L`euro non va demonizzato: è una moneta forte, che

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L`euro non va demonizzato: è una moneta forte, che
INCHIESTA SUI PREZZI DI 11 PAESI DELL’UE
l Belpaese ha perso il suo
proverbiale ottimismo e,
forse, la sua ben nota propensione al risparmio. Secondo
una recente indagine Istat, che
risale a dicembre 2003, il 75%
degli italiani (cioè, tre su quattro) dichiara di non essere più in
grado di risparmiare o, quanto
meno, di riuscire a mettere da
parte ben poco ogni mese.
I
to da un’inchiesta di Altroconsumo su una voce di spesa indispensabile, quella alimentare,
che influenza pesantemente la
spesa–tipo della famiglia italiana (ne parliamo nell’Osservatorio euro a pagina 8).
La colpa di questa situazione
viene data soprattutto a chi ha
approfittato dell’introduzione
dell’euro per ritoccare i prezzi.
L’euro non va demonizzato:
è una moneta forte, che compete
con il dollaro
Quasi in contemporanea (parliamo di gennaio 2004), un soffio
di ottimismo giunge invece dall’Eurostat, l’ufficio statistico
dell’Unione europea: a dicembre scorso, l’inflazione è scesa
dello 0,2% all’interno dei 12
Paesi dell’Unione che hanno
scelto l’euro, la cosiddetta Eurolandia, compresa l’Italia.
Nonostante il calo dell’indice
annuale dei prezzi al consumo,
gli italiani oggi si sentono più
poveri: il carovita degli ultimi
due anni si fa sentire pesantemente. Un malessere conferma-
L’euro di per sé non è da demonizzare: oggi è una moneta forte,
che compete con il dollaro, e
l’unificazione monetaria ha avuto come conseguenza importanti effetti positivi sulle tasche dei
consumatori, come una riduzione notevole dei tassi d’interesse
su prestiti e mutui.
Pochi controlli
controil carovita
Da noi, però, l’introduzione
della nuova moneta ha diviso gli
animi e i portafogli degli italiani. L’inflazione percepita dai
consumatori, cioè il vissuto
quotidiano dei cittadini quando
mettono mano al borsellino, è
molto più alta di quella indicata dalle statistiche ufficiali. La
realtà in effetti non è poi così
diversa: nel 2003, l’inflazione
italiana (2,8%) è stata maggiore
di un terzo rispetto a quella della zona euro (l’insieme dei 12
Paesi, al 2,1%) ed è quasi il triplo di quella tedesca (1%).
Come mai sulle tasche degli italiani pesano tali rincari, mentre
in quasi tutti gli altri Paesi di
Eurolandia la situazione è migliore? Il problema non è l’euro,
ma soprattutto la politica di
controllo dei prezzi nel passaggio dalla lira alla nuova moneta.
Che fine ha fatto l’osservatorio
che doveva garantire la trasparenza del mercato durante la fase di passaggio all’euro? E i controlli fiscali sugli aumenti dei
prezzi, che il governo aveva garantito? In alcuni Paesi, tra cui
l’Italia, tra il 2001 e il 2002 sono stati siglati accordi con le
principali associazioni dei commercianti per garantire la stabilità dei prezzi. Questo codice
di autodisciplina in Italia non
ha avuto effetti. Già dopo pochi
Quanto spendono e quanto spendevano gli italiani negli altri Paesi
2003
+4,8%
+7%
Belgio
+3,8%
+5%
Paesi Bassi
+2,9%
+3%
Portogallo
+1,9%
Francia
+5%
0%
+1%
Austria
–1%
Lussemburgo
+2%
–1,9%
Gran Bretagna
+17%
–2,9%
+2%
Spagna
–3,8%
0%
Germania
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2001
Italia
Paese
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Negli ultimi due anni i prezzi in
Italia sono aumentati più che
in altri Paesi europei. Nel
2001, un italiano in visita in
Belgio spendeva mediamente
(per i beni compresi nel paniere della nostra inchiesta) il
7% in più che in Italia; andando oggi in Belgio, invece, un
consumatore italiano si confronta con una differenza percentuale di spesa del 4,8%.
Questo significa che rispetto
al Belgio la differenza percentuale di spesa si è ridotta, ovvero che l’Italia è diventata
più cara. La stessa cosa è accaduta anche rispetto a Paesi Bassi (da 5 a 3,8%), Francia
(da 5 a 1,9%), Austria (da 1 a
0%). Ma è successo qualcosa
di più. Alcuni Paesi, come
Lussemburgo, Gran Breta-
gna, Spagna e Germania, che
prima erano più cari dell’Italia,
ora sono più competitivi. Per
esempio, nel 2001 in Germania la spesa per il nostro paniere era uguale a quella italiana; ora si spende il 3,8% in
meno. In altre parole, l’Italia è
diventata meno conveniente
rispetto a due anni fa, in alcuni casi riducendo la propria
concorrenzialità (come rispetto al Belgio), altre volte perdendola del tutto (è l’esempio
della Germania).
L’aumento dei prezzi nostrano è da considerarsi notevole
soprattutto se si pensa che il
paniere della nostra inchiesta
comprende beni, come gli
hi–fi per esempio, che non
hanno subito un’impennata di
prezzi negli ultimi tempi.
Da noi
i maggiori rincari
di Eurolandia
L’Italia è tra i Paesi europei in cui i
prezzi sono aumentati di più
nell’ultimo biennio. Tutta colpa
dell’euro? Secondo la nostra inchiesta
non è così: nel resto d’Europa non ci
sono stati gli stessi rincari.
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A CACCIA DI PREZZI
Come sono cambiati i prezzi in Europa dopo l’introduzione
dell’euro? Vediamo i numeri della nostra inchiesta.
■ 11 i Paesi presi in analisi (li trovate elencati in tabella 1).
Due sono microstati con regime fiscale particolarmente favorevole: la Repubblica di San Marino e il Principato di Andorra. A San Marino vige un regime di tassazione sulle importazioni differente per tipo di prodotto, ma che in generale
(e in particolare per i prodotti del nostro paniere) è del 16%.
Un consumatore italiano che decide di fare shopping a San
Marino paga, quindi, il 4% in meno.
■ 55 le città in cui abbiamo rilevato i prezzi, sia nelle capitali sia in alcune città importanti.
■ 11 i settori commerciali presi in esame, per un totale di
346 articoli divisi tra: audio, video, foto, piccoli elettrodomestici, bricolage, articoli sportivi, informatica, tempo libero, cura del corpo, abbigliamento, orologi. Per ogni settore abbiamo rilevato i prezzi di più tipi di prodotti.
■ I prezzi sono stati rilevati in parte nei negozi dei centri urbani, in parte in negozi periferici. Abbiamo visitato anche alcuni punti vendita della grande distribuzione, legati soprattutto a settori come il bricolage o gli articoli sportivi.
mesi nelle nostre vetrine cominciava a sparire il doppio cartellino lira/euro. E ancora: dove è finito l’impegno della pubblica
amministrazione a non aumentare le tariffe? Perché alcuni servizi strategici, come il trasporto
pubblico, hanno subìto aumenti? Insomma, l’Italia, partita da
una condizione economica già
poco competitiva, fatica tra i
Dodici dell’euro anche perché
ha puntato troppo poco su prevenzione e controlli.
Come leggere
la convenienza
Da noi il bisogno di risparmiare
è forte. Per salvaguardare il portafoglio, si può anche pensare di
fare acquisti all’estero, almeno
in alcuni settori che magari fuori dall’Italia possono essere più
competitivi. Certo, bisogna
averne l’occasione, come una vacanza o un viaggio di lavoro in
uno dei Paesi dell’Unione. Per
darvi un aiuto, abbiamo fatto
un’inchiesta nei principali Paesi d’Europa, confrontando i
prezzi di alcuni prodotti molto
diffusi e facili da trasportare (come macchine fotografiche, Cd,
profumi…) che potreste decidere di comprare durante il vostro
soggiorno all’estero. Quella che
vi offriamo è la seconda puntata
di un’inchiesta simile che avevamo fatto nel 2001, prima dell’introduzione dell’euro; oggi,
dopo l’avvento della nuova moneta, possiamo dire che in questo biennio cruciale per l’economia dell’Europa, l’Italia ha
perso il buon livello di convenienza che avevamo rilevato.
Nelle tabelle in queste pagine i
confronti tra i prezzi sono
espressi attraverso indici numerici, che rappresentano la maggiore o minore convenienza di
una categoria di prodotto. Per
ciascuna categoria, infatti, trovate il Paese o la città meno ca-
Quali sono gli articoli più convenienti nei diversi Paesi?
Autoradio
Trapani
Lettori cd
portatili
Calzature
Sportive
Cuffie
per l'ascolto
Stampanti
e scanner
Mini e micro hifi
Palmtop
Registratori
a cassette con
radio e lettore cd
Cd
Lettori di minidisc
Giochi e consolle
per videogiochi
Videocamere
Dvd
Lettori dvd
Profumi
Apparecchi
fotografici
Abbigliamento
Rasoi
Orologi
Gran Bretagna
Francia
Svizzera
Repubblica di San Marino
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Paesi Bassi
Austria
Germania
Italia
1 DOVE CONVENGONO DI PIÙ I SETTORI DELL’INCHIESTA
Audio
Paesi
Informatica
Video
Tempo
libero
autoradio
lettori Cd portatili
Cd
stampanti
cuffie
Dvd
videocamere
scanner
mini–micro hifi
lettori Dvd giochi e
palmtop
lettori di mini–disc
consolle
registratori a cassetta
con radio e lettore Cd
Austria
110
106
104
102
Belgio
115
113
111
115
Germania
103
101
102
100
Spagna
108
104
104
101
Francia
113
100
106
113
Gran Bretagna
100
108
100
114
Italia
106
108
105
109
Lussemburgo
106
106
103
105
Paesi Bassi
111
110
106
121
Portogallo
110
113
110
108
Svizzera
110
n.d.
106
100
Principato di Andorra
85
94
86
94
n.d.
105
96
105
Repubblica di San Marino
n.d.: non disponibile
L’indice 100 contraddistingue il settore di vendita più conveniente in quel Paese.
ro contrassegnato dall’indice
100. I numeri maggiori di 100
indicano prezzi più alti rispetto
al prodotto più conveniente.
Più il prezzo è elevato, quindi,
più è alto l’indice.
Facciamo un esempio: se un
Paese ha indice 105, significa
che lì (rispetto a quel prodotto)
i prezzi sono più cari del 5% rispetto al Paese più a buon mercato. Fanno eccezione i due microstati che abbiamo preso in
esame, la Repubblica di San
Marino e il Principato di Andorra, dove sono stati attribuiti
indici inferiori a 100. Godendo
di particolari regimi fiscali, infatti, sono stati trattati diversamente in modo da poter essere
comparati con gli altri Paesi, altrimenti avrebbero rappresentato, praticamente sempre, l’indice massimo di convenienza 100.
Un Paese,
un acquisto
In tabella 1 abbiamo raggruppato in 4 settori (audio, informatica, video, tempo libero) diverse categorie di prodotti.
Audio. La Gran Bretagna è il
Paese più conveniente in questo
settore (indice 100), seguita da
Germania, Lussemburgo e Italia. Il Belgio è il Paese più caro
nel settore audio secondo la nostra inchiesta.
Informatica. Qui è la Francia la
nazione più a buon mercato, seguita a breve dalla Germania.
Video. La Gran Bretagna si rivela la più conveniente in questo
settore. L’Italia è quart’ultima.
Tempo libero. L’indice 100 spetta a
Germania e Svizzera, seguite da
Spagna e Austria. I prezzi italiani sono più cari del 9% rispetto
ai due Paesi più convenienti.
Facciamo qualche esempio di
differenze di prezzo tra i diversi
Paesi a parità di prodotto.
■ Il profumo Allure di Chanel
costa in media 64,68 euro in
Belgio (indice 100), 78,38 euro
in Gran Bretagna (121) e 84,67
in Svizzera (131).
■ Un prodotto conveniente in
Italia è il lettore Dvd Sony
DVP–NS 430, che costa 159
euro (indice 100), 180 euro in
Austria (113) e 191,78 euro in
Svizzera (121).
■ La Germania è conveniente
per la maglia Lacoste Polo LA
1313, che viene venduta in me-
Il livello dei prezzi rispetto al 2001
L’indice 100 contraddistingue il Paese o la città meno caro.
2001
2003
Paese
Germania 100
100
102
101
Spagna
117
Gran Bretagna
Svizzera
102
nd
103
102
103
Lussemburgo
Italia 100
Austria
104
101
104
105
106
Francia
103
Portogallo
107
105
Paesi Bassi
108
107
Belgio
109
100 102 104 106 108 110 112 114 116 118 120
n d: non disponibile
Città
Berlino
101
100
108
108
Bruxelles
104
L’Aia
106
102
Lisbona
Londra
Madrid
105
120
100
102
101
Parigi
Roma 100
Vienna 100
106
105
104
104
100 102 104 106 108 110 112 114 116 118 120
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2 GLI ARTICOLI PIÙ CONVENIENTI NELLE CITTÀ ITALIANE DELL’INCHIESTA
stampanti e scanner
palmtop
Cd
giocattoli e consolle
per videogiochi
Dvd
CURA DEL CORPO:
profumi
ABBIGLIAMENTO:
Lacoste, Nike e Levi's
ARTICOLI DI
PRECISIONE: orologi
INDICE COMPLESSIVO
119
112 107 102
n.d.
105
n.d. n.d.
108
114
108
n.d.
108
103
n.d.
100
102
SPORT: calzature
114
BRICOLAGE: trapani
97
FOTO:
macchine fotografiche
compatte e digitali
PICCOLI
ELETTRODOMESTICI:
rasoi elettrici
115
lettori Dvd
109
videocamere
registratori a
cassetta con radio e
lettore cd
Repubblica di San Marino
Città
lettori di mini disc
mini e micro hifi
TEMPO LIBERO
cuffie
INFORMATICA
lettori Cd portatili
VIDEO
autoradio
AUDIO
Genova
114
112
100
112
119
116 110 103
117
107
113 114
107
115
120
105
115
116
n.d.
101
104
Milano
112
117
116
110
119
118 114 105
118
106
112 108
106
115
111
106
107
107
n.d.
101
104
Firenze
111
112
107
111
118
118 115 108
122
104
114 115
110
116
120
109
113
109
107
101
105
Napoli
111
117
106
110
119
114 110 104
120
100
n.d. n.d.
113
117
115
n.d.
113
n.d.
n.d.
n.d.
105
Palermo
111
113
101
111
112
119 110 102
116
102
116 122
108
113
124
105
111
112
109
n.d.
105
Roma
110
112
107
110
114
120 110 104
124
104
114 110
115
119
121
110
105
103
n.d.
100
105
Torino
114
117
119
111
118
115 112 107
123
107
112 110
108
116
113
104
110
106
108
100
105
Bolzano
116
113
106
112
119
113 113 109
117
105
116 119
111
119
119
113
130
100
100
100
106
L’indice 100 segnala la città più conveniente per quell’articolo. n.d.: non disponibile
dia a 72,95 euro (indice 100); in venienza detenuto nel 2001. Il
Italia costa 90,5 euro (124) e in Belgio si riconferma un Paese
Svizzera 95,57 euro (131).
caro. La grande sorpresa della
nostra inchiesta è l’ascesa delDa noi o all’estero?
l’Inghilterra tra i Paesi più conGuardando il primo grafico a venienti all’interno dell’Ue: è
pag. 13, trovate la classifica dei diventata molto più competitiva
Paesi più convenienti. Alla gui- rispetto al 2001 (l’indice, infatda abbiamo la Germania, titolo ti, è sceso del 15%).
che nella nostra analoga inchiesta del 2001 lo stesso Paese con- Berlino e Londra
in testa
divideva con l’Italia.
La Spagna migliora ancora ri- A Londra c’è un’inversione di
spetto a due anni fa (101), l’Ita- tendenza rispetto alla nostra inlia perde terreno (104) e perde dagine del 2001: lo shopping è
soprattutto il primato della con- diventato conveniente.
Ombrello e bombetta
L’introduzione dell’euro ha lasciato un segno pesante in
Italia. Nel confronto dei prezzi tra le principali città europee, il nostro Paese perde il primato di convenienza che
deteneva nella nostra precedente inchiesta, prima dell’arrivo della moneta europea. Mentre a casa nostra conviviamo male con l’euro, in altri Paesi, come ad esempio la Germania, i prezzi sono rimasti più stabili, e per
noi italiani fare acquisti è diventato più conveniente. Chi
viaggia spesso si rallegrerà della sorpresa economica
che riguarda Londra e la Gran Bretagna in generale, che
il miglioramento del rapporto di cambio dell’euro con la
sterlina ha reso una meta conveniente per lo shopping
dei consumatori europei. C’è poco da rallegrarsi almeno per noi italiani, però, dato che abbiamo registrato in
questo biennio un aumento dei prezzi di molto superiore a quello di altri paesi dell’Unione. Colpa soprattutto
dei ridotti controlli sul livello dei prezzi nella fase di passaggio all’euro. Non resta, per ora, che approfittare di
qualche viaggio all’estero per cercare di fare l’affare.
14
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mento del rapporto di cambio
dell’euro sulla sterlina inglese
favorisce gli acquisti dei consumatori di Eurolandia nel Regno
Unito. È proprio grazie all’euro,
dunque, che oggi acquistare alcuni beni di consumo a Londra,
per esempio, risulta più favorevole. Non è detto però che un
bilancio altrettanto positivo per
il Regno Unito si verifichi considerando altre voci di spesa, come alberghi o ristoranti, esclusi
dal nostro paniere.
Rispetto al 2001, restano competitive Berlino e Madrid.
L’Italia ha perso il buon livello di
convenienza rilevato nel 2001
La capitale inglese, nota per
avere un tenore di vita elevato,
guadagna terreno nell’assetto
europeo (l’indice dei prezzi passa da 120 a 100). La spiegazione
è da ritrovare nell’evoluzione
dei tassi di cambio euro/sterlina,
che ha avuto negli ultimi due
anni un incremento del 17% a
favore della moneta europea.
Nell’inchiesta che avevamo realizzato nel giugno 2001, un euro corrispondeva a 0,60 sterline;
a ottobre 2003, quando abbiamo
fatto il bilancio di questa inchiesta, l’euro ha raggiunto
quota 0,70 sterline. Il migliora-
Sale invece il costo della vita a
Roma, Vienna (più 4%) e Lisbona (più 3%).
Le città italiane
in ribasso
Gli ultimi due anni trascorsi all’insegna dell’euro hanno tolto
all’Italia il primato ottenuto
nell’inchiesta prezzi del 2001:
il primato della convenienza ora
spetta a Aix–la–Chapelle, città
tedesca che aveva già ottenuto il
primo posto in una nostra inchiesta prezzi del ’98. Nella
classifica italiana, lo shopping
più conveniente è a Genova.