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CSI – Incontri con FMI e BM
Washington 12-15 febbraio 2013
Prima di entrare nel merito delle diverse sessioni di lavoro degli incontri con il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca Mondiale è utile un breve riassunto di quanto emerso sui punti di
accordo e di disaccordo soprattutto con il FMI in merito alla crisi e in particolare oggi sulle ricette
per uscire dalla crisi.
La delegazione sindacale internazionale, guidata dalla Segretaria Generale della CSI, Sharan
Burrow, ha incontrato il Direttore del FMI, Cristine Lagarde ed il Capo Economista del FMI Oliver
Blanchard in una sessione specifica dedicata alla crisi della zona euro.
I punti di accordo: le cause della crisi sono molteplici, certamente dovute ad un funzionamento
distorto dei mercati finanziari, alla speculazione, ad un ruolo discutibile delle banche, ma anche
aggravate dal debito che pesava su alcuni paesi per politiche economiche sbagliate di lungo periodo.
Siamo d‟accordo che la stabilità finanziaria (consolidamento di bilancio) è un obiettivo che aiuta la
crescita e che le politiche macro-economiche e fiscali devono essere orientate sia al consolidamento
di bilancio che alla crescita economica e sociale. Siamo altresì d‟accordo che sia necessario un
sistema di protezione sociale diffuso, accessibile, che copra anche le fasce di lavoratori e cittadini
che oggi ne sono esclusi e che per aumentare la produttività serva una formazione mirata dei
lavoratori alle nuove domande di competenze del mercato del lavoro (skills). Infine siamo
d‟accordo che le tappe per il rientro del debito (fiscal compact) debbano essere riviste per i paesi
più in difficoltà consentendo scadenze più lunghe per non gravare ulteriormente sulla condizione
sociale dei cittadini.
I punti di disaccordo: il FMI ritiene che le politiche macroeconomiche per la crescita (un piano di
investimenti europei, il coordinamento della politica fiscale per evitare una concorrenza squilibrata
all‟interno della UE, una riforma bancaria per controllare l‟operato delle banche, una revisione della
spesa pubblica con tagli agli sprechi, etc.) siano politiche necessarie, ma che richiedono troppo
tempo e quindi non danno risultati immediati, dei quali, invece, i paesi europei in particolare hanno
bisogno per rilanciare la competitività. Quindi il FMI ritiene che occorra agire da subito – e anzi è
ciò che ha “imposto” con i piani di risanamento della Troika (Commissione Europea, FMI e BCE)
ad alcuni paesi europei – su quattro fronti, che risultano essere le misure di aggiustamento
strutturale prioritarie: a) politiche salariali, b)“dualismo” del mercato del lavoro tra lavoratori che
godono di tutele “troppo estese” e lavoratori, soprattutto giovani, che sono esclusi da forme ampie
di protezione (tutti i lavoratori atipici), c) il sistema contrattuale e d) i servizi pubblici.
a) Politiche salariali: il FMI ritiene, che, là dove esista, il salario minimo sia troppo alto (ad
esempio in Romania, perché cresciuto del 40% nel 2003, quindi oggi non più competitivo), quindi
occorre un intervento dello Stato per ridurre il salario minimo. In generale, il FMI, ritiene che i
salari vadano ridotti in EU e anche nei paesi in surplus, quali la Germania, per aumentare la
competitività dei paesi europei rispetto alle economie emergenti; in questa direzione ritiene che lo
Stato debba intervenire, anche condizionando l‟autonomia delle parti sociali nella determinazione
dei salari. Il FMI si oppone ad un aumento del salario anche in Germania (pur in presenza di un
possibile aumento della domanda interna) perché ciò sarebbe un ostacolo alla competitività tedesca
nell‟economia globale; il FMI si oppone all‟introduzione del salario minimo in questo paeseintorno ai €10 per ora lordi - perché alcuni settori oggi competitivi non lo sarebbero più. Il FMI,
quindi, nelle sue raccomandazioni agli stati europei indica la riduzione dei salari come misura
immediata di risanamento e di competitività.
b) Mercato del lavoro: il FMI ritiene che occorra equilibrare le tutele tra lavoratori; esplicito
riferimento alle rigidità in tal senso nel mercato del lavoro spagnolo, greco ed italiano; esplicito
riferimento alla necessità di trasferire parte delle tutele dai lavoratori standard (a tempo
indeterminato) a quelli atipici, in quanto in un periodo di crisi non si può aumentare la spesa
pubblica ampliando le tutele a chi non le ha; inoltre la necessità di “flessibilizzare” le tutele in base
alla permanenza di un lavoratore in un‟azienda (lavoratori con più anzianità di servizio, più tutelati)
e con un approccio assicurativo al sistema di copertura della disoccupazione.
Infine esplicito riferimento alla necessità di flessibilizzare l‟uscita dal mercato del lavoro (meno
regole sui licenziamenti individuali), sottolineati i casi “distorti” di Spagna, Italia e Francia in tal
senso.
c) Contrattazione collettiva: il FMI sostiene con fermezza la necessità che ci si sposti lentamente
da una contrattazione nazionale ad una aziendale, soprattutto per quanto riguarda il salario. La
contrattazione nazionale di settore “può essere utile” se occorre decidere a livello nazionale - per un
determinato settore - regole e riorganizzazioni che sarebbero difficili da decidere a livello aziendale,
ma i salari vanno stabiliti a livello aziendale legati alla produttività. Esplicito riferimento,
nell‟incontro con il desk “Italia” del dipartimento europeo del FMI alla sola produttività del lavoro
(orario, flessibilità, condizioni di lavoro, dove “il sindacato è disponibile a cedere”). L‟accordo in
Italia sulla produttività è ritenuto dal FMI debole, dai risultati non quantificabili nel breve periodo.
Preoccupante ciò che il FMI pensa in merito alla rappresentatività dei sindacati e la copertura erga
omnes dei contratti collettivi: in Portogallo l‟accordo raggiunto dalle parti sociali con il quale si
proponevano misure alternative a quelle della Troika per il rientro del debito secondo le scadenze
comunitarie è stato rifiutato dalla Commissione europea e dal FMI perché i sindacati non
rappresentano il 50% dei lavoratori. Il FMI ha sostenuto che le imprese possono derogare
all‟applicazione dei contratti nelle aziende dove il sindacato non raggiunge il 50% degli iscritti.
Nella discussione è emerso chiaramente, anche affrontando le problematiche di altri paesi, che il
criterio della rappresentatività sindacale è un elemento critico nel FMI – e nella CE – per ostacolare
l‟applicazione dei contratti collettivi e di intese tra le parti sociali.
d) Servizi pubblici: il FMI sostiene la necessità di contrarre la spesa pubblica, certamente a favore
dell‟eliminazione degli sprechi e razionalizzazione del funzionamento della macchina statale, ma
questo tipo di intervento può produrre effetti solo nel lungo periodo, mentre oggi servono interventi
immediati per risanare i conti pubblici. Quindi il FMI è a favore di ampliare la partecipazione dei
privati nell‟erogazione dei servizi ai cittadini, fermi restando i pilastri essenziali di responsabilità
dello Stato, quali istruzione obbligatoria, sanità di base, welfare, soprattutto con un‟attenzione
prioritaria ai più bisognosi ed alle fasce povere della popolazione. Spazio, pertanto, alle forme
assicurative di welfare, sanità e formazione. Non abbiamo parlato dell‟erogazione dei servizi idrici
ed energetici, ma sappiamo che il FMI è favorevole ad aprire ai privati con un controllo pubblico
dell‟erogazione del servizio.
Di seguito un breve resoconto delle varie sessioni di lavoro con BM e FMI
Dopo una prima riunione interna per sottolineare le richieste del sindacato in questi incontri con
FMI e BM, il primo incontro si è svolto con il nuovo Presidente della Banca Mondiale, Jim
Young Kim, americano di origini coreane, un passato accademico.
Il focus della discussione politica all‟interno della BM sarà il quadro di azioni per sradicare la
povertà, ma oggi le condizioni della popolazione nel mondo sono peggiorate: disoccupazione,
povertà, diseguaglianze, limitazione dei diritti e delle coperture sociali; la BM condivide la politica
delle Istituzioni Internazionali che l‟austerità economica, la flessibilità del mercato del lavoro e una
mirata copertura sociale (social protection floor) ad alcune categorie di persone più esposte potrà
portare alla crescita. Tagli alla spesa pubblica, ai servizi pubblici, etc sono considerate dalla BM
nel famoso report “Doing Business” – nel quale si indicano i paesi dove è più conveniente per le
imprese investire – elementi di merito, insieme a una presenza sindacale poco radicata nel territorio,
considerato fattore positivo di competitività. Inoltre la BM non pone condizionalità relative al
rispetto delle Convenzioni fondamentali OIL e alcuni indicatori sociali quali la partecipazione
all‟istruzione, per la concessione di prestiti ed aiuti economici. Ciò è inaccettabile per il sindacato.
Il dialogo con la BM è migliore di due anni fa con il precedente Presidente, Zoellick, ma occorre
verificare se la BM è nella condizione di imporre cambiamenti radicali. Il nuovo Presidente sembra
molto più aperto e disponibile, soprattutto è stato avviato un dialogo molto proficuo con l‟OIL e
Guy Ryder.
Il principio guida della BM è “una opzione preferenziale per i poveri”, cioè l‟azione della BM deve
essere rivolta prioritariamente verso i poveri, ma certamente ciò non significa abbandonare tutto il
resto o non indirizzare certi valori (quali l‟istruzione di secondo livello, non solo la primaria) verso
lo sradicamento della povertà con parametri nuovi. Lo stesso vale per il riconoscimento del ruolo
delle parti sociali per lo sviluppo. Ma al di là di buone parole, sarà necessario verificare le
resistenze all‟interno della BM e dei governi donatori. La BM intende muoversi verso una nuova
strategia, che però dovrà partire dalla priorità di alleviare la povertà.
Uno dei temi riguarda le competenze per i giovani per entrare nel mondo del lavoro, la BM intende
attivarsi in questo settore coinvolgendo anche i privati, ma questo approccio rischia di creare due
livelli di istruzione, ma la BM intende valutare caso per caso come assicurare investimenti per la
istruzione soprattutto di secondo livello che dovrebbe favorire posti di lavoro dignitosi e di qualità.
Sessione su resoconto riunione FMI su situazione in Europa.
Si è trattato solo di una sessione introduttiva, perché si è tenuta una sessione specifica sulla crisi
europea l‟ultimo giorno di consultazioni (v.ultima sessione).
La sessione è stata introdotta da Sharan Burrow (!) (non era presente la CES in questa sessione), che
ha sottolineato la miopia delle sole politiche di austerità che non hanno portato a maggiore crescita,
anzi hanno accresciuto le diseguaglianze. Il focus dell‟azione del FMI è stata la Grecia, ma
l‟impatto delle politiche FMI è stato forte anche in Spagna, Portogallo, Irlanda, Romania,
soprattutto gli attacchi ai diritti dei lavoratori, che hanno ripercussioni in altre parti del mondo. In
Romania la contrattazione collettiva è scesa a un terzo rispetto a 18 mesi fa. In Portogallo sono gli
stessi imprenditori che chiedono di riaprire la contrattazione collettiva. In Germania il FMI ha
chiesto di non inserire il salario minimo per non compromettere la competitività del paese. Il ruolo
della Troika mina i diritti del lavoro e si accredita come il modello da perseguire nel nome della
competitività.
Il FMI ha replicato sulla nota preparata dalla CSI in merito al ruolo del FMI in Europa. Il FMI
rivendica un cambiamento di approccio perché aperto al dialogo (!). Jeremy Mark del FMI si è
impegnato a dare seguito alle critiche mosse nel documento della CSI.
Sessione sulla revisione delle condizionalità del FMI
Il FMI è nel processo di revisione delle condizionalità, degli obiettivi e dei risultati raggiunti dei
progetti finanziati dal FMI. Particolarmente importante per il sindacato sono le condizionalità
“sociali” chieste agli stati, tra le quali le riforme del mercato del‟accesso al sistema di protezione
sociale e il sistema di relazioni industriali.
Il FMI ritiene che l‟aiuto finanziario ad alcuni paesi europei ha impedito ulteriori politiche di
austerità! Oggi sono necessarie per il FMI “adeguate reti di protezione sociale” e aiuti ai più
vulnerabili; il dialogo sociale è importante! L‟aggiustamento strutturale è importante per aumentare
le entrate dello stato, forme di tassazione sul lavoro o IVA sono sostenute dal FMI, ma dipende dai
singoli paesi, il FMI non ha una ricetta per tutti, ma considera le condizioni dei singoli paesi prima
di fare le proprie raccomandazioni. Per ciò che riguarda il mercato del lavoro il FMI sta
riconsiderando le raccomandazioni avanzate, ma non si capisce in che direzione intenda andare.
Rimangono aperte questioni importanti quali la fiscalità progressiva, come stimolare la domanda
interna ed il sostegno sociale alle raccomandazioni FMI.
Sessione sui progetti pilota per l’introduzione di programmi sulla protezione sociale
Il FMI analizza nei progetti pilota la portata dello spazio fiscale per promuovere un programma di
medio-lunga durata, che sia sostenibile nel futuro. I tre paesi pilota sono Mozambico, Vietnam e El
Salvador. Il FMI aiuta a costruire il mix di politiche fiscali necessarie per assicurare un sistema
inclusivo di protezione sociale che sia sostenibile nel futuro.
Il sindacato ha sottolineato che in questi paesi, come in molti altri, ci sono enormi problemi legati
alla fiscalità, al lavoro precario e sommerso crescente, che non consentono di coprire milioni di
lavoratori e le Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFIs) non sostengono con programmi specifici
il contrasto al lavoro sommerso, questa è una contraddizione. La protezione sociale è un diritto, ma
se il FMI modella il sistema secondo le priorità indicate dai governi nazionali, ci saranno spesso
molte resistenze sul fronte dell‟utilizzo della fiscalità generale per un sistema di protezione sociale.
Occorre una forte azione del FMI per spingere i governi nazionali a trovare le risorse fiscali
necessarie. Altro aspetto che il FMI non considera è il flusso di contributi che verrebbero versati
nelle casse dello Stato che potrebbero essere utilizzati nel quadro generale della lotta alla povertà. Il
FMI è contrario ad aumentare le tasse sulle imprese che potrebbero contribuire maggiormente per
coprire parte dei costi di un sistema di protezione sociale dove non esista. Il FMI ritiene che
l‟istituzione di un Fondo globale produrrebbe molti problemi relativi alla gestione stessa del fondo,
che sarebbe al di fuori della competenza diretta dei singoli governi e quindi molto problematico.
Sessione sui programmi FMI per l’occupazione e la crescita
Dati FMI sulla crescita globale, 3,5% PIL mondiale nel 2013, 200 milioni di disoccupati. Crescita
inclusiva e occupazione priorità FMI, che lavora anche con ILO, OCSE e BM su settori specifici.
Dai dati del FMI si evidenzia che la spesa sociale nei paesi poveri è aumentata. I programmi FMI
sono stati mirati verso i più vulnerabili in molti paesi. In generale i programmi FMI hanno
contribuito a migliorare le condizioni di lavoro e l‟occupazione è aumentata durante
l‟implementazione dei programmi nei paesi target; l‟azione del FMI è incentrata principalmente
sugli aspetti fiscali, ma anche sulle riforme strutturali necessarie e sulle riforme del mercato dei
prodotti (product market reforms).
Il FMI sta lavorando ad un paper sulle misure adottate dal FMI per la crescita e l‟occupazione che
verterà su un‟analisi dei dati empirici, sarà messo a disposizione della CSI per commenti prima che
venga pubblicato. Da parte sindacale si è ribadito che sarebbe utile una consultazione già nella fase
di elaborazione dei dati e delle politiche su queste tematiche.
Incontro con Cristine Lagarde, Direttore Esecutivo FMI
In videoconferenza.
Direttore Cristine Lagarde: apprezzamento che il dialogo continui tra FMI e CSI nonostante
posizioni diverse su questioni critiche.
La crescita è lenta soprattutto nelle economie avanzate, con implicazioni sulla disoccupazione in
crescita, soprattutto in Spagna, Grecia e Portogallo. Preoccupazione per alcune categorie di
lavoratori che sono fuori dal mercato del lavoro, donne, lavoratori adulti e soprattutto giovani, che
si faranno un‟idea di cosa significhi non riuscire ad entrare nel mercato del lavoro (!).
Obiettivo FMI: lavoro, crescita sostenibile. Focus sull‟economica reale, ma necessario che si
continui sulle riforme del settore finanziario, necessarie regole.
Necessaria una crescita “adeguata”, cioè più inclusiva verso coloro che sono esclusi dal mercato del
lavoro.
Quando il FMI interviene è perché il paese che chiede aiuto non è riuscito a fare le riforme
necessarie; il FMI opera in circostanze urgenti, quando non è stato fatto il lavoro prima; quindi deve
operare con tempestività. Ma il FMI è cambiato, c‟è un approccio diverso verso la crescita
sostenibile, con negoziati e consultazioni. I prestiti continueranno a interessi zero per tutto il 2013.
I paesi sotto programma FMI godono di risorse ulteriori per la salute e l‟istruzione. Il FMI aiuta
nella capacity building dei paesi nello strutturare le riforme necessarie.
Questioni sulle quali ci sono opinioni diverse: ogni paese è un caso a se, ogni paese ha bisogno di
un programma specifico ritagliato sui bisogni del paese. La politica di bilancio è necessaria nei
paesi avanzati, la stabilità di bilancio deve essere adattata alle circostanze del paese tenendo conto
delle condizioni del paese, ma se ci sono stati abusi nella gestione pubblica l‟intervento deve essere
mirato e deciso. La Troika in Grecia e Portogallo ha difeso la spesa pubblica per la protezione
sociale così come in Lettonia. Il FMI si preoccupa che il peso del consolidamento fiscale sia
ripartito equamente. Un altro punto riguarda le riforme strutturali necessarie, soprattutto di
distribuzione per far scendere i prezzi e rilanciare la competitività.
Le riforme del mercato del lavoro ci dividono: FMI considera che sia meglio proteggere i lavoratori
e non i posti di lavoro, non si possono proteggere i posti di lavoro che non sono più necessari, ma
aiutare i lavoratori a muoversi e coloro che non sono entrati nel mercato del lavoro. occorre evitare
il dualismo del mercato del lavoro, coloro protetti e coloro che non lo sono come i giovani, che
hanno lavori precari non tutelati. Il costo del lavoro è un punto centrale soprattutto nella zona euro,
dove in alcuni paesi è aumentato in modo sproporzionale. Questo è un tema sul quale abbiamo
opinioni diverse, quindi serve più dialogo, ma l‟obiettivo è proteggere coloro che non sono coperti
da un sistema di protezione sociale.
Sharan Burrow CSI: le ineguaglianze sono un problema, siamo d‟accordo, ma non siamo d‟accordo
su cosa intendiamo per competitività basata sulla distruzione dei diritti e condizioni di lavoro, un
fair competition floor (una base competitiva equa). Difendiamo la contrattazione ed il ruolo delle
parti sociali che hanno assunto le proprie responsabilità in momenti di crisi. Il sindacato è pronto a
parlare di competitività, ma anche di infrastrutture, meccanismi di distribuzione equa, diritti che
vengono da Convenzioni OIL, etc. Il sindacato non è contrario al consolidamento di bilancio, è
parte della storia delle battaglie sindacali, ma si costruisce con il dialogo sociale e la contrattazione.
Presentato documento CSI sul ruolo FMI nei paesi europei. Difeso ruolo della contrattazione e
mediazione che il FMI ha negato in Portogallo, Romania, Spagna. Necessario che il FMI non
prosegua gli attacchi alla contrattazione collettiva, considerata un ostacolo allo sviluppo ed alla
crescita. Difesa del salario minimo in alcuni paesi, che consente una vita dignitosa e non è un
rischio per la competitività.
Lagarde: il FMI sta lavorando su crescita e lavoro, uno studio specifico al quale sarà coinvolta la
CSI, ma il FMI ha dovuto contrastare tensioni interne sull‟opportunità di aprire il dialogo ai
sindacati. Il FMI ritiene che i diritti fondamentali debbano essere alla base dell‟azione del FMI,
disponibilità a lavorare insieme su questo obiettivo.
La leva fiscale deve essere utilizzata all‟interno di una politica fiscale diretta ed indiretta, ma FMI è
disponibile a discutere.
Situazione critica in molti paesi europei, ma il FMI è d‟accordo che non ci debba essere una
tempistica così brutale in alcuni paesi, quali la Spagna.
Sono seguite due sessioni sui programmi della Banca Mondiale per sviluppare programmi di
protezione sociale nei PVS (la discussione ha prevalentemente riguardato le priorità della BM nei
PVS)
Una sessione su come la BM aiuta il rispetto di standards sociali ed ambientali. La BM concede
aiuti a privati e Governi, verso i privati in particolare c‟è un‟attenzione al rispetto delle norme
fondamentali. Come riportato dalla responsabile della BM (che era precedentemente responsabile
dell‟Istituto finanziario della BM per i prestiti ai privati) un conto è verificare che i paesi riceventi
abbiano una normativa che rispetti certi principi, un conto è verificare il loro effettivo rispetto.
Disponibilità della BM ad armonizzare e coordinare gli sforzi con vari stakeholders anche locali;
come ciò viene implementato è molto ambiguo (!) Safeguard policies della BM in sette aree di
intervento, diritti umani, gender, land, difesa popolazione indigena, etc.
Attenzione della BM sulle procedure degli appalti, la politica della BM può essere mirata ed
efficace per incentivare il rispetto degli standards, con una attenzione a dove e come vengono
utilizzate le risorse. Buoni rapporti con la Federazione Internazionale Edili e Legno, richiesta la
collaborazione di tutte le Federazioni per conoscere i diversi settori. La BM mette in moto una
procedura di consultazione a livello nazionale alla quale sono invitati i sindacati.
Nel settore delle costruzioni, la Federazione sottolinea che ci sono alcuni settori che la BM non
riesce a controllare, quali i diritti dei migranti, le disposizioni di salute e sicurezza, rispetto
contrattazione, etc. Necessario trasformare le safeguard policies in performance standards, cioè
rendere questi standards fondamentali nella performance e nella politica di tutti i progetti della BM.
Incontro con Direttori FMI e BM
Particolarmente dure le dichiarazioni del Direttore tedesco e di quello greco sulla necessità delle
misure adottate dal FMI.
Direttore tedesco: le riforme del mercato del lavoro in Europa erano necessarie, non si deve parlare
di riforme devastanti, ma necessarie per riportare i paesi verso la “normalizzazione” finanziaria.
Necessario differenziare tra paesi, gli effetti su parte della popolazione sono stati critici, ma non
c‟erano alternative e il FMI ha dovuto agire di conseguenza. La Germania non può aumentare la sua
domanda interna per salvare altri paesi (!), la Germana chiede uno sviluppo sostenibile ed
equilibrato non spostando la domanda sulle spalle solo di alcuni paesi. La Germania ha fatto le sue
riforme dopo la riunificazione! La riforma del mercato del lavoro ha portato ad un aumento
dell‟occupazione, il salario minimo può essere accettato, ma non deve modificare la struttura della
riforma (più flessibilità) perché porterebbe ad una perdita di posti di lavoro.
Direttore belga (per paesi Benelux):positivo il dialogo con i sindacati e con OIL, il FMI vede dei
passi avanti in questa collaborazione. Il consolidamento di bilancio è certamente molto costoso per
l‟occupazione, ci sono dati empirici, l‟1% di consolidamento produce una perdita dell‟occupazione
di un punto sia nel breve che nel medio periodo. Come alleviare questi costi: attraverso una politica
monetaria per diminuire gli interessi (ma in EU erano già bassi). In EU occorre prendere decisioni
sul consolidamento fiscale, ma è necessario posporre l‟implementazione delle decisioni a quando
l‟economia riparte; le decisioni devono essere assunte oggi per ridare fiducia ai mercati ma
l‟implementazione può essere ritardata per alleviare i costi. In molti paesi non c‟è legame tra
produttività e crescita, che porta crescenti diseguaglianze che hanno un impatto negativo sulla
crescita.
Direttore greco: i costi sono gravi nel breve periodo, ma ci saranno dei vantaggi nel lungo periodo.
Il salario minimo in Grecia è comunque più alto del livello di povertà (!), cosa si doveva fare in
Grecia? Non c‟erano alternative alle misure adottate. La distribuzione equa delle misure di
aggiustamento deve essere assicurata; il governo greco ha capito che doveva procedere con misure
mirate, anche con tagli salariali, con misure fiscali mirate, a causa della grande evasione fiscale nel
paese. Il sistema greco aveva molte distorsioni e rigidità ed il ruolo del FMI è aiutare a rimuovere
queste rigidità ed i benefici si vedranno in futuro. Oggi il Governo greco si rende conto che in
futuro potrà procedere con misure diverse, anche se oggi i costi sociali sono enormi.
Direttore USA: è necessario che la domanda aggregata aumenti da qualche parte! Altrimenti non si
generano posti di lavoro e crescita. Le autorità monetarie USA sono attente al bilancio, ma la
crescita è altrettanto prioritaria; anche in Germania se i salari crescono è un bene, è necessario che
cresca la domanda nei paesi forti.
La questione salari: ci sono differenze tra paesi, la moderazione salariale in Germania rischia di
squilibrare la domanda; i salari reali in molti paesi europei sono diminuiti in modo sensibile, ma la
moderazione salariale aiuta la competitività. In Spagna i tassi di inflazione sono più alti con
conseguente ulteriore perdita di competitività; in Grecia il settore pubblico è stato gestito in modo
sbagliato, quindi il taglio dei salari è adeguato alla situazione attuale.
Struttura economia mondiale è cambiata: la zona euro non cresce, così come UE, ma cresce il resto
del mondo, economie emergenti. USA dovrebbero crescere del 2%; necessario far crescere i paesi
emergenti e mantenere la crescita dove c‟è oggi; per EU sono necessarie le riforme strutturali e il
consolidamento di bilancio per il 2013.
Sessione con la BM sulla transizione verso una crescita verde
L‟obiettivo della BM che lavora con progetti specifici in questo campo, è una crescita che sia
sostenibile sia dal punto di vista ambientale, sia in un contesto più ampio di salute pubblica e di
efficienza economica. L‟ambiente è considerato un “capitale naturale” da preservare con
investimenti, ma mirati per non deturpare il capitale naturale ma sfruttarlo al meglio per la
popolazione. Occorre eliminare gli sprechi soprattutto un uso improprio delle risorse idriche.
Necessario includere le multinazionali in questo quadro di azioni.
Sessione sulla partecipazione sociale alla governance della Banca Mondiale
“Global partnership for accountability” è un nuovo programma della BM per aiutare la società
civile a partecipare alla governance nazionale. Si tratta di promuovere la capacity building degli
attori destinatari dei programmi della BM. La BM ha costituito uno Steering tripartito (ONG, BM e
Governi) che gestisce i fondi a disposizione per aumentare questa partecipazione. Questo
programma è presente con “grants” ai governi, oggi in 12 paesi tra i quali la Tunisia, Mozambico,
Moldavia, Santo Domingo, etc.; parte di questi fondi sono stati utilizzati per sensibilizzare gli
insegnanti e le famiglie sull‟importanza dell‟istruzione. La BM ritiene che questo programma sia
indipendente dalla reale volontà dei Governi interessati di consultare e coinvolgere la società civile,
ma certo il sindacato ha sollevato diverse perplessità perché in alcuni paesi i Governi sono ostili al
dialogo sociale. La BM intende influenzare l‟operato dei Governi a livello nazionale, quindi non
intende lavorare in isolamento dai governi stessi che sono in ultima istanza i responsabili dello
sviluppo nazionale. La BM non può essere un competitore dei governi.
Sessione su crisi europea in alcuni paesi – FMI
Prima di analizzare i tre casi nazionali – Portogallo, Irlanda e Romania – si è svolta una sessione di
quadro sugli aspetti critici della zona euro in particolare.
La sessione è stata introdotta dal Dott. Nemat Shafik, economista del FMI che ha fatto una quadro
della situazione economica europea ed ha indicato alcune linee guida delle misure proposte agli
Stati per affrontare la crisi. Gli obiettivi comuni con il sindacato sono la crescita e la creazione di
posti di lavoro di qualità, ma ci sono differenze su come raggiungere questi obiettivi.
Il FMI intende proteggere coloro che sono fuori dal mercato del lavoro, intende affrontare gli
squilibri del mercato del lavoro europeo per aumentare la competitività europea. Il dialogo è
importante.
Ci sono state alcuni interventi di mediazione del FMI per alleviare le misure di austerità nei paesi
assistiti dal FMI.
Alla base della disoccupazione in Europa ci sono forti squilibri macroeconomici; è necessaria una
base di protezione sociale più ampia a causa della disoccupazione che coinvolge più lavoratori; non
c‟è solo una questione di calo della domanda nel mercato del lavoro, è necessario intervenire negli
squilibri del mercato del lavoro quindi c‟è spazio per le riforme nel mercato del lavoro.
I dati economici a disposizione dimostrano come i paesi “periferici” europei siano più indietro nella
crescita. Il FMI ritiene che ci sia una diffusa incertezza sulle risposte che la politica possa dare alla
crisi; le banche sono deboli e non concedono prestiti; i debiti sono alti in molti paesi, non solo il
debito pubblico, ma il debito delle singole famiglie e aziende.
Il debito nei paesi della periferia è più grave, lo stress nel settore privato in questi paesi è più forte,
ma risale a che a periodi antecedenti la crisi.
E‟ necessario allentare la politica monetaria, ma anche concedere prestiti alle imprese; l‟Italia e la
Spagna sono più in difficoltà.
L‟aggiustamento di bilancio è necessario, ma con tappe più lunghe; sarebbe necessario uno stimolo
fiscale, ma purtroppo a causa del debito non si può utilizzare lo stimolo, ma il FMI chiede che ci
siano tempi di aggiustamento di bilancio più diluiti. Necessaria inoltre un‟attenzione sull‟equilibrio
strutturale.
Banche: necessaria la ricapitalizzazione utilizzando per FMI il sistema europeo ESM.
Riforme per la crescita: tutte queste politiche richiederanno molto tempo, però. La disoccupazione
in Italia nel 2008 era sotto l‟8%, oggi all‟11 così come in tanti altri paesi.
Occorre fare qualcosa! Cosa? Aumentare la spesa per gli ammortizzatori sociali, soprattutto per la
disoccupazione e allargare la base della protezione sociale, ma sono necessarie le riforme del
mercato del lavoro.
Non c‟è solo una questione di contrazione della domanda nel mercato del lavoro in alcuni paesi. La
questione chiave è la competitività: l‟aumento del costo del lavoro unitario in alcuni paesi, tra i
quali l‟Italia, non è un fattore di competitività, mentre in altri è diminuito come in Germania. I
cambiamenti sono avvenuti sia per la produttività del lavoro sia per il costo del lavoro. E‟ normale
che la produttività aumenti in momenti di recessione, ma occorre mantenerla stabile. I salari
dovranno essere contenuti ed anche il salario minimo “deve dare segnali in questa direzione”, ma
invece in alcuni paesi, quali la Romania il salario minimo è stato aumentato!
Perdita di alcuni settori: edilizia in Spagna e Irlanda, quindi i lavoratori di questi settori dovranno
essere avviati ad una formazione specifica per entrare in altri settori produttivi e quindi sarà
necessario mantenere i costi bassi.
Altra questione critica riguarda i licenziamenti diffusi per i lavoratori con contratti temporanei, tutto
il peso dell‟aggiustamento cade sui lavoratori con contratti temporanei, soprattutto giovani! E‟
necessario quindi affrontare la questione del dualismo del mercato del lavoro rendendo i contratti
flessibili sia nei salari e che nelle coperture sociali. Non si può far pagare solo ad una categoria di
lavoratori il peso dell‟aggiustamento.
Uno schema di tipo assicurativo potrebbe essere la formula per assicurare i sussidi di
disoccupazione; le tutele del lavoro dovrebbero essere legate alla durata del contratto; occorre
garantire che ci sia un passaggio da un lavoro all‟altro, quindi inserimento in programmi di
formazione, ma al contempo occorre “disciplina” nell‟erogazione dei sussidi di disoccupazione
Salari: piuttosto che il salario minimo perché non pensare ad un negative income tax (negative tax
rates), cioè agevolazioni fiscali più ampie per una no-tax area.
Contrattazione collettiva: la contrattazione nazionale è utile in momenti “normali” ed anche in
periodi di crisi per affrontare situazioni critiche di ristrutturazione di tutto un settore produttivo,
come nella zona euro; ma i salari ed i prezzi devono scendere contemporaneamente nella stesa
proporzione, e gli accordi tripartiti possono aiutare in questa direzione. Ma occorre che ci sia la
possibilità di aggiustare i costi secondo l‟andamento dei settori.
Oliver Blanchard – Capo Economista FMI
Ci sono divergenze tra FMI e sindacato, ma anche cose sulle quali siamo d‟accordo.
D‟accordo: la disoccupazione nasce dalla crisi della domanda; la protezione sociale deve essere
accessibile ed estesa
Disaccordo: sulla competitività, ci sono paesi che devono diventare più competitivi, o diminuendo
i salari o introducendo politiche strutturali, che richiedono molto tempo. Quindi il FMI chiede che
diminuiscano i salari ed i prezzi contemporaneamente, come misura che dà risultati immediati. Se il
salario minimo è troppo alto si può diminuire (cosa significa troppo alto?), ad esempio i salari nel
settore pubblico in molti paesi sono più alti che nel settore privato, anche se la competitività del
settore pubblico è meno misurabile.
Velocità dell’aggiustamento di bilancio: è vero che con tempi più lunghi l‟impatto sulla
disoccupazione sarebbe stato più modesto, ma gli investitori avrebbero perso la fiducia.
Istituti del mercato del lavoro: d‟accordo che la formazione è importante per ridurre le
diseguaglianze, apprendistato in Germania è stato utile; politiche attive del lavoro importanti ma
richiedono tempo.
Tutele del lavoro: il dualismo in Spagna, Francia e Italia non è positivo, quindi va affrontato
subito. Garantire tutele a tutti è difficile, ma ci sono troppi constraints (ostacoli) per le imprese,
quindi ci vorrebbero delle tutele graduali, più si è in un‟azienda e maggiori sono le protezioni.
Contrattazione collettiva: le ricerche ed i dati a disposizione indicano che serve una combinazione
di contrattazione nazionale e di azienda, perché c‟è bisogno di aggiustamenti più ampi che possono
essere presi solo a livello nazionale; ma c‟è bisogno di flessibilità a livello aziendale
Importante però assicurare la fiducia nel mondo imprenditoriale: necessario capire come si
costruisce questa fiducia.
Ronald Janssen, responsabile economico della CES
Importante che si metta un accento su politiche macro-economiche; non basta però dire che
occorrono tappe più lunghe per il consolidamento fiscale, bisogna essere più proattivi e chiedere
che UE allunghi queste scadenze.
Misure di stimolo: si possono trovare le risorse in un quadro pan-europeo, il Marshall Plan della
DGB per la crescita verde con un piano di investimenti massiccio è una direzione da percorrere; c‟è
la possibilità di investire risorse europee anche per la periferia.
Salari: la contrazione dei salari non può funzionare, in paesi con grandi debiti si creerebbe una
politica di inflazione da debito; si spinge inoltre verso il basso, anche in Francia rischio di
recessione, nonostante una politica di congelamento dei salari già da alcuni anni; rischio di far
diminuire ancora la domanda.
La competitività non può essere raggiunta solo con tagli ai salari, perché impoverisce questi paesi,
non porta risorse per la formazione e soprattutto crea un clima di sfiducia che ha effetti sul lungo
periodo.
Contrattazione collettiva: le parti sociali conoscono molto bene cosa succede nel mercato del
lavoro, più del FMI!, ma c‟è una questione di autonomia delle parti sociali che non deve essere
sottomessa ad altre dinamiche. Perché il FMI che dovrebbe aiutare gli stati in difficoltà nella
individuazione di politiche di bilancio, si interessa di mercato del lavoro e contrattazione?
Fiducia: il solo obiettivo delle istituzioni europee e del FMI è attaccare la contrattazione collettiva, è
necessario, invece, rispettare l‟autonomia della contrattazione e non esercitare pressioni sui salari: la
politica del FMI in questa direzione questo rischia minare definitivamente la fiducia dei lavoratori
europei verso il ruolo delle Istituzioni Internazionali.
Risposta FMI a Ronald Janssen
Il FMI è in disaccordo con la CE in merito all‟obiettivo del 3% per il 2014 del consolidamento di
bilancio, ma ogni paese è storia a sé.
D‟accordo che serva un sistema paneuropeo per aiutare gli investimenti, ma FMI chiede una unione
fiscale a livello europeo, ma ci vorrà molto tempo.
Internal devaluation: è molto difficile, è vero che se si sono tagli ai salari è difficile aumentare la
domanda, ma se non ci sono delle risorse di riserva il Governo non può iniziare una politica di
investimenti, non si può distruggere la disciplina del sistema del credito, necessario che le banche
mantengano la fiducia.
Assalto alla contrattazione collettiva da parte del FMI non è vero, ci sono delle preoccupazioni del
FMI in alcuni paesi con forte disoccupazione e mercato del lavoro duale, in questi paesi il FMI ha
sostenuto la possibilità per le imprese di opt out (derogare) dalla contrattazione.
Il FMI non chiede di aumentare i salari in Germania perchè questo paese deve mantenere la propria
competitività; sul salario minimo in Germania la discussione è aperta sui benefici di questo istituto,
ma il FMI non ha preso posizione.
In Germania l‟approccio tripartito è stato positivo per affrontare la crisi.
Sarebbe più facile per il FMI se nei paesi in crisi ci fosse un efficiente sistema di contrattazione
collettiva, ma in Grecia è fallito e solo dopo il fallimento è intervenuto il FMI. I tagli alle pensioni
non avevano il sostegno del FMI, che chiedeva più imposizione fiscale. Il problema in Grecia è la
di mancanza di istituzioni efficienti, cosa che non si è registrato in Islanda, dove la riforma proposta
da FMI ha funzionato.
Casi nazionali
Portogallo
Joao Proenca, Segretario Generale UGT: le parti sociali avevano inviato un memorandum ai partiti
politici e poi un accordo sulle misure da adottare che avevano il sostegno delle parti sociali. Si
evidenziava la questione delle risorse per gli investimenti, ma le parti sociali avevano concordato
una serie di misure. Il piano delle parti sociali, che aveva anche il sostegno del Governo è stato
respinto dalla Troika. Oggi è urgente ristabilire la fiducia tra le istituzioni e le parti sociali.
FMI: il problema Portogallo è la competitività, ma anche il mercato del lavoro e il costo unitario del
lavoro sono un ostacolo alla crescita; i sussidi di disoccupazione sono troppo generosi, i costi per la
liquidazione e le coperture per i licenziamenti per motivi economici vanno riportati alla media
europea (cosa significa!); in merito alla contrattazione collettiva, il FMI propone che l‟applicazione
dei contratti a tutti i lavoratori sia possibile solo nelle aziende con più del 50% di iscritti al
sindacato che ha firmato l‟accordo e quindi limitando la portata dell‟accordo stesso e sostenendo la
possibilità, quindi, per gli imprenditori di derogare all‟applicazione del contratto (ciò certamente
aumenta le diseguaglianze!). Il FMI non considera il sindacato rappresentativo di tutti i lavoratori
perché il sindacato non copre il 50% dei lavoratori, quindi l‟accordo delle parti sociali non è stato
considerato accettabile perché non rappresentativo della maggioranza dei lavoratori. In questo modo
si mette in discussione la rappresentanza del sindacato in senso lato, che può valere in tutti i paesi,
mettendo in discussione i principi fondanti dell‟ILO.
Il FMI difende le misure di austerità (sola via perseguibile data la situazione)
Romania
Bogdan Hossu, Segretario Generale Cartel-Alfa: ci sono stati incontri regolari tra FMI e parti sociali
in Romania, ma la questione è il ruolo del dialogo sociale, perché gli incontri informativi alla fine
delle decisioni adottate non hanno alcun valore e nessun peso.
Il salario minimo non è aumentato da diversi anni, non segue la produttività; oggi più di 4 milioni di
lavoratori percepiscono solo il salario minimo o vicino a questo. Tra l‟altro, il livello di povertà è
considerato il più basso in EU dalla BM. Il salario minimo è aumentato molto nel 2003, ma non ha
portato ad una diminuzione dei contratti di lavoro, anzi c‟è stato un aumento di posti di lavoro,
quindi non si può dire che aumentare il salario minimo porta ad una contrazione dei posti di lavoro.
La legislazione nazionale stabilisce che solo un tasso del 15% di sindacalizzati in un‟azienda
consente al sindacato di essere riconosciuto. Data la dimensione molto piccola delle imprese
rumene, sarebbe impossibile senza un contratto nazionale di settore, coprire tutti i lavoratori con i
contributi e tutele previste con conseguente disparità enormi.
Con la nuova legge, tra l‟altro, anche le Organizzazioni imprenditoriali non sono rappresentative e
quindi non c‟è contrattazione collettiva riconosciuta.
Inoltre sono state imposte limitazioni al diritto di sciopero.
Nonostante queste disposizioni i dati economici e occupazionali sono comunque peggiorati, inoltre i
disoccupati rumeni sono anche in altri paesi europei, perché hanno lasciato il paese per lavorare in
nero in altri paesi europei. La Troika si è opposta alla modifica della legge sulla rappresentanza
nonostante la richiesta unitaria delle parti sociali.
FMI: il Fondo sa che il salario minimo è solo una parte del salario di un lavoratore, quindi il FMI
non si è mai opposto all‟aumento negli anni precedenti. Ma oggi occorreva guardare agli effetti su
altri settori degli aumenti passati.
Politica fiscale: il governo ha deciso una tassa minima obbligatoria perchè molte imprese non
pagavano quasi nulla, il FMI difende questa decisione.
Contrattazione collettiva: è importante legare gli aumenti salariali alla produttività e cercare di
assumere giovani con contratti più flessibili. Il FMI ha chiesto sempre di procedere con gradualità; è
vero che sono diminuiti i contratti collettivi con la nuova legislazione, ma il FMI è disponibile a
modificare la legislazione sulla rappresentanza sindacale. Ma il problema della contrattazione
collettiva in Romania riguarda il fatto che in passato la contrattazione di settore travalicava la
contrattazione nazionale sui salari, andando oltre. Inoltre il FMI è intervenuto per chiedere che
prima di uno sciopero si tenti la strada della conciliazione, ma non è intervenuto per limitare il
diritto di sciopero.
La crescita in Romania è più bassa di quanto potrebbe essere e questa è un‟area sulla quale il FMI
intende lavorare.
Irlanda
Paul Sweeney, economista del ICTU: le misure di austerità stanno funzionando, i dati economici
sono positivi, ma si cresce economicamente, ma non si sono creati posti di lavoro e soprattutto le
frodi in aumento; la produttività aumenta ma chi paga sono i lavoratori. Il reddito medio è rimasto
lo stesso, però, ai livelli della crisi. Il salario minimo è stato aumentato dal nuovo governo e
l‟economia non è crollata (!)
La domanda interna in Irlanda è crollata, il debito privato è enorme. Gli investimenti sono molto
bassi, molto al di sotto della media europea; la partecipazione al mercato del lavoro è molto bassa.
Good jobs are going e bad jobs are coming in! (I lavori di qualità stanno andando via e rimangono
quelli cattivi) I lavoratori qualificati lasciano il paese e restano lavoratori con basse qualifiche.
La disoccupazione è scesa dal 14 al 13,2%, ma quali lavori, molti part-time!
Necessario un approccio coordinato a livello europeo per gli investimenti e stimolo alla crescita,
attraverso la FTT (tassa sulle transazioni finanziarie).
L‟Irlanda ha dovuto però vendere le aziende buone e ciò avrà delle ripercussioni negative nel
medio-lungo periodo.
Il FMI non è il peggiore nella Troika! Ma avrebbe dovuto avere un‟influenza diversa sulla CE
soprattutto spingendo la UE ad approvare un grande piano di stimolo a livello comunitario.
FMI: fondamentalmente il FMI è d‟accordo con le cause della crisi in Irlanda, soprattutto originata
dal settore bancario. Ma la ripresa è molto lenta e rappresenta una vera sfida. La sfida è per l‟Irlanda
di riconquistare l‟accesso al mercato. I programmi di aggiustamento strutturale sono modesti,
perché la situazione è diversa rispetto ad altri paesi europei. C‟è una serie di iniziative per
promuovere gli investimenti, anche programmi pubblici-privati per aumentare l‟occupazione che
rappresenta la maggiore preoccupazione.
La priorità è stata nel primo periodo la ricapitalizzazione delle banche, la bancarotta di alcuni
banche che il FMI ha dovuto affrontare, ma i progressi non sono così positivi in questo settore e
rimane la questione di ristabilire la domanda interna.
Nel 2014 previsto aumento PIL del 2%, ma la disoccupazione rimane alta.
Sulla questione del debito, il FMI era a favore di una ripartizione del debito per attenuare le
conseguenze finanziarie.
Cinzia Del Rio
Dip.to Internazionale
CSI Incontri FMI e BM Washington febbraio „13/CDR