1 Corso di Teologia Fondamentale: Rivelazione Lezione n. 1
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1 Corso di Teologia Fondamentale: Rivelazione Lezione n. 1
Corso di Teologia Fondamentale: Rivelazione Lezione n. 1: Questioni introduttive Docente: Sac. Mirko Integlia E-mail: [email protected] Ufficio: Segreteria particolare del Rettore Magnifico (primo piano). Presentazione del corso Il corso è attraversato da una domanda “fondamentale” a cui lo studente è chiamato a rispondere personalmente al termine del corso: “Che importanza ha e che cosa ci guadagno io se Dio esiste o no?” A questa domanda si cercherà di rispondere passando per una serie di questioni intermedie: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Esiste Dio? La fede è irrazionale o ragionevole? Se Dio esiste ed è buono, da dove proviene il male? Quali sono le ragioni dell’ateismo? La moralità esige la fede? Quando e come Dio è intervenuto nella storia? Se Dio è uno perché esistono molte religioni? Una vale l’altra o possiamo conoscere quella vera? 8) Come si fa “esperienza di Dio”? 9) Fede e ragione, fede e scienza sono in opposizione? Programma del corso Studenti frequentanti: - Appunti delle lezioni J. Burggraf, Teologia Fondamentale, Ares, Milano 2004 Studenti non frequentanti Come previsto dagli Statuti, gli studenti sono tenuti a raggiungere i 2/3 della frequenza, certificata dalla raccolta delle firme in classe. Coloro che non raggiungeranno tale numero di ore di presenza dovranno: 1 1) Giustificare personalmente al docente le ragioni della loro inadempienza 2) Presentarsi all’esame orale dopo essersi adeguatamente preparati sul testo: R.Fisichella, La rivelazione: evento e credibilità. Saggio di teologia fondamentale, Dehoniane, Bologna 2002. Quali benefici lo studente può attendersi da questo corso? 1) Gli verranno forniti gli elementi essenziali ed oggettivi dell’esperienza religiosa 2) Gli verrà fornito un quadro di riferimento rispetto al quale valutare il suo background religioso: conoscenze, pregiudizi, stereotipi. 3) Gli verranno fornite conoscenze con le quali poter dialogare, in modo maturo, con altri giovani credenti ed atei. 4) Gli verrà fornita una valida pista di riflessione, lungo la quale dare una risposta personale alla domanda su Dio. Cosa questo corso si aspetta dallo studente? I benefici di cui sopra saranno raggiunti… 1) Arrivando in classe in orario e andando via al termine della lezione, a meno che concordato diversamente con il Docente. 2) Evitando di disturbare, in qualsiasi modo, la lezione in corso. 3) Partecipando alle lezioni. Raggiunti i 2/3 di presenze, ogni successiva presenza costituirà nota di merito ai fini dell’esame finale. 4) Partecipando attivamente in classe, il che vuol dire essere attenti, interagire in maniera critica e costruttiva con il Docente e gli altri studenti. Regole disciplinari 1) Gli studenti in ritardo possono entrare in classe nell’intervallo tra la prima e la seconda ora. 2) Gli studenti che in qualsiasi modo disturbano la lezione saranno invitati ad abbandonare l’aula. 3) Gli studenti che si presenteranno all’esame con un programma diverso da quello qui indicato saranno rimandanti alla sessione successiva. 2 Corso di Teologia Fondamentale: Rivelazione Lezione n. 2: Forme di ateismo Domanda: “Quali sono le ragioni di chi non crede?” 1) Ateismo volgare: per l’ateo “volgare” la vita consiste nel massimo godimento possibile (edonismo) 2) Ateismo rancoroso: Rifiuto di credere che nasce dall’immagine di Dio inteso come uno spietato giustiziere che ci guarda, ci spia e ci punisce se sbagliamo. 3) Nuovo ateismo: inaugurato da Sam Harris (La fine della fede, 2004), Richard Dawkins (The God delusion, 2006), Daniel Denett (L’idea pericolosa di Darwin, 1995), Christopher Hitchens (Dio non è grande, 2007). Tesi di fondo del N.A.: La Religione è stata ed è un male assoluto, in quanto tale va estirpata dalla società. Tesi del nuovo ateismo Tesi n.1 I. Dio non esiste perché i credenti non possono fornire la prova scientifica della sua esistenza. - Rilievo critico n. 1: la Scienza non è tutto. Il filosofo inglese Sir Isaiah Berlin (1909-97) ritiene che le convinzioni umane possano essere raggruppate in tre categorie: 1. quelle che sono frutto di osservazione empirica (scienze biologiche) 2. quelle che sono frutto di deduzioni logiche (matematica) 3. quelle che non possono essere provate in nessuno dei precedenti modi. 3 La terza categoria include i valori e le idee che hanno dato e continuano a dare senso all’esistenza umana e che non possono essere provati dalla scienza. “Nel 1948 le Nazioni Unite hanno riaffermato la loro fede nei diritti umani fondamentali attraverso la “Dichiarazione Universale dei diritti umani” dove, ad esempio, si afferma che “tutti gli essere umani sono nati liberi e con pari dignità e diritti”. Qual è la prova logica e scientifica che dimostra che i nostri padri certamente non si sbagliarano? Allo stesso modo non può essere provato che la democrazia è migliore del fascismo o che l’oppressione è un male”. (Alister McGrath). Terry Eagleton (critico letteratio) “Noi umani sosteniamo molte convinzioni che non hanno un’inattaccabile giustificazione razionale, ciononostante esse appaiono ragionevoli. James H. Olthuis (filosofo) “Tutte le questioni “ultime” e le loro risposte circa la vita e la morte, il peccato e la sofferenza, la speranza e la guarigione, alla fine eludono la netta prova logica. In definitiva semplicemente diciamo: Io stò facendo questo perché credo che in esso risieda il senso della vita e che la mia felicità dipenda dall’agire in accordo con le mie più profonde convinzioni. -Rilievo critico n.2: La scienza può provare tutte le sue teorie? Ci chiediamo se anche nella campo scientifico non ci sia una dose di fede, ovvero la presenza di affermazioni fortemente sostenute da scienziati nonostante l’assenza di una totale evidenza empirica a favore. Esempi: 1) Basandosi su evidenze di tipo scientifico, alcuni sostengono che dal Big Bang sia nato un singolo universo altri un multi-verso. Due posizioni che partono da evidenze di tipo scientifico e giungono a convinzioni nessuna delle quali può essere provata incontrovertibilmente. 2) Teoria della Selezione Naturale di Darwin (Origine della specie, 1859). Alcuni esponenti del Nuovo Ateismo affermano che Darwin “provò” le sue teorie mentre è risaputo che la teoria della “selezione naturale” rappresentò una persuasiva spiegazione dell’origine e dell’evoluzione della vita ma che egli non poté provarla. 4 Conclusioni relative alla prima tesi del Nuovo Ateismo: Margherita Hack e i diversi piani di fede e scienza: il piano del “come” e il piano del “perchè” (Video) a) L’essere umano si muove sostenuto da due “ali”: 1) L’ala della scienza con la quale perviene alla conoscenza attraverso i dati empirici visibili e manipolabili. 2) L’ala della fede con la quale perviene alla conoscenza senza passare attraverso provette ed equazioni. 2 esempi: - Il povero che ruba – Il Mistero dell’Uomo b) Il caso di Francis Collins (genetista) e Antonhy Flew (filosofo inglese) Religione e ateismo sono entrambi questione di fede (Video)…..ma quale fede risulta più ragionevole? 5 Tesi del Nuovo Ateismo n. 2. “Dio è inutile! Infatti, per avere una vita etica non serve la fede. Anzi, nella storia la Religione ha giustificato nefandezze di ogni genere”. Rlievo critico n. 1 L’esperienza religiosa non coincide, anzitutto con una morale. Credere non coincide semplicisticamente con l’avere un codice etico. La fede è anzitutto relazione con un Altro che ti interpella e parla. Volendo spingere questo discorso all’estremo il Dio biblico si relazione sempre con personaggi dalla dubbia morale: Giacobbe l’imbroglione, Davide l’omicida e il lussurioso, Pietro il traditore, la donna adultera, Paolo il persecutore, Zaccheo l’usuraio, Tommaso il dubbioso e la lista potrebbe continuare….. Rilievo critico n.2 Certamente la morale non è un monopolio dei credenti ma di tutti gli uomini di “buona volontà” che si aprono al vero, al bello e al giusto. Bisogna, però, anche chiedersi quale morale sia possibile senza il fondamento dell’Esperienza Religiosa. E’ possibile ad esempio, come chiede il Vangelo, porgere l’altra guancia, amare i nemici, pregare per coloro che ci perseguitano, andare alla ricerca dei “peccatori”……? Rilievo critico n. 3 6 Il Vangelo (e la sua morale) ha da sempre ispirato anche non credenti. Verifica Intermedia 1. Qual è la tesi fondamentale del Nuovo Ateismo? 2. In che senso si può affermare che la “scienza non è tutto”? 3. In che senso fede e ateismo sono entrambi questioni di fede? 4. Perché il testo “E ti vengo a cercare” del cantautore Franco Battiato esprime bene l’essenza dell’esperienza religiosa? 5. In che senso nel rapporto tra fede e morale si può affermare che “Non possiamo non dirci cristiani”? 6. In che senso si deve dire che gran parte di ciò che viviamo, crediamo, affermiamo elude la “netta prova logica”. 7. E’ possibile una morale sganciata dall’esperienza religiosa? 8. Qual è stata l’esperienza di Antonhy Flew? 9. Qual è stata l’esperienza di Francis Collins? 10. Che differenza c’è tra la logica della fede e la logica della scienza? 11. Spiega i caratteri dell’ateismo volgare 12. Spiega i caratteri dell’ateismo rancoroso 13. A chi si può ricondurre la nascita del Nuovo Ateismo? 7 Scena tratta dal film “Lourdes” (min. 5.10) Tesi del Nuovo Ateismo n.3 “L’esistenza di Dio è inconciliabile con la presenza nel mondo del male fisico e morale” Il ramo della teologia che si occupa del rapporto tra male e Dio è la teodicea dal greco theos (Dio) e dike (giustizia). La domanda essenziale della teodicea è come conciliare l’essere giusto di Dio con la presenza del male nel mondo. Ascolto del testo “Dio è morto” di Francesco Guccini a) alcune precisazioni su cosa intendiamo per male: - Il male come dato di partenza, comunemente definito male fisico, comprende tutto ciò che di nocivo incontriamo nella natura, nelle cose e nelle circostanze come, ad esempio, la malattia, le catastrofi, la morte. - Il male voluto, nella tradizione spesso denominato male morale, comprende tutto ciò che di nocivo ci viene intenzionalmente e, quindi, liberamente inflitto da altri uomini. b) Questa è l’obiezione alla fede più consistente. Tutte le altre obiezioni sono deboli e non di rado partono da una concezione infantile dell’esperienza religiosa o da pregiudizi ideologici (cf. le tesi precedenti). La vita, infatti, a volte ci appare assurda nel senso di “absurdus”: interrogata sul senso di ciò che accade non risponde quasi fosse “sorda” (Cf. mito di Sisifo - cronaca del Giornale di Sicilia). c) La domanda sulla realtà del male attraversa tutta la Bibbia: dal peccato dei progenitori alla lotta tra il Risorto e le potenze del Male messa in scena dal libro dell’Apocalisse. Il libro in cui il tema del male viene affrontato in maniera più esplicita è quello di Giobbe, uomo giusto colpito ingiustamente 8 dal dolore. La sua esperienza è significativa soprattutto per la contestazione della dottrina della Retribuzione per la quale c’è un legame necessario tra sofferenza e peccato: se l’uomo soffre certamente ha peccato! Alcuni “tentativi” noti di teodicea Leibniz: Il migliore dei mondi possibili Questo nel quale viviamo è il “migliore dei mondi possibili”. Tenendo conto di tutte le variabili possibili (e che solo in parte possiamo afferrare) Dio poteva creare il mondo solo in questo modo. Come, ad esempio, non è possibile un cerchio quadrato così non è pensabile un mondo dove la libertà non comporti anche il risvolto oscuro del male. In parole semplici: un “altro mondo” sarebbe stato popolato da burattini. Agostino: il male come “privatio boni” e come “compito”. Per Sant’Agostino il male è mancanza di bene come il buio è assenza di luce. Mancanza di salute nella malattia, di amicizia nella solitudine, di Dio nel peccato dell’uomo (cf. video su Einstein). Dinanzi a questa ambivalenza del reale Dio cosa fa? Sta a guardare come un architetto che ha fatto il progetto e osserva da lontano gli operai mentre lavorano? Agostino sottolinea il fatto che in tutte le cose esistenti vi è un ordinamento al bene, una tensione verso la crescita e la realizzazione migliore possibile, un orientamento a Dio che si manifesta nel nostro senso per i valori, il vero, il bello, il giusto. Dunque la domanda “Perché il male?” dovrebbe essere affiancata dall’altra “Perché il bene?”. Quale privatio boni il male non è un fatum, non è un destino cieco, bensì una limitazione che si deve vincere. In sintesi, per Agostino il male rimane un compito della libertà! (video 10.07) N.B. 13p.v. Lezione “Il male ha un volto? Tra dottrina della Chiesa ed esperienza del Maligno” Prof. Gabriele Nanni (Regina Apostolorum) 9 Ancora su tentativi di Teodicea 1) Giobbe: ovvero la confusione tra colpa e sofferenza 2)Leibniz: Il migliore dei mondi possibili 3)Agostino: il male come “privatio boni” e dunque come “compito” Christoph Theobald: l’esperienza del male come RESISTENZA Questo autore tedesco a noi contemporaneo dichiara la crisi della teodicea classica. Per lui domande come “Se Dio esiste perché il male?” o ancora “Da dove viene il male?” sono domande speculative apparentemente senza risposta. In effetti vi sarete accorti che la Teodicea di Leibniz e Agostino benché interessante rimane insufficiente per spiegare il male in tutte le sue forme, specialmente quello che abbiamo definito “male fisico”. Theobald focalizza la sua attenzione, invece, sulla categoria di Resistenza, ovvero sulle “energie straordinarie di cui Dio avrebbe dotato l’uomo per resistere al male”. Tutte le correnti religiose e spirituali dell’umanità sono attraversate da forme di resistenza al male. -Pensate ad esempio alla formulazione del Diritto e, in particolare, dei Diritti Umani come via di Resistenza al male! -Il sentimento di fraternità che si esprime in esperienze straordinarie come la compassione o il perdono…..La forza di resistenza nascosta in questi sentimenti di manifesta in una condizione umana che le Scritture ebraiche e cristiane designano con il termine “santità”: il mettere in gioco la propria esistenza per gli altri “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Vg Gv) -L’arte in tutte le sue forme come via per destare o sostenere nell’uomo le forze di resistenza (cf. Simona Aztori). 10 -Le forme di resistenza ai regimi totalitari che hanno personificato il male. Leggiamo un breve brano tratto dalla biografia San Massimiliano Maria Kolbe: “Quando uno dei dieci condannati, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava, Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. In modo del tutto inaspettato, lo scambio venne concesso: i campi di concentramento erano infatti concepiti per spezzare ogni legame affettivo e i gesti di solidarietà non erano accolti con favore. Kolbe venne quindi rinchiuso nel bunker del Blocco 13. Dopo due settimane di agonia senza acqua né cibo la maggioranza dei condannati era morta di stenti, ma quattro di loro, tra cui Kolbe, erano ancora vivi e continuavano a pregare e cantare inni a Maria. La calma professata dal sacerdote impressionò le SS addette alla guardia, per le quali assistere a questa agonia si rivelò scioccante. Kolbe e i suoi compagni vennero quindi uccisi il 14 agosto, vigilia della Festa dell'Assunzione di Maria, con una iniezione di acido fenico. Il loro corpo venne cremato il giorno seguente, e le ceneri disperse. All'ufficiale medico nazista che gli fece l'iniezione mortale nel braccio, Padre Kolbe disse: «Lei non ha capito nulla della vita...» e mentre l'ufficiale lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «...l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, furono: «Ave Maria». Fu lo stesso tenente medico nazista che raccontò dopo alcuni anni questo fatto, che fu messo agli atti del processo canonico. L'espressione "Solo l'amore crea" fu ricordata più volte da Paolo VI nel 1971 in occasione della beatificazione di Kolbe”. E dunque ancora una volta ritorna con insistenza la domanda che diverse volte e in varie contesti ci siamo fatti: Qual è la sorgente ultima di queste energie di Resistenza? 11 L’esperienza dell’Assoluto Scene tratte dal film “Agostino” (2005) La domanda che ci poniamo al termine del nostro corso riguarda l’esperienza concreta di Dio: “Come l’uomo ha raggiunto l’Assoluto?”. In questo itinerario ci riferiremo al teologo Padre Joseph Marie Verlinde: Da Cristo al Guru, andata e ritorno. L’esperienza di un cercatore di Dio. Ed. Paoline. Volendo generalizzare al massimo, si posso distinguere due mistiche (mistica dal greco mystikos: misterioso). 1. Mistica orientale: ego-centrica 2. Mistica Occidentale: Apocalisse). allo-centrica (cf. termine Rivelazione- Ci concentreremo sulla mistica orientale (induismo, buddismo e relative pratiche religiose) mettendola a confronto con quella occidentale (tradizione ebraico-cristiana e islamica). Il fine di coloro che percorrono il cammino della m.o. è il Brahman ovvero l’assoluto onnipresente, la realtà ultima, impersonale per natura. La coscienza deve svanire nel “tutto”. Il luogo dove ricercare questo assoluto è il Sé, attraverso tecniche tipiche della spiritualità orientale come la respirazione, la postura, la meditazione e la ripetizione del mantra (cf. Om: fonema sacro da far risuonare interiormente durante l’esercizio di meditazione) Per esperienza del Sé intendiamo la sensazione di esistere, il godimento profondo della propria esistenza. 12 Scene tratte dal film “La fine è il mio inizio”. Notare: in questa spiritualità non esiste la categoria ebraico-cristiana di Salvatore: ognuno è chiamato a salvarsi da solo distruggendo, con pratiche appropriate, l’illusione della coscienza personale. Scrive Verlinde: “La mistica cristiana è per essenza soprannaturale poiché essa attende tutto dalla Grazia; la mistica dell’Oriente è naturale poiché essa avanza con la sola forza della sua ascesi verso la profondità dell’essere manifestato”. Possiamo esprimere questi concetti con l’immagine del braciere ovvero il divino – senza volto e senza nome – da cui provengo “Io”, ovvero la scintilla che attraverso il Samsara deve tornare a dissolversi nel braciere del Divino. Il Samsara è il termine usato per esprimere la reincarnazione che –attenzione!per l’Oriente è maledizione perché ogni vita è segnata dalla sofferenza (cf. legge del Karma). Le reincarnazioni successive non sono una nuova “chance” ma qualcosa da cui liberarsi (vietata la carità!). Il divino nella tradizione ebraico-cristiana è personale e si “rivela” all’uomo rinchiuso nei “limiti della sua ragione” (cf. Kant) “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2) “Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Prologo del Vangelo di Giovanni). Scene tratte dal film “Il grande silenzio” (2005). 13 Domande per la verifica personale 1. Cosa intendiamo per teodicea? 2. La teodicea di Giobbe, Leibniz, Agostino, Theobald. 3. Delinea le differenze tra mistica occidentale e mistica orientale. 14