Le pillole di - FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi
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Le pillole di Notizie, commenti, istruzioni ed altro Numero 27 Direttore responsabile: Edi Sommariva Rinnovo CCNL Turismo prosecuzione delle trattative Roma 21 settembre 2009 Area Lavoro & Ufficio studi Area Lavoro Silvio Moretti Federico Salis a cura di : e Ufficio Studi Luciano Sbraga Giulia Erba - 2009 Introduzione Lo scorso 21 settembre si è svolto il secondo incontro con le organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL per il rinnovo del CCNL Turismo, in scadenza al 31 dicembre di quest’anno. Con lo strumento de “Le Pillole di FIPE” si coglie l’occasione, in un’ottica di informazione, di “aggiornare” costantemente circa l’andamento delle trattative in corso. In occasione dell’incontro è stato compiutamente esposto ai rappresentanti nazionali dei sindacati di categoria sia il quadro macroeconomico nazionale nel quale si innestano le trattative per il rinnovo sia le prime riflessioni più strettamente attinenti al CCNL. Di seguito si riporta una sintesi dell’intervento il cui testo integrale è scaricabile dal nostro sito www.fipe.it - Relazioni sindacali - area pubblica – varie 2 Le ultime previsioni sullo stato della nostra economia danno per il 2009 una caduta del PIL pari al 5% e una flessione dei consumi privati dell’1,7%, un tasso doppio rispetto a quello dell’anno scorso. Il quadro macroeconomico L’emergenza vera è rappresentata oggi dalla dinamica dell’occupazione o, meglio, da quella della disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è previsto crescere di due punti percentuali nel corso dell’anno, ma potrebbe anche essere di più, e di oltre mezzo punto nel 2010 pur in presenza di segnali di inversione del ciclo negativo. In tale ambito è bene ricordare che nel secondo trimestre di quest’anno il numero dei lavoratori dipendenti è calato nel nostro Paese di 135mila unità. Ed è soprattutto nei servizi che l’occupazione ha subito le maggiori perdite. Quadro macro-economico 2008 previsioni 2009 2010 Pil -1,0 -5,0 0,1 consumi privati -0,9 -1,7 0,2 Inflazione* 3,5 0,8 1,8 Tasso disoccupazione ** 6,8 8,8 9,4 * indice armonizzato dei prezzi al consumo ** in percentuale sulle forze lavoro Fonte: commissione europea – rapporto di primavera (per il PIL 2009 interim forecast) Il turnover imprenditoriale Negli ultimi dieci anni il sistema competitivo nel mercato dei consumi alimentari fuori casa è profondamente cambiato. Al sistema tradizionale dell’offerta, peraltro già ad ampia diffusione territoriale, si è via via affiancata una rete parallela di imprese, complice un sistema di regole fortemente asimmetrico, che ha portato il settore a contare un numero impressionante di operatori. I nuovi operatori assumono i connotati di un’impresa leggera con bassi livelli di investimento e bassi livelli di occupazione. Si tratta perlopiù di distributori automatici, di chioschi monoaddetto e di corner all’interno di esercizi che svolgono una diversa attività prevalente. L’eccessiva frammentazione dell’offerta e la bassa crescita dell’economia di questi ultimi anni, per non parlare dell’attuale fase recessiva, stanno seriamente compromettendo la capacità del settore di creare ricchezza come emerge in modo pesante dalla dinamica decrescente della produttività. Lo stock di imprese del settore pesa per il 5,2% sul totale delle imprese italiane. La struttura imprenditoriale del settore è caratterizzata dalla prevalenza della micro-impresa. Il 95% delle imprese non supera i 9 addetti in coerenza la struttura imprenditoriale nazionale. Appena lo 0,3% delle imprese, pari alla metà della media nazionale, conta oltre 50 addetti. Nel corso del 2008 si è chiuso un lungo ciclo di espansione del tessuto imprenditoriale del settore aggregato “Alberghi e pubblici esercizi” con un saldo tra imprese iscritte e cessate pari a -6.794 unità. Nel I semestre dell’anno la situazione non sembra migliorata. Hanno chiuso l’attività oltre 12mila imprese a fronte di 9mila nuove imprese. Il saldo è stato negativo 2.640 unità. Nati-mortalità delle imprese - 2008 e 1° semestre 2009 2008 Alberghi e pubblici esercizi 1° semestre 2009 Iscritte Cessate Saldo Iscritte Cessate Saldo 16.133 22.927 -6.794 9.496 12.136 -2.640 Fonte: elaborazione su dati Movimprese 3 D ina m ic a de i c o ns um i ne i pubblic i e s e rc izi (in mln. di euro - valo ri co ncatenati - anno di riferimento 2000) 56.000 La domanda 55.000 54.000 53.000 52.000 51.000 50.000 49.000 A partire dal 2002 la dinamica della crescita dei consumi nei pubblici esercizi ha subito una sensibile battuta d’arresto. Nel corso del 2009 è attesa una flessione dei consumi in bar e ristoranti di 1,2 punti percentuali con una lieve risalita nel 2010 che, tuttavia, dovrebbe riportare lo stock di domanda a livelli non superiori a quelli raggiunti nel 2006. Ne deriva che dai 55 miliardi di euro del 2008 la domanda scenderà di circa un miliardo di euro nel 2009, mentre un modesto recupero si registrerà nel 2010. Fonte: elaborazione su dati Ist at (nost ra st ima per il 2009/2010) Il valore aggiunto La produttività Il valore aggiunto ai prezzi base del settore del pubblico esercizio è stato nel 2008 in valore di poco superiore a 37 miliardi di euro a prezzi correnti. La dinamica dell’aggregato, depurato dalla variazione dei prezzi, di questo decennio mostra, dopo un lungo periodo di flessione, segni di ripresa nel biennio 2006-2007 e sostanziale stagnazione nel 2008. Nell’anno in corso è attesa una sensibile caduta nell’ordine di poco meno di due punti percentuali, mentre nel 2010 si dovrebbe registrare una lieve ripresa. R is t o ra nt i, ba r e m e ns e dina m ic a de l v a lo re a ggiunt o a i pre zzi ba s e (in mln. di euro -valo ri co ncatenati - anno 2000) 29.000 28.500 28.000 27.500 27.000 26.500 26.000 25.500 Fonte: elaborazione su dati Ist at Nel 2008 il valore aggiunto per unità di lavoro del settore dei pubblici esercizi è stato di poco superiore a 35mila euro. Soltanto l’agricoltura e alcuni servizi alla persona presentano un valore inferiore a quello del settore. A livello di intera economia l’indicatore di produttività supera i 56mila euro. Trascurando i confronti con i settori a più alto tasso di produttività, la produttività del settore è inferiore alla media nazionale di 37 punti, al settore delle costruzioni di 15 punti e al commercio di 14 punti. Valore aggiunto a prezzi base per unità di lavoro (Valori a prezzi correnti) VA / ULA VA / ULA ATTIVITÀ ECONOMICHE (N.I. (in euro) Totale=100) AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 22.045 39 INDUSTRIA IN SENSO STRETTO COSTRUZIONI COMMERCIO, RIPARAZIONI, ALBERGHI E RISTORANTI, TRASPORTI E COMUNICAZIONI Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni Alberghi e ristoranti Ristoranti, bar e mense Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA; 59.041 44.129 104 78 46.826 83 ATTIVITÀ IMMOBILIARI ED IMPRENDITORIALI ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI Totale Economia 43.586 77 37.222 35.799 62.199 66 63 110 109.510 194 45.755 56.525 81 100 Fonte: elaborazione su dati Istat 4 Un sistema d’offerta fortemente molecolare quale è quello italiano caratterizzato da livelli di servizio impegnativi non aiuta la crescita della produttività. Ma a complicare la situazione non c’è soltanto il livello della produttività ma anche 30,0 la sua dinamica. 29,0 Gli anni che vanno dal 2001 al 2004 mostrano una caduta della valore aggiunto 26,9 27,1 27,0 26,5 per unità di lavoro del 14%. Qualche segnale 26,4 25,7 26,2 di ripresa si è avuto nel quadriennio 25,8 successivo ma nonostante ciò a fine decennio 25,6 il livello di produttività atteso risulterà di ben 13 punti inferiore a quello di inizio decennio. Il settore dei pubblici esercizi deve imboccare con decisione la strada di un recupero di produttività mettendo in campo azioni Font e: elaborazione su dati Istat funzionali all’aumento dei volumi delle vendite non trascurando, tuttavia, l’opportunità di ripensare il modello di business. La pro dut t iv it à - R is t o ra nt i, ba r e m e ns e (mgl. di euro – valo ri co ncatenati - anno di riferimento 2000) L’occupazione Nel 2008 la quantità di lavoro impiegata nel comparto dei pubblici esercizi è tornata sui livelli di quattro anni prima. La flessione ha riguardato prevalentemente il lavoro indipendente che in quattro anni ha perso 20mila unità. Il lavoro dipendente ha visto crescere progressivamente il suo peso nei livelli occupazionali del comparto. La quota del lavoro dipendente sul totale è passata dal 57,1% del 2000 al 64,9% del 2008. R is t o ra nt i, ba r e m e ns e T re nd unit à di la v o ro (valo ri in migliaia) 593 542 622 627 634 637 644 647 555 385 394 393 408 425 413 410 407 405 unità di lavo ro dipendenti unità di lavo ro indipendenti Fonte: elaborazione su dati Istat 5 Prime considerazioni in vista del rinnovo del CCNL L’articolazione dei lavori ha previsto, dopo la presentazione delle piattaforme da parte delle OO.SS. dei lavoratori, avvenuta in luglio (si ricorda che Fisascat CISL e Uiltucs UIL hanno inviato due piattaforme di identico contenuto mentre la Filcams CGIL ne ha presentata una con contenuti diversi - si veda il numero 22 de “Le Pillole di FIPE”), l’illustrazione da parte delle nostre organizzazioni del documento di riflessioni e proposte per il rinnovo del CCNL. Col documento datoriale, consegnato alle OO.SS. dei lavoratori, la cui presentazione è stata affidata al capo della delegazione delle imprese, dott. Stefano Mauro (FIPE), si è voluto, innovando rispetto alle precedenti tornate contrattuali, rappresentare innanzitutto la particolare e grave situazione in cui si trovano tutti settori del turismo per effetto della crisi economica che sta attraversando il Paese, innestandosi peraltro su difficoltà strutturali, e per la cui soluzione non si intravedono ancora precisi segnali di ripresa. Ciò è stato fatto attraverso una puntuale ed oggettiva rappresentazione dei dati, sopra solo in parte richiamati ed elaborati dal nostro Centro Studi, riguardanti il quadro macroeconomico nazionale e i principali indicatori del settore, con un dettaglio relativo ai singoli comparti ( pubblici esercizi, ricettivo alberghiero ed extralberghiero, intermediazione ecc.) Successivamente, partendo dallo scenario economico in cui ci troviamo, sono state fornite le prime considerazioni in base alle quali le parti datoriali, in rappresentanza delle imprese, piccole medie o grandi, intendono affrontare il negoziato. Avendo posto, come tema prioritario per il sistema, la sopravvivenza delle stesse imprese e la difesa dell’occupazione, per non disperdere il patrimonio di professionalità che rappresenta la principale risorsa delle nostre aziende, sono stati indicati i principali obiettivi che il settore intende perseguire: • • • razionalizzazione della struttura dei costi; recupero di produttività; ricerca di adeguati livelli di professionalità ed incremento dell’appeal del settore, al fine di attrarre le migliori risorse presenti sul mercato 6 Prime considerazioni in vista del rinnovo del CCNL Governance Per il conseguimento di questi obiettivi sono stati indicati alle OO. SS. dei lavoratori gli ambiti sui quali muoversi: • • • • • In un’ottica di sistema e di “governance del settore”, pur nella consapevolezza delle difficoltà del bilancio statale, sarà importante il ruolo che possono giocare le parti sociali nei confronti del Governo per interventi più decisi su temi come : • • • Assetti contrattuali i meccanismi di governo istituzionale del settore (la c.d. governance); il sistema contrattuale e i suoi assetti, con riferimento anche al secondo livello; il welfare contrattuale e la bilateralità; il costo del lavoro; la semplificazione normativa del CCNL per un contratto più vicino alle imprese ed ai lavoratori. il riallineamento dell’IVA; la decontribuzione del salario variabile; la riduzione generalizzata del cuneo fiscale, L’equilibrio tra i livelli contrattuali rimane uno dei temi principale del confronto. Occorre a nostro avviso: • • • salvaguardare il ruolo del CCNL, assegnandogli una funzione di governo delle relazioni sindacali, in un’ottica di sviluppo della contrattazione di secondo livello rivedendo gli aspetti connessi alla durata ( la tempistica delle fasi nazionali non sempre si è dimostrata di immediata coerenza con le prassi di contrattazione di secondo livello); impedire che la sovrapposizione tra più livelli contrattuali si traduca in effetti moltiplicatori del costo del lavoro (non ripetitività delle materie e riferimento alla produttività, con disposizioni cogenti e fasi di verifica e di monitoraggio, a livello nazionale, per garantire il rispetto delle regole; attualizzare la struttura del secondo livello di contrattazione, evidenziando la possibilità di meccanismi di deroga assistita (c.d. clausole d’uscita) peraltro già previsti dal nostro contratto. L’introduzione, invece, di meccanismi automatici di garanzia retributiva rischia di frenare lo sviluppo del secondo livello, stabilendo un livello minimo di partenza anche per chi effettua la contrattazione decentrata, senza la garanzia, probabilmente, della possibilità di decontribuire tali somme. Welfare e bilateralità Occorre proseguire nella costruzione di un welfare contrattuale, integrativo e non sostitutivo del sistema pubblico. I temi principali su cui affrontare la discussione sono i seguenti: 1. specializzare e razionalizzare il sistema della bilateralità, con riferimento sia all’esigenza di concentrare gli sforzi, sia all'esigenza di ottimizzare l'organizzazione; 2. eliminare le attività improprie, gli sprechi, le duplicazioni (l'ente non si occupa di assistenza sanitaria, di previdenza, etc. ... né si sostituisce alle parti sociali nei ruoli tipicamente negoziali o conciliativi): 3. sviluppare e perfezionare il sostegno al reddito, che rimane uno dei compiti prioritari del sistema degli enti bilaterali; 4. recuperare la presenza sul mercato del lavoro, attraverso lo sviluppo dell'attività di certificazione dei contratti di lavoro; Produttività, flessibilità ed orario di lavoro Una particolare attenzione deve essere destinata al recupero di produttività attraverso una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle prestazioni lavorative. La leva principale è quella dell’orario di lavoro, rispetto alla quale il contratto ha solo parzialmente recepito le possibilità fornite alla contrattazione collettiva dalla recente normativa. 7 Prime considerazioni in vista del rinnovo del CCNL Le condizioni di grave difficoltà in cui versa il settore impongono che tutte le risorse economie e manageriali siano principalmente destinate al mantenimento dei livelli occupazionali la cui erosione rappresenta grave danno, anche in prospettiva, per il nostro settore, ed in particolare per alcuni comparti come nel caso della ristorazione collettiva. Costo del lavoro L’attuale scenario richiede quindi di affrontare il rinnovo del CCNL in termini di recupero e non solo di aumento di spesa e sollecita soluzioni per alleggerire il peso fiscale e previdenziale degli aumenti contrattuali. Per questa via si potrebbe assicurare una più trasparente gestione delle partite salariali anche nelle realtà di minori dimensioni. Potranno, inoltre, costituire oggetto del negoziato alcuni temi specifici quali ad esempio: Interventi su specifici istituti contrattuali • • • • scatti di anzianità, limiti del part-time, periodo di comporto, l’ottimizzazione di alcuni istituti contrattuali (onnicomprensività del trattamento economico in rapporto alle problematiche attinenti l’orario di lavoro). 8