Rapporto tra crisi economica e benessere dei
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Rapporto tra crisi economica e benessere dei
Rapporto tra crisi economica e benessere dei cittadini in Toscana La crisi finanziaria, economica e sociale mondiale, che dal 2008 sta colpendo duramente anche il nostro Paese, interferisce con molte delle dimensioni del benessere, tra cui la salute. Questo documento ARS (Agenzia Regionale Sanità) focalizza l’attenzione sul rapporto tra crisi economica e salute dei toscani. Il contesto economico della crisi Secondo i dati IRPET (Istituto regionale programmazione economica della Toscana), anche nella nostra regione, come nel resto del Paese, la situazione economica dall’inizio della crisi è andata via via peggiorando: dal 2007 al 2013 il reddito delle famiglie si è ridotto del 14%. E sono peggiorati anche tutti gli indicatori occupazionali: tasso di disoccupazione generale al 9% e giovanile al 22%, in aumento anche il tasso di inattività tra le donne e tra i giovani e il numero di coloro che non cercano lavoro né studiano (NEET - Not engaged in Education, Employment or Training ). Come in Italia, anche in Toscana la spesa delle famiglie per prodotti e servizi ha “tenuto” nel 2010 e nel 2011, ma a scapito di una progressiva erosione dei risparmi. Con l’acuirsi della crisi, nel 2012 si registra, invece, una riduzione rilevante della spesa delle famiglie. Crisi e stili di vita Nella letteratura scientifica c’è un ampio dibattito in corso sulla relazione che lega l’andamento della crisi economica ai comportamenti individuali ed alle abitudini di vita: gli studi internazionali non sono ancora arrivati a un’interpretazione univoca. I dati toscani sul fumo, sull’alcol, sulla sedentarietà e sull’uso di droghe sembrano indicare che la crisi incide maggiormente su alcuni gruppi della popolazione, spesso su quelli più fragili e svantaggiati dal punto di vista socio-economico. Non mancano però eccezioni a questa regola. Premessa Crisi e fumo - Nel periodo della crisi è stabile il numero dei fumatori, ma è calata la vendita di sigarette e cresciuta quella dei trinciati (tabacco sfuso), segnale di un maggiore orientamento dei consumatori verso prodotti più economici. Crisi e alcol - In Toscana (come in Italia) la quantità di alcol consumata è in riduzione costante fin dagli anni ’60, e nel periodo della crisi continua a ridursi con lo stesso ritmo degli anni immediatamente precedenti (2000-2007). Nella popolazione generale continua a diminuire il “consumo a rischio” di alcol: oltre 40 grammi al giorno per gli uomini (cioè 4 bicchieri di vino, oppure 4 lattine di birra, o ancora 4 bicchierini di superalcolici) e oltre 20 grammi al giorno per le donne (2 bicchieri di vino o 2 lattine di birra o 2 bicchierini di superalcolici). Sempre nella popolazione generale sono in costante diminuzione anche le cosiddette “abbuffate di alcol” (binge-drinking, cioè 6 bevute di qualunque bevanda alcolica in un’unica occasione). Il binge-drinking è invece aumentato tra i disoccupati, in particolare tra coloro che sono in cerca di nuova occupazione. Crisi e attività fisica, alimentazione e peso corporeo - Anche in Toscana con la crisi cala l’acquisto di generi alimentari a livello generale: si consuma meno carne bovina (con un effetto paradossalmente benefico per la salute), ma anche meno frutta, pesce, e latte (alimenti protettivi per molte malattie). A partire dal 2008 è in lieve aumento la percentuale dei sedentari, soprattutto tra i meno scolarizzati, ma si interrompe il trend in aumento del sovrappeso negli ultimi 10 anni: questo potrebbe essere la diretta conseguenza della riduzione dei consumi alimentari. Con la crisi sembrano accentuarsi, come nel resto del Paese, alcune differenze di classe sociale, con una prevalenza dell’obesità e sovrappeso maggiore nei meno istruiti. Crisi e consumo di droghe - Anche nel periodo della crisi è in aumento nella popolazione giovanile toscana l’uso di droghe (soprattutto cannabis), probabilmente a causa della riduzione dei costi del mercato illecito e della facilità di approvvigionamento anche in Internet. Per lo stesso motivo si accentua con la crisi anche il fenomeno della poliassunzione di sostanze, peraltro già presente nel periodo precedente. Crisi e malattie Con la crisi economica rimane elevato in Toscana il consumo di farmaci antidepressivi e si interrompe il trend in diminuzione del tasso del suicidio. Gli andamenti delle malattie cardiovascolari, respiratorie e materno-infantili non sembrano aver subito modifiche rispetto al periodo pre-crisi. Crisi e ambiente La crisi può produrre alcuni paradossali effetti benefici sull’ambiente. Si è infatti ridotta in Toscana e in Italia la domanda di mobilità, soprattutto quella con mezzi privati, con una conseguente diminuzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera, in particolare nei centri urbani. Per lo stesso motivo anche gli incidenti stradali, in costante aumento fino al 2006, hanno cominciato a ridursi con l’inizio della crisi e sono tuttora in diminuzione. Crisi e servizi sanitari La crisi finanziaria rischia di compromettere la sostenibilità dei sistemi sanitari. In Toscana è stata fatta una scelta rilevante in termini di equità e di tutela delle fasce più deboli, applicando sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria modulati per capacità contributiva degli assistiti. La riduzione delle prestazioni specialistiche conseguenti all’introduzione del ticket in Toscana (-3%) è decisamente minore di quanto occorso in Italia (-9% circa) nel 2012. In controtendenza rispetto alla diagnostica per immagini e alle indagini di laboratorio che si sono ridotte, le attività cliniche e la diagnostica strumentale sono aumentate (rispettivamente del 3% e 5% circa). A fronte della diminuzione del volume delle prestazioni, si registra un incremento del 4% circa della spesa complessiva, segno che l’offerta è più concentrata sulle prestazioni di maggior costo. In periodo di crisi, in Toscana il sistema pubblico sembra continuare a essere preferito rispetto ai soggetti privati per le prestazioni ad alto contenuto professionale e per gli esami che richiedono tecnologie più avanzate. Negli anni della crisi si mantengono sostanzialmente stabili gli accessi al Pronto soccorso, mentre il tasso di ospedalizzazione diminuisce. Quest’ultimo fenomeno può essere la conseguenza di una politica attiva di de-ospedalizzazione con ricorso a modi di risposta più appropriata, ma può essere determinato anche da un aumento delle liste di attesa, in particolare per le prestazioni chirurgiche elettive, sulle quali non possediamo al momento informazioni sufficienti. Rassicura, infine, la buona tenuta, almeno fino a tutto il 2012, degli indicatori di esiti del Sistema sanitario toscano, anche se alcuni degli effetti della crisi potrebbero evidenziarsi con tempi di latenza maggiori. Conclusioni La crisi economica mondiale, iniziata nel 2008, fa sentire i suoi effetti anche in Toscana: tra questi gli effetti sullo stato di salute. La salute dipende, a sua volta, da comportamenti individuali e stili di vita, ma anche dalla disponibilità di misure di prevenzione e di cure mediche accessibili ed efficaci. L’Osservatorio dell’ARS su “Crisi e salute” - utilizzando prevalentemente le informazioni delle banche dati regionali degli anni precedenti e immediatamente successivi all’inizio della crisi (2009-2012) - ha identificato una serie di indicatori che misurano come cambia il benessere dei toscani con l’andamento della crisi economica. Il potere di acquisto dei toscani si è ridotto, come dimostra la caduta degli acquisti delle famiglie: ne conseguono cambiamenti anche negli stili di vita. Coerentemente con quanto segnalato in letteratura, nel breve periodo alcuni cambiamenti hanno effetti paradossalmente positivi. É il caso della riduzione dell’uso dei mezzi privati di trasporto, con il miglioramento del dato ambientale e la riduzione degli incidenti stradali, oppure del rallentamento del trend storico in aumento del sovrappeso. Positiva per la salute anche la riduzione del consumo di carne bovina, ma altrettanto non si può dire per la riduzione del consumo di frutta. Positiva per la salute, inoltre, la riduzione nella popolazione generale del consumo a rischio di alcol e del binge-drinking, ma quest’ultimo fenomeno è invece in aumento tra i disoccupati. La modesta riduzione di domanda di prestazioni sanitarie, evidenziata con la crisi, può forse anche essere letta, almeno inizialmente, come un ridimensionamento di quell’eccesso di medicalizzazione che per molti anni è stato denunciato da più parti. Altri segnali sono meno chiari. D’altra parte, anche se in modo non del tutto ancora evidente, per la domanda di salute e per molti degli stili di vita comincia a farsi sentire un preoccupante aumento delle differenze fra i diversi settori sociali della popolazione. L’ARS continua a monitorare, insieme agli altri Enti e Istituti regionali, l’impatto sociale e sanitario della crisi e l’efficacia delle politiche di contenimento.