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Libro SARSINA 7.11 ore 15.30:Layout 1 13-04-2010 17:48 Pagina 16 Libro SARSINA 7.11 ore 15.30:Layout 1 13-04-2010 17:48 Pagina 17 I “CENTO FIORI” DELL’ARTE di Antonio Paolucci Direttore dei Musei Vaticani samino le opere che Marisa Zattini ha chiesto a ventidue artisti per illustrare gli Arcani, E le figure esoteriche dei Tarocchi. Nella vasta collettiva ognuno dei ventidue popola con un dipinto o con una scultura lo spazio espositivo del Museo Archeologico di Sarsina. Tutti si confrontano con la Divinazione e con il Mistero. Insieme, con sensibilità ed espressioni diverse, si affacciano sul lago nero sul quale riposa il nostro destino governato dal Simbolo, dall’Azzardo, dalla Premonizione. Mi piace questo confronto di giovani artisti contemporanei appartenenti a tendenze e ad esperienze disuguali e plurali, con il mondo incognito che sta oltre la ragione e la percezione. «Ci sono più cose fra cielo e terra di quante non ne immagini la tua filosofia» (Shakespeare). Gli artisti lo hanno sempre saputo. Ai ventidue selezionati da Marisa Zattini le celebrazioni memoriali per il millennio della cattedrale di Sarsina hanno offerto l’occasione per dimostrarlo. Ed ecco dunque gli artisti con la loro interpretazione degli Arcani. A ognuno dei ventidue è dato incarico di metterne in figura uno e uno solo. Vediamo come. Per Adriano Bimbi, che è un figurativo raffinato, Il Matto è un macilento stranito uomo selvatico, un po’ barbone, un po’ hippy, un po’ - forse - “Isola dei famosi”. Stefano Mazzotti dovendo raffigurare il Il Bagatto gioca la carta della astrazione e della nostalgia, come se la sua doppia Antonio Paolucci - I “cento fiori” dell’Arte figura fosse un mosaico romano bordato di simboli misterici, emerso dagli scavi archeologici di un antichissimo sito. La Papessa di Richards Hess è attonita come una Pizia o una Sibilla Cumana vestita di paramenti sacerdotali. Continua la serie degli Arcani e le immagini ci introducono per graduale e quasi ipnotico coinvolgimento, nella scacchiera cifrata del Gioco e del Simbolo. Per Andrea Guastavino, sagace interprete delle straordinarie potenzialità espressive della fotografia, L’Imperatrice è un nudo sontuoso di donna ritagliato contro uno sfondo drammatico, attraversato da subitanei presagi e da luci balenanti. Mentre per Enrico Lombardi L’Imperatore è l’angoscia delle bianche guglie affilate in un paesaggio di nero di ocra di seppia. Al confine fra iperrealismo e surrealismo sta Il Papa di Moreno Bondi, figura inquietante fantasmatica assisa in uno spazio onirico popolato di immagini di nudi femminili miniaturizzati. Se Luca Piovaccari pensa all’Amore che è Arcano Maggiore nel gioco dei Tarocchi ed è onnipresente esistenziale arcano nella vita di tutti e di ognuno, immagina due volti contigui e tuttavia capovolti, sfregiati ed evanescenti nella magistrale evocazione fotografica. Mi piace, fra tutti, Il Carro di Francesco Bombardi, scultura imponente irta e minacciosa, smagliante di metalli assemblati; oggetto alieno che sta fra la biga etrusca e il robot di Guerre Stellari. Per Silvano D’Ambrosio La Giustizia è una donna nuda con la bilancia e la spada e con le ali tagliate. Qualcuno lo ha fatto o se le è tagliate da sola? Una incursione surrealista contraddice l’iconografia consueta e inquieta il riguardante. Bella l’idea di Nicola Samorì che dovendo significare L’Eremita si è inventato una 17