“Sociologia della Salute e MNC” Tesina Finale

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“Sociologia della Salute e MNC” Tesina Finale
ALMA MATER STUDIORUM - Università di Bologna
Corso di Alta Formazione
in
“Sociologia della Salute e MNC”
Tesina Finale
“LE TERAPIE ENERGETICHE IN PROVINCIA DI UDINE: TRA
SPIRITUALITA’ E RICERCA DI BENESSERE ”
CANDIDATO:
Dott. ssa Cristina Caparesi
TUTOR SCIENTIFICO:
Prof.ssa Veronica Agnoletti
Anno Accademico 2008/2009
Indice
Cap. 1
Introduzione
Pag. 3
Le medicine non convenzionali e le medicine
Pag. 6
alternative: una proposta di definizione
Cap. 2
Reiki, pranoterapia, auto guarigione, guarigione dei
Pag. 9
chakra, sciamanesimo: una classificazione alternativa
Cap. 3
Il contesto del Friuli Venezia Giulia e i centri di
Pag. 15
terapia energetica in provincia di Udine
Cap. 4
Il senso e il significato della malattia. Un’analisi
Pag. 19
qualitativa in provincia di Udine
Conclusioni
Pag. 25
Bibliografia
Pag. 27
Allegato A: Nota metodologica
Pag. 29
Allegato B Questionario
Allegato C Le interviste
Pag. 33
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INTRODUZIONE
Un ambito delle medicine alternative escluso dal documento di Terni del 2002 della
FNOMCeO è quello delle cosiddette terapie energetiche. L’aspetto comune con le
Medicine Non Convenzionali (MNC) incluse nel suddetto documento (Agopuntura,
MTC, Omeopatia, Fitoterapia, Medicina Ayurvedica, Antroposofia, Omotossicologia,
Chiropratica, Osteopatia) potrebbe essere la visione di un approccio olistico, che cioè
prenda in considerazione tutti i piani dell’essere, fisico, emotivo, spirituale. Un altro
aspetto presente è il concetto che la malattia si manifesta con dei primi segnali che
bisogna cogliere per evitare che effettivamente si instauri la malattia. Risulta assente,
rispetto alle MNC, la medicalizzazione ed infatti non si parla di pazienti, né di terapie o di
medicina.
La mia ipotesi di partenza è pertanto quella che le terapie energetiche dovrebbero
essere collocate all’interno di più generiche esperienze del benessere alle quali una
persona può accedere perché ne sente un bisogno personale, o perché condivide una
stessa visione della vita o perché ha piacere di ritrovarsi assieme al gruppo e
sperimentarne il suo sostegno. Appare del tutto assente l’idea di terapia e di medicina e
pertanto di professione medica. Per questo motivo ritengo che l’iscrizione di alcune di
queste pratiche all’interno di un albo di professioni non ordinistiche della Regione FVG
tramite la L.R. 13/2004 sia stata una scelta non congrua perché più pertinente all’ambito
dell’associazionismo e del tempo libero che a quello professionale.
Nell’ambito di questo lavoro ho proceduto ad una sintetica classificazione delle
medicine non convenzionali ed alternative per poi approfondire l’aspetto delle terapie
energetiche e dei centri di terapie energetiche nella Provincia di Udine. Ho pensato di
raccogliere le opinioni degli operatori di terapie energetiche su vari aspetti delle terapie
che promuovono tramite una ricerca qualitativa, includendo i loro pareri nel corso
dell’esposizione, per poi inserire in allegato sia la nota metodologica del disegno di
ricerca sia la trascrizione delle loro interviste.
La totalità degli operatori intervistati ha rilevato che la loro pratica cerca di favorire
la richiesta di benessere da parte degli utenti in un’ottica di prevenzione. Uno degli
operatori rispondeva in modo emblematico dichiarando: “Rispondo volentieri a questo
questionario evidenziando come la psicocibernetica non è una forma di terapia, per cui le
mie risposte alle domande in cui compare pratica medica e medicina alternativa sono da
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intendersi in questa ottica. Tutti gli effetti di miglioramento psicofisico sono da intendersi
come “effetti collaterali derivanti dal particolare stato in cui si pone il praticante durante
i vari esercizi”. Alcuni operatori sottolineavano che la gente frequenta generalmente i
corsi di reiki o altre pratiche, evidentemente per soddisfare un proprio bisogno personale
e solo successivamente richiede trattamenti individuali di pratiche che sono finalizzate al
benessere, a sostenere tutti i sistemi del corpo, il recupero del corpo…la capacità del
corpo di guarire. Se pur con qualche lieve differenza a seconda della propria visione del
mondo gli operatori concordano che la malattia è dovuto ad un disequilibrio e che
potenzialmente cura tutte le malattie, ma non cura, mette il soggetto in una condizione di
salute.
L’alta richiesta di medicine alternative in FVG può essere spiegata con l’ipotesi di
Secondulfo secondo il quale il medico di base fa un lavoro semantico cercando di
incasellare il malessere, catalogando il malessere che ha di fronte. È un lavoro di
traduzione che il medico trasporta nel suo schema di risposta. Sono gli schemi ad essere
diversi a seconda della filosofia di riferimento e alle caselle: molto demarcate e dai
confini precisi per la biomedicina e più ampie e flessibili per le MNC. A seconda del
modello che il medico utilizza egli è in grado o meno di incasellare le malattie ed
ovviamente queste ultime possono rimanere al di fuori delle caselle. Secondo Secondulfo
le MNC si stanno portando all’interno del quadro di interpretazione del modello
dominante per molti motivi e dunque una serie di malesseri escono fuori dalle griglie e
vengono curate dagli psicofarmaci. Le griglie di interpretazione stanno andando perdute
ed il malessere della vita resta fuori. Una serie di rimedi sono ritornati nella clandestinità.
Si abbandona l’emergenza sociale per altre medicine come reiki, pranoterapia perché non
hanno strumentazione e non usano il farmaco e per le attività non medicalizzate che
propongono.
Personalmente concordo pienamente con questa spiegazione e da un mio osservatorio
privilegiato, in quanto coordinatrice ed operatrice dei Punti di Ascolto della Province di
Udine e di Pordenone da tre anni, a stretto contatto con il malessere dei lavoratori (che è
poi molto spesso malessere esistenziale) ma anche a stretto contatto con il mondo medico,
posso riscontrare l’incapacità del nostro sistema sociale-sanitario di accollarsi il forte
disagio psicologico, la depressione ed i problemi relazionali che colpiscono tante persone.
Da qui la nascita di tanti gruppi del benessere esistenziale, a volte portati avanti da
operatori scrupolosi ed equilibrati, altre da operatori squilibrati che rischiano di
aumentare il disagio di chi già sta male. Tutto ciò suggerire forse la necessità di trovare
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degli spazi di collaborazione tra ambienti medici e professioni umanistiche1, per
rispondere alle richieste di de-medicalizzazione e contemporaneamente offrire una qualità
sicura dei servizi legati alla salute ed alla qualità della vita.
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A riguardo si tenga presente che l’Antroposofia offre soluzioni alla malattia con diversi approcci
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Cap. 1 – Le medicine non convenzionali e le medicine alternative: una proposta di
definizione
L’affermazione e diffusione delle MNC nel mondo occidentale affonda le sue radici
nei processi di trasformazione sociale e culturale che sono anche all’origine della crisi del
sistema biomedico, del sistema sanitario e della salute. La crisi del sistema sanitario è
dovuta ad una serie di concause che comprendono la trasformazione demografica con
l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di malattie legate alla disabilità e
cronico-degenerative piuttosto che a quelle infettive tipiche del secolo passato. Il processo
di iperspecializzazione del sapere e delle tecnologie mediche, l’eccessivo ricorso alla
diagnostica strumentale e di laboratorio ed una burocratizzazione dei servizi medici hanno
portato ad una crisi di alienazione sia del medico che del paziente rispetto al sistema
sanitario, con un impoverimento dei rapporti umani. Conseguente a queste problematiche
si è accentuata una crisi dei sistemi di welfare per la crescente scarsità di risorse e la
necessità di razionalizzarle alla quale si è opposto un modello di paziente che appare
sempre più svincolato da relazioni medico-paziente di tipo paternalistico e dogmatico e
sembra muoversi in piena autonomia rassicurato da un sistema di comunicazione ed
informazione che gli permette di accedere a servizi che fino a poco tempo fa non avrebbe
potuto conoscere.
Considerando i dati raccolti da un’inchiesta sui medici dell’Ordine di Parma dove gli
stessi evidenziavano che ben il 76% dei propri pazienti richiedessero qualche tipo di
MNC [Cocconi e Caminiti, 2005: 129], uno dei primi problemi che si è dovuto affrontare,
in quanto studiosi, amministratori, politici o professionisti è come definirle. Non è un
problema secondario ed anzi gli innumerevoli aggettivi con i quali si appellano tali
medicine mostrano non solo che ci troviamo di fronte ad un fenomeno complesso, ma
anche che la definizione identifica una visione di base, una tendenza ideologica e
l’espressione di valori ad essa collegati. Diversi sono i modi con i quali si definiscono le
pratiche e terapie della salute ma quasi sempre essi partono dalla relazione con la
medicina ufficiale, se non addirittura da un’opposizione ad essa. Questo dato sarebbe
indicativo innanzitutto dell’assenza di un carattere autonomo delle medicine altre che
esisterebbero solo in funzione o contrapposizione con la biomedicina.
Giarelli [Giarelli, 2007:15] utilizza il termine di Medicine non Convenzionali perché
appare quello più neutrale scientificamente ed evidenzia il carattere culturale e perciò
convenzionale dell’ortodossia medica. Seppilli [Seppilli, 1996:8] invece le definisce
Medicine Alternative per indicare l’offerta eterogenea ed i segnali di crisi manifestati
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dalla medicina ufficiale che si evidenziano nella ricerca di medicine alternative vissute
dal paziente quali più efficaci. Bellavite di Verona [Bellavite et al, 2000:1] le definisce
Medicine Complementari per indicare l’incontro, più che lo scontro, tra diversi paradigmi
che cercano di interagire. Si può notare come, a fronte della diffusione di medicine altre,
ci sia un tentativo da parte della medicina ufficiale, di integrare nel proprio paradigma
anche quello di saperi diversi che, forse proprio perché poggianti su fondamenti di altra
natura vivono con preoccupazione il rischio di venire assimilati dalla biomedicina e la
perdita di caratteri propri.
Prima di affrontare il problema della classificazione che risente dell’impostazione
ideologica iniziale, si partirà dalle definizioni ufficiali a livello nazionale ed
internazionale: quella anglo-americano di CAM (Complementary and Alternative
Medicines), quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Medicine Tradizionali, e
quella del Parlamento Europeo di Medicine Non Convenzionali.
La definizione americana di Complementary and Alternative Medicines, meglio
conosciuta come CAM, venne coniata nel 1997 alla Conferenza del National Center for
Complementary and Alternative Medicine (NCCAM), organismo di ricerca del
Department of Health and Human Service del governo degli Stati Uniti d’America. Il
NCCAM definì tali medicine come un gruppo di sistemi di cura, pratiche e prodotti
medici e di salute diversi che attualmente non fanno parte della medicina convenzionale.
Se la definizione di CAM ha il pregio di relativizzare i sistemi di cura in un proprio
contesto culturale, sociale di provenienza, d’altra parte tenderebbe ad accomunare
pratiche e teorie tra loro molto diverse solo per il fatto di essere altre rispetto ad una
tradizione medica dominante, senza riuscire effettivamente a cogliere le caratteristiche
principali delle varie categorie. La suddivisione della CAM, che considera cinque
macroaree di medicine e terapie alternative, assolutamente diverse tra loro, appare
funzionale all’obiettivo primario di destinare dei fondi per la ricerca e la sperimentazione
nelle MNC.
La definizione dell’OMS di Medicine Tradizionali, proposta nel 2000, fu un tentativo
di avvalorare i sistemi di cura delle popolazioni indigene, che sono definite come la
somma totale del sapere, delle abilità e delle pratiche basate su teorie, credenze ed
esperienze indigene alle differenti culture. Tale definizione, se utile all’inclusione dei
sistemi di medicina di popolazioni autoctone, creerebbe confusione se applicata ai paesi
occidentali che utilizzano come tradizionale proprio la biomedicina, finendo per
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ricomprenderla come indigena in quanto sistema di cura originale dei paesi occidentali
per annullare, così facendo, ogni tentativo di differenziazione tra i diversi sistemi di cura.
La terza definizione, adottata dal Parlamento Europeo nella Risoluzione n°75/1997, e dal
Consiglio d’Europa nella Risoluzione n°1206/1999 e già assunta dalla FNOMCeO nel
“Documento di Terni” del 2002, è la definizione più neutrale e che meglio riesce ad
identificare le diversità nei sistemi di cura. Assumendo infatti il termine di convenzionale
alla biomedicina sarebbe attribuito un carattere relativo quale frutto di un percorso di
legittimazione appartenente alla tradizione occidentale. Nel contempo il termine non
convenzionale indicherebbe semplicemente quei sistemi di cura che non godono al
momento della stessa legittimazione della biomedicina, che non vengono insegnate nelle
Facoltà di Medicina, né rientrano nei programmi delle politiche sanitarie. Il carattere
convenzionale, indicando una valenza culturale storica e sociale, non esclude che talune
medicine, oggi altre rispetto a quelle convenzionali, potrebbero divenire convenzionali in
una successiva fase storica e sociale. Il Parlamento Europeo, nell’evidenziare l’aspetto
culturale, afferma anche la diversità della legittimazione di cui i sistemi di cura godono
nei vari stati membri e della formazione professionale dei terapeuti.
Per quanto attiene la situazione italiana nel maggio 2002 la FNOMCeO (Federazione
Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri) riconosce come Medicine
Non Convenzionali nove medicine e dispone che le stesse siano praticate solo da medici:
la Medicina omeopatica, la Medicina ayurvedica, l’Omotossicologia, la Medicina
antroposofica, la Medicina tradizionale cinese e come Terapie non convenzionali
l’Agopuntura, la Fitoterapia, l’Osteopatia e la Chiropratica. Esistono altre forme di
pratiche e terapie non comprese in questa classificazione che sfuggono ad una valutazione
ed a un tentativo di controllo. Proprio di queste ci si occuperà in questo lavoro partendo
dal dato oggettivo che il Friuli Venezia Giulia nel 2004 ha legittimato quali professioni
non ordinistiche diverse pratiche alternative non comprese tra le nove MNC incluse dalla
FNOMCeO.
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Cap. 2- Reiki, pranoterapia, auto guarigione, guarigione dei chakra, sciamanesimo:
una classificazione alternativa
Diverse sono le classificazioni delle MNC e medicine alternative che a seguire si
elencheranno.
Classificazione del NCCAM:
La classificazione d’oltre oceano annovera sistemi di cura, pratiche di guarigione prodotti
che fanno parte della medicina convenzionale. Queste categorie non sono autoescludenti e
definitive. Come già evidenziato tale classificazione è strumentale all’assegnazione di
fondi per la ricerca.
Tabella 1- Classificazione del NCCAM
CATEGORIA
DEFINIZIONE
ESEMPI DI DISCIPLINE
Sistemi interi di Medicine
Esterni al paradigma
Omeopatia, Naturopatia,
dominante
MTC, Medicina
Ayurvedica
Medicina per la mente ed
Tecniche di incremento
Meditazione e Preghiera
il corpo
delle capacità mentali
Pratiche con un base
Tecniche con l’impiego di
biologica
sostanze naturali
Pratiche basate sulla
Tecniche di
Massaggio, Osteopatia,
manipolazione del corpo
manipolazione e
Chiropratica
Erboristeria
movimento del corpo
Medicina energetica
Terapie basate sui campi
Qi gong, Reiki, tocco
energetici
terapeutico
Fonte- NCCAM [2000: Appendix 1]
Ipotesi di classificazione europea
In Europa si assiste ad una disparità tra gli stati membri dovuta alle diverse tradizioni
e legislazioni che regolamentano non solo le stesse medicine, ma anche la formazione
professionale. Sulla base della relazione della Commissione Europea, un possibile criterio
di classificazione potrebbe essere il livello di autonomia delle discipline che può essere
completo, parziale o scarso a seconda di quanto le medicine/pratiche alternative siano
integrate in sistemi medici più ampi. In questa classificazione si nota che il livello di
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autonomia è dipendente dalle leggi nazionali e dai percorsi formativi che non sono
omogenei negli stati europei.
Tabella 2-Ipotesi di classificazione europea.
CATEGORIA
LIVELLO
DI
ESEMPI DI DISCIPLINE
AUTONOMIA
Sistemi medici globali
Completo
Omeopatia,
Medicina
antroposofica,
Medicina
tradizionale
cinese,
naturopatia
Discipline integrative
Parziale
Riflessologia,
aromaterapia,
massaggi
tradizionali
orientali,
iridologia
Discipline complementari
Scarso
Fitoterapia,
omeopatia,
agpuntura
Fonte- Migliorati [2009: 54]
Classificazione di Giarelli
Si tratta di un modello che, articolandosi dall’incrocio di due assi, il grado di
specializzazione ed il grado di legittimazione, formerebbe dei quadranti nei quali si
posizionano le diverse discipline secondo i valori minimi e massimi da loro espressi con
riferimento ai due criteri di classificazione. Questo modello ha il vantaggio di offrire una
visione unitaria di tutte le forme/pratiche mediche.
Tabella 3- Classificazione di Giarelli
QUADRANTI
CARATTERISTICHE
MEDICINE
1° quadrante:
Si tratta di medicine con
Medicine popolari;
in alto a sinistra
alto grado di diffusione e
Pratiche magico-
basso grado di legittimità
carismatiche (affidata ad
anche se in taluni casi
operatori quali sciamani,
richieda una qualche
guaritori, ecc.)
forma di professionalità
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(anche se non medica)
2° quadrante:
Alto grado di diffusione
Pratiche medicalizzanti di
in alto a destra
ed alto grado di
massa frutto dell’industria
legittimazione
farmaceutica che induce
consumi sanitari
3° quadrante:
Basso grado di
Vi troviamo la maggior
in basso a sinistra
legittimazione e alto
parte di MNC, da quelle
grado di professionalità
con un carattere minore di
specializzazione (yoga)
medicine orientali e
medicine psicosomatiche,
genica
4° quadrante:
Alto grado di
Biomedicina, medicina
in basso a destra
legittimazione ed alto
biopsicosociale
grado di professionalità
Fonte: Giarelli [2007: 19]
Classificazione secondo Colombo e Rebughini del 2003
Gli autori propongono una classificazione di medicine sulla base dei presupposti
storici, simbolici e culturali pensata dal punto di vista dell’origine culturale desunta dalla
ricerca di Colombo e Rebughini. La classificazione comprende solo le medicine altre e
non la biomedicina.
Tabella 4-Proposta di categorie delle terapie non convenzionale su base culturale
CATEGORIA
CARATTERISTICHE
ESEMPI DI DISCIPLINE
Paradigma orientale
Approccio olistico come
Medicina indiana, cinese,
equilibrio instabile e
tibetana
personalizzazione della
malattia/cura
Medicina occidentale non
Fa riferimento a tradizioni
Medicina tradizionale e
allopatica
occidentali non biomedici
popolare, erboristeria,
fitoterapia, omeopatia
Pratiche magico-
Intervento dall’esterno
Pranoterapia,
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carismatiche
sulla base di poteri
sciamanesimo, reiki,
chakra
Bodywork
Esercizio fisico olistico e
Massaggi, yoga, tecniche
psicosomatico
di rilassamento,
respirazione, osteopatia,
chiropratica
Nuove psicoterapie
Interventi sul corpo e
Fiori di bach,
mente. Si agisce sugli
aromaterapia,
stati emozionali per agire
musicoterapia,
sul corpo
cromoterapia
Fonte: Migliorati [2009: 57]
Classificazione di Migliorati
La classificazione che si vuole adottare per l’analisi successiva di questo lavoro è
quella introdotta da Migliorati basata sul criterio dell’esperienza soggettiva ed oggettiva.
L’esperienza
soggettiva
può
essere
auto-riferita
ed
in
tal
caso
equivale
all’interiorizzazione di mondi ed universi simbolici, oppure personale ed etero-centrata
ed in tal caso è esperita direttamente nella relazione paziente-terapeuta. L’esperienza
oggettiva prende in considerazione il modo di intendere la condizione
di salute e
malattia secondo le diverse medicine. Possiamo perciò ipotizzare quattro quadranti dati
dall’intersecarsi di due assi perpendicolari secondo un continuum che vede al centro la
coscienza della persona. L’asse dell’esperienza comprende ai due poli opposti il grado
massimo di esperienza concreta, fisica delle medicine cosiddetto dell’immanenza, e dal
lato opposto la trascendenza che colloca l’esperienza al di fuori della fisicità per
connotarla di una dimensione simbolica.
La seconda dimensione ideale è data dalla linea del coinvolgimento della persona che
vede una serie di gradi lungo un continuum delimitato dai due poli opposti con
l’interiorità, intesa come la coscienza che attribuisce significati al mondo esterno ad essa,
e l’esteriorità con il quale il mondo esterno si impone sulla coscienza.
Tabella 5-classificazione di Migliorati
TIPOLOGIA
CATEGORIA
CARATTERISTICHE
ESEMPI
DI
DISCIPLINE
Pratiche
Potenziano
Favoriscono
le
Medicina
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essoteriche
l’ordine naturale
funzioni
di
salute
della vita
intese come equilibrio
Fitness, Tecniche
di un ordine naturale e
di
olistico della vita
Macrobiotica
Ayurvedica,
prevenzione,
Pratiche
Attività
Salute, malattia, cura,
Pranoterapia, Qi
energetiche
spiritualizzanti
guarigione
Gong,
Terapia
dei
Chakra,
dovute,
sono
da
mezzi
immateriali di natura
Reiki,
interiore o esteriore
Autoguarigione,
Preghiera,
Meditazione
Pratiche
Variazioni
Agiscono
sulla
Omeopatia,
corporee
funzionali
corporeità inducendo
fitoterapia,
indotte
variazioni
chiropratica,
nelle
funzioni fisiologiche
medicina
antroposofica
Pratiche
Ordine
esoteriche
universale
L’azione
del
cosmo
di
queste
Sciamanesimo,
medicine è totalmente
miracoli,
altra
esorcismi,
ed
all’individuo
esterna
guarigioni
collettive.
Fonte: Migliorati [2009: 70]
Le pratiche energetiche sono un concetto base che comprende pratiche molto diverse
tra loro caratterizzate dall’idea comune che si può guarire anche senza far ricorso a mezzi
derivanti dalla biomedicina e solo grazie allo spirito attraverso attività spiritualizzanti. Lo
spirito assume almeno due significati diversi: quello di un potere taumaturgico esterno
agli individui capace di portare benessere, e quello di una spinta interiore che conduce
alla guarigione. Nel presente lavoro si prenderanno in considerazione soprattutto le
attività che hanno alla base il concetto di energia del quale si cercherà di dare una più
ampia descrizione in questo capitolo.
Alla base delle terapie energetiche c’è il concetto di energia. È verso la fine degli
anni ’90 che si sviluppa la “medicina spirituale” un movimento di varie filosofie, pratiche
e valori che si origina sotto l’etichetta della New Age e del concetto-ombrello di energia.
Diverse sono le teorie sull’energia, in comune hanno l’idea fondamentale che il mondo
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sia immerso in un mare di vibrazioni energetiche emesse dagli oggetti, dalle persone e dal
cosmo intero che possono essere intercettate da strumenti specifici, o dalla sensibilità
della persona, e convogliate altrove. L’essenza ultima della realtà è un flusso ininterrotto
di energia ed è per questo che tutto si compenetra e si influenza perché fatto della stessa
materia. Il concetto di armonia si fonde con quello di salute, quest’ultima si ricerca
ricostruendo l’armonia della persona, e la malattia risulta essere una sorta di disarmonia.
Nella pranoterapia vengono imposte le mani senza il contatto con lo scopo di
rimuovere le energie negative del corpo attraverso un flusso di energia che dalle mani del
guaritore porterebbe la guarigione nel corpo malato. Il Reiki è una tecnica di auto
guarigione proveniente dal Giappone. Rei vuol dire energia universale e ki è la forza
vitale. Anche in questo caso si ha l’imposizione delle mani di chi è stato attivato ad
applicarle con lo scopo di intervenire nel processo terapeutico e potenziare meccanismi di
auto guarigione. Scopo del Reiki, “atmosfera dello spirito”, è collegare l’energia
dell’individuo malato e l’energia dell’Universo attraverso il praticante che diventa un
ponte per questo travaso. Stimolando con le mani i centri energetici esistenti lungo l’asse
della spina dorsale, questi vengono attivati riuscendo a creare il ponte e l’energia
scorrendo riesce a liberare i blocchi energetici.
Anche nella terapia dei chakra lo scopo è quello di liberare questi centri di energia,
detti chakra, dove l’energia può bloccarsi e, con il passare del tempo, provocare delle
malattie. Fra le pratiche di auto guarigione sono state incluse anche altre attività che
producono dei cambiamenti nell’individuo attivando delle risorse interne. Ai fini di
questo lavoro sono state incluse la psicocibernetica e l’arteterapia, un metodo di
immaginazione attiva, scrittura creativa e pratiche respiratorie. Per una visione più ampia
è stato incluso anche lo sciamanesimo nel quale diventa fondamentale l’azione del
guaritore che riesce ad esercitare le azioni di cura e guarigione. Mentre nella visione delle
pratiche energetiche è fondamentale il concetto di equilibrio tra l’esterno e l’interno e la
dimensione spirituale quale sede per arrivare al processo di guarigione che si raggiunge
attivando le risorse dell’individuo, nella visione sciamanica, tipica delle pratiche
esoteriche o magico-occultiste, la malattia è invece il risultato dell’azione di forze esterne
malvagie sull’individuo ed il processo di guarigione deve fare affidamento a saperi esperti
ed alla fiducia in oggetti e sostanze per proteggere la persona contro le forze del male.
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Cap. 3 - Il contesto del Friuli Venezia Giulia e i centri di terapia energetica in
provincia di Udine
Nel 2004 il Friuli Venezia Giulia istituisce un albo per le professioni non ordinistiche
all’interno del quale include anche delle pratiche di medicina alternativa quali Reiki,
Naturopatia, Bio-Cranio-Sacrale. La legge regionale 13/2004 “Interventi in materia di
professioni“, si propone di incentivare e promuovere lo sviluppo delle professioni ma,
nell’includere all’interno dell’albo delle professioni non ordinistiche anche delle pratiche
di medicina alternativa, si assume un onere che, di norma, non compete alle Regioni ma
allo Stato. La Regione FVG non è stata la prima a promuovere delle leggi regionali con
riguardo alle terapie non convenzionali ma, diversamente da altre leggi regionali abrogate
dalla Corte Costituzionale, la L.R. 13/2004 non è mai stata impugnata.
Nel 2002 la Regione Piemonte con la L.25/2002 identificava una serie di terapie non
convenzionali differenziandole tra terapie e medicine con percorsi formativi diversi ed
anche un nuovo corso di laurea in MNC non previsto dalla legge italiana. La Corte
Costituzionale nella sentenza 353/2003 giudicò illegittima la legge regionale perché non
compete alle Regioni istituire nuove figure professionali e determinarne i principi
fondamentali. Alle Regioni spetta il compito di disciplinare la materia, di definire la
formazione regionale quando una nuova professione sanitaria sia istituita mediante un
legge nazionale. Nella sentenza 38/1997 la Corte Costituzionale aveva infatti affermato
che rientra nella discrezionalità del legislatore ordinario determinare le professioni
intellettuali per l’esercizio delle quali è opportuna l’istituzioni di ordini o collegi e la
necessaria iscrizione in appositi albi o elenchi (art. 2229 cod. civ.).
La Regione FVG riconosce l’importanza sociale ed economica delle professioni,
siano essere ordinistiche o meno, ed il loro ruolo nello sviluppo del sistema produttivo
regionale. Istituisce la Consulta regionale delle professioni ed il Comitato regionale delle
professioni non ordinistiche, con compito di formulare proposte ed esprimere pareri non
vincolanti in materia di interesse delle professioni ed istituisce un Registro regionale nel
quale inserire le associazioni dei professionisti non riconducibili al sistema ordinistico. La
legge regionale 13/2004 risulta interessante ai fini di questa tesina perché, come si potrà
constatare dall’elenco delle nuove professioni inserite nel Registro Regionale, si possono
contare diverse medicine alternative con particolare attenzione a quelle energetiche. La
legge prevede finanziamenti per le spese di avvio e di funzionamento nei primi tre anni di
attività professionale, esercitata in forma individuale, associata o societaria e prevede
finanziamenti rivolti alle persone fisicamente svantaggiate.
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Accanto a queste forme di incentivazione, ulteriori opportunità di finanziamento sono
destinate all’acquisizione della certificazione della qualità delle procedure e delle
prestazioni, all’integrazione del fondo rischi delle cooperative di garanzia, al fine di
favorire ai professionisti associati l’accesso al credito. Nel processo di valorizzazione dei
professionisti la LR 13/2004 promuove e finanzia progetti di aggiornamento professionale
realizzati in collaborazione con gli ordini, i collegi, le associazioni professionali di
professioni ordinistiche e le associazioni professionali inserite nel registro delle
professioni non ordinistiche e con le Università e altri istituti scientifici.
Registro regionale delle associazioni dei prestatori di attività professionali non
ordinistiche: elenco delle professioni inserite nel registro
Tabella 6-elenco delle professioni non ordinistiche relativa alle sole medicine alternative
del FVG
ESTRATTO DEL REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI
PRESTATORI DI ATTIVITA' PROFESSIONALI NON ORDINISTICHE Legge
regionale 22 aprile 2004, n. 13 - articolo 4
DENOMINAZIONE
DELLE ASSOCIAZIONI
PROFESSIONE
PROFESSIONI
INSERITE NEL
PRINCIPALE
SECONDARIE
REGISTRO
2
A.R.S. – F.V.G.
(a) Operatori shiatsu
Associazione regionale
shiatsu operatori
professionisti – Friuli
Venezia Giulia
4
OMNISALUS
(a) Naturopati
Tecnico
posturologo
olistico
Tecnico in
spagiria e alchimia
Tecnico di
massaggio termale
Tecnico di
marmaterapia
Tecnico di
consigli salutari
Tecnico della
prevenzione
salutistica
Riflessologo
Tecnico
kinesiologo
Personal trainer
Omeopata.
7
A.K.S.I. – Associazione
(b) Kinesiologi
16
8
12
13
15
17
Kinesiologia Specializzata
Italiana
Associazione tra
professionisti di Reiki e
discipline complementari ENERGIOIA
ASS.OPE.A – Associazione
operatori ayurveda
A.P.O.S. – F.V.G.
Associazione professionale
operatori shiatsu Friuli
Venezia Giulia
Associazione Cranio-Sacrale
FVG
Associazione Hikari Reiki
Kai
(a)
Professionisti di Reiki
(a)
Operatori in ayurveda
(a)
Operatori shiatsu
(a)
Facilitatori Craniosacrali di discipline
del benessere e bionaturali
Professionisti del
Reiki
(a)
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia, L.R. n°13, 22 aprile 2004
Art. 1 bis, comma 1, lett. a) del regolamento - Associazioni di prestatori di attività
professionali non ordinistiche che hanno la sede legale ed operano nel Friuli Venezia
Giulia
a.
Art. 1 bis, comma 1, lett. b) del regolamento - Associazioni che, pur avendo la sede
legale al di fuori del territorio regionale, operano nel territorio stesso attraverso forme
organizzative e funzionali decentrate a livello regionale
Diversamente da altre leggi regionali sulle discipline bionaturali, bocciate dalla Corte
Costituzionale per aver introdotto nuove figure professionali, la LR. 13/2004 istituisce
delle nuove figure professionali con riferimento alle medicine bionaturali quali il
naturopata, il professionista del Reiki, il facilitatore cranio-sacrale, l’operatore in
ayurveda, l’operatore shiatsu. La L.R., il cui scopo è lo stanziamento di finanziamenti per
professionisti iscritti negli albi ordinistici e nel Registro Regionale delle Professioni non
ordinistiche, istituisce contributi a fondo perduto anche per l’istituzione di un sistema di
certificazione di qualità delle procedure e delle prestazioni, certificabile in base alle
vigenti normative nazionali ed internazionali, da organismi accreditati.
Per quanto riguarda la presenza di centri di medicina alternativa in FVG si possono
contare parecchi centri e tra questi diversi sono quelli che praticano terapia energetica:
anche in provincia di Udine si calcolano circa 80 centri tra cui circa 25 promuovono
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terapie energetiche, principalmente Reiki, ma anche forme diverse di auto guarigione e di
potenziamento delle proprie capacità interiori o potenzialità della mente. Rispetto alle
persone che si rivolgono alle terapie non convenzionali, il Friuli Venezia Giulia si attesta
al 4° posto con una percentuale del 21,4% dopo le province autonome di Bolzano e
Trento, la Valle d’Aosta ed il Veneto [Pretto, 2009:115]
Ci si potrebbe chiedere se il numero crescente di questi centri sia dovuto ad una legge
favorevole che ne abbia promosso e legittimato l’operato oppure se la legge sia stato il
risultato di una richiesta di fondo da parte dei fruitori. Quindi potrebbe essere interessante
cercare di approfondire quanto i centri di terapie energetiche riescano a soddisfare i propri
fruitori e quante persone riescono ad avvicinare con le attività e proposte che
promuovono.
18
Cap. 4- Il senso e il significato della malattia. Un’analisi qualitativa in provincia di
Udine
La ricerca si è svolta nell’arco di circa un mese e mezzo ed ha coinvolto diversi
operatori del mondo delle terapie energetiche presenti in Provincia di Udine. Sebbene
nell’idea ed ipotesi iniziale si pensava di poter includere circa 15 operatori questo di fatto
non è stato possibile perché si sono riscontrate delle difficoltà: alcuni dei centri contattati
hanno affermato di aver chiuso l’attività, altri hanno mostrato della diffidenza ed altri
hanno rimandato l’appuntamento e dunque sono state raccolte 7 interviste. Possibilmente
con più tempo a disposizione e con una tecnica a palla di neve, si sarebbero potute
contattare più persone. Considerato il mio interesse per questa ricerca mi propongo di
interromperla al momento solo per la necessità di una lettura dei risultati parziali per la
consegna del lavoro, ma lasciandola aperta e continuando a raccogliere le opinioni degli
intervistati quando gli stessi si saranno resi disponibili.
Gli intervistati, di cui 3 donne e 4 uomini, appartengono alle fasce di età 36-50 e
51/65 ed hanno un’età media di circa 50 anni. Il periodo di pratica nella medicina
alternativa varia da un minimo di 10 ad un massimo di 30 anni con una media di 18,75
anni di attività. Tra questi 4 praticano a tempo pieno delle attività connesse con la
medicina alternativa in oggetto e gli altri invece hanno un altro lavoro principale. Per
quanto riguarda le categorie sono rappresentati: 2 appartenenti allo sciamanesimo, 2 di
autoguarigione, 1 di chakra, 2 reiki. Assente il rappresentante di pranoterapia.
Si è ricercata l’opinione degli intervistati sulle caratteristiche della medicina
alternativa praticata ed in cosa si sostanzia. Per lo più la descrizione che se ne ottiene è di
una tecnica per portare consapevolezza di sé, rilassarsi, ottenere un benessere generale,
sostenere la capacità del corpo di guarire, oppure di una tecnica per scoprire quali energie
malefiche provocano la malattia. Il concetto di energia è il concetto cardine sul quale si
innestano le diverse forme di terapie alternative che rimanda anche ad uno gnosticismo
monistico, cioè all’idea di un mondo sacro panteista dal quale è eliminato il concetto
dualistico trascendente/immanente.
Dalle interviste in profondità emerge che ci si ammala a causa di una perdita di
equilibrio delle energie che operano all’interno del corpo. Le energie possono essere
interne in uno dei livelli costitutivi dell’essere (fisico, mentale, spirituale) quasi sempre a
causa di situazioni esterne. La malattia è dunque un segnale che occorre decifrare.
Leggermente diversa rispetto alle altre è la visione sciamanica che Migliorati [Migliorati,
2009] identifica infatti come pratica esoterica che rimanda ad una concezione
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cosmologica non monistica, ma dualistica e popolata da potenze soprannaturali benigne e
maligne che possono influenzare lo stato psico-fisico delle persone e da qui quindi l’idea
di energia malefica. Nello sciamanesimo è indispensabile una figura sacra, un mediatore
come mi hanno descritto gli stessi sciamani intervistati, che cadendo in una specie di
trance riesce a trovare la soluzione al problema e ad individuare quelle forze malefiche
alla base della malattia attraverso riti divinatori e il viaggio sciamanico. Gli sciamani da
me intervistati hanno comunque ribadito l’importanza del ruolo attivo della persona e
della malattia come forma di iniziazione.
PG: Consente consapevolezza di sé nel momento presente. Si impara ad ascoltare le
proprie emozioni ricordando nel corpo cosa sentono. Le persone si abituano a
scegliere…Aiuta le persone a vivere le emozioni nel proprio corpo. E’ un lavoro pratico
per portare le risorse interne al di fuori.
VB: Tecniche mentali finalizzate ad ottenere un buon livello psicofisico di rilassamento
su cui si innestano dei protocolli di programmazione mentale. [Alla mia richiesta di
spiegare il termine programmazione mentale non ho avuto risposta].
LT: Benessere dal punto di vista olistico.
LFB: Recepisce l’energia del sole e la fa entrare nel cuore e la trasmette attraverso mani
e il chakra 6. Trasmette energia. Si manda energia ovunque.
AR: Non si curano malattie. I trattamenti sono indirizzati al benessere, sostiene tutti i
sistemi del corpo, il recupero del corpo. Sostiene la capacità del corpo di guarire. Ha
effetti rilassanti. Lavora su due piani: va ad aiutare la persona sul piano emotivo,
mentale, spirituale. Aiuta dove si causano le malattie.
AP: Filosofia terapeutica delle popolazioni tribali del periodo neolitico. Matrice di
religioni e medicine. Nella medicina si parla di batteri, nello sciamanesimo si parla di
energie malefiche, nello spirituale e nel fisico. Energie intruse che mettono in disordine.
Lo sciamano le combatte in modo spirituale. E’ un guaritore spirituale. Lo sciamano va
in trance e visita il mondo degli spiriti e lì cerca la causa della malattia.
PZ: Lo sciamano è la persona che in Siberia applica una particolare psicologia per
entrare in contatto con gli spiriti per cercare la malattia. Si fanno ricerche nel mondo
degli spiriti per avere informazioni. Nello sciamanesimo si chiama uomo di medicina.
Generalmente gli intervistati hanno chiaro il fatto che la terapia alternativa praticata
non cura le malattie ma offre un sostegno alla persona. Alcuni di questi dichiarano di non
offrire alcuna terapia particolare ma di proporre dei corsi e ritengono che la persona
debba rivolgersi alla medicina convenzionale quando ce ne sia bisogno ed in caso di
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emergenza ed, a parte un caso, la maggior parte si è mostrata moderata e consapevole del
proprio ruolo. Nell’ideologia New Age, cui appartengono le terapie a base energetica, si
ritiene che il corpo fisico sia formato da un’energia visibile più pesante che diventa
materia, ed una parte invisibile formata da più corpi che si espandono attorno
all’individuo e diventano sempre più leggeri formando i corpi sottili. Da qui la
concezione che si possono influenzare gli stati più sottili del corpo convogliando
particolari vibrazioni energetiche perché a loro volta influenzino l’energia pesante, il
corpo.
L’ideologia New Age che fa da substrato a queste diverse concezioni considera che
ogni individuo abbia una natura divina che deve essere risvegliata con un proprio
percorso spirituale che è assolutamente individuale e difforme da altri. Da qui la
possibilità di abbracciare cammini anche molto diversi ma per lo più naturali, lo
sconfinamento nella spiritualità e soprattutto nella visione panteistica che sacralizza il
mondo. Importante è il concetto dell’impegno personale e della prevenzione che, facendo
riferimento anche ad alcuni temi cari alla cultura orientale, richiama la necessità di
disciplinare la mente e il corpo per la ricerca di un’armonia interiore attraverso l’adozione
di diete ed abitudini di vita salutari per giovare a questo processo. Chi si rivolge a questo
particolare tipo di medicine alternative deve agire prima che la malattia si manifesti nella
sua totalità, apportando dei cambiamenti nella sua quotidianità.
Emerge con forza la responsabilizzazione della persona e l’istanza a non delegare la
propria salute ad altri, che poi appartiene all’approccio olistico in senso lato tipico delle
MNC. Si percepisce anche una sorta di colpevolizzazione della persona che non è stata
capace di cogliere quei segnali. Il paziente di queste medicine deve essere attivo ed il
farmaco viene sostituito con l’energia per operare la guarigione. Alcuni intervistati hanno
parlato di energia come di Dio. L’energia, come forma divina, è presente in ognuno e va
ricercata attraverso l’unione armonica ed in equilibrio con il mondo/cosmo ed è per
questo che lo stato di salute si connota di caratteristiche spirituali e mistiche che si
sviluppano nel percorso che l’individuo è chiamato a fare per evolversi, migliorare e
raggiungere quella scintilla divina che è in sé. Gli operatori di queste terapie energetiche
assumono spesso il ruolo di maestri spirituali, di guru, e più che fornire delle medicine
orientano le persone verso processi di guarigione interna.
PG: Aumentano le difese immunitarie e la persona viene maggiormente irrorata. Aiuta le
persone a superare i momenti di forte dolore. Le persone imparano a portare fuori le
risorse che altrimenti creano blocchi. Si consuma energia a trattenere le proprie
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emozioni. Le persone si incontrano con sé stessi bypassando la paura del no che
incontrano. La persona scopre che sotto il dolore c’è una risorsa che vuole uscire. Sotto
un comportamento disfunzionale c’è una qualità che non riesce ad esprimersi…E’
indicata nelle crisi coniugali, come integrazione al lutto, come sostegno a pazienti
oncologici e terminali, disabilità, paura di vivere, disturbi di adattamento, sostegno al
cambiamento, insonnia, abuso fisico e psicologico,dipendenze.
VB:
Allevia
le
tensioni
e
pone
la
persona
in
uno
stato
migliore
di
autodeterminazione…Cura tutte le malattie. A livello potenziale è possibile curare
qualunque malattia, anche perché praticanti in tutto il mondo riportano risultati
eclatanti. Del resto succedono i miracoli, quindi significa che un qualcosa è intervenuto
con leggi che non rientrano nel quadro terapeutico tradizionale. Visto che tale pratica
attraversa i contenuti della persona non è possibile garantire niente ma solo testimoniare
che in contesti succedono guarigioni o sostanziali miglioramenti. Non essendo medico
non posso dire quando rivolgersi a pratiche mediche convenzionali. Invito sempre a
mantenere il contatto con il proprio medico e a continuare le cure somministrate.
Sicuramente la psicocibernetica può affiancare tali cure. L’importante è non illudere le
persone.
LT: Potenzialmente cura tutte le malattie, ma non cura, mette il soggetto in una
condizione di salute. E’ meglio rivolgersi alla medicina convenzionali nelle patologie
gravi e nelle traumatologie.
LFB: Prima cosa devono dedicarsi a sé stessi. Le persone guariscono perché stanno in
contatto con Dio. L’apertura dei chakra per stare più in contatto con sé stessi e captare
l’energia del sole. Bisogna dirci la verità. Bisogna far prevenzione, imparare a fermarci
quando il corpo ce lo chiede. L’energia universale aiuta ad ascoltarsi di più. Imparare a
conoscersi. Con la vita frenetica bisogna avere più contatto con sé stessi.
AR: La potenzialità sta nel poter essere usata in modo complementare e a livello
preventivo, Il concetto non è curiamo ma cerchiamo di far stare meglio. Deve essere
conosciuta e usata. Più l’organismo è in equilibrio e più stiamo meglio, in pace con tutto.
Stiamo meglio. Interviene su tutta la persona somministrando energia vitale che aiuta il
corpo a ritrovare l’equilibrio. L’energia si regola sulle necessità della persona. Si cura la
persona e non le malattie.
AP: Va al di là della psicosomatica. La causa prima è spirituale, e secondo me è una
visione olistica molto ricca. L’ideale è quello di lavorare in modo integrato. La terapia
sciamanica tende ad includere rispetto ad altri. E’ una visione del mondo completa, è un
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sistema mistico. La t.s. permette alla persona di riacquistare il proprio potere spirituale e
personale. Si perde quando si esaurisce un percorso e bisogna cambiare. Trovare la
visione e la missione. Prevenzione e creazione di un quadro di vita. E’ la tradizione
medica più antica ritroviamo nell’essenzialità ciò che poi viene realizzato in modo
specifico da altri. Malattia e sfortuna sono viste come un qualcosa che non va. E’ un
segnale che è il momento di cambiare, Tutte le malattie hanno una ragione e bisogna
comprendere le ragioni. Si ricorre alla medicina non convenzionale nei casi di
emergenza. Ci vuole il buon senso.
PZ: Riporta l’equilibrio. Cito una frase di altri: “La maggiore cerimonia è essere onesti
con sé stessi e si sa che si sta bene o male. Si può scegliere di stare bene o male. La gente
si ammala perché ha preferito accedere ad un effetto secondario. Non si espone nella
vita. Quando una persona fa scegliere gli altri per compiacere gli altri e non perché
sceglie da sé, si crea un disquilibrio. …Dipende tutto fino a che punto il malessere sia
stato introiettato dall’individuo. All’inizio il malessere si può sciogliere facilmente. Per
quelli che per vantaggio personale non lo affrontano è più difficile.
Le risposte date sono compatibili con l’idea di malattia degli intervistati che può essere
rintracciata soprattutto in un disequilibrio personale. La malattia appare essere come il
risultato di un non ascolto di sé stessi, non aver scelto per sé stessi ma aver lasciato
scegliere gli altri, oppure non aver colto i segnali che la malattia stava inviando. In questo
senso la malattia allora diventa l’unico modo per fermarsi ed ascoltarsi e chiedersi che
cosa c’è che non va.
PG: Perché la gente non sa dire le cose in altro modo. Non hanno espresso la loro
creatività. Se la persona non vive il suo seme, le sue caratteristiche e non ha il coraggio
di vivere sé stessi, sono lontani dalla loro verità. Per il modo anche con cui ci si
alimenta. Si deve fare una vita responsabile prendendosi cura della propria salute.
VB: perché non risolve i propri problemi.
LT: Per un disagio.
LFB: Perché non ha capito che possiamo stare bene? Uno si abitua a star male, per star
bene bisogna impegnarsi. Star male è più facile perché ci si abitua ad avere la
compassione e a fare la vittima.
AR: Per un disequilibrio a livello emozionale, mentale che nel tempo si traduce in
sintomi fisici.
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AP: Perde lo spirito guida. Muore se l’anima va via. Si perde l’armonia con la natura, il
mondo. E’ un’occasione di iniziazione. O divento sciamano o muoio. La malattia è
occasione di crescita.
PZ: La gente si ammala perché ha preferito accedere ad un effetto secondario. Non si
espone nella vita. Quando una persona fa scegliere gli altri per compiacere gli altri e non
perché sceglie da sé, si crea un disquilibrio.
Questo particolare tipo di medicine alternative richiama necessariamente una visione
del mondo propria e non può funzionare se, chi le pratica, non ne accetta innanzitutto
l’ideologia di base con la quale le persone imparano ad interpretare gli eventi quotidiani
della loro vita. Non a caso nel corso di questi ultimi anni alcuni operatori sono stati
accusati di “lavaggio del cervello” o “manipolazione mentale” per aver portato dei
cambiamenti sostanziali nei comportamenti e nei discorsi di coloro che si erano avvicinati
alle loro pratiche. Si deve infatti considerare che anche in queste pochissime interviste è
emerso il fattore famigliare e l’idea che la malattia si sviluppi perché una persona fa
scegliere gli altri per compiacere gli altri.
Non è difficile ipotizzare che una famiglia possa allarmarsi quando di punto in bianco
osservi un proprio congiunto cambiare la sua visione del mondo per adottare un
linguaggio insolito, aumentare la sua distanza dai propri cari considerando nocive azioni
che fino a poco tempo prima erano vissute normalmente, cambiare la propria
alimentazione assumendone una completamente diversa. Questo risulta essere tanto più
probabile quanto maggiore è la distanza della nuova ideologia e visione del mondo da
quella esperita all’interno del nucleo famigliare. Partendo dal presupposto che chi si
avvicina alle medicine alternative spesso vive un suo disagio personale e quindi è in uno
stato di bisogno non è da sottovalutare l’aspetto del cambiamento comportamentale,
culturale e di credenze indotto da operatori di medicine alternative soprattutto in quei casi
in cui si produca dipendenza e cioè quando la persona sia indotta a far continuo uso di
corsi o di altri prodotti dietro la continua richiesta di esborsi economici e magari con false
promesse di guarigione da ipotetici mali. Naturalmente in questo caso si configura una
situazione limite, in linea di principio tuttavia ritengo che l’operatore serio e responsabile
debba avere l’obiettivo di rendere autonoma la persona stando attento a non staccarla dal
suo contesto di vita per legarla a sé stesso o alle ideologie che professa.
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Conclusioni
Nelle risposte degli operatori di terapie energetiche ritroviamo il concetto di malattia
quale squilibrio che si crea all’interno del nostro corpo a causa di agenti esterni che la
persona è incapace di individuare per operare degli accomodamenti prima che la malattia
si manifesti nella sua pienezza. Questa visione della malattia si sposa con un modello
attivo di guarigione che ben si lega all’aspetto gnostico sotteso al concetto di energia. È
la persona che deve impegnarsi per ricercare e volere il suo stato di salute, deve
responsabilizzarsi nell’ascolto di sé stesso, nel disciplinare il suo corpo e trovare un
equilibrio tra i diversi stati dell’essere, nel fare le sue scelte ed essere creativa, portare
fuori le proprie emozioni perché non creino dei blocchi.
Abbandonato il concetto di emergenza sociale le terapie energetiche sembrano poter
rispondere a delle richieste di sostegno al mal di vivere, e si sostanziano nel modello del
gruppo con attività non medicalizzate. Preferiscono la prevenzione piuttosto che l’uso di
strumentazione e di farmaci, e si caratterizzano per essere una sorta di demedicalizzazione in un’area di auto-gestione dell’individuo. Non sono dei sistemi di cura,
non sono delle terapie ed è assente da questo modello l’idea della professione in quanto
richiama il modello del circolo privato di persone che sperimentano momenti piacevoli e
di benessere insieme o quello appunto dell’auto-gestione o l’auto-mutuo aiuto nel quale il
malessere viene assorbito e curato dal gruppo.
Per questo motivo appare impropria, a mio modo di vedere, la necessità di
professionalizzare un’attività che invece dovrebbe essere lasciata aperta alla possibilità, al
tempo libero, un modo come un altro per riprendersi dalle tensioni giornaliere. In assenza
di parametri operativi precisi in quanto esistono tanti modelli diversi di terapie
energetiche, ed in presenza di un sistema che è più filosofico che pratico, che senso può
avere inserire queste pratiche in un albo di professioni non ordinistiche? Può un sistema
di certificazione di qualità delle procedure e delle prestazioni da solo essere a garanzia
della professione, in assenza di altri parametri che la descrivono o è sufficiente ad
assicurare la qualità dei servizi? E nel caso in cui questa si possa effettivamente
raggiungere, come si relazionerebbe alla richiesta di appartenenza del gruppo ed al senso
di coesione e di interpretazione del mondo che queste pratiche suggeriscono? Se le
persone infatti si rivolgono a gruppi e terapie energetiche perché solo lì ritengono di poter
vivere dei rapporti autentici che magari non riescono a provare all’esterno nel contesto
famigliare o lavorativo, non è sicuramente l’interazione cliente-professionista che stanno
cercando ma è qualcosa di diverso. Si potrebbe pensare che forse la legge abbia voluto
25
regolamentare questo campo di attività nel tentativo di far emergere pratiche sbagliate,
abusi, false promesse ma, anche in questo caso, non appare sicuramente una legge
amministrativa la forma più idonea per reprimere azioni illegali che sono già previste dal
codice penale quali la truffa (nel caso ad esempio si promettano guarigioni) oppure
l’abuso della professione medica e psicologica o altri reati.
A conclusione momentanea di questo lavoro, sulla base dei dati raccolti e di quelli
che non si sono potuti raccogliere, ritengo di poter azzardare che le pratiche energetiche
in FVG non siano state particolarmente beneficiate dalla L.R. 13/2004, ed infatti
permane uno stato di diffidenza e di sospetto da parte degli operatori che non ci sarebbe
nel caso in cui gli stessi si sentissero in pieno diritto e nel rispetto di una regola esistente.
Rispetto alla già citata L.R. 13/2004 sembrerebbe più felice il connubio tra professioni
ordinistiche e non ordinistiche come nel caso della professione di counsellor che vede
un’attività congiunta tra psicoterapeuti e psicologi con altre figure promiscue oppure
quella di naturopata che, pur talvolta nell’indefinitezza delle attività che propone, vede
anche l’intervento dei medici. Questo lascia presupporre che, nonostante la legge,
permangono degli aspetti di incertezza ed indeterminatezza a causa dei quali gli stessi
operatori non conoscono bene i confini della loro attività e si sentono insicuri.
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Bibliografia
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ALLEGATO A
NOTA METODOLOGICA
a. Il contesto
La L.R. 13/2004 del Friuli Venezia Giulia ha attivato il Registro Regionale delle
Associazioni di Prestatori di attività professionali non ordinistiche tra le quali figurano
anche Naturopati e Professionisti Reiki. Naturapatia e Reiki sono medicine alternative
che non sono state incluse nel documento della FNOMCeO dal titolo Linee Guida della
FNOMCeO su Medicine e Pratiche non convenzionali approvate dal Consiglio nella
riunione svoltasi a Terni nel 2002. La L.R. 13/2004 con l’istituzione di un fondo per le
cosiddette nuove professioni e l’inclusione di pratiche di medicina alternativa,
sembrerebbe aver assunto un ruolo che non compete alle Regioni, alle quali spetta il
compito di disciplinare la materia della salute, di definire la formazione regionale
quando una nuova professione sanitaria sia istituita mediante una legge nazionale, ma
non istituire nuove figure professionali e determinarne i principi fondamentali [Rossi E.,
Di Stefano M., 2007]. Sebbene la L.R. 13/2004 abbia di fatto istituito un albo per diverse
nuove professioni non è stata impugnata e dunque può aver contribuito ad una maggiore
diffusione di centri di terapie alternative a livello regionale.
b. La metodologia di ricerca
I contatti sono stati presi inizialmente tramite una lettera indirizzata ai responsabili
dei centri in cui si spiegava la finalità della ricerca e gli obiettivi di massima richiedendo
un incontro diretto o mediato con altri mezzi di comunicazione. Una sola persona ha
risposto immediatamente rendendosi disponibile per un appuntamento e nel caso
specifico l’intervista, iniziata nello studio del professionista, si è conclusa al ristorante. In
altri casi invece gli operatori hanno richiesto di avere il questionario per l’intervista ed
hanno risposto per mail rendendosi disponibili per eventuali aggiustamenti tramite
comunicazione telefonica. In altri casi ancora è stata inviato il questionario e gli operatori
sono stati contattati telefonicamente ed hanno risposto alle domande per telefono. Infine
in un solo caso si è potuto incontrare l’operatore dopo che un conoscente comune aveva
personalmente fatto un contatto personale. Successivamente lo stesso operatore inviava ad
un successivo operatore suo amico.
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Non è stato facile contattare gli operatori che sono stati sollecitati attraverso mail e
telefonate prima di effettuare di fatto l’intervista. In un caso specifico l’operatore
contattato ha mostrato paura e reticenza ed ha interrotto il contatto. L’operatore, il cui
indirizzo mail è pubblicato sul sito dell’organizzazione quale referente per il FVG mi
scriveva: “Come mai ha scelto proprio me per la sua intervista? e dove ha trovato il mio
indirizzo mail?” Cinque altri operatori rispondevano dicendosi disponibili all’intervista,
ma di fatto hanno rimandato l’incontro ad un momento successivo e, nonostante i miei
ulteriori tentativi di chiamarli, non sono mai riuscita a procedere con l’intervista.
Le interviste realizzate sono state 7 in totale. La prima si è realizzata di persona.
L’operatrice si è mostrata molto cordiale ed aperta accogliendomi nel suo studio ed
invitandomi anche a pranzo. Si è mostrata, insieme ad un altro operatore, anche la persona
più sicura di sé e della propria professionalità. Altre due interviste sono pervenute tramite
mail. Un’ altra intervista è avvenuta personalmente ed anche in questo caso l’operatore si
è mostrato abbastanza sicuro di sé ma non è stata possibile la registrazione. Le rimanenti
tre interviste sono state realizzate telefonicamente.
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ALLEGATO B
Questionario
A. DATI SOCIO-ANAGRAFICI
1.
ETA’
[18/35] [36/50] [51/65] [OLTRE 65]
2.
SESSO
f m
3.
NAZIONALITA’ __________________________
4.
PROFESSIONE SVOLTA:
__________________________________________
5. DOVE OPERA?
_______________________________________________________________________
B. INFORMAZIONI SULLA MEDICINA ALTERNATIVA PRATICATA
6. MEDICINA ALTERNATIVA PRATICATA?
_______________________________________________________________________
7. DA QUANTO TEMPO ESERCITA QUELLA MEDICINA ALTERNATIVA?
_______________________________________________________________________
8. SI DEDICA ESCLUSIVAMENTE ALLA PRATICA DELLA MEDICINA
ALTERNATIVA IN OGGETTO OPPURE ESERCITA ALTRA PROFESSIONE?
_______________________________________________________________________
9. IN COSA SI SOSTANZIA LA MEDICINA PRATICATA?
_______________________________________________________________________
10. DOVE E’ AVVENUTA LA SUA FORMAZIONE PROFESSIONALE?
_______________________________________________________________________
11. COME VALUTA LA RICHIESTA DEGLI UTENTI RISPETTO A QUELLA
MEDICINA ALTERNATIVA
_______________________________________________________________________
12. HA INCONTRATO DIFFICOLTA’ NELLA PRATICA DI TALE MEDICINA
_______________________________________________________________________
C.OPINIONI PERSONALI RISPETTO ALLE POTENZIALITA’ DELLA
MEDICINA ALTERNATIVA PRATICATA
13. SECONDO LEI PERCHE’ LA GENTE SI AMMALA?
_______________________________________________________________________
14. COME AGISCE LA MEDICINA ALTERNATIVA PRATICATA?
_______________________________________________________________________
15. QUALI MALATTIE CURA?
_______________________________________________________________________
16. IN QUALI SITUAZIONI E’ CONSIGLIATA?
_______________________________________________________________________
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17. IN QUALI CONDIZIONI E’ PREFERIBILE FARE RICORSO ALLA
MEDICINA CONVENZIONALE?
_______________________________________________________________________
18. NELLA SUA ESPERIENZA PERSONALE QUANDO SI E’ DIMOSTRATA
EFFICACE?
_______________________________________________________________________
19. NELLA SUA ESPERIENZA PERSONALE QUANDO SI E’ RIVELATA
DANNOSA?
_______________________________________________________________________
20. PUO’ PENSARE A DEGLI EPISODI SPECIFICI?
_______________________________________________________________________
21. E’ A CONOSCENZA CHE LA FNOMCeO HA RICONOSCIUTO 9
COSIDDETTE MEDICINE NON CONVENZIONALI DEFINENDOLE ATTI
MEDICI?
_______________________________________________________________________
22. RITIENE UTILE/CORRETTO CHE CI POSSA ESSERE UN
RICONOSCIMENTO FUTURO ANCHE DELLA MEDICINA ALTERNATIVA
DA LEI PRATICATA?
_______________________________________________________________________
23. RITIENE CHE LA SUA PRATICA MEDICA SIA STATA AIUTATA DALLA
L.R. 13/2004 DEL F.V.G.?
_______________________________________________________________________
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