CGT 7-9-15-relazione

Transcript

CGT 7-9-15-relazione
AREA METROPOLITANA
TORINO – CANAVESE
www.cislscuolatorino.it
[email protected]
[email protected]
TORINO: Via Madama Cristina, n° 50 - 10125 - Tel. 011.6520221 – Fax. 011.6520563
IVREA: Via Arduino, n° 97 - 100 15 - Tel. 0125.49619 – Fax. 0125.40411
CONSIGLIO GENERALE TERRITORIALE
CISL SCUOLA A. M. TORINO – CANAVESE
07 settembre 2015
O.d.g.:
1. Situazione politico-sindacale
2. Avvio anno scolastico 2015-16 “dentro la Buona scuola”: comportamenti, azioni e reazioni
3. Assemblea unitaria RSU e mobilitazioni locali e nazionali
4. Annuncio Assemblea organizzativa CISL e CISL Scuola
Situazione politico-sindacale e Avvio anno scolastico 2015-16 “dentro la Buona
scuola”: comportamenti, azioni e reazioni
Premessa:
• La Legge 107 entrata male e uscita peggio dal Parlamento per come è stata pensata e
scritta confonde spesso i piani delle attese con quelli della realtà e quindi necessita di molti
chiarimenti su scadenze e procedure.
• Scava un solco profondo tra i diversi profili dei lavoratori della scuola: tra Dirigenti Scolastici
e Docenti, tra Docenti e Docenti e Personale ATA mettendoli gli uni contro gli altri.
• Elimina il modello di scuola di qualità accessibile a tutti introducendo la prassi della ricerca
del finanziamento da parte di esterni e in tal modo rende di fatto “diseguali” le autonomie
scolastiche.
• Concentra ampi poteri nelle mani di un’unica figura attribuendo al Dirigente Scolastico un
eccesso di competenze e responsabilità che minano le relazioni all’interno delle scuole e
isolano la figura fondamentale per la comunità educativa.
• Limita le prerogative degli organi collegiali, in primis del Collegio dei Docenti e lede la libertà
di insegnamento.
• Impone un sistema di “valorizzazione del merito”che in realtà si presta ampiamente a
favorire i legami clientelari introducendo competizione (e rivalità) tra il personale ignorando
la necessità di collaborazione e di cooperazione tra i diversi soggetti che operano nella
scuola.
• Ha aumentato il grado di precarietà anche nel personale di ruolo, eliminando diritti acquisiti
introducendo gli ambiti territoriali.
• Ha esautorato le rappresentanze sindacali da quelle che sono prerogative proprie:
contrattare organizzazione del lavoro e salario (di base e accessorio).
• Ha previsto molte deleghe al governo su materie che rivoluzionano tutto il sistema italiano di
istruzione e formazione senza il dovuto confronto con chi nella scuola vive ogni giorno e con
coloro che rappresentano i lavoratori del settore.
• Introduce il divieto di assunzione dei docenti a tempo determinato con più di 36 mesi di
lavoro già effettuati non rinnovando il contratto al raggiungimento di tale soglia; ribaltando
1
del tutto la logica della sentenza europea che ne prevede, invece l’assunzione dopo tale
periodo.
• Fornirà ad ogni scuola docenti in più con l’organico potenziato, ma poiché risponde solo alla
logica cieca di sfoltimento delle graduatorie quasi certamente saranno destinati
prioritariamente a coprire le supplenze degli assenti invece che potenziare l’offerta
formativa necessaria alle scuole.
Inoltre la Legge di stabilità 2015 ha previsto:
• Proroga del blocco dei contratti e Congelamento dell’indennità di vacanza contrattuale
fino al 31/12/2018,
• Taglio ai Finanziamenti Autonomia Progetti legge 440 per 30 milioni,
• Riduzione ad un solo Coordinatore di educazione fisica per regione,
• Abrogazione degli esoneri e i semiesoneri per i vicari
• Abolizione delle Supplenze brevi al personale ATA - AA con almeno 3 posti; - AT; - CS
per i primi sette giorni di assenza (si provvede con le ore eccedenti del MOF),
• Abolizione delle supplenze per il primo giorno di assenza dei docenti.
• Riduzione dell’organico ATA con un taglio di 2.020 posti
• Ricollocazione personale in esubero delle province e città metropolitane a scapito
dell’organico del personale amministrativo
1) Quale carattere dovrà avere il nuovo anno scolastico a seguito
dell’approvazione della Legge 107 del 13/7/15 e della Legge di Stabilità?
Occorre perseguire prioritariamente i seguenti obiettivi:
• Rimettere al centro delle discussioni il miglioramento dei risultati degli alunni e non solo le
questioni strutturali
• Colmare il solco scavato e ripristinare il senso forte degli Organi collegiali. Ritornare a dare
un senso al concetto di comunità educante all’interno delle scuole con l’apporto di tutte le
componenti che vi operano: non si lotta contro qualcuno (il Dirigente Scolastico) ma insieme
per ricostruire
• Coinvolgere gli studenti e le famiglie nel percorso di conoscenza e condivisione
• Informare l’opinione pubblica di ciò che è profondamente sbagliato, uscendo dalle questioni
corporative della categoria (che non sarebbero comprese e condivise dai lavoratori dei
settori privati)
• Modificare le parti della Legge che sono in contrasto con il dettato costituzionale, con le
norme non abrogate e con il CCNL vigente
• Depotenziare le parti di prima attuazione che minano il carattere collegiale
• Rinnovare il CCNL al fine di gestire, normare e regolamentare gli istituti legislativi che
hanno valenza contrattuali
2) Quali azioni il sindacato mette in campo per l'avvio del nuovo anno
scolastico rispetto alla legge 107/2015 (dove e come intervenire)?
L'azione si articola su quattro fronti:
• I tribunali - l'impugnativa davanti al giudice per le parti che si ritengono anticostituzionali
(non sono poche e neanche marginali): la lesione della libertà d’insegnamento, la creazione
2
di un’autorità salariale nella sola figura del dirigente, l’introduzione di meccanismi di
valutazione individuale a cui conseguono premi in denaro che, in quanto elementi di natura
salariale, sono da disciplinare in sede contrattuale - RICORSO NAZIONALE UNITARIO
• Le scuole - attraverso assemblee: di RSU, di scuola per la gestione delle parti attuative
nell'avvio del nuovo anno scolastico, con la ripresa dell'attività didattica e con le
conseguenze organizzative – PIANO DI ASSEMBLEE UNITARIE CONCORDATO PER
TUTTA LA PROVINCIA DI TORINO E ASSEMBLEA UNITARIA DELLE RSU
• Il territorio - attraverso incontri: cittadini, aperti a tutti i soggetti, con le forze politiche, con le
altre categorie sindacali… PIANO DI INCONTRI UNITARI CONCORDATO PER TUTTA
LA PROVINCIA DI TORINO
• La piazza - Perché ci sia il coinvolgimento dell’opinione pubblica, la protesta sia ascoltata e
la mobilitazione continui
Azioni possibili all’interno delle scuole per l’avvio dell’anno scolastico
Premesso che:
• La legge 107 non ha abrogato il Testo Unico 297/94, il DPR 275/97 – Regolamento
dell’autonomia, il D. Lvo 165/01 e il D.Lvo 150/09 tantomeno il CCNL 2007/09, sebbene
risultino per disapplicazioni negli anni e per usura un po’ indeboliti.
• Occorre considerare nel loro insieme sistemico le fonti normative e le risorse economiche a
disposizione di ogni singola istituzione scolastica.
• Ogni istituzione scolastica esercitando l'Autonomia riconosciuta dalla stessa legge, seppur
limitata nei fatti, potrà esercitare alcune prerogative.
• Dare indicazioni su come gestire il nuovo non vuol dire connivenza o accettazione supina,
ma focalizzarsi sulle opportunità che si aprono concretamente nel rimarcare e depotenziare
gli effetti negativi della norma.
• La Legge 107 entrata male e uscita peggio dal Parlamento per come è stata pensata e
scritta confonde spesso i piani delle attese con quelli della realtà e quindi necessita di molti
chiarimenti su scadenze e procedure.
• Le risorse aggiuntive che la Legge consegna alle scuola sono un parziale risarcimento di
ciò che è stato tagliato negli ultimi vent’anni e in quest’ottica il raccordo continuo con la
Contrattazione d’Istituto può depotenziare il carattere clientelare insito in alcune cosiddette
novità della Legge
• L’azione collegiale e condivisa, vigila sui rischi di sovrapposizioni con il Bonus, apre spazi di
utilizzo del Bonus per funzioni organizzative, liberando risorse FIS per la didattica
3) Le delibere di competenza del Collegio Docenti, che coinvolgeranno i
colleghi nelle prime settimane di settembre:
PIANO DELLE ATTIVITÀ
Sfondo
Non ci sono riferimenti normativi nuovi
Soglia di attenzione
Occorre deliberare un Piano delle Attività più preciso possibile
Perché?
Il tentativo di esautorare o minimizzare il ruolo del Collegio Docenti: va combattuto sia sul
piano delle argomentazioni, come da noi fatto in questi mesi, sia su quello dei comportamenti
3
consapevoli (compito di ogni docente)
Come?
La delibera deve essere più è precisa possibile: date, orari, argomenti.
In tal modo è più facile controllare la programmazione dell'anno scolastico
Riferimenti Normativi
• D.L.vo 297/94, art. 7, comma 2;
Art. 7 - Collegio dei docenti
1. Il collegio dei docenti è composto dal personale docente di ruolo e non di ruolo in servizio nel
circolo o nell'istituto, ed è presieduto dal direttore didattico o dal preside. Fanno altresì parte del
collegio dei docenti i docenti di sostegno che ai sensi del successivo articolo 315, comma 5,
Assumono la contitolarità di classi del circolo o istituto. Nelle ipotesi di più istituti o scuole di istruzione
secondaria superiore di diverso ordine e tipo aggregati, ogni istituto o scuola aggregata mantiene un
proprio collegio dei docenti per le competenze di cui al comma 2.
2. Il collegio dei docenti:
a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare
cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli
ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze
ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto
della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente;
b) formula proposte al direttore didattico o al preside per la formazione, la composizione delle classi e
l'assegnazione ad esse dei docenti, per la formulazione dell'orario delle lezioni e per lo
svolgimento delle altre attività scolastiche, tenuto conto dei criteri generali indicati dal consiglio di
circolo o d'istituto;
c) delibera, ai fini della valutazione degli alunni e unitamente per tutte le classi, la suddivisione
dell'anno scolastico in due o tre periodi;
d) valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in
rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune
misure per il miglioramento dell'attività scolastica;
e) provvede all'adozione dei libri di testo, sentiti i consigli di interclasse o di classe e, nei limiti delle
disponibilità finanziarie indicate dal consiglio di circolo o di istituto, alla scelta dei sussidi didattici;
f) adotta o promuove nell'ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità
degli articoli 276 e seguenti;
g) promuove iniziative di aggiornamento dei docenti del circolo o dell'istituto;
h) elegge, in numero di uno nelle scuole fino a 200 alunni, di due nelle scuole fino a 500 alunni, di tre
nelle scuole fino a 900 alunni, e di quattro nelle scuole con più di 900 alunni, i docenti incaricati di
collaborare col direttore didattico o col preside; uno degli eletti sostituisce il direttore didattico o
preside in caso di assenza o impedimento. Nelle scuole di cui all'articolo 6 , le cui sezioni o classi
siano tutte finalizzate all'istruzione ed educazione di minori portatori di handicap anche nei casi in
cui il numero degli alunni del circolo o istituto sia inferiore a duecento il collegio dei docenti elegge
due docenti incaricati di collaborare col direttore didattico o preside;
i) elegge i suoi rappresentanti nel consiglio di circolo o di istituto;
j) elegge, nel suo seno, i docenti che fanno parte del comitato per la valutazione del servizio del
personale docente;
k) programma ed attua le iniziative per il sostegno degli alunni portatori di handicap;
l) nelle scuole dell'obbligo che accolgono alunni figli di lavoratori stranieri residenti in Italia e di
lavoratori italiani emigrati adotta le iniziative previste dagli articoli 115 e 116;
m) esamina, allo scopo di individuare i mezzi per ogni possibile recupero, i casi di scarso profitto o di
irregolare comportamento degli alunni, su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e sentiti gli
specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico, socio-psicopedagogici e di orientamento;
n) esprime al direttore didattico o al preside parere in ordine alla sospensione dal servizio e alla
sospensione cautelare del personale docente quando ricorrano ragioni di particolare urgenza ai
sensi degli articoli 468 e 506;
o) esprime parere, per gli aspetti didattici, in ordine alle iniziative dirette alla educazione della salute e
alla prevenzione delle tossicodipendenze previste dall'articolo 106 del testo unico approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309;
p) si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal presente testo unico, dalle leggi e dai
4
regolamenti, alla sua competenza.
3. Nell'adottare le proprie deliberazioni il collegio dei docenti tiene conto delle eventuali proposte e
pareri dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe.
4. Il collegio dei docenti si insedia all'inizio di ciascun anno scolastico e si riunisce ogni qualvolta il
direttore didattico o il preside ne ravvisi la necessità oppure quando almeno un terzo dei suoi
componenti ne faccia richiesta; comunque, almeno una volta per ogni trimestre o quadrimestre.
5. Le riunioni del collegio hanno luogo durante l'orario di servizio in ore non coincidenti con l'orario di
lezione.
6. Le funzioni di segretario del collegio sono attribuite dal direttore didattico o dal preside ad uno dei
docenti eletto a norma del precedente comma 2, lettera h).
• CCNL 2007/09 comma 4, articolo 28
4. Gli obblighi di lavoro del personale docente sono articolati in attività di insegnamento ed in attività
funzionali alla prestazione di insegnamento.
Prima dell’inizio delle lezioni, il dirigente scolastico predispone, sulla base delle eventuali proposte
degli organi collegiali, il piano annuale delle attività e i conseguenti impegni del personale docente,
che sono conferiti in forma scritta e che possono prevedere attività aggiuntive. Il piano, comprensivo
degli impegni di lavoro, è deliberato dal collegio dei docenti nel quadro della programmazione
dell’azione didattico-educativa e con la stessa procedura è modificato, nel corso dell’anno scolastico,
per far fronte a nuove esigenze. Di tale piano è data informazione alle OO.SS. di cui all’art. 7-
PTOF TRIENNALE
Sfondo
Rimane di competenza del Coll.Docenti. Il testo deliberato e adottato serve al DirScol per
giustificare le richieste di docenti aggiuntivi (Organico dell’Autonomia)
Soglia di attenzione
Il POF deve raccordarsi con il R.A.V.: uno senza l’altro sono monchi. Poiché
dall’autovalutazione d’istituto consegue la formazione di obiettivi di miglioramento e questi
potrebbero diventare decisivi ai fini del riconoscimento del salario di risultato dei Dirigenti
Scolastici, occorre porre molta attenzione alla reale fattibilità di ogni proposta: rischio di
anticipare le scelte senza attenzione alle conseguenze.
Riferimenti Normativi
• D.L.vo 297/94, art. 7, comma 2 (vedi sopra);
• DPR 275/99 art. 3 (come modificato dalla Legge 107/2015 nel comma 14)
14. L'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.
275, è sostituito dal seguente: «Art. 3 (Piano triennale dell'offerta formativa). –
1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano
triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale
costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione
curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della
loro autonomia.
2. Il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi,
determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8, e riflette le esigenze del contesto culturale,
sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta
formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari,
valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da coprire:
a) il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, sulla base del monte
orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di
flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti
di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente;
b) il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa.
3. Il piano indica altresì il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario,
nel rispetto dei limiti e dei parametri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 giugno 2009, n. 119, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1, comma 334, della
legge 29 dicembre 2014, n. 190, il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature materiali, nonché i
5
piani di miglioramento dell'istituzione scolastica previsti dal regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80.
4. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e
delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal
consiglio d'istituto.
5. Ai fini della predisposizione del piano, il dirigente scolastico promuove i necessari rapporti con gli
enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio;
tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori
e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti».
• DPR 275/99 art. 4 e 5
Art. 4 (Autonomia didattica)
1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa
delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi
nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita
educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di
ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.
2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e
dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di
apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di
flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro:
a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività;
b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e
l'utilizzazione, nell'ambito del curricolo obbligatorio di cui all'articolo 8, degli spazi orari residui;
c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione
degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo
quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104;
d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi
anni di corso;
e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.
3. Nell'ambito dell'autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi
manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché
insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali.
4. Nell’esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la
realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e
professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di
interventi integrati a norma dell'articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa
nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche
rispetto agli obiettivi prefissati.
5. La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri
di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di
trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative.
6. I criteri per il riconoscimento dei crediti e per il recupero dei debiti scolastici riferiti ai percorsi dei
singoli alunni sono individuati dalle istituzioni scolastiche avuto riguardo agli obiettivi specifici di
apprendimento di cui all'articolo 8 e tenuto conto della necessità di facilitare i passaggi tra diversi tipi e
indirizzi di studio, di favorire l'integrazione tra sistemi formativi, di agevolare le uscite e i rientri tra
scuola, formazione professionale e mondo del lavoro. Sono altresì individuati i criteri per il
riconoscimento dei crediti formativi relativi alle attività realizzate nell'ambito dell'ampliamento
dell'offerta formativa o liberamente effettuate dagli alunni e debitamente accertate o certificate.
7. Il riconoscimento reciproco dei crediti tra diversi sistemi formativi e la relativa certificazione sono
effettuati ai sensi della disciplina di cui all'articolo 17 della legge 24 giugno 1997 n. 196, fermo
restando il valore legale dei titoli di studio previsti dall'attuale ordinamento.
Art. 5 (Autonomia organizzativa)
1. Le istituzioni scolastiche adottano, anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti, ogni modalità
organizzativa che sia espressione di libertà progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e
specifici di ciascun tipo e indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi
innovativi e il miglioramento dell'offerta formativa.
2. Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle
6
esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di
determinazione del calendario scolastico esercitate dalle Regioni a norma dell'articolo 138, comma 1,
lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
3. L'orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e attività sono organizzati
in modo flessibile, anche sulla base di una programmazione plurisettimanale, fermi restando
l'articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni settimanali e il rispetto del monte ore annuale,
pluriennale o di ciclo previsto per le singole discipline e attività obbligatorie.
4. In ciascuna istituzione scolastica le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate
nelle varie classi e sezioni in funzione delle eventuali differenziazioni nelle scelte metodologiche ed
organizzative adottate nel piano dell'offerta formativa.
Problemi
• La richiesta di Organico dell’Autonomia per il 2015/16 potrebbero essere soddisfatte solo
parzialmente a causa delle connessioni con le “assunzioni multifase” di quest’anno e le
incerte prospettive della mobilità prossima.
• Il PTOF triennale vero parte dal 16/17 con indicazione del fabbisogno entro maggio 2016:
devono corrispondere i tempi di questa richiesta con l’autorizzazione di eventuali nuovi
indirizzi e corsi. Non è solo questione di tempo ma di cocorrenza di competenze tra
istituzioni (Titolo V e rapporti tra Regione e MIUR)
• L’organico di fatto nella nostra provincia (e in Piemonte) costituisce una parte sostanziale
dell’organico che serve alle scuole. Qualora l’organico del potenziamento “assorbisse” il
fatto avremmo un danno grave e una forte discriminazione rispetto alle altre province.
ARTICOLAZIONE DEL COLLEGIO: COMMISSIONI (didattiche e organizzative) e
INCARICHI (compresi quelli da affidare allo staff - fino al 10% dei docenti)
Sfondo
Da considerare contestualmente a Comitato Valutazione e Bonus altrimenti si possono
creare molte incongruenze.
Riferimenti Normativi
• DPR 275/99 art. 4 e 5 (vedi sopra)
COMITATO DI VALUTAZIONE
Sfondo
Risponde a due compiti: anno di formazione dei docenti (composizione ristretta ai soli
docenti) e di cooperare con il DirScol per la definizione del premio salariale (Bonus).
Soglia di attenzione
Nella delibera
• sottolineare che le modalità previste dalla Legge 107 non valorizzano adeguatamente la
professionalità del corpo docenti;
• indicare come opportuna la scelta di ricondurre l'individuazione dei criteri di erogazione del
Bonus, stante la natura di compenso accessorio.
Attraverso interventi nel collegio si possono inoltre verbalizzare le posizioni rispetto
all’inadeguatezza della valorizzazione della professionalità, la lontananza dai valori della
collegialità e della condivisione, ecc.
Il rischio pesante che si corre, senza definire criteri di valorizzazione, è di vedere FIS e
Bonus concentrati su poche persone con modalità non trasparenti e non condivise.
Ecco perché può essere utile una posizione di astensione da parte dei componenti del
comitato di valutazione rispetto ai criteri per il BONUS, demandando all'intesa con le RSU.
Il raccordo contrattuale tra FIS e Bonus, evita che siano riconosciute due volte le stesse
7
funzioni solo nominalmente diverse.
Riferimenti Normativi
D.L.vo 165/2001 novellato dal 150/09, art. 45-55ter (“i compensi accessori si contrattano”)
Documenti normativi e sindacali di riferimento:
• D. Lvo 297/94 Testo Unico in materia di
• D.P.R. 275/97 Regolamento dell’autonomia
• D. Lvo 165/01 Attribuzione della dirigenza e relazioni sindacali
• D.Lvo 150/09 Decreto Brunetta per alcune modifiche del D. Lvo 165/01
• C.C.N.L. 2007/09 Contratto collettivo nazionale di lavoro attualmente in vigore
• Linee guida unitarie
• Documento conclusivo del consiglio generale CISL SCUOLA (22/23 luglio 2015)
• Navigare Informati (CISL SCUOLA di prossima pubblicazione)
4. Comunicazioni:
1. Risultati ottenuti
• In Piemonte autorizzati 1.030 posti aggiuntivi (164+324+ 542) con i quali si riuscirà,
almeno in parte, a rispondere all'aumento di circa 2500 alunni rispetto all'anno
scolastico
• azzerati i tagli sul personale ATA previsti dalla Legge di Stabilità, 164 posti + 324
ulteriori posti in deroga (totale + 488 posti),
• autorizzati 542 posti in deroga di Docenti di sostegno.
• soluzione per esonero vicari
2. Assemblea unitaria nazionale delle RSU
• 11 settembre a Roma – Teatro Quirino ore 10,00-13,30
3. Azioni unitarie per l’avvio dell’anno scolastico concordate con FLCCGIL, CISL Scuola,
UIL Scuola, SNALS, GILDA provinciali nell’incontro del giorno 1^ settembre 2015:
• Riunione dei propri organismi statutari e delle RSU
• 14 settembre Volantinaggio davanti alle scuole e conferenza stampa
• Piano di assemblee territoriali, con la presenza di almeno un rappresentante delle
OO.SS. in tutte, che coinvolga tutte le scuole si Torino e Provincia
• Coinvolgimento delle famiglie attraverso i presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto e
degli studenti
• Coinvolgimento delle altre categorie dei lavoratori delle confederazioni
• Assemblea unitaria delle RSU
4. Percorso assemblea organizzativa CISL e CISL Scuola
• 21 settembre assemblea organizzativa CISL Scuola Torino-Canavese con CGT + RSU
iscritte alla CISL
• 24 settembre assemblea organizzativa CISL Scuola Piemonte
• 12 ottobre assemblea organizzativa CISL Torino-Canavese
• 4-5 novembre assemblea organizzativa CISL Scuola Nazionale
Torino, 07 settembre 2015
8