Esercizi 7 sol
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Esercizi 7 sol
Corso di Geometria 2010-11 BIAR, BSIR Esercizi 7: soluzioni x 3x + 2y Esercizio 1. Dimostrare che l’endomorfismo di R : f = è simmetrico, e y 2x + 6y trovare una base ortonormale di R2 formata da autovettori di f . 3 2 , simmetrica: f è simmetrico, dunque diagonalizzabile. Soluzione. La matrice canonica è 2 6 1 2 2 ; base ortonormale di E(2): √ . Gli autovalori sono λ1 = 2, λ2 = 7. Base di E(2): −1 −1 5 1 1 . Unendo le due basi ortonormali, Analogamente, una base ortonormale di E(7) è √ 5 2 otteniamo la base ortonormale di autovettori 1 1 1 2 ,√ . B:√ 5 −1 5 2 2 −4 3 Esercizio 2. Data la matrice simmetrica A = 3 4 M e una matrice diagonale D tali che M t AM = D. determinare una matrice ortogonale Soluzione. Le colonne di M sono date da una base ortonormale di autovettori dell’endomorfismo simmetrico f di R2 rappresentato da A rispetto alla base canonica. Un calcolo mostra che gli autovalori sono λ1 = −5, λ2 = 5, e una base ortonormale di autovettori è 1 1 3 1 √ ,√ , 10 −1 10 3 1 1 associati rispettivamente a −5 e 5. Dunque possiamo prendere M = √ 10 −5 0 . 0 5 3 1 , D = −1 3 x x+y−z Esercizio 3. Dimostrare che l’endomorfismo di R3 : f y = x + y − z è simmetrico, e z −x − y + z trovare una base ortonormale di R3 formata da autovettori di f . 1 1 −1 1 −1, è simmetrica, dunque f è diagonalizzabile. Soluzione. La matrice canonica è 1 −1 −1 1 1 1 Gli autovalori distinti sono λ1 = 0, λ2 = 3. Una base di E(0) è data da −1 , 0. Per 0 1 ricavare una base ortonormale, applichiamo l’algoritmo di Gram-Schmidt a tale base e troviamo la base ortonormale di E(0): 1 1 1 1 −1 , √ 1 . B1 : √ 2 6 2 0 Si verifica poi che una base ortonormale di E(3) è data da 1 1 B2 : √ 1 . 3 −1 Una base ortonormale di R3 formata da autovettori di f è dunque 1 1 1 1 1 1 B1 ∪ B2 : √ −1 , √ 1 , √ 1 . 2 6 2 3 −1 0 2 −1 1 Esercizio 4. Data la matrice simmetrica A = −1 1 0 determinare una matrice ortog1 0 1 onale M e una matrice diagonale D tali che M t AM = D. 2 Soluzione. Occorre trovare una base ortonormale dell’endomorfismo di R3 rappresentato da A rispetto alla base canonica. Gli autovalori sono λ1 = 0, λ2 = 1, λ3 = 3: sono tutti semplici, e quindi i tre autospazi hanno tutti dimensione 1. Un calcolo mostra che una base ortonormale di E(0) è 1 1 √ 1 , B1 : 3 −1 una base ortonormale di E(1) è 0 1 √ 1 , B2 : 2 1 e una base ortonormale di E(3) è 2 1 B3 : √ −1 . 6 1 Dunque una base ortonormale di autovettori è 1 0 2 1 1 1 1 ,√ 1 ,√ −1 B1 ∪ B1 ∪ B1 : √ 3 −1 2 1 6 1 associati, rispettivamente, a 0, 1, 3, dunque 2 1 √ √ 0 3 6 1 1 1 √ √ −√ M = , 3 2 6 1 1 1 √ √ −√ 3 2 6 0 0 0 D = 0 1 0 . 0 0 3 Esercizio 5. Sia f l’endomorfismo di R3 tale che: f (e1 ) = e1 + e3 , f (e2 ) = e2 , f (e3 ) = e1 + e3 , dove (e1 , e2 , e3 ) è la base canonica di R3 . a) Scrivere la matrice associata a f rispetto alla base canonica. b) Trovare una base di Kerf e una base di Imf . c) Stabilire se f è diagonalizzabile. 3 d) Trovare, se esiste, una base ortonormale di autovettori di f . 1 0 1 Soluzione. a) A = 0 1 0. 1 0 1 b) Il nucleo ha base (1, 0, −1)t , l’immagine ha base data dalle colonne linearmente indipendenti di A, cioè (1, 0, 1)t , (0, 1, 0)t . c) Poiché la matrice canonica A di f è simmetrica, f è un endomorfismo simmetrico dunque è sicuramente diagonalizzabile. d) Autovalori: 0, 1, 2. Si verifica che una base ortonormale di autovettori è ad esempio 1 1 0 1 1 √ 0 , 1 ,√ 0 , 2 −1 2 1 0 associati, rispettivamente, a 0, 1, 2. 4 2 1 1 0 , v3 = 0; sia E il sottospazio , v = Esercizio 6. Sono dati i vettori di R4 : v1 = 2 0 2 1 0 0 1 di R4 generato da v1 , v2 , v3 . a) Descrivere E con un’equazione e calcolare la dimensione di E. b) Trovare una base ortonormale del sottospazio E. c) Estendere la base trovata in b) ad una base ortonormale di R4 . d) Trovare una base del sottospazio E ⊥ . Soluzione. a) I tre generatori sono linearmente indipendenti e la dimensione di E vale 3. Il sottospazio è descritto dall’equazione x2 − x4 = 0. b) Applichiamo l’algoritmo di Gram-Schmidt alla base (v1 , v2 , v3 ) e otteniamo la base ortonormale: 1 1 1 −1 0 1 1 1 1 , u2 = , u3 = √ . u1 = 2 1 2 1 2 −1 0 1 −1 0 1 4 c) Il vettore 0 è ortogonale a v1 , v2 , v3 dunque una base ortonormale di R che estende la −1 4 base precedente è: 1 1 1 0 −1 0 1 1 1 1 1 1 , u2 = , u3 = √ , u4 = √ . u1 = 2 1 2 1 2 −1 2 0 1 −1 0 −1 0 1 ha dimensione 1 con base 0 . −1 d) E ⊥ 1 1 2 , v2 = −1. Esercizio 7. Sono dati i vettori: v1 = −3 4 a) Trovare una base di ciascuno dei sottospazi: W1 = {v ∈ R3 : hv, v1 i = 0} W2 = {v ∈ R3 : hv, v2 i = 0}, e quindi trovare una base di W3 = W1 ∩ W2 . b) Determinare una base ortonormale di W1 e una base ortonormale di W1⊥ . c) È vero che R3 = W1 ⊕ W2 ? d) È vero che R3 = W1 ⊕ W2⊥ ? x Soluzione. a) Detto v = y il vettore generico osserviamo che v ∈ W1 se e solo se x + z 2y 3z = 0, che è quindi l’equazione di W1 . Risolvendo, otteniamo la base data da − diW1 2 3 1 4 −1 , 0. In modo analogo, W2 ha equazione x − y + 4z = 0 e base 1 , 0 . Ora 0 1 0 −1 W1 ∩ W2 ha equazioni ( x + 2y − 3z = 0 x − y + 4z = 0 −5 e risolvendo otteniamo la base di W1 ∩ W2 data dal vettore 7 . Osserviamo anche che 3 W1 ∩ W2 è il sottospazio formato dai vettori ortogonali sia a v1 che a v2 . 5 2 3 b) Applicando l’algoritmo di Gram-Schmidt alla base −1 , 0 di W1 otteniamo la base 0 1 ortonormale di W1 data da 2 3 1 1 √ −1 , √ 6 . 5 70 5 0 1 1 1 ⊥ ⊥ 2 . 2 Si vede subito che W1 ha base v1 = dunque una base ortonormale di W1 è √ 14 −3 −3 c) No, perché W1 ∩ W2 6= {O}. 1 2 3 1 ⊥ d) W2 ha dimensione 1, con base v2 = −1 . I tre vettori −1 , 0 , −1 sono 4 0 1 4 3 ⊥ linearmente indipendenti, e formano una base di R : si ha dunque che W1 + W2 = R3 e W1 ∩ W2⊥ = {O}: la somma è diretta. Esercizio 8. a) Trovare tutti i vettori di R2 2 . che hanno norma 1 e sono ortogonali a 5 3 b) Trovare tutti i vettori di R che hanno norma 1 e sono ortogonali a entrambi i vettori 1 1 1 , 0 . −1 1 1 1 1 c) Esiste un vettore di norma 1 ortogonale ai vettori 1 , 1 , 0? 1 0 0 2 5t Soluzione. a) Il vettore generico di ortogonale a è , con t ∈ R, e ha norma 5 −2t √ 1 29t2 . La norma del vettore è 1 se e solo se t = ± √ . Dunque i vettori cercati sono due: 29 1 1 5 5 √ , −√ . −2 −2 29 29 R2 x 1 1 b) Il vettore generico v = y di R3 è ortogonale a entrambi i vettori 1 , 0 se e solo z 1 −1 6 se ( x+y+z =0 x−z =0 1 1 Risolvendo, vediamo che v è del tipo t −2, e ha norma 1 se e solo se t = ± √ . I vettori 6 1 cercati sono due: 1 1 1 1 √ −2 , − √ −2 . 6 6 1 1 1 1 1 c) No. I tre vettori 1 , 1 , 0 sono linearmente indipendenti e quindi formano una 1 0 0 3 base di R : l’unico vettore ortogonale a tutti i vettori di una base è il vettore nullo. Esercizio 9. Sia W il sottospazio di R4 costituito dalle soluzioni del sistema lineare omogeneo AX = 0 dove 1 −1 1 1 A= 1 1 −1 1 Trovare una base ortonormale di W , ed estendere tale base ad una base ortonormale di R4 . Soluzione. Il sistema si scrive ( x−y+z+w =0 x+y−z+w =0 −s t e il suo insieme delle soluzioni è W = { t : t, s ∈ R} con base s 1 0 0 1 , . 0 1 −1 0 I due vettori sono già ortogonali, quindi una base ortonormale di W si ottiene semplicemente normalizzando tali vettori: 1 0 1 1 1 0 , √ . B1 : √ 2 0 2 1 −1 0 7 Una base ortonormale di R4 che estende la base di W appena trovata si ottiene aggiungendo una base ortonormale del sottospazio W ⊥ . Ora W ⊥ ha equazioni x1 − x4 = 0, x2 + x3 = 0 1 1 dunque una base ortonormale di W ⊥ è B2 : √ (1, 0, 0, 1)t , √ (0, 1, −1, 0)t . Unendo le due basi 2 2 si ottiene la base ortonormale estesa: 1 0 1 0 1 0 1 1 1 0 1 1 B1 ∪ B2 : √ , √ , √ , √ . 2 0 2 1 2 0 2 −1 −1 0 1 0 Esercizio 10. Dato il vettore u = (1, 1, −1, −1)t ∈ R4 , si consideri il sottospazio W : W = {w ∈ R4 : hw, ui = 0}. a) Trovare una base di W . b) Trovare una base ortonormale di W e una base ortonormale di W ⊥ . c) Determinare i vettori di W che hanno norma 2 e sono ortogonali ai primi due vettori della base canonica di R4 . d) Descrivere il sottospazio di R4 costituito dai vettori di W che sono ortogonali ai primi tre vettori della base canonica di R4 . Soluzione. a) W ha equazione x1 + x2 − x3 − x4 = 0 e base, ad esempio: (1, −1, 0, 0)t , (1, 0, 1, 0)t , (1, 0, 0, 1)t . b) Ortonormalizzando la base appena trovata con l’algoritmo di Gram-Schmidt si ottiene la base ortonormale di W : 1 1 1 1 1 1 1 1 −1 , √ , √ . √ 2 0 6 2 12 −1 0 0 3 Una base di W ⊥ è u = (1, 1, −1, −1) e quindi una base ortonormale di W ⊥ è 1 1 1 . 2 −1 −1 8 c) Il vettore generico di W è del tipo (−b + c + d, b, c, d)t , con a, b, c ∈ R. Tale vettore è ortogonale a√e1 , e2 se e solo se b = 0, c + d = 0. Dunque otteniamo vettori del tipo (0, 0, t, −t), √ √ con norma 2t2 . Uguagliando la norma a 2 otteniamo t = 2, t = − 2. Dunque otteniamo i due vettori: 0 0 0 0 √ , √ . 2 − 2 √ √ − 2 2 d) Il sottospazio nullo. Esercizio 11. a) Determinare una base ortonormale del sottospazio E di R3 di equazione x − y + 2z = 0. b) Trovare una matrice ortogonale le cui prime due colonne appartengono al sottospazio E. c) Sia f un endomorfismo simmetrico non nullo di R3 tale che Kerf = E. Descrivere gli autospazi di f . 2 1 Soluzione. a) Una base di E è 1 , 0 e applicando l’algoritmo di Gram-Schmidt otteni−1 0 amo la base ortonormale di E: 1 1 1 1 √ 1 ,√ −1 . 2 0 3 −1 b) Sappiamo che le colonne di una matrice ortogonale 3 × 3 devono formare una base ortonormale di R3 . Le prime due colonne di M devono essere quindi una base ortonormale di E: le prendiamo uguali ai due vettori della base ortonormale trovata nella parte a). L’ultima colonna 1 1 ⊥ √ −1 . Dunque una matrice possibile deve essere una base ortonormale di E , ad esempio 6 2 è: 1 1 1 √ √ √ 2 3 6 1 1 1 −√ −√ M = √ 2 3 6 1 2 √ 0 −√ 3 6 c) Gli autospazi di un endomorfismo simmetrico sono a due a due ortogonali. Per ipotesi, f ha un autovalore λ1 = 0 con autospazio associato di dimensione 2 dato dal sottospazio E. Per 9 il teorema spettrale, f è diagonalizzabile. Quindi f ammetterà un secondo autovalore λ2 6= 0 con autospazio associato E(λ2 ) di dimensione 1, e tale che E(λ2 ) ⊥ E. Necessariamente, 1 ⊥ ⊥ E(λ2 ) = E . In conclusione, gli autospazi di f sono E e E , quest’ultimo con base −1. 2 Esercizio 12. Sia f l’unico endomorfismo di R2 tale che f 1 −2 = −1 2 4 ef = . 2 1 2 a) f è simmetrico? x b) Calcolare f . y Soluzione. a) I vettori v1 = 1 2 , v2 = formano una base di R2 e si ha per ipotesi −2 1 ( f (v1 ) = −v1 f (v2 ) = 2v2 dunque (v1 , v2 ) è una base di autovettori. I due vettori v1 , v2 sono ortogonali, dunque i vettori normalizzati 1 2 1 1 , u1 = √ u1 = √ 5 −2 5 1 formano una base ortonormale di autovettori. Di conseguenza, f è simmetrico, e la matrice −1 0 . associata a f rispetto alla base ortonormale appena trovata è D = 0 2 t b) Sia A la matrice canonica di f . Allorasappiamo che D = M AM , dove M è la matrice 1 1 2 ortogonale di colonne u1 , u2 , cioè M = √ . Quindi: −2 1 5 1 7 6 t A = M DM = . 5 6 −2 1 7x + 6y x In conclusione, f = . y 5 6x − 2y Esercizio 13. a) Sia A una matrice simmetrica 2×2, non diagonale. Dimostrare che A ammette due autovalori reali e distinti, quindi è diagonalizzabile. b) Sia B una matrice antisimmetrica 2 × 2 diversa dalla matrice nulla. Dimostrare che B non è diagonalizzabile. 10 a b Soluzione. a) La matrice è del tipo A = , quindi pA (x) = x2 − (a + d)x + (ad − b2 ). Le b d radici del polinomio caratteristico sono date dalla formula √ (a + d) ± ∆ x= , 2 con ∆ = (a + d)2 − 4(ad − b2 ) = (a − d)2 + 4b2 . Ora il discriminante ∆ è sempre positivo o nullo, ed è nullo se e solo se a = d e b = 0, cioè se e solo se A è diagonale. Per ipotesi, A non è diagonale, dunque ∆ è positivo e A ammette due autovalori reali e distinti, entrambi semplici (cioè, di molteplicità algebrica 1). Questo è sufficiente per concludere che A è diagonalizzabile. 0 b b) La generica matrice antisimmetrica di ordine due si scrive B = , e poiché B non −b 0 è nulla si avrà b 6= 0. Il polinomio caratteristico di B è x2 + b2 : non ammette radici, dunque B non è diagonalizzabile. Esercizio 14. Sia P una matrice simmetrica tale che P 2 = P . Dimostrare che la matrice A = 2P − I è ortogonale e verifica A2 = I. Soluzione. Si ha: A2 = (2P − I)2 = (2P − I)(2P − I) = 4P 2 − 2P − 2P + I 2 =I dunque A2 = I. Ora A è anche simmetrica, poiché combinazione lineare di P e I, che sono simmetriche. Dunque A = At e AAt = A2 = I. In conclusione, A è ortogonale e simmetrica. Esercizio 15. Supponiamo che f sia un endomorfismo di R3 con autovalori −1, 3 e autospazi: E(−1), di equazione x − 2y + z = 0, ed E(3), generato dal vettore (2, 0, 1)t . a) È vero che f è diagonalizzabile? b) Stabilire quale fra le seguenti matrici può rappresentare f : −1 0 0 −1 0 0 D1 = 0 3 0 , D2 = 0 3 0 . 0 0 −1 0 0 3 c) È vero che f è simmetrico? Soluzione. a) Si ha per ipotesi M G(−1) = dim E(−1) = 2 e M G(3) = dim E(3) = 1 dunque 11 M G(−1) + M G(3) = 3 e f risulta diagonalizzabile per il primo criterio. b) D1 rappresenta f in una base di autovettori v1 , v2 , v3 dove v1 , v3 formano una base di E(−1) e v2 è un autovettore di E(3). D2 non può rappresentare f , perché altrimenti l’autovalore 3 avrebbe molteplicità geometrica pari a 2. c) f non è un endomorfismo simmetrico, perché i due autospazi non sono ortogonali tra loro: infatti, il vettore (2, 0, 1)t ∈ E(3) non è ortogonale al vettore (2, 1, 0)t ∈ E(−1). 12