Novembre 2005 - Istituto Tecnico Commerciale
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Novembre 2005 - Istituto Tecnico Commerciale
mensile di informazione e cultura - a cura dell’ITC Luigi di Savoia duca degli Abruzzi numero 1 anno VI novembre 2005 per fortuna non siamo tutti uguali TUTTI INSIEME AL “BURATTI” A SCUOLA DI VOLONTARIATO E’ stato il giorno del ritrovo. Dopo un mese e anche più dal ritorno da Francia, Grecia, Germania, Estonia e Ungheria, 61 ragazzi dai Rieti, Poggio Mirteto, Orte e Viterbo, si sono incontrati di nuovo dopo essere ritornati alla realtà di tutti i giorni. Tutti insieme nell’aula magna del liceo classico Buratti dove è iniziata la presentazione della giornata, con i ringraziamenti di Alexandra Lalli, l’organizzatrice del progetto. Ma ad impossessarsi della scena sono stati subito i ragazzi. Di ogni gruppo sono state scelte studenti che hanno spiegato la loro esperienza. Tutto liscio per i gruppi della Francia e della Grecia che avendo tutor efficientissimi, hanno potuto trascorrere un mese da favola. Storia diversa invece, per gli studenti “ospitati” in Germania, Estonia e Ungheria. Per la Germania il problema è stato soprattutto relativo all’igiene: il bagno era fuori degli alloggi ed era unico per tutti i ragazzi. Per l’Estonia è stato molto più serio. I ragazzi hanno vissuto in piccole case in mezzo ai boschi e il loro lavoro consisteva nello spaccare la legna ed accatastarla. È stato molto duro per loro ma hanno comunque vissuto un’esperienza diversa. Altro problema per l’Ungheria dove i ragazzi sono stati tutto il mese senza tutor. Ma dopo tante chiacchiere sono stati proiettati i filmati girati nei cinque paesi. L’emozione è stata forte per tutti. Questa esperienza è stata maestra di vita: alle prese ogni giorno con la cucina, la pulizia delle stanze, il bucato. Un mese lontano da casa è una cosa importante. Ti insegna a vivere diversamente, a spendere il denaro ragionando, a capire che non si può fare sempre tardi la sera perché la mattina bisogna lavorare. In nome dell’Europa. S. M. La Casa del Volontariato di Rieti si è ritrovava in piazza Battisti con SolidaRieti 2005, il terzo meeting provinciale del volontariato e della solidarietà. Protagoniste delle manifestazioni sono state le associazioni che hanno organizzato discussioni su tematiche attuali quali l’immigrazione, l’integrazione culturale, la protezione civile, ma anche attività di intrattenimento. Tra i presenti erano presenti la sezione Avis provinciale, il consultorio familiare sabino, l’Arfph Onlus, la Croce Rossa Italiana, la Protezione civile. La prima giornata è stata caratterizzata dal convegno “Scuola e volontariato” dedicata a insegnanti, ragazzi ed associazioni di volontariato intervenuti con personaggi autorevoli che hanno cercato, dialogando con gli studenti, di avvicinarli al mondo del volontariato, ancora sconosciuto ai più. I centri di servizio per il volontariato del Lazio promuovono azioni mirate a diffondere la conoscenza e la pratica del volontariato attivo e la cultura della solidarietà attraverso la promozione del volontariato tra i giovani, la promozione delle reti tematiche locali ed europee, l’organizzazione di manifestazioni, il servizio civile. Il coinvolgimento delle scuole è stato rilevante nella convinzione che esse possano e debbano individuare forme nuove di ampliamento della cultura, ponendosi in un atteggiamento di attenzione ai problemi che emergono nel nostro mondo. Sono poi i giovani a doversi adoperare affinché possa nascere una nuova educazione alla solidarietà. Tamara Smordoni Sara Mei Resoconto di un mese fuori da casa ONOREVOLI PER UN GIORNO Questo mese come succede ogni anno a Montecitorio si sono svolte le due giornate di formazione dedicate alla scuola. Con le insegnanti Selli e Leonardi, responsabili del progetto, le classi 5A e 5C sino sono trovate alla Camera dei Deputati. Visita speciale alla biblioteca della Camera, la terza per ricchezza libraria in Italia, distribuita su due palazzi realizzati a distanza di tempo negli anni, che dispone di 44 chilometri di scaffali e di oltre un milione di volumi, tra italiani e stranieri. Quindi è stata la volta del Palazzo di Montecitorio, perpetua espressione, nella grandiosità e nel fasto delle sue sale, della storia d’Italia. Per gli studenti anche la possibilità di un faccia a faccia con alcuni deputati. In par- ticolare, ai rappresentanti della provincia di Rieti sono stati chiesti pareri sulle problematiche del territorio, inerenti soprattutto al futuro delle vie di comunicazione, dell’economia e dell’università reatina, mentre in sede di riunione della Commissione Giustizia è stato possibile dibattere sulla famiglia di Fatto, con il presidente Pecorella e con gli onorevoli Pisapia e Rivolta, mentre in aula si discuteva sulla legge Cirielli conosciuta anche come Salva Previti. Un’esperienza edificante che ha permesso di vivere in prima persona quel mondo che si studia sui libri di diritto o che si vede in tv. Beatrice Baldi I NUOVI POVERI La Caritas è l’organismo pastorale costituito al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione a quest’ultimo tema e con prevalente funzione pedagogica. Accanto alle vecchie povertà (quelle economiche oppure legate all’analfabetismo), ci sono oggi nuove povertà generate dalla non risposta ai bisogni relazionali a causa di solitudine, abbandono, trascuranza, dimenticanza. E’ il caso degli anziani, di immigrati, minori e adolescenti, delle famiglie monoparentali. Povertà generata dal non senso, dal non aver dato un significato alla propria e all’altrui vita ed in questo rientrano droga, alcol, bulimie, anoressia, eccessi di velocità. Queste povertà nascondono vuoti 2 relazionali, una realtà affettiva insufficiente, addirittura inesistente, una mancanza di riferimenti certi per affrontare la vita quotidiana sia negli aspetti concreti sia in quelli emotivi e relazionali. Rispondere al bisogno d’appartenenza vuol dire offrire la possibilità di sentirsi parte di una comunità o almeno sentirsi “tenuti” da qualcuno che accetta di entrare in relazione con noi. La Caritas opera tenendo conto del territorio e della popolazione, dell’ambiente di vita delle persone, delle famiglie e delle comunità, usando la retta dei servizi (sociali, sanitari, per gli impieghi penitenziari scolastici. Romina Rotili Giulia Caselli Giulia Tiberti STRAMPELLI E PARONIANA, RICCHEZZE CULTURALI DA RISCOPRIRE. È stato presentato in anteprima nazionale alle scuole superiori il film “Nazzareno Strampelli e il grano. Segreti di una storia millenaria” di Giancarlo Baudena. Alla prima hanno partecipato le classi IC e VB dell’Istituto Tecnico Commerciale con i professori Felice Paniconi e Stefania Patacchiola. Nel lungometraggio si ripercorre la vita del noto agronomo e genetista e delle sue ricerche. Il tema principale della pellicola è in effetti il grano nelle sue varie specie e soprattutto visto come rimedio per l’umanità intera. Nel film viene inoltre presentata la vita scolastica dell’agronomo che iniziò con gli studi classici e terminò con la laurea in Agraria conseguita a Pisa. Si trasferisce a Rieti dove inizia la sperimentazione sui grani. Istituisce la Cattedra ambulante di Granicoltura nel 1903, poi trasformata in Stazione sperimentale nel 1909 con altre strutture. Grazie alla moglie Carlotta riscoprì le leggi di Mendel in modo non solo empirico. Ottenne così i nuovi frumenti che chiamò “Carlotta Strampelli”, dedicandolo alla sua compagna di vita, “Apuleia”, “Gargano”, “Danno”, “Mendel” i quali nacquero incrociando il grano italiano con quello giapponese, creando così un nuovo tipo di frumento che prese il nome di “Ardito”. Quest’ultimo fu creato durante il periodo fascista e fu il primo frumento precoce di alta produttività. Grazie a Strampelli, oggi Rieti è terra del grano: infatti furono creati i frumenti che progressivamente monopolizzarono la cerealicoltura nazionale e incisero fortemente su quella mondiale. ma la giornata è proseguita anche con una visita alla biblioteca comunale Paro- niana.Prende il nome dal Vescovo Paroni che donò i suoi libri antichi arricchendo la Sezione Antica di un patrimonio inestimabile. Nella biblioteca gli alunni hanno potuto toccare con mano gli antichi nonché rarissimi manoscritti del XV secolo. Grazie alla responsabile della biblioteca Gabriella Gianni che ha spiegato come vengono catalogati i libri, abbiamo visto le sezioni: moderna, antica, locale, ragazzi e l’emeroteca. Utilizzando la tecnologia Ccd (Classificazione Decimale Dewery) è possibile ricercare un libro anche rimanendo a casa con l’ausilio del sito internet della biblioteca (www.comune.rieti.it), con il quale abbiamo la possibilità di richiederlo in prestito ad un’altra biblioteca. Marco Matteocci SOS DIPENDENZA, ARRIVA IL SERT Intervista a Stefano Margaritelli Abbiamo intervistato il dottor Stefano Margaritelli responsabile del Sert di Rieti per saperne di più su questo centro che accoglie persone con problemi di droga e alcool, di dipendenze di ogni genere. Innanzitutto che cos’è il Sert? Il Sert nasce nel 1978 e ha lo scopo di prestare soccorso e terapia ai soggetti dipendenti da droghe, alcool, alimentazione, pulsioni comportamentali, ad esempio quelle sessuali o quelle legate all’uso del computer. Fa un’attività di prevenzione e di reinserimento sociale. Può curare anche la dipendenza dallo shopping? Questa non può essere definita una dipendenza vera e propria, è più uno stile di comportamento provocato dalla necessità di sopperire a carenze affettive o a depressione. Questo servizio ha avuto input dal notevole aumento della quantità di utenti? No. Non c’è una relazione tra crescita del problema e crescita del personale impegnato, anche perchè il limite di Maastricht del 3 per cento impone delle spese massime di investimento sulla sanità e la maggior parte di questi fondi vanno agli ospedali. Solo una parte modesta è distolta per i centri e le attività che svolgiamo noi. Come funziona? Si può presentare chiunque abbia problemi di dipendenza e ha il diritto all’anonimato. Viene accolto da un’équipe e viene fatta una diagnosi tramite medici, assistenti sociali, psicologi e dopo si passa al programma terapeutico che è diverso per ogni persona. Quali sono le attività parallele a questa? Per le droghe c’è la comunità di recupero, nella quale i pazienti sono ricoverati 24 ore su 24 per un periodo di tempo generalmente lungo. Poi tra Sert, che fa attività di ambulatorio, e la comunità, un ruolo intermedio è svolto dal centro diurno, un centro ad attività terapeutica dove i pazienti vengono accolti dalle 8 alle 18 . E’ sempre Sert ed è uno strumento utile al recupero, dove il paziente viene trattato localmente . Il disagio familiare è il movente che spinge i giovani a fare uso di droghe e alcool? Sì, ogni famiglia può provocare problematiche diverse prodotte da troppe aspettative, da eccessive premure o, all’opposto, da indifferenza, da mancanza di fiducia o di dialogo. Queste situazioni bloccano lo sviluppo della personalità di un ragazzo e fanno nascere problematiche delle quali i genitori prendono atto sempre troppo tardi. Ora ci dia qualche dato Non mi è possibile dare statistiche, ma posso dire che negli ultimi tempi l’età media del contatto con alcool e hashish è di 13-14 anni. E’ diventato un problema sociale non più sanitario e ognuno deve portare il suo contributo per combattere questo fenomeno. La famiglia stessa dovrebbe collaborare, e non, come avviene spesso, delegare a noi medici la risoluzione dei problemi dei figli. Poi la riabilitazione richiede tempi lunghi e sono indispensabili la cooperazione della famiglia, la stima e la fiducia reciproca tra paziente e servizio, ma soprattutto è fondamentale la volontà del dipendente di uscire dal problema. Cosa ne pensa di come i mass-media trattano l’argomento? In televisione spesso c’è volontà di dire o di fare qualcosa, ma i concetti dibattuti non vengono sufficientemente approfonditi. Troppo spesso le discussioni si risolvono in scontri tendenti ad imporre una posizione ideologica su un’altra contrapposta. Anche internet non è una fonte molto attendibile. C’è un corso di studi specifico per fare il suo lavoro? No, non ci sono corsi di studio neanche lauree specialistiche, si impara tutto sul campo. Simona Paone Alessandra De Angelis 3 EROINA, COCAINA E PASTICCHE: SONO NON FIGHI SEMPLICEMENTE “FATTI” ROCK, MA SENZA LA DROGA A Vazia è stata conclusa Sipario, un’importante operazione dalla Squadra mobile reatina. Il Mirino era lì, ad assistere alla conferenza stampa e alla sconcertante notizia che ha coinvolto giovanissimi come noi. In Questura centinaia di banconote di vario taglio, “tocchi” di cocaina, bilancieri ed altri “arnesi” del mestiere. Dall’operazione sono scaturite otto ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone coinvolte nello spaccio. Una operazione iniziata già ad aprile di quest’anno, ma conclusa solo alla fine di ottobre con quasi cinquanta perquisizioni domiciliari che hanno richiesto la collaborazione di cento agenti di polizia di Rieti, Viterbo, Latina e Roma e l’ausilio delle unità cinofile. Tra intercettazioni telefoniche, pedinamenti e videosorveglianze si è risaliti ad individuare ben due rami di spacciatori che operavano anche sulla città. I due filoni si rifornivano in diverse zone tra cui Napoli e Viterbo dove proprio l’estate scorsa è stato arrestato un ragazzo di ventidue anni. In questa operazione di polizia sono rimaste coinvolte persone giovanissime di età compresa tra i diciotto e i ventiquattro anni. Tra questi anche un cinquantacinquenne e un trentasettenne. Gli addetti ai lavori hanno spiegato che i proventi ottenuti da una settimana di spaccio potevano arrivare anche a 7.000 euro. Sipario ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di cocaina e di hashish, di bilancini di precisione e di altro materiale che sarebbe servito a vendere e consumare la droga. Una operazione che rinnova l’occasione per riflettere su quanto è accaduto e su quanto sta accadendo intorno a noi, nella nostra realtà. 4 A questo proposito viene spontaneo chiedersi se davvero Rieti sia ancora la città tranquilla di cui spesso ci riempiamo la bocca. Oppure Rieti non è mai stata una città tranquilla? Da sempre la droga, per la gente comune continua ad essere considerata soltanto e soprattutto l’eroina; il drogato fino a qualche tempo fa è stato l’eroinomane. Oggi è anche chi fa uso di cocaina, quella che fino a qualche anno fa era ritenuta la droga dei ricchi. Se torniamo ancora indietro nel tempo anche i derivati della canapa, nell’opinione comune, erano considerati “droga”. Oggi la soglia di tolleranza per le droghe sembra essersi alzata. Moltissimi giovani danno all’utilizzo della “canna” lo stesso significato che i loro nonni e molti loro genitori davano all’utilizzo delle sigarette. Qualche genitore si dispera se scopre il figlio a fumare lo spinello e spera che non venga mai a contatto con l’eroina: è convinto, in buona fede che, se gli amici sono “bravi ragazzi”, non ci saranno pericoli in questo senso. Ma è una convinzione sbagliata. A molti non sarà sfuggito come i tradizionali luoghi di ritrovo e scambio dei tossicomani stiano apparentemente scomparendo. Ma non dobbiamo essere tratti in inganno. Il “fenomeno” droga a Rieti non sta scomparendo. Sta semplicemente diventando meno visibile. Sembra di capire che droghe vecchie e nuove sono, insomma, assolutamente disponibili e sono alla portata di tutti. Allora dobbiamo tutti insieme ragionare sul fatto che esistono rischi elevati legati all’uso delle sostanze stupefacenti e ci sono problemi di dipendenza dalla droga. Con l’operazione “Sipario” è stato confermato, se mai ce ne fosse bisogno, che anche da noi la cocaina comincia a “girare” in modo preoccupante e soprattutto chi la usa è assolutamente convinto di poterla controllare ritenendo che le droghe pericolose siano altre. L’uso di droga avviene assecondando determinati meccanismi. Immaginiamo un triangolo che abbia ad un vertice la chimica, la farmacologia; in un altro vertice l’individuo e la sua storia personale e nell’ultimo vertice l’ambiente, il contesto e le persone che si frequentano. Se pensiamo che l’effetto di una sostanza è dato dalla interazione di questi tre fattori allora sono importantissimi la prevenzione, rimuovendo le cause esistenziali, familiari, relazionali che inducono allo sballo, e l’informazione sugli esiti inevitabili che certi usi producono nell’organismo, senza più il controllo della volontà. Sonia De Santis Un tizio mi ha proposto “ROBA MESSICANA”. E questo mi ha sconvolto. Gli ho detto di no. Sono contrario e soprattutto non ho nessun motivo per farne uso. Nessun problema mi ha mai spinto ad “provare” qualsiasi droga. Conosco quelli che si fanno gli spinelli. E mi domando perché lo fanno, cosa gli manca. Cerco di darmi una spiegazione e non mi sembra abbiano problemi, eppoi non li ho mai visti depressi o tristi. Forse perché hanno troppo e non si accontentano. Io sono un ragazzo che non ha intenzione di usare tutto ciò che possa danneggiarmi e di conseguenza emarginarmi dalla società. Se farsi gli spinelli, li fa sentire grandi e maturi, bè si sbagliano, perché in realtà in questo modo appaiono piccoli e immaturi. Quando sento in tv parlare di droga, di giovani morti per overdose, mi rattristo. E penso <In che mondo vivo?>. La droga può essere Rock, ma chi la usa è Lento. Ma anche chi sa scegliere è Rock. Vincenzo Galasso SE LI VEDO LI DENUNCIO Sulla droga il punto di vista dei giovani Viene scovato un traffico illecito di stupefacenti: cinque dei principali spacciatori sono ragazzi tra i 18 e i 22 anni, giovanissimi ed insospettabili, ma colpevoli di aver violato la legge e, soprattutto, di aver contribuito al diffondersi di paradisi artificiali che si rivelano poi veri e propri “inferni”. E così, la “droga dei ricchi”, la cocaina, scende dagli yacht ed esce dalle ville, per raggiungere le strade e i bar di piccole città, in apparenza tanto tranquille e pulite. Ma come reagiscono i giovani alla notizia che loro coetanei siano stati arrestati per questo reato? Ci si stupisce ancora o si reagisce con l’atteggiamento di chi assiste ad un gesto quasi quotidiano, di chi è conscio della diffusione di tale realtà tra i ragazzi? Lo abbiamo chiesto proprio a loro. Alcuni tuoi coetanei sono stati arrestati, proprio a Rieti, per spaccio di droga. Cosa ne pensi? Tamara, 18 anni: «Conosco la notizia e, ad esser sincera, sapevo dell’esistenza di questi traffici già da un po’, ma non credevo che il fenomeno fosse così diffuso. Ciò mi porta ad aver paura, soprattutto per le generazioni future, perché, se oggi si è arrivati a tanto, domani cosa succederà? Temo che sia inutile sperare in un miglioramento» Quanto sono diffusi gli stupefacenti negli ambienti che frequenti? Luana, 17 anni: «Tantissimo, e si diffondono sempre di più>. Ti è mai capitato di assistere allo spaccio di droga? È sempre Tamara: «No fortunatamente e spero di non vederlo mai: lo troverei uno spettacolo piuttosto triste e sono sicura che non esiterei a chiamare le forze dell’ordine.» All’uso di queste sostanze si attribuiscono diverse cause. Perché, secondo te, i giovani assumono stupefacenti? Luana: «I motivi sono due: o l’insoddisfazione e il non accontentarsi della discoteca e degli altri divertimenti usuali, che spingono alla ricerca di piaceri sfrenati, o la possibilità di fuggire dai problemi della vita. Non si considera, però, la delusione che segue, finito l’effetto della sostanza: i problemi, anziché risolti, sono aumentati. Ciò può portare alla depressione e alla distruzione del proprio io. Ma, in genere, quando si è ragazzi, è più difficile affrontare la vita, si è spesso immaturi ed irresponsabili, e la droga sembra la strada più facile e giusta da seguire.» Tamara: <Per me la causa di tutto sta nel fatto che si ha troppo: in quanto a soldi, libertà, facilitazioni. Ma questo non porta appagamento: al massimo si può essere soddisfatti di ciò che si ha, ma non di se stessi. Così, si prova qualcosa in più, quando ormai è stato provato tutto, che possa far scoprire una realtà diversa da quella che si vive quotidianamente, ma anch’essa si rivela deludente.» Quello che dice Tamara è vero: la droga può costituire, per chi ne fa uso, l’occasione di liberarsi della realtà e di rifugiarsi in un mondo fittizio, dove i problemi della vita quotidiana possano essere dimenticati e non ci si senta più parte di una società alle cui regole è difficile attenersi, perché richiedono l’omologazione a determinati standard di vita, che non tutti, specialmente i giovani, la cui personalità deve ancora trovare il giusto orientamento, riescono ad accettare. Ma scappare dai problemi non è certo una soluzione: non porta ad una realtà migliore, ma soltanto ad una precaria e falsa felicità che degenera, poi, nell’alienazione del drogato e nella sua sofferenza. È questo ciò che vuole la nuova generazione? Vanessa Fatucci VOGLIO DIVENTARE UN VERO UOMO Intervista a don Paolo Blasetti della Comunità Emmanuel Forse a causa della cronaca cittadina più recente, il tema della tossicodipendenza è tornato di attualità. Abbiamo visitato la Comunità Emmanuel di Rieti: un centro nato 15 anni fa che dipende dalla comunità di Lecce fondata da un padre gesuita, Mario Marafioti e da Enrica Fuortes, una laica impegnata nel sociale. La comunità è finanziata dalle rette della Asl e dalla bontà dei cittadini, mentre il Ministero di Grazia e Giustizia provvede per i detenuti ospitati nel centro. Al centro di Rieti ci ha accolto don Paolo Blasetti. Qual è la fascia d’età delle persone che entrano nel vostro centro? Questo è un centro che accoglie solo maggiorenni. Entrano persone dai 18 ai 46 anni Qual è la terapia che seguono per uscire dalla dipendenza? Il cammino di ventiquattro mesi si divide in quattro fasi: la prima comprende la preaccoglienza in cui gli operatori fissano regole ben precise, come orari e cura di se stessi. Poi c’è l’accoglienza in cui i ragazzi devono imparare a conoscersi e a prendere atto delle problematiche, per lo più familiari che li hanno portati alla droga. La fase chiamata terapia comporta un lavoro su se stessi attraverso operatori, libri e gruppi di automutuo aiuto. Infine si diventa anziani, cioè persone che hanno terminato parte del cammino e aiutano gli ultimi entrati Con quale attività riempiono la giornata? Nella mattinata si dedicano a lavori manuali e all’allevamento di animali domestici mentre nel pomeriggio dopo lo sport, obbligatorio per tutti, svolgono attività di gruppo con gli operatori. Una delle attività più sentite è quella del riproponimento dove la sera raccontano e commentano la giornata di ognuno. Una volta a settimana incontrano una psicologa Quanti di loro realmente si disintossicano? Purtroppo c’è una percentuale forte di ricaduta. Una delle cause maggiori è la scarsa collaborazione delle famiglie che non riescono ad accettare fino in fondo i disagi dei propri figli e collaborano poco con gli educatori delle comunità Dove trovano i ragazzi il coraggio per superare i momenti più difficili? Appena entrati in comunità trovano un clima di solidarietà e disponibilità, vengono molto assistiti dagli operatori fino quando non hanno la forza necessaria per darsi coraggio da soli, loro devono essere i primi a credere in se stessi Se una persona vuole fare volontariato all’interno del centro, cosa deve fare? Non bisogna avere requisiti di base. Dipende dalle capacità e dalle disponibilità delle persone e anche dall’esigenza che ha il centro In quale aspetto vorrebbe migliorare il centro? Attualmente sono molto soddisfatto del centro. Mi trovo molto bene con questa equipe, forse aumenterei le attività lavorative C’è stata una ragione particolare che l’ha motivato ad aiutare questi ragazzi? Ci sono stati una serie di eventi che mi hanno portato verso questa strada. Non credo però che siano del tutto casuali, facciamo parte di un disegno di vita molto più grande di noi C’è stata mai qualche persona che l’ha particolarmente colpita? Ognuno di loro ha qualcosa di particolare che lo rende unico ed è molto facile affezionarsi a tutti. Anche i ragazzi sono stati molto disponibili e hanno risposto con gentilezza a una domanda che credevamo fosse disagevole. Qual è la motivazione che ti spinge ad entrare in questa comunità? Antonio Per vedere se poteva essere il posto giusto per scoprire il mio vero io Marco È da tre anni che sono in questa comunità. Prima ero in carcere e parlando con un assistente sociale mi sono convinto a iniziare questo percorso Salvatore Mi ero accorto di essere nella situazione sbagliata e ora voglio diventare un vero uomo Mauro Tre anni fa mia madre in punto di morte mi ha implorato di cambiare vita Andrea Ero stufo di vivere per la strada e di essere giudicato dalla gente Francesco Ero preda della disperazione Filippo Per cambiare vita. Come lui anche Cosimo, Fernando e Giammarco. Federica D’Ippolito Barbara Mazzetti 5 ANTICHI VALORI ADDIO MEGLIO LO STILE GRANDE FRATELLO Tanta tv e scarso interesse per la politica: i giovani visti dall’Eurisko 6 Da una ricerca dell’Istituto di ricerca Eurisko, su un campione di giovani italiani di età compresa dai 14 ai 19 anni, è emerso che gli antichi valori sono crollati. Il dato più significativo è il valore dell’amicizia, favorito alla politica, ad un posto di lavoro nonché alla salute. Indubbiamente, qualche anno fa, i valori erano totalmente differenti. Basti pensare al nostro albero genealogico per trovare un abisso. Ma cosa altera questi valori? Le cause principali sono sicuramente l’introduzione smisurata dei mass-media che la società moderna è destinata nel corso degli anni a far aumentare ulteriormente, e alla globalizzazione, fenomeno ormai inevitabile. Nel mondo, almeno nei paesi industrializzati, si consumano gli stessi prodotti, si vedono gli stessi film, si beve la cocacola e ci si connette alla grande rete mondiale, Internet. Grazie a quest’ultimo e a speciali programmi sul personal computer, i cosiddetti instant-messenger, si ha la possibilità di vedersi, condividere file e giocare on line: è nato un nuovo modo di conoscersi e di fare nuove amicizie. Ma cos’è che spaventa i giovani a non interessarsi alla politica? Un disinteresse così elevato potrebbe essere causato dalla cattiva impressione, o da comportamenti approfittatori nei quali alcuni politici incorrono. Inoltre, per entrare in politica c’è bisogno di tanta esperienza e di studi come dimostrato dalla media degli anni posseduti dai politici stessi. Ma i giovani non desiderano perdere questo tempo. C’è la tv che permette a chiunque abbia un minimo di raccomandazione, di partecipare a programmi e guadagnare soldi facilmente rispetto a qualsiasi altro lavoro. Si parte dalla carriera calcistica per arrivare sempre più in basso ai tanto di moda reality game, nei quali i ragazzi vedono i propri coetanei avere successo solamente superando prove demenziali per far aumentare lo share degli ascolti. Proprio questo rispecchiarsi nei “ragazziii” del Grande Fratello, dove l’apparire è d’obbligo, ha fatto sì che non si pensi più all’impegno sociale ma solamente all’Io. Tutti i “nuovi“ giovani, non aspirano più a diventare né poeti né scienziati ma si soffermano a guardare il calciatore più bravo, l’attore più espressivo, il vincitore dell’ultimissimo reality o la top model più famosa. Questo porterà nel tempo a creare un mondo di illusi e di illusionisti che finirà per plagiare le menti fresche e a realizzare loschi guadagni a pochi per la sfortuna di tanti altri. Marco Matteocci O LA TECNOLOGIA mi sento tecnologico RUBRICA A CURA DI MARCO MATTEOCCI kman del TERZO MILLENNIO RUBRICA A CURA DI MARCO MATTEOCCI PSP: il walkman del TERZO MILLENNIO uistabile nei negozi la PlayStation Portable, ovvero la prima console portatile realizzata dalla Sony. Film, musica, videogiochi, del ventunesimo secolo. Al contrario del fallimentare esperimento portato avanti da Sony con la Psx (la console desktop opa), Psp (acronimo di PlayStation Portable) sembra però essere nata sotto i migliori auspici, introducendo alcune innovazioni i anni fa erano estranee al mondo videoludico. Linee sinuose chiuse in un elegante chassis cromato in nero o nella nuovissima anno il benvenuto a quella che sembra a prima vista l'ultima diavoleria di Star Wars, più che una console portatile tradizionale, d da 4,3 pollici di diametro che attende di trasportare il giocatore avanti nel tempo. Accesa la console si inizia a navigare nella te in Psx e riproposta anche in versione portatile. Scorrendo i menù ci si trova di fronte con immenso piacere ad alcune sole precedenti. Oltre a fornire le tanto pubblicizzate funzionalità multimediali, infatti, come quelle di guardare film su Umd, il sa giapponese, o di ascoltare Mp3 su Memory Stick Duo, Sony ha inventato la possibilità di scambiare elementi anche tra giochi nsole in WiFi: è il cosiddetto Game Sharing. ollo WiFi Infrastructure con le possibilità delle Memory Stick consentirà anche il gioco online su console portatile. D'altra parte, ione Usb con il proprio pc consente in alcuni titoli, come ad esempio in Wipeout Pure, di scaricare dalla rete elementi aggiuntivi e la longevità del gioco. tà "extra" permesse dal gioiello Sony diventano però ben poca cosa quando a prendere la scena, o meglio lo schermo, sono i veri Presentata dalla stessa Sony come una PlayStation con qualcosa in più, Psp va al dì sopra di ogni rosea aspettativa, dimostrando on macchine come il Dreamcast e pagando, rispetto alla sorella maggiore PlayStation 2, un gap tecnico davvero esiguo. L'ottimo la casa giapponese è apprezzabile appieno per merito soprattutto dell'imponente Lcd che campeggia al centro della console. una brillantezza pressoché sconosciuta nel mondo delle console portatili, con una resa dei colori tale da gestire senza troppi on la stessa pulizia e nitidezza di un televisore al plasma. Le specifiche tecniche di tutto riguardo e il continuo accesso al lettore sso in modo drammatico la durata delle batterie, anche con giochi graficamente massicci, con tranquillità di giocare per quattro Value Pack troviamo una batteria, una Memory Stick Duo da 32 Mb, custodia, cuffie con comando a distanza, cinghia da r le console europee anche un demo Umd grazie al quale possiamo provare alcune demo e aggiornare il sistema alla versione 2.0. Marco Matteocci Caratteristica Peso e dimensioni Durata della batteria Look Grafica Sonoro Controlli/Interfaccia Multiplayer Potenziale Prezzo Giudizio complessivo Descrizione Non c'è niente di meglio di un leggero sistema multimediale che può essere tenuto in mano... anche se è un po' troppo grosso per essere messo in tasca. Il vero tallone d'Achille della PSP. Dopo aver visto un intero film, probabilmente comparirà l'avviso di batteria bassa. E' consigliabile ricaricarla dopo ogni utilizzo. La classica descrizione da annuncio per cuori solitari: snella, curve nei punti giusti, elegante. Il widescreen aumenta ancora di più la qualità già notevole delle immagini, sia quando si gioca, sia quando si vede un film Gli altoparlanti stereo integrati offrono audio di qualità. La cuffia inclusa non è solo bella da vedere, ma riproduce molto bene anche i suoni. Lo stick fa la differenza, grazie allutilizzo del joystick analogico, ma la disposizione dei pulsanti sembra un po' troppo ravvicinata. La navigazione dell'interfaccia, d'altra parte, è molto piacevole. La maggior parte dei titoli per PSP sono ancora più divertenti quando giocati su Wi-Fi. Nessun rallentamento e una connessione affidabile garantiscono grande divertimento. La versione di firmware della PSP europea consente da subito l'uso come browser Web. Cè la possibilità di usare questa console persino come PDA o sistema multimediale integrato grazie allutilizzo degli homebrews e del downgrade,(vedi il sito: www.pspita.com). A 249 euro, questo oggetto non è a buon mercato. Mettendo insieme i costi dei titoli, questo sistema è certamente dedicato a chi non ha problemi di budget. Se potete permettervela, compratela... state solo attenti ai giochi che scegliete, perché anche quelli costano. L'ottimo design e la possibilità di diventare qualcosa di più di una macchina per giocare rendono la PSP un buon investimento. Da una ricerca dell’Istituto di ricerca Eurisko, su un campione di giovani italiani di età compresa dai 14 ai 19 anni, è emerso che gli antichi valori sono crollati. Il dato più significativo è il valore dell’amicizia, favorito alla politica, ad un posto di lavoro nonché alla salute. Indubbiamente, qualche anno fa, i valori erano totalmente differenti. Basti pensare al nostro albero genealogico per trovare un abisso. Ma cosa altera questi valori? Le cause principali sono sicuramente l’introduzione smisurata dei mass-media che la società moderna è destinata nel corso degli anni a far aumentare ulteriormente, e alla globalizzazione, fenomeno ormai inevitabile. Nel mondo, almeno nei paesi industrializzati, si consumano gli stessi prodotti, si vedono gli stessi film, si beve la cocacola e ci si connette alla grande rete mondiale, Internet. Grazie a quest’ultimo e a speciali programmi sul personal computer, i cosiddetti instant-messenger, si ha la possibilità di vedersi, condividere file e giocare on line: è nato un nuovo modo di conoscersi e di fare nuove amicizie. Ma cos’è che spaventa i giovani a non interessarsi alla politica? Un disinteresse così elevato potrebbe essere causato dalla cattiva impressione, o da comportamenti approfittatori nei quali alcuni politici incorrono. Inoltre, per entrare in politica c’è bisogno di tanta esperienza e di studi come dimostrato dalla media degli anni posseduti dai politici stessi. Ma i giovani non desiderano perdere questo tempo. C’è la tv che permette a chiunque abbia un minimo di raccomandazione, di partecipare a programmi e guadagnare soldi facilmente rispetto a qualsiasi altro lavoro. Si parte dalla carriera calcistica per arrivare sempre più in basso ai tanto di moda reality game, nei quali i ragazzi vedono i propri coetanei avere successo solamente superando prove demenziali per far aumentare lo share degli ascolti. Proprio questo rispecchiarsi nei 7 LA FAVOLA D’AMORE DI BENIGNI TRA LE BOMBE DI BAGHDAD oltrepassi le barriere linguistiche. Benigni interpreta il personaggio Attilio, un insegnante universitario innamorato della poesia e di Vittoria moglie nella finzione cinematografica e nella realtà, giacché il ruolo è ricoperto da Nicoletta Braschi. Una donna che si ostina ad amare senza essere ricambiato, resistendo perfino ad un corteggiamento implacabile quanto goffo. è una scrittrice, che va in Iraq per scusami per il ritardo ecco come è formata Vittoria la nuovissima redazione! (salvo intervistare il poeta iracheno Fuad (interpretato da Jean Reno), rientrato in patria pirai che sto ricostruendo il sito e che il Preside credo che abbia giàQui dato il in prossimità della guerra. rimane gravemente ferita e trasferita in un ospeoccuparlo!. del sito (www.mirino.net) ma dobbiamo ancora dale di Baghdad ormai senza speranza di sopravvivere. Ma Attilio la raggiungerà e farà di tutto per salvarla, tra gag comiche e momenti drammatici. Non ci sono cadaveri sulle strade di Baghdad per Attilio, che corre solo per la vita di Vittoria e non ha tempo di vedere la morte. Benigni ancora una volta usa la realtà “La tigre e la neve” di Roberto Benigni come una favola: riappare a Baghdad in nasce dal desiderio di realizzare un film piena guerra con il suo fardello poetico e candido come la neve e aggressivo come la sua innocente energia, armato dell’aruna tigre. Ancora una volta il regista-atma più invincibile, l’amore. tore torna sul grande schermo con un Con questo film l’autore vuole trasmettefilm che oltre ad affrontare il solito tema re il preciso messaggio: non perdere mai dell’amore, decide di parlare di attualità la speranza, non arrendersi agli orrori, prendendo di “petto” la guerra in Iraq. Il lottare ed essere certi di farcela. Speriamo film esprime con semplicità disarmante che anche la critica riesca a capirlo. l’opposizione alle devastazioni della guerAlessandra De Angelis ra e rivendica il diritto alla poesia come Chiara Rinaldi un’identità diversa, tramite la quale vuole rafforzare un comune sentire umano che DI TUTTO UN PO’ a cura di Samantha Albrizio e Giulia Ciaramelletti LA TIGRE E LA NEVE. WWE: Eduardo Gori Guerrero meglio conosciuto come Eddie Guerrero o “Latino Heat”, figlio del famosissimo wrestler Gory Guerrero, esordisce nella WWE il 31 Gennaio 2000 dimostrando subito una grande capacità conquistando, durante la sua carriera molti titoli: WWE title, WWE intercontinental title (2), WWE US title, WWE european title (2), WWE tag team title (3), WCW US title, WCW cruiserweight title (2), ECW tv title. Gli affezionati a “La Raza” diventano davvero tanti, anche dopo gli ultimi avvenimenti, dove, in seguito a qualche tradimento nei confronti dei suoi alleati, la sua bontà iniziale viene offuscata da un velo di diffidenza. 13 novembre 2005: nella serata viene diffusa la notizia della morte di Eddie Guerrero per un attacco cardiaco che l’ha colpito nel bagno di un albergo poco prima della registrazione di “Smackdown!”. Questa notizia ha sconvolto gli appassionati della WWE…anche quelli che preferivano un altro wrestler a lui. In questi giorni gli altri atleti sono attesi a Roma, Milano, Bolzano, Ancona e Livorno dove si esibiranno davanti ad un caldo pubblico… un pubblico che però sentirà la mancanza di Eddie. I tifosi di Guerriero non smetteranno mai di elogiarlo al grido di “I lie, I cheat, I steal!” e di “Viva la Raza! Non ci resta che tenere questo grande campione nei nostri ricordi…chiedendoci se mai ci sarà qualcuno in grado di donarci le stesse emozioni che solo lui sapeva comunicarci…in particolare durante la sua stupenda mossa finale…la “Frog Splash”. Rally: Grande calo di prestazioni dalla casa Subaru, che nell’ultima stagione sta dando il peggio di sé. Il modello della Impreza STi sta deludendo tutti: tifosi e componenti del Team, ma soprattutto Petter Solberg e Chris Atkinson, piloti della Subaru. Nell’ultima corsa di domenica, abbiamo visto un ritiro di Petter Solberg e un podio in extremis per Chris Atkinson, che si è visto sorpassare di 50 secondi da Stohl. Cinquanta secondi che purtroppo era costretto a recuperare in 5 speciali, cosa difficile, tanto che abbiamo visto Chris in difficoltà. David Lapworth, direttore del Subaru World Rally Team ha detto di essere dispiaciuto per il ritiro di Petter Solberg, ma l’impegno messo da Chris Atkinson, e il suo quarto posto hanno ridato speranze al team. <I nostri piloti hanno dimostrato di essere competitivi e quindi ci presenteremo a gennaio ancora più motivati!>. Speriamo che il Team Subaru riesca a trovare la giusta dimensione nella prossima stagione, intanto ci possiamo godere l’ascesa del Team Citroen e di Loeb, anche se per i grandi tifosi della Subaru questa stagione è stato un brutto colpo. Il mensile scolastico Mirino da oggi è anche on line. Visitaci cliccando l’indirizzo e il nuovo stile www.mirino.net Troverai aggiornamenti, news, a mail che ti ho inviato stamattina da parte del Prof. Paniconi?? articoli, presentazioni, i numeri di quest’anno e quelli degli a ☺ a presto. anni passati. Insomma tutta la storia del nostro giornale e della scuola raccolta in un clic. 6 Musica: Rieti quest’anno può esser definita la città della musica per via dei numerosi concerti ospitati. Il tutto è cominciato con il concerto dei “Tiromancino” ad Amatrice il 12 agosto e poi quello dei Subsonica tenutosi al Palaloniano il 23 settembre. Quindi quello dei Bumblefoot al “Cinema Multisala Moderno” e del grande Max Pezzali. Poi arriveranno Francesco De Gregori (3/12) e Antonello Venditti (10/12), concerti che si terranno al Palaloniano. Si vocifera anche un concerto di Nek. Grande novità in una città come Rieti. Tutti i cittadini, soprattutto la gioventù è felicemente sorpresa dal susseguirsi di interessanti concerti che si accavallano. E’ davvero entusiasmante venire a conoscenza di tutte queste felici notizie e speriamo sia una svolta decisiva per svegliare la città dal sonno al quale si è abbandonata o meglio…è stata abbandonata ormai da tempo.