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DOSSIER
Giovedì, 22 gennaio 2015
DOSSIER
Giovedì, 22 gennaio 2015
Articoli
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 18
«Gradisca e il Cara sono le cenerentole»
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 18
Profughi "senza titoli": foglio di via solo all' 1%
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 20
Del Bello: «Città schiacciata dai poteri forti»
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 29
Giovani e coop: un bando per nuove imprese
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 30
Ronchi, a giugno il via ai lavori della maxi­rotatoria da un milione
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 31
Via libera di Staranzano ai profughi
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 32
Caso­Pecol dei Lupi il sindaco di Cormons detta le condizioni
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 33
Unione dei Comuni, la Destra Isonzo si allunga alla Bassa
22/01/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 36
PICCOLI ARTISTI ALLA SPAZZAPAN
22/01/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 25
Il Pd porta a Merano il "caso Gorizia"
22/01/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 27
Nasce l' Unione della Destra Isonzo
22/01/2015 Primorski
Transport in logistika na meji
22/01/2015 Primorski
»Gorika unija obin naj ima obseg dananje pokrajine«
22/01/2015 Primorski
»Univerza naj ostane v Novi Gorici«
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Gorizia
pd all' attacco.
«Gradisca e il Cara sono le cenerentole»
Chiarezza sui tempi di permanenza a
Gradisca degli immigrati ospiti dell' ex Cie. A
distanza di oltre una settimana dalla scadenza
assicurata dal Prefetto di Gorizia, Vittorio
Zappalorto (e riferita anche dall' assessore
regionale Gianni Torrenti) non ci sono ancora
cambiamenti della situazione dei 41 richiedenti
asilo che rimangono alloggiati all' ex Cie (sorta
di ampliamento del vicino Cara) e nessun
esponente della Regione o Prefettura sa
comunicare ancora tempi precisi per sanare
questa situazione nonostante la sistemazione
gradiscana fosse stata definita «assolutamente
temporanea».
Il segretario del Partito Democratico di
Gradisca Marco Zanolla, non nasconde il suo
stato d' animo: «Ci sentiamo presi in giro:
mentre a Trieste si sentono notizie di
spostamenti di migranti in altre province per
Gradisca non c' è ad ora nessuna azione
concreta.
Effettivamente sembra che ancora una volta
Gradisca sia lasciata a fare la cenerentola
della Regione in fatto di immigrazione, è stato
più volte rimarcato il lodevole lavoro fatto con
gli immigrati dal comune di Nimis ­ aggiunge­
ma nessuno ha mai ricordato che Gradisca ha
aperto progetti del tutto simili già qualche anno prima, si parla di insopportabile pressione di comuni di
almeno 35.000 abitanti con meno di trecento richiedenti asilo, quando un comune di 6500 abitanti sta
affrontando da anni una situazione che in rapporto cittadinanza/richiedenti asilo non ha paragoni con
nessun comune del Friuli Venezia Giulia». Conclude il segretario cittadino: «Alle persone del comune di
Gradisca nessuno ha mai fatto un plauso per l' accoglienza data in tutti questi anni e va riconosciuto il
lavoro fatto da tutte le amministrazioni comunali passate e presenti in questo senso. In una situazione in
cui le amministrazioni di tutti i livelli, da quello comunale a quello nazionale ci dovrebbero essere
favorevoli, ci aspettiamo una condivisione maggiore del problema. La regione deve lavorare con lo
Stato, e quindi con i Prefetti, per riequilibrare il numero dei richiedenti asilo su tutto il territorio regionale,
come succede in altre regioni italiane, assicurando loro dignitose condizioni di assistenza, non si può
ancora rimandare il problema».
Sulla stessa lunghezza d' onda anche il segretario provinciale del Pd, Marco Rossi: «La pressione dei
richiedenti asilo sul territorio isontino, e quello gradiscano in particolare, non è ulteriormente sostenibile
in termini numerici e la Prefettura deve dare seguito alla garanzia di temporaneità dell' utilizzo del CIE
come struttura per richiedenti asilo. Ma, soprattutto, si deve dare seguito al progressivo trasferimento di
richiedenti asilo in strutture extraprovinciali».
(l.m.
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Profughi "senza titoli": foglio di via solo all' 1%
La denuncia del Sap: «Solo in 5 casi su oltre 500 si è giunti alla presa in carico del
Paese europeo di provenienza. La politica si attivi per i necessari correttivi»
di Francesco Fain «Solo in cinque casi su oltre
500, meno dell' 1%, si è giunti alla presa in
carico del Paese europeo di provenienza».
A fornire questa cifra, indubbiamente
clamorosa, è il Sindacato autonomo di polizia
(Sap) che ha letto con estremo interesse l'
intervista all' assessore provinciale al Welfare
Ilaria Cecot pubblicata nei giorni scorsi dalla
nostra testata. Il tema riguarda i richiedenti­
asilo che hanno fatto già fatto richiesta di asilo
politico in altri Paesi europei e la loro istanza è
stata respinta.
Successivamente, sono giunti in Italia (nella
fattispecie a Gorizia) e hanno rimesso in moto
il medesimo iter: iter che si è concluso, nel
99% dei casi, positivamente, con il
riconoscimento cioé dello status di rifugiato
politico.
Ecco il ragionamento di Angelo Obit,
segretario provinciale del Sap e da sempre
informatissimo su tutto ciò che è immigrazione
e accoglienza.
«Il regolamento Ue numero 604 del 2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio (datato 26
giugno 2013) che stabilisce i criteri e i
meccanismi di determinazione dello Stato
membro competente per l' esame di una
domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese
terzo o da un apolide (rifusione) dice, all' articolo 18, che lo Stato membro competente in forza del
presente regolamento è tenuto a: prendere in carico, alle condizioni specificate, il richiedente che ha
presentato domanda in un altro Stato membro; riprendere in carico il richiedente la cui domanda è in
corso d' esame e che ha presentato domanda in un altro Stato membro oppure si trova nel territorio di
un altro Stato membro senza un titolo di soggiorno; riprendere in carico un cittadino di un Paese terzo o
un apolide che ha ritirato la sua domanda in corso d' esame e che ha presentato una domanda in un
altro Stato membro o che si trova nel territorio di un altro Stato membro senza un titolo di soggiorno;
riprendere in carico un cittadino di un paese terzo o un apolide del quale è stata respinta la domanda e
che ha presentato domanda in un altro Stato membro oppure si trova nel territorio di un altro Stato
membro senza un titolo di soggiorno» «E per la presa in carico ­ specifica il sindacato autonomo di
polizia ­ viene interessata l' Unità Dublino presso il Dipartimento delle libertà civili del Ministero dell'
Interno competente ad avviare l' iter. E così è stato per oltre 500 immigrati che hanno presentato
richiesta di protezione internazionale in provincia di Gorizia nel corso dell' anno 2014, trovandone anche
ospitalità con tutte le difficoltà e gli oneri del caso. Questi stranieri sono stati riscontrati positivi al
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sistema Eurodac perché ne erano state rilevate le impronte digitali in un altro Paese europeo presso il
quale erano stati fermati o avevano già presentato richiesta di protezione internazionale. Però solo in
cinque casi, meno dell' 1%, si è giunti alla presa in carico del paese europeo di provenienza».
E questo è il dato statistico saliente che secondo Obit e il sindacato di polizia deve far pensare. «Gli
operatori della Questura di Gorizia, pur con tutte le carenze di personale, hanno avviato la procedura
Dublino immediatamente: ben prima dei tempi prescritti che, poi, da altri non è stata finalizzata. Per il
99% dei casi di Gorizia la competenza è divenuta "Italia" e la pratica è stata o sarà esaminata dalla
competente commissione. Se non è farci prendere in giro questo...
Il compito della politica è di raccogliere le segnalazioni, di riscontrarle e di porre evenutalmente gli
opportuni correttivi perché riteniamo che a tutti sia chiaro che non va bene così».
Ecco perché viene formulato un appello all' assessore Cecot: gli amministratori si attivino per adottare
gli opportuni e necessari correttivi.
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Gorizia
Del Bello: «Città schiacciata dai poteri forti»
Atto d' accusa del consigliere del Pd contro «un secolo di classi dirigenti troppo piccole
di fronte al "colosso"»
A Monfalcone il nodo del rapporto tra "vecchi"
e "nuovi" cittadini sconta un peccato originario:
la sottomissione non ai musulmani, come nel
romanzo provocazione del francese
Houllebecq, ma ai poteri forti dell' economia. È
la tesi del consigliere provinciale del Pd Fabio
Del Bello, che non le manda dire in questo
caso all' area politica da cui proviene.
«È l' economia e non la religione a forgiare la
società: in cento anni il cantiere navale ha
forgiato e rimodellato Monfalcone ­ attacca Del
Bello ­ e la classe politica dirigente locale non
ha avuto alcuna influenza sul corso storico,
politico, economico. Dal periodo prefascista a
quelli fascista, democristiano, della sinistra e
infine del centrosinistra: un perfetto esempio di
lunga durata».
Inevitabilmente un piccolo territorio e una
piccola città sono in difficoltà nei confronti di
un colosso, perché «esprimono una piccola
classe dirigente».
Che, inoltre, a detta di Del Bello, ha
commesso un doppio errore: di presunzione e
di non aver fatto squadra interistituzionale per
meglio fronteggiare il colosso che oggi è pure
multinazionale. Gli effetti sono stati e sono
eclatanti per Del Bello che li indica nella
"strage" tra gli autoctoni causata dall' amianto e la fortissima pressione migratoria proveniente da aree e
regioni tra le più critiche del mondo e del Paese. «È chiaro che per invertire questo corso è necessario
promuovere una classe dirigente culturalmente preparata ­ afferma Del Bello ­, capace di pensiero e
iniziativa politica­strategica, nonché di cercare alleanze: è necessario infatti operare e incidere a fondo
nelle relazioni industriali e modificare le politiche industriali stesse.
Il che non vuol dire mandare a fondo l' industria come paventa l' ad di Fincantieri Bono».
Il capogruppo consiliare della Lega Nord Federico Razzini, dal canto suo, invita il sindaco Silvia Altran a
non trasformare l' incontro con la comunità islamica in «una passerella mediatica di stampo buonista»,
ma in un' occasione «per chiedere con autorevolezza a chi viene a Monfalcone ospite della comunità
locale e della Repubblica italiana di rispettarne leggi e soprattutto regole civili, valori, comportamentali
non scritti».
La condanna del terrorismo è positiva, ma, aggiunge Razzini, non basta, se «a ciò non si affianca quella
di alcune pratiche retrograde, disumane e odiose che in moltissimi paesi islamici e semplici comunità
islamiche sono prassi comune». Razzini pensa alle discriminazioni di genere, ma anche al diverso
concetto di libertà di espressione vigente in diversi Paesi di religione islamica. «I musulmani di
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
Monfalcone cosa pensano? Va bene a loro la shaaria di Stato ­ chiede Razzini ­? E come intendono far
integrare le "loro" donne nella nostra comunità? Il matrimonio misto va bene? Sono disposti a pregare
nella lingua del Paese dove vivono?». Razzini si aspetta che il sindaco ponga queste domande,
sollecitando «azioni concrete agli esponenti islamici che parteciperanno all' incontro».
(la. bl.)
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progetto lavoro.
Giovani e coop: un bando per nuove imprese
l Comune di Monfalcone aderirà al progetto a
favore dell' occupazione giovanile elaborato
dal Distretto sociale Isontino di Coop
consumatori Nordest nell' ambito di ''Go
Labor'', iniziativa della provincia di Gorizia.
L' amministrazione è da sempre attiva nelle
politiche a favore dei giovani e nella
individuazione di strumenti che favoriscano lo
sviluppo sociale equilibrato e nel rispetto dei
valori della cooperazione, del lavoro e della
tutela delle categorie più deboli: per questo ha
dato il suo sostegno a "Go Labor", progetto
specifico sull' imprenditorialità giovanile della
Provincia, e assieme a Coop Nordest ha
deciso di proporre un bando per sollecitare la
presentazione di candidature di giovani
imprenditori che vogliono avviare un' attività in
forma cooperativa ritenendo tale forma
favorevole allo sviluppo equilibrato anche in
anni di crisi. Il progetto sosterrà idee
imprenditoriali portate avanti da giovani (18­35
anni) da sviluppare tramite la costituzione di
nuove coop o l' apertura di legate a
cooperative esistenti.
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
Ronchi, a giugno il via ai lavori della maxi­rotatoria
da un milione
Cambierà volto l' ingresso nord della città con la trasformazione dell' incrocio tra le vie
Aquileia, 24 Maggio,Volontari della Libertà, Mazzini e 4 Novembre. Atteso il placet dalla
Regione alla varianteLavori alla rete fognaria, nuovi divieti di circolazione e sosta.
Si continua a lavorare a Ronchi dei Legionari
per permettere la costruzione della rete
fognaria e di smaltimento delle acque
meteoriche nel rione di Soleschiano. E lunedì
26 gennaio via anche all' intervento che
permetterà di allacciare alla rete fognaria
anche lo stabilimento aeronautico della Selex
ES. Così, come previsto da un' ordinanza
emessa dalla Polizia locale, dalle 7 e per la
durata di due mesi, sarà interdetto l' accesso e
vigerà il divieto di sosta lungo via Stoppani, a
partire da piazza San Tommaso.
Accanto agli interventi di potenziamento della
rete fognaria, va detto, si interviene anche al
rifacimento di quella che permette l'
erogazione dell' acqua potabile.
Un' opera, dal costo di 1 milione e 100mila
euro, che permetterà di allacciare alla
fognatura comunale altri 250 abitanti della
zona, nonché di allacciare anche parte della
zona industriale, permettendo di abbattere
ulteriormente l' inquinamento delle nostre falde
acquifere.
Obiettivo principale è anche quello di
scongiurare i dannosi allagamenti che si erano
verificati nel passato e che avevano creato non
pochi danni alle abitazioni della zona. E nella
primavera prossima, va ricordato, partiranno anche i lavori inerenti di costruzione della nuova fognatura
di San Vito, in particolare lungo tutta via San Vito e via Friuli, poste oltre la linea ferroviaria. (l.p.
) di Luca Perrino wRONCHI DEI LEGIONARI Il via libera ai lavori, se tutto procederà senza intoppi e
senza ostacoli, è previsto per il prossimo mese di giugno.
Quindi serviranno tra gli otto e i dieci mesi per completare un' opera della quale si parla da tempo e che
oggi ha tutte le carte in regola per decollare.
Parliamo, a Ronchi dei Legionari, della rotatoria che sorgerà al posto del grande incrocio che oggi
regola il traffico tra via Aquileia, via 24 Maggio, via Volontari della Libertà, via Mazzini e via 4
Novembre.
Una zona, all' ingresso nord della città, percorsa ogni giorno da centinaia e centinaia di vetture, ma
anche da mezzi pesanti, che una quindicina di anni fa è stata dotata di un doppio impianto semaforico,
ormai superato.
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Gorizia
Sarà l' Immobiliare San Martino, l' impresa che ha acquistato la vastissima zona dell' ex braida "De
Dottori", zona che ha una superficie totale di 50mila metri quadrati, a realizzare l' opera che fa parte
degli interventi di urbanizzazione di un' area che, in futuro, vedrà sorgere nuove unità abitative e anche
realtà di servizio e per il commercio.
La rotatoria, del costo di un milione di euro, avrà un raggio di trenta metri, sarà dotata di un moderno
impianto di illuminazione a led e, per un tratto, sarà anche sormontabile, permettendo così il passaggio
dei mezzi pesanti.
Tutta la viabilità sarà diversa da quella alla quale siamo abituati oggi, spostata proprio verso il "cuore"
della braida e con parcheggi ed aree a verde.
Sarà anche "accompagnata" da attraversamenti pedonali protetti, con eventuale semaforo a chiamata e,
comunque, illuminati con luci a fascio indirizzato e segnaletica orizzontale rinforzata.
Cambieranno anche le aree di fermata degli autobus, concordate con la Motorizzazione civile della
Provincia di Gorizia e con l' Apt, mentre una strada più prettamente urbana permetterà di raggiungere
gli esercizi commeciali e la filiale di via Aquileia della Banca di credito cooperativo di Turriaco. Anche i
pedoni e i ciclisti avranno uno spazio dedicato.
Verrà valorizzata e demolita solo in parte, grazie a un accordo con la Soprintendenza regionale, la
vecchia cinta muraria realizzata anche con l' utilizzo di antiche pietre che provenivano dal ponte romano
esistente in via D' Annunzio.
Tutto è ormai pronto al via libera dei lavori. La variante al piano regolatore che permette di operare nell'
ambito 1 è già stata adottata dal consiglio comunale, mentre dopo il necessario placet della Regione,
che dovrebbe arrivare a giorni, il documento passerà nuovamente al vaglio dell' aula per la sua
approvazione.
Da li ecco che tutto potrebbe procedere a ritmo spedito.
È prevista, nel periodo di svolgimento dei lavori, anche una viabilità alternativa che, com' è ovvio
pensare, privilegerà il passaggio dei veicoli lungo la bretella che collega via Aquileia alla strada
provinciale per Grado.
Ma non sarà mai completamente chiuso al traffico l' asse viario attualmente utilizzato per i normali
spostamenti dei veicoli.
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Gorizia
Via libera di Staranzano ai profughi
Il sindaco sta vagliando la disponibilità dei privati a concedere alloggi sfitti.
STARANZANO Il Comune di Staranzano apre
le porte agli immigrati che scappano dalla
fame e dai Paesi in guerra. Dopo l' incontro
dell' altra mattina a Gorizia prende corpo,
infatti, il protocollo d' intesa di collaborare con
la Prefettura per l' accoglienza di una parte di
profughi, arrivati in massa da un paio di mesi
sul territorio. Nei prossimi giorni, infatti, si
riunirà la prima commissione consiliare
comunale per affrontare il delicato problema.
Al momento non si sa ancora quante persone
giungeranno e dove verranno sistemate. «L'
ultimo dato che ci ha comunicato la Prefettura
riguardo la presenza degli immigrati ­ spiega il
sindaco Riccardo Marchesan ­ è di 500
profughi che dovranno trovare una
sistemazione in tutta la nostra provincia. Quasi
la metà attualmente si trova a Gorizia, altri
temporaneamente al Cara di Gradisca, ma per
il resto dovranno farsi carico le varie
amministrazioni comunali che a seconda delle
loro disponibilità dovranno ospitare un gruppo
di stranieri». «Crediamo ­ ribadisce ancora
Marchesan ­ che non sia giusto addossare
solo a due Comuni l' onere di accogliere tali
persone. Siamo disponibili nell' ambito della
solidarietà ad accettare un gruppo di persone
perché sosteniamo il principio di un' accoglienza "diffusa" e non una sistemazione localizzata in un solo
posto. Una soluzione, quest' ultima, che potrebbe creare ulteriori problemi». «A Staranzano comunque ­
afferma il sindaco Marchesan ­ ci stiamo già adoperando per trovare una possibile soluzione per i
profughi». Il problema principale rimane, però, sempre la disponibilità di appartamenti privati, visto che
il paese non dispone di alcuna struttura pubblica libera, come a San Canzian d' Isonzo dove è utilizzato
un edificio di Terranova. L' amministrazione, infatti, è orientata a cercare prima gli appartamenti e poi
firmare la convenzione con la Prefettura. Staranzano, dunque, si allinea anche al pensiero già espresso
nei giorni scorsi dal direttore della Caritas diocesana don Paolo Zuttion, da monsignor Armando Zorzin,
parroco di Grado e da don Fulvio Ostroman, parroco del Duomo di Monfalcone. Il sindaco Marchesan,
inoltre, si appella anche agli scettici che dopo gli attentati di Parigi, guardano con sospetto gli stranieri
specie coloro dai paesi islamici. «Quelli che arrivano ­ dice Marchesan ­ scappano dalla guerra e non
possono essere paragonati a estremisti o sovversivi. E' gente che vuole vivere solo in pace con la sua
famiglia».
Ciro Vitiello.
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Caso­Pecol dei Lupi il sindaco di Cormons detta le
condizioni
Patat: «Dovrà essere bonificato anche il lotto zero. L' area deve essere completamente
recuperata e valorizzata»
di Francesco Fain wCORMONS Due
condizioni. A dettarle il sindaco di Cormòns
Luciano Patat il giorno dopo la riunione
(positiva) della Conferenza dei servizi nella
quale si sono delineate le linee­guida per il
futuro immediato dell' ex discarica di Pecol dei
Lupi. Condizioni chiare e che vanno entrambe
nella direzione della tutela dell' ambiente.
Sindaco, quali sono?
Prima di tutto, ribadisco con forza che
Cormòns non vuole più ospitare discariche di
alcun tipo sul proprio territorio. Abbiamo già
dato ampiamente e il futuro deve essere
"discariche­free". Fortunatamente sembra che
l' orientamento generalizzato sia quello di non
realizzare più impianti di questo genere che
sono terribilmente impattanti e questo va nella
direzione esatta dei nostri auspici.
Questa è la prima condizione. E la
seconda?
Abbiamo già comunicato le nostre richieste ad
Isontina Ambiente che, per la verità, è stata
molto rassicurante. Una volta chiusa la
discarica di Pecol dei Lupi, non si pensi a una
normale messa in sicurezza. Vogliamo una
bonifica integrale: vogliamo che si proceda anche con il recupero di Pecol zero, il lotto più vecchio. Per
questo, saranno necessari più fondi. È giusto che i cormonesi si possano reimpossessare di quella
porzione di territorio. E faccio una provocazione: è giusto che possano fare il picnic laddove sorgeva la
discarica. Questo per dire che l' azione di bonifica deve essere fatta con attenzione, criterio, scrupolo.
Una volta chiusa la vicenda, ci saranno indennizzi?
Beh, diciamo che un piccolo risarcimento già arrivò grazie alla Provincia con il progetto Microhabitat.
Posso comunque dire che ci sarà un indennizzo che ci ripagherà, almeno in parte, del disagio di aver
ospitato sul nostro territorio una discarica. Ma quel che maggiormente ci interessa sono le due
condizioni di cui ho parlato in precedenza.
Dopo la riunione della Conferenza dei servizi, è ottimista sull' inizio dei lavori di bonifica?
Diciamo che sono come san Tommaso. Troppe volte ci hanno detto che era fatta e che l' intervento
sarebbe iniziato in tempi brevissimi. Dipendesse solamente dal Comune di Cormòns state certi che la
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discarica di Pecol dei Lupi sarebbe chiusa ormai da parecchio tempo e non saremmo qui a parlare di
date e di previsioni. La Regione, ci dicono, ha avuto difficoltà a contattare il curatore fallimentare della
ditta proprietaria di una parte dei terreni su cui insiste l' impianto. È altrettanto vero che Isontina
Ambiente ha ottenuto il via libera per la concretizzazione del progetto di chiusura e di bonifica. Pare,
infine, che questo possa essere avviato indipendentemente dalla questione dei proprietari privati.
Quindi, dovremmo esserci? Ripeto: sino a quando non vedrò le ruspe in azione che ripianano la
cosiddetta "collina Brandolin" non ci crederò.
L' auspicio, chiaramente, è che l' intervento inizi nel più breve tempo possibile: entro l' anno, per tenerci
larghi.
A Dirce Furlan, presidente dell' associazione "Chei dal poz", cosa dice?
Dico che comprendo i sentimenti dei residenti di Borgnano. Hanno sentito troppe volte la parola
"chiusura" senza che ci fosse un seguito concreto e capisco la loro incredulità di fronte a questi sviluppi.
Che dire? Se la Regione approva in tempi rapidi il progetto di bonifica di Isontina Ambiente e se
autorizza la società a procedere, credo che i tempi possano essere abbattuti. Ci vuole pazienza,
purtroppo.
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Gorizia
Unione dei Comuni, la Destra Isonzo si allunga alla
Bassa
Sottoscritto l' accordo. Il sindaco Patat: «La gestione dei servizi sarà partecipata».
Sagrado sta con il Monfalconese.
È stata ufficialmente costituita la nuova Unione
dei Comuni della Destra Isonzo. Sono 15 le
municipalità che ne fanno parte: oltre al
capoluogo Gorizia, anche Cormons, Gradisca,
Romans, Villesse, Medea, Mariano, Moraro,
San Lorenzo, Capriva, Farra, Mossa, San
Floriano, Savogna e Dolegna. L' accordo è
stato sottoscritto nei giorni scorsi, ma è
possibile che a questi Comuni se ne
aggiungano altri: è stato infatti dato mandato ai
sindaci di Gorizia Ettore Romoli, Gradisca
Linda Tomasinsig e Cormons Luciano Patat di
sondare il terreno con altre realtà limitrofe che
possano essere interessate ad entrare a far
parte dell' Unione. Che avrà alcuni cardini su
cui si impernierà: tra questi la condivisione dei
servizi di polizia municipale e lo Sportello
unico delle attività produttive. «In diversi settori
non si dovrà più ragionare come Comune ma
come Unione dei Comuni ­ puntualizza Patat ­
perché sia il funzionamento dei servizi sia la
loro gestione diventerà partecipata, così come
ci dovrà essere un' ottica unitaria nella
richiesta di finanziamenti agli enti superiori al
nostro. Il futuro è questo e noi abbiamo iniziato
ad incamminarci su questa strada.
Entro il 1o ottobre dovremo essere operativi,
ma alcuni ambiti come quelli sopra citati sono già in condivisione dallo scorso primo gennaio». La
possibilità che il numero di municipalità aderenti all' Unione isontina aumenti ci sono: «I colleghi primi
cittadini hanno dato mandato al sindaco Romoli di perlustrare l' area della Sinistra Isonzo per capire se
ci siano enti interessati ad essere coinvolti nella nostra iniziativa ­ aggiunge Patat ­ idem farà il
sottoscritto con i Comuni friulani della provincia di Udine attigui a Cormons, e lo stesso obiettivo avrà il
sindaco di Gradisca che invece avrà il compito di interagire con le municipalità della Bassa tra
Cervignano e Palmanova: vogliamo capire se il nostro progetto può interessare altri sindaci anche al di
fuori dei confini provinciali. Più siamo e più forte sarà la nostra proposta». Tra i Comuni isontini che
sembra non prenderanno parte all' Unione c' è Sagrado, limitrofa a Gradisca ma più interessata al
progetto che vede come polo di attrazione Monfalcone, Ronchi e Staranzano.
Matteo Femia.
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PICCOLI ARTISTI ALLA SPAZZAPAN
La Galleria Luigi Spazzapan di Gradisca
propone per domenica, alle 10.30, un' attività
laboratoriale dedicata ai bambini a margine
della mostra "Luigi Spazzapan. La collezione
Citelli della Fondazione Cassa di Risparmio di
Gorizia".
Il laboratorio è intitolato "La tavolozza di
Spazzapan" e consiste in una visita guidata
attiva per piccoli pittori in erba.
Un modo per conoscere da protagonsiti le
opere del pittore isontino, alla ricerca dei colori
usati dal grande artista e per conoscerne
caratteristiche e valore comunicativo. I bimbi si
trasformeranno in veri e propri pittori­
detective: con giochi d' osservazione,
indovinelli e tanto divertimento dovranno a
rintracciare i colori della tavolozza di
Spazzapan per realizzarne una tutta propria. Il
laboratorio si rivolge ai bambini dai 6 ai 10
anni.
Evento a numero chiuso, prenotazione
obbligatoria. Per iscriversi è necessario
telefonare al numero 0481960816 sabato dalle
10 alle 19, oggi e domani dalle 15 alle 19.
mail [email protected]; sito
www.galleriaspazzapan.
it (l.m.
)
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Il Pd porta a Merano il "caso Gorizia"
GECT.
Il segretario provinciale del Partito
democratico dei Gorizia, Marco Rossi,
interverrà sabato a Merano a un incontro
internazionale promosso dal Partito dei
socialisti e democratici europei, formazione
politica paneuropea alla quale nel 2014 ha
scelto di aderire anche il Pd.
L' iniziativa, incentrata sulla partecipazione
politica dei giovani nelle aree di confine, vedrà
quindi anche la possibilità di portare il "caso
Gorizia", lo sviluppo del Gect (il Gruppo
europeo di cooperazione territoriale costituito
tra il comune del capoluogo isontino con le
municipalità slovene di Nova Gorica e
empeter­Vrtojba ) così come le relazioni tra i
partiti politici italiani e sloveni, che a più
riprese hanno avuto momenti di confronto e
reciproco scambio di opinioni.
Non a caso, è di questi ultimi giorni l' incontro
tra una delegazione del Pd isontino, con il
segretario provinciale Rossi, il consigliere
provinciale Aljiosa Sosol e il consigliere
comunale Oliviero Furlan, il sindaco di
Doberdò Fabio Vizintin e i vertici del circolo di
Nova Gorica dei socialdemocratici sloveni, fra
cui il senatore Tomas Horvat e l' ex sindaco
della municipalità Mirko Brulc.
Dall' incontro è emersa la volontà di avviare contatti periodici costanti e forme di consultazione su varie
tematiche di interesse comune per l' area transfrontaliera, fino ad arrivare a vere e proprie iniziative da
assumere congiuntamente sui due lati del confine: «I confini si abbattono anche iniziando a fare politica
insieme», ha dichiarato a margine Rossi. (chr.s.
)
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Nasce l' Unione della Destra Isonzo
Sottoscritto l' accordo tra 15 Comuni, ma si vuole ampliare ancora questa realtà
coinvolgendo anche la Bassa friulana.
CORMÒNS E' stata ufficialmente costituita la
nuova Unione dei Comuni della Destra Isonzo.
Sono 15 le municipalità che ne fanno parte:
oltre al capoluogo Gorizia, anche Cormòns,
Gradisca, Romans, Villesse, Medea, Mariano,
Moraro, San Lorenzo, Capriva, Farra, Mossa,
San Floriano, Savogna e Dolegna. L' accordo
è stato sottoscritto nei giorni scorsi, ma è
possibile che a questi Comuni se ne
aggiungano altri: è statoi dato mandato ai
sindaci di Gorizia Ettore Romoli, di Gradisca
Linda Tomasinsig e Cormòns Luciano Patat di
sondare il terreno con altre realtà limitrofe che
possano essere interessate ad entrare a far
parte dell' Unione. Che avrà alcuni cardini su
cui si impernierà: Fra questi la condivisione
dei servizi di Polizia Municipale e lo Sportello
unico delle attività produttive.
«In sostanza, in diversi settori non si dovrà più
ragionare come Comune ma come Unione dei
Comuni ­ puntualizza Patat ­.
perché sia il funzionamento dei servizi sia la
loro gestione diventeranno partecipati, così
come ci dovrà essere un' ottica unitaria nella
richiesta di finanziamenti agli enti superiori al
nostro. Il futuro è questo e noi abbiamo iniziato
a incamminarci su questa strada. Entro il
primo ottobre dovremo essere operativi, ma alcuni ambiti, come quelli sopra citati sono già in
condivisione dallo scorso primo gennaio».
La possibilità che il numero di municipalità aderenti all' Unione isontina aumenti ci sono: «I colleghi primi
cittadini hanno dato mandato al sindaco Romoli di "perlustrare" la Sinistra Isonzo per capire se ci siano
enti interessati ad essere coinvolti nella nostra iniziativa ­ aggiunge Patat ­. Idem farà il sottoscritto con i
Comuni friulani della provincia di Udine attigui a Cormòns e lo stesso obiettivo avrà il sindaco di
Gradisca. che invece avrà il compito di interagire con le municipalità della Bassa tra Cervignano e
Palmanova: vogliamo capire se il nostro progetto può interessare altri sindaci anche al di fuori dei
confini provinciali. Più siamo e più forte sarà la nostra proposta». Tra i Comuni isontini che sembra non
prenderanno parte all' Unione c' è Sagrado, limitrofa a Gradisca ma più interessata al progetto che vede
come polo di attrazione Monfalcone, Ronchi e Staranzano: «Sagrado non partecipa alla nostra iniziativa
­ conferma Patat ­ perché si sente più vicina ad un' altra realtà, quella della Sinistra Isonzo, con i cui
Comuni già condivide alcune specificità».
Matteo Femia.
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22 gennaio 2015
Primorski
Gorizia
Transport in logistika na meji
Padec evropskih meja je od leta 2004 da­ lje
mono zaznamoval prometno in logistino
dejavnost na ezmejnem obmoju Gorice, No­
ve Gorice in empetra­Vrtojbe. Evropska uni­ ja
je spodbudila prost pretok blaga in ljudi ter
odpiranje novih trgov z odpravljanjem ovir, ki
so v preteklosti omejevale trgovino z blagom
med posameznimi dravami in njihovimi ob­
mejnimi obmoji. Od leta 2008 pa je ta razvoj
zaustavila hu­ da mednarodna gospodarska
kriza. Njene po­ sledice, kot so izguba
delovnih mest in propad podjetij, so e danes
vidne. Med drugim je kri­ za ustvarila tudi vrzel
v sistemskem in struk­ turiranem
gospodarskem sodelovanju, ki jo je zdaj treba
zapolniti, in to s sodelovanjem na podroju
ezmejnih gospodarskih dejavnosti v okviru
Evropskega zdruenja za teritorialno
sodelovanje ­ EZTS GO. Poleg tega je med
samimi nosilci dejav­ nosti zaznati tudi nekaj
zaskrbljenosti zaradi medsebojne konkurence,
ki se v nenehnem iskanju nainov za zmanjanje
strokov po­ gosto sprevre v vzajemno
nezaupanje in po­ sledino nezanimanje za
kakrno koli obliko udelebe v skupnih projektih,
zlasti na ez­ mejni ravni. Da se izvijemo iz tega
zaaranega kroga, je potrebno nagovoriti
nosilce interesa pre­ voznega in logistinega
sektorja z obeh stra­ ni meje in dosei »kritino maso« ponudnikov storitev ter presei strahove in ustaljena
pre­ prianja znotraj posameznih panog in obmo­ ij. V ta namen je treba spodbuditi nove obli­ ke
sodelovanja in usklajevanja z organizacijo sreanj, usmerjenih v iskanje optimalnih rei­ tev za
odpravljanje ugotovljenih teav. Ravno iz teh razlogov se je porodila zamisel za orga­ nizacijo
strokovnega posveta logistov in av­ toprevoznikov z obeh strani meje, ki bo jutri ob 14.30 v Obrtnem
domu v Novi Gorici. Cilj sreanja z naslovom »Transport in logistika na meji: teave, prilonosti, predlogi,
pobude« je oblikovanje delovnega omizja ponudnikov lo­ gistinih in prevoznih storitev, ki bi ga sesta­
vljali slovenski in italijanski logisti in prevoz­ niki s ezmejnega obmoja in ki bi povezova­ lo skupne
interese vseh nosilcev dejavnosti. To­ vrstno povezovanje ponudnikov logistinih in prevoznih storitev, ki
bi ga lahko v prihodnje tudi formalno potrdili s podpisom ustrezne­ ga sporazuma, pomeni inovativen
pristop v okviru ezmejnega sodelovanja. S pomojo ta­ ke sektorske ezmejne interesne skupine bi lah­
ko poveali promocijo in oglaevanje vseh vpletenih, na primer prek uporabe skupne bla­ govne znamke
in skupnega zastopanja na sej­ mih in prireditvah. Pomembno vlogo lahko pri tem odigra EZTS GO,
predvsem odbor za pro­ met, ki lahko poskrbi za primerno promocijo ire ezmejne logistine platforme, ki
bi de­ lovala kot usklajen logistini sistem. Med sreanjem bodo predstavljeni pri­ spevki drube SDAG in
konzorcija Golog, ude­ leencem pa bo omogoeno, da v nadaljeva­ nju sreanja e dodatno razvijejo
predstavlje­ ne teme s predlogi in pobudami, ki se lahko iz­ vedejo v blinji prihodnosti
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Primorski
Gorizia
»Gorika unija obin naj ima obseg dananje pokrajine«
Razdelitev na »zgornje« in »spodnje« Posoje
bi Goriko oibila: bolje bi bilo, da bi se Gorica in
ostale obine zdruile v eno samo medobinsko
unijo, ki bi sovpadala z dananjo pokrajino. To
je predlog, s katerim soglaa veina naelnikov
svetnikih skupin gorikega obinskega sveta, ki
so se v torek sestali z upanom Ettorejem
Romolijem. Te­ ma sestanka je bila reforma
krajevnih uprav, ki jo je deelni svet sprejel
novembra in na podlagi katere se bodo obine
povezovale med sabo v veje medobinske
zveze. »Na sreanju smo se skoraj soglasno
izrekli za ohranitev ozemeljske enotnosti na­ e
pokrajine oz. za ustanovitev veje med­ obinske
unije, ki bi vkljuevala vseh 25 ob­ in, ki jo
danes sestavljajo,« je povedal na­ elnik
Demokratske stranke Giuseppe Cin­ golani,
po katerem bi bila ta poteza v inte­ resu vseh,
tudi Tria. »Veje obine dee­ le FJK, torej Trst,
Videm in Pordenon, bo­ do ostale
nedotaknjene. V primerjavi z med­ obinsko
unijo, v katero bi se denimo zdru­ ile Gorica in
manje obine zgornjega Po­ soja, bi imele te tri
obine bistveno vejo mo. Gorika ima na deelni
politini sce­ ni e danes premajhno teo, kaj bi
ele bilo, e bi se razdelila na ve delov? Zato se
zav­ zemamo za ohranitev enotnosti pokrajin­
skega ozemlja. upanu smo zaupali nalogo, naj
zagovarja to reitev na raznih ravneh,« je zakljuil Cingolani. Proti temu predlogu sta bila le nael­ nika
SKP Emanuele Traini in Gibanja 5 zvez Manuela Botteghi. »Predlog Gibanja 5 zvezd je bil drugaen. Mi
smo zato, da bi se v medobinsko unijo povezale vse obine obmejnega pasu od gorikega Krasa do Trbi­
a, ki imajo marsikaj skupnega, ne nazad­ nje manjinske jezikovne skupnosti, zaen­ i s slovensko.
Nekaterim kolegom naelni­ kom se je predlog zdel zanimiv, a neizved­ ljiv, po mojem pa je tudi hipoteza
gorike medobinske unije pokrajinskega obsega bolj pobona elja kot realna monost. Dvo­ mim namre,
da bi Tri nanjo pristal,« pra­ vi Botteghijeva.
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Primorski
Gorizia
»Univerza naj ostane v Novi Gorici«
Upravni odbor Univerze v Novi Gorici je konec
lanskega leta vipavski obini rok za odpravo
pomanjkljivo­ sti na zemljiu, ki ga je ponujala v
prodajo za postavitev univerzitetne­ ga
kampusa, podaljal do 31. marca letos. V igri
pa obenem e vedno osta­ jata tudi lokaciji v
srediu Nove Go­ rice in nekdanja Primorjeva
upravna stavba v Ajdovini. Da pa bi univer­ za
morala ostati v Novi Gorici, so se v prejnjem
mandatu zavzemali e te­ danji novogoriki
mestni svetniki, posebno zavezo o
prizadevanju za ta cilj so tik pred volitvami
sprejeli tu­ di kandidati in kandidatki za novo­
gorikega upana. Javno pismo je te dni na
novo­ gorikega upana Mateja Arona in rektorja
omenjene univerze Danila Zavrtanika naslovil
goriki poslanec Matja Nemec (SD). V njem se
zavze­ ma za to, da bi Univerza v Novi Gori­ ci
tudi ostala v Novi Gorici, kjer naj dobi ustrezno
lokacijo za izgradnjo kampusa. Na Arona in
Zavrtanika apelira naj v im krajem asu najde­
ta optimalno reitev za to, da bo kampus
postavljen na obmoju novo­ gorike mestne
obine. V pismu tudi opozarja, da je omenjena
univerza, ki ima sedaj sede v Roni Dolini pri
Novi Gorici, pro­ grame pa zaradi prostorske
stiske raz­ preno izvaja na lokacijah od Benetk
do Ajdovine oz. Vipave, kjer ima v
Lanthierijevem dvorcu prostore za protokolarne dogodke, generator na­ predka na irem obmoju svojega
de­ lovanja. »Najprej in predvsem pa je sprio svoje lokacije in vpetosti v go­ riki prostor tonstran in
onstran me­ je tudi moan povezovalec tukajnjih ljudi, interesov, znanj in hotenj. Po­ slanec meni, da je
zaradi svoje ob­ mejne lege Gorika e toliko bolj za­ vezana k vzpostavljanju kvalitetnih drubenih
podsistemov, predvsem iz­ obraevalnega, preko katerega se lah­ ko tvori in izoblikuje humus napred­
ka in razvoja. »Na raun razvoja uni­ verze in programov, ki jih posamezne fakultete izvajajo, bi se v nae
okolje naselili tako znanje kot posledino tu­ di delovna mesta z visoko dodano vrednostjo, kar bi lahko
bistveno vpli­ valo na razvoj visokotehnolokega go­ spodarstva in podjetnitva. Pomem­ bno dejstvo, ki
govori v prid uresnii­ tvi kampusa v Novi Gorici, je ned­ vomno tudi vse veja mobilnost zna­ nja, ki lahko
spremeni tendenco zad­ njih let, ko znanje z Gorike odhaja, v to, da znanje, nove ideje in novosti pri­
dejo v nae mesto in regijo. Na beg moganov je treba odgovoriti z vabi­ lom zanje,« je preprian Nemec,
ki opozarja, da mora vpraanje gradnje univerzitetnega kampusa presei lo­ kalne interese in jih
nadomestiti s ir­ e razvojnimi. »Gradnja kampusa v mestni obini Nova Gorica tako ne sme biti ve
vpraanje trenutnega lo­ kalnega utripa, temve cilj, ki je zara­ di lege, povezanosti vseh segmentov
univerze, dostopnosti in obmejne le­ ge, najoptimalneja dolgorona rei­ tev,« poudarja poslanec, ki na
rektor­ ja in upana apelira, naj im prej naj­ deta optimalno reitev za gradnjo kampusa v novogoriki
mestni obini. Rektor Univerze v Novi Gorici, Danilo Zavrtanik, poslanevega pisma ni elel komentirati.
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Continua ­­>
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<­­ Segue
Primorski
Gorizia
Novogoriki u­ pan pa je povedal, da pogovori z Uni­ verzo ves as teejo, in to v pozitivni smeri. »Menim,
da aktivnosti v zvezi s tem peljemo dobro, na prihodnji se­ ji mestnega sveta bo obravnavana strategija
razvoja visokega olstva, ki bo podlaga za nadaljnje pogovore z univerzo,« je za Primorski dnevnik po­
vedal Aron. Kot smo e poroali, so nekateri svetniki na zadnji seji mest­ nega sveta izraali oitke, da v
pred­ logu prorauna obine ni postavke, ki bi predvidevala sredstva za univerzo. »Zakaj bi bila postavka
v proraunu, ne vem. Naa naloga je, da zagotovi­ mo prostor za univerzo. In ga tudi imamo. To je stvar
formalnosti, ne pa zagotavljanja sredstev. e kdo misli, da bo obina Nova Gorica financirala gradnjo
univerzitetnega kampusa, se moti,« je oitke zavrnil Aron. Katja Muni
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