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COMMISSIONE NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEI FILM
CRITERI DI VALUTAZIONE PASTORALE DEI FILM
(Testo approvato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in data 30 Marzo 1984)
VALUTAZIONE
La valutazione è un giudizio pastorale, ufficiale e motivato, destinato: ai recettori, quale
responsabile fonte di informazione ed utile strumento di formazione critica, ai responsabili delle Sale Cattoliche, per la utilizzazione pastorale. La valutazione è redatta in due
forme, “forma breve” e “forma ampia”, al fine di rendere agevole sia la utilizzazione da
parte della stampa informativa, sia la diffusione tra i recettori.
CLASSIFICAZIONE
La classificazione, che non sostituisce ma rimanda alla valutazione, è una sintetica espressione del giudizio, formulata con due parole significative:
– la prima parola esprime la valutazione globale del film
– la seconda parola indica la facilità o difficoltà di lettura del film, oppure specifica la
motivazione della valutazione globale.
DESCRIZIONE DEI TERMINI DA USARE NELLA CLASSIFICAZIONE
Valutazione Globale (prima parola)
RACCOMANDABILE
film positivo o comunque privo di elementi negativi, di
elevato valore formale e ricco di contenuti etico-culturali.
film positivo.
film privo di contenuti etico-culturali e/o di valori formali.
ACCETTABILE
FUTILE
o INCONSISTENTE
o FATUO
ACCETTABILE RISERVE film sostanzialmente positivo che per immagini, situazioni o espressioni verbali suscita perplessità morali.
DISCUTIBILE
film che non può essere accettato in tutti i suoi aspetti.
L’incontro tra elementi positivi e/o di dubbia interpretazione esige una attenta valutazione critica. I motivi della
discutibilità sono espressi nella “specificazione”.
INACCETTABILE
film negativo per i contenuti etico-culturali che propone
e/o per il modo licenzioso ed aberrante con cui è trattata la
materia.
Specificazione (seconda parola)
N.B. – Gli aggettivi o sostantivi di specificazione vengono scelti secondo le esigenze
pastorali. A titolo esemplificativo si riportano alcuni termini utilizzati.
SEMPLICE
COMLESSO
AMBIGUO
SCABROSO
NEGATIVO
LICENZIOSO
film di facile comprensione.
film che richiede una notevole capacità critica per la lettura e la comprensione.
film nel quale la tesi e/o i contenuti etico-culturali comportano riserve per la loro ambiguità.
film nel quale le espressioni verbali, le immagini e/o le
situazioni comportano riserve morali.
film nel quale i contenuti etico-culturali proposti sono in
netto contrasto con la dignità umana e/o pervertitori della
coscienza cristiana.
film nel quale la materia è trattata in modo grandemente
sconveniente (osceno, sadico, pronografico, degradante).
Indicazione della qualità
L’indicazione di qualità rientra nel compito di azione promozionale verso i film migliori
e di orientamento ai recettori per evitare i “sottoprodotti”. La qualità di questi film è
indicata con uno o più asterischi.
NORME DISCIPLINARI PER LE SALE COMUNQUE DIPENDENTI
DALLA AUTORITÀ ECCLESIASTICA
1. – Attività ordinaria della Sala. Si precisa che:
a) i film classificati “INACCETTABILI” siano esclusi dalla programmazione.
b) per i film classificati “DISCUTIBILI” la programmazione è condizionata al giudizio
di utilizzazione di un Organismo a ciò abilitato dall’Ordinario; si suggerisce in ogni caso
la distribuzione agli spettatori di una scheda informativa e valutativa. La Commissione
Nazionale per la Valutazione dei Film potrà, per le diocesi o le regioni che lo richiedono,
dare motivati suggerimenti sulla utilizzazione nelle sale comunque dipendenti dalla autorità Ecclesiastica dei film classificati “discutibili”.
2. – Attività culturale nella Sala. Si precisa che:
a) i film “DISCUTIBILI” sono utilizzabili a giudizio del Responsabile della Sala, tenendo
conto prudentemente anche dell’età e della maturità culturale dei Partecipanti.
b) Spetta invece all’Organismo a ciò abilitato dall’Ordinario giudicare quali film classificati “INACCETTABILI” possono essere utilizzati in particolari circostanze, in sede di
ricerca o di confronto culturale, tenuto conto del contesto locale.
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Regia: Nikita Mikhalkov
Interpreti: Nikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash,
Aleksei Petrenko, Valentin Gaft, Yuri Stoyanov, Mikhail Yefremov,
Sergei Gazarov, Aleksandr Adabashyan, Viktor Verzhbitsky, Aleksei
Gorbunov, Roman Madyanov, Sergei Artsybashev.
Genere: Drammatico - Anno di uscita: 2008 - Orig.: Russia (2007)
- Sogg.: ispirato alla sceneggiatura dell film “La parola ai giurati”
di Sidney Lumet (1957) scritta da Reginald Rose - Scenegg.: Nikita
Mikhalkov, Vladimir Moiseyenko, Aleksandr Novototsky - Fotogr.:
(Scope/a colori): Vladislav Opelyants - Mus.: Eduard Artemyev Montagg.: Ilya Churinov - Dur.: 153’ - Produz.: Nikita Mikhalkov,
Leonid Vereschagin - Distribuzione: 01 Distribution.
Soggetto: In una palestra adattata ad aula di tribunale, dodici persone,
si costituiscono in giuria per stabilire la colpevolezza o meno di un
giovane ceceno accusato di aver ucciso il padre adottivo, un ufficiale
dell’esercito russo. All’inizio sembra prevalere l’orientamento di
colpevolezza. Poi, a poco a poco, la situazione, si modifica.
Valutazione Pastorale: Lo spunto, teatrale, è lo stesso al quale si è
ispirato nel 1957 il giovane Sidney Lumet per la sua opera prima.
Quel film era “La parola ai giurati” (“12 Angry Men”, nell’originale),
protagonista un lucidissimo Henry Fonda. Eccoli di nuovo, ora, quei
dodici, chiusi questa volta nella palestra di una scuola abbastanza
malandata, fuori ci sono la Russia e la Cecenia a urlare una bruciante
attualità. Il percorso è lo stesso: si parte con una situazione di undici
colpevolisti e un innocentista, e si finisce con l’assoluzione del giovane.
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In mezzo un lungo, tormentato percorso di riconoscimento di se stessi e
dell’altro, una sorta di espiazione verso condanne già scritte. Mikhalkov
regista descrive con la consueta robustezza di stile le varie fasi che
portano al ribaltamento della sentenza. Se come attore si tiene un po’ in
disparte, lascia però troppo spazio ai monologhi dei vari giurati: sono
passaggi dai tempi esasperati e stancanti. L’attualizzazione con i flashback in Cecenia è conseguente. Intorno a quel tavolone sperso nella
grande palestra si agitano gli spettri e le speranze della Russia di oggi
e di domani.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e,
più utilmente, da riproporre in occasioni mirate per coglierne tutte le
suggestioni e le sfumature, realistiche e simboliche. Qualche attenzione
è da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di
VHS e DVD.
Giudizio: Accettabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Conflitti etnici; Giustizia; Guerra; Libertà; Rapporto tra
culture.
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Regia: Robert Luketic
Interpreti: Jim Sturgess (Ben Campbell), Kate Bosworth (Jill Taylor),
Kevin Spacey (Micky Rosa), Laurence Fishburne (Cole Williams),
Aaron Yoo (Choi), Jacob Pitts (Fisher), Liza Lapira (Kianna), Josh Gad
(Miles Connoly), Spencer Garrett (Stemple), Jack McGee (Terry).
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Genere: Commedia - Anno di uscita: 2008 - Orig.: Stati Uniti
(2008) - Sogg.: tratto dal romanzo “Blackjack Club” di Ben Mezrich
- Scenegg.: Peter Steinfeld, Allan Loeb - Fotogr.: (Scope/a colori):
Russell Carpenter - Mus.: David Sardy - Montagg.: Elliot Graham Dur.: 125’ - Produz.: Dana Brunetti, Michael De Luca, Kevin Spacey
- Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia.
Soggetto: Spinti da Micky Rosa, il loro professore di matematica,
alcuni talentuosi studenti del MIT arrivano a Las Vegas, applicano
formule scientifiche al Black Jack e sbancano molti tavoli da gioco. Le
grosse somme vinte con relativa facilità inducono Ben, uno dei ragazzi,
a decidere di restare in città per vincere i soldi di cui ha bisogno, ma
anche per divertirsi con Jill, una giovane conosciuta sul posto. Il casinò
si accorge della truffa e la situazione si complica. Ben inizia a rischiare
sempre di più e comincia a alternare a grandi vincite, perdite clamorose
e infine sceglie di farsi assegnare una più sicura borsa di studio.
Valutazione Pastorale: La storia è ben congegnata, il copione si muove
con equilibrio tra la descrizione dei demoni ammalianti del gioco, le
seduzioni di Las Vegas, la voglia di recuperare le vecchie amicizie e
percorrere una strada meno aleatoria. Anche il professore senza scrupoli
rappresenta una figura tipica ma ben sfaccettata tra finta disinvoltura,
cinismo e voglia di affermare il valore dello studio. Le atmosfere sono
certamente molto ‘americane’, ma qualche avvertimento arriva al
punto giusto, e il gioco è messo bene in vista nei suoi risvolti negativi
e truffaldini. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come
accettabile, e nell’insieme problematico.
Utilizzazione: il film può essere usato in programmazione ordinaria.
Qualche attenzione è da tenere per i più piccoli in vista di passaggi
televisivi o di uso di VHS e DVD.
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