’esempio del territorio ginosino, urbanisticamente disciplinato anche in Comparti (cosiddette zone C). Vere e proprie lottizzazioni coatte che assicurano immediato incasso dell’imposta sia a Marina di Ginosa dove i Piani attuativi sono ancora in corso di redazione sia nel Comune Madre dove sono stati approvati ma non esecutivi perché non si è costituito alcun consorzio. Qualcuno si è mai chiesto il motivo? In entrambi i casi, però, sta passando il messaggio del facile arricchimento senza tener conto degli ingenti costi da sostenere e della disperazione di coloro che avvertono il reale pericolo della confisca del proprio bene acquistato con sacrifici indicibili o ricevuto in eredità. A questo punto una verità semplice: la proprietà non è soltanto un contenuto patrimoniale, ma appartiene alla categoria dei diritti umani inviolabili! Canta Storie GINOSA, NASCE IL COMITATO PER RENZI. IL FUTURO È ADESSO. Si chiamerà “Ginosa per Matteo Renzi”, il comitato creato via web per sostenere il Sindaco di Firenze alle primarie del centro-sinistra. E’ giunto il momento che le nuove generazioni possano concretamente e direttamente decidere per il proprio futuro. “Rottamare” significa che per tutti i politici navigati e invecchiati dalla politica è giunto il momento di cedere il passo ad una nuova classe dirigente che si fa avanti e che cerca di costruire il futuro. Nel tempo dell’antipolitica e della totale sfiducia nelle istituzioni, solo un reale rinnovamento delle persone e delle idee può suscitare nuova speranza nei cittadini. È questo il messaggio che si vuole trasmettere; la voglia di un valido e concreto rilancio dell’Italia che deve ripartire proprio dai territori, dal contatto con i problemi reali della società civile. ADESSO è arrivato, appunto, il momento di aprirsi a un nuovo modo di fare politica, o meglio, di riportare la politica al suo significato originario e di riappropriarsene. Fare politica e amministrare comportano la responsabilità di avere nel cuore e nella mente solo ed esclusivamente i bisogni della gente e la crescita del Paese. Un Paese finalmente governato da una classe dirigente giovane, capace e libera. Cosimo Vavallo 11 12 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Primarie coalizione centrosinistra. Galeota: “Tra Bersani e Renzi spero non si perda di vista il bene del Sistema Italia”. Una nota dell’assessore provinciale, Marta Teresita Galeota, in relazione alle primarie di coalizione per la scelta del candidato premier. Il Partito Democratico, in queste settimane, sta offrendo agli italiani, una vera lezione di democrazia. Non è pleonastico, né vuole essere un gioco di parole il voler rimarcare che il PD, ormai primo partito, vuole affrontare il tema della democrazia e del rapporto con i cittadini come potrebbe farlo un organismo vissuto oggi come antico ma pur sempre come un sicuro contatto con le istituzioni, i cosiddetti luoghi di rappresentanza. Si sta toccando, quindi, con sempre maggior serietà e in modo molto sentito il tema dei diritti di cittadinanza e della sua rappresentatività. Si parla di istituzioni e comunità, di una forma alta di democrazia. Non vuole essere questa una lezione di filologia, ma la premessa è necessaria per spiegare il mio punto di vista in merito a quanto sta avvenendo, soprattutto a livello mediatico, in rapporto a quella che viene vissuta come una resa dei conti tra il segretario Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. Perseguendo ciò che secondo me è un errore comunicativo, voglio affrontare anche io quest’argomento di grande attualità. Vivo la politica come un impegno serio, che comporta una buona dose di sacrificio nel cercare di conciliare attività politico-amministrativa, vita professionale e privata. Certo, farlo perseguendo il Bene comune, il raggiungimento di uno scopo comunitario, permette in qualche modo di non soffrire lo sforzo, perché la tensione è appunto verso un obiettivo ampio. Si fa quel che si può, ci si industria in un momento molto delicato, di scarsezza di risorse e di incertezza istituzionale. In tutto questo disorientamento, però, una certezza sembra prendere sempre più forma. Tanta attenzione nei confronti delle primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra, conforta e ridà speranza. Perché nonostante la mutevolezza delle certezze politiche, resta, anzi si conferma, la validità del Partito Democratico. Crediamo nel PD sin dai suoi primissimi passi, quando con il mio gruppo, abbiamo voluto portare, in quella che vivevamo come un’esperienza nuova, il nome di Ginosa. Per questo motivo, solo per questo motivo, abbiamo voluto prendere parte all’assemblea costituente. Proprio per tornare a Ginosa con quelle bandiere di un partito neonato che aveva in sé anche un seme ginosino. Potrà sembrare che mi stia dilungando, o peggio, che stia tergiversando, in realtà continuo a parlare di Partito Democratico, di cittadinanza e rappresentatività. Di democrazia. In virtù di queste premesse, ritorno al tema del confronto, perché di confronto si tratta, tra bersaniani e renziani. La nostra politica, quella dei nativi PD, ha avuto come base fondante il rinnovamento, prima ancora che anagrafico, morale. Un rinnovamento, che però, per via del semplicismo imperante, corre il rischio di diventare una sfida generazionale e di nomi. Non appartiene al Partito Democratico la cultura personalistica che basa sul leader carismatico tutta la sua linea d’azione. Purtroppo, pagheremo ancora per molto tempo gli effetti negativi degli ultimi due decenni contraddistinti da politiche personalistiche. Non appartiene, d’altro canto, al Partito Democratico neanche la chiusura a mo’ di pentola a pressione dei partiti di vecchio stampo. Sono superati gli anni e le generazioni dei cosiddetti partiti di massa. Tanto è vero che oggi i partiti, di qualsiasi orientamento politico, rappresentano una minoranza. Un luogo, certo, per il quale passa la formazione delle classi dirigenti. Una sicurezza per i cittadini, prima ancora che elettori, verso la quale guardare per avere la possibilità di informarsi, e poter affrontare con maggiore consapevolezza anche la propria quotidianità. Non concordo con quanti pensano che le primarie per la scelta del candidato premier del centro sinistra siano un fatto che nulla hanno a che vedere con le dinamiche, e le problematiche ahimè, del territorio. Nella mia idea di politica, i livelli sono interconnessi e comunicanti. Proprio per questo la disputa “Bersani vs Renzi” non mi appassiona. Non mi appassiona innanzitutto perché le questioni giovanile e di genere, rientrano tra le mie priorità da sempre. Non abbiamo mai trattato il tema del rinnovamento come un mero scontro generazionale. Né abbiamo fatto della “faccia giovane” lo strumento per conquistare consensi. Fenomeno deprecabile, ma che in un contesto storico molto frammentato e disorientato può verificarsi. Per noi il rinnovamento non passa per il giovane, ma per i giovani. Passa per le competenze e la coerenza d’intenti. Passa, inoltre, per una politica di formazione seria e continua, dove chi ha più esperienza si pone “a servizio” dei più giovani, per esserlo della comunità. Dove, però, i giovani non lavorano per loro stessi, ma per il bene comune. Dove, soprattutto, i giovani lavorano assieme ai giovani per il Bene comune e per una politica dallo sguardo lungo. Per evitare che le primarie vengano ridotte ad una questione di nomi, e quindi di nomenklature, è necessario fare una campagna seria di confronto e approfondimento dei programmi dei vari candidati. Oggi il ruolo di un amministratore iscritto al PD è proprio questo: permettere agli elettori di poter scegliere consapevolmente e non in base a impulsi popolari mossi da furbi capipopolo. Quello che mai auspicheremmo, per il bene di tutti, è che dietro un nome piuttosto che un altro si camuffino tatticismi vecchio stampo che, facendo subdolamente leva sul sentire comune, permettono un ritorno in campo di vecchi nomi. Vivo le primarie come un momento di crescita in tempi eccezionali di grandi crisi e di grandi vuoti, e in virtù di questa delicatezza storica credo fermamente che il faro non debba essere “un nome”, ma l’avvenire di un sistema Italia in grande difficoltà. I nomi che saranno candidati alle primarie di coalizione, e che per quanto riguarda il PD si conosceranno solo dopo il 15 ottobre, dovranno essere funzionali proprio al sistema Italia nell’ottica di un’Europa politicamente unita, prima ancora che per questo o quel gruppo di potere. Tutto il resto, oggi, sono solo fughe in avanti, corse ad accaparrarsi il cavallo vincente che bene non fanno alla sana democrazia italiana. Teresa Galeota attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 13 Le Feste Patronali? « Una sorta di zona verde, che ci consente di fermarci, tenendo la sguardo fisso ai Santi Patroni»(don Rocco Martucci) Cos’è la Festa se non testimonianza della spiritualità e della cultura del nostro popolo, capace di riportarci indietro nel tempo – quel tempo, vivificato dalla fede semplice, ma autentica dei nostri padri – e di proiettarci nel futuro, lungo un cammino sostenuto dall’illuminata guida dei nostri presbiteri? Cos’è se non l’occasione preziosa per riscoprire il messaggio sempre attuale dei Santi Patroni, fulgidi esempi della sequela incondizionata? Oggi, in questo gran teatro del mondo, che – alimentato dal consumismo e dall’egoismo – vive non dei simboli, ma delle sembianze sfocate, la Vergine Maria ed i Santi Cosma e Damiano indicano la strada maestra: tornare a Cristo. La pietà popolare,peraltro, attraverso le Feste Patronali salda il rapporto della comunità ecclesiale con l’intera società civile. La devozione dei ginosini, autentica, profonda e sentita si esprime anche attraverso un gesto pubblico,di grande valore simbolico: l’ offerta delle Chiavi. Anche quest’anno nel giorno della solennità liturgica dei Santi Medici e nel giorno della Festa in onore di Maria SS.ma del Rosario la comunità ginosina – per le mani del Primo Cittadino – ha infatti affidato le chiavi della Città ai Santi Patroni. Il 26 settembre la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Franco Alfarano, Incaricato diocesano per le Confraternite, è stata preceduta dall’atto di affidamento del Sindaco, il quale rinnovando il patrocinio dei Santi anàrgiri ha presentato loro le storie del popolo ginosino, ed in particolare di quanti sono in situazioni di povertà, di malattia o di solitudine; di quanti sono tribolati dalla mancanza del lavoro e di una vita dignitosa. «Rendete noi attenti alle loro necessità, perché diventiamo strumenti efficaci di ogni opera di giustizia e di pace»: con queste parole il Sindaco De Palma ha concluso l’invocazione per poi offrire le simboliche chiavi, «chiavi delle nostre case, ma soprattutto dei nostri cuori». Nella sua pregnante omelia don Franco ha indicato la necessità di “rimanere” in Cristo, condizione questa impedita dalle nostre chiusure, dall’idolatria, dall’idolo subdolo dell’apparire, dal male. Il Male, vero nemico, si trova in noi: «non ci sono guerre sante da fare! Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?». Guadagnare: per noi è l’avere tutto, ma quante ingiustizie ed inganni “per avere”.« Quante menzogne! Quanti falsi valori, quando anziché puntare in Alto, perdiamo il senso della vita,[…] finendo per vergognarci di noi stessi». Cosa sono dunque le Feste Patronali? Questa è la domanda posta da don Rocco Martucci nell’omelia, che sabato mattina ha preceduto la processione dei Santi Medici. «Penso che siano – ha affermato il Parroco di S. Martino – un’area di servizio, una sorta di zona verde che ci consente di fermarci nel travaglio della nostra vita, con il piacere di vivere insieme, tenendo lo sguardo fisso ai Santi ed a Maria Santissima. Al di là dell’apparato esteriore, cerchiamo di fissare la loro testimonianza di fede, affinché ci incoraggino a tradurre la nostra fede in esistenza, in senso morale, di cui si ha tanto bisogno. Cos’è la crisi economica se non il prodotto perverso di una crisi interiore più profonda?». Maria, Regina del cielo e della terra, Regina della Vittorie, «ci riunisce e ci guida a vincere le grandi sfide dell’educazione ed a ricercare il senso da dare alla nostra vita e alla Storia. Ci aiuta a sconfiggere il pessimismo in un tempo che, pur negli eccessi dell’autosufficienza e dell’autoprotagonismo, si sta aprendo all’Alto, a Dio»: cogliendo i segni della speranza nella storia dell’uomo d’oggi, padre Severino Donadoni s.m.m. ha indicato Maria quale vero modello di ogni cristiano, «guida verso Colui che dà la vita in pienezza». Le due processioni dei Santi Patroni e della Vergine del Rosario – scortati dalla lunga teoria dei confratelli dei tre sodalizi, fra ali di folla silente e commossa, autorità civili e religiose, banda e luminarie – cementano il raccordo generazionale, fortificando l’identità spirituale, sociale e culturale, costituita anche dalle tradizioni, dalle devozioni e dalla fede. Tutto il resto – luci, musica, aerostati, fuochi pirotecnici – sono espressioni esuberanti del senso di gioia, che la Festa trasmette e rende visibile. M. Carmela Bonelli 14 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 CONCORSO A CATTEDRE NELLE SCUOLE Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente attraverso istanza on-line dal 06 ottobre al 7 novembre 2012 Il 25 settembre 2012 è stato bandito sulla G.U. il bando di concorso per insegnati di ogni ordine di scuola. I posti messi a concorso sono 11.542 suddivisi tra scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado e sostegno didattico. Possono partecipare al concorso: gli abilitati; i diplomati magistrali entro il 2001/02; i laureati entro il 2001/02 se quadriennali, 2002/03 se quinquennali, 2003/04 se esaennali, “nonché i candidati che abbiano conseguito i diplomi entro l’anno in cui si sia concluso il periodo prescritto dal relativo piano di studi a decorrere dall’a.a. 19981999”; i diplomati alle Accademie, Conservatorio, ISEF entro giugno 1999; Geometri e Periti industriali edili per la classe di concorso C430. Il concorso prevede: · Una prova di preselezione computer based, unica per tutte le classi di concorso, costituita da 50 quesiti a risposta multipla con 4 opzioni di risposta (18 domande di capacità logiche, 18 di capacità di comprensione del testo, 7 di competenze digitali, 7 di competenze della lingua straniera). Si supera la prova conseguendo un punteggio non inferiore a 35/50 (1 punto per ogni risposta corretta, 0 punti per risposta non data, -0.5 per risposta errata). · Le prove scritte vertono su una serie di quesiti a risposta aperta (per la scuola primaria anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese). Si supera la prova con un punteggio non inferiore a 28/40. · La prova orale consiste: a) In una lezione simulata di 30 minuti su una traccia estratta dal candidato 24 ore prima della data programmata per la prova orale; b) In un colloquio immediatamente successivo di 30 minuti per approfondire i contenuti le scelte didattiche e metodologiche della lezione simulata (per la scuola primaria accertamento della conoscenza della lingua inglese). Si supera la prova con un punteggio non inferiore a 28/40. Le prove preselettive non sono semplici, ma non insuperabili. Pertanto suggerirei ai candidati di porre particolare attenzione alla preparazione dei quesiti preselettivi perchè precludono l’ammissione alle fasi successive del concorso. Si raccomanda di accelerare l’iscrizione on-line e la preparazione alle prove preselettive (on-line o partecipando a corsi specifici) in quanto sulla G.U. del 23 novembre 2012 saranno pubblicate le date delle prove preselettive che dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno corrente. Coloro che intendono richiedere ulteriori informazioni possono contattarmi tramite e-mail all’indirizzo [email protected] o al numero 3403323285. Prof. Francesco D’Attoma AVIS TORNEO LIONS AL TERESA MIANI “Sabato 13 ottobre dalle ore 15, quadrangolare di calcio organizzato dalla sezione locale dei “Lions” , al Teresa Miani, con la partecipazione delle squadre dell’Avis, dei Lions, dell’Ordine degli avvocati della Provincia di Bari e dalle Amministrazioni Comunali Ginosa-Laterza. Momento pregnante di solidarietà il ricavato della manifestazione sarà devoluto in beneficenza, un accorato appello ad intervenire numerosi.” Inoltre, l’AVIS comunica che nella giornata del 30 settembre, prenotati oltre 110 persone, circa 20 nuovi donatori giovanissimi alla prima esperienza donazionale, con circa 80 sacche di sangue utile, prelevate dal Centro trasfusionale dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto. Un sentito ringraziamento a quanti sono intervenuti, a tutti quelli che concorrono alla riuscita della giornata, a tutto il direttivo che si adopera costantemente a tutte le attività dell’associazione, ai tanti giovani entusiasti di appartenere. Prossimi appuntamenti do nazionali, Giovedì mattina 1 novembre nei locali del poliambulatorio in via Palatrasio, nel giovedì successivo 8 novembre, raccolta speciale con gli alunni, i docenti e il personale dell’Istituto superiore “Marisa Bellisario” in via della Pace. Un sollecito ai numerosi donatori a vivere le attività associative in prima persona, partecipando in seno al Direttivo che a breve sarà rinnovato. Baldassarre D’Angelo Noi e il Fisco Iva per cassa Entro il prossimo 11 ottobre sarà approvato il decreto di attuazione della nuova IVA per cassa prevista dal D.L. 83/2012. Il D.M. stabilirà termini ed adempimenti per l’applicazione del nuovo meccanismo, fermo restando che la soglia di accesso al regime rimane fissata ad un volume di affari non superiore a due milioni di euro, in conformità alle direttive comunitarie. Con il nuovo regime l’operatore (imprese o libero professionista) che esercita l’opzione condiziona anche la detrazione dell’iva sugli acquisti, che potrà essere utilizzata soltanto al pagamento delle fatture dei fornitori. Sulla fattura occorrerà annotare la dicitura “imposta a esigibilità differita”. Con l’introduzione del nuovo regime l’imposta diviene esigibile a seguito dell’incasso della fattura e, comunque, dopo un anno dal momento della effettuazione della operazione. Tale limite non si applica se il cliente prima che sia trascorso un anno, sia stato assoggettato a procedure concorsuali. Il nuovo istituto può essere applicato soltanto ai rapporti business to business ovvero alle cessioni di beni o prestazione di servizi effettuati nei confronti di soggetti d’imposta. Saranno escluse da tale regime i soggetti che si avvalgono di regimi IVA speciali nonché le operazioni effettuate nei confronti di operatori in “reverse charge” ovvero inversione contabile. Dott. Mario D’Alconzo n. 21 - 13 ottobre 2012 Pubblicità pagina intera 15 16 n. 21 - 13 ottobre 2012 Pubblicità pagina intera attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Oggi parliamo dei Coldplay, band che ormai sta spopolando tra i giovani, e ne parliamo proprio perché c’è un nuovo estratto dal loro ultimo album Mylo Xyloto infatti dopo Every Teardrop is a Waterfall, Paradise, Charlie Brown e Princess of China featuring Rihanna c’è anche Hurts Like Heaven. Di cui c’è già il video che è , è una clip animata realizzata dall’animatore, scrittore e regista Mark Osborne, già a lavoro su SpongeBob, Kung Fu Panda e Il Piccolo Principe, che racconta le lotte di due personaggi contro il cattivo Major Minus (titolo d’altronde di un altro singolo dell’album Mylo Xyloto) , la sua armata di Silencers e le numerose scritte Colour is Crime che imbrattano i vicoli bui e cupi di una città sfuocata. Le stesse vicende su cui è incentrata la serie fumettistica Mylo Xyloto, presentata alla convention del San Diego Comic-Con International, la cui pubblicazione è prevista per l’inizio del 2013 Ma le sorprese non finiscono qui! Infatti a breve (20 novembre per l’esattezza) ci sarà l’uscita del film e del live album dei Coldplay “Live 2012” Le interviste di parliamo dei coldplay ma intanto è disponibile per Android via Xperia Lounge app (http://cldp.ly/xperialng) un esclusivo making-of del film che celebra l’acclamato tour mondiale “Mylo Xyloto”, tour che dal giugno 2011 è stato visto da più di 3 milioni di persone. La app contiene anche due tracce dall’attesissimo concerto / film / live album. “Live 2012” che sarà pubblicato per Parlophone su CD+ DVD, Blu-ray e digitale. Floriana Ribecco 17 Circolazione: qualcuno propone le targhe alterne Nei giorni scorsi, un nostro assiduo lettore, mi ha chiamato per sottopormi un problema che, a suo parere, merita la massima attenzione: la questione del traffico in alcune zone della città e dell’inquinamento che quel traffico determina. Mi diceva di proporre la circolazione a targhe alterne come avviene in tante altre città italiane. Ho risposto al mio amico che questa proposta necessità di un supporto scientifico: nel senso che a Ginosa non ci sono centraline che certifichino il superamento di determinati livelli di inquinamento. Ad ogni modo il problema di alcune zone rimane e tutti lo conosciamo. Via Matteotti, via Cavour, il Corso, via Martiri D’Ungheria, via San Francesco Saverio, via Gigli, via Roma, sono zone dove i livelli di inquinamento sono molto alti. Noi chiediamo al sindaco, al Delegato alla viabilità e al traffico di individuare soluzioni che limitino la circolazione dei veicoli in queste zone. È necessario avere coraggio in questo genere di scelte, ma ridare vivibilità a tante zone della nostra città credo che ne valga la pena. D’altra parte in ocacsione delle feste Patronali, finalmente si è riusciti a chiudere al traffico alcune zone di Ginosa e credo che tutti abbiamo apprezzato che non circolassero auto tra la folla che camminava. Così come è stato apprezzato che nella zona dove si svolgono i concerti delle bande musicali non vi fossero venditori che disturbassero. Oggi Ginosa dipone di soluzioni alternative per la regolazione della circolazione, se rimangono inutilizzate commettiamo un grave errore… sg 18 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Intervista all’ingegnere Alessandro Leccese Dopo aver dato la possibilità ai nostri rappresentanti politici di esprimere le loro opinioni in merito alla situazione politico-amministrativa di Ginosa, cerchiamo di conoscere il pensiero e l’opinione degli imprenditori, rispetto a una crisi che si fa sempre più dura da superare. Iniziamo questa nostra ricerca recandoci alla CEMAB e intervistando l’ingegnere Alessandro Leccese. Entrati nell’azienda, la prima cosa che ci balza agli occhi è un manifesto di Albert Einstein, che riportiamo integralmente: «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.» Albert Einstein Alessandro Leccese, 48 anni, titolare di un’azienda che produce espositori in legno, figlio del cav. Vito Leccese, noto imprenditore edile ginosino, persona che si è distinta anche in diversi altri campi di attività (fu, tra le altre cose, anche presidente dell’AS Ginosa). Ingegnere, vuole spiegare ai lettori del nostro giornale perché, ad un certo punto, ha deciso di cambiare percorso rispetto a quello tracciato da suo padre? A dir il vero c’è stato un periodo, all’indomani del conseguimento della laurea, in cui ho provato a seguire le orme di mio padre. Ma era quella un’attività che poco soddisfaceva le mie aspettative, che aveva dei risvolti sostanzialmente negativi, che implicava continui rapporti con le pubbliche amministrazioni, le quali, com’è noto, dimostrano sempre una capacità di reazione molto lenta, rispetto a quelle che sono le esigenze del privato. Per cui ad un certo punto ho ben pensato di cogliere l’opportunità che mi si presentava di diversificare l’attività. Oggi posso dire che si è trattato di una scelta tutt’altro che sbagliata poiché sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà che purtroppo stanno attanagliando l’imprenditoria edile. Tuttavia, è chiaro che nel momento in cui ci si arrischia in un nuovo settore si fa un investimento i cui esiti sono avvolti nell’alone dell’incertezza; l’imprenditore è anche colui che rischia. La CEMAB delle origini era diversa da quella di oggi, nacque con altri propositi, ossia come fornitrice di fusti al colosso Natuzzi. Ad un certo punto però ci rendemmo conto che questo tipo di attività stava andando incontro a delle difficoltà enormi (prezzi sempre al ribasso, pressioni del committente sempre più impellenti, ecc.). Ecco perché a cavallo tra il 2004 e il 2005 iniziammo a produrre i primi espositori in legno. Sono oggetti di nostra invenzione, non esistevano prima in nessuna categoria merceologica. Com’è venuta l’idea? È un’idea nata dall’osservazione. Sono un grande frequentatore di fiere di tutti i tipi. Dalle fiere si colgono idee, novità nonché spunti per migliorare prodotti già esistenti. Mi accorsi che nei supermercati vi erano molti espositori in cartone contenenti i prodotti; ma il cartone – mi dissi – è per sua natura un materiale molto deteriorabile, di scarsa portata e durata, perché, allora, non proporre lo stesso prodotto in legno, ossia in un materiale più resistente e duraturo? Nacque dunque da una scommessa; poi è chiaro che nel corso degli anni l’attività è stata in grado di movimentare il mercato: ci sono oggigiorno migliaia di espositori in legno in giro per il mondo. Dove possiamo trovare i vostri espositori? Le esigenze del mercato globale fanno sì che i nostri prodotti siano dislocati un po’ in tutto il pianeta, non solo in Europa (ove vi è, come dire, il grosso dei nostri espositori), ma anche altrove, come in Canada e negli USA. La nostra intervista, in un periodo come questo, vuol anche essere un modo per capire come si può reagire ad una fase di stagnazione, di crisi, di recessione del mondo economico occidentale. Di fronte alla crisi si può anche, come dire, uscire in avanti piuttosto che rimanere prigioniero di schemi, tabù e pregiudizi. Dunque l’intervista vuole anche consentire a chi legge di poter comprendere quali opportunità si presentano in una fase come questa, diciamo complicata, controversa, ma che può anche aprire spazio a nuovi orizzonti. Si è soliti vedere i periodi di crisi soltanto nei risvolti ne attualità gativi; ma un imprenditore deve avere la sagacia di guardarla anche da una diversa prospettiva, ovvero considerarla soprattutto un’occasione di crescita. Nel suo manifesto del 1931, dunque all’indomani della grande crisi del ’29, Einstein scriveva: “la crisi è l’opportunità che ci si presenta per poter esprimere tutto il meglio che è dentro di noi che molto spesso resta inespresso”. L’imprenditore svolge una funzione che è anche sociale, poiché oltre al suo scopo principale, ovvero il fare utili, ha anche l’importante compito di dare delle opportunità a tutti coloro che lo circondano. Alla crisi si reagisce e si combatte con l’arma delle nuove idee; cioè non bisogna stare lì a guardare o a subire o ad attendere che qualcuno faccia qualcosa per noi, ma ci si deve sforzare di trovare delle soluzioni, delle vie d’uscita, quali possono essere ad esempio le diversificazione di prodotto e di mercato. È necessario, inoltre, porsi sempre un obiettivo, che è poi quello della tanto agognata crescita. Tutte le aziende hanno l’obbligo di crescere, perché tutto quello che non cresce ad un certo punto muore. Solo crescendo si può rimettere in moto l’apparato produttivo, creare posti di lavoro, consentire alle persone un guadagno e, giocoforza, di sostenere delle spese, di mettere cioè denaro in circolazione, denaro che serve a noi per pagare i contributi, le tasse, insomma serve per far sì che il meccanismo superi la fase di stagnazione nella quale pare che sia, oggigiorno, imprigionata. È chiaro che tutto questo non si fa semplicemente, ma è frutto del risultato, che è a sua volta figlio del duro lavoro. Ecco perché io ritengo che alla base di tutto ci sono le buone idee e il duro lavoro. Negli ultimi tempi però pare che i mercati, piuttosto che privilegiare il lavoro, abbiano puntato in particolare sui tanto decantati prodotti finanziari i quali, a loro detta, avrebbero risolto tutti i problemi del mondo; ma ahimè, alla fine ci siamo resi conto che hanno creato soltanto delle bolle speculative. In sintesi, tornare a dare dignità al lavoro, è questa la strada da percorrere? Assolutamente sì. C’è stata la grandissima illusione, tra il 1995 e il 2005, di poter fa- n. 21 - 13 ottobre 2012 re soldi attraverso investimenti finanziari; cioè si poteva lasciare una certa somma in deposito, dimodoché a fine anno ci si sarebbe ritrovati con una somma maggiorata ad esempio del 10% rispetto a quella precedente. Ma è stato un’illusione, e la recessione lo sta ampiamente dimostrando. A mio avviso la strada per fare denaro è una sola: il lavoro. Cos’è che fa la differenza in certe situazioni? La buona idea, i collaboratori bravi, perché oggi non è l’imprenditore ad essere di successo, ma la sua équipe. Ci sono (e lo dico perché lo vedo e lo tocco con mano) sul nostro territorio giovani che hanno un potenziale implicito che è pazzesco ma che purtroppo non hanno occasione di mettere in pratica le loro capacità, e questo è un chiaro ostacolo alla crescita sia dell’impresa che della nazione. Ecco perché secondo me bisognerebbe investire di più sui giovani (e questo lo dico ai miei colleghi imprenditori), dar loro fiducia e far sì che creino valore per il territorio in cui vivono. Io stesso ne dò l’esempio: l’età media dei miei dipendenti è di ventisei anni. Si tratta, è vero, di giovani non laureati, ma con capacità che non hanno nulla da invidiare ai cosiddetti “coronati d’alloro”. Ma il dipendente, mi si obietta, oggigiorno ha per l’impresa un costo molto elevato. Questo è sicuramente vero, ma secondo me nell’ottica aziendale il dipendete non va visto come costo, bensì come una risorsa. Ginosa, nonostante le mille difficoltà del momento, ha delle punte di eccellenza, ossia aziende che riescono a far conoscere i prodotti realizzati in questa terra in tante parti del mondo (Agri-Jonica, Nurith, Delfino, ecc.). Come mai poi dal punto di vista di un ruolo, di una funzione politica, queste aziende non riescono a dare un indirizzo anche nelle scelte che si vanno a realizzare? Noi assistiamo in questo periodo ad una crisi (come quella della Miroglio) che sta mettendo a dura prova la condizione di tante famiglie ginosine, eppure non si riesce a far assolvere ad un ruolo guida una classe imprenditoriale che pur esprime queste eccellenze … Io credo che Ginosa manchi di un punto di coordinamento, di una struttura che riunisca 19 sotto un’unica voce le sue aziende, di un semplice punto di aggregazione ove ognuno possa portare la propria idea, la propria esperienza, dove cioè fare sinergia tra i vari imprenditori locali. Inoltre credo molto nella specializzazione dei ruoli, ed è chiaro quindi che il mestiere del politico è tutt’altra cosa che quello dell’imprenditore. Al politico spetta il compito di valorizzare il territorio in modo da creare le condizioni che permettono all’imprenditore di investire per il bene comune. Adesso Ginosa, anche grazie all’impegno politico, possiede una zona PIP all’avanguardia, con una rete stradale ed elettrica, ma all’epoca del nostro insediamento, nel 2000, era carente di servizi, tant’è vero che fummo costretti ad acquistare dei gruppi elettrogeni per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Oggi c’è una situazione diversa, ci sono gli strumenti. Ecco perché sarebbe bello che ci fosse un contenitore costituito da una serie di imprenditori locali che mettono a disposizione la propria esperienza: tutto qui, senza voler fare né i maestri né voler insegnare niente a nessuno. Considerando la forte vocazione turistica del nostro territorio, non crede che sarebbe opportuno un rapporto sinergico tra chi ha esperienza su come far conoscere i propri prodotti e chi ha interesse a far conoscere i propri luoghi? Il turismo è certamente un elemento fondamentale nell’economia della nostra comunità. Dal punto di vista dell’attrattività non ci manca praticamente nulla perché abbiamo tutto: il mare, la collina, la gastronomia, la gravina. Tuttavia ritengo che sul turismo ci sia ancora tantissimo da fare per quel che concerne la promozione del nostro territorio. C’è poi un altro capitolo fondamentale che è quello agricolo, un capitolo in cui si ravvisa una pecca non di poco conto: noi siamo ottimi produttori e scarsi venditori, e oggi il mondo va esattamente al contrario, così come ci insegna la Cina. Qui ravvisiamo dunque un altro potenziale inespresso, ossia la carenza di una buona organizzazione di vendita. Ingegnere, prima di concludere questa segue a pag. 20 20 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 segue da pag. 19 intervista vorrei tratteggiare un po’ la sua persona. Lei è impegnato socialmente, è stato impegnato politicamente (assessore tecnico nel primo mandato di Costantino), presidente dell’Avis, attualmente è presidente del consiglio di istituto della S. G. Bosco. Come riesce a conciliare il suo impegno imprenditoriale con quello sociale? In realtà non vi nascondo che vorrei fare molto di più per il sociale, purtroppo però le giornate sono fatte solo di ventiquattro ore e passano molto velocemente; in più c’è anche la famiglia che non va trascurata. Col sacrificio si riesce a conciliare un po’ tutto, anche perché non si può pensare di vivere di solo lavoro. Cosa direbbe ad un ragazzo che gli chiedesse un consiglio sul suo futuro? Questa è la domanda più difficile. Anzitutto ci tengo a rimarcare un concetto: noi avendo questa responsabilità sociale che ho prima esposto, abbiamo anche la responsabilità di dare delle opportunità e delle speranze ai giovani. Quando mi iscrissi all’università lo feci sì con entusiasmo, ma anche con la consapevolezza che il titolo mi avrebbe consentito un impiego. Già da studente infatti ebbi decine di proposte lavorative da parte di molte aziende piemontesi. La società di oggi pecca di tale certezza, ecco perché dico che noi ci dobbiamo impegnare sempre di più per creare opportunità di lavoro per i nostri figli, ragazzi, giovani, perché abbiano la fiducia nel futuro. Credo che non bisogna mai piangersi addosso e aspettare che sia qualcun altro a fare qualcosa per noi. Cioè tutti ci dobbiamo rimboccare le maniche e lavorare duramente per il bene comune. Ingegnere, come considera i suoi dipendenti? Ottimi, e questo perché io ho un modo moderno di vivere l’imprenditoria: cioè io ritengo che oggigiorno i lavoratori non vadano sfruttati, tenuti in nero, spremuti come limoni (cosa che avveniva soprattutto in passato), ma valorizzati. Questa è un’azienda che non conosce nero, ma solo regolari assunzioni a tempo indeterminato. C’è inoltre una grandissima attenzione alla sicurezza: siamo un’azienda certificata sia per la qualità (ISO9001) che per la sicurezza (OHSAS 18001). Non c’è successo imprenditoriale senza una squadra forte, affiatata, incentivata e che crede in quello che fa. Noi siamo vincenti perché crediamo in quello che facciamo. Qui la gente non viene a lavorare di malavoglia, ma con entusiasmo, ed è una cosa, vi garantisco, rara. Io quindi ho in grandissima considerazione i miei dipendenti perché è per il loro lavoro, il loro impegno, le loro idee che l’azienda va bene. Bisogna creare una nuova mentalità di noi imprenditori, cioè noi siamo di successo non perché siamo bravi noi, ma perché sono bravi quelli che ci circondano. La nostra bravura è limitata alla scelta dei collaboratori. Stefano Giove - Liborio Patimisco attualità 17-24 Settembre 2012 partenza da Napoli sulla MSC FANTASIA tappa Palermo, Tunisi, Barcellona, Marsiglia, Genova! VALIDITA’ DELLe Nel precedente numero abbiamo parlato della validità delle deliberazioni, in questo numero approfondiremo il tema della costituzione e validità dell’assemblea. Uno degli aspetti principali dell’intera normativa sul condominio riguarda la costituzione dell’assemblea e le maggioranze necessarie per deliberare sui vari punti all’ordine del giorno. Non bisogna infatti confondere quanto previsto al primo comma dell’articolo 1136 c.c. a proposito di regolare costituzione o validità dell’assemblea con la validità delle deliberazioni. Per la validità dell’assemblea in prima convocazione occorre che al momento dell’inizio della assemblea siano presenti, di persona o per delega, i 2/3 del valore dell’edificio o valore delle singole unità immobiliari espressi in millesimi, e i 2/3 dei partecipanti al condominio determinabili con un semplice calcolo matematico. Mancando entrambe queste condizioni, il codice prevede che l’assemblea possa riunirsi in seconda convocazione, e pur non parlando Rubrica a cura di Wanda Pucci espressamente di regolare costituzione dell’assemblea, la sottintende prescrivendo che per la validità delle deliberazioni è necessario il voto favorevole di almeno 1/3 dei condomini che rappresentino almeno 1/3 del valore dell’edificio. Constatata la validità dell’assemblea, questa resta sempre valida anche se in seguito molti partecipanti si allontanano. Per la validità delle deliberazioni occorre controllare volta per volta se il quorum richiesto viene raggiunto. I condomini possono lasciare l’assemblea, possono arrivare dopo che è iniziata ma ciò deve essere annotato, occorrendo che per ogni votazione sia verificato il raggiungimento del quorum stabilito. Per maggiori informazioni mi potete contattare ai seguenti recapiti: Studio Pucci, Via G.Parini, 28 - Laterza (Ta) E-mail: studio.pucciwanda@gmail. com Cell. 347.2955747 Facebook: Studio Pucci 21 Vinta un’altra Sfida dalla Coop. La Serena: a Ginosa Il Centro Anziani Polivalente va in Crociera! COSTITUZIONE E deliberazioni n. 21 - 13 ottobre 2012 Dopo i numerosi viaggi in pullman organizzati per i C.A.P. di Ginosa e Marina di Ginosa, per la 2° volta la crociera MSC - Mediterraneo Occidentale è diventata una realtà, e niente poco di menochè per i nonni e le nonne del centro anziani polivalente gestito dalla Coop. La Serena, con sede legale a Tricarico (Mt), cooperativa sociale che gestisce il Centro Anziani Polivalente di Ginosa, Marina di Ginosa e Pulsano (Ta). Partiti il 17 Settembre 2012 dal porto di Napoli per la settimana in mare (tornati il 24 Settembre), gli anziani hanno attraversato il Mediterraneo toccando e visitando Palermo, Tunisi, Barcellona in Spagna, Marsiglia ed infine Genova. Un viaggio da sogno per i partecipanti accompagnati dal Coordinatore Francesco Bianco (Assistente Sociale), Nunzia Staffieri (Educatrice e interprete LIS). Tanto entusiasmo a Ginosa per una crociera che è stata il top di tutti i viaggi organizzati. Un’esperienza emozionante che ha coinvolto gli anziani, attivi in tutte le attività dell’equipè di animazione della MSC Fantasia, ballando, cantando, giocando e soprattutto superando l’ostacolo delle barriere architettoniche e umane, attraverso l’accoglienza e l’intrattenimento degli anziani anche con problemi fisici. “L’ interesse della Coop. La Serena è stato di rallegrare il tempo libero della terza età con iniziative culturali grazie alle quali si conquista una immensa ricchezza umana e sociale. “É stata una settimana entusiasmante, unica e irripetibile che ha aiutato ad accrescere la qualità della vita dei nostri anziani, ma anche degli stessi accompagnatori”!! Le visite guidate, da sempre, hanno rappresentato il fulcro delle attività della Soc. Coop. La Serena , e continueranno ad esserlo anche in futuro. Si ringrazia l’agenzia CTR Viaggi di Ginosa per l’eccelsa disponibilità e del buon servizio offerto. Possiamo gridare ad alta voce che gli anziani del Centro Polivalente di Ginosa e Marina di Ginosa sono diventati cittadini del mondo! B.F. Selene Cooperativa di servizi Servizi di assistenza: Socio Sanitaria * Assistenza domiciliare in ambito socio-sanitario, rivolto a persone anziane e diversamente abili di tutte le età (assistenza a persone allettate con patologie croniche invalidanti, anche terminali) * Assistenza ospedaliera (diurna e notturna) * disbrigo pratiche sanitarie, burocratiche e incombenze domestiche (spesa, pagamento bollette, ecc.) Infermieristica * Assistenza infermieristica Fisioterapica Il servizio si svolge 24 ore su 24 per assistenza notturna e ospedaliera Per ulteriori informazioni rivolgersi ai numeri - 3319045903 - 3319045632 22 n. 21 - 13 ottobre 2012 argomenti Auguri di tanta felicità a Maria Josè e Giovanni Pinto La Redazione de La Goccia formula i più fervidi auguri al codirettore Giulio, a sua moglie Maria, agli sposi Maria Josè e Gianni, alle famiglie Pinto e Canessa Che nessuna famiglia cominci per caso, che nessuna famiglia finisca per mancanza d’amore, che gli sposi siano l’uno per l’altra con il corpo e con la mente e che nessuno al mondo separi una coppia che sogna. Che nessuna famiglia si ripari sotto i ponti, che nessuno si intrometta nella vita dei due sposi, che nessuno li obblighi a vivere senza orizzonti e che vivano del passato nel presente pensando anche al futuro. Che nessuno li obblighi a vivere senza orizzonti e che vivano del passato nel presente pensando anche al futuro. Che la famiglia cominci e finisca seguendo la sua strada e che l’uomo abbia la grazia di essere padre, che la sposa sia un cielo di tenerezza, di accoglienza e di calore che i figli conoscano la forza che nasce dall’amore. Che il marito e la moglie abbiano la forza di amare senza misura e che nessuno si addormenti senza aver chiesto perdono e senza averlo dato. Che il marito e la moglie non si tradiscano e non tradiscano i figli che la gelosia non uccida la certezza dell’amore tra due sposi, che nel firmamento la stella più luminosa sia la speranza di un cielo qui adesso e dopo. attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 23 Gli auguri di tutti noi a Maria Catucci che ha festeggiato il centesimo compleanno Nasceva a Ginosa il 30 settembre del 1912 Maria Catucci. Oggi, cento anni dopo, sono a festeggiarla i 5 figli: Caterina, 80 anni, Carmela, 78 anni, Giuseppe, 77 anni (unico assente in quanto residente in Canada), Rosa, 74 anni e Leonardo, 68 anni; 12 nipoti, 12 pronipoti e 5 trisnipoti (non so se è giusto scrivere così). A festeggiare nonna Maria ci sono ben 5 generazioni diverse, un vero record! Tante le persone intervenute per esprimere il proprio caloroso augurio a nonna Maria. Particolarmente caloroso il saluto del sindaco di Ginosa Vito De Palma, che accompagnato dalla consigliere comunale Sara Di Taranto, con delega al Volontariato e dal presidente del Consiglio Vincenzo Russo, ha espresso l’augurio dell’intera comunità, alla signora Maria Catucci per il suo compleanno centenario e lo ha fatto consegnando una torta ed una targa. Maria Catucci è vedova di Francesco Bellaccicco, ha sempre lavorato in campagna e nella sua vita ha avuto poche occasioni per allontanarsi da Ginosa, in due sole circostanze è andata all’estero per trovare i suoi figli emigranti. Oggi nonna Maria è allettata ma questo non le ha impedito di dimostrare tutta la sua vivacità e al tempo stesso di ricevere l’affetto e le amorevoli cure dei suoi cari. Come dicevamo, tante persone a portare il proprio augurio a nonna Maria per il suo centesimo compleanno e lì, in quella casa di via Vittorio Veneteo si è svolta una festa semplice e, al tempo stesso, ricca di suggestione, Lì, in quel letto vi era la memoria storica di un secolo di vita, un secolo rappresentato da una persona contornata dall’amore dei tanti familiari e conoscenti che hanno baciato ed abbracciato nonna Maria. Da sottolineare il bel siparietto che c’è stato al momento di spegnere la candelina rappresentativa dei cent’anni di vita. Tutti suggerivano a nonna Maria di “soffiare”, sulla candelina per spegnerla, ma solo quando si è levata la voce di un nipote che gridando ha detto: “Ajate … la nò!”, nonna Maria, ha capito il da farsi, ha tirato fuori un forte soffio spegnendo la candelina tra gli applausi. A Nonna Maria gli auguri della nostra Redazione. sg 24 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Lettere ginosine La rivoluzione silensiosa (Le amicizie e l’hi-tec) di Corrado Strada Caro Nicola Tuseo, ho ricevuto la tua lettera da Roma del 21 settembre. Mi rimproveri di aver interrotto un dialogo tra noi due appena iniziato: il futuro di Ginosa. Avevi chiesto in precedenza il mio parere sull’accorpamento della provincia di Taranto a quella di Lecce. Ti risposi che per me questa era un fatto positivo, per ragioni storiche. Eravamo una popolazione inserita in Terra d’Otranto, poi fu creata la provincia tarantina. Qualche decennio fa vennero dalle nostre parti numerosissime famiglie “leccesi” e si amalgamarono benissimo con le nostre, come si sono amalgamate molte famiglie venete. Questo mio parere, ti risposi per lettera, lo definirei “impeto giovanile” (sic) disperso nei rivoli degli anni passati. Ora mi chiedi cosa penso dell’apatia dei ginosini di fronte all’invasione di “pale eoliche” e di “pannelli solari” avvenuto nel nostro territorio. Mi fai notare che a Ginosa nessuno si muove e che c’è disinteresse e che le critiche verranno troppo tardi. Quando tutto sarà compiuto. Le tue “geremiadei” continuano. Mi chiedi quanto sono i frequentatori della Biblioteca Comunale. È evidente che a te risultano che siano ben pochi. Ed ancora mi chiedi come mai nessuno abbia preso a cuore una “vera valorizzazione della nostra Gravina” e che per te la “Passio Christi” che si svolge ogni anno Non ti abbia soddisfatto. Mi hai inviato dei ritagli di stampa che parlano delle attività culturali di Matera (Materadio 3) e come in quella città abbiano valorizzato i Sassi. Nel 2019 Matera si candiderà come capitale europea della cultura e mi fai memoria degli scritti di Carlo Levi e di quelli di Giovanni Russo infine mi chiedi come mai nessuno ha spiegato la presenza di San Carlo Borromeo sulle tele della Madonna del Rosario cosa posso risponderti. Che i giovani di Ginosa sono isolati e che passano il loro tempo a studiare su “Internet” illudendosi di essere immersi nel mondo. Anni fa, con Dino Francese buon anima, parlavano dei ginosini che in pochi erano riusciti a affermarsi fuori casa e li paragonavamo a quei carri (traini) che salivano con difficoltà, ad inerpicarsi sulla salita di san Martino dopo il ponte posto giù nella gravina. Tutto quello che mi scrivi può essere vero. Anzi mi hai posto altri due quesiti. Come mai nessuno a Ginosa ha spiegato la presenza di San Carlo Borromeo su la tela della Madonna del Rosaria posta nella chiesa di san Martino. E come mai in molte città del Nord Italia vi siano nei negozi alimentari cartelli con la scritta pane di Laterza o di Altamura e non quella di Latticini di Ginosa. La Redazione si scusa con i collaboratori e con i lettori per i numerosi contributi pervenuti e non pubblicati e per le rubriche fisse, temporaneamente sospese. Tali scelte sono state operate a causa dei numerosi articoli giunti per i quali non si poteva, oggettivamente, trovare spazio in questo numero ma che sicuramente saranno pubblicati prossimamente. Tutto questo che scrivi può essere vero, anzi certamente è vero. Nella ultima visita a Marina di Ginosa durata circa un mese, ho visto molte cose nuove. Il villaggio, che è distante molti chilometri dalla città di Ginosa è diventato molto grande, non credo che lo si possa chiamare ancora villaggio: le abitazioni e le ville sono aumentate, il turismo anche se per ora è solo stagionale è notevole rispetto agli anni scorsi. La sezione della Biblioteca comunale è frequentata abbastanza, nuovi collegamenti con i paesi vicini nei trasporti con i capoluoghi di Taranto e Bari. Numerosi nuovi bar e ristoranti. Le manifestazioni popolari e culturali pur essendo di numero discreto sono abbastanza evidenti anche se andrebbero coordinate con quelle tenute a Ginosa e non consentire l’accavallamento negli stessi giorni. Non manca la voglia di migliorare. Cosa proporrei? Penso che intorno alla rivista “la goccia” sia possibile organizzare incontri culturali di largo respiro, invitando scrittori a livello nazionale. Qualcosa di simile ai “Dialoghi di Trani”. Occorrono i finanziatori, interessando non solo le istituzioni pubbliche ma anche le banche. Ma tutto si può fare senza i giovani? E chi sono, se non quelli della nuova generazione? Sono quelli che hanno lasciato le attività dei loro genitori intraprendendo altre vie. Ti invito a non essere pessimista ed avere fiducia nel futuro. Serve veramente, come tu dici, invidiare il Pane di Laterza e quello di Altamura? Credo che a noi due sfugge qualcosa, anzi conosciamo ben poco della nostra città di origine. Tu sei a Roma ed io a Bari. Quello che accade a Ginosa lo apprendiamo ogni 15 giorni quando leggiamo “La Goccia” il resto e credo molto ci sfugge. La vita di quelli che non scrivono “la Goccia”. Da parte mia sono ottimista. Il progresso di Ginosa e di Marina di Ginosa è stato notevole non vi sarà come a Matera la trasformazione di “rupi” e di “archi” in attività dell’arte e dello spirito, ma verrà certamente qualcosa dalle nuove generazioni e ne saremo stupiti. L’isolamento attuale su “internet” cesserà e le nuove leve frequenteranno le biblioteche leggeranno i libri e si istaureranno nuovi “link” meno effimeri e più “reali”. Ti saluto e ti abbraccio Corrado Strada attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 25 Mai più. Ricordare il passato per costruire il futuro Shlomo Venezia . Un sopravvissuto. Un testimone. Un uomo. Il 1 Ottobre scorso Shlomo Venezia ci ha lasciato. Il nostro ricordo perché la sua testimonianza resti per sempre viva nella nostra vita La notizia della scomparsa di Shlomo Venezia, l’ho avuta dal mio amico Michele Pacciano, lunedì 1 Ottobre. L’avevo sentito per telefono l’ultima volta il 24 Settembre scorso per fare gli auguri a lui ed a sua moglie Marika, in occasione della festa di Rosh ha shanà, il Capodanno ebraico. La sua voce era quella di sempre. Gli avevo anche detto che con la scuola avevamo continuato a far leggere il suo libro ai nostri ragazzi, con la prof.ssa Lucrezia Di Tinco, che anche quest’anno aveva realizzato un Progetto lettura sulla Shoah. Mi ha ringraziato salutando tutti. Con Marika invece ci sentiamo più spesso e proprio un anno fa durante l’estate, mi aveva raccontato dell’aggravarsi della situazione di salute del marito, che dopo la deportazione, il campo e il “lavoro” al crematorio Auschwitz II-Birckenau, con la squadra speciale del Sonderkommando, si era ammalato di TBC e aveva perso un polmone. A causa di una grave crisi respiratoria era attaccato all’ossigeno giorno e notte, faticava a camminare e la sua rabbia più grande era quella di non poter andare più nelle scuole a parlare ai ragazzi della sua storia. Quello che per vent’anni dal 1992 allo scorso anno aveva fatto, girando l’Italia e molti Paesi del mondo, in cui il suo libro era stato tradotto e pubblicato, per raccontare, in particolare ai ragazzi delle scuole quello che era accaduto a lui, alla sua famiglia, ai suoi amici e fratelli ebrei in quegli otto mesi di orrore tra l’Aprile del ’44 e il Gennaio del ’45. L’unico sopravvissuto alle squadre speciali dei forni crematori, che solo dopo quarantasette anni di silenzio ha iniziato a parlare. Aveva paura di non essere credu- to. Il suo numero tatuato sul braccio sinistro 182727, però lo ha spinto con tutte le sue forze a portare avanti il baluardo della Memoria. Grazie all’amicizia ed alla disponibilità del giornalista RAI Roberto Olla sono riuscita nel 2010 a farlo venire a Ginosa perché potesse incontrare i ragazzi di tutte le scuole del territorio e portare loro la sua preziosa testimonianza. Il Progetto “Una storia… sei milioni di storie” realizzato dalla Prof.ssa Di Tinco e sostenuto dal nostro Dirigente Scolastico, Dott. Vincenzo Calabrese, ha avuto una risonanza importante, che come citavo prima non si è mai smesso di alimentare. La scuola per Shlomo è stata fondamentale per portare avanti il suo progetto. Lo ripeteva sempre anche Marika che ha vissuto accanto a lui per oltre cinquant’anni, che lo capiva con uno sguardo, che lo accudiva e sosteneva con un amore sconfinato. Ora Shlomo ci ha lasciato, il nostro impegno di educatori è quello di non spegnere mai la fiamma della Memoria. Lui voleva questo e noi continueremo a farlo consapevoli, che la sua storia è stata e sarà per le future generazioni un monito a gridare come egli stesso faceva e scriveva: MAI PIU’. Grazie Shlomo! Rosamaria Busto 26 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Storie di approdi e partenze a cura di Antonella Carrera Giulia Marziale, 34enne anni, è stata arrestata a Terni perchè accusata di avere nel suo appartamento materiale per confezionare ordigni e documentazione di matrice anarchica. Giulia ha scritto una lettera direttamente dal carcere, dove attende di essere giudicata, che è stata pubblicata sul sito dei Radicali Italiani. La riporto integralmente, pur non conoscendo -come tutti del resto- la verità dei fatti, attualmente in corso di indagine, solo perchè a parer mio vale la pena di essere letta. Da una galera di Giulia Marziale Attenzione! Attenzione! Questo, a distanza di 100 giorni dal mio arresto, è un piccolo contributo che voglio dare per mettere in guardia voi tutte e tutti. 1) Se per caso avete lampadari in casa, funzionanti con lampadine, fate attenzione, potreste pentirvene. Ma se proprio non potete farne a meno di averne qualcuno, non tenete in casa altre lampadine, oltre quelle già inserite negli appositi lampadari. Quando si fulmineranno, vagherete nel buio e solo allora potrete averne di nuove. Assicurandovi però di buttare quelle rotte, perché anche esse, come fatto notare dagli acutissimi Ros e Pm, sono un ottimo mezzo per costruire bombe. 2) Se ritenete opportuno abbellire la vostra presenza fisica con orecchini, badate bene a non acquistarli, qualora siano di rame. E se per caso un amico o amica ve ne voglia regalare un paio, separatevene senza indugi, perché sono armi pericolosissime. 3) Se non avete la maniacale abitudine di dare un posto ad ogni cosa, ma siete disordinati e tendete ad avere una improvvisata scatola degli attrezzi, dove tenete fra l’altro chiodi e pinzette per fermare i fogli, che dirvi? Evidentemente siete pericolosi terroristi, pronti a preparare bombe in ogni minuto. 4) Se vi capita di avere in casa mollette per i panni, non di plastica, bensì di legno, inceneritele, bruciatele, spargete le loro ce- neri ai quattro venti. Non avete idea di cosa si nasconda dietro di loro. A voler essere seria, tutta questa trafila di piccoli, ma non poco importanti avvertimenti, servono perché la notte in cui mi hanno arrestata hanno trovato nella casa dove vivo con il mio compagno (e dove non mi trovavo) lampadine di riserva, orecchini di rame, chiodi, ferma fogli e una molletta di legno. Il tutto è stato messo insieme, fotografato e sistemato da loro stessi in modo tale da farlo sembrare un assemblaggio di oggetti per preparare ordigni esplosivi. Così, infatti, il materiale sequestrato è stato presentato dai Ros e dalla Pm durante l’udienza del riesame. Non parliamo ovviamente del fatto che, non avendo trovato alcun materiale cartaceo che descrivesse come si preparino tali bombe, sia stato da loro detto, evidentemente grandi conoscitori della mia persona, che non ce ne era bisogno, “perché era tutto nella mia mente, nella mia salda memoria!” Ogni commento è superfluo, vero? Vorrei aggiungere un ultimo punto della lista, seppur a prima vista possa sembrare poco inerente ai precedenti: 5) Se questo mondo vi fa schifo; se ripudiate guerra, sfruttamento e devastazione; se non avete mai avuto il timore di dirlo; se non avete mai abbassato la testa pensando “non ci posso fare niente”; se ci avete sempre messo la faccia; se avete chiara la coscienza di chi sono i responsabili delle vite terribili che conduciamo; se siete convinte che la società in cui viviamo sia lobotomizzata; se non riuscite a guardare una gabbia con indifferenza; se il cuore vi si chiude, il sangue vi pulsa, la vista si annebbia al pensiero di una donna, di un uomo o di un animale rinchiuso, beh, prima o poi, come dice una donna rinchiusa qui con me “ti devi fare la galera”. E se questo mio essere, questa Giulia che sto scoprendo forte, dignitosa, ancora più ferma e convinta delle sue idee e sprezzante dell’annichilimento in cui chi mi ha rinchiusa vorrebbe gettarmi; se questo mio essere loro lo vogliono etichettare come pericoloso, che costruisce bombe, che partecipa ad associazioni sovversive (magari affiliate alla fai-informale, nonostante qualunque cosa io abbia mai fatto, detto o pensato, non possa in alcun modo far pensare ad una mia benché minima adesione o partecipazione) volte a terrorizzare e seminare il panico fra la gente, beh, io non glielo permetto e rimando tutto al mittente. Terrorista è chi rinchiude, chi manganella, chi devasta. E allora, parafrasando una canzone, che tremino i potenti di fronte agli animi fieri di tutte queste “terroriste”, che non hanno paura di lottare contro tutto ciò che realmente genera e rinvigorisce il terrore, la discriminazione, la diseguaglianza, la devastazione, lo sfruttamento. Che tremino, che abbiano paura! La loro vera paura è che sanno che qualsiasi gabbia mi metteranno intorno, che sia cella, che sia lavoro, che sia diffamazione, che sia isolamento, niente mi toglierà la voglia di romperla e di continuare a guardare il mondo con gli occhi lucidi, aspri, vitali e liberi. Che si arrovellino pure il cervello per trovare maglie migliori per le mie catene, io sarò più forte. Perché ho in me una coscienza, una consapevolezza di quello che sono, che non intaccheranno mai. Che si specializzino nell’arte sopraffina (vera arte dei nostri tempi) del reinventare un significato per le parole, laddove guerra diventa missione di pace; laddove le bombe sono intelligenti e non pericolose e gli orecchini di rame e le lampadine pericolosi esplosivi; laddove il terrorismo non è quello di chi rinchiude, uccide, reprime ma quello di chi critica tutto ciò; laddove la devastazione si chiama civilizzazione, progresso o ricchezza; laddove il non accettare lo status quo dell’ingiustizia è sinonimo di pericolosità sociale; laddove gli immigrati carcerati si chiamano ospiti. Le mie parole non hanno il peso della storia dei nostri tempi, della rabbia, dell’insolenza, della voglia di abbattere tutta la crudeltà, la ferocia della gabbia che rinchiude la vita di tutti noi, fuori e dentro le galere, schiavi di una vita che non vogliamo, di un mondo che cade a pezzi e che chiama i suoi residui progresso. Dalla parte di chi lotta, di chi non si inchina. Le bombe e il terrore li semina lo Stato, il Potere e la nostra santa Democrazia. Per la libertà di tutte e tutti. Una donna libera. Giulia attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Un medico in viaggio “Signor Tenente” Fine anni 70...anni ruggenti, da poco sottotenente di prima nomina nell’infermeria presidiaria di Lecce, Scuola truppe Corazzate. L’orario delle visite è da poco cominciato, la fila è lunga.... la naja era davvero dura e l’Infermeria l’unico posto dove le reclute potessero trovare un po’ di conforto. Arriva in lacrime, disperato un marmittone con l’accento del nord. Lo guardo un po’ truce, pensando al solito paraculo che stesse simulando una crisi depressiva, magari sperando in una licenza o altro, ma mi accorgo che non è così. È pianto autentico, una lacrimazione completamente a cascata che non puo’ passare inosservata, patognomonica, cioè significativa di un grande dolore che và al di là delle sofferenze del corpo, poichè trafigge l’anima. Gli chiedo cosa fosse successo e mi risponde con toni imploranti : «Sior Tenente me dia qualcossa de velen mi vodaria morir!” (mi dia del veleno, io voglio morire). Era la prima volta, credo in tutta la storia che in una infermeria militare si verificasse una situazione del genere! Intorno a me gravitavano diversi aiutanti di sanità, tutti medici che però non avevano avuto come me il privilegio di diventare Ufficiale; fummo tutti colti dall’episodio ...feci accomodare la recluta sul lettino ed insieme agli aiutanti di Sanità cominciammo ad occuparci del caso, qualora fosse una crisi simulata o... etilica, ma non era così ...il marmittone non recitava, era davvero disperato! In breve venne raccolta la sua storia clinica: la fidanzata l’aveva lasciato per un altro! cose come questa sono da tempo all’ordine del giorno, ma nel soldatino avevano innescato il meccanismo perverso della disperazione indotta dalle pene d’amore! «la me morosa, quea baldraca la me ga lassà ...xera tempo che la me tradiva col Pinot! No podo più campa sensa de ea, mi voio morir Sior Tenente, la me aiuti per favor!» ( la mia zita kedda z... m’a lassat... era da tempo che mi tradiva col Pinot, non posso più vivere senza di lei, voglio morire, Signor Tenente, mi aiuti!). Cacchio, quello non era un paraculo, era solo un giovane disperato all’estremo cui l’Amor procurava la pena finale e l’infausto disio di farla finita con la vita! Gli detti un sedativo… ma dopo qualche ora ritornò in infermeria, ed anche nei giorni seguenti, sempre affranto ed addolorato. In tanti cercarono di confortarlo, anche il sottoscritto, cui non mancavano le parole nè l’umanità comune ma … nisba! Si era profondamente radicata in costui la convinzione che la vita non avesse più senso, e solo con un bel suicidio avrebbe rimediato l’oblio alle pene d’amor. Vedi giudizio uman come spesso erra ....io credevo all’epoca e lo penso ancora, che farsi mollare da una donna per un uomo è invece una vera conquista! Ma nel caso specifico dovevo comportarmi da Ufficiale e soprattutto da medico! organizzai infatti un trattamento con antidepressive ed una serie di incontri in psicoterapia. Ma nulla sortì l effetto terapeutico, anzi al contrario, il tapino cominciò a denutrirsi ed a lasciarsi andare....a questo punto volli provare una terapia paradossa e convocai un briefing operativo in infermeria con tutti gli aiutanti di sanità infermieri e staff all’unisono. Bisognava fare qualcosa e trovare la miglior soluzione possibile, altrimenti il Toni, si chiamava così, sarebbe davvero morto, quantomeno di fame! La macchina organizzativa si mise in moto, furono esaminate possibilità terapeutiche reali ed alternative, e dopo lungo travaglio si giunse ad una decisione unanime: l’avremmo davvero aiutato nel passaggio estremo, organizzandogli un vero funerale ed accontentandolo nel transito verso una… vita migliore! Ecco quel che decise l’assemblea presieduta da questo Sottotenente e dai suoi aiutanti di sanità nell’infermeria speciale di via Monteroni Lecce sul finire degli anni 70! Tra i dettagli dell’organizzazione dell’evento, oltre alle spese ordinarie, per liquori, spese pasto per l’ultima cena, candele e quant’altro, provvedemmo a contattare un’agenzia funeraria per noleggiare una… bara vera! Altro dettaglio non meno importante del primo fu quello di noleggiare un’operatrice sociale vera (un bella puttana o se volete una moderna escort, insomma) per raccogliere il …momento estremo della …fuoriuscita di quell’anima affranta. La sapiente regia di un mio collaboratore, un po’ diabolico, (quasi però quanto il suo Tenente) provvide alla scenografia, alle colonne sonore di sottofondo ed all’illuminazione adeguata dell’ambiente. Scegliemmo a tale proposito la grande sala d’attesa del gabinetto radiologico, già macabra di per sè, ma resa ancor più accogliente per un funerale, 27 con drappi neri, candelieri, …e quant’altro. Iniziò cosi l’ultima cena, tutti con l’uniforme in ordine e la fascia nera al braccio, lacrime vere sul ciglio, profondamente partecipi della solennità della cosa, e pronti ad accompagnare il commilitone nell’estremo viaggio. Il Toni (ora sono convinto che fosse un po’ tonto …ma se ne trovavano di peggio nella naja) veramente commosso per tanta dimostrazione di solidarietà e di affetto, era l’ospite d’onore! (ave caesar imperator, morituri te salutant!) Non mancarono le vivande, e le libagioni furono abbondanti, avendo cura di servire al Toni i vini migliori ed in cospicua quantità …e non solo quelli, l’alcool scorreva a fiumi sotto forma di cordiale militare, grappa, e vino del Salento, nelle gole di tutti, ed in particolare nella gola del morituro! Costui, non recedette all’infausto proposito neppure sotto effetto-grappa, bestemmiava e piangeva, piangeva e bestemmiava tutte le femmine del mondo, causa dei mali «de l’omo». Alla fine completamente preso dai fumi …lo mettemmo vicino alla cassa da morto, e tutti sfilammo, seri con le lacrime agli occhi ad abbracciarlo e a dargli le …condoglianze! Lo adagiammo nella bara con l’uniforme da parata, ed ognuno gli si avvicinò per un ultimo bacio e per un dono. Presto la bara e l’aspirante cadavere furono ricolmi di bottiglie di liquore, giornalini porno, preservativo, sigarette, ecc ecc …Alla fine mi avvicinai, simulando la totale commozione, ma con lacrime vere agli occhi al predestinato morituro, tenendo tra le mani una bottiglietta sulla cui etichetta bianca c’era disegnata una capa di morto e la scritta: veleno. (in realtà cera un bel sonnifero ad effetto rapido) Commosso mi abbracciò mentre gli somministravo «una morte dolce ed indolore» … pochi attimi, con tutto l’alcol in corpo e col sonnifero che potenziava l’azione. il Toni si addormentò e iniziò a russare come una motosega. A quel punto fu chiamata l’operatrice di benessere (la bella squillo che avevamo lautamente pagato con i soldi della nostra colletta) e le dissi: quando si sveglia, usa tutta la tua arte …e fagli capire che la vita è bella, in uomo non può uccidersi solo perché la morosa l’ha lasciato! La ragazza fece cosi …almeno credo, visto che ci siamo allontanati tutti. Toni l’ha capita …è tornato a vivere …e si è sposato poi proprio con quella ragazza lì. Pietro Zanelli 28 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 RICERCA & FORMAZIONE Conservare i nostri Clienti Clienti sono il bene più importante su cui un’azienda possa contare. Il prodotto, il servizio e l’intera attività che un imprenditore crea, sono rivolti al pieno soddisfacimento dei desideri del Cliente. Con il passare degli anni l’azienda progredisce, si espande, acquisisce tanti Clienti ma… Dov’è finita la signora Maria? O il signor Rossi? E quella famiglia cui abbiamo arredato sia la casa dei genitori sia dei figli, dov’è finita? A un certo punto ci si accorge di aver perso alcuni compagni di viaggio, proprio quelli che hanno sostenuto sin dall’inizio il cammino della nostra azienda. Non ci sono più. Come mai? Che cosa è successo? Molti imprenditori, così anche i venditori, non vedendo ritornare i loro Clienti, tendono a pensare che l’interruzione di quei rapporti sia dovuta a qualcosa di spiacevole accaduta, come una fornitura sbagliata o per delle incomprensioni. Una seria ricerca di mercato ha dimostrato, invece, che, esclusa una piccola percentuale (cosiddetta funzionale) di consumatori il cui ritorno si è reso fatalmente impossibile poiché con loro sono sorti problemi un po’ più difficili e a volte anche imbarazzanti, nel 68% dei casi i Clienti smettono di servirsi dal proprio fornitore, semplicemente per un problema di comunicazione. In al- tre parole, sono le aziende che cessano ogni contatto con i loro Clienti: non li vanno a trovare, non gli fanno una telefonata. Mi sia consentito di raccontare un aneddoto capitato proprio al sottoscritto. Ai primi di dicembre di due anni fa, ricevetti una lettera/brochure da un’azienda vitivinicola della zona, che offriva delle confezioni natalizie di vino. Bene. La Matera Arredamenti, come suo uso e costume, decise che il dono di Natale ai propri collaboratori, per quell’anno, sarebbe stato una confezione di vini. Il regalo fu molto gradito, poiché il prodotto era davvero ottimo. L’anno scorso non ho ricevuto alcuna lettera e ho pensato che quell’azienda non fornisse più quel prodotto o che mi avesse totalmente ignorato. Così mi sono rivolto a un’altra ditta fornitrice di vini, per la strenna natalizia ai miei collaboratori. Queste imperdonabili disattenzioni da parte delle aziende, causano disaffezione e senso di abbandono nei clienti i quali difficilmente ritornano a servirsi da loro, nonostante entrambi (fornitore e consumatore) vorrebbero riallacciare il rapporto; ma nessuno dei due, stranamente, osa chiamare l’altro. Dalla ricerca di cui sopra, ci giungono alcuni utili consigli su come comportarsi e parlare a un Cliente che intendiamo assolutamente recuperare. 1. Innanzitutto, bisogna scusarsi per averlo abbandonato. Dopo di che, cercare di capire il problema e dove abbiamo mancato. 2. Dargli ragione (perché lui ha ra- gione!). Non occorre aggiungere altro. Dobbiamo soltanto capire come riallacciare il rapporto con lui. Questa è una buona base di partenza. Ora vediamo insieme come recuperare realmente i nostri clienti cosiddetti “dormienti”. 1. Fare una lista di clienti che non vediamo da almeno un anno e creare un data base tutto per loro. 2. Dedicare una telefonata per ciascuno, allo scopo di conoscere il singolo caso di cui gestirne anche le eventuali obiezioni, per far leva poi sull’evoluzione dell’azienda, sui nuovi magnifici prodotti che offre, sulle sue novità e iniziative in corso ecc. Insomma, qualsiasi cosa (vera) che possa suscitare di nuovo curiosità e interesse in lui. 3. Predisporre un’offerta importante per chi deciderà di ritornare a servirsi da noi. 4. Istruire e monitorare il personale che dovrà occuparsi di ristabilire il rapporto con quei clienti, affidando loro dei target precisi. 5. In base ai risultati ottenuti, bisogna ripianificare le altre attività dell’azienda. In questo momento storico, complesso commercialmente e incerto economicamente, si caratterizzeranno le imprese dotate di capacità relazionali fuori dal comune. Forse non saranno le aziende più brave a fare marketing, ma quelle che sapranno mantenere il rapporto con i clienti, qualsiasi cosa accada. Giovanni Matera Per consultare altri miei articoli: www.materarredamenti.it > Blog attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Pubblicità pagina intera 29 30 n. 21 - 13 ottobre 2012 attualità Pubblicità pagina intera ALFA 159 Jtdm 1.9 150 CV SW Q-TRONIC 2008 NERO ALFA 159 Jtdm 1.9 150 CV SW NVIGATORE 2009 GRIGIO M FIAT PANDA 1.2 4x4 CLIMBING 2008 GIALLINO FIAT 500 1.2 LOUGE2011ROSSO FIAT PUNTO 3.P 1.3 M. JET N 1 2006 BIANCO FIAT GR. PUNTO 1.3 M. JET 75 CV 5 P DYNAMIC 2007 BLU M FIAT GR. PUNTO 1.3 M. JET 75 CV 5 P DYNAMIC 2008 BIANCO FIAT GR. PUNTO 1.3 M. JET 75 CV 3 P DYNAMIC 2009 BIANCO FIAT PUNTO EVO 1.3 M. J 75 CV DYNAMIC 2010 GRIGIO M FIAT PUNTO EVO 1.3 M. J 95 CV DYNAMIC 2011 GRIGIO M FIAT IDEA 1.4 M. GPL 2012 GRIGIO M FIAT IDEA 1.3 M. JET 95 CV Start&stop 2011 GRIGIO M FIAT IDEA 1.3 M. JET 95 CV Start&stop 2011 GRIGIO M FIAT BRAVO 1.6 M. JET 120 CV EMOTION 2011 NERO FIAT CROMA 1.9 M. JET 120 CV DYNAMIC 2008 GRIGIO FIAT CROMA 1.9 M. JET 120 CV ACTIVE 2009 NERO FIAT CROMA 1.9 M. JET 120 CV DYNAMIC 2009 GRIGIO M FIAT MULTIPLA 1.9 M. JET DYNAMIC 105 2000 BLU M FIAT DOBLO’ CARGO 1.3 M. JET 2008 BIANCO FIAT DOBLO’ 1.6 1.3 M. JET 105 CV DYN 2010 GRIGIO M FIAT FREEMONT 2.0 140 CV URBAN 2011 NERO FORD FOCUS 1.6 TDCI 110 SW 2007 AZZURRINO FORD FOCUS 1.6 TDCI 110 CV SW 2008 BLU M LANCIA MUSA 1.3 M.JET 90 CV ORO 2007 BLU M NISSAN MICRA 1.2 COMFORT 2011 GRIGIO M OPEL ZAFIRA 1.9 CDTI 120 CV COSMO 2008 GRIGIO M PEUGEOT 206 1.1 3 P2004GRIGIO M RENAULT GRAN SHENIC 1.9 DCI 130CV DYNAMIC 2009 NERO RENAULT MASTER 35 2.5 120 CV 2009 BIANCO VW PASSAT 2.0 TDI 140 CV SW COMFORTLINE 2009 BLU M attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Il tesoro nascosto Chi non ha sentito parlare di persone che hanno trovato un tesoro? Di tesori nascosti ce ne sono stati tanti, e alcuni fortunati sono venuti in possesso di un tesoro di oro, argento, monete, vasi decorati, oggetti preziosi e suppellettili di vario genere, che poi segretamente hanno venduto ed hanno trasformato in denaro contante, accumulando grandi fortune, comprando case, terreni e beni voluttuari. Beati loro, dirà qualcuno, mentre altri si mordono d’invidia. Di tesori nascosti, forse, ce ne sono ancora, e non mancano di quelli che vanno alla ricerca spasmodica per venirne in possesso. Ma io cari amici, voglio parlarvi di un tesoro di gran lunga inestimabile, che ciascuno di voi può ottenere, solo che lo vogliate, che non dura soltanto una vita, ma ha valore eterno. Ci credete? Esso è il tesoro del Regno dei Cieli, proclamato da Gesù Cristo durante la Sua missione terrena. Di fronte a questo annunzio molti restano scettici, indifferenti e increduli, ma io spero che tra i lettori/trici ci siano di quelli che stimolati dalla fede, hanno il desiderio di cercare il prezioso tesoro. L’evangelista Matteo riporta una parabola di Gesù, che dice proprio questo: “Il regno de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo. Il regno de’ cieli è anche simile ad un mercante che va in cerca di belle perle, e trovata una perla di gran prezzo, se n’è andato, ha venduto tutto quel che aveva, e l’ha comperata. Il regno de’ cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e buttano via quel che non val nulla). (Matteo 13:44-48). Ora vediamo quale lezione morale e spirituale possiamo trarre da questi brani del Vangelo? Quale significato recondito? Notiamo in ambedue i racconti, in primo luogo la gioia e la premura di non lasciarsi sfuggire una considerevole fortuna; in secondo luogo la ferma decisione di acquistare. Ma come comprare quando non si ha denaro disponibile? Ecco a questo punto che sia l’uno che l’altro, pensano di disfarsi di tutto ciò che possiedono, vendere, svendere, sbarazzarsi di tutto, pur di riuscire a compare, l’uno il “campo del tesoro”, l’altro “la perla di gran prezzo”. Ecco che questi due protagonisti, protesi in uno sforzo, come facendo violenza a se stessi, rinunciano a tutto pur di realizzare il loro sogno di felicità. Un grande tesoro, una grande gioia, una grande rinuncia. “Il Regno dei Cieli è simile…”. Cosa vuol dire ciò? Gesù propone all’uomo di ogni tempo il tesoro de l Regno dei Cieli, e ciascuno di noi è chiamato rispondere e dare il proprio assenso, oppure un rifiuto cosciente. Dal nostro atteggiamento dipende il nostro destino eterno. Quando un’anima, un peccatore alla ricerca del vero e del bene, incontra Gesù nel suo cammino, accetta il Suo Messaggio di Salvezza, lo riceve nel suo cuore quale suo personale Salvatore, ha trovato il più grande tesoro. Il peccatore che crede in Cristo, riceve pace profonda nel cuore, perdono dei peccati, una vita esuberante, ed una gioia incontenibile. Però come il primo e il secondo protagonista della parabola di Gesù, l’anima convertita decide di “svendere, sbarazzarsi, liberarsi, rinunciare alla vecchia vita, le vecchie abitudini, il peccato, la menzogna, l’ingiustizia e le insane passioni che prima lo dominavano, pur di conseguire la salvezza dell’anima, la vita eterna. Caro amico o amica, Dio chiama anche te a fare una scelta di fondo, come sarà la tua risposta? Pensaci. Saulo da Tarso era un Ebreo osservante della Legge di Mosè, religioso, zelante, erudito, della casta dei Farisei, pensava di essere nel giusto, ma non credeva in Gesù e perseguitava i cristiani. Ma quando sulla via di Damasco fu sfolgorato dalla luce di Cristo, (At.9,1-19), la sua vita cambio, la sua mente si rinnovò, e disse ai fedeli di Filippi: “…le cose che m’eran guadagni, io le ho reputate danno a cagion di Cristo. Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le 31 reputo tanta spazzatura, affin di guadagnare Cristo, e d’esser trovato in lui avendo non una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede; (Filippesi 3:7-9). Molti ai giorni odierni, vanno alla ricerca affannosa delle ricchezze terrene, altri affogano la loro esistenza nei piaceri smodati, proibiti, in cerca di una gioia temporanea, ma poi ripiombano nella loro tristezza e infelicità. Gesù dice: “Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-2 1). Ed ancora: “E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua? (Mat.16,26). Il credente che impara a seguire Cristo, è disposto a rinunziare al mondo di peccato, alle vanità, ai piaceri e divertimenti illeciti e persino a se stesso, (Mat-16,24,25), per conservare l’integrità della fede nelle promesse di Dio. Il tesoro della parabola rappresenta Cristo, come anche la perla di grande valore. “In Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. (Col.2,3). Solo Gesù può dare all’uomo una vita piena di significato. Solo Gesù può dare pace al cuore, speranza e consolazione all’anima affranta, liberazione e perdono dalle colpe commesse, per una coscienza tranquilla. “Gesù Cristo è lo stesso di ieri, oggi, e sarà in eterno”. “Eb.13,8). Solo Gesù salva l’uomo dal peccato e dal Giudizio; “Gv.5,24). Gesù guarisce ancora oggi, coloro che lo invocano col cuore. Gesù Cristo libera le anime oppresse e spezza i legami del Maligno. Qualunque sia il tuo problema, accetta Cristo e la salvezza che oggi ti offre, nel suo grande amore,perché Egli sarà per te il vero Tesoro. Amici lettori e lettrici, se questo messaggio vi ha stimolato e volete saperne di più, scriveteci o venite a trovarci. Il nostro indirizzo è il seguente: CHIESA CRISTIANA EVANGELICA PENTECOSTALE, Via Verbena 7, GINOSA –TA . Dio vi benedica e vi sia propizio. Giuseppe Pizzulli ([email protected]) 32 argomenti n. 21 - 13 ottobre 2012 LA Laicità DELLA TEOLOGIA 33 n. 21 - 13 ottobre 2012 Riva dei Tessali : Visita ufficiale del Governatore La famiglia al centro del Rotary Tra i 5 nuovi soci anche una marinese: Anna Ferretti La conoscenza teologica come mezzo per una fede consapevole e libera Di Sarah Scorpati A sentir parlare di Teologia spesso si arriccia il naso, perché la si considera una disciplina astratta, teorica, infondata e spesso e volentieri espressione di una religione, quella cattolica, che si tinge di bigottismo e che viene accusata di oscurantismo, sia a ragione ma anche a torto. Premetto con vigore, che il mio non è un articolo da catechismo, non è una professione di fede, né l’accorata testimonianza di una fedele, ma solo una deduzione, una osservazione di tipo fortemente razionale e pratico sull’ausilio che la disciplina teologica può fornire nell’approccio, soprattutto quello laico, con la religione, a mio dire, più discussa al mondo. “Sguardi al mistero di Cristo” scritto da Pier Luigi Lia, docente di Teologia all’Università Cattolica di Milano, il libro che ha ispirato queste riflessioni, mette subito in chiaro un aspetto importante, basilare: l’uomo è in grado di conoscere solo nella parzialità del proprio punto di vista, non esiste una verità incontrovertibile e totale perciò in ogni approccio alla conoscenza umana alla base c’è un atto di credito, c’è il “credere”. “L’uomo dunque sa sempre e soltanto credendo”. Nel caso del fedele la vera differenza non è l’atto di fede, ma l’oggetto del credere: Gesù Di Nazaret, rivelazione di Dio. Un passo importante, questo, in cui si certifica la libertà dell’uomo di fronte alla questione, che classifica la fede cristiana come “atto di libera coscienza dell’uomo che si realizza come assenso alla vicenda di Gesù di Nazaret quale Rivelazione di Dio”. Non solo, quindi, la stessa Teologia considera la libertà della coscienza umana indispensabile nell’approccio alla fede, impegno serio e posto costantemente in “tentazione”, che vede l’esperienza Evangelica, quindi della vita di Gesù come “normativa”, come metro di misura e confronto rispetto argomenti al proprio agire, ma è proprio la disciplina teologica, che giunge a sfatare e spodestare ogni “senso del numinoso e del sacro che intenda Dio come fondamento segreto e imperscrutabile di tutto quanto esiste e accade.- scrive Lia - Destituisce di legittimità ogni comprensione religiosa che preveda che il Dio inaccessibile esiga di essere sedotto e propiziato dall’uomo perché la sua vita possa godere di qualche benevolenza. All’opposto il Dio cristiano è storicamente incontrabile e conoscibile(..)Questo Dio cerca appassionatamente l’uomo lì dove questi si trova, disperso per le strade del mondo,(..) fuori dallo spazio sacro, nella sua quotidianità profana”. La Teologia mette in guardia dai fraintendimenti umani sulla questione di Dio e della vita vissuta nel segno di Lui “perché gli strumenti della nostra logica sono quelli del mondo, quelli per cui si fa del bene agli amici e del male ai nemici, quelli secondo i quali siamo portati a pensare che il male che ci incorre è una punizione di Dio, perché noi facciamo così e ci sembra logico che Lui faccia altrettanto”, anzi, “non crocifigge nessuno, piuttosto si consegna lui stesso alla croce purché non venga torto un capello a nessuno”. È proprio la Teologia che raccontando di questo Dio-Amore, parlando di dignità, libertà, coscienza, perdono, carità, evidenziando e chiarificando i più umani e comuni fraintendimenti del senso religioso e del rapporto con Dio, della testimonianza e della predicazione umana di Lui, dell’agire umano secondo il suo nome che lo pone in realtà in un angolo, come nel caso de L’inquisitore di Dostojevskij, è proprio la Teologia che attraverso il suo continuo operare, scandagliare e interpretare esprime “un monito permanente contro le false sicurezze date dalla diffusione del vocabolario della fede, (…)in merito ad una pratica della religione che non riesce a spingersi al di là dell’eco delle parole, una indicazione potente che mette in guardia dall’affermare la propria fede in Dio e la propria appartenenza alla chiesa dopo che il linguaggio della fede ha perso da tempo la sua feconda vitalità, il costitutivo rapporto con il suo fondamento e il suo vivificante paradigma”. E’ la Teologia, quindi, con il suo bagaglio e il suo ruolo chiarificatore sul mistero di Dio il punto dal quale partire, il punto dal quale dovrebbe dipartire l’esperienza della fede o almeno della conoscenza, fedele o teorica che sia, della questione religiosa. E’ questa disciplina, probabilmente, il baluardo più forte e imponente per questa nostra nuova generazione incredula, confusa e scandalizzata da quello che la circonda e dallo stesso mondo religioso. Diventa, quindi, indispensabile il passaggio dall’esperienza teologica per fare in piena libertà e consapevolezza quell’atto di “libera coscienza” che porta alla fede, che nessuno è obbligato a compiere, ma che una volta fatto porta con sé l’accoglienza dell’accorato appello di Dio alla metánoia, la conversione. E’, più praticamente, la Teologia, la possibilità reale in grado di superare il concetto di religiosa superstizione, di presentare in maniera schietta e per certi versi anche razionale ciò al quale si dice il proprio “sì” quando ci si professa cristiani. di Maria Carmela Bonelli Un discorso a braccio quello del Governatore Rocco Giuliani, il quale seguendo una consolidata tradizione ha incluso fra le primissime visite, previste dal suo intenso programma, l’incontro ufficiale con i soci del Club di Riva dei Tessali. La serata - preceduta dalla XXXI Coppa del Governatore, alla quale hanno preso parte 110 giocatori di golf - è stata solennizzata dall’ingresso di cinque nuovi soci: Gabriele Dell’Atti (Prof. Università di Bari), Anna Ferretti (Funzionario Banca Carime – Laterza), Angelo Dragone (Avv. in Taranto), Paolo Giovinazzi (Imprenditore agricolo), Margherita Semeraro (Pediatra – Ospedale di Castellaneta). Presenti Antonio Bruno Zagaria (Ass. del Governatore-zona 16), Enzo Fedele (Segretario distrettuale) e Lino Pignataro (Cons.AIRG Ass.Italiana Golfisti). Un discorso sentito, caldo, denso di quei passaggi pregnanti, che solo l’autentica passione possono rendere effettivamente condivisi. La serata, aperta dalla Presidente Paola Giovinazzi, si è incentrata sul tema dell’amicizia, quale parola chiave del Rotary International. Amicizia da “seminare”, ha sottolineato il Governatore. Amicizia, ossia “fiamma” che alimenta il Rotary Club. Amicizia, da donare senza riserve. Se è vero, come è vero, che l’Associazione “semina” bene in tutto il mondo esponendosi e spendendosi per quanti sono schiacciati da bisogni economici, morali ed affettivi - in realtà i Rotariani devono sentirsi ambasciatori soprattutto nelle proprie famiglie, sì da educare i propri figli ai valori autentici ed al rispetto della dignità e della libertà di ogni uomo. Passando, dunque, dall’amicizia alla fa- miglia, il Governatore ha posto l’attenzione sulla cellula primaria della società: «E’ necessario che nelle vostre famiglie siate aperti e leali, rispettando il partner ed ascoltando i figli. E’ necessario conoscere le esi- genze dei giovani, per poter capire quale sia il miglior supporto da dar loro. La famiglia va custodita gelosamente! Inoltre, servire gli altri insieme agli amici del Club porta ad un benessere interiore, che indubbiamente si riflette sui propri cari». Consapevole dello scarto dei principi rispetto alla prassi, il Governatore si è rivolto ai nuovi soci parlando dei “compiti ardui”, ma possibili ed attuabili nel clima di fiducia a affiatamento, che ogni Club è tenuto a favorire, creare e mantenere.«Siate attivi in questa casa, ove le esperienze degli anziani non potranno che alimentare i vostri entusiasmi». L’apprezzamento unanime dei presenti ha sancito l’efficacia delle indicazioni ed in particolare l’importanza dell’aver posto l’accento sulla famiglia, quale “radice” della grande e variegata famiglia umana, che spesso dimentica di condividere la stessa terra, sotto lo stesso cielo. Andiamo al cinema Il cinema teatro Metropolitan proietterà da venerdì 12 a giovedì 18 ottobre i seguenti spettacoli: -Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan con Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Tom Hardy, Anne Hathaway e Juno Temple. Genere: Azione, Thriller, Fantasy Ultimo capitolo della trilogia di Batman diretta da Nolan. Sono passati otto anni da quando il “cavaliere oscuro’’ è svanito nel buio della notte decidendo di passare da eroe a fuggiasco. La pace che sembrava ormai regnare a Gotham, tuttavia, non è destinata a durare. Un nuovo temibile nemico vuole seminare morte e distruzione. Pur di salvare la sua città, Bruce Wayne sarà costretto a rivestire i panni dell’ “uomo pipistrello’’ e a combattere contro il male. Orari: 20,30 Sabato 13 e domenica 14: 17,30 – 20,30 Miki Marchionna 34 attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 “G. Ungaretti. Oltre il deserto” … nel Circolo Unione di Gioia del Colle Presentato l’ultimo lavoro di V. A. Lozito, poeta e scrittore, già docente della “Carducci” “Ungaretti fra tradizione e innovazione”, questo il titolo di un brillante incontro organizzato dal Circolo Unione di cui è presidente il dottor Giuseppe Cetola, per presentare nella serata del 6 ottobre “Giuseppe Ungaretti - Oltre il deserto”, riflessioni, lettura critica ed esegesi del professor Vito Antonio Lozito, su cui dissertano il professor Francesco Giannini, la professoressa Maria Carmela Bonelli e don Felice Iacobellis. Ospite “a sopresa” il professor Vito Biancofiore, papà del dottor Mimmo, alunno del professor Lozito negli anni del suo insegnamento ginosino presso la scuola media “Carducci”. “Nella scelta del titolo “Oltre il deserto”, nella sua portata metafisica è racchiuso il travaglio esistenziale e spirituale di Ungaretti – afferma Maria Carmela Bonelli, prestigiosa storica ginosina -, ed è attraverso il titolo che si svela la capacità di Lozito di penetrare e scrutare attraverso l’opera poetica le plaghe recondite di un animo mai pago perché proiettato sempre “Oltre”. Pagine nitide, raffinate, aperte a considerazioni di alto respiro, che trasudano quel lievito culturale che definisce e disegna il profilo di un appassionato letterato.” “Nelle 38 pagine dell’intero dettato poetico - continua la Bonelli - l’autore coglie tutto questo e cerca quel filo conduttore, che lega l’intera produzione di Ungaretti: la ricerca di Dio.” Il suo intervento, preceduto dalle appassionate letture poetiche di Vito Antonio Lozito e da una accurata ricerca storica e letteraria affidata al professor Francesco Giannini, conquista i presenti. Con rimandi ai “Nobel” Quasimodo e Montale, Giannini in riferimento ad Ungaretti lancia una provocazione: proporre il Premio Nobel alla sua memoria con la seguente motivazione: “Per la forza con la quale partendo e restando in linea con la tradizione della nostra letteratura ha saputo innovarla e nello stile e nei temi, portando l’uomo a meditare sul vivere proprio e sul vivere di tutta l’umanità di oggi e di domani.” “Ungaretti rinnova profondamente oltre che formalmente il verso della tradizione italiana. E’ un uomo completo nel suo esistere umano e poetico, che nel corso dei suoi 82 anni ha incarnato i dubbi, le incertezze, i ripensamenti, le certezze e speranze dell’uomo del suo tempo.” Nei cenni biografici si ricorda che Ungaretti cattedratico all’estero, giornalista e studioso di classici - è tra i fondatori della corrente ermetica, dà la sua adesione al fascismo, è collaborazionista, ed infine matura una conversione religiosa. “La poesia non è per Ungaretti il rifugio in cui rintanarsi nei momenti di sconforto per rinchiudersi nel mondo ovattato dei grandi scrittori continua Giannini -, ma per trovarvi una spiegazione ai problemi della vita. La rivoluzione da lui operata non è solo stilistica e lessicale, rivolta all’uso di un linguaggio privo di retorica e ricco di fulminea intensità, ma quella di affidare alla poesia il compito di accompagnare l’uomo nel suo quotidiano procedere. Analizzando il suo percorso poetico possiamo scorgere in Ungaretti tre fasi ben distinte. La prima - la parola - coincide in gran parte con la poesia del periodo della guerra, contraddistinta dal lavoro di isolamento e di esaltazione del singolo termine, sia dal punto di vista della sonorità e del ritmo sia per quanto riguarda l’intensità emotiva e di significato. Nella seconda fase costruisce, a suo modo, forme meno elementari di immagini, di sintassi e di metrica in una “frase” che si presenta ricca di contenuti concettuali più complessi. Da versi brevissimi si passa a versi più fitti e articolati, che si rifanno alla metrica tradizionale. La terza fase è quella della meditazione. Dal punto di vista tematico Ungaretti sembra guardare alla vita e in particolare alla storia degli uomini con il distacco, la malinconia e quella saggezza quasi ironica che gli deriva dalla maturità.” Il professor Giannini legge, quindi, citazioni di Alfredo Gargiulo, Carlo Bo, Pasolini, Giuseppe De Robertis e Mario Luzi e dello stesso Ungaretti in “Ragioni d’una poesia”. La poesia - conclude Giannini - può condurre la società verso una meditazione catartica che indirizzi l’umanità verso una nuova globalizzazione, non più esclusivamente tecnologicoeconomica, ma umana, non a caso “l’atto poetico ci dà nozione di Dio”. Maria Carmela Bonelli nel suo intervento ricorda attraverso alcuni frammenti di storia locale, il legame di Ungaretti - invitato più volte a Lecce e Taranto dal ’47 – con la Puglia. Pur non amando il barocco “frattura, distruzione, che dà luogo a ricomposizioni”, il poeta resta incantato da quello leccese “magnifico vestito, sotto cui si è stratificata l’anima magnogreca, romana e normanna”. “A Taranto - ricorda la Bonelli - Ungaretti giunse nel 1947 per tenere, su invito di Antonio Rizzo e del Circolo della Cultura, una conferenza dal titolo “Petrarca, Poeta del ricordo”. Si apriva un periodo fecondo per la Città che lo volle Presidente del Premio Taranto, svoltosi dal 1948 al 1952 ed assurto alle cronache nazionali, prima di essere affossato da alcuni intellettuali del posto. A Taranto Ungaretti pubblicò su “La voce del popolo” e il saggio “Ragioni di una poesia”. A difesa di Taranto vecchia - della quale aveva detto: “Era forse, e spero che rimanga ancora, la Taranto più giovane”- sempre per invito di Antonio Rizzo, egli prendeva posizione con Palazzeschi, Brandi, Argan e Devoto, allorquando nel 1968 - all’interno del progetto Blandino - veniva previsto avvenimenti l’abbattimento di Palazzo Amati e dell’Arcivescovado. Della bellezza del barocco leccese e dei capitelli di Santa Croce (definiti vivi, umani), dei palazzi e dei vicoli di Taranto egli aveva percepito tutto il fascino, rinveniente dalla memoria.” “Sul piano umano - prosegue la storica - il percorso di Ungaretti si snoda da una iniziale constatazione della solitudine e del dolore dell’uomo, relitto di un naufragio, alla drammatica riconquista delle certezze offerte dalla fede tradizionale ed alla consapevolezza di ripercorrere, attraverso la propria esperienza tracciati comuni a tutti gli uomini: “…profugo come gli altri/che furono/ che sono/ che saranno”. L’intera produzione di Ungaretti è intrisa del “sentimento” del deserto e dell’Africa che non sono solo luoghi geografici, legati ad un tempo specifico. Si ritrovano ne “Il porto sepolto”, datato 1916, punto di partenza del viaggio di un’intera vita e nell’ultima raccolta, “Taccuino del vecchio”, con la necropoli di Sakkarah in Egitto.” “All’origine di tutto - precisa Maria Carmela Bonelli - c’è in Ungaretti, per sua stessa affermazione, il deserto quale stimolo da cui ha origine la poesia: “Sono nato al limite del deserto e il miraggio del deserto è il primo stimolo della mia poesia.” E’ quel nulla da cui è partito ed è l’approdo finale, quello del ritorno. A Sakkarah “mostrerà il beduino/ dalla sabbia scoprendolo/ frugandolo col bastone/ un ossame bianchissimo”, quando già aveva svelato la sua profonda intuizione: “Non d’Itaca si sogna/ smarriti in vario mare/ sa va la mira al Sinai sopra sabbie/ che novera monotone giornate”. Non si sogna Itaca, perché “le fuggenti mura” ha già varcato. Non c’è ritorno, ma ripresa del viaggio “smarriti in vario mare”, ove lo smarrimento delinea l’andare verso l’ignoto. Si mira al Sinai, che non è il suo deserto, talvolta anche pericoloso. Il Sinai è preludio della Terra promessa della quale non abbiamo conoscenza, Viaggio nel mondo dell’imprenditoria locale n. 21 - 13 ottobre 2012 35 perché “Della Terra Promessa/ nient’altro un vivo sa”. Questa percezione viene dal deserto e da quel suo “nulla”, che è assenza, da cui scaturisce quella poesia della quale “resta/ quel nulla/ d’inesauribile segreto”. Un mistero al quale ci si accosta solo dopo essersi avvicinati al gran silenzio, che permette le domande di senso. Solo facendo deserto in noi possiamo ascoltare la voce di Dio.” Commosso e sincero il plauso del pubblico, sorpreso dalla grazia e dalla competenza della raffinata relatrice. Quindi Vito Lozito legge “La pietà” per introdurre don Felice Iacobellis. “Non sono un esperto letterato – afferma il giovane parroco gioiese, da qualche anno nella chiesa di San Nicola di Adelfia -, il professor Lozito mi ha voluto qui per parlare della Pietà e della conversione di Ungaretti. E’ pur vero che nonostante “il poeta e la poesia, il sacerdote e la fede salveranno il mondo”, un parroco vive oggi altre problematiche. Ho letto e gustato la poesia di Ungaretti da studente e da lettore. Pietà, sentimento di amore, di rispetto, la possiamo contemplare attraverso la misericordia. Ungaretti ha la mia età, quarant’anni quando riscopre la fede e si riscopre “un uomo ferito”. Il Papa Benedetto XVI nel promuovere l’anno della Fede, ci riporta alle radici… non si può desiderare più di ciò che si conosce. Più conosco l’uomo, lo ascolto, più mi innamoro di Dio. Questa pietà vuol portare il poeta all’ascolto di sé stesso. Un uomo che vive il peccato, il rimorso, si confronta con la morte. Ungaretti usa una metafora per descrivere le ombre. Per illuminarle ci sono gli esperti, stiamo tutti diventando esperti di ombre, cerchiamo i lati oscuri della vita, dell’esistenza, non approdando alla Terra promessa. Questa lirica ci esorta, invece, ad essere esperti di luce. L’intuizione, l’impeto di luce passa dal cuore, tocca le emozioni “la luce che ci punge/ è un filo sempre più sottile.” Ho visto il segno di Dio che non è assenza di ombre, ma luce infinita, è Colui che ci abbaglia… “Più non abbagli tu se non uccidi” rimanda al dono di Dio all’uomo attraverso il sacrificio di Cristo, perché possa abbagliare, dare senso ai momenti più oscuri della sua esistenza: il peccato, la morte. Anche nella bestemmia, nel momento in cui si è in difficoltà e si ricorre al Signore imprecando, vi è Dio. Non ho ricette per un cammino di fede, ma dobbiamo ritornare all’uomo, alla sua grandezza. Deve riappropriarsi di sé, ritornare nel deserto, luogo d’amore, per esprimere sé stesso. E’bello ritrovare nelle persone umili la grandezza di Dio. La pietà è un sentimento che induce l’uomo al rispetto del prossimo, nell’uomo semplice c’è Dio.” “La parola dei poeti ermetici - afferma l’assessore alla Cultura Piera De Giorgi nel suo saluto finale - è una parola povera, tagliata, che ci scava dentro, ci descrive, dà risposte all’esistenza, Tutti noi siamo alla ricerca di qualcosa, cerchiamo di andare oltre il deserto… “chiuso tra cose mortali/ anche il cielo finirà”. Siamo chiusi nella quotidianità, è difficile incontrare gli altri, anche il cielo stellato, il nostro cammino finiranno, ma mentre viviamo lo sgomento del presente, una nuova energia che ci rende migliori viene dalla profondità delle parole dei poeti, dal dialogo con la Fede, qualunque essa sia.” Dalila Bellacicco “Il Giardino Fiorito” di Mario Potenza Il posto ideale per realizzare i tuoi sogni con eleganza, fantasia e creatività… Rubrica di Luca Calabrese Si è recentemente aperto a Ginosa un Nuovo Fioraio che, forse, non tutti ancora conoscono: è “Il Giardino Fiorito”, di Mario Potenza, un giovane ma già promettente fiorista di Montescaglioso. Il locale, raccolto ma pieno di odori e colori che inebriano vista e olfatto, è arredato con ottimo gusto e semplicità ed è ubicato in via Roma 101 (ovvero è adiacente a quello dell’ormai noto e apprezzato fotografo e regista ginosino Graziano Moro). Mario, ci puoi sintetizzare i vari passaggi che portano alle tue stupende composizioni floreali? Sì, innanzi tutto mi reco di buon ora al “Mercato dei Fiori di Terlizzi”, carico le piante e i fiori che desidero o che reputo più belli e freschi e li porto nel mio locale per rivenderli o per farne delle composizioni di varia natura e per varie occasioni… A proposito di composizioni floreali, ci puoi spiegare la differenza di lavorazione tra quelle fresche e quelle secche/finte? Le composizioni, in generale, hanno varie forme e colori a seconda dell’occasione per cui sono concepite o in base ai desideri del cliente. Poi quelle fresche sono realizzate con piante e fiori appunto freschi, mentre le composizioni possono essere realizzate con fiori e piante di plastica o essiccati con vari metodi. Quali servizi offri ai tuoi clienti e cosa ami particolarmente del tuo lavoro? Prima di ogni cosa, reputo sia importante la Competenza che insieme alla Cortesia e alla vasta scelta di piante e fiori sono il punto cardine della mia attività. Realizzo, come ho detto, composizioni floreali per tutte le occasioni, dalle più nefaste alle più liete. Diamo la possibilità ai futuri sposi di effettuare da “Il Giardino Fiorito” la loro Lista Nozze che spazia tra vari oggetti simpatici o più prestigiosi di varie griffe. Ma ciò che amo particolarmente del mio lavoro è la realizzazione di COMPOSIZIONI SCENOGRAFICHE X TUTTE LE OCCASIONI: feste di compleanno, matrimoni, anniversari di ogni tipo, feste di lauree ma anche installazioni per feste private o di piazza e rappresentazioni teatrali. Ringraziamo Mario per la splendida ed esaustiva chiacchierata, ricordandovi di andarlo a trovare in via Roma 101 per godere delle sue inebrianti creazioni o telefonando al 3921840611. 36 argomenti n. 21 - 13 ottobre 2012 Ebook reader o Tablet? Si intende con eBook un libro in formato elettronico, come ad esempio un file PDF o ePub, si può essere leggere su un computer oppure su un dispositivo di lettura dedicato. Quando ci si riferisce a quest’ultimo si parla di eBook reader o lettore ebook, oppure più semplicemente eReader. L’eBook reader è dunque un dispositivo, non retroilluminato , che utilizza una tecnologia ad inchiostro elettronico detta e-Ink. Tale tecnologia è completamente diversa da quella LCD in uso nei tablet o nei cellulari. Sull’ebbok e’ possibile caricare un gran numero di testi, di leggerli e fare delle ricerche. I più evoluti permettono anche di connettersi tramite Wi-Fi o 3G e attraverso tale connessione, scaricare nuovi titoli o collegarsi a internet. In genere molti dispositivi permettono di inserire note e sottolineature nel testo, ma anche disegnare e inserire segnalibri nelle pagine. La durata della batteria è interessante , infatti e’ molto lunga , nella maggior parte dei casi, superiore alle 2 settimane. Le dimensioni degli schermi variano dai 5″ fino ai 9.7″ di diagonale, ma i più diffusi sono quelli con schermo da 6″ corrispondente all’incirca alle dimensioni di un romanzo. Tra i migliori ereader attualmente sul mercato, in vendita anche in Italia, ci sono i prodotti Amazon, tra cui il Kindle 4 e il Kindle Touch , dotato di display touchscreen. Amazon, con la sua politica dei prezzi al ribasso ha sfornato degli ebook reader con un elevatissimo rapporto qualità prezzo al punto da essere i più venduti al mondo. Personalmente non approvo la sua politica riguardo ai formati, infatti essi non supportano lo standard epub. Vi segnalo anche i prodotti di casa Sony da sempre attiva in questo settore e tra le prime ad introdurre il display touchscreen. Consiglio per la sua compattezza il Sony PRS 350 con il suo display da 5″ anche se ormai di difficile reperibilità e il Sony PRS T1 prodotto di punta della sua gamma con display da 6″. E’ possibile usare questo dispositivo anche come ewriter: infatti grazie al programma di scrittura a mano libera ed al pennino in dotazione, è possibile scrivere, sottolineare e prendere appunti. Certo non bisogna aspettarsi miracoli e la cosa può andar bene per prendere qualche nota, ma non certamente in sostituzione della carta. Invece per chi avesse necessità di prendere appunti direttamente in digitale per lo studio o per l’università ci sono le Boogie Board RIP, spettacolari tavolette adatte allo scopo. Tornando a parlare di ebook reader, vi segnalo inoltre, i modelli della serie Cybook della Booken, in particolare l’ultimo modello Odyssey caratterizzato da una ineguagliata velocità nel cambio delle pagine. Anche se alcuni problemi iniziali nel firmware ne hanno un po limitato la diffusione. Kobo si destreggia con il suo nuovo Kobo Touch, un dispositivo veloce, con supporto ad un gran numero di formato di file, compatto e maneggevole, dotato di schermo touchscreen ed elevati standard di page refresh. JetBook Ectaco il primo lettore ebook con display a colori Una considerazione riguardo il display di tutti i modelli di cui abbiamo parlato finora: proprio come un libro esso è sempre in bianco e nero o in tonalità di grigio se si preferisce. Da questo punto di vista il vero lettore ebook rivoluzionario del 2012, è invece JetBook Ectaco, il primo ereader con display a colori. Il dispositivo è davvero ottimo ed è pensato per un uso intensivo e con un occhio di riguardo a chi lo deve usare per lo studio. Purtroppo il costo è proibitivo circa 500 dollari. Con questa breve panoramica abbiamo solo scalfito la punta di un iceberg infatti il mondo ebook e’ enorme . Per concludere, possiamo classificare tra i lettori ebook anche la categoria dei tablet, degli ibridi tra un portatile ed un ereader, in cui il capofila è il noto iPad. I tablet non sono veri e propri ereader, e per questo saranno sempre oggetto di diatriba, non avendo lo schermo e-lnk ma un normale schermo LCD con display a colori simile a quello di un portatile. IPad e tablet sono comunque accattivanti dispositivi touchscreen, che, oltre alla lettura di ebook permettono di eseguire applicazioni multimediali, le note apps. Sono approdate a questo mercato ormai tutte le grandi società di ereaders: Sony che ha chiamato con poca fantasia il suo dispositivo Sony tablet S, Amazon ha lanciato Kindle Fire ,mentre B&N hanno proposto il Nook Tablet. L’antagonismo tra tablet ed eReader vede una lenta ma costante crescita dei primi a scapito dei secondi. Lettori che utilizzano un eReader sonoIl 58% (-14%), mentre i lettori che utilizzano un tablet sono il 24% (+11%) A trainare la crescita non è stato tanto l’iPad, quanto i nuovi arrivati nell’arena dei contendenti: in particolare i più piccoli ed eBook friendly Nook Color, Kindle Fire e Kobo Vox, device multiuso che strizzano l’occhio alla lettura digitale. La lettura degli eBook stimola anche quella del cartaceo, il 30% dei lettori ha aumentato il proprio budget destinato alla lettura, con punte del 50% per quanto concerne il numero di titoli acquistati. Inutile dire che ciò vale anche e soprattutto per gli eBook, infatti le percentuali sono rispettivamente del 62% e 72% di budget e titoli acquistati in più rispetto al passato. Un altro aspetto molto interessante, relativo al comportamento dei lettori occasionali e’ che nel loro caso l’eBook è divenuto quasi una consuetudine, il 27% ora acquista quasi esclusivamente titoli in formato digitale. La percentuale di adozione dei tablet è però, nel loro caso, significativamente inferiore rispetto ai lettori forti solo il 50% (contro l’83% dei lettori forti) utilizza regolarmente una tavoletta multimediale, che naturalmente argomenti viene destinata anche ad altri utilizzi (film, videogames ecc.) Le nostre abitudini sono cambiate significativamente con l’avvento dell’eBook e dei tablet I tablet supportano la lettura praticamente su tutti i formati eBook, quelli che permettono ai lettori di leggere enhanced Book, ossia quei libri elettronici che fanno uso di elementi interattivi e multimediali. I libri elettronici in formato ePub possono essere letti su tutti i tablet e solo sugli eBook Reader che supportano tale formato. Inoltre risulta di solito agevole la lettura dei pdf e questo spesso è importante poiché alcuni tipi di pubblicazione hanno intrinsecamente bisogno di un formato che resti stabile per come lo ha pensato il suo autore o editore I vantaggi sottolineano l’esperienza di contenuti arricchita da un immediato accesso ad approfondimenti. La connettività al web presente nel dispositivo permette di accedere ad ulteriori informazioni cliccando sui contenuti ipertestuali. Mentre sugli eBook Reader è possibile leggere eBook in formato a contenuto prevalentemente testuale con l’inclusione di immagini, ma la dimensione degli schermi (6 pollici quelli più diffusi) rende i formati reflowable , ossia che si adattano alla dimensione dello schermo ri-formattando automaticamente l’impaginazione del libro , decisamente i più adatti a questo tipo di device. Alcuni modelli , Kindle incluso ,permettono la lettura di pdf ma spesso ne risultano caratteri troppo piccoli per via dell’impaginazione fissa di questo tipo di file. I vantaggi sono che principalmente il lettore si concentra soprattutto sulla lettura lasciando più spazio all’immaginazione. Si può sempre effettuare ulteriori ricerche tramite altri dispositivi. Nei libri dove il testo prevale risulta molto comodo poter aumentare o diminuire la dimensione del testo con il libro che si reimpagina automaticamente. Negli svantaggi in genere le immagini ed elementi multimediali non vengono riprodotti agevolmente. Inoltre alcuni ebook reeader non supportano tutti i formati (per esempio Kindle non supporta il formato ePub). A voi la scelta , che principalmente e’ legata all’utilizzo che ne dovete fare n. 21 - 13 ottobre 2012 37 Aumento del 40% dell’importo concordato per l’irrigazione 2011 La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto evidenzia che la Soget in questi giorni sta notificando le cartelle esattoriali del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara relative all’irrigazione 2011 con un aumento che supera del 40% l’importo concordato in Prefettura nel mese di Giugno 2011. La Cia sostiene che gli agricoltori devono pagare soltanto gli importi sottoscritti in domanda, senza ulteriori somme aggiuntive. Ovviamente, tale atteggiamento della dirigenza del Consorzio di Bonifica sta creando negli agricoltori della zona Occidentale di Taranto notevole malumore, considerata anche la profonda crisi in cui versa l’agricoltura del nostro territorio. Probabilmente qualcuno, avendo la memoria corta, ha dimenticato le proteste degli agricoltori sotto la Regione Puglia e sotto gli uffici del Consorzio di Bonifica di Taranto, promossi dalla stessa Confederazione Italiana Agricoltori nel corso del 2011. Tali proteste portarono successivamente alla sottoscrizione di un accordo in Regione ratificato poi in Prefettura alcuni giorni dopo, sull’apertura della stagione irrigua e sugli importi da pagare. Le cartelle che in questi giorni la Soget sta recapitando agli agricoltori con un importo di circa euro 23 per ora di acqua erogata, non tengono conto in alcun modo dell’importo di circa 15 euro per ora, concordato in Prefettura con l’ex Commissario Regionale del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara dr. Vito Latorre. Tale situazione non fa altro che aggravare ulteriormente le già critiche situazioni economiche in cui versano le aziende della nostra provincia. Il malcontento degli agricoltori è fortissimo; pertanto al fine di evitare eventuali problemi di ordine pubblico sono necessarie risposte urgenti e concrete da parte del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e del governo regionale. A tal proposito, la Cia chiede un incontro al Sig. Prefetto di Taranto dott. Claudio Sammartino e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Dario Stefàno. Inoltre, la Confederazione Italiana Agricoltori ritiene che, prima della definitiva approvazione dei piani di classifica, deve essere chiarita la questione relativa alla debitoria pregressa. Infine la Cia evidenzia che il Commissario Regionale straordinario dott. Giuseppantonio Stanco ha formulato una proposta di dichiarazione di dissesto finanziario del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, utile a bloccare tutti gli interessi e le somme che ogni giorno fanno aumentare sempre di più la debitoria. Mino Noia 38 argomenti n. 21 - 13 ottobre 2012 Il dottor Rino Mastrodomenico diventa Agente dei calciatori Sono 31 i candidati risultati idonei, per una percentuale pari al 6% circa, alla prova di Agente dei calciatori che si è svolta lo scorso giovedì 27 settembre a Roma c/o il Mariott Parck Hotel di Roma. Dei 590 iscritti (34 le donne, tra le quali solo una è risultata idonea), in 492 hanno partecipato all’esame, 461 sono stati i non idonei pari al 94% dei partecipanti. Pubblichiamo l’elenco dei candidati idonei. Federazione Italiana Giuoco Calcio Commissione Agenti di Calciatori Roma, 27 Settembre 2012 Prova di idoneità per il rilascio della licenza di Agente di Calciatori Elenco alfabetico dei soli idonei AMMIRATI Luigi, ARIATTI Luca, ARRIGHI angelo, BELLA Luca,BOSCOLO Andrea, BRESCHI Filippo, CASELLA Alex, CECCARELLI Alessio, CONTE Adriano, CUSINI Laura, DE LUCA Piergiorgio, DELLO PREITE Gabriel, DI NARDO Gennaro, FERRANTE Davide, FIGURA Paolo, GARONE Gianluca, GHEZZI Alessandro, INTORRELLA Dario, MASTRODOMENICO Gennaro, MEDIATI Sergio, MORESCHINI Matteo I, PONTRELLI Giovanni Davide, PULICATI Matteo, RAFFAELE Massimiliano, RICCIARDETTO Massimiliano, SAIJA Leo, SANTILLI Fabrizio, SCALISE Matteo Vittorio, SICA Emanuele, VIGGIANO Francesco, VITALE Gianluca. Come si può vedere tra gli idonei vi è anche il nostro concittadino, dottor Gennaro (Rino) Mastrodomenico al quale abbiamo rivolto alcune domande. Come nasce l’idea di diventare procuratore di calciatori? “La mia passione per il calcio è ormai arcinota sia come praticante che come dirigente allenatore del calcio a 5, adesso cercherò di abbinare la passione e questo mestiere.» Che significa fare l’agente Fifa? «Non la interpreto fare l’agente solo come una mediazione, ma cercherò di assistere i miei clienti a 360°. Non solo per la parte sportiva, ma sotto tutti gli aspetti che riguardano la vita di un calciatore e la sua famiglia. Volendolo fare così non puoi avere tanti giocatori, ma devi sceglierne pochi e farlo bene. Valutare la personalità e il carattere, prima ancora che le qualità tecniche, e ricordare a tutti che è sempre un gioco che dura fino ai 30 anni circa.» A chi ti ispiri? «Domanda difficile… un aneddotto: sui libri dove ho studiato, c’era sempre la foto e una intevista di Giuseppe Bozzo. Giuseppe Bozzo, 46enne avvocato di Cosenza, noto al mondo del pallone per essere l’agente di Antonio Cassano.» Stefano Giove La meeting & event industry : un’opportunità di sviluppo per la Puglia La meeting & event industry : un’opportunità di sviluppo per la Puglia Lo scorso 11 Settembre 2012, presso il salone delle start up e delle imprese creative della Fiera del Levante di Bari, si è svolto il workshop intitolato: ”La Meeting&Event industry in Puglia”, organizzato dall’associazione Flomar Onlus di Ginosa (TA). La relatrice dottoressa Annalisa Catapano, CEO-founder del progetto start up MeetPuglia , ha colto l’occasione per spiegare l’importanza del turismo del business , le potenzialità e le opportunità che tale settore può offrire ad una regione molto vota al turismo leisure come la Puglia. Ella ha affermato che l’industria del M.I.C.E (Meeting, Incentive, Convention e Event) produce un fatturato di 6,321 miliardi di euro, rappresentando il 20,5% della spesa del turismo internazionale in Italia , questo significa che il settore dei meeting e degli eventi è una leva strategica per la crescita e competitività del nostro Paese e anche della Puglia. Il settore può offrire un valore aggiunto al territorio pugliese sia in termini economici che culturali. Infatti una delle conseguenze più importanti è la destagionalizzazione del turismo ,con effetti rilevanti sui flussi turistici e su tutto il comparto economico-occupazionale pugliese. Oltre alle opportunità, sono stati mostrati alcuni esempi di location non convenzionali tipicamente pugliesi , dalle gravine per organizzare un team building alle vecchie masserie per cene di galà fino alle dimore storiche per meeting e congressi. Lo sviluppo di questa offerta territoriale integrata , ovvero l’integrazione tra la qualità dei servizi e le attrattività dei territorio pugliese , può essere il fattore determinante per la competitività della Puglia. Inoltre, è stata ribadita la necessità d’investimenti in infrastrutture , in strutture ricettive , congressuali e in convention bureau territoriali , necessari per rafforzare l’immagine e il marketing della Puglia nel mondo. Il Presidente - Luisi Stefania eventi sportivi n. 21 - 13 ottobre 2012 FUTSAL -SERIE C 2 GIRONE C UN SUPER CIANCIARUSO LANCIA IL TEAM Ginosa, 29 settembrePalasport Esordio stagionale in campionato, per il Team Ginosa del presidente Giannuzzi e di mister Noia. Avversario del primo turno è l’Oriental Five Martina di mister Russi. Il risultato finale, vede Cianciaruso autore di cinque reti e Dell’isola in versione assist man. LA GARA I padroni di casa partono con Bitetti, Santantonio, Russo, Cianciaruso e Dell’isola, l’Oriental risponde con Conserva, Lafornara, Castellana, Scatigna e Lisi. Neanche due minuti di gioco e il Team è già avanti. Del’isola prende palla per vie centrali e scarica sull’accorrente Cianciaruso che scarica in rete sul portiere in uscita. 1-0 e Le massime del VEGA Il privilegio degli italiani? LA CASTA L’avvento del governo tecnico, atteso quasi quanto quello del Signore, si è rivelato un vero buco nell’acqua, in quanto poco o nulla è cambiato da quel giorno. Privilegi di casta, ingiustizie e corruzione sono il vero traino in retromarcia della nostra economia, e da quanto apprendiamo giorno per giorno, il precipizio sembra sempre più lontano…in quanto siam già caduti!! Scandali alla regione Lazio, parlamento sempre più indaffarato nel cambiar la legge elettorale in modo che siano ancora loro a non gover- nare il Paese, e ciliegina sulla torta: il vaticano, come ormai consuetudine dai tempi dei patti lateranensi, sarà esentIMU. Le belle parole di Monti, contro i privilegi e i privilegiati sono la classica ramanzina all’italiana, che è servita solo al momento per calmare le acque e si sapeva che nulla sarebbe cambiato. Il consiglio di Stato ha bocciato la proposta con la quale si imponeva il pagamento dell’IMU alla Chiesa, quindi di conseguenza, io propongo a tutti i proprietari di case, l’apertura di un santuario cosicchè sia paragonato ad un luogo di culto e perciò diverrà esente dal pagamento dell’imposta sugli immobili. Sarà un modo come un altro per sconfiggere la crisi!! VINCENZO D’ANGELO 39 prima rete in campionato per lui. Il Martina tiene il pallino del gioco e prova a superare Bitetti con il gioco di sponda dell’attaccante Lisi, forte fisicamente e abile come boa. Con questo stile, arrivano un paio di occasioni pericolose ben sventate dalla difesa di casa. Al 6’ minuto, il primo palo della giornata è di Russo che da posizione defilata prova a sorprendere Conserva, che poi blocca la sfera. Passano altri due minuti e gli ospito pareggiano. Colucci sfrutta la sponda di Lisi e scarica in rete. 1-1. Da questo momento si scatena Cianciaruso che coglie un palo e per altre due volte, non riesce a riportare i suoi avanti. Lui no, ma Dell’isola si al minuto 25’. Team Ginosa 2, Martina 1. La prima frazione si chiude con il pari martinese. Ci pensa Santoro. Sino al fischio finale altri due montanti, uno di Dell’isola e uno di Lisi. Primo tempo 2-2. Nella ripresa il Team parte fortissimo, e nel giro di sei minuti, si porta sul 6-2 con le reti del capitano Santantonio e due sigle di Cianciaruso. La partita vive di fiammate e i padroni di casa approfittano degli spazi concessi dalla difesa martinese, difatti, prima Delfino, poi la quinta rete di Cianciaruso e infine una doppietta di Barberio, chiudono i conti per il 10-2 finale. Il Martina poteva anche accorciare la distanze, ma il bomber Lisi si fa respingere il tiro libero dal subentrato Maggi. Nel corso della seconda frazione, tre traverse per il Ginosa e due pali per l’Oriental Five. TEAM GINOSA 10 ORIENTAL FIVE MARTINA 2 TEAM GINOSA: Bitetti, Santantonio, Russo, De Florio, Cianciaruso, Maggi, Vernice, Dell’isola, Barberio, Bramo, Delfino. ORIENTAL FIVE MARTINA: Lafornara, Castellana,Ancona, Colucci, Santoro, Carrieri, Lisi, Gianfrante, Calpanno, Fumarola, Conserva. Baldassarre D’Angelo 40 n. 21 - 13 ottobre 2012 avvenimenti sportivi avvenimenti n. 21 - 13 ottobre 2012 41 PRIMA CATEGORIA / Terzo successo di fila che vale il primato in solitudine PRIMA CATEGORIA / Blitz esterno sull’ostico campo del Real Gioia Ginosa corsaro a Gioia: 2-1 che vale la vetta Dopo il ricorso vinto per la gara contro il Pezze (3-0 a tavolino), i biancazzurri battono a domicilio l’ostico Real Gioia, grazie alle reti di Clemente e Putignano e balzano in testa alla classifica (insieme al Bitonto), a punteggio pieno, dopo due giornate. Prova di forza del Ginosa che espugna l’ostico campo del Real Gioia e vola in testa alla classifica a punteggio pieno, in virtù del 3-0 a tavolino deciso dal Giudice Sportivo per la gara contro il Pezze. Vittoria meritata dei biancazzurri che, seppur soffrendo in alcuni frangenti, hanno saputo gestire con ordine la gara, pungendo con cinismo al momento opportuno. Prima frazione equilibrata con leggero predominio territoriale dei padroni di casa. Partenza determinata degli uomini del tecnico Pizzulli che dopo appena due giri di lancette sbloccano il risultato grazie ad un gran gol di Clemente, il quale raccoglie un assist millimetrico di Lombardi e con un destro potente fa secco Portoghese. La reazione dei gioiesi non si fa attendere ed all’11’ Bux, su punizione dal limite, impegna severamente Cifarelli A. che vola all’incrocio per deviare la sfera. Il Ginosa in avanti è pungente ed al 15’ Clemente raccoglie in area un assist delizioso di Lombardi e solo davanti a Portoghese calcia debolmente sciupando l’occasione del raddoppio. Altro campanello d’allarme per la retroguardia di casa quando al 23’ Cifarelli S., su azione di rimessa, lascia partire dal limite una sventola che si stampa sul palo esterno alla sinistra di un sorpreso Portoghese. Al 41’ si rivede il Real Gioia con Bux che, su calcio piazzato dai venti metri, lascia partire un tiro radente sul quale risponde con grande bravura l’estremo difensore ginosino che in tuffo neutralizza la minaccia. La ripresa vede un Gioia proteso in avanti alla ricerca del pari ed un Ginosa ad agire di rimessa. Pronti via ed al 1’ i biancazzurri raddoppiano: su azione di rimessa, Cifarelli S. imbecca in area uno smarcato Putignano che, solo davanti a Portoghese, con freddezza gonfia la rete. La reazione dei padroni di casa è immediata ed al 3’ si ripete il duello Bux-Cifarelli A. con quest’ultimo sugli scudi a neutralizzare il pericolo. Gli uomini del tecnico Narraccio producono un notevole possesso palla ma risultano sterili in avanti, complice anche l’attenta difesa ospite che concede poco o nulla. Al 31’ però i baresi trovano la rete che dimezza le distanze con Rubino abile ad incornare sottomisura anticipando Cifarelli A. in uscita. I biancazzurri, comunque, restano compatti ed al 35’ Magno, su calcio piazzato dal limite, disegna una parabola velenosa che lambisce il palo alla sinistra di Portoghese. Al 40’ è Cifarelli S., su azione di rimessa, a seminare il panico nella retroguardia locale che si salva in extremis sul fantasista ginosino. Il forcing finale dei padroni di casa non produce frutti ed il risultato premia il carattere e l’intraprendenza degli ospiti. Tabellino della gara (Real Gioia-Ginosa 1-2) REAL GIOIA: Portoghese, Brigido, Orfino D. (14’ st Celiberti), Nivolino, Orfino F., Soria (22’ st Mammola), Netti (22’ st Papavero), L’Abate, Rubino, Pascalicchio, Bux. A disp.: Moschetti, Vittore, Angelillo, Comes. All. Narraccio GINOSA: Cifarelli A., Bonsignore, Lombardi, Bozza F., Orfino A., Mangia (24’ st Bozza R.), Lovecchio, Dragone, Clemente (26’ st Anzillotta), Putignano (16’ st Magno), Cifarelli S. A disp.: Larocca, Marzano, Giosuè, Leone. All. Pizzulli (squalif.) ARBITRO: Lacavalla di Barletta. RETI: pt 2’ Clemente (G); st 1’ Putignano (G), 31’ Rubino (RG). NOTE: Ammoniti Netti e Bux (RG), Bonsignore, Lombardi, Bozza F., Mangia, Lovecchio, Dragone e Anzillotta (G). Domenico Ranaldo ([email protected] - www.asginosa.it) Ginosa, primato solitario a punteggio pieno Vittoria sofferta dei biancazzurri che, al “Miani”, si impongono di misura su un coriaceo Sibillano e balzano da soli in vetta alla classifica con 9 punti in tre partite. Prestazione superlativa della compagine ginosina che ha saputo rimontare lo svantaggio iniziale grazie alle marcature di Putignano, Marzano e Presicci. Buona la prova dei ginosini Lovecchio e Putignano (2 reti in 3 gare) che hanno mostrato carattere e personalità nonostante la giovane età. In casa ginosina arriva un nuovo rinforzo: si tratta dell’esperto difensore centrale Giuseppe Rabindo, classe 78, ex Manduria e Stella Jonica (Promozione). Domenica il Ginosa è atteso da una trasferta insidiosa in quel di Bitonto: uno scontro d’alta quota in cui i biancazzurri tenteranno di conservare il primato in classifica. Vittoria sofferta del Ginosa che supera in rimonta un coriaceo Sibillano e spicca il volo conquistando la vetta solitaria della classifica a punteggio pieno. Gara più difficile del previsto per i biancazzurri che hanno dovuto sudare non poco per avere ragione di una compagine ultima in classifica ed a secco di punti. Partenza decisa dei padroni di casa che al 6’ cinata di Trovatello. I padroni di casa faticano a trovare spazi in avanti ma al 27’ Lomagistro trova uno spiraglio e, con un diagonale velenoso, impegna severamente Martellotta. Il Ginosa preme ed al 44’ perviene al pareggio: Lombardi imbecca Marzano in area il quale, dopo aver dribblato il portiere in uscita, viene contrastato da un difensore con la sfera che giunge a Pu- PRIMA CATEGORIA PUGLIESE GIR. B 4^ Giornata - 14/10/2012 Ore 15,30 3^ Giornata - 07/10/2012 Bitetto - Nuova Molfetta 0-0 Gravina - Pezze 1-2 Fortis Murgia - Real Gioia 1-1 Ginosa - R. Sibillano Bari 3-2 Molfetta Sportiva - Real Modugno 0-5 Omnia Bitonto - Giovinazzo 3-2 United Mottola - Palagiano 2-2 Virtus Putignano - Bitonto 2-1 Bitonto - Ginosa Palagiano - Giovinazzo Nuova Molfetta - Gravina Pezze - United Mottola R. Sibillano Bari - Fortis Murgia Real Gioia - Molfetta Sportiva Real Modugno - Omnia Bitonto Virtus Putignano - Bitetto TOTALE POS SQUADRA IN CASA P.TI G V N P GF GS D.R. G V N 1 GINOSA 9 3 3 0 0 8 3 5 2 2 0 2 REAL MODUGNO 7 3 2 1 0 14 5 9 1 1 3 BITONTO 6 3 2 0 1 7 2 5 1 4 VIRTUS PUTIGNANO 6 3 2 0 1 6 2 4 5 UNITED MOTTOLA 5 3 1 2 0 10 8 2 6 BITETTO 5 3 1 2 0 3 2 7 OMNIA BITONTO 4 3 1 1 1 4 P FUORI CASA GF GS G V GF GS 0 5 2 1 1 N 0 P 0 2 1 0 0 6 2 2 1 1 0 8 3 1 0 0 3 0 2 1 0 1 4 2 2 1 0 1 2 2 1 1 0 0 4 0 2 0 2 0 5 5 1 1 0 0 5 3 1 2 1 1 0 2 1 1 0 1 0 1 1 6 -2 2 1 1 0 4 3 1 0 0 1 0 3 8 PEZZE 4 3 1 1 1 3 5 -2 1 0 1 0 1 1 2 1 0 1 2 4 9 NUOVA MOLFETTA 4 3 1 1 1 1 3 -2 1 0 0 1 0 3 2 1 1 0 1 0 10 FORTIS MURGIA 4 3 1 1 1 7 10 -3 2 1 1 0 5 4 1 0 0 1 2 6 11 MOLFETTA SPORTIVA 4 3 1 1 1 2 6 -4 2 1 0 1 1 5 1 0 1 0 1 1 12 PALAGIANO 2 3 0 2 1 6 7 -1 1 0 1 0 1 1 2 0 1 1 5 6 13 GRAVINA 2 3 0 2 1 2 3 -1 2 0 1 1 1 2 1 0 1 0 1 1 14 REAL GIOIA 2 3 0 2 1 2 3 -1 1 0 0 1 1 2 2 0 2 0 1 1 15 GIOVINAZZO 0 3 0 0 3 5 9 -4 1 0 0 1 3 5 2 0 0 2 2 4 16 R. SIBILLANO BARI 0 3 0 0 3 3 9 -6 1 0 0 1 0 4 2 0 0 2 3 5 si rendono pericolosi con Marzano il quale, su calcio piazzato dal limite, scarica una sassata sulla quale è reattivo l’estremo difensore ospite. Passano due minuti ed il Sibillano si porta in vantaggio: Caldarulo, ben servito in profondità, sorprende la difesa ginosina e, con un pallonetto, supera Cifarelli A. in uscita. Gli uomini del tecnico Pizzulli accusano il colpo ed al 10’ sale in cattedra l’estremo difensore ginosino che si supera su un’incornata ravvi- tignano che da pochi passi deposita in rete. La ripresa vede un Ginosa convinto e determinato sin dai primi minuti alla ricerca del successo. Trascorrono quattro minuti ed il sorpasso si concretizza: Marzano raccoglie al limite una corta respinta della difesa ospite e con un tiro radente trafigge Martellotta. I biancazzurri insistono ed al 9’ calano il tris: una bella azione corale e manovrata porta Presicci a concludere a rete il quale infila, di giustezza, un incolpevole Martel- lotta. I padroni di casa controllano con ordine il match ed al 27’ vanno vicini alla quarta rete con Cifarelli S. che raccoglie un lungo rilancio del portiere e, solo davanti a Martellotta, alza di poco la mira con un delizioso “lob”. Al 37’ Cifarelli S., su azione di rimessa, si invola verso la porta avversaria ma, al momento del tiro, serve l’accorrente Bozza la cui conclusione trova la pronta risposta del portiere barese. Passano due minuti e gli ospiti accorciano le distanze con Notarangelo il quale, sugli sviluppi di una punizione dall’out destro, incorna sottomisura riaprendo la gara. Gli ultimi cinque minuti, più altri cinque di recupero concessi dall’arbitro, diventano una sofferenza per i biancazzurri che con le unghie ed i denti difendono il vantaggio conducendo in porto la terza vittoria consecutiva che vale la testa solitaria della classifica, in virtù dello scivolone del Bitonto in quel di Putignano. Domenica il Ginosa è atteso proprio dal Bitonto per un arduo banco di prova che potrà dare indicazioni sulle reali potenzialità della compagine ginosina. Da registrare, sul fronte mercato, l’arrivo dell’esperto difensore centrale Giuseppe Rabindo, classe 78, ex Manduria e Stella Jonica (Promozione), che potrebbe esordire proprio domenica nel big-match di Bitonto. Tabellino della gara (Ginosa-R. Sibillano 3-2) GINOSA: Cifarelli A., Bonsignore, Presicci, Bozza F., Orfino, Lombardi, Lovecchio, Lomagistro (24’ st Pastore), Marzano, Putignano (36’ st Clemente), Magno (13’ st Cifarelli S.). A disp.: Mancino, Leone, Mangia, Giosuè. All. Pizzulli R. SIBILLANO: Martellotta, Cardone, Bottalico A., Notarangelo, Mincuzzi, Navarra (35’ st Sisto), De Cataldo (18’ st Lomartira), Turitto, Caldarulo, Menolascina, Trovatello (24’ pt Triggiani). A disp.: Rossini, Bottalico C., Parise, Petrafesa. All. Risola ARBITRO: Pellegrino di Lecce. RETI: pt 8’ Caldarulo (S), 44’ Putignano (G); st 4’ Marzano (G), 9’ Presicci (G), 39’ Notarangelo (S). NOTE: Ammoniti Cifarelli A., Lombardi, Lovecchio e Lomagistro (G), Navarra, De Cataldo e Caldarulo (S). Espulso al 48’ st Cifarelli S. (G) per gioco scorretto. Domenico Ranaldo ([email protected] - www.asginosa.it) 42 n. 21 - 13 ottobre 2012 avvenimenti sportivi TROFEO STARDRINK Gara di Campionato Provinciale Amatori Strada UISP Le novità e le iniziative non finiscono mai per il Genusia BikeTeam che, come sempre impeccabile, organizza la Gara di campionato provinciale UISP amatori strada, in data 23 Settembre 2012, a Ginosa. Fissato alle ore 7.00 il raduno dei ciclisti presso il Palazzetto dello sport alla via Cavese in Ginosa, effettuata la verifica tessere e svolte tutte le attività pre-gara dai Giudici, dal Direttore di corsa e da tutta l’organizzazione, alle ore 9.00 la carovana si sposta in via Bernalda, dove sarà dato il via alla gara. Inizia la competizione che vedrà gareggiare corridori di varie Team ciclistici provenienti persino da Cosenza! Più di settanta ciclisti si sono confrontati in una gara senza eguali: • Lunghezza percorso Km 25,500 da ripetersi 3 volte, per un totale di Km 76,50; • Dislivello totale di 1000 Metri; • Salite: 3 GPM 11%. Ottima la prestazione dei primi tre assoluti Gasparre Nicola, Galeone Antonio ed Elettrico Tommaso che con caparbietà e dedito allenamento hanno affrontato da campioni questa difficoltosa competizione. Altrettanta attenzione va data al I° di categoria “A0” nonchè vincitore del Giro Arcobaleno 2012, Mastronardo Graziano, figlioccio del Genusia BikeTeam che con grande determinazione e passione raggiunge ogni volta nuovi traguardi; non meno importanti sono le posizioni conseguite dal capitano Calabria Paride (VII° Cat. “A1”), dal campione di Ciclocross Spinelli Donato (IX° Cat. “A2”), Marchionna Francesco (XIV° Cat. “A3”), Buonsanti Domenico (XV° Cat. “A3”), atleti del Genusia Bike, sempre presenti e sempre pronti a seguire le vicissitudini del Team con forza di volontà e spirito di collaborazione. L’assistenza su tutto il percorso è stata predisposta tramite la presenza di autoambulanze, staff - medico, meccanici, punti radio fissi e mobili, automezzi di assistenza a fine corsa, attenti durante tutto lo svolgimento della competizione, a garantire la sicurezza e salvaguardia degli atleti. Un ringraziamento particolare va ai tecnici Giudici di Gara, Giovanni Punzi, Giovanni Sanfelice e Carmen Carlucci, al Comitato provinciale UISP per l’inserimento dati, al Direttore di Corsa, Giuseppe Punzi, al Dott. Ennio Volpe e alla Dott.ssa Rosanna Bozza, all’Associazione di volontariato “Amici in Aiuto”, al Servizio sanitario garantito dall’Associazione “Misericordia”, alle Motostaffette, al comando di PM Ginosa, allo sposor dell’intera manifestazione, STARDRINK e al suo Amministratore Punzi Arturo, all’Assessore Provinciale Marta Teresita Galeota e il delegato allo sport del comune di Ginosa Pietro Lanera ed infine all’Organizzatore dell’evento Giovanni Punzi, Presidente del Genusia Bike Team e Presidente Provinciale di Lega Ciclismo che, come sempre, ha realizzato un ottimo lavoro, prestando la propria esperienza e la propria energia affinchè si raggiungesse più di quanto sperato, proclamando i Campioni Provinciali Amatoti Strada UISP 2012 nella categoria A0 Mastronardo Graziano (GenusiaBike) - A1 Paride Calabria (GenusiaBike) - A2 Donato Spinelli (GenusiaBike) - A3 Contento Gabriele (IPirati)- A4 Resta Valerio (IPirati) - A5 Liuzzi Nunzio (IPirati). E… con il Genesia Bike Team non finisce qui…!!! Addetto Stampa Genusia Bike Avv. Carlucci Carmen attualità n. 21 - 13 ottobre 2012 Pubblicità pagina intera 43