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LA COMPETENZA ORTOGRAFICA Reggio Emilia 20/01/2017 - Logopedista Dott.ssa TIZIANA BEGNARDI Programma - La competenza ortografica La teoria della granularità Lingue trasparenti Modelli teorici in scrittura La struttura fonotattica dell’italiano Caratteristiche della scrittura in italiano La classificazione degli errori 2 La competenza ortografica 3 La competenza ortografica • L’ortografia di una lingua è il modo corretto in cui si transcodifica la forma orale in forma scritta • È un insieme di regole di codificazione scritta molto diverse da una lingua all’altra 4 La competenza ortografica • Il motivo per il quale è importante interrogarsi sull’ortografia è la necessità di analizzare un obiettivo globale (l’acquisizione della capacità di scrivere correttamente) in sotto-componenti che a volte interagiscono tra loro ed altre volte sono isolate ma che insieme costruiscono questa abilità 5 La competenza ortografica • In un sistema alfabetico come il nostro, la scrittura è la rappresentazione diretta della forma delle parole, dell’organizzazione dei suoni contenuti in esse attraverso specifiche regole e rapporti • Nei sistemi trasparenti, transcodificare dal parlato allo scritto è indipendente dal significato della parola giapponese 6 La competenza ortografica L’apprendimento della letto-scrittura non inizia con l’ingresso alla scuola primaria e l’esposizione all’apprendimento formale, ma ha origine nei processi mentali relativi alle ipotesi che il bambino fa sulla lingua scritta. 7 La competenza ortografica • Per imparare a leggere e soprattutto a scrivere è importante che un bambino intercetti il livello della struttura fonologica del linguaggio orale che deve transcodificare in lingua scritta Bambini con altra L1 8 La competenza ortografica • Le competenze fonologiche e metafonologiche hanno un riscontro a livello di corretta ortografia, in quanto la discriminazione corretta dei suoni del linguaggio favorisce la capacità di classificarli. • Pensiamo alle difficoltà dettate dai suoni omologhi… 9 La competenza ortografica La correttezza ortografica poggia su: • l’efficacia della discriminazione uditiva • la stabile associazione fonema-grafema • la capacità di analisi della parola • la conoscenza delle regole ortografiche • la memoria • la competenze grafiche 10 Quando un bambino ha incertezze su come scrivere un grafema o non ha ben chiari i tratti che distinguono una lettera dall’altra, avrà meno disponibilità a livello attentivo da dedicare alle regole ortografiche. (Vale anche per la lettura comprensione) 11 Le difficoltà grafiche hanno quindi ricadute sull’ortografia. Le attività di pregrafismo e la corretta impostazione della scrittura con istruzioni specifiche sono indispensabili! Spesso si attribuisce più importanza al prodotto rispetto al processo di apprendimento, mentre è fondamentale spiegare e mostrare ai bambini i movimenti necessari per realizzare le forme della grafia. 12 Difficilmente i bambini possono capire da soli quale sia il gesto più funzionale per riprodurre un grafema, con evidenti conseguenze sulla fluenza del tratto quando chiederemo loro efficienza e velocità di scrittura (soprattutto in corsivo, che richiede movimenti adeguati ai collegamenti tra le lettere) 13 Anche copiare dalla lavagna non è un compito così facile, soprattutto per i bambini che presentano ancora immaturità nello sviluppo visuo-percettivo, in quanto richiede di distogliere lo sguardo dalla lavagna per riprodurre quanto dovrebbero aver conservato nella memoria visiva. Molti, nello spostare lo sguardo dalla lavagna al quaderno, dimenticano il modello, anche perché non riescono a rappresentarsi mentalmente nella sua globalità, le lettere che ancora non conoscono. 14 La competenza ortografica È evidente che per scrivere in modo ortograficamente corretto non è assolutamente sufficiente transcodificare i suoni che compongono le parole nei segni corrispondenti: la scrittura ha un sistema di regole che non si limita a questa iniziale forma di analisi e l’ortografia è una competenza complessa di cui l’analisi dei fonemi è solo una parte. 15 La competenza ortografica L’apprendimento della scrittura in un sistema alfabetico richiede: • mediamente un anno di scolarizzazione per imparare a scrivere parole con corrispondenza uno-auno • Circa due/tre anni per completare l’apprendimento a livelli superiori transcodifica sillabica: gnomo ha 4 fonemi ma 5 lettere… 16 La teoria della granularità 17 La teoria della granularità All’inizio degli anni 2000, la ricerca psicolinguistica ha evidenziato come i sistemi ortografici siano diversi sulla base della granularità, intesa come grado di corrispondenza tra i suoni del parlato e i segni dell’ortografia. La teoria della granularità Un sistema viene considerato trasparente quando ad ogni suono corrisponde un segno, cioè nei sistemi alfabetici. Il grado di trasparenza si riduce quando la trascrizione ortografica di un fonema richiede più di una lettera e il rapporto tra fonemi e lettere non è più 1:1 ma 1:2 come per il fonema /η/ che viene trascritto con due lettere (GN), o per il fonema /k/ che si riproduce in due modi diversi (C rapporto 1:1, o CH rapporto 1:2). La teoria della granularità Questa differenza dipende dalla difformità tra il numero di suoni di una lingua e il numero di lettere di ciascun alfabeto. Nell’italiano ci sono 30 fonemi che devono essere trascritti con 21 lettere. Il grado di trasparenza non può quindi essere perfetto, ma è certamente migliore di quello della lingua inglese, che ha 44 fonemi e solo 26 lettere a disposizione. La teoria della granularità Gli studiosi dei sistemi ortografici, sulla base del criterio della granularità, hanno costruito la seguente teoria: •Nei sistemi regolari la lettura e la scrittura vengono acquisite in tempi più rapidi che nei sistemi meno regolari; •Nei sistemi regolari la didattica più consona è quella sillabico-alfabetica; •I bambini che imparano con i sistemi regolari commettono meno errori ortografici e di lettura. Quanti fonemi ci sono? • CAMOSCIO • CONIGLIO • ELEFANTE • GIACCONE • CAGNOLINO • SCHIACCIATA • • • • • • CAMOSCIO: kamo∫o 6 fonemi ELEFANTE: elefante 8 fonemi GIACCA: dƷ a k: a 4 fonemi CONIGLIO: koniλo 6 fonemi CAGNOLINO: kaŋolino 8 fonemi SCHIACCIATA: s k j a t∫: a t a 8 fonemi Le ortografie trasparenti 24 Le ortografie trasparenti Le ortografie regolari o trasparenti sono quelle in cui le corrispondenze tra grafemi e fonemi sono prevalentemente uno-a-uno. Al contrario, nelle ortografie irregolari o opache, grafemi diversi possono corrispondere allo stesso fonema e fonemi diversi possono essere rappresentati dallo stesso grafema. 25 Le ortografie trasparenti • Lingua + trasparente: finlandese • Greco, italiano, spagnolo, tedesco, norvegese, islandese • Portoghese, olandese, svedese • Francese e danese • Lingua + opaca: inglese 26 Le ortografie trasparenti La regolarità ortografica influenza la lettura sia delle parole che delle non parole. I bambini inglesi impiegano un tempo quattro volte più lungo per raggiungere lo stesso livello di accuratezza nella lettura dei bambini che apprendono ortografie più trasparenti. 27 Le ortografie trasparenti Nelle lingue trasparenti l’accuratezza nella lettura arriva ad un «tetto» o vi è molto vicina, già al termine del primo anno della primaria. La velocità di lettura, e non l’accuratezza, rappresenta nelle ortografie regolari la misura che discrimina tra buoni e cattivi lettori. 28 Le ortografie trasparenti • Per molte ortografie trasparenti, la regolarità riguarda di più la conversione grafema fonema (dunque regolarità nel processo di lettura) che la conversione fonema grafema (nella scrittura). • Infatti queste ortografie presentano un certo grado di ambiguità nella codifica dei suoni: alcune stringhe fonologiche hanno più di una possibile soluzione ortografica, sebbene una sola sia quella corretta. (Ad es: soccuadro, soqquadro, socquadro) 29 La competenza ortografica Spesso i bambini che raggiungono lo stadio alfabetico pensano di aver scoperto l’unica regola della scrittura… chiesa ciesa maglia malia perché perce palla pala 30 lamiamamaafatoispageticolpese 31 La competenza ortografica …invece hanno raggiunto solo il primo scalino nell’apprendimento dell’ortografia! La trascrizione fonologica dei suoni richiede alla maggior parte dei bambini solo pochi mesi di esposizione all’insegnamento formale. 32 La competenza ortografica Il secondo scalino è dato dall’apprendimento di tutte quelle situazioni in cui non è possibile utilizzare il rapporto 1 suono- 1 segno, ma si devono considerare corrispondenze 1 suono – più segni. Questa fase in italiano si conclude circa alla fine del secondo anno di scuola primaria (con grande varietà interindividuale!). 33 La competenza ortografica L’apprendimento dell’ortografia non fonologica richiede tempi molto più dilatati e fa riferimento a regole che necessitano inizialmente di un controllo cognitivo, non percettivo. 34 La competenza ortografica In che modo un bambino raggiunge la padronanza di questo complesso sistema di regole? 35 La competenza ortografica I modelli neuropsicologici hanno cercato di sintetizzare gli snodi principali necessari alla costruzione dell’abilità di scrittura Patterson (1986) si è concentrato sui processi neuropsicologici sottesi alla scrittura Frith (1985) ha puntato all’interpretazione degli aspetti evolutivi di acquisizione della letto-scrittura è utile considerare la combinazione degli uni e degli altri aspetti. 36 Modelli teorici in scrittura 37 Modelli teorici Secondo Patterson (1986), la scrittura va esaminata sulla base di due processi: • Centrali • Periferici E si può realizzare attraverso due vie: • Lessicale • Sublessicale (Fonologica) 38 Modelli teorici I processi centrali consistono in tutte le operazioni (semantiche, sintattiche, fonologiche) indispensabili per recuperare e o ricostruire l’ortografia della parola nella sua forma corretta «Ho una carie per dente» «perdente» «per dente» «perde nte?»… 39 Modelli teorici I processi periferici entrano in gioco indipendentemente dall’utilizzo di una o dell’altra via e consistono di due fasi fondamentali: 1. Grazie alla rappresentazione astratta del grafema presente nel buffer grafemico, si selezione l’allografo corrispondente 40 Modelli teorici 2. successivamente, verranno attivati i pattern grafo-motori necessari per impugnare la penna e scrivere o per digitare su una tastiera. !!! Anche per questo si consiglia di non insegnare più allografi contemporaneamente: mentre il bambino è ancora impegnato nell’apprendimento dei processi centrali, chiedergli di concentrarsi contemporaneamente anche su quelli periferici crea confusione!!! 41 Modelli teorici • La via sublessicale permette di convertire una stringa di suoni (la parola) in una stringa di grafemi, secondo le regole di conversione fonologica proprie della lingua • Permette di scrivere parole regolari e non parole «CANE» c–a–n–e «DUCILABRO» d–u–c–i–l–a–b–r–o 42 Modelli teorici • La via lessicale prevede una prima fase nella quale avviene il riconoscimento della parola udita sia dal punto di vista acustico che nel significato: questo attiva il magazzino delle informazioni ortografiche presente nella MLT delle parole già apprese di cui si conosce l’ortografia. 43 Modelli teorici • Tramite la via lessicale è possibile scrivere parole regolari e irregolari, ma risulta inefficace con le non parole o le parole non conosciute nella loro veste ortografica • È fortemente implicata la memoria • Se la trasparenza dell’italiano fosse perfetta, sarebbe superfluo il ricorso alla via lessicale 44 45 Modelli teorici Secondo il modello di Uta Frith (1985) l’acquisizione del codice scritto avviene attraverso il superamento di fasi sequenziali, qualitativamente diverse e temporalmente distinte, caratterizzate dall’automatizzazione sempre maggiore delle procedure già acquisite. 46 Modelli teorici • Ciò che differenzia uno stadio dall’altro è una modifica nel modo in cui l’informazione viene processata, perciò un blocco in un determinato livello renderebbe difficile il raggiungimento di quelli successivi. 47 Il modello di Uta Frith Il modello evolutivo di Uta Frith (1985) individua 4 fasi per descrivere lo sviluppo della letto-scrittura: Fase logografica Fase alfabetica Fase ortografica Fase lessicale 48 Il modello di Uta Frith 49 Il modello di Uta Frith 1. Fase logografica (scuola dell’infanzia) Le parole sono come disegni, il bambino riconosce le parole che vede più frequentemente nella loro forma globale, come insiemi di lettere prive di valore sonoro convenzionale. Ad esempio, alla scuola dell’infanzia, scrive correttamente il proprio nome o sa riconoscerlo ma non conosce le singole lettere con cui è scritto. Quindi la C di Carlo non sarà identificata come la C di casa. 50 Il modello di Uta Frith CASA 51 Il modello di Uta Frith 2. Fase alfabetica Il bambino mette insieme la consonante con la vocale e forma la sillaba per poi, attraverso altre analisi, formare la parola: viene compiuta in questo modo un’analisi dei singoli fonemi. E’ lo stadio iniziale della lettura e della scrittura, e corrisponde al meccanismo di conversione fonema/grafema. Anche se il bimbo procede inizialmente con molta lentezza, attraverso l’esercizio arriva a mettere insieme sillabe o gruppi di lettere che lo condurranno allo stadio successivo. 52 • LARA AMA MOLTO I DELFINI E LE BALENE. • IL BAMBINO PIANTA I POMODORI. • MARIA VUOLE I PANTALONI NUOVI. • UN AEREO VOLA IN ALTO TRA LE NUVOLE. • LE OPERAZIONI MI ANNOIANO. Il modello di Uta Frith 3. Fase ortografica Il bambino impara a scrivere tutte le parole che contengono fonemi contesto-dipendenti e i fonemi che richiedono più di una lettera (gn, gli, sci/e). In questa fase non è più sufficiente la strategia di conversione fonema/grafema, tipica del livello alfabetico, ma occorre considerare il contesto fonemico. L’unità di trascrizione da considerare è la sillaba. 54 • BAGNATO • SCIMMIA • CHIRURGO • PAGLIACCIO • COSCIENZA 55 Il modello di Uta Frith A questo punto, il bambino riesce ad analizzare ed unire insieme: • digrammi (/ch/, /gl/, /ci/, /sc/, /gl/, /gn/) • trigrammi (/sci/ davanti ad –a, -o, -u, /gli/ davanti a vocale) per formare delle parole. 56 Il modello di Uta Frith Sia lettura che la scrittura sono più rapide ma per alcuni bambini questa resta la conquista più difficile, perché: • faticano ad unire e rappresentare strutture fonotattiche complesse • difficoltà a memorizzare e a scrivere suoni realizzati con più grafemi • o a riconoscere uno stesso grafema pronunciato in modo differente. • LE FORMICHE CAMINANO VELOCI NEL PRATO. • IL GELATO DI CHIARA SI SCIOGLIE AL SOLE. • SULO SCIVOLO LUCA PERDE LA SCIARPA. • LO GNOMO SCHIACIA UN RAGNO CON LO STIVALE. Il modello di Uta Frith 4. Fase lessicale L’unità interessata diventa più grande: si passa cioè alla singola parola, elaborata in maniera diretta, senza passaggi intermedi di conversione. 59 Il modello di Uta Frith La parola viene scritta recuperando la sua forma ortografica dal lessico specifico nel quale è memorizzata. Lo stadio lessicale corrisponde alla via «visiva» o «diretta» di recupero della parola. Viene raggiunto gradualmente, in relazione alla frequenza d’uso della parola e della sua complessità linguistica. 60 Il modello di Uta Frith Consente di realizzare due aspetti della transcodifica che coinvolgono il lessico: • la trascrizione delle parole omofone non omografe (hanno/anno) • la segmentazione del parlato continuo (sapore di vino, gusto divino) 61 • HO COMPRATO L’ETTO DI MORTADELLA CHE MI HAI CHIESTO • QUESTO LIBRO NON L’HANNO MAI LETTO. • LO SANNO TUTTI CHE LUI L’AMA ANCORA. La struttura fonotattica dell’italiano La struttura fonotattica • La sillaba è l’unità linguistica minima dotata di elevato gradiente di riconoscibilità percettiva • Il fonema è la rappresentazione cognitiva, percettivamente instabile, facilmente confondibile 64 La struttura fonotattica Fonologicamente, la parola TAVOLO è composta da tre pezzi: TA-VO-LO. Solo la competenza alfabetica, di cui siamo portatori perché siamo stati alfabetizzati in contesto scolastico, ci fa ritenere che sia composta da sei pezzi facilmente riconoscibili. «Facilmente riconoscibili» solo grazie alla conoscenza del codice scritto. 65 La struttura fonotattica Regole fonotattiche: regole di combinazione dei fonemi di una lingua La considerazione della struttura fonotattica della parola consente di proporre al bambino stimoli semplici su cui esercitare la segmentazione fonemica e renderli via via più complessi. (…e consente al bambino di segmentare il flusso del parlato!) Le combinazioni sillabiche La struttura fonotattica di base della nostra lingua è la sillaba piana (CV) Questa viene utilizzata già dai neonati a partire dal 7° mese di vita con la cosiddetta «lallazione canonica», ovvero la produzione prelinguistica di coppie di vocali e consonanti («ma-ma-ma»). In seguito le parole si presentano come sequenza variata di sillabe CV-CV, per esempio «to-ta», «po-ta». Le combinazioni sillabiche In una fase successiva dello sviluppo del linguaggio compaiono i gruppi consonantici, che costituiscono le sillabe complesse: •CVC: CAR in «car-ta» •CCV: SPI in «spi-na» In genere si assiste contemporaneamente all’estensione della capacità di produrre stringhe sillabiche, per cui compaiono le trisillabe piane, come «pa-ni-no». Le combinazioni sillabiche Infine vengono prodotti i gruppi consonantici più difficili: •CCVC: SCAR in «scar-pa» •CCCV: STRE in «stre-ga» •CCCVC: STRAM in «stram-bo». 69 progressione Struttura fonotattica Fase di scrittura esempio CVCV MARE CVCVCV TAVOLO CVCVV, CVVCV SEDIA, MIELE CVCCV ALFABETICA CARTA CVCCVCV CANZONE CCVCV SCALA, PRATO CVCCVCV COSTINE, LACRIMA CCCVCV STRANO 70 progressione Struttura fonotattica Fase di scrittura CVCV CVCCV esempio GHIRO ORTOGRAFICA PANCIA Caratteristiche della scrittura in italiano 72 Caratteristiche della scrittura in italiano Nella nostra lingua sono da considerare alcune mappature ambigue come: • Digrammi come GN, GL, SC non hanno una corrispondenza biunivoca • Non univocità della corrispondenza quando: – Fonemi diversi sono mappati da uno stesso grafema come il suono /s/ in casa e sole – Grafemi diversi mappano uno stesso fonema come ad esempio cuore o quota 73 Caratteristiche della scrittura in italiano • Le lettere C e G non hanno valore sonoro autonomo e univoco, ma oscillano tra un suono velare (C di cane, G di gufo) e un suono palatale (C di ciao, G di gelo) in base ad un sistema di rapporti con altre lettere dell’alfabeto. Altre volte, unite in un digramma, producono un suono nuovo, come la G di foglia e la C di scia. 74 Caratteristiche della scrittura in italiano • La lettera H è priva di valore fonemico autonomo, è solo un segno grafico. Viene assunta nei digrammi CH e GH per esigenze fonetiche e nelle voci del verbo avere per esigenze semantiche. Purtroppo per il bambino queste forme sono molto frequenti e omofone di due congiunzioni /a/ ed /o/. 75 Caratteristiche della scrittura in italiano • QU e CU sono pressoché omofone • La corretta collocazione dell’apostrofo deriva dalla capacità di pesare anche le informazioni visive e semantiche, oltre a quelle fonologiche. • La suddivisione della frase in parole deriva da un’analisi metalinguistica e semantica dell’enunciato, nonché dalla consuetudine visiva con la conformazione standard della parola 76 La classificazione degli errori Gli errori in scrittura Parlando di ortografia, si fa riferimento a termini ed etichette proposti da Tressoldi e Cornoldi (1999; 2000), che classificano gli errori in tre categorie: 1. Errori fonologici (F), che fanno riferimento ad un’insufficiente acquisizione della fase alfabetica e, in parte, ortografica; 2. Errori non fonologici (NF), che fanno riferimento ad un’ insufficiente acquisizione della fase ortografica, per alcune regole, e lessicale; 3. Errori altri (A), relativa a doppie e accenti. 78 classificazione degli errori • Errori fonologici: sono tutti quegli errori che fanno riferimento alla veste sonora del linguaggio scritto. La forma ortografica corretta corrisponde alla forma fonologica della parola. E’ un’informazione sostenuta a volte dal grafema rappresentato da una lettera singola, spesso dalla sillaba perché il fonema è più complesso e necessita di più lettere per essere scritto. classificazione degli errori 1. Scambio di grafema:: VOGLI per FOGLI:: il bambino non ricorda l’esatta corrispondenza fonema-grafema, e sceglie un grafema errato. 2. Omissione/riduzione di grafema o sillaba:: BALNA o BANA per BALENA:: è dovuto alla difficoltà del bambino nel suddividere la parola in fonemi, pertanto alcune sillabe vengono omesse o rappresentate da un solo grafema. 80 classificazione degli errori 3. Riduzione di dittongo:: MELE per MIELE:: è dovuto al fatto che l’articolazione di una semivocale ha una durata più breve rispetto a quella di una vocale, di conseguenza è meno percepibile 4. Riduzione dello iato:: BULE per BAULE:: questo errore si riscontra più raramente, in quanto lo iato è costituito da due vocali di uguale durata 5. Riduzione di gruppi consonantici:: POTA per PORTA, STEGA per STREGA:: quando una consonante si trova accanto ad altre consonanti, è meno percepibile. Valutare se accade solo con alcuni gruppi consonantici o con tutti. classificazione degli errori 6. Inversione di grafema:: PREDE per PERDE:: è dovuto al fatto che il bambino si autodetta, a volte ripetutamente, la parola in modo sbagliato e nella scrittura non rispetta l’ordine corretto dei grafemi 7. Aggiunta di grafema o sillaba:: FARATE per FRATE:: il bambino non è in grado di rispettare l’ordine corretto dei fonemi, autodettandosi percepisce suoni non presenti nella sequenza corretta della parola classificazione degli errori 8. Errori a carico dell’uso dei digrammi e trigrammi, che possono nascondere insidie legate alle poche regole ortografiche che violano la trasparenza della nostra lingua: • PUGNIALE per PUGNALE • BUGLIO per BUIO • BANBINA per BAMBINA • CAMTANTE per CANTANTE • SCOPERO per SCIOPERO • RISCIO per RISCHIO 83 classificazione degli errori • Errori non fonologici: sono dovuti al mancato rispetto delle convenzioni ortografiche della lingua italiana e coinvolgono la rappresentazione visiva della parola. La forma di scrittura corretta dipende dall’individuazione di componenti metalinguistiche che regolano il rapporto tra linguaggio orale e scritto. Gli errori caratterizzati dallo scambio di grafema omofono non omografo rappresentano il più classico tra gli errori non fonologici. classificazione degli errori 1. Separazioni e fusioni illegali: • IN SIEME per INSIEME • DELLAMICO per DELL’AMICO 2. Uso del grafema H: • UN HANNO FA per UN ANNO FA 3. Scambio di grafema omofono non omografo: • SQUOTERE per SCUOTERE • CUALCOSA per QUALCOSA 4. Presenza/assenza del grafema I nei gruppi: • IGENE per IGIENE • PRODUCIEVANO per PRODUCEVANO 85 classificazione degli errori • Errori fonetici: vi è difficoltà nell’analisi percettiva del suono, delle variazioni di intensità sonora o di durata. 1. Uso scorretto delle doppie • SCIMIE per SCIMMIE • TAVOLLO per TAVOLO 2. Uso scorretto degli accenti • PIU per PIU’ • USCITA’ per USCITA 86 classificazione degli errori A questa modalità di classificazione degli errori corrisponde un’azione didattica volta al loro superamento attraverso la comprensione del meccanismo deficitario che sostiene l’errore e impedisce la corretta rappresentazione della lingua. 87 Bibliografia • • • • • • • • • • Ferreiro, Teberosky (1985): La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti Vio, Tressoldi, Lo Presti (2014): Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico, Edizioni Erickson Tessoldi, Vio (2014): Il trattamento dei disturbi dell’apprendimento scolastico, Edizioni Erickson Mariani, Marotta, Pieretti (a cura di)(2012): Intervento logopedico nei DSA – La dislessia, Edizioni Erickson De Cagno, Ripamonti, Savelli (a cura di)(2013): Intervento logopedico nei DSA – La scrittura, Edizioni Erickson Mariani, Marotta, Pieretti (a cura di)(2009): Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo, Edizioni Erickson Collana “Le guide Erickson” (2013): Dislessia e altri DSA a scuola, Edizioni Erickson Meloni, Sponza, Kvilekval, Valente, Bellantone (2002): La dislessia raccontata agli insegnanti – 1, Edizioni Libri Liberi Meloni, Sponza, Kvilekval, Valente (2003): La dislessia raccontata agli insegnanti – 2, Edizioni Libri Liberi Berton, Lorenzi, Lugli, Valenti (2006): Dislessia Lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, Edizioni Libri Liberi 88 Bibliografia • • • • • • • • • • • • • • • • Benso (2010): Sistema attentivo-esecutivo e lettura, Edizioni Il leone verde Brignola, Perrotta, Tigoli (2012): Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, Edizioni Erickson Centra (2012): DSA e scuola dell’infanzia, Giunti scuola Siliprandi, Gorrieri (2013): Le difficoltà nell’avvio alla letto-scrittura, Giunti scuola Brignola, Perrotta (2010): Giocare con le parole 2, Edizioni Erickson Gagliardini (2011): Lettoscrittura volume 2, Edizioni Erickson Judica, Baldoni, Bartoli, Chiodi, Chirri, Del Vento, Di Giorgio, Giovannetti (2008): Un mare di parole, Edizioni Erickson Mei, Pagni, Vegini (2011): Alla scoperta delle parole, Edizioni Erickson Cazzaniga et al. (2005): Dislessia e trattamento sublessicale, Edizioni Erickson Artoni, Bacchiavini, Chinaglia, Cottafavi, Prati (2014): Parole amiche, edizioni Recos Dislessia, Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa, Edizioni Erickson Lo Presti (2015), Nostro figlio è dislessico, Edizioni Erickson Stella, Gallo, Il pappagallo Lallo, Giunti Scuola Tarter, Tait (2013), Il libro dei dettati, Edizioni Erickson D’Amico, De Vescovi (2013), Psicologia dello sviluppo del linguaggio, Il Mulino Manuali De Beni, Cisotto, Carretti (2001), Psicologia della lettura e della scrittura, Edizioni Erickson 89