20/07/2016 Recensito.net

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HARLEQUINO, IL VERO PROTAGONISTA È IL SERVO, NON IL PADRONE
“Lo Sgarro —
Rocco Sigaro e il
delittaccio della
Garbatella”
l’ultimo romanzo
di Leonardo
Jattarelli
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Serviva una compagnia dall'altra parte dell'oceano per far riscoprire il piacere
della commedia dell'arte? Forse no, perché ci sono ancora attori che girano
per l'Italia con le maschere di Arlecchino , Pulcinella, Pantalone o il Dottore.
Serviva, forse, uno spazio adeguato come il Festival dei Due Mondi di Spoleto
per ricordare l'importanza di questa tradizione. La commedia dell'arte è stata,
in parte, dimenticata, considerata un repertorio storico, ma ha continuato a
influenzare non solo il teatro, ma anche il cinema (la maggior parte dei
personaggi della Disney ricavano i loro personaggi proprio da essa). Serviva
Una ragazza viene
trovata morta
proprio nel cuore della Garbatella. Si
tratta di Carla Palumbo, nessun
parente e nessun segno di violenza,
solo un ematoma…
inoltre un regista come Tim Robbins con il suo prestigio e la sua
consapevolezza della funzione sociale dell'arte per rappresentare il contenuto oltre che la forma.
Harlequino: on to freedom non propone una mera messa in scena della commedia dell'arte, con i suoi codici e le
mimiche caratterizzanti, ma ne svela la funzione, l'arte e la classicità, mostrando come questa possa essere
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intramontabile e sempre vera.
La trama è semplice, come da tradizione: l'amore di due giovani è ostacolato perché lei è promessa in sposa a
Capitano Spavento Dai Muscoli Pettorali Morbidi. Intanto suo padre, Pantalone, corteggia la Vedova Bracantini, senza
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successo. Alla fine i servi aiuteranno i padroni, i giovani si sposeranno, mentre Pantalone e il prete vengono derisi.
Attraverso un gioco metateatrale, si dipana la vicenda che avviene durante una conferenza sulla Commedia dell'Arte,
dove un Dottore si serve di diapositive per insegnare la storia.
Al centro gli attori, con la loro esigenza di raccontare, e quei personaggi con la consapevolezza di avere un ruolo che
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è – in fondo ­ la loro stessa natura. I padroni vogliono comandare, i servi servire e gli innamorati amare. Quando
l'attore incontra il personaggio nasce così una rivoluzione.
Arlecchino e Colombina iniziano a scegliere e quindi a
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pensare quale sia il loro ruolo. Cos'è la libertà? I servi
scopriranno alla fine che libertà è poter dire ciò che si
pensa ed essere ciò che si è.
Un magistrato entra dal fondo della sala per far
interrompere la commedia, ritenuta offensiva per il potere.
Lì capiscono di avere la più grande libertà, quella di
raccontare la verità nei loro ruoli buffi e degradati. Per non
rinunciarvi Arlecchino si immola e va via con il magistrato.
Tutto questo accade mentre il Dottore continua a fare la sua lezione, prendendo come esempio i personaggi e
spiegandone l'indole, la preparazione degli attori e i loro fini. Si spiega così come i canovacci non sono stati
tramandati, perché scrivere il testo significava essere censurati; come alcuni attori siano stati uccisi per ciò che
dicevano; come sono strutturate le parti dello spettacolo, quei tre atti tendenzialmente divisi da due intermezzi, nei
quali si ballava e si cantava, una sorta di musical moderno; come il protagonista sembra essere Pantalone, presente in
più dell'88% delle commedie, ma poi come dimostra la trama, il vero protagonista è Arlecchino; come i nomi siano
legati a delle attrici come l'innamorata Isabella da Isabella Andreini o dai significati etimologici, come Pulcinella nato da
un uovo o derivante da Puccio d'Aniello. Mentre il dottore illustra il suo sapere documentato, la compagnia esce dalla
classicità e introduce nomi nuovi come Max e Mama Pina (già in uso al Theatre de Soleil) o personaggi come la
veggente o l'unicorno. Questo perché la commedia dell'arte nasce dal bisogno delle compagnie di mantenersi e per
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E oggi ci concediamo un
piccolo consiglio
editoriale: il nostro
caposezione musica
Daniele Sidonio arriva in
questi giorni in libreria
con "Mi si scusi il
paragone" per Musicaos
Editore
Un'indagine sul rapporto
tra letteratura e musica
FORMAZIONE
farlo hanno capito che bisogna divertire il pubblico, così dovrà sempre rapportarsi con la sua contemporaneità e
l'innovazione è d'obbligo. Dopotutto c'è sempre stato qualcuno che voleva dire loro come comportarsi, cosa fare,
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Ad uso Esclusivo del destinatario
per questo non sono mai stati a servizio di una corte, ma erano dei girovaghi, anarchici e incompresi.
Gli attori che entrano dalla platea sono un gruppo numeroso, molti sono solo il coro e rimangono ai lati del pubblico, i
protagonisti invece salgono sul palco quando interpretano, rimangono sotto quando restano “attori del '500”. Tim
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dicevano; come sono strutturate le parti dello spettacolo, quei tre atti tendenzialmente divisi da due intermezzi, nei
con "Mi si scusi il
paragone" per Musicaos
DATA quali si ballava e si cantava, una sorta di musical moderno; come il protagonista sembra essere Pantalone, presente in
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più dell'88% delle commedie, ma poi come dimostra la trama, il vero protagonista è Arlecchino; come i nomi siano
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Un'indagine sul rapporto
legati a delle attrici come l'innamorata Isabella da Isabella Andreini o dai significati etimologici, come Pulcinella nato da
INDIRIZZO http://www.recensito.net/teatro/item/15247-harlequino,-il-vero-protagonista-%C3%A8-il-servo,-non-il-padrone.html
tra letteratura e musica
un uovo o derivante da Puccio d'Aniello. Mentre il dottore illustra il suo sapere documentato, la compagnia esce dalla
classicità e introduce nomi nuovi come Max e Mama Pina (già in uso al Theatre de Soleil) o personaggi come la
veggente o l'unicorno. Questo perché la commedia dell'arte nasce dal bisogno delle compagnie di mantenersi e per
FORMAZIONE
farlo hanno capito che bisogna divertire il pubblico, così dovrà sempre rapportarsi con la sua contemporaneità e
l'innovazione è d'obbligo. Dopotutto c'è sempre stato qualcuno che voleva dire loro come comportarsi, cosa fare,
per questo non sono mai stati a servizio di una corte, ma erano dei girovaghi, anarchici e incompresi.
Gli attori che entrano dalla platea sono un gruppo numeroso, molti sono solo il coro e rimangono ai lati del pubblico, i
protagonisti invece salgono sul palco quando interpretano, rimangono sotto quando restano “attori del '500”. Tim
Robbins li ha guidati in una gestualità fedelissima, solo la postura è più imprecisa, ma decisamente in linea con le
caratteristiche dello spettacolo, che cerca un incontro con il presente. Il testo e i riferimenti politici vibrano di un
umorismo amaro e schietto che conquista tutti gli spettatori. Il tema della libertà degli artisti e dei compromessi è
vivo e sentito tanto che poi rischia di scappar fuori qualche lacrima e non ci si vuole più alzare dalla poltrona, ma lo
spettacolo deve finire, per riprendere altrove.
Federica Guzzon
19/07/2016
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