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n. 21 - 13 ottobre 2012
n. 21 - 13 ottobre 2012
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Sommario
La Goccia n. 21 - 13 ottobre 2012
Questo periodico
è associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
La Goccia
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A QUESTO NUMERO:
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GIUSEPPE PIZZULLI
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VIOLA LAVERMICOCCA
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CORRADO STRADA
TERESA GALEOTA
MIKI MARCHIONNA
VINCENZO D’ANGELO
MINO NOIA
PIERO ZANELLI
CANTA STORIE
TERESA GALEOTA
COSIMO VAVALLO
STEFANIA LUISI
fOTO:
ERASMO MAZZONE
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
STAMPA
tipografia
ACITO
[email protected]
Non ci sto...
di Stefano Giove
pag. 4
Le interviste di RG…
di Floriana Ribecco
pag. 17
Andiamo al…
di Miki Marchionna
pag. 33
Le feste…
Viabilità…
Ungaretti…
Calabrese…
Int. Leccese…
Viaggio nel…
di Stefano Giove
pag. 5
di Stefano Giove
pag. 6
Le favole di grim
di Esseggi
pag. 17
di S Giove - L Patimisco
pagg. 18/20
In... condominio
di Grim
pag. 7
di Wanda Pucci
pag. 20
Versus di From
Vinta…
di From
pag. 7
Notizie flash…
di Giulio Pinto
di F B
pag. 21
Auguri agli sposi...
pagg. 8/9
di Redazione
pag. 22
Le caricature…
Cento anni…
di Giorgio Morea
pag. 9
Il degrado…
di Canta Storie
pag. 10
Imu…
di Canta Storie
pag. 11
Comitato Renzi…
di Cosimo vavallo
pag. 11
Primarie…
di Teresa Galeota
pag. 12
Le feste…
di M C Bonelli
pag. 13
di SG
pag. 23
Dialoghi…
di Corrado Strada
pag. 24
Mai più…
di Rosamaria Busto
pag. 25
Storie di…
di Antonella Carrera
pag. 26
Un medico in…
di Piero Zanelli
pag. 27
Ricerca e …
di Giovanni Matera
pag. 28
Concorso…
Il tesoro…
Avis
Utopia…
Noi e…
Rotary…
di Franco D’Attoma
pag. 14
di Baldassarre D’Angelo
pag. 14
di Mario D’Alconzo
pag. 14
di Giuseppe Pizzulli
pag. 31
di Sarah Scorpati
pag. 32
di M C Bonelli
pag. 26
di M C Bonelli
pagg. 34/34
di Luca Calabrese
pag. 35
Home page…
di Roberto Muscolinoo
pagg. 35/37
Aumento…
di Mino Noia
pag. 37
Meeting…
di Stefania Luisi
pag. 38
Il dottor…
di S G
pag. 38
Le massime del…
di Vincenzo D’Angelo
pag. 39
Calcio a 5…
di Baldassarre D’Angelo
pag. 39
Ginosa corsaro…
di Domenico Ranaldo
pagg. 40
Ginosa primato…
di Domenico Ranaldo
pagg. 41
Trofeo…
di C
pag. 42
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 12.00
del 10 ottobre 2012
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l’editoriale
n. 21 - 13 ottobre 2012
Non ci sto!
Leggo le stime del Fondo Monetario Internazionale che riducono
seccamente le prospettive di crescita del Pil italiano, che si contrarranno del 2,6% nel 2012 e dello 0,7% nel 2013. Il calcolo è nel
Rapporto economico mondiale, che rivede al ribasso, dello 0,4% per
entrambi gli anni, le previsioni pubblicate a luglio. Secondo l’Fmi,
inoltre, difficilmente la ripresa si affaccerà prima di fine anno 2013,
quando la variazione del PIL risulterà ancora invariata. La bassa
crescita si traduce anche in un allarme disoccupazione, con il tasso dei senza lavoro destinato a impennarsi fino all’11,1% nel 2013.
Insomma uno scenario davvero preoccupante.
Di fronte a questo dramma non riesco a capacitarmi per quello che
succede a Taranto, laddove si sta procedendo a smantellare una
azienda che ha garantito tanto lavoro in questi ultimi cinquant’anni,
nel nostro territorio e potrebbe continuare a garantirne.
Parlare di lavoro e di Ilva a Taranto sembra quasi dire una parolaccia. I dati (molto spesso manipolati) che vengono diffusi, servono a
creare un clima di allarmismo che, credo, sia per certi aspetti sospetto. Questo non significa non chiedere che siano rispettate le norme
che tutelano l’ambiente e la salute dei cittadini. Tuttavia quello che
sta accadendo a Taranto credo sia fuori da ogni logica…
Nessuno mette in discussione il fatto che Riva debba realizzare tutte
le opere necessarie per evitare che si continui a inquinare impunemente la città di Taranto e le zone circostanti. Nessuno nega che
in questi anni si è fatto poco e forse anche male… ma da questo a
lanciare degli ultimatum come fa la Procura di Taranto ce ne corre.
Che cosa significa, spegnere gli impianti?
Significa: chiudere lo stabilimento e far perdere all’Italia la possibilità di avere una importante attività siderurgica!
In Germania, in Cina si fregano le mani per la nostra stoltaggine… e
devo dire che, a volte, sono portato a pensare che qualcuno dei tanti
facinorosi, che oggi scoprono Taranto e i problemi dell’Ilva possa
essere, senza volerlo, un aiuto importante per cinesi e tedeschi.
Le motivazioni che stanno alla base di alcune decise prese di posizioni della Giustizia sono: «la salute dei cittadini non è una merce e
come tale non può essere oggetto di mercanteggiamento!»
Proviamo a pensare cosa accadrà a migliaia di persone se l’Ilva
chiude i battenti.
Avremo qualche migliaio di disoccupati in più nel nostro territorio
e questo non farà altro che alimentare un aumento della condizione
di schiavitù nel rapporto di lavoro. Migliaia di disoccupati inevitabilmente andranno a far crescere il numero di coloro i quali pur di
“portare il pane a casa” saranno disposti ad accettare tutto. Non lo
so, ma rientra anche la condizione di lavoro tra quelle da tutelare? Il
problema della disoccupazione diventa anche un problema di “salute mentale” per tante persone. O no?
Io credo di si! E lo dico, nella consapevolezza che in tanti diranno
peste e corna su quanto sto affermando…
E, tuttavia, vorrei porre una domanda semplice: chiedo di poter conoscere quanto è la prospettiva di vita per una persona che vive a
Taranto e nella sua provincia. Se a Taranto c’è la “strage quotidiana”, ci dovrebbe essere per chi vive in questo territorio una prospettiva di vita inferiore a quella della altre città italiane!
Sono convinto che tutte le battaglie per imporre a Riva di eliminare
le fonti di inquinamento debbano essere fatte… ma un conto è fare
una battaglia, altro è chiudere per sempre una attività che tanta ricchezza ha dato (e dà) al nostro territorio. Non dimentichiamo che in
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giro per la provincia di Taranto ci saranno qualche
decina di migliaia di pensionati ex Italiser, che consentono a tante famiglie di vivere dignitosamente…
provate a immaginare quale sarebbe la vita per tanti, senza le pensioni degli ex italsiderini…
Qualcuno dovrebbe anche leggere qualche dato
sull’emigrazione, quello che è successo nella provincia di Taranto e quello che è accaduto in tante
altre province meridionali, in passato.
Chissà se i patimenti, le sofferenze, prodotti in quelle famiglie che hanno conosciuto e conoscono il
triste problema della lontananza dai proprio figli,
dai propri nipoti aspettando con ansia l’arrivo dei
periodi di vacanza per poter condividere la gioia di
stare insieme ai propri cari, sono stati dimenticati.
Non credo, sono ancora troppo recenti.
Non riesco proprio a pensare che un signore venuto dal Lazio, uno di quelli che vivono con il lauto
stipendio di chi ha fatto solo attività politica, possa
stabilire che si possa immiserire una comunità! No,
io non ci sto!
Stefano Giove
cronaca
n. 21 - 13 ottobre 2012
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Si rinnova la
“magia” de le “Fièste”.
Belle le Feste 2012
Le feste patronali sono un momento importante per la vita di una comunità, in esse
sono custoditi: fede, tradizione, storia. Sicuramente qualcuno (quelli della mia età) dirà che non hanno più il fascino di una volta, quando le feste le avvertivi già da qualche
giorno prima… sin da quando le nostre mamme e nonne portavano i “ramoni” al forno
per le pastarelle, i taralli, i dormenti…
Gli odori che si espandevano per le nostre vie erano tali da farci fantasticare per le cose che avremmo mangiato… oggi non si aspetta più le feste per mangiare dolci e leccornie, così come non si aspetta la befana per ricevere un giocattolo…
Eppure, nonostante non ci sia più quell’attesa… le Feste sono le Feste e in nessuna
altra circostanza tu vedi per le vie, in giro per Ginosa tante, tantissime persone.
In questi giorni, qualcuno su facebook ha scritto perché spendere i soldi pubblici per
le luminarie, i fuochi, le bande… Ho cercato di controbattere dicendo che quei soldi
sono oboli volontari che ognuno liberamente dà, e vengono dati proprio perché ci siano quelle attività e una “illuminazione scadente”, dei fuochi d’artificio non all’altezza,
delle bande musicali scarse non fanno piacere a chi quei soldi da dato.
Devo dire che quest’anno ci sono state scelte azzeccate a cominciare dalla limitazione della circolazione delle auto in certi tratti del centro, che ha funzionato magnificamente.
Una citazione particolare anche per quanto riguarda le orchestre e il gruppo del lunedì: tutti veramente bravi. Complimenti. Che dire le Fièste so’ le fièste!!!
SG
Foto Erasmo Mazzone
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cronaca
n. 21 - 13 ottobre 2012
Raffaele Calabrese assolto per la vicenda delle foto…
e Perniola gli cede (forse) il posto in Consiglio comunale.
Fece molto rumore, lo scorso anno, la vicenda delle foto di casa Misseri. Come si
ricorderà l’ingegnere Raffaele Calabrese,
appena nominato assessore comunale,
della neonata Giunta De Palma, vi si ritrovò coinvolto e questo innescò una richiesta di dimissioni dall’incarico amministrativo; e avendo egli opposto rifiuto a tale
richiesta, fu rimosso con un
provvedimento del sindaco. Seguirono anche riverberi presso il tribunale amministrativo ma non sortirono alcun effetto. Oggi, la
sentenza del giudice monocratico Ciro Fiore ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Raffaele Calabrese, che così
chiude con una assoluzione l’intera questione. La vicenda giudiziaria si è chiusa con l’assoluzione dell’esponente del partito di Pionati e proprio l’assoluzione,
se chiude la vicenda giudiziaria, apre la questione
politica… come sarà ripagato del danno subito Raffaele Calabrese?
Tutti ricorderete che all’indomani della rimozione
ddell’ing. Calabrese, l’ADC
si riunì per decidere chi doveva prenderne il posto. Il
segretario provinciale del
partito e leader indiscusso,
Giovanni Perniola, propose
l’indicazione di Felice Vizzielli in una funzione di interim per attendere l’esito
del processo… l’assemblea, invece, votò una soluzione definitiva e assessore
diventà
l’ingegnere
Franco Santantonio.
Adesso cosa succede? La
domanda l’ho posta a Nino
Perniola che mi ha risposto:
«Io mi dimetto da consiglie-
re comunale e questo permetterà a Raffaele Calabrese di sedere in Consiglio Comunale. Intanto voglio esprimere le più vive felicitazioni a Raffaele per essersi liberato in maniera brillante di questa vicenda… detto questo ritengo che il problema
adesso passa nelle mani del sindaco che
deve decidere il che fare. Io intanto libero
il posto in Consiglio, il resto si vedrà».
Certamente la situazione è molto delicata e potrebbe innescare un rimescolamento delle carte e ridisegnare la Giunta
comunale. Vedremo nei prossimi giorni
cosa accadrà, non dimentichiamo che al
di là dei numeri (la maggioranza è cresciuta di una unità con l’arrivo del Consi-
gliere comunale Donno) le fibrillazioni all’interno della maggioranza non sono mancate e hanno
coinvolto più di un esponente.
Certo, per Perniola la rinuncia alla
carica di consigliere comunale lo
espone al rischio di trovarsi fuori
dai giochi politici… probabilmente, da navigato uomo politico…
egli guarda alla prossime elezioni
del 2013 e al peso che il suo pacchetto di voti può rappresentare.
Ma si dimetterà Periniola? La domanda viene spontanea. Venerdì
scorso era sicuro… adesso un po’
meno!
Esseggi
scherzi a parte
Le favole di Grim
n. 21 - 13 ottobre 2012
Passi perduti
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C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occhiocitrullo, dove, assai di frequente, ciò che in altri luoghi aveva un preciso significato, lì ne poteva avere diversi.
Era (fra i tanti) il caso dei “passi”, che, per i più, venivano contati e ordinati per far balli in allegre feste, ad Occhiocitrullo, invece,
avevano ben altro intento. Come accadde una volta.
All’indomani dell’incoronazione di sua maestà, messer delle Palme, messer Acchiappavento, suo fido cavaliere, fece un passo indietro quando il re stava per porgli la nomina di gran ciambellano di corte, per continuare ad essere un semplice cortigiano del gran
consiglio.
Il sovrano, sbalordito da quel passo indietro, nominò in sua vece un giovane di belle speranze venuto dalla Calabria e quello fece
subito un passo avanti.
Il caso volle, però, che, a pochi giorni dalla prestigiosa investitura, al giovane capitò uno spiacevole infortunio sicché, la corte tutta
intera chiese a gran voce al re di cacciare il giovane da palazzo per la sua indegnità. Sua maestà lo convocò il giorno stesso e gli
disse: «Carissimo… credo che tu debba fare un passo indietro e rinunciare al titolo che t’ho poc’anzi dato… troppe malevoli voci
corrono sul tuo conto e, tu comprendi, le malelingue compromettono assai l’immagine del regno che governo…». Il giovane venuto
dalla Calabria, dopo aver ascoltato il re, rispose: «Io, maestà, sono solito fare passi avanti e non indietro… quel che m’è capitato
è una calunnia … che, purché fosse, non investe e non adonta il titolo di gran ciambellano di questa corte, pertanto… io di passi
indietro non ne faccio. Se proprio la mia presenza non ti aggrada, spingimi tu!... se ne hai il coraggio!»
Sua maestà indignato dalla risposta avviò un lungo braccio di ferro col giovane e alla fine lo scacciò da palazzo.
La sua cacciata lasciò libero lo scranno di gran ciambellano di corte, che, a quel punto doveva essere occupato da qualcun altro! E
messer Acchiappavento, che voleva salvare i cavoli (e la capra del suo protetto), chiese ai suoi alleati pio-nati, di esercitare tutta la
loro influenza sul re per dare il titolo al vecchio vicerè, in attesa che il giovane di Calabria si districasse dall’ingarbuglio in cui s’era
cacciato per riprenderselo .
Ma gli amici riservarono una dura sorpresa a messer Acchiappavento e il poveretto s’accorse che i pii-nati non erano alleati amici
ma alleati traditori!
Sicché piuttosto che il Felice vecchio viceré, don Franco (assai giovane di lui) che correva più veloce, lo batté con diversi passi di
vantaggio e prese il tanto disputato titolo di gran ciambellano, tolto al giovane di Calabria.
Messer Acchiappavento fece buon viso a cattivo gioco. Ingoiò il rospo e rimase al suo posto. L’unico a farne le spese fu il giovane
che dovette subire l’onta della cacciata, allontanarsi a lesti passi, senza possibilità di ritorno.
Il tempo passò e giunge il giorno del giudizio. Il giovane, ritenuto irresponsabile dell’infortunio in cui s’era cacciato, venne assolto
da ogni responsabilità… a quel punto rimaneva solo la cacciata.
Fu allora che Messer Acchiappavento si recò dal sovrano e gli chiese di rimettere al suo posto il giovane di Calabria… ma il sovrano
facendo orecchie da mercante… rispose: «Mai e poi mai quel giovane siederà nella mia corte… troppo impudente è stata la sua
risposta quando gli ho chiesto di fare un passo indietro!» Acchiappavento ribatté: «Maestà, dovete comprendere l’ardimento del
giovane… in fondo anche voi, siete stato giovane e in passato, non è che avete rinunciato a fare i vostri passi…»
Ma il re non volle sentir ragioni (così come non ne volle sentire il don Franco dei santantoni, in quanto a fare un passo indietro per
lasciare il titolo ricevuto).
Per il povero messer Acchiappavento la faccenda si faceva complicata: da una parte il giovane cavaliere che scalpitava per riavere il
suo… dall’altra un re capatosta, dall’altra ancora un don Franco attaccato alla poltrona….
Per fortuna, però, l’Acchiappavento era uomo dalle mille risorse e, un giorno, di buon mattino, si recò a palazzo reale e chiese
udienza al sovrano. Giunto che fu dinanzi a sua maestà il re, dopo un riverente inchino, disse: «Maestà, sono qui a comunicarvi
che intendo lasciare libero il mio scranno, nel Gran Consiglio, per il giovane cavaliere venuto dalle Calabrie! Ve lo dico e ve lo dimostro!» E, così dicendo, consegnò nelle mani del sovrano una pergamena in cui erano vergate, col suo sangue, i suoi desiderata.
Il re, rimase immobile, sbalordito e pensieroso e, dopo un po’ chiese: «Avete valutato bene il valore del vostro gesto, messere? Vi
rendete conto che rischiate di rimanere senza alcun posto?»
«Si Maestà – rispose Acchiappavento – ho fatto le mie valutazioni. Ma vorrei ricordare che voi potete, se volete, cambiare i vostri gran
ciambellani in qualsiasi momento… e io sono sempre pronto a fare un passo indietro, ma anche uno avanti per servire il mio RE!».
Il sovrano capì in che guaio s’era cacciato e, forse, adesso, il passo indietro lo doveva chiedere al don Franco…
Morale della favola: zumpe cetrulle n’ ngule all’urtelane
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cronaca
n. 21 - 13 ottobre 2012
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
..in risposta a Giovanni Ranaldo
Ho letto la sua opinione sul breve articolo “BCC: si rinnova il CdA”. Mi sorprende il suo rizelo, per le notizie riportate
nell’articolo “per la violazione, da parte
di chi ha fornito le notizie, dell’obbligo di
riservatezza che vige sugli atti consiliari”,
considerata la sua lunga presenza nel
CdA della BCC, il ruolo di vicepresidente ricoperto e soprattutto la sua profonda
conoscenza del tessuto sociale locale.
Le informazioni a supporto dell’articolo
provengono dalla strada e sono state assunte da semplici cittadini che a loro volta
le hanno apprese da altri cittadini con la
tecnica del “passa parola”. Una caratteristica della BCC ed in particolare dei
vari CdA che si sono succeduti, è stata
l’assoluta mancanza di riservatezza sugli
argomenti discussi e sulle determinazioni
assunte; dopo pochi secondi erano già
argomento di congratulazioni, se si trattava di un finanziamento concesso o di
lagnanza nel caso di esito negativo. “citt
citt miènzz a chiazz” è sempre stato così! Figuriamoci come l’attenzione della
opinione pubblica marinese, per buona
parte soci della BCC si sia esaltata alla
notizia che la metà del consiglio di amministrazione dell’unica banca locale si era
dimessa, considerato, inoltre, che buona
parte dei dimissionari sono nipoti del presidente, dott. Franco D’Alconzo! Quindi
nessun topino ha fornito le informazioni
peraltro generiche ed acquisite per strada. Nessuna considerazione è stata fatta,
nell’articolo, sul comportamento assunto
dai consiglieri dimissionari. I tanti soci
della banca i panni sporchi, a cui si riferisce, più che lavarli, sempre “in casa”,
vorrebbero conoscerli specificatamente,
lavarli insieme, nel vero spirito cooperativistico e non apprenderli da un giornale.
Peraltro la Banca non è un partito politico, per cui gli eletti devono rendere conto
del loro operato ai propri elettori …anche
perché, caro Giovanni, sono noti a tutti i
criteri italici di votazione ed elezione degli
organi di governo, ad ogni livello!
*****
Il ponticello di via della Pace
Molti cittadini ci chiedono quando verrà
realizzata la segnaletica. Rivolgiamo la
domanda a chi di competenza.
*****
Documento dell’Esecutivo
L’Esecutivo del Movimento politico
AMBIENTE e LAVORO,
«Nella riunione, dopo ampia e approfondito dibattito, ha votato alla unanimità il
seguente documento.
Quello che in questi mesi si sta vivendo a Taranto, in merito alla nota vicenda
ILVA, è qualcosa di sconcertante che va
a discapito della intera comunità tarantina
tutta.
L’artificiosa contrapposizione che molti
cercano di alimentare non fa altro che il
gioco di padron RIVA.
La magistratura ha avuto il merito di mettere in evidenza il problema nella sua
drammaticità, anche se la cittadinanza e
con essa anche parti della società civile,
ne avevano coscienza, basta leggere i
vari interventi, avuti in questi anni.
La strada che oggi la magistratura è stata costretta a intraprendere a ben vedere era già stata annunziata da tempo, se
andiamo a riprendere le sentenze emesse negli ultimi anni e le dichiarazioni re-
se da Procuratore alla Commissione
Parlamentare d’inchiesta, si comprende
molto bene che non aveva altra alternativa alle decisioni prese in questi giorni.
Quello che dobbiamo chiederci è perché
questi segnali, rivenienti dalla società civile e dalla magistratura non sono stati
presi in considerazione dai vari poteri
politici, dando seguito a decisioni che
evitavano la situazione attuale legiferando in tal senso, solo oggi molti si scoprono ambientalisti.
Perché padron RIVA, se è vero che ha
a cuore lo stabilimento di Taranto, ancor
oggi non ha presentato un cronoprogarmma credibile ed attuale ma solo alcune pagine di intenzioni?
Quello che oggi è importante, più di ieri,
è di trovare un punto d’equilibrio reale tra
ambiente e lavoro, chiedendo a tutti di
avere onestà intellettuale, senza sfruttare la situazione a propri fini politici o di
prossime campagne elettorali.
Qualcuno deve anche spiegare che fine hanno fatto i vari finanziamenti per
Taranto ( vedi i 50 milioni di euro stanziati per il quartiere tamburi oggi si parla solo di 8 nel decreto per il disinquinamento). Cosa si è fatto e realizzato dopo l’emanazione del decreto del 23/04/1998,
avente come titolo “” Approvazione del
piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di
Taranto””, dove alla pagina 173 (comparto aria), veniva già indicato che vi era un
superamento dei limiti di inquinamento
e nella scheda vi è un indicazione delle
fonti inquinanti.
Per questi motivi l’Esecutivo del movimento politico AMBIENTE E LAVORO
ha deliberato di dare mandato ai legali
per approntare un esposto alla Procura
per accertare se vi sono stati in questi
anni mancanza di vigilanza o omissioni
da parte degli enti preposti al vigilare ,
controllare o legiferare in materia.
Riteniamo che questo è il momento in
cui la politica deve essere capace di fornire risposte ai bisogni della Comunità
tutta. La solidarietà trova il suo tempo,
oggi vanno fatte delle scelte reali e realizzabili ma soprattutto chiare e condivise.
cronaca
Il coordinatore del movimento politico Ambiente
e Lavoro
CICORIA Mario»
*****
“La Festa Patronale tra disagi e difficoltà, ma con
la forza della devozione e della speranza”: il saluto del sindaco De Palma
Le Feste Patronali, in onore di Maria SS.ma del Rosario e dei Santi Medici, sono alle porte e con grande
gioia possiamo constatare la loro indiscussa continuità nei secoli e la presenza di una comunità sempre
attiva e vitale.
Una delle più antiche tradizioni religiose della nostra
Città, portate avanti con dedizione da numerosi e appassionati confratelli e consorelle con la guida spirituale dei parroci, ove la protagonista principale è la
fede. Una fede che il popolo ginosino ha sempre conservato e consegnato alle generazioni di ieri, di oggi e
sicuramente di domani.
Già, il domani!? Un tema tanto attuale e che tutti indistintamente, ogni giorno, ci chiediamo con lo sguardo
rivolto, oltre a noi stessi, ai nostri figli, ai nostri nipoti e
alle giovani generazioni. La paura di non avere risposte certe, magari caratterizzate, come nel passato, da
n. 21 - 13 ottobre 2012
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una sicura scientificità di previsioni, porta gli uomini di oggi alla più totale
confusione. Predomina, di conseguenza, lo smarrimento della propria
identità. Ecco, perciò, il grande valore che assume la nostra “festa” che
andremo ad onorare. Un valore inteso quale ricerca verso la speranza e
la piena volontà a rimboccarsi le maniche per costruire un futuro migliore
e accontentarsi anche e soprattutto del “poco”.
Anche nella qualità di Primo Cittadino, insieme all’intera Amministrazione, avverto quotidianamente i disagi e le difficoltà della comunità ginosina e risulta complesso trovare soluzioni alle tante e varie richieste.
Approfittiamo tutti, quindi, della “nostra festa” e ritrovare la fiducia in noi
stessi. La comunità di Ginosa e di Marina di Ginosa che si riunisce nel
nome dei Santi Patroni e che, oltre ad essere una sagra popolare, torni
ad essere anche e soprattutto una “festa religiosa”.
Non per ultimo, porgo un affettuoso abbraccio e il cordiale benvenuto ai
nostri concittadini che raggiungeranno la propria terra natìa da più parti
dell’Italia e del mondo.
Auguri e buone feste a tutti!
Il Sindaco
Dott. Vito De Palma
Nozze di Diamante per
Wolfgang Amadeus Mozart
Antonietta e Cosimo
Antonietta e Cosimo Spada
hanno celebrato, lo scorso 30 settembre 2012, le loro Nozze di Diamante.
Avete trascorso insieme un cammino del quale avete il privilegio di poterne
essere fieri.
Auguri per un futuro di salute e serenità, dai vostri figli, nipoti e pronipoti.
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Il degrado del
belvedere del
Popolicchio
invece che luogo
di aggregazione
giovanile e di
scambio
culturale è area
di caos e di
illegalità.
-Il quartiere ‘Popolicchio’ è in subbuglio. I
residenti lamentano una situazione di degrado e di disagio, in particolare nelle ore
serali e notturne. Si parla di abbandono di
rifiuti, minzioni sui muri e diffusione di suoni
nei filoni più dissonanti, consumo di alcool
anche da parte di minori. L’area interessata si sviluppa tra via Cirillo, via Mignogna e
un terrazzo pubblico di circa settanta metri quadrati dove regna l’illegalità popolata da ‘dipendenti’ di una fabbrica di clichè
da banlieues (periferie) francesi. Quindi,
non si tratta di preconcetto estetico, ma di
esigenza di sicurezza e controllo del territorio in luogo di comportamenti avversivi
verso i costumi relazionali della comunità.
Il ‘Popolicchio’ è un nucleo rialzato sopra
il livello della città ed è organizzato in un
dedalo di viuzze e isolati rettangolari e uniformi. Molte case conservano la volta con
architettura a botte e solai coperti da tegole in terra cotta. Un angolo facciale, tra via
Cirillo e via Mignogna, che offre un suggestivo e splendido belvedere. Non è su una
«L’area interessata si sviluppa tra via Cirillo, via
Mignogna e un terrazzo pubblico di circa settanta metri
quadrati dove regna l’illegalità…»
Scorcio di via
Mignogna
strada di transito, ma bisogna andarci apposta. Un luogo pubblico attualmente in balia del
non rispetto delle regole che necessita di essere tutelato e sorvegliato. Magari attivando
anche apposite convenzioni con il volontariato e l’istituzione del vigile di quartiere.
Canta Storie
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Imu sulle aree fabbricabili
la nuova aliquota è conforme alla
legge, ma è socialmente iniqua
La determinazione consiliare delle aliquote inerente l’Imposta comunale propria (Imu) sulle
aree fabbricabili privi di Piani particolareggiati o di lottizzazione è da ritenersi un provvedimento conforme alla legge, ma lascia aperta ogni considerazione di iniquità sociale.
Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è perché proprio quando vi è conformità
si potrebbe incorrere nell’eccesso di potere. Nel caso di una Pubblica Amministrazione
va sempre verificato se abbia usato correttamente la sua potestà discrezionale. Certo,
l’eccesso di potere è una figura la cui definizione giurisprudenziale è stata ritenuta “un
mistero”, ma la giustizia è stata ben definita come “la costante e perpetua volontà di dare a ciascuno il suo (constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi). Di qui
l’interrogativo: perché l’applicazione della nuova aliquota non è stata licenziata in modo
retroattivo ed erga omnes? Di certo, la formazione dell’atto in specie è da ritenersi erga
paucos, cioè indirizzato solo a poche persone. Fino allo scorso anno per tutto il territorio
ginosino l’aliquota era del 6 per mille, adesso è del 4 per mille e riguarderebbe solo Marina
di Ginosa ancora sprovvista di Piani attuativi. Stante queste premesse si prefigurerebbe
irragionevolezza e illogicità di una scelta amministrativa (approvata all’unanimità consiliare, ndr), iniqua e ingiusta. L’imposta comunale sulle aree fabbricabili, è proprio una vessazione. E’ un’imposta odiosa, ingiusta e incostituzionale perché viene applicata su aree
ritenute potenzialmente edificabili, ma a tutt’oggi ancora agricole anche se provviste di
Piani particolareggiati. Un riepilogo non guasta: l’Ici (adesso Imu) sulle aree fabbricabili fu
resa esecutiva dal Governo nazionale di centrodestra con la legge del 2 dicembre 2005.
Fiscalmente fu unificata dal Decreto legge del 4 luglio 2006 dal successivo Governo di
centrosinistra con i comparti impositivi di Iva, Registro, Irpef, Ires, Irap. Sulla definizione
di ‘aree fabbricabili’ il legislatore diede interpretazione autentica stabilendo che “sono da
ritenere tali se utilizzabili a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale, indipendentemente dalla sua concreta esecutività od a prescindere dalla dotazione
di strumenti attuativi o equipollenti”. Indirizzo privo di ragionevolezza, di uguaglianza e
nel suo profilo interpretativo esclusivamente pro-fisco. Irragionevole perché si è voluto
dare vocazione edificatoria sia ad aree sulle quali l’intervento edilizio può essere fatto
direttamente sia ad aree il cui concreto utilizzo è subordinato, oltre che dallo strumento di
pianificazione generale, anche dalla vigenza di strumenti attuativi. Diseguale perché pone
il cittadino sullo stesso piano contributivo senza tener conto di coloro che mai potranno far
fronte all’imposta perché già tribolano per sostenere in vita se stessi o le proprie famiglie.
Pro-fisco perché l’atto rivestiva applicazione immediata e automatica, con l’aggravio di
accertamento retroattivo sui rapporti d’imposta non ancora definiti. Ne consegue l’esempio
del territorio ginosino, urbanisticamente disciplinato anche in Comparti (cosiddette zone
C). Vere e proprie lottizzazioni coatte che assicurano immediato incasso dell’imposta sia a
Marina di Ginosa dove i Piani attuativi sono ancora in corso di redazione sia nel Comune
Madre dove sono stati approvati ma non esecutivi perché non si è costituito alcun consorzio. Qualcuno si è mai chiesto il motivo? In entrambi i casi, però, sta passando il
messaggio del facile arricchimento senza tener conto degli ingenti costi da sostenere e
della disperazione di coloro che avvertono il reale pericolo della confisca del proprio bene
acquistato con sacrifici indicibili o ricevuto in eredità. A questo punto una verità semplice:
la proprietà non è soltanto un contenuto patrimoniale, ma appartiene alla categoria dei
diritti umani inviolabili!
Canta Storie
GINOSA, NASCE IL COMITATO PER
RENZI. IL FUTURO È ADESSO.
Si chiamerà “Ginosa per Matteo Renzi”, il comitato creato via web per sostenere il Sindaco
di Firenze alle primarie del centro-sinistra.
E’ giunto il momento che le nuove generazioni possano concretamente e direttamente
decidere per il proprio futuro.
“Rottamare” significa che per tutti i politici navigati e invecchiati dalla politica è giunto il
momento di cedere il passo ad una nuova classe dirigente che si fa avanti e che cerca di
costruire il futuro.
Nel tempo dell’antipolitica e della totale sfiducia nelle istituzioni, solo un reale rinnovamento
delle persone e delle idee può suscitare nuova speranza nei cittadini. È questo il messaggio
che si vuole trasmettere; la voglia di un valido e concreto rilancio dell’Italia che deve
ripartire proprio dai territori, dal contatto con i problemi reali della società civile.
ADESSO è arrivato, appunto, il momento di aprirsi a un nuovo modo di fare politica,
o meglio, di riportare la politica al suo significato originario e di riappropriarsene. Fare
politica e amministrare comportano la responsabilità di avere nel cuore e nella mente solo
ed esclusivamente i bisogni della gente e la crescita del Paese.
Un Paese finalmente governato da una classe dirigente giovane, capace e libera.
Cosimo Vavallo
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Primarie coalizione centrosinistra. Galeota: “Tra Bersani e
Renzi spero non si perda di vista il bene del Sistema Italia”.
Una nota dell’assessore provinciale, Marta Teresita Galeota, in relazione alle
primarie di coalizione per la scelta del candidato premier.
Il Partito Democratico, in queste settimane,
sta offrendo agli italiani, una vera lezione
di democrazia. Non è pleonastico, né vuole essere un gioco di parole il voler rimarcare che il PD, ormai primo partito, vuole
affrontare il tema della democrazia e del
rapporto con i cittadini come potrebbe farlo
un organismo vissuto oggi come antico ma
pur sempre come un sicuro contatto con le
istituzioni, i cosiddetti luoghi di rappresentanza. Si sta toccando, quindi, con sempre
maggior serietà e in modo molto sentito il
tema dei diritti di cittadinanza e della sua
rappresentatività. Si parla di istituzioni e
comunità, di una forma alta di democrazia. Non vuole essere questa una lezione
di filologia, ma la premessa è necessaria
per spiegare il mio punto di vista in merito a
quanto sta avvenendo, soprattutto a livello
mediatico, in rapporto a quella che viene
vissuta come una resa dei conti tra il segretario Pierluigi Bersani e Matteo Renzi.
Perseguendo ciò che secondo me è un errore comunicativo, voglio affrontare anche
io quest’argomento di grande attualità. Vivo la politica come un impegno serio, che
comporta una buona dose di sacrificio nel
cercare di conciliare attività politico-amministrativa, vita professionale e privata.
Certo, farlo perseguendo il Bene comune, il
raggiungimento di uno scopo comunitario,
permette in qualche modo di non soffrire lo
sforzo, perché la tensione è appunto verso
un obiettivo ampio. Si fa quel che si può, ci
si industria in un momento molto delicato,
di scarsezza di risorse e di incertezza istituzionale. In tutto questo disorientamento,
però, una certezza sembra prendere sempre più forma. Tanta attenzione nei confronti delle primarie per la scelta del candidato
premier del centrosinistra, conforta e ridà
speranza. Perché nonostante la mutevolezza delle certezze politiche, resta, anzi si
conferma, la validità del Partito Democratico.
Crediamo nel PD sin dai suoi primissimi
passi, quando con il mio gruppo, abbiamo voluto portare, in quella che vivevamo come un’esperienza nuova, il nome di
Ginosa. Per questo motivo, solo per questo motivo, abbiamo voluto prendere parte
all’assemblea costituente. Proprio per tornare a Ginosa con quelle bandiere di un
partito neonato che aveva in sé anche un
seme ginosino. Potrà sembrare che mi stia
dilungando, o peggio, che stia tergiversando, in realtà continuo a parlare di Partito
Democratico, di cittadinanza e rappresentatività. Di democrazia.
In virtù di queste premesse, ritorno al tema
del confronto, perché di confronto si tratta,
tra bersaniani e renziani. La nostra politica,
quella dei nativi PD, ha avuto come base
fondante il rinnovamento, prima ancora che
anagrafico, morale. Un rinnovamento, che
però, per via del semplicismo imperante,
corre il rischio di diventare una sfida generazionale e di nomi. Non appartiene al
Partito Democratico la cultura personalistica che basa sul leader carismatico tutta la
sua linea d’azione. Purtroppo, pagheremo
ancora per molto tempo gli effetti negativi
degli ultimi due decenni contraddistinti da
politiche personalistiche. Non appartiene,
d’altro canto, al Partito Democratico neanche la chiusura a mo’ di pentola a pressione
dei partiti di vecchio stampo. Sono superati
gli anni e le generazioni dei cosiddetti partiti
di massa. Tanto è vero che oggi i partiti, di
qualsiasi orientamento politico, rappresentano una minoranza. Un luogo, certo, per
il quale passa la formazione delle classi dirigenti. Una sicurezza per i cittadini, prima
ancora che elettori, verso la quale guardare
per avere la possibilità di informarsi, e poter
affrontare con maggiore consapevolezza
anche la propria quotidianità.
Non concordo con quanti pensano che le
primarie per la scelta del candidato premier
del centro sinistra siano un fatto che nulla
hanno a che vedere con le dinamiche, e le
problematiche ahimè, del territorio. Nella
mia idea di politica, i livelli sono interconnessi e comunicanti. Proprio per questo
la disputa “Bersani vs Renzi” non mi appassiona. Non mi appassiona innanzitutto
perché le questioni giovanile e di genere,
rientrano tra le mie priorità da sempre. Non
abbiamo mai trattato il tema del rinnovamento come un mero scontro generazionale. Né abbiamo fatto della “faccia giovane”
lo strumento per conquistare consensi.
Fenomeno deprecabile, ma che in un contesto storico molto frammentato e disorientato può verificarsi. Per noi il rinnovamento
non passa per il giovane, ma per i giovani.
Passa per le competenze e la coerenza
d’intenti. Passa, inoltre, per una politica di
formazione seria e continua, dove chi ha
più esperienza si pone “a servizio” dei più
giovani, per esserlo della comunità. Dove,
però, i giovani non lavorano per loro stessi,
ma per il bene comune. Dove, soprattutto,
i giovani lavorano assieme ai giovani per
il Bene comune e per una politica dallo
sguardo lungo.
Per evitare che le primarie vengano ridotte
ad una questione di nomi, e quindi di nomenklature, è necessario fare una campagna seria di confronto e approfondimento
dei programmi dei vari candidati. Oggi il
ruolo di un amministratore iscritto al PD è
proprio questo: permettere agli elettori di
poter scegliere consapevolmente e non in
base a impulsi popolari mossi da furbi capipopolo. Quello che mai auspicheremmo,
per il bene di tutti, è che dietro un nome
piuttosto che un altro si camuffino tatticismi
vecchio stampo che, facendo subdolamente leva sul sentire comune, permettono un
ritorno in campo di vecchi nomi.
Vivo le primarie come un momento di crescita in tempi eccezionali di grandi crisi e di
grandi vuoti, e in virtù di questa delicatezza
storica credo fermamente che il faro non
debba essere “un nome”, ma l’avvenire di
un sistema Italia in grande difficoltà. I nomi
che saranno candidati alle primarie di coalizione, e che per quanto riguarda il PD si
conosceranno solo dopo il 15 ottobre, dovranno essere funzionali proprio al sistema
Italia nell’ottica di un’Europa politicamente
unita, prima ancora che per questo o quel
gruppo di potere. Tutto il resto, oggi, sono
solo fughe in avanti, corse ad accaparrarsi
il cavallo vincente che bene non fanno alla
sana democrazia italiana.
Teresa Galeota
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
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Le Feste Patronali?
« Una sorta di zona verde, che ci consente di fermarci,
tenendo la sguardo fisso ai Santi Patroni»(don Rocco Martucci)
Cos’è la Festa se non testimonianza della spiritualità
e della cultura del nostro
popolo, capace di riportarci
indietro nel tempo – quel
tempo, vivificato dalla fede
semplice, ma autentica dei
nostri padri – e di proiettarci
nel futuro, lungo un cammino sostenuto dall’illuminata
guida dei nostri presbiteri?
Cos’è se non l’occasione
preziosa per riscoprire il
messaggio sempre attuale dei Santi Patroni, fulgidi
esempi della sequela incondizionata? Oggi, in questo gran teatro del mondo,
che – alimentato dal consumismo e dall’egoismo
– vive non dei simboli, ma
delle sembianze sfocate,
la Vergine Maria ed i Santi
Cosma e Damiano indicano la strada
maestra: tornare a Cristo.
La pietà popolare,peraltro, attraverso
le Feste Patronali salda il rapporto
della comunità ecclesiale con l’intera
società civile. La devozione dei ginosini, autentica, profonda e sentita si
esprime anche attraverso un gesto
pubblico,di grande valore simbolico: l’
offerta delle Chiavi.
Anche quest’anno nel giorno della solennità liturgica dei Santi Medici e nel
giorno della Festa in onore di Maria
SS.ma del Rosario la comunità ginosina – per le mani del Primo Cittadino
– ha infatti affidato le chiavi della Città
ai Santi Patroni.
Il 26 settembre la Celebrazione
Eucaristica presieduta da don Franco
Alfarano, Incaricato diocesano per
le Confraternite, è stata preceduta
dall’atto di affidamento del Sindaco,
il quale rinnovando il patrocinio dei
Santi anàrgiri ha presentato loro le
storie del popolo ginosino, ed in particolare di
quanti sono in situazioni di povertà, di malattia o di solitudine; di quanti sono tribolati dalla
mancanza del lavoro e di una vita dignitosa.
«Rendete noi attenti alle loro necessità, perché diventiamo strumenti efficaci di ogni opera di giustizia e di pace»: con queste parole il
Sindaco De Palma ha concluso l’invocazione
per poi offrire le simboliche chiavi, «chiavi delle
nostre case, ma soprattutto dei nostri cuori».
Nella sua pregnante omelia don Franco ha
indicato la necessità di “rimanere” in Cristo,
condizione questa impedita dalle nostre chiusure, dall’idolatria, dall’idolo subdolo dell’apparire, dal male. Il Male, vero nemico, si trova in
noi: «non ci sono guerre sante da fare! Che
giova all’uomo guadagnare il mondo intero se
poi perde se stesso?». Guadagnare: per noi è
l’avere tutto, ma quante ingiustizie ed inganni
“per avere”.« Quante menzogne! Quanti falsi
valori, quando anziché puntare in Alto, perdiamo il senso della vita,[…] finendo per vergognarci di noi stessi».
Cosa sono dunque le Feste Patronali? Questa
è la domanda posta da don Rocco Martucci
nell’omelia, che sabato mattina ha preceduto la processione dei Santi Medici.
«Penso che siano – ha
affermato il Parroco di S.
Martino – un’area di servizio, una sorta di zona verde
che ci consente di fermarci
nel travaglio della nostra
vita, con il piacere di vivere
insieme, tenendo lo sguardo fisso ai Santi ed a Maria
Santissima. Al di là dell’apparato esteriore, cerchiamo
di fissare la loro testimonianza di fede, affinché ci
incoraggino a tradurre la
nostra fede in esistenza, in
senso morale, di cui si ha
tanto bisogno. Cos’è la crisi
economica se non il prodotto perverso di una crisi interiore più profonda?».
Maria, Regina del cielo e della terra, Regina
della Vittorie, «ci riunisce e ci guida a vincere
le grandi sfide dell’educazione ed a ricercare il
senso da dare alla nostra vita e alla Storia. Ci
aiuta a sconfiggere il pessimismo in un tempo
che, pur negli eccessi dell’autosufficienza e
dell’autoprotagonismo, si sta aprendo all’Alto, a Dio»: cogliendo i segni della speranza
nella storia dell’uomo d’oggi, padre Severino
Donadoni s.m.m. ha indicato Maria quale
vero modello di ogni cristiano, «guida verso
Colui che dà la vita in pienezza». Le due processioni dei Santi Patroni e della Vergine del
Rosario – scortati dalla lunga teoria dei confratelli dei tre sodalizi, fra ali di folla silente e
commossa, autorità civili e religiose, banda e
luminarie – cementano il raccordo generazionale, fortificando l’identità spirituale, sociale e
culturale, costituita anche dalle tradizioni, dalle devozioni e dalla fede. Tutto il resto – luci,
musica, aerostati, fuochi pirotecnici – sono
espressioni esuberanti del senso di gioia, che
la Festa trasmette e rende visibile.
M. Carmela Bonelli
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
CONCORSO A CATTEDRE NELLE SCUOLE
Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente
attraverso istanza on-line dal 06 ottobre al 7 novembre 2012
Il 25 settembre 2012 è stato bandito sulla
G.U. il bando di concorso per insegnati di
ogni ordine di scuola.
I posti messi a concorso sono 11.542 suddivisi tra scuola dell’infanzia, scuola primaria,
scuola secondaria di I e II grado e sostegno
didattico.
Possono partecipare al concorso: gli abilitati; i diplomati magistrali entro il 2001/02;
i laureati entro il 2001/02 se quadriennali,
2002/03 se quinquennali, 2003/04 se esaennali, “nonché i candidati che abbiano
conseguito i diplomi entro l’anno in cui si
sia concluso il periodo prescritto dal relativo piano di studi a decorrere dall’a.a. 19981999”; i diplomati alle Accademie, Conservatorio, ISEF entro giugno 1999; Geometri
e Periti industriali edili per la classe di concorso C430.
Il concorso prevede:
·
Una prova di preselezione computer based, unica per tutte le classi di
concorso,
costituita da 50 quesiti a risposta multipla
con 4 opzioni di risposta (18 domande di
capacità logiche, 18 di capacità di comprensione del testo, 7 di competenze digitali, 7
di competenze della lingua straniera). Si
supera la prova conseguendo un punteggio non inferiore a 35/50 (1 punto per ogni
risposta corretta, 0 punti per risposta non
data, -0.5 per risposta errata).
·
Le prove scritte vertono su una
serie di quesiti a risposta aperta (per la
scuola primaria anche l’accertamento della
conoscenza della lingua inglese). Si supera
la prova con un punteggio non inferiore a
28/40.
·
La prova orale consiste:
a)
In una lezione simulata di 30
minuti su una traccia estratta dal candidato
24 ore prima della data programmata per la
prova orale;
b)
In un colloquio immediatamente successivo di 30 minuti per approfondire i contenuti le scelte didattiche e
metodologiche della lezione simulata (per
la scuola primaria accertamento della conoscenza della lingua inglese).
Si supera la prova con un punteggio non inferiore a 28/40.
Le prove preselettive non sono semplici,
ma non insuperabili. Pertanto suggerirei
ai candidati di porre particolare attenzione
alla preparazione dei quesiti preselettivi
perchè precludono l’ammissione alle fasi
successive del concorso. Si raccomanda
di accelerare l’iscrizione on-line e la preparazione alle prove preselettive (on-line
o partecipando a corsi specifici) in quanto
sulla G.U. del 23 novembre 2012 saranno
pubblicate le date delle prove preselettive
che dovrebbero concludersi entro la fine
dell’anno corrente.
Coloro che intendono richiedere ulteriori
informazioni possono contattarmi tramite
e-mail all’indirizzo [email protected] o al numero 3403323285.
Prof. Francesco D’Attoma
AVIS
TORNEO LIONS AL TERESA MIANI
“Sabato 13 ottobre dalle ore 15, quadrangolare di calcio organizzato dalla sezione locale
dei “Lions” , al Teresa Miani, con la partecipazione delle squadre dell’Avis, dei Lions,
dell’Ordine degli avvocati della Provincia di Bari e
dalle Amministrazioni Comunali Ginosa-Laterza.
Momento pregnante di solidarietà il ricavato della
manifestazione sarà devoluto in beneficenza, un accorato appello ad intervenire numerosi.”
Inoltre, l’AVIS comunica che nella giornata del 30
settembre, prenotati oltre 110 persone, circa 20
nuovi donatori giovanissimi alla prima esperienza
donazionale, con circa 80 sacche di sangue utile,
prelevate dal Centro trasfusionale dell’ospedale SS.
Annunziata di Taranto. Un sentito ringraziamento a
quanti sono intervenuti, a tutti quelli che concorrono
alla riuscita della giornata, a tutto il direttivo che si
adopera costantemente a tutte le attività dell’associazione, ai tanti giovani entusiasti di appartenere.
Prossimi appuntamenti do nazionali, Giovedì mattina 1 novembre nei locali del poliambulatorio in via
Palatrasio, nel giovedì successivo 8 novembre, raccolta speciale con gli alunni, i docenti e il personale
dell’Istituto superiore “Marisa Bellisario” in via della
Pace.
Un sollecito ai numerosi donatori a vivere le attività associative in prima persona, partecipando in seno al Direttivo che a breve sarà rinnovato.
Baldassarre D’Angelo
Noi e il Fisco
Iva per cassa
Entro il prossimo 11 ottobre sarà approvato il decreto di attuazione della nuova IVA per
cassa prevista dal D.L. 83/2012.
Il D.M. stabilirà termini ed adempimenti per l’applicazione del nuovo meccanismo, fermo
restando che la soglia di accesso al regime rimane fissata ad un volume di affari non superiore a due milioni di euro, in conformità alle direttive comunitarie.
Con il nuovo regime l’operatore (imprese o libero professionista) che esercita l’opzione
condiziona anche la detrazione dell’iva sugli acquisti, che potrà essere utilizzata soltanto
al pagamento delle fatture dei fornitori. Sulla fattura occorrerà annotare la dicitura “imposta a esigibilità differita”.
Con l’introduzione del nuovo regime l’imposta diviene esigibile a seguito dell’incasso della
fattura e, comunque, dopo un anno dal momento della effettuazione della operazione.
Tale limite non si applica se il cliente prima che sia trascorso un anno, sia stato assoggettato a procedure concorsuali.
Il nuovo istituto può essere applicato soltanto ai rapporti business to business ovvero
alle cessioni di beni o prestazione di servizi effettuati nei confronti di soggetti d’imposta.
Saranno escluse da tale regime i soggetti che si avvalgono di regimi IVA speciali nonché
le operazioni effettuate nei confronti di operatori in “reverse charge” ovvero inversione
contabile.
Dott. Mario D’Alconzo
n. 21 - 13 ottobre 2012
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n. 21 - 13 ottobre 2012
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Oggi parliamo dei
Coldplay,
band
che ormai sta spopolando tra i giovani, e ne parliamo
proprio perché c’è
un nuovo estratto
dal loro ultimo album Mylo Xyloto
infatti dopo Every
Teardrop is a Waterfall, Paradise,
Charlie Brown e
Princess of China
featuring Rihanna
c’è anche Hurts Like Heaven. Di cui
c’è già il video che è
, è una clip animata
realizzata dall’animatore, scrittore e
regista Mark Osborne, già a lavoro su
SpongeBob, Kung
Fu Panda e Il Piccolo Principe, che
racconta le lotte
di due personaggi contro il cattivo
Major Minus (titolo
d’altronde di un altro singolo dell’album Mylo Xyloto) ,
la sua armata di Silencers e le numerose scritte Colour is Crime che imbrattano
i vicoli bui e cupi di una città sfuocata. Le
stesse vicende su cui è incentrata la serie
fumettistica Mylo Xyloto, presentata alla
convention del San Diego Comic-Con International, la cui pubblicazione è prevista
per l’inizio del 2013… Ma le sorprese non
finiscono qui! Infatti a breve (20 novembre per l’esattezza) ci sarà l’uscita del film
e del live album dei Coldplay “Live 2012”
Le interviste di
parliamo dei
coldplay
ma intanto è disponibile per Android via
Xperia Lounge app (http://cldp.ly/xperialng)
un esclusivo making-of del film che celebra
l’acclamato tour mondiale “Mylo Xyloto”, tour
che dal giugno 2011 è stato visto da più di 3
milioni di persone. La app contiene anche
due tracce dall’attesissimo concerto / film /
live album. “Live 2012” che sarà pubblicato per Parlophone su CD+ DVD, Blu-ray e
digitale.
Floriana Ribecco
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Circolazione:
qualcuno
propone le
targhe alterne
Nei giorni scorsi, un nostro assiduo lettore,
mi ha chiamato per sottopormi un problema che, a suo parere, merita la massima
attenzione: la questione del traffico in alcune zone della città e dell’inquinamento che
quel traffico determina. Mi diceva di proporre la circolazione a targhe alterne come avviene in tante altre città italiane.
Ho risposto al mio amico che questa proposta necessità di un supporto scientifico: nel
senso che a Ginosa non ci sono centraline
che certifichino il superamento di determinati livelli di inquinamento. Ad ogni modo il
problema di alcune zone rimane e tutti lo
conosciamo. Via Matteotti, via Cavour, il
Corso, via Martiri D’Ungheria, via San
Francesco Saverio, via Gigli, via Roma, sono zone dove i livelli di inquinamento sono
molto alti.
Noi chiediamo al sindaco, al Delegato alla
viabilità e al traffico di individuare soluzioni
che limitino la circolazione dei veicoli in
queste zone. È necessario avere coraggio
in questo genere di scelte, ma ridare vivibilità a tante zone della nostra città credo che
ne valga la pena.
D’altra parte in ocacsione delle feste Patronali, finalmente si è riusciti a chiudere al
traffico alcune zone di Ginosa e credo che
tutti abbiamo apprezzato che non circolassero auto tra la folla che camminava. Così
come è stato apprezzato che nella zona
dove si svolgono i concerti delle bande musicali non vi fossero venditori che disturbassero.
Oggi Ginosa dipone di soluzioni alternative
per la regolazione della circolazione, se rimangono inutilizzate commettiamo un grave errore… sg
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Intervista all’ingegnere Alessandro Leccese
Dopo aver dato la possibilità ai nostri rappresentanti politici di esprimere le loro opinioni in merito alla situazione politico-amministrativa di Ginosa, cerchiamo di conoscere il pensiero e l’opinione degli imprenditori,
rispetto a una crisi che si fa sempre più dura
da superare.
Iniziamo questa nostra ricerca recandoci alla CEMAB e intervistando l’ingegnere
Alessandro Leccese. Entrati nell’azienda,
la prima cosa che ci balza agli occhi è un
manifesto di Albert Einstein, che riportiamo
integralmente: «Non possiamo pretendere
che le cose cambino, se continuiamo a fare
le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le
persone e le nazioni, perché la crisi porta
progressi. La creatività nasce dall’angoscia
come il giorno nasce dalla notte oscura. E’
nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi
supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e
difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà
più valore ai problemi che alle soluzioni. La
vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni
è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di
uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza
sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che
emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro. Finiamola una
volta per tutte con l’unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per
superarla.»
Albert Einstein
Alessandro Leccese, 48 anni, titolare
di un’azienda che produce espositori in legno, figlio del cav. Vito Leccese,
noto imprenditore edile ginosino, persona che si è distinta anche in diversi
altri campi di attività (fu, tra le altre cose, anche presidente dell’AS Ginosa).
Ingegnere, vuole spiegare ai lettori del
nostro giornale perché, ad un certo
punto, ha deciso di cambiare percorso
rispetto a quello tracciato da suo padre?
A dir il vero c’è stato un periodo, all’indomani del conseguimento della laurea, in cui ho
provato a seguire le orme di mio padre. Ma
era quella un’attività che poco soddisfaceva le mie aspettative, che aveva dei risvolti
sostanzialmente negativi, che implicava
continui rapporti con le pubbliche amministrazioni, le quali, com’è noto, dimostrano
sempre una capacità di reazione molto lenta, rispetto a quelle che sono le esigenze
del privato. Per cui ad un certo punto ho
ben pensato di cogliere l’opportunità che mi
si presentava di diversificare l’attività. Oggi
posso dire che si è trattato di una scelta
tutt’altro che sbagliata poiché sono sotto
gli occhi di tutti le difficoltà che purtroppo
stanno attanagliando l’imprenditoria edile. Tuttavia, è chiaro che nel momento in
cui ci si arrischia in un nuovo settore si fa
un investimento i cui esiti sono avvolti
nell’alone dell’incertezza; l’imprenditore
è anche colui che rischia. La CEMAB
delle origini era diversa da quella di oggi, nacque con altri propositi, ossia come fornitrice di fusti al colosso Natuzzi.
Ad un certo punto però ci rendemmo
conto che questo tipo di attività stava
andando incontro a delle difficoltà enormi (prezzi sempre al ribasso, pressioni
del committente sempre più impellenti,
ecc.). Ecco perché a cavallo tra il 2004
e il 2005 iniziammo a produrre i primi
espositori in legno. Sono oggetti di nostra invenzione, non esistevano prima
in nessuna categoria merceologica.
Com’è venuta l’idea?
È un’idea nata dall’osservazione. Sono
un grande frequentatore di fiere di
tutti i tipi. Dalle fiere si colgono idee,
novità nonché spunti per migliorare
prodotti già esistenti. Mi accorsi che nei
supermercati vi erano molti espositori
in cartone contenenti i prodotti; ma il
cartone – mi dissi – è per sua natura un
materiale molto deteriorabile, di scarsa portata e durata, perché, allora, non proporre
lo stesso prodotto in legno, ossia in un materiale più resistente e duraturo? Nacque
dunque da una scommessa; poi è chiaro
che nel corso degli anni l’attività è stata in
grado di movimentare il mercato: ci sono
oggigiorno migliaia di espositori in legno in
giro per il mondo.
Dove possiamo trovare i vostri espositori?
Le esigenze del mercato globale fanno sì
che i nostri prodotti siano dislocati un po’ in
tutto il pianeta, non solo in Europa (ove vi
è, come dire, il grosso dei nostri espositori),
ma anche altrove, come in Canada e negli
USA.
La nostra intervista, in un periodo come
questo, vuol anche essere un modo per
capire come si può reagire ad una fase
di stagnazione, di crisi, di recessione
del mondo economico occidentale. Di
fronte alla crisi si può anche, come dire,
uscire in avanti piuttosto che rimanere
prigioniero di schemi, tabù e pregiudizi.
Dunque l’intervista vuole anche consentire a chi legge di poter comprendere
quali opportunità si presentano in una
fase come questa, diciamo complicata,
controversa, ma che può anche aprire
spazio a nuovi orizzonti.
Si è soliti vedere i periodi di crisi soltanto
nei risvolti ne
attualità
gativi; ma un imprenditore deve avere la
sagacia di guardarla anche da una diversa
prospettiva, ovvero considerarla soprattutto un’occasione di crescita. Nel suo manifesto del 1931, dunque all’indomani della
grande crisi del ’29, Einstein scriveva: “la
crisi è l’opportunità che ci si presenta per
poter esprimere tutto il meglio che è dentro
di noi che molto spesso resta inespresso”.
L’imprenditore svolge una funzione che è
anche sociale, poiché oltre al suo scopo
principale, ovvero il fare utili, ha anche l’importante compito di dare delle opportunità
a tutti coloro che lo circondano. Alla crisi
si reagisce e si combatte con l’arma delle
nuove idee; cioè non bisogna stare lì a guardare o a subire o ad attendere che qualcuno faccia qualcosa per noi, ma ci si deve
sforzare di trovare delle soluzioni, delle vie
d’uscita, quali possono essere ad esempio
le diversificazione di prodotto e di mercato.
È necessario, inoltre, porsi sempre un obiettivo, che è poi quello della tanto agognata
crescita. Tutte le aziende hanno l’obbligo
di crescere, perché tutto quello che non
cresce ad un certo punto muore. Solo crescendo si può rimettere in moto l’apparato
produttivo, creare posti di lavoro, consentire
alle persone un guadagno e, giocoforza, di
sostenere delle spese, di mettere cioè denaro in circolazione, denaro che serve a noi
per pagare i contributi, le tasse, insomma
serve per far sì che il meccanismo superi
la fase di stagnazione nella quale pare che
sia, oggigiorno, imprigionata. È chiaro che
tutto questo non si fa semplicemente, ma è
frutto del risultato, che è a sua volta figlio
del duro lavoro. Ecco perché io ritengo che
alla base di tutto ci sono le buone idee e il
duro lavoro.
Negli ultimi tempi però pare che i mercati, piuttosto che privilegiare il lavoro,
abbiano puntato in particolare sui tanto
decantati prodotti finanziari i quali, a loro
detta, avrebbero risolto tutti i problemi
del mondo; ma ahimè, alla fine ci siamo
resi conto che hanno creato soltanto delle bolle speculative. In sintesi, tornare a
dare dignità al lavoro, è questa la strada
da percorrere?
Assolutamente sì. C’è stata la grandissima
illusione, tra il 1995 e il 2005, di poter fa-
n. 21 - 13 ottobre 2012
re soldi attraverso investimenti finanziari;
cioè si poteva lasciare una certa somma
in deposito, dimodoché a fine anno ci si
sarebbe ritrovati con una somma maggiorata ad esempio del 10% rispetto a quella
precedente. Ma è stato un’illusione, e la recessione lo sta ampiamente dimostrando. A
mio avviso la strada per fare denaro è una
sola: il lavoro. Cos’è che fa la differenza in
certe situazioni? La buona idea, i collaboratori bravi, perché oggi non è l’imprenditore
ad essere di successo, ma la sua équipe.
Ci sono (e lo dico perché lo vedo e lo tocco
con mano) sul nostro territorio giovani che
hanno un potenziale implicito che è pazzesco ma che purtroppo non hanno occasione di mettere in pratica le loro capacità, e
questo è un chiaro ostacolo alla crescita sia
dell’impresa che della nazione. Ecco perché
secondo me bisognerebbe investire di più
sui giovani (e questo lo dico ai miei colleghi imprenditori), dar loro fiducia e far sì che
creino valore per il territorio in cui vivono. Io
stesso ne dò l’esempio: l’età media dei miei
dipendenti è di ventisei anni. Si tratta, è vero, di giovani non laureati, ma con capacità
che non hanno nulla da invidiare ai cosiddetti “coronati d’alloro”. Ma il dipendente,
mi si obietta, oggigiorno ha per l’impresa un
costo molto elevato. Questo è sicuramente
vero, ma secondo me nell’ottica aziendale
il dipendete non va visto come costo, bensì
come una risorsa.
Ginosa, nonostante le mille difficoltà del
momento, ha delle punte di eccellenza,
ossia aziende che riescono a far conoscere i prodotti realizzati in questa terra
in tante parti del mondo (Agri-Jonica,
Nurith, Delfino, ecc.). Come mai poi dal
punto di vista di un ruolo, di una funzione politica, queste aziende non riescono
a dare un indirizzo anche nelle scelte
che si vanno a realizzare? Noi assistiamo in questo periodo ad una crisi (come
quella della Miroglio) che sta mettendo
a dura prova la condizione di tante famiglie ginosine, eppure non si riesce a far
assolvere ad un ruolo guida una classe
imprenditoriale che pur esprime queste
eccellenze …
Io credo che Ginosa manchi di un punto di
coordinamento, di una struttura che riunisca
19
sotto un’unica voce le sue aziende, di un
semplice punto di aggregazione ove ognuno possa portare la propria idea, la propria esperienza, dove cioè fare sinergia
tra i vari imprenditori locali. Inoltre credo
molto nella specializzazione dei ruoli, ed è
chiaro quindi che il mestiere del politico è
tutt’altra cosa che quello dell’imprenditore.
Al politico spetta il compito di valorizzare
il territorio in modo da creare le condizioni
che permettono all’imprenditore di investire per il bene comune. Adesso Ginosa,
anche grazie all’impegno politico, possiede una zona PIP all’avanguardia, con una
rete stradale ed elettrica, ma all’epoca del
nostro insediamento, nel 2000, era carente di servizi, tant’è vero che fummo costretti ad acquistare dei gruppi elettrogeni
per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Oggi c’è una situazione diversa, ci
sono gli strumenti. Ecco perché sarebbe
bello che ci fosse un contenitore costituito
da una serie di imprenditori locali che mettono a disposizione la propria esperienza:
tutto qui, senza voler fare né i maestri né
voler insegnare niente a nessuno.
Considerando la forte vocazione turistica del nostro territorio, non crede
che sarebbe opportuno un rapporto sinergico tra chi ha esperienza su come
far conoscere i propri prodotti e chi ha
interesse a far conoscere i propri luoghi?
Il turismo è certamente un elemento fondamentale nell’economia della nostra comunità. Dal punto di vista dell’attrattività
non ci manca praticamente nulla perché
abbiamo tutto: il mare, la collina, la gastronomia, la gravina. Tuttavia ritengo che sul
turismo ci sia ancora tantissimo da fare
per quel che concerne la promozione del
nostro territorio. C’è poi un altro capitolo
fondamentale che è quello agricolo, un
capitolo in cui si ravvisa una pecca non di
poco conto: noi siamo ottimi produttori e
scarsi venditori, e oggi il mondo va esattamente al contrario, così come ci insegna
la Cina. Qui ravvisiamo dunque un altro
potenziale inespresso, ossia la carenza di
una buona organizzazione di vendita.
Ingegnere, prima di concludere questa
segue a pag. 20
20
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
segue da pag. 19
intervista vorrei tratteggiare un po’ la
sua persona. Lei è impegnato socialmente, è stato impegnato politicamente
(assessore tecnico nel primo mandato
di Costantino), presidente dell’Avis, attualmente è presidente del consiglio di
istituto della S. G. Bosco. Come riesce a
conciliare il suo impegno imprenditoriale con quello sociale?
In realtà non vi nascondo che vorrei fare
molto di più per il sociale, purtroppo però
le giornate sono fatte solo di ventiquattro
ore e passano molto velocemente; in più
c’è anche la famiglia che non va trascurata.
Col sacrificio si riesce a conciliare un po’
tutto, anche perché non si può pensare di
vivere di solo lavoro.
Cosa direbbe ad un ragazzo che gli
chiedesse un consiglio sul suo futuro?
Questa è la domanda più difficile. Anzitutto
ci tengo a rimarcare un concetto: noi avendo questa responsabilità sociale che ho
prima esposto, abbiamo anche la responsabilità di dare delle opportunità e delle
speranze ai giovani. Quando mi iscrissi
all’università lo feci sì con entusiasmo, ma
anche con la consapevolezza che il titolo mi avrebbe consentito un impiego. Già
da studente infatti ebbi decine di proposte
lavorative da parte di molte aziende piemontesi. La società di oggi pecca di tale
certezza, ecco perché dico che noi ci dobbiamo impegnare sempre di più per creare
opportunità di lavoro per i nostri figli, ragazzi, giovani, perché abbiano la fiducia nel futuro. Credo che non bisogna mai piangersi
addosso e aspettare che sia qualcun altro
a fare qualcosa per noi. Cioè tutti ci dobbiamo rimboccare le maniche e lavorare
duramente per il bene comune.
Ingegnere, come considera i suoi dipendenti?
Ottimi, e questo perché io ho un modo
moderno di vivere l’imprenditoria: cioè
io ritengo che oggigiorno i lavoratori non
vadano sfruttati, tenuti in nero, spremuti
come limoni (cosa che avveniva soprattutto in passato), ma valorizzati. Questa è
un’azienda che non conosce nero, ma solo
regolari assunzioni a tempo indeterminato. C’è inoltre una grandissima attenzione
alla sicurezza: siamo un’azienda certificata
sia per la qualità (ISO9001) che per la sicurezza (OHSAS 18001). Non c’è successo
imprenditoriale senza una squadra forte, affiatata, incentivata e che crede in quello che
fa. Noi siamo vincenti perché crediamo in
quello che facciamo. Qui la gente non viene a lavorare di malavoglia, ma con entusiasmo, ed è una cosa, vi garantisco, rara.
Io quindi ho in grandissima considerazione
i miei dipendenti perché è per il loro lavoro,
il loro impegno, le loro idee che l’azienda
va bene. Bisogna creare una nuova mentalità di noi imprenditori, cioè noi siamo di
successo non perché siamo bravi noi, ma
perché sono bravi quelli che ci circondano.
La nostra bravura è limitata alla scelta dei
collaboratori.
Stefano Giove - Liborio Patimisco
attualità
17-24 Settembre 2012 partenza da Napoli sulla MSC FANTASIA
tappa Palermo, Tunisi, Barcellona, Marsiglia, Genova!
VALIDITA’ DELLe
Nel precedente numero abbiamo parlato della validità delle deliberazioni,
in questo numero approfondiremo il
tema della costituzione e validità
dell’assemblea.
Uno degli aspetti principali dell’intera
normativa sul condominio riguarda la
costituzione dell’assemblea e le maggioranze necessarie per deliberare sui
vari punti all’ordine del giorno. Non bisogna infatti confondere quanto previsto al primo comma dell’articolo 1136
c.c. a proposito di regolare costituzione o validità dell’assemblea con la
validità delle deliberazioni. Per la validità dell’assemblea in prima convocazione occorre che al momento dell’inizio della assemblea siano presenti,
di persona o per delega, i 2/3 del valore dell’edificio o valore delle singole
unità immobiliari espressi in millesimi,
e i 2/3 dei partecipanti al condominio
determinabili con un semplice calcolo
matematico. Mancando entrambe queste condizioni, il codice prevede che
l’assemblea possa riunirsi in seconda convocazione, e pur non parlando
Rubrica a cura di Wanda Pucci
espressamente di regolare costituzione dell’assemblea, la sottintende
prescrivendo che per la validità delle deliberazioni è necessario il voto
favorevole di almeno 1/3 dei condomini che rappresentino almeno 1/3
del valore dell’edificio. Constatata la
validità dell’assemblea, questa resta
sempre valida anche se in seguito molti partecipanti si allontanano.
Per la validità delle deliberazioni occorre controllare volta per volta se
il quorum richiesto viene raggiunto.
I condomini possono lasciare l’assemblea, possono arrivare dopo che
è iniziata ma ciò deve essere annotato, occorrendo che per ogni votazione sia verificato il raggiungimento
del quorum stabilito.
Per maggiori informazioni mi potete
contattare ai seguenti recapiti:
Studio Pucci,
Via G.Parini, 28 - Laterza (Ta)
E-mail:
studio.pucciwanda@gmail.
com
Cell. 347.2955747
Facebook: Studio Pucci
21
Vinta un’altra Sfida dalla Coop. La Serena: a Ginosa
Il Centro Anziani Polivalente va in Crociera!
COSTITUZIONE E
deliberazioni
n. 21 - 13 ottobre 2012
Dopo i numerosi viaggi in pullman organizzati per i C.A.P. di Ginosa e Marina di
Ginosa, per la 2° volta la crociera MSC
- Mediterraneo Occidentale è diventata
una realtà, e niente poco di menochè per
i nonni e le nonne del centro anziani polivalente gestito dalla Coop. La Serena,
con sede legale a Tricarico (Mt), cooperativa sociale che gestisce il Centro Anziani
Polivalente di Ginosa, Marina di Ginosa e
Pulsano (Ta).
Partiti il 17 Settembre 2012 dal porto di
Napoli per la settimana in mare (tornati il
24 Settembre), gli anziani hanno attraversato il Mediterraneo toccando e visitando
Palermo, Tunisi, Barcellona in Spagna,
Marsiglia ed infine Genova. Un viaggio
da sogno per i partecipanti accompagnati dal Coordinatore Francesco Bianco
(Assistente Sociale), Nunzia Staffieri
(Educatrice e interprete LIS).
Tanto entusiasmo a Ginosa
per una crociera che è stata
il top di tutti i viaggi organizzati. Un’esperienza emozionante che ha coinvolto
gli anziani, attivi in tutte
le attività dell’equipè di
animazione della MSC
Fantasia, ballando, cantando, giocando e soprattutto superando l’ostacolo delle barriere architettoniche e umane, attraverso l’accoglienza e l’intrattenimento degli anziani anche
con problemi fisici.
“L’ interesse della Coop. La Serena è stato di rallegrare il tempo libero della terza
età con iniziative culturali grazie alle quali
si conquista una immensa ricchezza umana e sociale. “É stata una settimana
entusiasmante, unica e irripetibile che
ha aiutato ad accrescere la qualità della
vita dei nostri anziani, ma anche degli
stessi accompagnatori”!! Le visite guidate, da sempre, hanno rappresentato il fulcro
delle attività della Soc. Coop. La Serena , e
continueranno ad esserlo anche in futuro.
Si ringrazia l’agenzia CTR Viaggi di Ginosa
per l’eccelsa disponibilità e del buon servizio offerto.
Possiamo gridare ad alta voce che gli
anziani del Centro Polivalente di Ginosa
e Marina di Ginosa sono diventati cittadini del mondo!
B.F.
Selene
Cooperativa di servizi
Servizi di assistenza:
Socio Sanitaria
* Assistenza domiciliare in ambito socio-sanitario, rivolto a persone anziane e diversamente abili di tutte le età
(assistenza a persone allettate con patologie croniche
invalidanti, anche terminali)
* Assistenza ospedaliera (diurna e notturna)
* disbrigo pratiche sanitarie, burocratiche e
incombenze domestiche (spesa, pagamento bollette, ecc.)
Infermieristica
* Assistenza infermieristica
Fisioterapica
Il servizio si svolge 24 ore su 24
per assistenza notturna e ospedaliera
Per ulteriori informazioni
rivolgersi ai numeri - 3319045903 - 3319045632
22
n. 21 - 13 ottobre 2012
argomenti
Auguri di tanta felicità
a
Maria Josè e Giovanni
Pinto
La Redazione de La Goccia
formula i più fervidi auguri
al codirettore Giulio,
a sua moglie Maria,
agli sposi Maria Josè e Gianni,
alle famiglie
Pinto e Canessa
Che nessuna famiglia cominci per caso, che nessuna famiglia finisca per mancanza d’amore, che gli sposi siano l’uno per l’altra con
il corpo e con la mente e che nessuno al mondo separi una coppia
che sogna. Che nessuna famiglia si ripari sotto i ponti, che nessuno si intrometta nella vita dei due sposi, che nessuno li obblighi a
vivere senza orizzonti e che vivano del passato nel presente pensando anche al futuro. Che nessuno li obblighi a vivere senza orizzonti e che vivano del passato nel presente pensando anche al futuro. Che la famiglia cominci e finisca seguendo la sua strada e che
l’uomo abbia la grazia di essere padre, che la sposa sia un cielo di
tenerezza, di accoglienza e di calore che i figli conoscano la forza
che nasce dall’amore. Che il marito e la moglie abbiano la forza di
amare senza misura e che nessuno si addormenti senza aver chiesto perdono e senza averlo dato. Che il marito e la moglie non si
tradiscano e non tradiscano i figli che la gelosia non uccida la certezza dell’amore tra due sposi, che nel firmamento la stella più luminosa sia la speranza di un cielo qui adesso e dopo.
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
23
Gli auguri di tutti noi a Maria Catucci che
ha festeggiato il centesimo compleanno
Nasceva a Ginosa il 30 settembre del 1912 Maria
Catucci. Oggi, cento anni dopo, sono a festeggiarla i 5 figli: Caterina, 80 anni, Carmela, 78 anni,
Giuseppe, 77 anni (unico assente in quanto residente in Canada), Rosa, 74 anni e Leonardo, 68
anni; 12 nipoti, 12 pronipoti e 5 trisnipoti (non so se
è giusto scrivere così). A festeggiare nonna Maria
ci sono ben 5 generazioni diverse, un vero record!
Tante le persone intervenute per esprimere il proprio caloroso augurio a nonna Maria.
Particolarmente caloroso il saluto del sindaco di
Ginosa Vito De Palma, che accompagnato dalla
consigliere comunale Sara Di Taranto, con delega al Volontariato e dal presidente del Consiglio
Vincenzo Russo, ha espresso l’augurio dell’intera comunità, alla signora Maria Catucci per il suo
compleanno centenario e lo ha fatto consegnando
una torta ed una targa.
Maria Catucci è vedova di Francesco Bellaccicco,
ha sempre lavorato in campagna e nella sua vita ha avuto poche occasioni per allontanarsi da
Ginosa, in due sole circostanze è andata all’estero
per trovare i suoi figli emigranti.
Oggi nonna Maria è allettata ma questo non le
ha impedito di dimostrare tutta la sua vivacità e al
tempo stesso di ricevere l’affetto e le amorevoli cure dei suoi cari.
Come dicevamo, tante persone a portare il proprio
augurio a nonna Maria per il suo centesimo compleanno e lì, in quella casa di via Vittorio Veneteo
si è svolta una festa semplice e, al tempo stesso,
ricca di suggestione, Lì, in quel letto vi era la memoria storica di un secolo di vita, un secolo rappresentato da una persona contornata dall’amore dei
tanti familiari e conoscenti che hanno baciato ed
abbracciato nonna Maria.
Da sottolineare il bel siparietto che c’è stato al momento di spegnere la candelina rappresentativa
dei cent’anni di vita. Tutti suggerivano a nonna
Maria di “soffiare”, sulla candelina per spegnerla,
ma solo quando si è levata la voce di un nipote che
gridando ha detto: “Ajate … la nò!”, nonna Maria,
ha capito il da farsi, ha tirato fuori un forte soffio
spegnendo la candelina tra gli applausi.
A Nonna Maria gli auguri della nostra Redazione.
sg
24
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Lettere ginosine
La rivoluzione silensiosa
(Le amicizie e l’hi-tec)
di Corrado Strada
Caro Nicola Tuseo,
ho ricevuto la tua lettera da Roma del 21
settembre.
Mi rimproveri di aver interrotto un dialogo tra noi due appena iniziato: il futuro di
Ginosa.
Avevi chiesto in precedenza il mio parere sull’accorpamento della provincia di
Taranto a quella di Lecce. Ti risposi che
per me questa era un fatto positivo, per
ragioni storiche. Eravamo una popolazione
inserita in Terra d’Otranto, poi fu creata la
provincia tarantina. Qualche decennio fa
vennero dalle nostre parti numerosissime
famiglie “leccesi” e si amalgamarono benissimo con le nostre, come si sono amalgamate molte famiglie venete.
Questo mio parere, ti risposi per lettera, lo
definirei “impeto giovanile” (sic) disperso
nei rivoli degli anni passati.
Ora mi chiedi cosa penso dell’apatia dei
ginosini di fronte all’invasione di “pale eoliche” e di “pannelli solari” avvenuto nel nostro territorio.
Mi fai notare che a Ginosa nessuno si muove e che c’è disinteresse e che le critiche
verranno troppo tardi. Quando tutto sarà
compiuto. Le tue “geremiadei” continuano.
Mi chiedi quanto sono i frequentatori della
Biblioteca Comunale. È evidente che a te
risultano che siano ben pochi. Ed ancora
mi chiedi come mai nessuno abbia preso a cuore una “vera valorizzazione della
nostra Gravina” e che per te la “Passio
Christi” che si svolge ogni anno
Non ti abbia soddisfatto. Mi hai inviato dei
ritagli di stampa che parlano delle attività
culturali di Matera (Materadio 3) e come in
quella città abbiano valorizzato i Sassi.
Nel 2019 Matera si candiderà come capitale europea della cultura e mi fai memoria degli scritti di Carlo Levi e di quelli di
Giovanni Russo infine mi chiedi come mai
nessuno ha spiegato la presenza di San
Carlo Borromeo sulle tele della Madonna del
Rosario cosa posso risponderti. Che i giovani di Ginosa sono isolati e che passano il loro tempo a studiare su “Internet” illudendosi
di essere immersi nel mondo.
Anni fa, con Dino Francese buon anima, parlavano dei ginosini che in pochi erano riusciti
a affermarsi fuori casa e li paragonavamo a
quei carri (traini) che salivano con difficoltà,
ad inerpicarsi sulla salita di san Martino dopo il ponte posto giù nella gravina.
Tutto quello che mi scrivi può essere vero.
Anzi mi hai posto altri due quesiti. Come mai
nessuno a Ginosa ha spiegato la presenza di San Carlo Borromeo su la tela della
Madonna del Rosaria posta nella chiesa di
san Martino. E come mai in molte città del
Nord Italia vi siano nei negozi alimentari
cartelli con la scritta pane di Laterza o di
Altamura e non quella di Latticini di Ginosa.
La Redazione si scusa con i collaboratori e con i lettori per i numerosi contributi pervenuti e non
pubblicati e per le rubriche fisse,
temporaneamente sospese. Tali
scelte sono state operate a causa
dei numerosi articoli giunti per i
quali non si poteva, oggettivamente, trovare spazio in questo numero ma che sicuramente saranno
pubblicati prossimamente.
Tutto questo che scrivi può essere vero, anzi
certamente è vero.
Nella ultima visita a Marina di Ginosa durata
circa un mese, ho visto molte cose nuove.
Il villaggio, che è distante molti chilometri dalla città di Ginosa è diventato molto
grande, non credo che lo si possa chiamare ancora villaggio: le abitazioni e le ville
sono aumentate, il turismo anche se per
ora è solo stagionale è notevole rispetto
agli anni scorsi. La sezione della Biblioteca
comunale è frequentata abbastanza, nuovi collegamenti con i paesi vicini nei trasporti con i capoluoghi di Taranto e Bari.
Numerosi nuovi bar e ristoranti. Le manifestazioni popolari e culturali pur essendo
di numero discreto sono abbastanza evidenti anche se andrebbero coordinate con
quelle tenute a Ginosa e non consentire
l’accavallamento negli stessi giorni.
Non manca la voglia di migliorare.
Cosa proporrei? Penso che intorno alla rivista “la goccia” sia possibile organizzare
incontri culturali di largo respiro, invitando
scrittori a livello nazionale. Qualcosa di
simile ai “Dialoghi di Trani”. Occorrono i
finanziatori, interessando non solo le istituzioni pubbliche ma anche le banche.
Ma tutto si può fare senza i giovani? E
chi sono, se non quelli della nuova generazione? Sono quelli che hanno lasciato
le attività dei loro genitori intraprendendo
altre vie.
Ti invito a non essere pessimista ed avere
fiducia nel futuro. Serve veramente, come
tu dici, invidiare il Pane di Laterza e quello
di Altamura?
Credo che a noi due sfugge qualcosa, anzi
conosciamo ben poco della nostra città di
origine. Tu sei a Roma ed io a Bari.
Quello che accade a Ginosa lo apprendiamo ogni 15 giorni quando leggiamo “La
Goccia” il resto e credo molto ci sfugge.
La vita di quelli che non scrivono “la
Goccia”. Da parte mia sono ottimista. Il
progresso di Ginosa e di Marina di Ginosa
è stato notevole non vi sarà come a Matera
la trasformazione di “rupi” e di “archi” in attività dell’arte e dello spirito, ma verrà certamente qualcosa dalle nuove generazioni
e ne saremo stupiti.
L’isolamento attuale su “internet” cesserà
e le nuove leve frequenteranno le biblioteche leggeranno i libri e si istaureranno
nuovi “link” meno effimeri e più “reali”.
Ti saluto e ti abbraccio
Corrado Strada
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
25
Mai più. Ricordare il passato per costruire il futuro
Shlomo Venezia . Un sopravvissuto. Un testimone. Un uomo. Il 1 Ottobre scorso Shlomo Venezia
ci ha lasciato. Il nostro ricordo perché la sua testimonianza resti per sempre viva nella nostra vita
La notizia della scomparsa di Shlomo
Venezia, l’ho avuta dal mio amico Michele
Pacciano, lunedì 1 Ottobre. L’avevo sentito
per telefono l’ultima volta il 24 Settembre
scorso per fare gli auguri a lui ed a sua
moglie Marika, in occasione della festa di
Rosh ha shanà, il Capodanno ebraico. La
sua voce era quella di sempre. Gli avevo
anche detto che con la scuola avevamo
continuato a far leggere il suo libro ai nostri
ragazzi, con la prof.ssa Lucrezia Di Tinco,
che anche quest’anno aveva realizzato un
Progetto lettura sulla Shoah.
Mi ha ringraziato salutando tutti. Con Marika
invece ci sentiamo più spesso e proprio un
anno fa durante l’estate, mi aveva raccontato dell’aggravarsi della situazione di salute del marito, che dopo la deportazione, il
campo e il “lavoro” al crematorio Auschwitz
II-Birckenau, con la squadra speciale del
Sonderkommando, si era ammalato di TBC
e aveva perso un polmone. A causa di una
grave crisi respiratoria era attaccato all’ossigeno giorno e notte, faticava a camminare e la sua rabbia più grande era quella di
non poter andare più nelle scuole a parlare
ai ragazzi della sua storia. Quello che per
vent’anni dal 1992 allo scorso anno aveva
fatto, girando l’Italia e molti Paesi del mondo, in cui il suo libro era stato tradotto e pubblicato, per raccontare, in particolare ai ragazzi delle scuole quello che era accaduto a
lui, alla sua famiglia, ai suoi amici e fratelli
ebrei in quegli otto mesi di orrore tra l’Aprile del ’44 e il Gennaio del ’45.
L’unico sopravvissuto alle squadre speciali dei forni crematori, che solo dopo
quarantasette anni di silenzio ha iniziato a
parlare. Aveva paura di non essere credu-
to. Il suo numero tatuato sul braccio sinistro 182727, però lo ha spinto con tutte le
sue forze a portare avanti il baluardo della
Memoria.
Grazie all’amicizia ed alla disponibilità del
giornalista RAI Roberto Olla sono riuscita
nel 2010 a farlo venire a Ginosa perché potesse incontrare i ragazzi di tutte le scuole
del territorio e portare loro la sua preziosa
testimonianza. Il Progetto “Una storia… sei
milioni di storie” realizzato dalla Prof.ssa
Di Tinco e sostenuto dal nostro Dirigente
Scolastico, Dott. Vincenzo Calabrese, ha
avuto una risonanza importante, che come citavo prima non si è mai smesso di
alimentare.
La scuola per Shlomo è stata fondamentale
per portare avanti il suo progetto. Lo ripeteva sempre anche Marika che ha vissuto
accanto a lui per oltre cinquant’anni, che lo
capiva con uno sguardo, che lo accudiva e
sosteneva con un amore sconfinato.
Ora Shlomo ci ha lasciato, il nostro impegno di educatori è quello di non spegnere
mai la fiamma della Memoria. Lui voleva
questo e noi continueremo a farlo consapevoli, che la sua storia è stata e sarà per le
future generazioni un monito a gridare come egli stesso faceva e scriveva: MAI PIU’.
Grazie Shlomo!
Rosamaria Busto
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Storie di approdi
e partenze
a cura di Antonella Carrera
Giulia Marziale, 34enne anni, è stata arrestata a Terni perchè accusata di avere nel
suo appartamento materiale per confezionare ordigni e documentazione di matrice
anarchica. Giulia ha scritto una lettera direttamente dal carcere, dove attende di essere
giudicata, che è stata pubblicata sul sito dei
Radicali Italiani. La riporto integralmente,
pur non conoscendo -come tutti del resto- la
verità dei fatti, attualmente in corso di indagine, solo perchè a parer mio vale la pena di
essere letta.
Da una galera
di Giulia Marziale
Attenzione! Attenzione!
Questo, a distanza di 100 giorni dal mio
arresto, è un piccolo contributo che voglio
dare per mettere in guardia voi tutte e tutti.
1) Se per caso avete lampadari in casa,
funzionanti con lampadine, fate attenzione,
potreste pentirvene. Ma se proprio non potete farne a meno di averne qualcuno, non
tenete in casa altre lampadine, oltre quelle
già inserite negli appositi lampadari. Quando si fulmineranno, vagherete nel buio e
solo allora potrete averne di nuove. Assicurandovi però di buttare quelle rotte, perché
anche esse, come fatto notare dagli acutissimi Ros e Pm, sono un ottimo mezzo per
costruire bombe.
2) Se ritenete opportuno abbellire la vostra
presenza fisica con orecchini, badate bene
a non acquistarli, qualora siano di rame. E
se per caso un amico o amica ve ne voglia
regalare un paio, separatevene senza indugi, perché sono armi pericolosissime.
3) Se non avete la maniacale abitudine di
dare un posto ad ogni cosa, ma siete disordinati e tendete ad avere una improvvisata
scatola degli attrezzi, dove tenete fra l’altro
chiodi e pinzette per fermare i fogli, che dirvi? Evidentemente siete pericolosi terroristi,
pronti a preparare bombe in ogni minuto.
4) Se vi capita di avere in casa mollette per
i panni, non di plastica, bensì di legno, inceneritele, bruciatele, spargete le loro ce-
neri ai quattro venti. Non avete idea di cosa
si nasconda dietro di loro.
A voler essere seria, tutta questa trafila
di piccoli, ma non poco importanti avvertimenti, servono perché la notte in cui mi
hanno arrestata hanno trovato nella casa
dove vivo con il mio compagno (e dove non
mi trovavo) lampadine di riserva, orecchini
di rame, chiodi, ferma fogli e una molletta di
legno. Il tutto è stato messo insieme, fotografato e sistemato da loro stessi in modo
tale da farlo sembrare un assemblaggio
di oggetti per preparare ordigni esplosivi.
Così, infatti, il materiale sequestrato è stato presentato dai Ros e dalla Pm durante
l’udienza del riesame.
Non parliamo ovviamente del fatto che,
non avendo trovato alcun materiale cartaceo che descrivesse come si preparino tali
bombe, sia stato da loro detto, evidentemente grandi conoscitori della mia persona, che non ce ne era bisogno, “perché era
tutto nella mia mente, nella mia salda memoria!” Ogni commento è superfluo, vero?
Vorrei aggiungere un ultimo punto della
lista, seppur a prima vista possa sembrare
poco inerente ai precedenti:
5) Se questo mondo vi fa schifo; se ripudiate guerra, sfruttamento e devastazione;
se non avete mai avuto il timore di dirlo;
se non avete mai abbassato la testa pensando “non ci posso fare niente”; se ci avete sempre messo la faccia; se avete chiara la coscienza di chi sono i responsabili
delle vite terribili che conduciamo; se siete
convinte che la società in cui viviamo sia
lobotomizzata; se non riuscite a guardare
una gabbia con indifferenza; se il cuore vi si
chiude, il sangue vi pulsa, la vista si annebbia al pensiero di una donna, di un uomo o
di un animale rinchiuso, beh, prima o poi,
come dice una donna rinchiusa qui con me
“ti devi fare la galera”.
E se questo mio essere, questa Giulia che
sto scoprendo forte, dignitosa, ancora più
ferma e convinta delle sue idee e sprezzante dell’annichilimento in cui chi mi ha
rinchiusa vorrebbe gettarmi; se questo mio
essere loro lo vogliono etichettare come
pericoloso, che costruisce bombe, che partecipa ad associazioni sovversive (magari
affiliate alla fai-informale, nonostante qualunque cosa io abbia mai fatto, detto o pensato, non possa in alcun modo far pensare
ad una mia benché minima adesione o partecipazione) volte a terrorizzare e seminare
il panico fra la gente, beh, io non glielo permetto e rimando tutto al mittente.
Terrorista è chi rinchiude, chi manganella,
chi devasta. E allora, parafrasando una
canzone, che tremino i potenti di fronte agli
animi fieri di tutte queste “terroriste”, che non
hanno paura di lottare contro tutto ciò che
realmente genera e rinvigorisce il terrore, la
discriminazione, la diseguaglianza, la devastazione, lo sfruttamento.
Che tremino, che abbiano paura! La loro
vera paura è che sanno che qualsiasi gabbia
mi metteranno intorno, che sia cella, che sia
lavoro, che sia diffamazione, che sia isolamento, niente mi toglierà la voglia di romperla e di continuare a guardare il mondo con
gli occhi lucidi, aspri, vitali e liberi.
Che si arrovellino pure il cervello per trovare
maglie migliori per le mie catene, io sarò più
forte. Perché ho in me una coscienza, una
consapevolezza di quello che sono, che non
intaccheranno mai.
Che si specializzino nell’arte sopraffina
(vera arte dei nostri tempi) del reinventare
un significato per le parole, laddove guerra
diventa missione di pace; laddove le bombe
sono intelligenti e non pericolose e gli orecchini di rame e le lampadine pericolosi esplosivi; laddove il terrorismo non è quello di
chi rinchiude, uccide, reprime ma quello di
chi critica tutto ciò; laddove la devastazione
si chiama civilizzazione, progresso o ricchezza; laddove il non accettare lo status quo
dell’ingiustizia è sinonimo di pericolosità sociale; laddove gli immigrati carcerati si chiamano ospiti.
Le mie parole non hanno il peso della storia
dei nostri tempi, della rabbia, dell’insolenza,
della voglia di abbattere tutta la crudeltà, la
ferocia della gabbia che rinchiude la vita di
tutti noi, fuori e dentro le galere, schiavi di
una vita che non vogliamo, di un mondo che
cade a pezzi e che chiama i suoi residui progresso.
Dalla parte di chi lotta, di chi non si inchina.
Le bombe e il terrore li semina lo Stato, il
Potere e la nostra santa Democrazia.
Per la libertà di tutte e tutti.
Una donna libera. Giulia
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Un medico in viaggio
“Signor Tenente”
Fine anni 70...anni ruggenti, da poco sottotenente di prima nomina nell’infermeria presidiaria di Lecce, Scuola truppe Corazzate.
L’orario delle visite è da poco cominciato, la fila
è lunga.... la naja era davvero dura e l’Infermeria l’unico posto dove le reclute potessero trovare un po’ di conforto.
Arriva in lacrime, disperato un marmittone con
l’accento del nord. Lo guardo un po’ truce, pensando al solito paraculo che stesse simulando
una crisi depressiva, magari sperando in una
licenza o altro, ma mi accorgo che non è così.
È pianto autentico, una lacrimazione completamente a cascata che non puo’ passare inosservata, patognomonica, cioè significativa di un
grande dolore che và al di là delle sofferenze
del corpo, poichè trafigge l’anima. Gli chiedo
cosa fosse successo e mi risponde con toni imploranti : «Sior Tenente me dia qualcossa de
velen mi vodaria morir!” (mi dia del veleno, io
voglio morire).
Era la prima volta, credo in tutta la storia che
in una infermeria militare si verificasse una situazione del genere! Intorno a me gravitavano
diversi aiutanti di sanità, tutti medici che però
non avevano avuto come me il privilegio di diventare Ufficiale; fummo tutti colti dall’episodio
...feci accomodare la recluta sul lettino ed insieme agli aiutanti di Sanità cominciammo ad occuparci del caso, qualora fosse una crisi simulata o... etilica, ma non era così ...il marmittone
non recitava, era davvero disperato!
In breve venne raccolta la sua storia clinica: la
fidanzata l’aveva lasciato per un altro! cose come questa sono da tempo all’ordine del giorno,
ma nel soldatino avevano innescato il meccanismo perverso della disperazione indotta dalle
pene d’amore! «la me morosa, quea baldraca
la me ga lassà ...xera tempo che la me tradiva
col Pinot! No podo più campa sensa de ea, mi
voio morir Sior Tenente, la me aiuti per favor!» (
la mia zita kedda z... m’a lassat... era da tempo
che mi tradiva col Pinot, non posso più vivere
senza di lei, voglio morire, Signor Tenente, mi
aiuti!).
Cacchio, quello non era un paraculo, era solo
un giovane disperato all’estremo cui l’Amor procurava la pena finale e l’infausto disio di farla
finita con la vita!
Gli detti un sedativo… ma dopo qualche ora
ritornò in infermeria, ed anche nei giorni seguenti, sempre affranto ed addolorato. In tanti
cercarono di confortarlo, anche il sottoscritto, cui non mancavano le parole nè l’umanità
comune ma … nisba! Si era profondamente
radicata in costui la convinzione che la vita
non avesse più senso, e solo con un bel suicidio avrebbe rimediato l’oblio alle pene d’amor.
Vedi giudizio uman come spesso erra ....io
credevo all’epoca e lo penso ancora, che farsi
mollare da una donna per un uomo è invece
una vera conquista! Ma nel caso specifico dovevo comportarmi da Ufficiale e soprattutto da
medico! organizzai infatti un trattamento con
antidepressive ed una serie di incontri in psicoterapia. Ma nulla sortì l effetto terapeutico,
anzi al contrario, il tapino cominciò a denutrirsi ed a lasciarsi andare....a questo punto volli
provare una terapia paradossa e convocai un
briefing operativo in infermeria con tutti gli aiutanti di sanità infermieri e staff all’unisono.
Bisognava fare qualcosa e trovare la miglior
soluzione possibile, altrimenti il Toni, si chiamava così, sarebbe davvero morto, quantomeno di fame!
La macchina organizzativa si mise in moto,
furono esaminate possibilità terapeutiche reali
ed alternative, e dopo lungo travaglio si giunse ad una decisione unanime: l’avremmo davvero aiutato nel passaggio estremo, organizzandogli un vero funerale ed accontentandolo
nel transito verso una… vita migliore!
Ecco quel che decise l’assemblea presieduta
da questo Sottotenente e dai suoi aiutanti di
sanità nell’infermeria speciale di via Monteroni
Lecce sul finire degli anni 70!
Tra i dettagli dell’organizzazione dell’evento,
oltre alle spese ordinarie, per liquori, spese
pasto per l’ultima cena, candele e quant’altro,
provvedemmo a contattare un’agenzia funeraria per noleggiare una… bara vera! Altro
dettaglio non meno importante del primo fu
quello di noleggiare un’operatrice sociale vera (un bella puttana o se volete una moderna
escort, insomma) per raccogliere il …momento estremo della …fuoriuscita di quell’anima
affranta. La sapiente regia di un mio collaboratore, un po’ diabolico, (quasi però quanto il
suo Tenente) provvide alla scenografia, alle
colonne sonore di sottofondo ed all’illuminazione adeguata dell’ambiente. Scegliemmo a
tale proposito la grande sala d’attesa del gabinetto radiologico, già macabra di per sè, ma
resa ancor più accogliente per un funerale,
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con drappi neri, candelieri, …e quant’altro.
Iniziò cosi l’ultima cena, tutti con l’uniforme
in ordine e la fascia nera al braccio, lacrime
vere sul ciglio, profondamente partecipi della solennità della cosa, e pronti ad accompagnare il commilitone nell’estremo viaggio.
Il Toni (ora sono convinto che fosse un po’
tonto …ma se ne trovavano di peggio nella
naja) veramente commosso per tanta dimostrazione di solidarietà e di affetto, era l’ospite d’onore! (ave caesar imperator, morituri te
salutant!)
Non mancarono le vivande, e le libagioni
furono abbondanti, avendo cura di servire
al Toni i vini migliori ed in cospicua quantità
…e non solo quelli, l’alcool scorreva a fiumi sotto forma di cordiale militare, grappa,
e vino del Salento, nelle gole di tutti, ed in
particolare nella gola del morituro!
Costui, non recedette all’infausto proposito
neppure sotto effetto-grappa, bestemmiava
e piangeva, piangeva e bestemmiava tutte
le femmine del mondo, causa dei mali «de
l’omo».
Alla fine completamente preso dai fumi …lo
mettemmo vicino alla cassa da morto, e tutti
sfilammo, seri con le lacrime agli occhi ad
abbracciarlo e a dargli le …condoglianze!
Lo adagiammo nella bara con l’uniforme da
parata, ed ognuno gli si avvicinò per un ultimo bacio e per un dono. Presto la bara e
l’aspirante cadavere furono ricolmi di bottiglie di liquore, giornalini porno, preservativo,
sigarette, ecc ecc …Alla fine mi avvicinai,
simulando la totale commozione, ma con
lacrime vere agli occhi al predestinato morituro, tenendo tra le mani una bottiglietta sulla cui etichetta bianca c’era disegnata una
capa di morto e la scritta: veleno. (in realtà
cera un bel sonnifero ad effetto rapido)
Commosso mi abbracciò mentre gli somministravo «una morte dolce ed indolore» …
pochi attimi, con tutto l’alcol in corpo e col
sonnifero che potenziava l’azione. il Toni si
addormentò e iniziò a russare come una
motosega.
A quel punto fu chiamata l’operatrice di benessere (la bella squillo che avevamo lautamente pagato con i soldi della nostra colletta) e le dissi: quando si sveglia, usa tutta la
tua arte …e fagli capire che la vita è bella, in
uomo non può uccidersi solo perché la morosa l’ha lasciato!
La ragazza fece cosi …almeno credo, visto
che ci siamo allontanati tutti.
Toni l’ha capita …è tornato a vivere …e si
è sposato poi proprio con quella ragazza lì.
Pietro Zanelli
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
RICERCA & FORMAZIONE
Conservare i
nostri Clienti
Clienti sono il bene più importante su
cui un’azienda possa contare. Il prodotto, il servizio e l’intera attività che
un imprenditore crea, sono rivolti al
pieno soddisfacimento dei desideri del
Cliente.
Con il passare degli anni l’azienda progredisce, si espande, acquisisce tanti
Clienti ma… Dov’è finita la signora
Maria? O il signor Rossi? E quella famiglia cui abbiamo arredato sia la casa
dei genitori sia dei figli, dov’è finita?
A un certo punto ci si accorge di aver
perso alcuni compagni di viaggio,
proprio quelli che hanno sostenuto
sin dall’inizio il cammino della nostra
azienda. Non ci sono più. Come mai?
Che cosa è successo?
Molti imprenditori, così anche i venditori, non vedendo ritornare i loro
Clienti, tendono a pensare che l’interruzione di quei rapporti sia dovuta a
qualcosa di spiacevole accaduta, come
una fornitura sbagliata o per delle incomprensioni.
Una seria ricerca di mercato ha dimostrato, invece, che, esclusa una piccola percentuale (cosiddetta funzionale)
di consumatori il cui ritorno si è reso
fatalmente impossibile poiché con loro
sono sorti problemi un po’ più difficili e
a volte anche imbarazzanti, nel 68% dei
casi i Clienti smettono di servirsi dal
proprio fornitore, semplicemente per
un problema di comunicazione. In al-
tre parole, sono le aziende
che cessano ogni contatto
con i loro Clienti: non li
vanno a trovare, non gli
fanno una telefonata.
Mi sia consentito di raccontare un aneddoto capitato proprio al sottoscritto.
Ai primi di dicembre di due anni fa, ricevetti una lettera/brochure da un’azienda
vitivinicola della zona, che offriva delle
confezioni natalizie di vino. Bene. La
Matera Arredamenti, come suo uso e costume, decise che il dono di Natale ai propri collaboratori, per quell’anno, sarebbe
stato una confezione di vini. Il regalo fu
molto gradito, poiché il prodotto era davvero ottimo.
L’anno scorso non ho ricevuto alcuna lettera e ho pensato che quell’azienda non
fornisse più quel prodotto o che mi avesse
totalmente ignorato. Così mi sono rivolto a un’altra ditta fornitrice di vini, per la
strenna natalizia ai miei collaboratori.
Queste imperdonabili disattenzioni da
parte delle aziende, causano disaffezione
e senso di abbandono nei clienti i quali
difficilmente ritornano a servirsi da loro,
nonostante entrambi (fornitore e consumatore) vorrebbero riallacciare il rapporto; ma nessuno dei due, stranamente, osa
chiamare l’altro.
Dalla ricerca di cui sopra, ci giungono alcuni utili consigli su come comportarsi e
parlare a un Cliente che intendiamo assolutamente recuperare.
1.
Innanzitutto, bisogna scusarsi
per averlo abbandonato. Dopo di che,
cercare di capire il problema e dove abbiamo mancato.
2.
Dargli ragione (perché lui ha ra-
gione!). Non occorre aggiungere altro.
Dobbiamo soltanto capire come riallacciare il rapporto con lui.
Questa è una buona base di partenza. Ora
vediamo insieme come recuperare realmente i nostri clienti cosiddetti “dormienti”.
1.
Fare una lista di clienti che non
vediamo da almeno un anno e creare un
data base tutto per loro.
2.
Dedicare una telefonata per ciascuno, allo scopo di conoscere il singolo
caso di cui gestirne anche le eventuali
obiezioni, per far leva poi sull’evoluzione
dell’azienda, sui nuovi magnifici prodotti
che offre, sulle sue novità e iniziative in
corso ecc. Insomma, qualsiasi cosa (vera)
che possa suscitare di nuovo curiosità e
interesse in lui.
3.
Predisporre un’offerta importante
per chi deciderà di ritornare a servirsi da
noi.
4.
Istruire e monitorare il personale
che dovrà occuparsi di ristabilire il rapporto con quei clienti, affidando loro dei
target precisi.
5.
In base ai risultati ottenuti, bisogna ripianificare le altre attività dell’azienda.
In questo momento storico, complesso
commercialmente e incerto economicamente, si caratterizzeranno le imprese dotate di capacità relazionali fuori dal comune. Forse non saranno le aziende più brave
a fare marketing, ma quelle che sapranno
mantenere il rapporto con i clienti, qualsiasi cosa accada.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.materarredamenti.it > Blog
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
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attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
Il tesoro nascosto
Chi non ha sentito parlare di persone che
hanno trovato un tesoro? Di tesori nascosti ce ne sono stati tanti, e alcuni fortunati
sono venuti in possesso di un tesoro di oro,
argento, monete, vasi decorati, oggetti preziosi e suppellettili di vario genere, che poi
segretamente hanno venduto ed hanno trasformato in denaro contante, accumulando
grandi fortune, comprando case, terreni e
beni voluttuari. Beati loro, dirà qualcuno,
mentre altri si mordono d’invidia. Di tesori
nascosti, forse, ce ne sono ancora, e non
mancano di quelli che vanno alla ricerca
spasmodica per venirne in possesso. Ma
io cari amici, voglio parlarvi di un tesoro di
gran lunga inestimabile, che ciascuno di voi
può ottenere, solo che lo vogliate, che non
dura soltanto una vita, ma ha valore eterno.
Ci credete? Esso è il tesoro del Regno dei
Cieli, proclamato da Gesù Cristo durante
la Sua missione terrena. Di fronte a questo
annunzio molti restano scettici, indifferenti e
increduli, ma io spero che tra i lettori/trici ci
siano di quelli che stimolati dalla fede, hanno il desiderio di cercare il prezioso tesoro.
L’evangelista Matteo riporta una parabola
di Gesù, che dice proprio questo: “Il regno
de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto nel
campo, che un uomo, dopo averlo trovato,
nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va
e vende tutto quello che ha, e compra quel
campo. Il regno de’ cieli è anche simile ad
un mercante che va in cerca di belle perle,
e trovata una perla di gran prezzo, se n’è
andato, ha venduto tutto quel che aveva,
e l’ha comperata. Il regno de’ cieli è anche
simile ad una rete che, gettata in mare, ha
raccolto ogni sorta di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e
buttano via quel che non val nulla). (Matteo 13:44-48). Ora vediamo quale lezione morale e spirituale possiamo trarre da
questi brani del Vangelo? Quale significato
recondito? Notiamo in ambedue i racconti,
in primo luogo la gioia e la premura di non
lasciarsi sfuggire una considerevole fortuna; in secondo luogo la ferma decisione di
acquistare. Ma come comprare quando non
si ha denaro disponibile? Ecco a questo
punto che sia l’uno che l’altro, pensano di
disfarsi di tutto ciò che possiedono, vendere, svendere, sbarazzarsi di tutto, pur
di riuscire a compare, l’uno il “campo del
tesoro”, l’altro “la perla di gran prezzo”.
Ecco che questi due protagonisti, protesi
in uno sforzo, come facendo violenza a
se stessi, rinunciano a tutto pur di realizzare il loro sogno di felicità. Un grande
tesoro, una grande gioia, una grande
rinuncia. “Il Regno dei Cieli è simile…”.
Cosa vuol dire ciò? Gesù propone all’uomo di ogni tempo il tesoro de l Regno
dei Cieli, e ciascuno di noi è chiamato
rispondere e dare il proprio assenso,
oppure un rifiuto cosciente. Dal nostro
atteggiamento dipende il nostro destino
eterno. Quando un’anima, un peccatore
alla ricerca del vero e del bene, incontra
Gesù nel suo cammino, accetta il Suo
Messaggio di Salvezza, lo riceve nel suo
cuore quale suo personale Salvatore, ha
trovato il più grande tesoro. Il peccatore
che crede in Cristo, riceve pace profonda nel cuore, perdono dei peccati, una
vita esuberante, ed una gioia incontenibile. Però come il primo e il secondo
protagonista della parabola di Gesù,
l’anima convertita decide di “svendere,
sbarazzarsi, liberarsi, rinunciare alla
vecchia vita, le vecchie abitudini, il peccato, la menzogna, l’ingiustizia e le insane passioni che prima lo dominavano,
pur di conseguire la salvezza dell’anima,
la vita eterna. Caro amico o amica, Dio
chiama anche te a fare una scelta di fondo, come sarà la tua risposta? Pensaci.
Saulo da Tarso era un Ebreo osservante
della Legge di Mosè, religioso, zelante,
erudito, della casta dei Farisei, pensava
di essere nel giusto, ma non credeva
in Gesù e perseguitava i cristiani. Ma
quando sulla via di Damasco fu sfolgorato dalla luce di Cristo, (At.9,1-19), la
sua vita cambio, la sua mente si rinnovò,
e disse ai fedeli di Filippi: “…le cose che
m’eran guadagni, io le ho reputate danno a cagion di Cristo. Anzi, a dir vero, io
reputo anche ogni cosa essere un danno
di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il
quale rinunziai a tutte codeste cose e le
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reputo tanta spazzatura, affin di guadagnare Cristo, e d’esser trovato in lui avendo non
una giustizia mia, derivante dalla legge, ma
quella che si ha mediante la fede in Cristo;
la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede; (Filippesi 3:7-9). Molti ai giorni odierni,
vanno alla ricerca affannosa delle ricchezze terrene, altri affogano la loro esistenza
nei piaceri smodati, proibiti, in cerca di una
gioia temporanea, ma poi ripiombano nella
loro tristezza e infelicità. Gesù dice: “Non
vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la
ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove
né tignola né ruggine consumano, e dove
i ladri non sconficcano né rubano. Perché
dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo
cuore. (Matteo 6:19-2 1). Ed ancora: “E che
gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima
sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua? (Mat.16,26). Il credente che impara a seguire Cristo, è disposto a rinunziare
al mondo di peccato, alle vanità, ai piaceri
e divertimenti illeciti e persino a se stesso,
(Mat-16,24,25), per conservare l’integrità
della fede nelle promesse di Dio. Il tesoro
della parabola rappresenta Cristo, come anche la perla di grande valore. “In Cristo sono
nascosti tutti i tesori della sapienza e della
conoscenza”. (Col.2,3). Solo Gesù può dare
all’uomo una vita piena di significato. Solo
Gesù può dare pace al cuore, speranza e
consolazione all’anima affranta, liberazione
e perdono dalle colpe commesse, per una
coscienza tranquilla. “Gesù Cristo è lo stesso di ieri, oggi, e sarà in eterno”. “Eb.13,8).
Solo Gesù salva l’uomo dal peccato e dal
Giudizio; “Gv.5,24). Gesù guarisce ancora
oggi, coloro che lo invocano col cuore. Gesù Cristo libera le anime oppresse e spezza
i legami del Maligno. Qualunque sia il tuo
problema, accetta Cristo e la salvezza che
oggi ti offre, nel suo grande amore,perché
Egli sarà per te il vero Tesoro.
Amici lettori e lettrici, se questo messaggio
vi ha stimolato e volete saperne di più, scriveteci o venite a trovarci. Il nostro indirizzo
è il seguente: CHIESA CRISTIANA EVANGELICA PENTECOSTALE, Via Verbena
7, GINOSA –TA . Dio vi benedica e vi sia
propizio.
Giuseppe Pizzulli
([email protected])
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argomenti
n. 21 - 13 ottobre 2012
LA Laicità
DELLA TEOLOGIA
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n. 21 - 13 ottobre 2012
Riva dei Tessali : Visita ufficiale del Governatore
La famiglia al centro del Rotary
Tra i 5 nuovi soci anche una marinese: Anna Ferretti
La conoscenza teologica
come mezzo per una fede
consapevole e libera
Di Sarah Scorpati
A sentir parlare di Teologia spesso si arriccia il naso, perché la si considera una disciplina astratta, teorica, infondata e spesso
e volentieri espressione di una religione,
quella cattolica, che si tinge di bigottismo e
che viene accusata di oscurantismo, sia a
ragione ma anche a torto.
Premetto con vigore, che il mio non è un
articolo da catechismo, non è una professione di fede, né l’accorata testimonianza
di una fedele, ma solo una deduzione, una
osservazione di tipo fortemente razionale
e pratico sull’ausilio che la disciplina teologica può fornire nell’approccio, soprattutto
quello laico, con la religione, a mio dire, più
discussa al mondo.
“Sguardi al mistero di Cristo” scritto da Pier
Luigi Lia, docente di Teologia all’Università
Cattolica di Milano, il libro che ha ispirato
queste riflessioni, mette subito in chiaro
un aspetto importante, basilare: l’uomo è
in grado di conoscere solo nella parzialità
del proprio punto di vista, non esiste una
verità incontrovertibile e totale perciò in
ogni approccio alla conoscenza umana alla base c’è un atto di credito, c’è il “credere”. “L’uomo dunque sa sempre e soltanto
credendo”. Nel caso del fedele la vera differenza non è l’atto di fede, ma l’oggetto
del credere: Gesù Di Nazaret, rivelazione
di Dio. Un passo importante, questo, in cui
si certifica la libertà dell’uomo di fronte alla
questione, che classifica la fede cristiana
come “atto di libera coscienza dell’uomo
che si realizza come assenso alla vicenda
di Gesù di Nazaret quale Rivelazione di
Dio”.
Non solo, quindi, la stessa Teologia considera la libertà della coscienza umana indispensabile nell’approccio alla fede, impegno serio e posto costantemente in “tentazione”, che vede l’esperienza Evangelica,
quindi della vita di Gesù come “normativa”,
come metro di misura e confronto rispetto
argomenti
al proprio agire, ma è proprio la disciplina
teologica, che giunge a sfatare e spodestare ogni “senso del numinoso e del sacro
che intenda Dio come fondamento segreto
e imperscrutabile di tutto quanto esiste e accade.- scrive Lia - Destituisce di legittimità
ogni comprensione religiosa che preveda
che il Dio inaccessibile esiga di essere sedotto e propiziato dall’uomo perché la sua
vita possa godere di qualche benevolenza.
All’opposto il Dio cristiano è storicamente incontrabile e conoscibile(..)Questo Dio cerca
appassionatamente l’uomo lì dove questi si
trova, disperso per le strade del mondo,(..)
fuori dallo spazio sacro, nella sua quotidianità profana”.
La Teologia mette in guardia dai fraintendimenti umani sulla questione di Dio e della vita vissuta nel segno di Lui “perché gli
strumenti della nostra logica sono quelli del
mondo, quelli per cui si fa del bene agli amici e del male ai nemici, quelli secondo i quali
siamo portati a pensare che il male che ci
incorre è una punizione di Dio, perché noi
facciamo così e ci sembra logico che Lui
faccia altrettanto”, anzi, “non crocifigge nessuno, piuttosto si consegna lui stesso alla
croce purché non venga torto un capello a
nessuno”.
È proprio la Teologia che raccontando di
questo Dio-Amore, parlando di dignità, libertà, coscienza, perdono, carità, evidenziando e chiarificando i più umani e comuni
fraintendimenti del senso religioso e del
rapporto con Dio, della testimonianza e
della predicazione umana di Lui, dell’agire umano secondo il suo nome che lo pone in realtà in un angolo, come nel caso
de L’inquisitore di Dostojevskij, è proprio
la Teologia che attraverso il suo continuo
operare, scandagliare e interpretare esprime “un monito permanente contro le false
sicurezze date dalla diffusione del vocabolario della fede, (…)in merito ad una pratica
della religione che non riesce a spingersi al
di là dell’eco delle parole, una indicazione
potente che mette in guardia dall’affermare
la propria fede in Dio e la propria appartenenza alla chiesa dopo che il linguaggio
della fede ha perso da tempo la sua feconda vitalità, il costitutivo rapporto con il suo
fondamento e il suo vivificante paradigma”.
E’ la Teologia, quindi, con il suo bagaglio e
il suo ruolo chiarificatore sul mistero di Dio
il punto dal quale partire, il punto dal quale
dovrebbe dipartire l’esperienza della fede o
almeno della conoscenza, fedele o teorica
che sia, della questione religiosa. E’ questa
disciplina, probabilmente, il baluardo più
forte e imponente per questa nostra nuova generazione incredula, confusa e scandalizzata da quello che la circonda e dallo
stesso mondo religioso. Diventa, quindi,
indispensabile il passaggio dall’esperienza
teologica per fare in piena libertà e consapevolezza quell’atto di “libera coscienza”
che porta alla fede, che nessuno è obbligato a compiere, ma che una volta fatto porta
con sé l’accoglienza dell’accorato appello
di Dio alla metánoia, la conversione. E’, più
praticamente, la Teologia, la possibilità reale in grado di superare il concetto di religiosa superstizione, di presentare in maniera
schietta e per certi versi anche razionale
ciò al quale si dice il proprio “sì” quando ci
si professa cristiani.
di Maria Carmela Bonelli
Un discorso a braccio quello del Governatore Rocco
Giuliani, il quale seguendo
una consolidata tradizione
ha incluso fra le primissime
visite, previste dal suo intenso
programma, l’incontro ufficiale
con i soci del Club di Riva dei
Tessali.
La serata - preceduta dalla
XXXI Coppa del Governatore,
alla quale hanno preso parte
110 giocatori di golf - è stata
solennizzata dall’ingresso di
cinque nuovi soci: Gabriele
Dell’Atti
(Prof.
Università
di
Bari),
Anna
Ferretti
(Funzionario Banca Carime
– Laterza), Angelo Dragone
(Avv. in Taranto), Paolo
Giovinazzi (Imprenditore agricolo), Margherita Semeraro (Pediatra
– Ospedale di Castellaneta). Presenti
Antonio Bruno Zagaria (Ass. del
Governatore-zona 16), Enzo Fedele
(Segretario distrettuale) e Lino Pignataro
(Cons.AIRG Ass.Italiana Golfisti).
Un discorso sentito, caldo, denso di
quei passaggi pregnanti, che solo l’autentica passione possono rendere effettivamente condivisi. La serata, aperta
dalla Presidente Paola Giovinazzi, si è
incentrata sul tema dell’amicizia, quale
parola chiave del Rotary International.
Amicizia da “seminare”, ha sottolineato
il Governatore. Amicizia, ossia “fiamma”
che alimenta il Rotary Club. Amicizia, da
donare senza riserve.
Se è vero, come è vero, che l’Associazione “semina” bene in tutto il mondo esponendosi e spendendosi per quanti
sono schiacciati da bisogni economici,
morali ed affettivi - in realtà i Rotariani
devono sentirsi ambasciatori soprattutto nelle proprie famiglie, sì da educare i
propri figli ai valori autentici ed al rispetto
della dignità e della libertà di ogni uomo.
Passando, dunque, dall’amicizia alla fa-
miglia, il Governatore ha posto l’attenzione sulla cellula primaria della società: «E’
necessario che nelle vostre famiglie siate
aperti e leali, rispettando il partner ed ascoltando i figli. E’ necessario conoscere le esi-
genze dei giovani, per poter capire
quale sia il miglior supporto da dar
loro. La famiglia va custodita gelosamente! Inoltre, servire gli altri insieme agli amici del Club porta ad
un benessere interiore, che indubbiamente si riflette sui propri cari».
Consapevole dello scarto dei
principi rispetto alla prassi, il
Governatore si è rivolto ai nuovi
soci parlando dei “compiti ardui”,
ma possibili ed attuabili nel clima
di fiducia a affiatamento, che ogni
Club è tenuto a favorire, creare e
mantenere.«Siate attivi in questa
casa, ove le esperienze degli anziani non potranno che alimentare
i vostri entusiasmi».
L’apprezzamento unanime dei presenti ha sancito l’efficacia delle
indicazioni ed in particolare l’importanza dell’aver posto l’accento
sulla famiglia, quale “radice” della grande e variegata famiglia umana, che spesso dimentica
di condividere la stessa terra, sotto lo stesso
cielo.
Andiamo al cinema
Il cinema teatro Metropolitan proietterà da venerdì 12 a giovedì 18 ottobre i seguenti
spettacoli:
-Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan con Christian
Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael
Caine, Tom Hardy, Anne Hathaway e Juno Temple.
Genere: Azione, Thriller, Fantasy
Ultimo capitolo della trilogia di Batman diretta da Nolan. Sono
passati otto anni da quando il “cavaliere oscuro’’ è svanito nel
buio della notte decidendo di passare da eroe a fuggiasco. La
pace che sembrava ormai regnare a Gotham, tuttavia, non è
destinata a durare. Un nuovo temibile nemico vuole seminare
morte e distruzione. Pur di salvare la sua città, Bruce Wayne
sarà costretto a rivestire i panni dell’ “uomo pipistrello’’ e a
combattere contro il male.
Orari: 20,30
Sabato 13 e domenica 14: 17,30 – 20,30
Miki Marchionna
34
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
“G. Ungaretti. Oltre il deserto”
… nel Circolo Unione di Gioia del Colle
Presentato l’ultimo lavoro di V. A. Lozito, poeta e scrittore, già docente della “Carducci”
“Ungaretti fra tradizione e innovazione”, questo il titolo di un brillante incontro organizzato
dal Circolo Unione di cui è presidente il dottor
Giuseppe Cetola, per presentare nella serata del 6 ottobre “Giuseppe Ungaretti - Oltre il
deserto”, riflessioni, lettura critica ed esegesi
del professor Vito Antonio Lozito, su cui dissertano il professor Francesco Giannini, la
professoressa Maria Carmela Bonelli e don
Felice Iacobellis.
Ospite “a sopresa” il professor Vito
Biancofiore, papà del dottor Mimmo,
alunno del professor Lozito negli anni
del suo insegnamento ginosino presso la scuola media “Carducci”.
“Nella scelta del titolo “Oltre il deserto”, nella sua portata metafisica è
racchiuso il travaglio esistenziale e
spirituale di Ungaretti – afferma Maria
Carmela Bonelli, prestigiosa storica
ginosina -, ed è attraverso il titolo che
si svela la capacità di Lozito di penetrare e scrutare attraverso l’opera poetica le plaghe recondite di un animo
mai pago perché proiettato sempre
“Oltre”. Pagine nitide, raffinate, aperte
a considerazioni di alto respiro, che
trasudano quel lievito culturale che
definisce e disegna il profilo di un appassionato letterato.”
“Nelle 38 pagine dell’intero dettato poetico - continua la Bonelli - l’autore coglie tutto
questo e cerca quel filo conduttore, che lega
l’intera produzione di Ungaretti: la ricerca di
Dio.”
Il suo intervento, preceduto dalle appassionate letture poetiche di Vito Antonio Lozito e da
una accurata ricerca storica e letteraria affidata al professor Francesco Giannini, conquista
i presenti.
Con rimandi ai “Nobel” Quasimodo e Montale,
Giannini in riferimento ad Ungaretti lancia una
provocazione: proporre il Premio Nobel alla
sua memoria con la seguente motivazione:
“Per la forza con la quale partendo e restando
in linea con la tradizione della nostra letteratura ha saputo innovarla e nello stile e nei
temi, portando l’uomo a meditare sul vivere
proprio e sul vivere di tutta l’umanità di oggi
e di domani.”
“Ungaretti rinnova profondamente oltre che
formalmente il verso della tradizione italiana.
E’ un uomo completo nel suo esistere umano
e poetico, che nel corso dei suoi 82 anni ha incarnato i dubbi, le incertezze, i ripensamenti, le
certezze e speranze dell’uomo del suo tempo.”
Nei cenni biografici si ricorda che Ungaretti cattedratico all’estero, giornalista e studioso di
classici - è tra i fondatori della corrente ermetica, dà la sua adesione al fascismo, è collaborazionista, ed infine matura una conversione
religiosa.
“La poesia non è per Ungaretti il rifugio in cui
rintanarsi nei momenti di sconforto per rinchiudersi nel mondo ovattato dei grandi scrittori continua Giannini -, ma per trovarvi una spiegazione ai problemi della vita. La rivoluzione da lui
operata non è solo stilistica e lessicale, rivolta
all’uso di un linguaggio privo di retorica e ricco
di fulminea intensità, ma quella di affidare alla
poesia il compito di accompagnare l’uomo nel
suo quotidiano procedere. Analizzando il suo
percorso poetico possiamo scorgere in Ungaretti tre fasi ben distinte. La prima - la parola
- coincide in gran parte con la poesia del periodo della guerra, contraddistinta dal lavoro di
isolamento e di esaltazione del singolo termine,
sia dal punto di vista della sonorità e del ritmo
sia per quanto riguarda l’intensità emotiva e di
significato. Nella seconda fase costruisce, a suo
modo, forme meno elementari di immagini, di
sintassi e di metrica in una “frase” che si
presenta ricca di contenuti concettuali più
complessi. Da versi brevissimi si passa a
versi più fitti e articolati, che si rifanno alla
metrica tradizionale. La terza fase è quella
della meditazione. Dal punto di vista tematico Ungaretti sembra guardare alla vita e
in particolare alla storia degli uomini con il
distacco, la malinconia e quella saggezza
quasi ironica che gli deriva dalla maturità.”
Il professor Giannini legge, quindi,
citazioni di Alfredo Gargiulo, Carlo
Bo, Pasolini, Giuseppe De Robertis e
Mario Luzi e dello stesso Ungaretti in
“Ragioni d’una poesia”.
La poesia - conclude Giannini - può
condurre la società verso una meditazione catartica che indirizzi l’umanità verso una nuova globalizzazione,
non più esclusivamente tecnologicoeconomica, ma umana, non a caso
“l’atto poetico ci dà nozione di Dio”.
Maria Carmela Bonelli nel suo intervento ricorda attraverso alcuni
frammenti di storia locale, il legame
di Ungaretti - invitato più volte a Lecce e Taranto dal ’47 – con la Puglia.
Pur non amando il barocco “frattura,
distruzione, che dà luogo a ricomposizioni”, il poeta resta incantato da
quello leccese “magnifico vestito, sotto cui si è stratificata l’anima magnogreca,
romana e normanna”.
“A Taranto - ricorda la Bonelli - Ungaretti
giunse nel 1947 per tenere, su invito di Antonio Rizzo e del Circolo della Cultura, una
conferenza dal titolo “Petrarca, Poeta del
ricordo”. Si apriva un periodo fecondo per
la Città che lo volle Presidente del Premio
Taranto, svoltosi dal 1948 al 1952 ed assurto alle cronache nazionali, prima di essere
affossato da alcuni intellettuali del posto. A
Taranto Ungaretti pubblicò su “La voce del
popolo” e il saggio “Ragioni di una poesia”.
A difesa di Taranto vecchia - della quale
aveva detto: “Era forse, e spero che rimanga ancora, la Taranto più giovane”- sempre
per invito di Antonio Rizzo, egli prendeva
posizione con Palazzeschi, Brandi, Argan
e Devoto, allorquando nel 1968 - all’interno
del progetto Blandino - veniva previsto
avvenimenti
l’abbattimento di Palazzo Amati e dell’Arcivescovado. Della bellezza del barocco leccese e dei
capitelli di Santa Croce (definiti vivi, umani), dei
palazzi e dei vicoli di Taranto egli aveva percepito
tutto il fascino, rinveniente dalla memoria.”
“Sul piano umano - prosegue la storica - il percorso di Ungaretti si snoda da una iniziale constatazione della solitudine e del dolore dell’uomo, relitto di un naufragio, alla drammatica riconquista
delle certezze offerte dalla fede tradizionale ed
alla consapevolezza di ripercorrere, attraverso la
propria esperienza tracciati comuni a tutti gli uomini: “…profugo come gli altri/che furono/ che sono/ che saranno”. L’intera produzione di Ungaretti
è intrisa del “sentimento” del deserto e dell’Africa
che non sono solo luoghi geografici, legati ad un
tempo specifico. Si ritrovano ne “Il porto sepolto”, datato 1916, punto di partenza del viaggio di
un’intera vita e nell’ultima raccolta, “Taccuino del
vecchio”, con la necropoli di Sakkarah in Egitto.”
“All’origine di tutto - precisa Maria Carmela Bonelli - c’è in Ungaretti, per sua stessa affermazione, il deserto quale stimolo da cui ha origine
la poesia: “Sono nato al limite del deserto e il
miraggio del deserto è il primo stimolo della mia
poesia.” E’ quel nulla da cui è partito ed è l’approdo finale, quello del ritorno. A Sakkarah “mostrerà
il beduino/ dalla sabbia scoprendolo/ frugandolo
col bastone/ un ossame bianchissimo”, quando
già aveva svelato la sua profonda intuizione:
“Non d’Itaca si sogna/ smarriti in vario mare/ sa
va la mira al Sinai sopra sabbie/ che novera monotone giornate”. Non si sogna Itaca, perché “le
fuggenti mura” ha già varcato. Non c’è ritorno, ma
ripresa del viaggio “smarriti in vario mare”, ove
lo smarrimento delinea l’andare verso l’ignoto. Si
mira al Sinai, che non è il suo deserto, talvolta
anche pericoloso. Il Sinai è preludio della Terra
promessa della quale non abbiamo conoscenza,
Viaggio nel mondo
dell’imprenditoria
locale
n. 21 - 13 ottobre 2012
35
perché “Della Terra Promessa/ nient’altro un vivo sa”. Questa percezione viene dal deserto
e da quel suo “nulla”, che è assenza, da cui scaturisce quella poesia della quale “resta/ quel
nulla/ d’inesauribile segreto”. Un mistero al quale ci si accosta solo dopo essersi avvicinati
al gran silenzio, che permette le domande di senso. Solo facendo deserto in noi possiamo
ascoltare la voce di Dio.”
Commosso e sincero il plauso del pubblico, sorpreso dalla grazia e dalla competenza della
raffinata relatrice.
Quindi Vito Lozito legge “La pietà” per introdurre don Felice Iacobellis.
“Non sono un esperto letterato – afferma il giovane parroco gioiese, da qualche anno nella
chiesa di San Nicola di Adelfia -, il professor Lozito mi ha voluto qui per parlare della Pietà e
della conversione di Ungaretti. E’ pur vero che nonostante “il poeta e la poesia, il sacerdote
e la fede salveranno il mondo”, un parroco vive oggi altre problematiche. Ho letto e gustato la poesia di Ungaretti da studente e da lettore. Pietà, sentimento di amore, di rispetto,
la possiamo contemplare attraverso la misericordia. Ungaretti ha la mia età, quarant’anni
quando riscopre la fede e si riscopre “un uomo ferito”. Il Papa Benedetto XVI nel promuovere l’anno della Fede, ci riporta alle radici… non si può desiderare più di ciò che si conosce.
Più conosco l’uomo, lo ascolto, più mi innamoro di Dio. Questa pietà vuol portare il poeta
all’ascolto di sé stesso. Un uomo che vive il peccato, il rimorso, si confronta con la morte.
Ungaretti usa una metafora per descrivere le ombre. Per illuminarle ci sono gli esperti, stiamo tutti diventando esperti di ombre, cerchiamo i lati oscuri della vita, dell’esistenza, non
approdando alla Terra promessa. Questa lirica ci esorta, invece, ad essere esperti di luce.
L’intuizione, l’impeto di luce passa dal cuore, tocca le emozioni “la luce che ci punge/ è un
filo sempre più sottile.” Ho visto il segno di Dio che non è assenza di ombre, ma luce infinita,
è Colui che ci abbaglia… “Più non abbagli tu se non uccidi” rimanda al dono di Dio all’uomo
attraverso il sacrificio di Cristo, perché possa abbagliare, dare senso ai momenti più oscuri
della sua esistenza: il peccato, la morte. Anche nella bestemmia, nel momento in cui si è in
difficoltà e si ricorre al Signore imprecando, vi è Dio. Non ho ricette per un cammino di fede,
ma dobbiamo ritornare all’uomo, alla sua grandezza. Deve riappropriarsi di sé, ritornare
nel deserto, luogo d’amore, per esprimere sé stesso. E’bello ritrovare nelle persone umili
la grandezza di Dio. La pietà è un sentimento che induce l’uomo al rispetto del prossimo,
nell’uomo semplice c’è Dio.”
“La parola dei poeti ermetici - afferma l’assessore alla Cultura Piera De Giorgi nel suo saluto
finale - è una parola povera, tagliata, che ci scava dentro, ci descrive, dà risposte all’esistenza, Tutti noi siamo alla ricerca di qualcosa, cerchiamo di andare oltre il deserto… “chiuso tra cose mortali/ anche il cielo finirà”. Siamo chiusi nella quotidianità, è difficile incontrare
gli altri, anche il cielo stellato, il nostro cammino finiranno, ma mentre viviamo lo sgomento
del presente, una nuova energia che ci rende migliori viene dalla profondità delle parole dei
poeti, dal dialogo con la Fede, qualunque essa sia.”
Dalila Bellacicco
“Il Giardino Fiorito”
di Mario Potenza
Il posto ideale per realizzare i tuoi sogni
con eleganza, fantasia e creatività…
Rubrica
di Luca Calabrese
Si è recentemente aperto a Ginosa un Nuovo
Fioraio che, forse, non tutti ancora conoscono: è
“Il Giardino Fiorito”, di Mario Potenza, un giovane
ma già promettente fiorista di Montescaglioso. Il
locale, raccolto ma pieno di odori e colori che inebriano vista e olfatto, è arredato con ottimo gusto
e semplicità ed è ubicato in via Roma 101 (ovvero
è adiacente a quello dell’ormai noto e apprezzato
fotografo e regista ginosino Graziano Moro).
Mario, ci puoi sintetizzare i vari passaggi che
portano alle tue stupende composizioni floreali?
Sì, innanzi tutto mi reco di buon ora al “Mercato
dei Fiori di Terlizzi”, carico le piante e i fiori che desidero o che reputo più belli e freschi e li
porto nel mio locale per rivenderli o per farne delle composizioni di varia natura e per varie
occasioni…
A proposito di composizioni floreali, ci puoi spiegare la differenza di lavorazione tra
quelle fresche e quelle secche/finte?
Le composizioni, in generale, hanno varie forme e colori a seconda dell’occasione per cui
sono concepite o in base ai desideri del cliente. Poi quelle fresche sono realizzate con piante
e fiori appunto freschi, mentre le composizioni possono essere realizzate con fiori e piante di
plastica o essiccati con vari metodi.
Quali servizi offri ai tuoi clienti e cosa ami particolarmente del tuo lavoro?
Prima di ogni cosa, reputo sia importante la Competenza che insieme alla Cortesia e alla
vasta scelta di piante e fiori sono il punto cardine della mia attività. Realizzo, come ho detto,
composizioni floreali per tutte le occasioni, dalle più nefaste alle più liete. Diamo la possibilità ai futuri sposi di effettuare da “Il Giardino Fiorito” la loro Lista Nozze che spazia tra vari
oggetti simpatici o più prestigiosi di varie griffe.
Ma ciò che amo particolarmente del mio lavoro è la realizzazione di COMPOSIZIONI
SCENOGRAFICHE X TUTTE LE OCCASIONI: feste di compleanno, matrimoni, anniversari di ogni tipo, feste di lauree ma anche installazioni per feste private o di piazza e
rappresentazioni teatrali.
Ringraziamo Mario per la splendida ed esaustiva chiacchierata, ricordandovi di andarlo a trovare in via Roma 101 per godere delle sue inebrianti creazioni o telefonando al 3921840611.
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argomenti
n. 21 - 13 ottobre 2012
Ebook reader o
Tablet?
Si intende con eBook un libro in formato
elettronico, come ad esempio un file PDF o
ePub, si può essere leggere su un computer
oppure su un dispositivo di lettura dedicato.
Quando ci si riferisce a quest’ultimo si parla
di eBook reader o lettore ebook, oppure più
semplicemente eReader.
L’eBook reader è dunque un dispositivo, non
retroilluminato , che utilizza una tecnologia
ad inchiostro elettronico detta e-Ink. Tale
tecnologia è completamente diversa da
quella LCD in uso nei tablet o nei cellulari.
Sull’ebbok e’ possibile caricare un gran numero di testi, di leggerli e fare delle ricerche.
I più evoluti permettono anche di connettersi
tramite Wi-Fi o 3G e attraverso tale connessione, scaricare nuovi titoli o collegarsi a internet. In genere molti dispositivi permettono
di inserire note e sottolineature nel testo, ma
anche disegnare e inserire segnalibri nelle
pagine. La durata della batteria è interessante , infatti e’ molto lunga , nella maggior parte
dei casi, superiore alle 2 settimane.
Le dimensioni degli schermi variano dai 5″
fino ai 9.7″ di diagonale, ma i più diffusi sono quelli con schermo da 6″ corrispondente
all’incirca alle dimensioni di un romanzo.
Tra i migliori ereader attualmente sul mercato, in vendita anche in Italia, ci sono i prodotti
Amazon, tra cui il Kindle 4 e il Kindle Touch ,
dotato di display touchscreen.
Amazon, con la sua politica dei prezzi
al ribasso ha sfornato degli ebook reader con un elevatissimo rapporto qualità
prezzo al punto da essere i più venduti
al mondo. Personalmente non approvo
la sua politica riguardo ai formati, infatti
essi non supportano lo standard epub.
Vi segnalo anche i prodotti di casa Sony
da sempre attiva in questo settore e tra
le prime ad introdurre il display touchscreen. Consiglio per la sua compattezza il Sony PRS 350 con il suo display da
5″ anche se ormai di difficile reperibilità
e il Sony PRS T1 prodotto di punta della
sua gamma con display da 6″. E’ possibile usare questo dispositivo anche come ewriter: infatti grazie al programma
di scrittura a mano libera ed al pennino
in dotazione, è possibile scrivere, sottolineare e prendere appunti. Certo non
bisogna aspettarsi miracoli e la cosa può
andar bene per prendere qualche nota,
ma non certamente in sostituzione della
carta. Invece per chi avesse necessità di
prendere appunti direttamente in digitale
per lo studio o per l’università ci sono le
Boogie Board RIP, spettacolari tavolette
adatte allo scopo.
Tornando a parlare di ebook reader,
vi segnalo inoltre, i modelli della serie
Cybook della Booken, in particolare l’ultimo modello Odyssey caratterizzato da
una ineguagliata velocità nel cambio delle pagine. Anche se alcuni problemi iniziali nel firmware ne hanno un po limitato
la diffusione.
Kobo si destreggia con il suo nuovo
Kobo Touch, un dispositivo veloce, con
supporto ad un gran numero di formato
di file, compatto e maneggevole, dotato
di schermo touchscreen ed elevati standard di page refresh. JetBook Ectaco il
primo lettore ebook con display a colori
Una considerazione riguardo il display di
tutti i modelli di cui abbiamo parlato finora: proprio come un libro esso è sempre
in bianco e nero o in tonalità di grigio se
si preferisce. Da questo punto di vista
il vero lettore ebook rivoluzionario del
2012, è invece JetBook Ectaco, il primo
ereader con display a colori. Il dispositivo è davvero ottimo ed è pensato per un
uso intensivo e con un occhio di riguardo
a chi lo deve usare per lo studio. Purtroppo il
costo è proibitivo circa 500 dollari.
Con questa breve panoramica abbiamo solo
scalfito la punta di un iceberg infatti il mondo
ebook e’ enorme .
Per concludere, possiamo classificare tra i
lettori ebook anche la categoria dei tablet,
degli ibridi tra un portatile ed un ereader, in
cui il capofila è il noto iPad. I tablet non sono
veri e propri ereader, e per questo saranno sempre oggetto di diatriba, non avendo
lo schermo e-lnk ma un normale schermo
LCD con display a colori simile a quello di un
portatile. IPad e tablet sono comunque accattivanti dispositivi touchscreen, che, oltre
alla lettura di ebook permettono di eseguire
applicazioni multimediali, le note apps. Sono
approdate a questo mercato ormai tutte le
grandi società di ereaders: Sony che ha
chiamato con poca fantasia il suo dispositivo Sony tablet S, Amazon ha lanciato Kindle
Fire ,mentre B&N hanno proposto il Nook
Tablet.
L’antagonismo tra tablet ed eReader vede
una lenta ma costante crescita dei primi a
scapito dei secondi.
Lettori che utilizzano un eReader sonoIl
58% (-14%), mentre i lettori che utilizzano
un tablet sono il 24% (+11%)
A trainare la crescita non è stato tanto l’iPad,
quanto i nuovi arrivati nell’arena dei contendenti: in particolare i più piccoli ed eBook
friendly Nook Color, Kindle Fire e Kobo Vox,
device multiuso che strizzano l’occhio alla
lettura digitale.
La lettura degli eBook stimola anche quella
del cartaceo, il 30% dei lettori ha aumentato
il proprio budget destinato alla lettura, con
punte del 50% per quanto concerne il numero di titoli acquistati.
Inutile dire che ciò vale anche e soprattutto per gli eBook, infatti le percentuali sono
rispettivamente del 62% e 72% di budget e
titoli acquistati in più rispetto al passato.
Un altro aspetto molto interessante, relativo
al comportamento dei lettori occasionali e’
che nel loro caso l’eBook è divenuto quasi
una consuetudine, il 27% ora acquista quasi
esclusivamente titoli in formato digitale.
La percentuale di adozione dei tablet è però,
nel loro caso, significativamente inferiore rispetto ai lettori forti solo il 50% (contro l’83%
dei lettori forti) utilizza regolarmente una tavoletta multimediale, che naturalmente
argomenti
viene destinata anche ad altri utilizzi (film,
videogames ecc.)
Le nostre abitudini sono cambiate significativamente con l’avvento dell’eBook e dei
tablet
I tablet supportano la lettura praticamente
su tutti i formati eBook, quelli che permettono ai lettori di leggere enhanced Book,
ossia quei libri elettronici che fanno uso di
elementi interattivi e multimediali. I libri elettronici in formato ePub possono essere letti
su tutti i tablet e solo sugli eBook Reader
che supportano tale formato. Inoltre risulta
di solito agevole la lettura dei pdf e questo
spesso è importante poiché alcuni tipi di
pubblicazione hanno intrinsecamente bisogno di un formato che resti stabile per come
lo ha pensato il suo autore o editore
I vantaggi sottolineano l’esperienza di contenuti arricchita da un immediato accesso
ad approfondimenti. La connettività al web
presente nel dispositivo permette di accedere ad ulteriori informazioni cliccando sui
contenuti ipertestuali.
Mentre sugli eBook Reader è possibile
leggere eBook in formato a contenuto prevalentemente testuale con l’inclusione di
immagini, ma la dimensione degli schermi
(6 pollici quelli più diffusi) rende i formati
reflowable , ossia che si adattano alla dimensione dello schermo ri-formattando
automaticamente l’impaginazione del libro
, decisamente i più adatti a questo tipo
di device. Alcuni modelli , Kindle incluso
,permettono la lettura di pdf ma spesso
ne risultano caratteri troppo piccoli per via
dell’impaginazione fissa di questo tipo di
file. I vantaggi sono che principalmente il
lettore si concentra soprattutto sulla lettura lasciando più spazio all’immaginazione.
Si può sempre effettuare ulteriori ricerche
tramite altri dispositivi. Nei libri dove il testo
prevale risulta molto comodo poter aumentare o diminuire la dimensione del testo con
il libro che si reimpagina automaticamente.
Negli svantaggi in genere le immagini ed
elementi multimediali non vengono riprodotti agevolmente. Inoltre alcuni ebook
reeader non supportano tutti i formati (per
esempio Kindle non supporta il formato
ePub).
A voi la scelta , che principalmente e’ legata all’utilizzo che ne dovete fare
n. 21 - 13 ottobre 2012
37
Aumento del 40%
dell’importo concordato
per l’irrigazione 2011
La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto evidenzia che la Soget
in questi giorni sta notificando le cartelle
esattoriali del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara relative all’irrigazione 2011
con un aumento che supera del 40% l’importo concordato in Prefettura nel mese
di Giugno 2011.
La Cia sostiene che gli agricoltori devono pagare soltanto gli importi sottoscritti
in domanda, senza ulteriori somme aggiuntive. Ovviamente, tale atteggiamento
della dirigenza del Consorzio di Bonifica
sta creando negli agricoltori della zona
Occidentale di Taranto notevole malumore, considerata anche la profonda crisi in
cui versa l’agricoltura del nostro territorio.
Probabilmente qualcuno, avendo la memoria corta, ha dimenticato le proteste
degli agricoltori sotto la Regione Puglia e
sotto gli uffici del Consorzio di Bonifica di
Taranto, promossi dalla stessa Confederazione Italiana Agricoltori nel corso del
2011. Tali proteste portarono successivamente alla sottoscrizione di un accordo
in Regione ratificato
poi in Prefettura alcuni giorni dopo, sull’apertura della stagione
irrigua e sugli importi
da pagare. Le cartelle
che in questi giorni la
Soget sta recapitando
agli agricoltori con un
importo di circa euro
23 per ora di acqua
erogata, non tengono
conto in alcun modo
dell’importo di circa 15
euro per ora, concordato in Prefettura con
l’ex Commissario Regionale del Consorzio
di Bonifica Stornara e
Tara dr. Vito Latorre. Tale situazione non fa
altro che aggravare ulteriormente le già critiche situazioni economiche in cui versano le
aziende della nostra provincia. Il malcontento
degli agricoltori è fortissimo; pertanto al fine di
evitare eventuali problemi di ordine pubblico
sono necessarie risposte urgenti e concrete
da parte del Consorzio di Bonifica Stornara e
Tara e del governo regionale. A tal proposito,
la Cia chiede un incontro al Sig. Prefetto di
Taranto dott. Claudio Sammartino e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Dario Stefàno.
Inoltre, la Confederazione Italiana Agricoltori
ritiene che, prima della definitiva approvazione dei piani di classifica, deve essere chiarita
la questione relativa alla debitoria pregressa.
Infine la Cia evidenzia che il Commissario
Regionale straordinario dott. Giuseppantonio
Stanco ha formulato una proposta di dichiarazione di dissesto finanziario del Consorzio di
Bonifica Stornara e Tara, utile a bloccare tutti
gli interessi e le somme che ogni giorno fanno
aumentare sempre di più la debitoria.
Mino Noia
38
argomenti
n. 21 - 13 ottobre 2012
Il dottor Rino
Mastrodomenico
diventa
Agente dei
calciatori
Sono 31 i candidati risultati idonei, per
una percentuale pari al 6% circa, alla
prova di Agente dei calciatori che si è
svolta lo scorso giovedì 27 settembre a
Roma c/o il Mariott Parck Hotel di Roma.
Dei 590 iscritti (34 le donne, tra le quali
solo una è risultata idonea), in 492 hanno partecipato all’esame, 461 sono stati
i non idonei pari al 94% dei partecipanti.
Pubblichiamo l’elenco dei candidati idonei. Federazione Italiana Giuoco Calcio
Commissione Agenti di Calciatori
Roma, 27 Settembre 2012
Prova di idoneità per il rilascio della licenza di
Agente di Calciatori
Elenco alfabetico dei soli idonei
AMMIRATI Luigi, ARIATTI Luca, ARRIGHI angelo, BELLA Luca,BOSCOLO
Andrea, BRESCHI Filippo, CASELLA Alex,
CECCARELLI Alessio, CONTE Adriano,
CUSINI Laura, DE LUCA Piergiorgio, DELLO PREITE Gabriel, DI NARDO Gennaro,
FERRANTE Davide, FIGURA Paolo, GARONE Gianluca, GHEZZI Alessandro, INTORRELLA Dario, MASTRODOMENICO
Gennaro, MEDIATI Sergio, MORESCHINI
Matteo I, PONTRELLI Giovanni Davide,
PULICATI Matteo, RAFFAELE Massimiliano, RICCIARDETTO Massimiliano, SAIJA
Leo, SANTILLI Fabrizio, SCALISE Matteo
Vittorio, SICA Emanuele, VIGGIANO Francesco, VITALE Gianluca.
Come si può vedere tra gli idonei vi è anche il nostro concittadino, dottor Gennaro
(Rino) Mastrodomenico al quale abbiamo
rivolto alcune domande.
Come nasce l’idea di diventare procuratore di calciatori?
“La mia passione per il calcio è ormai arcinota sia come praticante che come dirigente allenatore del calcio a 5, adesso
cercherò di abbinare la passione e questo
mestiere.»
Che significa fare l’agente Fifa?
«Non la interpreto fare l’agente solo come
una mediazione, ma cercherò di assistere i miei clienti a 360°. Non solo per
la parte sportiva, ma sotto tutti gli
aspetti che riguardano la vita di un
calciatore e la sua famiglia. Volendolo fare così non puoi avere tanti
giocatori, ma devi sceglierne pochi e
farlo bene. Valutare la personalità e
il carattere, prima ancora che le qualità tecniche, e ricordare a tutti che è
sempre un gioco che dura fino ai 30
anni circa.»
A chi ti ispiri?
«Domanda difficile… un aneddotto:
sui libri dove ho studiato, c’era sempre la foto e una intevista di Giuseppe Bozzo. Giuseppe Bozzo, 46enne
avvocato di Cosenza, noto al mondo
del pallone per essere l’agente di Antonio Cassano.»
Stefano Giove
La meeting & event industry : un’opportunità di
sviluppo per la Puglia
La meeting & event industry : un’opportunità di sviluppo per la Puglia
Lo scorso 11 Settembre 2012, presso il salone delle start up e delle imprese creative della Fiera del Levante di Bari, si è svolto il workshop intitolato:
”La Meeting&Event industry in Puglia”, organizzato dall’associazione Flomar Onlus di Ginosa (TA).
La relatrice dottoressa Annalisa Catapano, CEO-founder del progetto start up MeetPuglia , ha colto l’occasione per spiegare l’importanza del turismo
del business , le potenzialità e le opportunità che tale settore può offrire ad una regione molto vota al turismo leisure come la Puglia.
Ella ha affermato che l’industria del M.I.C.E (Meeting, Incentive, Convention e Event) produce un fatturato di 6,321 miliardi di euro, rappresentando
il 20,5% della spesa del turismo internazionale in Italia , questo significa che il settore dei meeting e degli eventi è una leva strategica per la crescita
e competitività del nostro Paese e anche della Puglia.
Il settore può offrire un valore aggiunto al territorio pugliese sia in termini economici che culturali.
Infatti una delle conseguenze più importanti è la destagionalizzazione del turismo ,con effetti rilevanti sui flussi turistici e su tutto il comparto economico-occupazionale pugliese.
Oltre alle opportunità, sono stati mostrati alcuni esempi di location non convenzionali tipicamente pugliesi , dalle gravine per organizzare un team
building alle vecchie masserie per cene di galà fino alle dimore storiche per meeting e congressi.
Lo sviluppo di questa offerta territoriale integrata , ovvero l’integrazione tra la qualità dei servizi e le attrattività dei territorio pugliese , può essere il
fattore determinante per la competitività della Puglia.
Inoltre, è stata ribadita la necessità d’investimenti in infrastrutture , in strutture ricettive , congressuali e in convention bureau territoriali , necessari
per rafforzare l’immagine e il marketing della Puglia nel mondo.
Il Presidente - Luisi Stefania
eventi sportivi
n. 21 - 13 ottobre 2012
FUTSAL -SERIE C 2 GIRONE C
UN SUPER CIANCIARUSO LANCIA IL TEAM
Ginosa,
29
settembrePalasport
Esordio stagionale in campionato, per il Team Ginosa
del presidente Giannuzzi e
di mister Noia. Avversario
del primo turno è l’Oriental Five Martina di mister
Russi. Il risultato finale, vede
Cianciaruso autore di cinque
reti e Dell’isola in versione assist man.
LA GARA
I padroni di casa partono
con
Bitetti,
Santantonio,
Russo,
Cianciaruso
e
Dell’isola, l’Oriental risponde con Conserva, Lafornara,
Castellana, Scatigna e Lisi.
Neanche due minuti di gioco e il Team è già avanti.
Del’isola prende palla per vie centrali e
scarica sull’accorrente Cianciaruso che
scarica in rete sul portiere in uscita. 1-0 e
Le massime del VEGA
Il privilegio degli
italiani?
LA CASTA
L’avvento del governo tecnico, atteso quasi
quanto quello del Signore, si è rivelato un
vero buco nell’acqua, in quanto poco o nulla è cambiato da quel giorno. Privilegi di casta, ingiustizie e corruzione sono il vero
traino in retromarcia della nostra economia, e da quanto apprendiamo giorno per
giorno, il precipizio sembra sempre più lontano…in quanto siam già caduti!! Scandali
alla regione Lazio, parlamento sempre più
indaffarato nel cambiar la legge elettorale
in modo che siano ancora loro a non gover-
nare il Paese, e ciliegina sulla torta: il vaticano, come ormai consuetudine dai
tempi dei patti lateranensi, sarà esentIMU. Le belle parole di Monti, contro i privilegi e i privilegiati sono la classica ramanzina all’italiana, che è servita solo al
momento per calmare le acque e si sapeva che nulla sarebbe cambiato. Il consiglio di Stato ha bocciato la proposta con
la quale si imponeva il pagamento dell’IMU alla Chiesa, quindi di conseguenza,
io propongo a tutti i proprietari di case,
l’apertura di un santuario cosicchè sia
paragonato ad un luogo di culto e perciò
diverrà esente dal pagamento dell’imposta sugli immobili.
Sarà un modo come un altro per sconfiggere la crisi!!
VINCENZO D’ANGELO
39
prima rete in campionato per lui.
Il Martina tiene il pallino del gioco e prova a superare Bitetti con
il gioco di sponda dell’attaccante Lisi, forte fisicamente e abile
come boa. Con questo stile, arrivano un paio di occasioni pericolose ben sventate dalla difesa
di casa. Al 6’ minuto, il primo
palo della giornata è di Russo
che da posizione defilata prova
a sorprendere Conserva, che
poi blocca la sfera. Passano altri due minuti e gli ospito pareggiano. Colucci sfrutta la sponda di Lisi e scarica in rete. 1-1.
Da questo momento si scatena
Cianciaruso che coglie un palo e
per altre due volte, non riesce a
riportare i suoi avanti. Lui no, ma
Dell’isola si al minuto 25’. Team
Ginosa 2, Martina 1. La prima frazione si chiude con il pari martinese. Ci pensa Santoro.
Sino al fischio finale altri due montanti, uno di
Dell’isola e uno di Lisi. Primo tempo 2-2.
Nella ripresa il Team parte fortissimo, e nel
giro di sei minuti, si porta sul 6-2 con le reti del capitano Santantonio e due sigle di
Cianciaruso. La partita vive di fiammate e i padroni di casa approfittano degli spazi concessi
dalla difesa martinese, difatti, prima Delfino,
poi la quinta rete di Cianciaruso e infine una
doppietta di Barberio, chiudono i conti per il
10-2 finale. Il Martina poteva anche accorciare
la distanze, ma il bomber Lisi si fa respingere il
tiro libero dal subentrato Maggi. Nel corso della seconda frazione, tre traverse per il Ginosa
e due pali per l’Oriental Five.
TEAM GINOSA 10 ORIENTAL FIVE MARTINA
2
TEAM GINOSA: Bitetti, Santantonio, Russo,
De Florio, Cianciaruso, Maggi, Vernice,
Dell’isola, Barberio, Bramo, Delfino.
ORIENTAL FIVE MARTINA: Lafornara,
Castellana,Ancona, Colucci, Santoro, Carrieri,
Lisi,
Gianfrante,
Calpanno,
Fumarola,
Conserva.
Baldassarre D’Angelo
40
n. 21 - 13 ottobre 2012
avvenimenti sportivi
avvenimenti
n. 21 - 13 ottobre 2012
41
PRIMA CATEGORIA / Terzo successo di fila che vale il primato in solitudine
PRIMA CATEGORIA / Blitz esterno sull’ostico campo del Real Gioia
Ginosa corsaro a Gioia: 2-1 che vale la vetta
Dopo il ricorso vinto per la gara contro il Pezze (3-0 a tavolino), i biancazzurri battono a
domicilio l’ostico Real Gioia, grazie alle reti di Clemente e Putignano e balzano in testa alla
classifica (insieme al Bitonto), a punteggio pieno, dopo due giornate.
Prova di forza del Ginosa che espugna l’ostico campo del Real Gioia e vola in testa
alla classifica a punteggio pieno, in virtù del
3-0 a tavolino deciso dal Giudice Sportivo
per la gara contro il Pezze. Vittoria meritata dei biancazzurri che, seppur soffrendo in
alcuni frangenti, hanno saputo gestire con
ordine la gara, pungendo con cinismo al
momento opportuno. Prima frazione equilibrata con leggero predominio territoriale
dei padroni di casa. Partenza determinata
degli uomini del tecnico Pizzulli che dopo
appena due giri di lancette sbloccano il risultato grazie ad un gran gol di Clemente,
il quale raccoglie un assist millimetrico di
Lombardi e con un destro potente fa secco Portoghese. La reazione dei gioiesi non
si fa attendere ed all’11’ Bux, su punizione
dal limite, impegna severamente Cifarelli A.
che vola all’incrocio per deviare la sfera. Il
Ginosa in avanti è pungente ed al 15’ Clemente raccoglie in area un assist delizioso
di Lombardi e solo davanti a Portoghese
calcia debolmente sciupando l’occasione del raddoppio. Altro campanello d’allarme per la retroguardia di casa quando
al 23’ Cifarelli S., su azione di rimessa,
lascia partire dal limite una sventola che
si stampa sul palo esterno alla sinistra di
un sorpreso Portoghese. Al 41’ si rivede
il Real Gioia con Bux che, su calcio piazzato dai venti metri, lascia partire un tiro
radente sul quale risponde con grande
bravura l’estremo difensore ginosino che
in tuffo neutralizza la minaccia. La ripresa vede un Gioia proteso in avanti alla
ricerca del pari ed un Ginosa ad agire di
rimessa. Pronti via ed al 1’ i biancazzurri
raddoppiano: su azione di rimessa, Cifarelli S. imbecca in area uno smarcato
Putignano che, solo davanti a Portoghese, con freddezza gonfia la rete. La reazione dei padroni di casa è immediata ed
al 3’ si ripete il duello Bux-Cifarelli A. con
quest’ultimo sugli scudi a neutralizzare il
pericolo. Gli uomini del tecnico Narraccio
producono un notevole possesso palla ma
risultano sterili in avanti, complice anche l’attenta difesa ospite che concede poco o nulla.
Al 31’ però i baresi trovano la rete che dimezza le distanze con Rubino abile ad incornare
sottomisura anticipando Cifarelli A. in uscita.
I biancazzurri, comunque, restano compatti
ed al 35’ Magno, su calcio piazzato dal limite,
disegna una parabola velenosa che lambisce il palo alla sinistra di Portoghese. Al 40’
è Cifarelli S., su azione di rimessa, a seminare il panico nella retroguardia locale che
si salva in extremis sul fantasista ginosino.
Il forcing finale dei padroni di casa non produce frutti ed il risultato premia il carattere e
l’intraprendenza degli ospiti.
Tabellino della gara (Real Gioia-Ginosa
1-2)
REAL GIOIA: Portoghese, Brigido, Orfino
D. (14’ st Celiberti), Nivolino, Orfino F., Soria (22’ st Mammola), Netti (22’ st Papavero),
L’Abate, Rubino, Pascalicchio, Bux. A disp.:
Moschetti, Vittore, Angelillo, Comes. All. Narraccio
GINOSA: Cifarelli A., Bonsignore, Lombardi,
Bozza F., Orfino A., Mangia (24’ st Bozza R.),
Lovecchio, Dragone, Clemente (26’ st Anzillotta), Putignano (16’ st Magno), Cifarelli S. A
disp.: Larocca, Marzano, Giosuè, Leone. All.
Pizzulli (squalif.)
ARBITRO: Lacavalla di Barletta.
RETI: pt 2’ Clemente (G); st 1’ Putignano (G),
31’ Rubino (RG).
NOTE: Ammoniti Netti e Bux (RG), Bonsignore, Lombardi, Bozza F., Mangia, Lovecchio, Dragone e Anzillotta (G).
Domenico Ranaldo
([email protected] - www.asginosa.it)
Ginosa,
primato
solitario
a
punteggio
pieno
Vittoria sofferta dei biancazzurri che, al “Miani”, si impongono di misura su un coriaceo Sibillano e
balzano da soli in vetta alla classifica con 9 punti in tre partite. Prestazione superlativa della compagine
ginosina che ha saputo rimontare lo svantaggio iniziale grazie alle marcature di Putignano, Marzano
e Presicci. Buona la prova dei ginosini Lovecchio e Putignano (2 reti in 3 gare) che hanno mostrato
carattere e personalità nonostante la giovane età. In casa ginosina arriva un nuovo rinforzo: si tratta
dell’esperto difensore centrale Giuseppe Rabindo, classe 78, ex Manduria e Stella Jonica (Promozione).
Domenica il Ginosa è atteso da una trasferta insidiosa in quel di Bitonto: uno scontro d’alta quota in
cui i biancazzurri tenteranno di conservare il primato in classifica.
Vittoria sofferta del Ginosa che supera in rimonta un coriaceo Sibillano e spicca il volo
conquistando la vetta solitaria della classifica
a punteggio pieno. Gara più difficile del previsto per i biancazzurri che hanno dovuto sudare non poco per avere ragione di una compagine ultima in classifica ed a secco di punti.
Partenza decisa dei padroni di casa che al 6’
cinata di Trovatello. I padroni di casa faticano
a trovare spazi in avanti ma al 27’ Lomagistro
trova uno spiraglio e, con un diagonale velenoso, impegna severamente Martellotta. Il Ginosa
preme ed al 44’ perviene al pareggio: Lombardi
imbecca Marzano in area il quale, dopo aver
dribblato il portiere in uscita, viene contrastato
da un difensore con la sfera che giunge a Pu-
PRIMA CATEGORIA PUGLIESE GIR. B
4^ Giornata - 14/10/2012 Ore 15,30
3^ Giornata - 07/10/2012
Bitetto - Nuova Molfetta
0-0
Gravina - Pezze
1-2
Fortis Murgia - Real Gioia
1-1
Ginosa - R. Sibillano Bari
3-2
Molfetta Sportiva - Real Modugno
0-5
Omnia Bitonto - Giovinazzo
3-2
United Mottola - Palagiano
2-2
Virtus Putignano - Bitonto
2-1
Bitonto - Ginosa
Palagiano - Giovinazzo
Nuova Molfetta - Gravina
Pezze - United Mottola
R. Sibillano Bari - Fortis Murgia
Real Gioia - Molfetta Sportiva
Real Modugno - Omnia Bitonto
Virtus Putignano - Bitetto
TOTALE
POS
SQUADRA
IN CASA
P.TI
G
V
N
P
GF
GS
D.R.
G
V
N
1 GINOSA
9
3
3
0
0
8
3
5
2
2
0
2 REAL MODUGNO
7
3
2
1
0 14
5
9
1
1
3 BITONTO
6
3
2
0
1
7
2
5
1
4 VIRTUS PUTIGNANO
6
3
2
0
1
6
2
4
5 UNITED MOTTOLA
5
3
1
2
0 10
8
2
6 BITETTO
5
3
1
2
0
3
2
7 OMNIA BITONTO
4
3
1
1
1
4
P
FUORI CASA
GF
GS
G
V
GF
GS
0
5
2
1
1
N
0
P
0
2
1
0
0
6
2
2
1
1
0
8
3
1
0
0
3
0
2
1
0
1
4
2
2
1
0
1
2
2
1
1
0
0
4
0
2
0
2
0
5
5
1
1
0
0
5
3
1
2
1
1
0
2
1
1
0
1
0
1
1
6
-2
2
1
1
0
4
3
1
0
0
1
0
3
8 PEZZE
4
3
1
1
1
3
5
-2
1
0
1
0
1
1
2
1
0
1
2
4
9 NUOVA MOLFETTA
4
3
1
1
1
1
3
-2
1
0
0
1
0
3
2
1
1
0
1
0
10 FORTIS MURGIA
4
3
1
1
1
7
10
-3
2
1
1
0
5
4
1
0
0
1
2
6
11 MOLFETTA SPORTIVA
4
3
1
1
1
2
6
-4
2
1
0
1
1
5
1
0
1
0
1
1
12 PALAGIANO
2
3
0
2
1
6
7
-1
1
0
1
0
1
1
2
0
1
1
5
6
13 GRAVINA
2
3
0
2
1
2
3
-1
2
0
1
1
1
2
1
0
1
0
1
1
14 REAL GIOIA
2
3
0
2
1
2
3
-1
1
0
0
1
1
2
2
0
2
0
1
1
15 GIOVINAZZO
0
3
0
0
3
5
9
-4
1
0
0
1
3
5
2
0
0
2
2
4
16 R. SIBILLANO BARI
0
3
0
0
3
3
9
-6
1
0
0
1
0
4
2
0
0
2
3
5
si rendono pericolosi con Marzano il quale, su
calcio piazzato dal limite, scarica una sassata sulla quale è reattivo l’estremo difensore
ospite. Passano due minuti ed il Sibillano si
porta in vantaggio: Caldarulo, ben servito in
profondità, sorprende la difesa ginosina e, con
un pallonetto, supera Cifarelli A. in uscita. Gli
uomini del tecnico Pizzulli accusano il colpo
ed al 10’ sale in cattedra l’estremo difensore
ginosino che si supera su un’incornata ravvi-
tignano che da pochi passi deposita in rete. La
ripresa vede un Ginosa convinto e determinato
sin dai primi minuti alla ricerca del successo.
Trascorrono quattro minuti ed il sorpasso si concretizza: Marzano raccoglie al limite una corta
respinta della difesa ospite e con un tiro radente trafigge Martellotta. I biancazzurri insistono
ed al 9’ calano il tris: una bella azione corale e
manovrata porta Presicci a concludere a rete il
quale infila, di giustezza, un incolpevole Martel-
lotta. I padroni di casa controllano con ordine
il match ed al 27’ vanno vicini alla quarta rete
con Cifarelli S. che raccoglie un lungo rilancio
del portiere e, solo davanti a Martellotta, alza
di poco la mira con un delizioso “lob”. Al 37’
Cifarelli S., su azione di rimessa, si invola verso la porta avversaria ma, al momento del tiro,
serve l’accorrente Bozza la cui conclusione
trova la pronta risposta del portiere barese. Passano due minuti e gli ospiti accorciano le distanze con Notarangelo il quale, sugli sviluppi di una punizione dall’out
destro, incorna sottomisura riaprendo la
gara. Gli ultimi cinque minuti, più altri cinque di recupero concessi dall’arbitro, diventano una sofferenza per i biancazzurri
che con le unghie ed i denti difendono il
vantaggio conducendo in porto la terza vittoria consecutiva che vale la testa solitaria
della classifica, in virtù dello scivolone del
Bitonto in quel di Putignano. Domenica il
Ginosa è atteso proprio dal Bitonto per un
arduo banco di prova che potrà dare indicazioni sulle reali potenzialità della compagine ginosina. Da registrare, sul fronte
mercato, l’arrivo dell’esperto difensore
centrale Giuseppe Rabindo, classe 78, ex
Manduria e Stella Jonica (Promozione),
che potrebbe esordire proprio domenica
nel big-match di Bitonto.
Tabellino della gara (Ginosa-R. Sibillano 3-2)
GINOSA: Cifarelli A., Bonsignore, Presicci, Bozza F., Orfino, Lombardi, Lovecchio,
Lomagistro (24’ st Pastore), Marzano,
Putignano (36’ st Clemente), Magno (13’
st Cifarelli S.). A disp.: Mancino, Leone,
Mangia, Giosuè. All. Pizzulli
R. SIBILLANO: Martellotta, Cardone, Bottalico A., Notarangelo, Mincuzzi, Navarra
(35’ st Sisto), De Cataldo (18’ st Lomartira), Turitto, Caldarulo, Menolascina, Trovatello (24’ pt Triggiani). A disp.: Rossini,
Bottalico C., Parise, Petrafesa. All. Risola
ARBITRO: Pellegrino di Lecce.
RETI: pt 8’ Caldarulo (S), 44’ Putignano (G);
st 4’ Marzano (G), 9’ Presicci (G), 39’ Notarangelo (S).
NOTE: Ammoniti Cifarelli A., Lombardi, Lovecchio e Lomagistro (G), Navarra, De Cataldo e
Caldarulo (S). Espulso al 48’ st Cifarelli S. (G)
per gioco scorretto.
Domenico Ranaldo
([email protected] - www.asginosa.it)
42
n. 21 - 13 ottobre 2012
avvenimenti sportivi
TROFEO STARDRINK
Gara di Campionato Provinciale
Amatori Strada UISP
Le novità e le iniziative non finiscono mai per il Genusia BikeTeam
che, come sempre impeccabile, organizza la Gara di campionato provinciale UISP amatori strada, in data 23 Settembre 2012, a Ginosa.
Fissato alle ore 7.00 il raduno dei
ciclisti presso il Palazzetto dello
sport alla via Cavese in Ginosa, effettuata la verifica tessere e svolte tutte le attività pre-gara dai
Giudici, dal Direttore di corsa e
da tutta l’organizzazione, alle ore
9.00 la carovana si sposta in via
Bernalda, dove sarà dato il via
alla gara.
Inizia la competizione che vedrà
gareggiare corridori di varie Team ciclistici provenienti persino
da Cosenza! Più di settanta ciclisti si sono confrontati in una gara
senza eguali:
•
Lunghezza percorso Km
25,500 da ripetersi 3 volte, per
un totale di Km 76,50;
•
Dislivello totale di 1000
Metri;
•
Salite: 3 GPM 11%.
Ottima la prestazione dei primi
tre assoluti Gasparre Nicola, Galeone Antonio ed Elettrico Tommaso che con caparbietà e dedito allenamento hanno affrontato
da campioni questa difficoltosa
competizione.
Altrettanta attenzione va data al
I° di categoria “A0” nonchè vincitore del Giro Arcobaleno 2012, Mastronardo
Graziano, figlioccio del Genusia BikeTeam
che con grande determinazione e passione
raggiunge ogni volta nuovi traguardi; non
meno importanti sono le posizioni conseguite dal capitano Calabria Paride (VII° Cat.
“A1”), dal campione di Ciclocross Spinelli
Donato (IX° Cat. “A2”), Marchionna Francesco (XIV° Cat. “A3”), Buonsanti Domenico
(XV° Cat. “A3”), atleti del Genusia Bike,
sempre presenti e sempre pronti a seguire
le vicissitudini del Team con forza di volontà
e spirito di collaborazione.
L’assistenza su tutto il percorso è stata predisposta tramite la presenza di autoambulanze, staff - medico, meccanici, punti radio
fissi e mobili, automezzi di assistenza a fine
corsa, attenti durante tutto lo svolgimento della competizione, a garantire la sicurezza e
salvaguardia degli atleti.
Un ringraziamento particolare va ai tecnici
Giudici di Gara, Giovanni Punzi, Giovanni
Sanfelice e Carmen Carlucci, al Comitato provinciale UISP per l’inserimento dati, al Direttore di Corsa, Giuseppe Punzi, al Dott. Ennio
Volpe e alla Dott.ssa Rosanna Bozza, all’Associazione di volontariato “Amici in Aiuto”, al
Servizio sanitario garantito dall’Associazione
“Misericordia”, alle Motostaffette, al comando
di PM Ginosa, allo sposor dell’intera manifestazione, STARDRINK e al suo Amministratore Punzi Arturo, all’Assessore Provinciale
Marta Teresita Galeota e il delegato allo sport
del comune di Ginosa Pietro Lanera ed infine
all’Organizzatore dell’evento Giovanni Punzi,
Presidente del Genusia Bike Team e Presidente Provinciale di Lega Ciclismo che,
come sempre, ha realizzato un ottimo lavoro, prestando la propria esperienza e la
propria energia affinchè si raggiungesse
più di quanto sperato, proclamando i
Campioni Provinciali Amatoti Strada UISP 2012 nella categoria A0 Mastronardo
Graziano (GenusiaBike) - A1 Paride Calabria (GenusiaBike) - A2 Donato Spinelli
(GenusiaBike) - A3 Contento Gabriele
(IPirati)- A4 Resta Valerio (IPirati) - A5
Liuzzi Nunzio (IPirati).
E… con il Genesia Bike Team non finisce
qui…!!!
Addetto Stampa Genusia Bike
Avv. Carlucci Carmen
attualità
n. 21 - 13 ottobre 2012
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