La sostituta

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La sostituta
La sostituta
Di Maura Rastellino
La gravidanza di Lina fu un evento a dir poco inaspettato. Single da tempo immemorabile,
aveva festeggiato il suo quarantaduesimo compleanno quattro mesi prima e, per
l'occasione, il fratello le aveva regalato un tour di tre settimane di Laos, Vietnam e
Cambogia.
Così, il 13 febbraio, Lina partiva dall'aeroporto di Malpensa diretta verso il Vietnam e verso
il suo destino, ovvero Orazio, medico naturopata di Reggio Calabria, piantato alla vigilia
della partenza dalla sua fidanzata ventennale, Roberta, medico omeopata di Gioia Tauro.
Orazio non doveva essere molto affranto comunque, perché, appena ripresosi dal fuso
orario, iniziò a corteggiare Lina, che corrispose tali amorosi sensi. Atterrati a Malpensa il 4
marzo, dopo aver parlato per tutto il volo dell'impossibilità di dare un seguito alla loro
storia, si giurarono infine amore eterno davanti al rullo del ritiro bagagli.
E arriviamo così al 2 maggio, quando Lina consegnò al nostro datore di lavoro, dottor
Ginotti, titolare dell'omonima farmacia, il certificato di gravidanza a rischio. Dopo i primi,
comprensibili momenti di spiazzamento, il buon dottore si mise all'opera con lo scopo di
sostituire degnamente la Lina. Girava voce in paese che la moglie del dottor Ginotti,
conoscendo fin troppo bene la passione del marito per le belle ragazze, scegliesse
personalmente le collaboratrici da assumere. E le sceglieva brutte. Non ho dubbi sulla
veridicità di questa voce, per piu' di un motivo.
Prima di tutto non sono bella, e la signora Franca era presente al mio colloquio: gioviale,
sorridente, quasi esultante, mentre il dottor Ginotti aveva un'aria rassegnata barra affranta.
Ma soprattutto, le mie colleghe Lina e Patrizia, sono sinceramente e incontestabilmente
brutte. E la signora Franca era presente anche al loro colloquio.
Purtroppo per lei, questa volta, non avrebbe potuto scegliere la sostituta di Lina: investita
sulle strisce pedonali dal furgoncino di Hallo Pizza, giaceva in un letto della traumatologia
di un ospedale distante cinquanta chilometri dal marito marpione.
Due giorni dopo l'improvviso e sensazionale annuncio di Lina, un emozionato ed elegante
dottor Ginotti, completo grigio scuro di Armavi, scarpe Berluti e cravatta rosa di Marinella,
si recava all'ordine dei Farmacisti della Provincia, dove la zelante segretaria gli aveva
fissato cinque appuntamenti con altrettante aspiranti farmaciste.
"Questa volta voglio proprio vedere..." aveva incautamente sussurrato il nostro
magazziniere Fausto all'autista dell'Unifarma. E la Patrizia, dotata di un finissimo udito, e
innamorata di Fausto da sempre, scoppiò a piangere e a pranzo non mangiò niente,
decretando l'inizio della sua ennesima ed inutile dieta lampo.
Nel pomeriggio una raggiante Lina entrò in farmacia, ufficialmente per portare alcuni
documenti al Gino, ma con lo scopo non dichiarato di consolare la Patty. Rimanemmo
tutte a bocca aperta quando il capo fece il suo ingresso trionfale accompagnato dalla neoassunta dottoressa. "Fausto, dottoresse... Oh, Lina, c'è anche lei! Che piacere! Vi
presento la nostra nuova collega, la dottoressa Tabata Spagna."
"Ciao a tutti." disse Tabata agitando la manina e piegando vezzosamente la testa a
sinistra. "Oh, dottore... ma la sua è una farmacia antichissima! Che mobili, che soffitto... e
quei vasi in ceramica... stupendi! Complimenti dottore!"
Il Gino era in brodo di giuggiole. Finalmente, ora che la Gerbera moglie giaceva
inoffensiva con sei o sette ossa rotte, aveva potuto assumere la farmacista dei suoi sogni.
La bruna e sensuale Tabata si guardava in giro con gli occhioni verdi spalancati e la bocca
carnosa semiaperta. Incontrando i nostri sguardi faceva ampi sorrisi, arricciando un po' il
naso e alzando la spalla sinistra.
"E' così oca che tra un po' le spuntano le piume e vola via!" sussurrò la Patty.
"Ti piacerebbe..." disse la Lina impietosa "Guarda il Fausto che faccia... le bave alla sua
bocca mi sembrano le cascate del Niagara!"
Fulminai Lina con lo sguardo e Patty si ritirò in bagno, quasi sicuramente a piangere. E
così ebbe inizio quello che io chiamo il periodo del Grande Scompiglio.
A dire il vero, Tabata si rivelò ben presto una persona simpatica e gentile. Non
apparteneva affatto allo stereotipo bella-stronza che immaginavo, e lavorare con lei era
proprio piacevole. Tra un cliente e l'altro ci raccontò la storia della sua vita, che non era
niente di particolare ad esclusione del recente unico dramma. Dai grandi occhi verdi fece
capolino qualche lacrima quando ci raccontò del suo ultimo datore di lavoro, di cui era
diventata l'amante. Lo spietato, dopo averle innumerevoli volte promesso che avrebbe
lasciato la moglie, era andato a Parigi con la consorte per festeggiare i dieci anni di
matrimonio. Tabata decise così di licenziarsi e di cercare un nuovo posto di lavoro. Era
decisa a dimenticarlo e a divertirsi, come imponeva la sua giovane età. E dicendo questo
guardò significativamente soltanto il Fausto. Per fortuna la Patty era occupatissima a
spiegare ad un cliente come utilizzare i temutissimi dilatatori Dilatane non si accorse di
niente.
Un giorno Tabata ci fece per finta una scenataccia. Sembrava così arrabbiata da farci
credere veramente che ce l'avesse con noi: "E voi due sareste professioniste iscritte
all'albo, niente di meno! Vi vantate di avere anni di esperienza alle spalle, di lavorare sodo,
di perseguire gli interessi della farmacia e di tutelare quelli dei malati. E allora perché vi
lasciate scappare certi clienti, non garantendogli un servizio essenziale per la peculiarità
della loro situazione. Insomma, in questa farmacia, a causa della vostra negligenza e del
vostro pressappochismo, non metteranno piu' piede, ve ne rendete conto? Per fortuna che
ci sono io... Prenderò in mano la situazione."
Io e la Patty la guardammo stupefatte, arrovellandoci su quale poteva essere la nostra
mancanza, mentre lei, concentratissima, fissava lo schermo del computer. Premette
qualche tasto e si voltò soddisfatta, sorridendo.
"Ecco fatto! Li ho ordinati!"
"Ma che cosa?" urlammo in coro io e la Patty
"I profilattici extra-large, naturalmente!"
Fu allora che mi ricordai di quel bel ragazzo entrato circa un'ora prima, chiedendomi se
avevamo i preservativi confortevoli. Che tipo questa Tabata, pensavo. Ma il meglio doveva
ancora venire. Una sera riuscì a far cadere le chiavi della sua Classe A in un tombino, e
chiamò i pompieri perché gliele recuperassero. Dopo quell'episodio un aitante vigile del
fuoco venne in farmacia a comprare l'aspirina per tre giorni di fila. Quando finalmente
riuscì a farsi servire da Tabata, le passò lesto un bigliettino. Dopo di che, spari per
sempre.
Una mattina, poi, venne in farmacia la moglie di un assessore. Con occhi fiammeggianti,
comunicò a Tabata che il vice parroco, il colombiano Don Pedro, era stato trasferito in
un'altra diocesi. Lei sorrise, e, con una scrollatine di spalle, disse: "Speriamo che mandino
un altro prete altrettanto buono!"
Nel periodo in cui Tabata lavorò con noi, gli affari del fioraio prosperarono. Infatti, almeno
due o tre volte la settimana arrivava in farmacia una bella composizione floreale.
Notammo poi che la nostra giovane collega portava un incredibile varietà di ciondoli,
braccialetti, orecchini e collane delle stesse marche vendute dal gioielliere all'angolo. Una
sera io e la Patty vedemmo il povero, si fa per dire, gioielliere mentre cercava, piangendo,
di impedire a Tabata di salire in macchina e lei gli diceva qualcosa del tipo: "Mi dispiace,
ma è finita. Devi fartene una ragione!"
Nonostante la folta schiera di maschi che gravitava attorno a Tabata, io ero un po'
preoccupata che tra le mie colleghe potesse nascere una sorta di rivalità a causa di
Fausto. Fortunatamente non accadde. Anzi, si sviluppò improvvisamente tra Tabby e il
nostro magazziniere, una velenosa antipatia che non riuscivo proprio a spiegarmi. Patty
ne fu molto sollevata e le due divennero amicone.
Tabby micina, come la chiamava il Gino quando era sicuro che non sentissimo, era
veramente uno spasso, anche se un po' disordinata e confusionaria. Una volta consegnò
un farmaco col dosaggio sbagliato; se ne accorse quasi subito e usci per portare al cliente
la scatola giusta. Tornò dopo un'ora sostenendo che aveva fatto un'enorme fatica a
trovare la casa. Mi sembrò strano perché lessi l'indirizzo sulla ricetta e la via era ad
appena due isolati dalla farmacia, e inoltre c'è da dire che ci troviamo in un paese di
ottomila abitanti, non a New York. Pensai che Tabby micina aveva proprio la testa tra le
nuvole...
Mentre io mi affezionavo sempre di piu' a Tabata, notavo, con un certo dispiacere, che la
clientela femminile per la maggior parte la detestava. Certe carampane poi, la trattavano
proprio male, tant'è che piu' di una volta lei dovette simulare un improvviso malessere per
sfuggire alla loro scortesia e ai loro modi sgarbati.
La situazione degenerò in brevissimo tempo. Pare che una delegazione di otto signore
furenti saltò su un treno e andò dritta dritta all'ospedale dove stavano rimettendo assieme
la signora Ginotti e la informarono sugli ultimi scandalosi avvenimenti che, secondo loro,
vedevano protagonisti Tabata, il Gino, e buona parte dei maschi del paese.
Così, una mattina che non potrò mai scordare, la signora Franca Ginotti entrò in
farmacia spalancando la porta con un certo impeto. Rimasi a bocca aperta vedendola
avvicinarsi al bancone appoggiata ad una stampella, lo sguardo allucinato, la mascella
bloccata da uno strano arnese di ferro che sembrava una museruola. Tabata si precipitò
ad aiutarla, ma quella alzò la stampella e fece per colpirla. Non ci riuscì per fortuna. Gettò
la stampella con rabbia ed estrasse dalla borsetta dei fogli A4 ripiegati. Poiché era chiaro
che non poteva parlare, aveva scritto a lettere cubitali una parola in ogni foglio. Li fece
vedere a Tabata, uno per volta, e riuscii a leggere pure io:
"VATTENE – FUORI – DI – QUI – SCHIFOSA – TROIETTA"
Tabata esclamò, piu' stupita che spaventata o imbarazzata: "Ah... così lei è la signora
Ginotti! Va beh, non si scaldi. Me ne vado!" Quasi fuggi, salutandoci in fretta e
promettendo che ci avrebbe telefonato.
Seguirono momenti concitati, perché alla signora Franca venne un mancamento e fu
soccorsa dalla Delegazione, che si era goduta lo spettacolo còn i nasi appiccicati alla
vetrina. La portarono a casa, ma di lì a poco si senti male il Gino, a cui dovemmo
somministrare un punch bollente per ridargli un po' di colorito e di coraggio. Certo, non
eravamo disperate quanto il capo, ma mi sentivo proprio triste al pensiero che non avrei
piu' lavorato con Tabby, e anche Patty si asciugò qualche lacrima. Nei giorni che
seguirono, provai a contattarla piu' volte, ma il cellulare era sempre spento.
Telefonai anche all'Ordine dei farmacisti, ma nessuno seppe darmi notizie. Patty,
pessimista come al solito, disse che se la immaginava assassinata da qualche exfidanzato impazzito e sotterrata chissà dove.
Per fortuna non andò affatto così. Finalmente, proprio quando anch'io stavo
iniziando a preoccuparmi seriamente, squillò il mio Nokia e il display si illuminò con un
primo piano del bel viso di Tabata! Mi raccontò che aveva dovuto tenere il telefono spento
perché perseguitata dal suo ex ginecologo: "Una storia pazzesca, guarda, non ti sto a
raccontare..."
Aveva trovato un nuovo lavoro e si era innamorata a prima vista del figlio del suo titolare:
"Un colpo di fulmine... un miracolo, anime gemelle, affinità elettive. Come sono felice! Gli
sarò fedele, giuro...
Eli... mi manca il coraggio di dire una cosa importante a Patty" Era stranamente in
imbarazzo; riuscivo a percepirlo nonostante parlassimo al telefono.
"Ecco... io sono stata con Fausto. Mi dispiace che Patty perda tanto tempo a star dietro a
lui che proprio non lo merita. Parla male di lei e la deride, quando lo sfigato invece è lui:
non ha la minima idea di cosa sia e di dove sia il clitoride. Contento lui, contenti tutti... non
so se mi spiego. Voto zero! E' una pena in tutto, egoista, vanesio e superficiale. Invece
Patty dovrebbe prendere in considerazione il dentista. Mi ha detto che la trova
interessante e che ha una dentatura perfetta e, detto tra noi, forse perché l'esame di
anatomia l'ha dato, si orienta molto meglio del Fausto! E' solo un po' timido...
Ah... Ti ricordi invece quello a cui ho riportato l'antibiotico, quando ci ho messo tanto?
Ecco, quello mi ha chiesto se eri single. Si chiama Antonio o Alberto Martini. Lui è stato il
migliore!" "Oh mio Dio, Tabby! Sei spudorata!"
"Oh, ma piantala! Mi raccomando, parla a Patty. Mettigliela come vuoi, ma convincila a
non sprecare piu' il suo tempo e il suo amore! Non ne vale la pena! Ciao cara... e grazie
per avermi voluto bene"
"Addio Tabby, ci mancherai... Ci rivedremo, spero!"
"Contaci. Un bacione grande!"