notizie economiche e commerciali - Camera di Commercio Italo

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notizie economiche e commerciali - Camera di Commercio Italo
Sett emb re 201 3 – An n o XIV – n° 258
paesi arabi
notizie economiche e commerciali
paesi arabi
Sommario
ITALIA
Aumento costante dell’export italiano verso i paesi arabi / Primo semestre promettente per l’export
di alimentari / Ad agosto migliora la fiducia di imprese e consumatori / Al via “Destinazione Italia”
ALGERIA
Sviluppo del settore turistico / Il commercio estero è concentrato nei paesi UE
ARABIA SAUDITA
Investimenti per 15 miliardi di dollari nel settore alimentare / Contratti di appalto a rischio per
violazione della legge sul lavoro
BAHRAIN
Il Pil aumenta del 5,6%
EGITTO
L’UE sospende la vendita di armi / Approvato il piano d’emergenza per il rilancio dell’economia /
Tecnologie terrestri ed aeree per garantire la sicurezza del canale di Suez
EMIRATI ARABI UNITI
Il Consiglio Federale ha approvato la nuova legge sulle società commerciali / Record nell’indice di
fiducia dei consumatori / La Camera di Dubai prepara il primo “Summit globale dell’economia
islamica”
KUWAIT
Gli USA garantiscono nuovi prestiti al regno hascemita / La famiglia reale detiene i ruoli cardine nel
nuovo governo
LIBANO
Italia terzo fornitore dopo Cina e Usa / Finanziamento della Bei per l’ammodernamento della tratta
ferroviaria Tripoli-Beirut
LIBIA
Salini Impregilo realizzerà il primo lotto dell'autostrada costiera / Continuano le tensioni nel settore
degli idrocarburi
MAROCCO
Rabat investe nel settore agroalimentare / Un hub per il commercio tra Africa ed Europa
OMAN
Al 26° posto nella graduatoria dell’Economic Freedom 2013
PALESTINA
Un’impresa italiana restaurerà la Basilica della Natività' a Betlemme
QATAR
Lanciato il primo satellite nazionale / Continua il sostegno all’economia egiziana
SOMALIA
L’Italia in prima linea nella ricostruzione del paese
TUNISIA
A dicembre si terrà il salone dell’agricoltura e della pesca / Il governo introduce misure di austerità
PAESI CCG
Le rimesse estere di Emirati e Arabia Saudita hanno raggiunto i 120 mld di dollari / Tassi
d’inflazione in crescita / Italferr si fa strada in Medio Oriente / All’orizzonte un nuovo accordo di
libero scambio tra Ue e Usa: il TTIP
PAESI UMA
Calo degli Ide per Algeria e Tunisia, boom per il Marocco
PAESI ARABI
Previsti nuovi centri commerciali in tutta la regione
SEGNALAZIONI
Destinazione Italia: Wall Street e paesi del Golfo / Resoconto del Seminario “Sviluppi nel Golfo e
relazioni con l’Unione Europea” / Accordo Kerry-Lavrov sul disarmo chimico
In copertina l’entrata della Moschea Sheikh Zayed ad Abu Dhabi
2
paesi arabi
Italia
3I01.IT.IC
Aumento costante dell’export italiano verso i paesi arabi
I paesi arabi rappresentano un partner sempre più importante nei rapporti commerciali
dell’Italia. Nel primo semestre del 2013 l’export verso tali paesi è aumentato del 12,5%.
Commercio Italia-Paesi Arabi. Gennaio-Giugno 2012-2013 (mln euro)
Importazioni
Esportazioni
PAESI
2012
2013 Var %
2012
2013 Var %
287,4
359,6
25,1
686,8
768,0
11,8
Marocco
5.247,4
3.563,7
-32,1
1.740,3
2.045,6
17,5
Algeria
1.165,2
1.181,1
1,4
1.610,9
1.602,5
-0,5
Tunisia
5.852,5
5.671,4
-3,1
1.139,0
1.385,2
21,6
Libia
1.293,4
1.021,2
-21,0
1.342,3
1.458,7
8,7
Egitto
10,6
4,6
-57,0
90,1
61,0
-32,3
Sudan
108,2
86,3
-20,2
27,2
39,3
44,3
Mauritania
0,9
0,5
-38,8
7,6
8,2
7,8
Gibuti
0,5
0,3
-47,7
3,1
3,8
23,2
Somalia
0,2
0,1
-52,7
0,9
0,5
-46,4
Comore
18,0
28,2
56,8
574,5
607,7
5,8
Libano
38,8
19,6
-49,5
171,9
46,0
-73,2
Siria
1.423,6
1.092,6
-23,3
257,5
566,0
119,8
Iraq
0,3
0,2
-40,9
1,8
4,1
123,5
Palestina
29,1
22,9
-21,2
322,7
385,2
19,4
Giordania
3.837,4
2.744,5
-28,5
1.958,9
2.375,4
21,3
Arabia Saudita
47,9
29,0
-39,5
440,3
413,0
-6,2
Kuwait
73,5
41,5
-43,6
93,6
79,2
-15,4
Bahrein
1.284,5
1.104,2
-14,0
486,2
609,2
25,3
Qatar
308,4
249,2
-19,2
2.740,8
2.918,8
6,5
Emirati Arabi Uniti
30,1
99,9
232,4
180,3
231,2
28,3
Oman
4,7
6,3
33,4
41,6
54,0
29,7
Yemen
Totale Paesi arabi
21.062,6
17.327,0
-17,7
13.918,3
15.662,7
12,5
12.660,6
10.862,1
-14,2
5.204,3
5.840,6
12,2
-Uma
5.581,8
4.268,4
-23,5
5.900,1
6.626,8
12,3
-Gcc
2.820,1
2.196,5
-22,1
2.814,0
3.195,3
13,6
-Altri Paesi arabi
195.867,5 182.234,4
-7,0 195.283,9 194.523,0
-0,4
Mondo
103.044,7
99.923,5
-3,0 107.547,3 104.192,3
-3,1
Unione europea
(27)
20.629,2
22.111,6
7,2
25.390,7
25.545,4
0,6
Altri paesi europei
18.467,5
15.387,6
-16,7
9.247,4
10.099,4
9,2
Africa
13.222,9
10.990,0
-16,9
22.063,5
21.940,5
-0,6
America
38.866,9
32.300,0
-16,9
26.772,1
28.207,1
5,4
Asia
1.025,1
931,5
-9,1
3.200,8
3.629,6
13,4
Oceania e altri
territori
21.856,8
15.860,7
-27,4
10.739,1
11.862,3
10,5
Opec
Saldo
2012
399,4
-3.507,1
445,7
-4.713,5
49,0
79,5
-81,0
6,7
2,6
0,7
556,5
133,0
-1.166,1
1,5
293,6
-1.878,5
392,4
20,1
-798,2
2.432,3
150,2
36,9
-7.144,2
-7.456,3
318,2
-6,1
-583,5
4.502,6
Saldo
2013
408,4
-1.518,1
421,4
-4.286,2
437,5
56,4
-47,0
7,7
3,5
0,4
579,5
26,4
-526,6
3,9
362,3
-369,1
384,0
37,7
-495,1
2.669,6
131,3
47,6
-1.664,3
-5.021,5
2.358,4
998,8
12.288,6
4.268,8
4.761,5
-9.220,1
8.840,6
-12.094,7
2.175,7
3.433,8
-5.288,2
10.950,5
-4.092,9
2.698,1
-11.117,7
-3.998,4
Fonte: elaborazione Camera di Commercio Italo-Araba su dati Istat
3
paesi arabi
I maggiori incrementi in termini assoluti sono stati registrati in Algeria (+17,5% delle
vendite di macchine e prodotti siderurgici), in Iraq (+203,6% delle vendite di macchine di
impiego generale) e in Arabia Saudita (+120,6% delle vendite di prodotti derivati dalla
raffinazione del petrolio). Ottimi risultati in generale per i prodotti del made in Italy. Nei
paesi del Golfo sono aumentate notevolmente le vendite di mobili, gioielli e oreficeria, navi
e imbarcazioni, calzature e borse, apparecchi di misurazione e orologi, pietre tagliate e
finite, prodotti in legno. Da segnalare anche l’incremento dell’export di autoveicoli e di
prodotti alimentari (specialmente frutta e verdura) in Algeria e Libia, di autoveicoli, orologi
e apparecchi per la misurazione e mobili in Iraq.
Il dato dell’export conferma il trend degli ultimi anni. Dal 2009 al 2012 le esportazioni
italiane sono aumentate del 25%, mentre dal 2003 sono più che raddoppiate (+122%).
In costante crescita anche l’indice di specializzazione delle esportazioni italiane verso i
paesi arabi. L’indice, che esprime il rapporto fra l’export verso i paesi arabi e l’export totale
dell’Italia, è passato dal 4,9% del 2004 al 7,4% del 2012 e a oltre l’8% nel primo semestre
del 2013. Il dato relativo alla specializzazione delle vendite verso i paesi del Golfo
all’interno del gruppo dei paesi arabi è passato dal 33,6% del 2010 al 42% del 2012.
Di segno negativo invece le vendite verso il mondo (-0,4%) e verso l’Unione Europea a 27
(-3,1%).
La crescita dell’export e la diminuzione del nostro import dai paesi arabi (-17,7% rispetto al
primo semestre 2012), hanno determinato un significativo miglioramento del saldo della
bilancia commerciale con l’area. Esso si è ridotto di quasi 6 miliardi rispetto al primo
semestre 2012. Al dato positivo si associa tuttavia una forte preoccupazione legata al
minor consumo di idrocarburi, che rappresentano la quasi totalità delle nostre importazioni
dai paesi arabi. Il dato conferma evidentemente la crisi economica del nostro paese, ma fa
anche temere che essa non volga al termine.
3I02.IT.COM
Primo semestre promettente per l’export di alimentari
Secondo un’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre 2013, il settore
agroalimentare è in crescita, trainato dall’aumento dell’export (+7%) in tutti i principali
comparti produttivi. Le esportazioni compensano il calo dei consumi interni. Il genere più
venduto all’estero è l'ortofrutta fresca, seguita da vino, pasta e olio d’oliva.
Se il dato semestrale venisse confermato alla fine del 2013, l’agroalimentare registrerebbe
il record storico di 34 miliardi fatturati all'estero in un anno.
3I03.IT.EF
Ad agosto migliora la fiducia di imprese e consumatori
L’Istat ha registrato nel mese di agosto un aumento dell’indice della fiducia delle imprese
da 79,8 a 82,2 punti. L’andamento rispecchia le migliori aspettative delle imprese di servizi
di mercato, di quelle manifatturiere e del commercio al dettaglio. In calo invece la fiducia
delle imprese edili.
L’analisi per raggruppamenti principali di industrie indica un miglioramento dell’indice nei
beni intermedi e un peggioramento nei beni di consumo e in quelli strumentali.
Nello stesso mese, l’indice di fiducia dei consumatori tocca i massimi degli ultimi due anni.
Sono migliorate le previsioni sulla situazione economica del paese nonostante un
peggioramento delle aspettative sulla disoccupazione. La valutazione complessiva della
situazione economica delle famiglie peggiora. A livello territoriale, la fiducia migliora al
Nord e al Centro; peggiora nel Mezzogiorno.
4
paesi arabi
3I04.IT.GL
Al via “Destinazione Italia”
Il governo ha varato il Piano "Destinazione Italia". un segnale forte al mondo per fare
investimenti economici e finanziari nel nostro Paese.
Il Piano prevede 50 misure per agevolare e semplificare gli investimenti stranieri in Italia. È
stata confermata l'intenzione di realizzare un road show nelle principali piazze finanziarie
mondiali. La prima tappa sarà New York, mentre la seconda sarà nei Paesi del Golfo.
L'adozione definitiva avverrà a ottobre dopo una consultazione con i soggetti pubblici e
privati. (continua a pag. 19).
Algeria
3I05.DZ.SRV
Sviluppo del settore turistico
Circa 850.000 turisti hanno visitato l’Algeria nella prima metà del 2013. Secondo il Ministro
del Turismo Mohamed Benmeradi, entro la fine dell’anno saranno raggiunte 1,5 milioni di
presenze.
Il Ministero punta a incrementare l’offerta di strutture per il tempo libero ed ha investito
nella costruzione di nuovi alberghi. Nella provincia di Algeri, che conta 160 hotel con un
totale di oltre 18.000 posti letto, sono in corso progetti per incrementare i posti letto di
7.500 unità.
Vista panoramica di Algeri
5
paesi arabi
3I06.DZ.COM
Il commercio estero è concentrato nei paesi UE
Secondo i dati ufficiali algerini, le importazioni dell’Unione Europea hanno raggiunto i
14,98 miliardi di dollari, equivalenti al 52,8% del totale dell’export dell’Algeria.
La Spagna, con acquisti per 5,39 miliardi di dollari, è il principale cliente, ed è seguita da
Italia, Gran Bretagna e Francia.
Tra i fornitori, la Francia è al primo posto con vendite per 3,33 miliardi di dollari. L’Italia,
con 2,51 miliardi di export, è al quarto posto, dopo Cina e Spagna, e precede la Germania.
Arabia Saudita
3I07.SA.AGR
Investimenti per 15 miliardi di dollari nel settore alimentare
Considerata la domanda crescente di generi alimentari nel paese, il governo saudita ha
stanziato circa 15 miliardi di dollari nel primo semestre del 2013 per lo sviluppo del settore
agricolo. Fra le azioni previste vi è il sostegno alla collaborazione pubblico-privata in
progetti di sviluppo.
Negli ultimi mesi del 2013 si svolgeranno due importanti eventi promozionali del settore:
Saudi Agriculture, dedicato al settore agro-industriale, e Saudi Agro-Food, salone del
commercio internazionale di prodotti alimentari.
Agricoltura in Arabia Saudita
6
paesi arabi
3I08.SA.GL
Contratti di appalto a rischio per violazione della legge sul lavoro
La Camera di Commercio saudita ha annunciato la cancellazione di 90.000 dei 250.000
contratti d’appalto in corso, a causa della violazione delle norme sul lavoro irregolare
introdotte nel 2011. Le norme, il cui scopo è di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile
nel paese (attualmente pari al 30%), prevedono il rispetto di quote minime di lavoratori
sauditi, che variano a seconda del settore e della dimensione dell’azienda.
La cancellazione dei contratti rischia di colpire duramente il sistema produttivo, in
particolare i settori delle costruzioni, dei trasporti e dei servizi. Le società interessate dalle
norme sono esposte al rischio di penali e multe per i ritardi nell’esecuzione dei contratti.
Bahrein
3I09.BH.EF
Il Pil aumenta del 5,6%
Secondo l’Economic Development Board del Bahrain, la crescita del paese sarà del 5,6%
alla fine del 2013, in aumento rispetto al 3,4% registrato nel 2012. Nel 2014 è prevista una
crescita del 4%. Il settore degli idrocarburi è in crescita del 10,5%, quello dei non
idrocarburi del 4,4%.
Grazie alla politica di diversificazione dell’economia iniziata nel 2000, il peso del settore
oil&gas sul Pil è diminuito, dal 44% del 2000, al 20% del 2012. Il settore manifatturiero,
delle costruzioni e dei servizi rappresenta il 60% del Pil.
Tuttavia gli idrocarburi costituiscono la principale entrata del governo. Nel 2012 essi hanno
rappresentato l’87% del totale delle entrate, in aumento rispetto al 67% del 2002. Inoltre il
settore petrolifero contribuisce per il 77% alle esportazioni totali di beni e servizi del paese.
Egitto
3I10.EG.COM
L’UE sospende la vendita di armi
I ministri degli Affari esteri dell'Unione Europea hanno deciso la sospensione delle licenze
di esportazione verso l'Egitto di armi e apparati per la sicurezza.
I ministri hanno inoltre convenuto di rivalutare il programma di aiuti forniti all'Egitto alla luce
dei gravi episodi di violenza che hanno provocato la morte di centinaia di persone durante
gli scontri seguiti alla destituzione di Mohammad Morsi.
3I11.EG.GL
Approvato il piano d’emergenza per il rilancio dell’economia
Il governo ha approvato il piano d’emergenza da 3,2 miliardi di dollari per rivitalizzare
l’economia. Il piano include progetti d’investimento labor-intensive, misure di stimolo al
settore turistico e il rimborso degli arretrati dovuti alle imprese. Le risorse a disposizione
7
paesi arabi
del governo provengono dai paesi del Golfo che hanno promesso aiuti finanziari per 12
miliardi di dollari.
Nonostante tali misure espansive, le autorità prevedono una riduzione del deficit pubblico
al 9% del Pil.
3I12.EG.VAR
Tecnologie terrestri ed aeree per garantire la sicurezza del canale di Suez
In seguito ad alcuni attentati terroristici avvenuti nel canale di Suez, il governo egiziano ha
incrementato le misure di sicurezza per il transito delle navi commerciali.
È stata incrementata la rete di telecamere con visione notturna dislocata lungo le sponde
del canale per riprendere il passaggio delle navi e le vie che corrono parallelamente al
canale. Una centrale di controllo gestirà le operazioni di monitoraggio, coadiuvata da aerei
che sorvoleranno alcuni tratti del canale, in particolare quello che scorre lungo il Sinai.
Emirati Arabi Uniti
3I13.AE.GL
Il Consiglio Federale ha approvato la nuova legge sulle società commerciali
Dopo nove anni di dibattiti e discussioni è stata approvata la riforma della Legge federale
sulle società. Il Consiglio Federale degli Emirati Arabi ha varato nuove norme che
dovrebbero assicurare uno stretto monitoraggio delle responsabilità delle società quotate
in Borsa, e dare maggiori diritti agli azionisti.
8
paesi arabi
La clausola che avrebbe consentito una partecipazione straniera di maggioranza nelle
partnership commerciali non è stata introdotta; resta quindi invariata la riserva del 51%
delle quote sociali per i partner emiratini.
Le norme definiranno chiaramente le responsabilità dei consigli di amministrazione e dei
dirigenti. Il testo dettagliato verrà pubblicato dopo l’approvazione presidenziale.
3I14.AE.VAR
Record nell’indice di fiducia dei consumatori
Secondo uno studio condotto da MasterCard, gli Emirati Arabi, candidati a Expo 2020,
hanno fatto registrare il livello massimo mai raggiunto di fiducia dei consumatori. Ciò è
stato possibile grazie al governo lungimirante e agli ambiziosi piani di crescita che hanno
riguardato i settori chiave dell’economia. Negli ultimi anni gli Emirati si sono confermati
come una delle destinazioni globali più allettanti dove poter conciliare business, tempo
libero e stile di vita cosmopolita.
3I15.AE.VAR
La Camera di Dubai prepara il primo “Summit globale dell’economia islamica”
In seguito al lancio di “Dubai: capitale
dell’economia
islamica”,
la
Camera
di
Commercio e dell’Industria di Dubai terrà il 2526
novembre
2013
il
primo
summit
sull’economia islamica globale.
Con una base di 1,6 miliardi di consumatori e
un’economia che vale 4 trilioni di dollari, il
mondo islamico è molto promettente per la sua
redditività.
L’evento riunirà importanti analisti, politici e portatori d’interesse provenienti da tutto il
mondo per discutere dello sviluppo dei settori integrati dell’economia islamica, come la
finanza e la manifattura, e cercherà di valutare le opportunità e le sfide che attendono
l’economia globale islamica.
Giordania
3I16.JO.EF
Gli USA garantiscono nuovi prestiti al regno hascemita
Gli Stati Uniti hanno siglato un accordo di garanzia per l’emissione di 1,25 miliardi di dollari
di bond governativi da parte della Giordania. Gli americani garantiranno il rimborso del
capitale e degli interessi.
Le nuove risorse consentiranno al governo giordano di avere un accesso più agevole ai
prestiti internazionali necessari per coprire il disavanzo di bilancio stimato in 1,85 miliardi
di dollari. Inoltre sarà possibile continuare a erogare i servizi di base e procedere alla
realizzazione delle riforme economiche di cui il paese ha bisogno. Le risorse saranno
utilizzate anche per ospitare oltre 500.000 rifugiati siriani.
9
paesi arabi
Kuwait
3I17.KW.GL
La famiglia reale detiene i ruoli cardine nel nuovo governo
L’esecutivo nominato in seguito alle elezioni parlamentari di luglio conferma buona parte
della precedente compagine ministeriale che resta quindi dominata da membri della
famiglia reale.
Il ministro del petrolio è di nuova nomina, ma potrà incidere minimamente sulla politica del
settore visto che questa è definita dal Consiglio Supremo del Petrolio.
Il nuovo esecutivo dovrà cercare di assicurare la stabilità politica del paese, caratterizzato
da frequenti cambiamenti di governo, e di implementare le necessarie riforme e programmi
di diversificazione economica visto che il settore degli idrocarburi rappresenta l’80% delle
entrate fiscali e il 90% delle esportazioni.
Esponenti del nuovo governo kuwaitiano
Primo Ministro
Primo vice ministro e Ministro degli
esteri
Ministro degli Interni
Ministro della Difesa
Ministro delle Finance
Ministro del Petrolio
Ministro della Comunicazione
Ministro dell’Industria e del
Commercio
Ministro dello Stato per il settore delle
Abitazioni e gli Affari municipali
Ministro dello Stato per gli Affari di
Governo e la Salute
Ministro per gli Affari Islamici e le
donazioni religiose
Ministro della Giustizia
Ministro dello Stato per la
Pianificazione, lo Sviluppo e gli Affari
Parlamentari
Ministro del Lavoro e degli Affari
Sociali
Ministro dell’Educazione
Ministro dell’Elettricità, delle Risorse
Idriche e dei Lavori Pubblici
Ministro dell’Informazione e della
Gioventù
Sheikh Jaber al-Mubarak al-Sabah
Sheikh Sabah al-Khaled al-Sabah
Sheikh Mohammad al-Khaled alSabah
Sheikh Khaled al-Jarrah al-Sabah
Sheikh Salem Abdulaziz al-Sabah
Mustafa Jassim al-Shamali
Esa Ahmed al-Kandari
Ruolo nella precedente
amministrazione
nd
nd
nd
Anas al-Saleh
Nuova nomina
nd
Ministro delle Finanze
Membro dell’Assemblea
Nazionale
nd
Salem Mutheyeb Ahmed alUtheina
Sheikh Mohammad al-Abullah alSabah
Sharida Abdullah al-Mousharji
Ministro della
Comunicazione
Ministro dello Stato per
gli Affari di Governo
nd
Sharida Abdullah al-Mousharji
Rola Abdullah Dashti
nd
nd
Thikra Ayed al-Rashidi
nd
Nayef Falah al-Hajraf
Abdulaziz Abdullatif al-Ibrahim
nd
nd
Sheikh Salman Sabah al-Sabah
nd
nd = non disponibile. Fonte: MEED
10
paesi arabi
Libano
3I18.LB.IC
Italia terzo fornitore dopo Cina e Usa
Nel primo semestre 2013 l’Italia, con un export di 834 milioni di dollari equivalente all’8%
del totale dell’import libanese, si è posizionata al terzo posto nella graduatoria dei fornitori,
dopo la Cina (953 milioni di dollari) e gli USA (888 milioni di dollari).
L’Italia esporta soprattutto prodotti petroliferi raffinati, macchinari, prodotti chimici, articoli
d’abbigliamento e alimentari. Le esportazioni di prodotti industriali hanno superato i 36
milioni di dollari, equivalenti a una quota del 21,75% del totale delle importazioni industriali
algerine. Le importazioni italiane si confermano esigue a 23 milioni di dollari.
Da notare il notevole incremento delle esportazioni verso il Libano di Russia e Turchia,
caratterizzate rispettivamente da prodotti petroliferi raffinati e da macchinari.
Sul fronte libanese sono aumentate le esportazioni verso la Siria (+166%).
3I19.LB.CIT
Finanziamento della Bei per l’ammodernamento della tratta ferroviaria Tripoli-Beirut
La Banca Europea degli Investimenti potrebbe commissionare lo studio di fattibilità per il
rifacimento della linea ferroviaria Tripoli-Beirut, in disuso dal 1997. Il progetto finanziato dal
Programma Euro-Med di Partenariato e Investimenti ha un costo di 2 milioni di euro e
riguarda la progettazione esecutiva della tratta ferroviaria Tabarja-Beirut (circa 20 km), lo
studio di fattibilità economica e la progettazione della tratta Tripoli-Tabarja (circa 70 km).
La gara per lo studio di fattibilità e la progettazione esecutiva sarà aperta a società
internazionali.
Foto d’archivio degli anni 1960 di un vagone ferroviario in Libano
11
pa
paesi arabi
a
i
Lib
bia
3I20.LY.C
CIT
Salini Imp
pregilo rea
alizzerà il primo lotto dell'auttostrada costiera
c
Salini Impregilo, in
n consorzio con le italiane Società
S
Ita
aliana per Condotte
e d’Acqua,
Impresa Pizzarotti
P
& C. e Coo
operativa Muratori
M
& Cementissti C.M.C, realizzerà il tratto dii
400 chilometri che congiunge
e la città di Al Marrj, in Libia, ad Emsa
aad, al co
onfine con
n
l’Egitto. Il valore de
el progetto è di circa
a €963 milioni. La lunghezza totale dell’a
autostrada
a
onfine tunissino raggiu
unge quello
o egiziano, è invece di 1700 ch
hilometri.
che dal co
L’autostra
ada è costiituita da du
ue corsie per
p senso di marcia di 3,75 me
etri ciascuna. Inoltre
e
sono prevvisti 12 po
onti di una
a lunghezzza totale di
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ometri, 8 a
aree di se
ervizio e 6
parcheggi. Per l’ese
ecuzione de
ei lavori sa
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orza lavoro
o di 2.000 persone.
p
Il contrattto è finan
nziato dall governo italiano nell’ambito
o del Trattato di Amicizia
A
e
Cooperazzione conclluso a Ben
ngasi nel 2008. Il fina
anziamento
o statale prrevede una
a garanzia
a
di buona esecuzione
e
e (performance bond
d) del 2% e un anticip
po del 15%
% pari a €14
45 milioni.
3I21.LY.M
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Continua
ano le tens
sioni nel settore
s
deg
gli idrocarrburi
In seguito
o agli sciop
peri delle forze
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di siccurezza a protezione
e delle infrrastrutture petrolifere
e
(in partico
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nuf, Marsa al-Brega e Zueitina))
la National Oil Co
orporation (NOC) ha
a tempora
aneamente
e dichiaratto lo stato
o di forza
a
maggiore. Le proteste hanno
o comporta
ato un fortte calo dellla produzione e delll’export dii
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o agosto si
s è attestato a 330.000 b/g, 2/3 in me
eno rispetto
o al mese
e
precedentte. Second
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dollari; un
na cifra che
e pesa sulll’economia
a del paese
e visto che
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9
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9
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e
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cali.
Ma
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3I22.MA.A
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2 ha avuto
o un impattto negativ
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gli sforzi go
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ernare il settore.
Il governo
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ella Banca
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Mondiale,, ha rilancciato il Pia
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o Verde, inaugurato
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o nel 2008
8. Il piano
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e locali. Le
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mente ¼ dii quello fra
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aumentarre il livello
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azione. Un
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oltivati ch
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ogie.
12
2
paesi arabi
3I23.MA.COM
Un hub per il commercio tra Africa ed Europa
Grazie allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto il Marocco punta ad attirare gli
investitori internazionali in cerca di una base manifatturiera vicina ai mercati europeo e
africano. Alcuni recenti investimenti esteri includono l’apertura di una fabbrica della
Renault e quella di uno stabilimento della spagnola Europac, entrambe a Tangeri.
Secondo l’agenzia Moody’s, il paese ha ricevuto IDE equivalenti al 2-2,5% del Pil nel 2011
e nel 2012. In Tunisia ed Egitto invece gli IDE sono calati dal 5% all’1% nel 2011.
Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, il Marocco ha
ricevuto 2,84 miliardi di dollari di IDE nel 2012, equivalenti al 25% di tutti gli investimenti
diretti esteri verso la regione del Nord Africa.
Per attrarre ulteriori investimenti il governo punta a rafforzare il più grande porto africano,
quello di Tangeri, attraverso la costruzione di due nuovi terminal. Nel primo semestre del
2013 il traffico nel porto di Tangeri è aumentato del 36% rispetto allo stesso periodo del
2012. A supporto dell’espansione portuale è previsto il miglioramento del sistema
ferroviario.
Oman
3I24.OM.VAR
Al 26° posto nella graduatoria dell’Economic Freedom 2013
Secondo il rapporto Economic Freedom of the World 2013 l’Oman è il 26° paese più libero
del mondo dal punto di vista economico. Il Sultanato è migliorato in modo considerevole
nell’apertura al commercio internazionale grazie agli incentivi offerti per attrarre investitori
stranieri. Miglioramenti significativi sono stati registrati nel ridurre la burocrazia e
salvaguardare i diritti di proprietà.
Hong Kong e Singapore sono a primi due posti della graduatoria su un totale di 152 paesi.
Fra i primi dieci ci sono Nuova Zelanda, Svizzera, Australia, Canada, Mauritius, Finlandia,
Regno Unito e Cile.
Palestina
3I25.PL.SRV
Un’impresa italiana restaurerà la Basilica della Natività' a Betlemme
Un’impresa italiana di Prato, la Piacenti Spa, restaurerà il tetto e le finestre della Basilica
della Natività. Il progetto ha un valore totale superiore ai 25 milioni di dollari.
Il restauro consisterà nel sostituire le parti del tetto danneggiate dalle infiltrazioni d’acqua e
nel consolidare la struttura interna. Si tratta di un intervento particolarmente delicato
perché il tetto, con copertura in piombo risalente al 1400, ha la funzione di unire le pareti,
tramite le capriate, con un sistema antisismico di catene di contenimento.
13
paesi arabi
Qatar
3I26.QA.SRV
Lanciato il primo satellite nazionale
Il Qatar ha lanciato il suo primo satellite, Es'hail 1, in orbita dalla base di Kourou nella
Guiana francese. L'operazione dovrebbe essere costata circa un miliardo di dollari. Il
lancio è stato seguito anche dal ministro per le telecomunicazioni.
Il satellite si trova a 36mila chilometri dalla terra e da dicembre comincerà a fornire nuovi
servizi. Il network del Qatar Al Jazeera mira a raggiungere un pubblico più ampio su scala
mondiale.
3I27.QA.EF
Continua il sostegno all’economia egiziana
Nonostante le critiche per la repressione dei sostenitori del Presidente Morsi, destituito in
seguito a un intervento militare, il Qatar ha inviato il secondo dei cinque carichi di gas
naturale promessi per sostenere il popolo egiziano.
Oltre ai rifornimenti di gas, il paese erogherà aiuti per 5 miliardi di dollari di cui 4 miliardi in
depositi bancari e 1 miliardo come donazione.
Somalia
3I28.SO.EF
L’Italia in prima linea nella ricostruzione del paese
Circa due miliardi di euro sono stati raccolti dalla conferenza dei donatori, composta da 50
stati, per finanziare lo sviluppo del paese e favorirne la stabilità. Il nuovo presidente,
Hassan Sheikh Mohamud, in carica dal 2012, ha avviato una difficile transizione
democratica dopo oltre vent’anni anni di guerra civile.
La commissione europea contribuirà con 650 milioni di euro, che si aggiungono al miliardo
e duecento milioni di euro già sborsati a partire dal 2008 per finanziare programmi nel
campo dell’educazione, della sanità e di altri servizi pubblici. L’Italia, che negli ultimi anni
ha finanziato la ricostruzione di dodici ospedali, ha promesso 9 milioni di euro.
Tunisia
3I29.TN.COM
A dicembre si terrà il salone dell’agricoltura e della pesca
L'Unione tunisina per l'Agricoltura e la Pesca ha comunicato che dal 27 novembre al 1
dicembre 2013 si svolgerà presso lo Spazio espositivo del Kram (nella banlieue nord di
14
pa
paesi arabi
a
i
Tunisi) l'u
undicesima
a edizione del Salon
ne Interna
azionale de
ell'Agricoltu
ura, delle macchine
e
agricole e della Pessca. L'even
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buisce allo scambio di
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e
e
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estteri.
3I30.TN.G
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Il governo
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voler vara
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no di austerità.
La prima mossa co
onsiste nell taglio del 5% delle
e spese statali. Il Ministro delle Finanze
e
tunisino Elyed
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aranno inte
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o di assicurrare il paga
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di ai suoi diipendenti n
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P
Paesi
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3I31.GCC
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e rimesse dei lavora
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ari. Il dato suscita qu
ualche interrogativo in quanto si
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che nel flu
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Saudita.
C.EF
3I32.GCC
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La prima metà del 2013
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e in particolare in Qatar e Arabia
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a
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stato registrato un aumento del
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alimentarii. Nel 2014
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Gli Emiratti hanno re
egistrato il minor tassso d’inflaz
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G
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un +1,3%. In Kuwaitt
l’inflazione
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mo semestre è stata
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raggiunto il 3,6%.
3I33.GCC
C.CIT
Italferr si fa strada in Medio Oriente
Tre nuovi importantti incarichi di progetttazione sono stati accquisiti di rrecente ne
ell’area dell
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el Gruppo Ferrovie
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In Qatar la società è impegna
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ne della metropolitan
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a. In Oman
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ulenza alla
a
progettazione prelim
minare della
a ferrovia nazionale.
n
15
5
paesi arabi
In Arabia Saudita invece si è aggiudicata il contratto del valore di 28 milioni di euro per la
progettazione preliminare e di dettaglio della nuova linea ferroviaria di 960 Km che
collegherà Riyadh con Jeddah.
Secondo i piani, la nuova ferrovia per il trasporto passeggeri e merci, si collegherà alla
rete Riyadh-Dammam e al porto marittimo di Jeddah.
3I34.GCC.COM
All’orizzonte un nuovo accordo di libero scambio tra Ue e Usa: il TTIP
Si svolgerà ad ottobre, a Bruxelles, il secondo round delle negoziazioni tra Ue e Usa
sull’accordo di Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP).
Secondo gli esperti di commercio internazionale il giro di affari riguarda il 30% del
commercio globale.
Le materie oggetto di discussione riguardano la rimozione delle barriere non tariffarie e
consistono principalmente nella definizione di standard di sicurezza e sanitari comuni, di
regolamenti per la tutela della proprietà intellettuale, una maggiore apertura agli
investimenti esteri e facilitazioni reciproche per la partecipazione ad appalti pubblici.
Si tratta di un’agenda ambiziosa, forse troppo vasta per un accordo che, nelle intenzioni
delle parti, si vuole concludere entro 18 mesi. Considerando che nel 2014 si terranno le
elezioni per il Parlamento europeo, verrà rinnovata la Commissione e ci saranno le
Midterm Elections negli Stati Uniti è plausibile attendere l’accordo finale nel 2015.
Elenchiamo qui i possibili vantaggi e cambiamenti:
vantaggi: la Commissione Europea valuta un aumento annuale dello 0,5% del Pil europeo
e dello 0,4% di quello americano, pari ad un aumento di 86 miliardi di Euro nell’economia
europea e di 65 miliardi in quella americana. L’accordo sarebbe in grado di creare 7 milioni
di nuovi posti di lavoro, oltre a fornire nuovi stimoli per aumentare la produttività,
soprattutto nel Vecchio Continente, e la competitività.
eliminazione dazi: rimozione totale su tutte le merci delle tariffe doganali, che attualmente
sono del 5,2% nella UE e del 3,5% negli Usa;
eliminazione barriere non tariffarie: obiettivo principale è lo sviluppo di standard e
procedure comuni. Tra i settori interessati: l’automotive, la chimica, la farmaceutica e i
dispositivi biomedici. Più problematico l’accordo per gli standard fitosanitari. Da parte
europea si punta ad evitare ogni revisione delle regole sugli Ogm, sui quali l’Ue ha norme
fortemente restrittive;
eccezione culturale: la Francia ha ottenuto che il mandato negoziale iniziale della
Commissione Europea escluda ogni revisione dei regimi nazionali europei di aiuti
all’industria della cultura;
accesso a mercati e appalti pubblici: è’ prevista l’apertura dei rispettivi mercati per nuovi
servizi (come i trasporti), investimenti (con un meccanismo reciproco di protezione) e si
punta all’apertura agli appalti pubblici;
proprietà intellettuale: non è prevista armonizzazione, ma l’identificazione di aree per
ridurre i contrasti nei rispettivi sistemi di difesa del diritto d’autore;
agroalimentare: l’UE ha regole più restrittive sull’uso di ormoni nei bovini e sul trattamento
del pollame. Gli Usa potrebbero aprire all’import di suini vivi, in cambio di quote di export di
altre carni. Si punta al riconoscimento delle indicazioni geografiche d’origine.
In un periodo di crisi economica, in particolare in Europa dove alcuni paesi sono ancora in
recessione, il TTIP potrebbe rappresentare il volano della crescita e consentire ai mercati
euro-atlantici di ottenere a livello globale una posizione di preminenza di fronte all’ascesa
dei BRICS, soprattutto della regione asiatica.
16
pa
paesi arabi
a
i
Le conseg
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el TTIP sui paesi de
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portanti vis
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u impatto soprattutto
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Nel settore dell’aviiazione, il Partenariato potreb
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e
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compagniie Usa e Ue,
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mpagnie aeree
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come
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ebbero sva
antaggiate.
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n caso di riforma della norrmativa statunitense
e sugli invvestimenti,, i vettorii
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ero sfruttare i benefici delle ec
conomie dii
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nno adeguarsi a tali regole.
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Gcc, come SABIC, che
c dovran
nno adeguarsi agli sttandard di sostenibilittà occidentali. Da un
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canto, se decidesse
ero di eliminare il bando all’exp
port di greg
ggio e di g
gas naturale, gli Usa
a
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ell’Europa;
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energia e incentivi
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e. Di fatto il TTIP defiinirà gli sta
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nziari con particolare
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e
normative
riferimento
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arenza e alla
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olfo. In particolare, ssaranno in
nteressati i
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e europei.
Pae
aesi Uma
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3I35.UMA
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o da Fdi, la
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es, Algeria,
Marocco e Tunisia
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un forte incrremento.
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o trimestre del 2013 gli
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o diminuiti dell'1,3 % soprattuttto a causa
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dell'incerte
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eri per 2,78
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un biennio
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el suo appe
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di di IDE nel 2012. Ill
calo può essere addebitato alla
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che resta molto susccettibile allle oscillazioni del me
ercato degli idrocarbu
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Il Marocco
o, invece, nel 2012 ha
h ricevuto
o l'8,3% di tutti gli Ide
e diretti in Africa, sorrpassando
o
l'Egitto e salendo
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nella
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A
17
7
pa
paesi arabi
a
i
Pae
esi arabi
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3I36.ARA
A.SRV
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n
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erciali in tu
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gione
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D
Mall, il più grrande centtro comme
erciale dell
mondo, è una delle destinazzioni privile
egiate perr i servizi retail. Secondo la società dii
consulenzza Lasalle, entro il 2015 nella
a città di Dubai sarranno aperrti nuovi negozi
n
perr
ulteriori 371.000 m2. In totale, in Libano
o, Giordan
nia, Egitto, Algeria e nei paesi del GCC,
sono prevvisti investimenti per 16,5 miliarrdi di dollarri nel settore retail.
Secondo gli esperti,, tale merccato è desttinato a cre
escere, ma
a non sarà
à scontato replicare ill
successo di Dubai che gode di una do
omanda tu
uristica di gran
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lunga
a superiore
e a quella
a
degli altri mercati de
ella regione
e.
Nelle grandi capitali l’esisten
nza dei picccoli negozi e dei suk
s
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ei grandi marchi de
ella moda
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antiscono grandi affflussi di visitatori
v
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mirates, fas
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e
18
8
paesi arabi
SEGNALAZIONI
Selezione di articoli relativi ai recenti sviluppi economico-politici dei paesi arabi
3I37.IT.SGL
Destinazione Italia: Wall Street e paesi del Golfo
Il Presidente del Consiglio ha delineato il percorso preferenziale di “Destinazione Italia”, il
piano destinato ad attrarre investimenti esteri e a procedere alla liquidazione di beni e
risorse pubbliche.
Il nuovo piano economico e finanziario italiano preannunciato dal Presidente del Consiglio
Letta conferma l’opzione occidentale e la rinuncia alla sovranità nel segno della
“globalizzazione”. Il primo giro promozionale (“il road show nelle principali piazze
finanziarie ed economiche”) sarà a New York, dove la missione italiana incontrerà gli
operatori finanziari di Wall Street; il secondo, previsto nella prima decade di ottobre, nei
Paesi del Golfo.
Letta ha precisato che l’Italia non ha paura della globalizzazione, anzi, vuole stare in tale
sistema ed ha annunciato un percorso di privatizzazioni di cui ancora non si conoscono i
particolari.
Le decisioni italiane sono sempre meno italiane e soprattutto sono sempre meno conformi
agli interessi reali dell’Italia: il sottosegretario all’Economia Baretta ha sottolineato che le
misure di cessione e di privatizzazione di beni pubblici sono finalizzate a ridurre il debito,
che Bankitalia ha certificato essere cresciuto di 84,2 miliardi dall’inizio del 2013. Il
meccanismo di autoriproduzione del debito, originato dalla rinuncia alla sovranità
monetaria da parte dello Stato, determina non soltanto lo spropositato peso fiscale che
tramortisce imprese e famiglie italiane ma anche la progressiva cessione e privatizzazione
di beni pubblici e i tagli ai servizi sociali, entrambi giustificati con l’esigenza di frenare
l’indebitamento. Mentre le aziende italiane frontaliere cercano rifugio in Svizzera, il
governo italiano mira a rafforzare la dipendenza nazionale dalle centrali finanziarie
occidentali, Paesi del Golfo inclusi.
3I38.IT.SGL
Resoconto del Seminario “Sviluppi nel Golfo e relazioni con l’Unione Europea”
Si è svolto presso la sala Burhan Dajani della Camera di Commercio Italo-Araba, il
seminario dedicato alle relazioni fra Unione Europea e paesi del Golfo. Hanno partecipato:
− La Dott.ssa Silvia Colombo, ricercatrice del programma Mediterraneo e Medio Oriente
presso l’Istituto Affari Internazionali;
− Il Ministro Mauro Conciatori: Vice Direttore Generale, D.G. per gli Affari Politici e di
Sicurezza, Direttore Centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente presso il
Ministero degli Affari Esteri;
− Il Dott. Gennaro Fusco, Senior Analyst presso la Banca d’Italia;
− Il Dott. Roberto Aliboni, Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali.
Di seguito il resoconto della riunione.
Il Presidente della Camera di Commercio Italo–Araba, Sergio Marini, apre la seduta
ringraziando i partecipanti e introduce l’argomento di discussione. In particolare presenta
alcuni documenti che illustrano lo stato dell’interscambio commerciale fra Italia e paesi
arabi e l’evoluzione delle esportazioni italiane verso i paesi del Gcc nel periodo 20002012. Presenta infine gli indici di specializzazione dell’export italiano verso i paesi Gcc e
19
paesi arabi
verso il complesso dei paesi arabi. La documentazione presentata dimostra l’importanza
crescente che i paesi del Golfo rivestono per l’export italiano. Il Pres. Sergio Marini
accenna agli aspetti che frenano lo sviluppo delle relazioni fra i due enti sovranazionali, in
particolare le questioni dei diritti umani e della democratizzazione. Presenta quindi il primo
intervento, quello della dott.ssa Silvia Colombo, ricercatrice presso l’Istituto per gli Affari
Internazionali.
La dott.ssa Colombo illustra il quadro politico dei paesi del Gcc e lo stato delle relazioni
Ue–Gcc alla luce dei recenti sviluppi della primavera araba e del conflitto siriano.
Sottolinea il crescente interesse globale suscitato dai paesi del Golfo soprattutto per le loro
risorse economiche e per la capacità di influenzare l’evoluzione politica regionale.
Distingue gli stati membri del Gcc in tre gruppi diversi in base al loro grado di stabilità;
Qatar ed Emirati sono i paesi più sicuri dal punto di vista politico-sociale, Kuwait e Bahrain
quelli più instabili. Le differenze fra i sei paesi si traducono in contrasti che precludono la
possibilità di proseguire nel loro processo d’integrazione economica.
La dott.ssa Colombo si sofferma quindi sul recente incontro interministeriale di Manama, in
Bahrain, tenuto in occasione del 23° Consiglio Unificato Ue–Gcc. In tale sede è stata
espressa soddisfazione per i risultati ottenuti durante i tre anni del Programma d’Azione
Congiunto, ma le parti non hanno raggiunto un’intesa per il suo rinnovo. Vista la scadenza
dell’accordo nel 2013 è probabile che la base giuridica della cooperazione fra Ue e Gcc
torni ad essere l’accordo di cooperazione siglato nel 1988. La proposta dell’Arabia Saudita
per una maggiore integrazione economica e per il miglioramento della cooperazione fra i
paesi del Golfo attraverso l’istituzione di un’entità politica sovranazionale sul modello
dell’Ue non ha riscosso il sostegno sperato, anche a causa del contrasto fra le posizioni di
Arabia Saudita e Qatar. La mancanza di una visione unica nel Gcc si riflette nello stallo dei
rapporti con l’Ue. Di conseguenza, alcuni stati europei hanno preso l’iniziativa per il
rafforzamento dei rapporti bilaterali.
Conclude sottolineando che l’opportunità di invertire la tendenza delle relazioni fra Ue e
Gcc e di riprendere il filo dell’integrazione interrotto, è costituita dall’esigenza comune di
trovare posizioni univoche nei confronti delle diverse crisi nazionali che attraversano il
Mediterraneo.
Il Pres. Marini introduce quindi l’intervento del Ministro Mauro Conciatori, Vice Direttore
Generale, D.G. per gli Affari Politici e di Sicurezza presso il Ministero degli Affari Esteri. Il
Ministro illustra il punto di vista italiano riguardo l’area del Nord Africa e del Medio Oriente.
La politica estera nazionale si esplica nell’ambito dell’Alleanza Atlantica e si concentra
sulle aree d’interesse tradizionale dei Balcani e del Mediterraneo, cui bisogna aggiungere
quella del Golfo. Con la globalizzazione si è aperto infatti un grande mercato di sbocco
non solo per l’export made in Italy, ma anche per l’industria della difesa, la quale può
fungere da apripista per nuovi accordi di collaborazione in materia di sicurezza.
Oggi l’interscambio dei paesi Gcc con l’Italia è di 23 miliardi di dollari; gli IDE italiani
ammontano a 42 miliardi di dollari mentre quelli verso l’Italia a 7 miliardi, con margini per
ulteriori espansioni. Il Golfo rappresenta altresì un hub logistico per il commercio in altre
aree del mondo. L’interesse italiano in quest’area riguarda la possibilità di acquisire
commesse nel settore dei lavori pubblici, la collaborazione nel settore delle energie
rinnovabili, l’attrazione di investimenti da parte dei fondi sovrani, il settore degli idrocarburi.
Secondo il Ministro Conciatori, lo stato delle relazioni fra Ue e Gcc emerso dall’incontro
interministeriale di Manama risulta controverso. La riunione si è svolta in un clima corretto
e rappresenta un buon viatico per il prosieguo del dialogo; i risultati raggiunti nell’ambito
del Piano d’Azione Congiunto triennale sono stati soddisfacenti, seppur migliorabili.
Tuttavia permangono alcune difficoltà che compromettono le dinamiche delle relazioni. I
fattori di blocco sono costituiti da: l’interruzione del negoziato sull’area di libero scambio
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paesi arabi
dove sussistono le sovvenzioni alle tariffe sul gas e le barriere tariffarie; la sospensione e
non estensione del sistema di preferenze generalizzate; l’impossibilità di instaurare un
dialogo sui diritti umani; lo stallo sulle questioni della mobilità e dei visti.
Si sofferma quindi sulle relazioni italiane con i paesi del Golfo, che seguono un modello
basato su due livelli: bilaterale e europeo. Dal punto di vista europeo si assiste ad uno
stallo delle relazioni con i paesi del Golfo, dovuto anche ai problemi legati alla macchina
istituzionale europea, piuttosto lenta e incapace di modificare o rimodulare in tempi brevi
una posizione comune adottata dall’insieme eterogeneo dei suoi membri. L’Unione
Europea è abituata a fondare le proprie relazioni su principi che spesso rendono difficile la
conclusione di accordi economici, i quali presuppongono, invece, l’adozione di un
atteggiamento più pragmatico e concreto. Dal punto di vista bilaterale l’Italia è molto attiva.
L’obiettivo nazionale è al momento quello di utilizzare gli strumenti di dialogo interculturale
sfruttando la credibilità di cui il nostro paese gode nei confronti dei paesi arabi. È
riconosciuto infatti l’interesse italiano alla pace e alla stabilità di tutta l’area del
Mediterraneo e del suo retroterra. Le occasioni per instaurare un dialogo proficuo non
mancano: in Libia l’Italia è riconosciuta come il partner più importante per la
stabilizzazione del paese, e di una reputazione simile gode riguardo alla questione siriana,
nella quale tutti riconoscono che l’Italia non segue agende nascoste.
L’Italia ha iniziato a dimostrare la sua presenza alle leadership arabe per poter instaurare
un dialogo paritetico per la cooperazione. In quest’ottica sono da sottolineare la presenza
del viceministro degli esteri Lapo Pistelli alla riunione interministeriale di Manama; le visite
del Ministro Emma Bonino in Oman e Kuwait; la visita del Ministro di Paola in Kuwait per
questioni attinenti alla difesa. A ciò si aggiunge la missione del Viceministro Lapo Pistelli in
Yemen, paese che non fa parte del Gcc ma nel quale l’Italia detiene importanti interessi;
essa è infatti il maggior contribuente del paese ed ha erogato oltre 40 milioni di euro in
aiuti destinati soprattutto alla sicurezza del Corno d’Africa. Inoltre, nel mese di luglio, il
Ministro Bonino ha invitato a Villa Madama circa cinquanta ambasciatori arabi per l’Iftar, la
cena tradizionale che, in occasione del Ramadan, interrompe il digiuno quotidiano dopo il
tramonto. Ospiti del ministro sono stati i capi missione dei 42 Paesi membri
dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e della Lega Araba accreditati presso il
Quirinale, il rappresentante della Lega degli Stati Arabi, il segretario generale e l’Imam del
Centro Islamico Culturale d’Italia, il segretario della Commissione per le Intese con le
Confessioni Religiose alla Presidenza del Consiglio e il vice presidente della Comunità
Religiosa Islamica Italiana. Tra gli invitati anche alcuni rappresentanti delle comunità
musulmane in Italia. L’evento, ormai tradizionale, testimonia la grande attenzione ed il
rispetto con cui l'Italia guarda al dialogo interculturale e interreligioso con il mondo
islamico. L’Iftar ha costituito un’occasione utile per discutere sulle crisi internazionali, in
particolare quelle che interessano il “Mediterraneo allargato”. Al centro dei colloqui anche i
processi di transizione politica e le possibili collaborazioni per promuovere lo sviluppo
economico. Secondo il Ministro Conciatori, attraverso questa serie di incontri, tenendo
sempre ben presenti le sensibilità dei paesi arabi, si può affrontare un dialogo incentrato
sui valori, sul riconoscimento della dignità umana come valore fondamentale; si potrà
discutere della possibilità che tutti contribuiscano allo sviluppo della società e della
collettività; si potrà effettuare una riflessione sui problemi della stabilizzazione interna e
delle successioni dinastiche affinché possano essere poste basi più sicure per la
conduzione dei rapporti economici.
Dopo il Ministro Conciatori prende la parola il Dott. Gennaro Fusco, Senior Analyst presso
la Banca d’Italia. Il suo intervento è incentrato sull’economia dei paesi del Golfo e sugli
scambi con l’Ue. L’economia in questa regione resta legata agli idrocarburi nonostante i
tentativi di diversificazione effettuati in alcuni paesi. Il dott. Fusco fornisce dei dati che
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paesi arabi
chiariscono la peculiare situazione economica del Golfo: circa il 75% delle esportazioni è
costituito da idrocarburi (petrolio, gas e dervitati); l’80% delle entrate pubbliche dipende dal
petrolio; il 66% delle riserve accumulate sono collocate nei fondi sovrani; il Golfo
rappresenta il 33% delle riserve e dell’export globale di petrolio; le finanze pubbliche sono
generalmente in attivo ad eccezione del Bahrain, poco rilevante dal punto di vista
economico; la tassazione nel settore privato è molto limitata e ciò attrae gli investitori. A
dimostrazione dell’importanza del settore petrolifero il dott. Fusco ricorda che l’Arabia
Saudita è considerata la Banca Centrale del mercato petrolifero; essa svolge una funzione
stabilizzatrice in quanto può aumentare rapidamente (ndr: fino a 11 milioni di barili di
petrolio al giorno) la propria produzione di greggio per sopperire a eventuali shock
petroliferi.
Dal punto di vista politico, i paesi del Golfo, ad eccezione del Bahrain, non sono stati
toccati dalla cosiddetta Primavera Araba principalmente perché hanno adottato importanti
forme di assistenzialismo. Sono stati erogati sussidi diretti e indiretti e si è proceduto ad
assunzioni massicce; tali misure hanno avuto l’effetto di acquisire il consenso della
popolazione ma non sono stati fatti passi in avanti sulla concessione di maggiori libertà e
diritti.
Nel lungo periodo tali caratteristiche politiche ed economiche peculiari rappresentano un
punto di debolezza dei paesi del Golfo. Il sistema così costruito è destinato a fallire se non
sarà possibile trovare risorse alternative agli idrocarburi per la produzione di ricchezza ai
livelli attuali. Inoltre, il maggiore sviluppo economico conduce inevitabilmente ad una
maggiore richiesta di diritti e democrazia che compromettono l’attuale equilibrio
governativo.
Ulteriori punti deboli dei paesi del Golfo sono la disoccupazione e la vulnerabilità
strategica dello stretto di Hormuz, dal quale passa gran parte dell’export di idrocarburi del
golfo. Per quanto riguarda il primo aspetto, c’è una forte necessità di importare
competenze e forza lavoro e si fa largo uso di immigrati per le fasce molto bassa e molto
alta di lavoratori. Per ovviare a tale situazione l’Arabia Saudita ha adottato la Nitaqat, una
legge che riserva una quota crescente di forza lavoro nelle aziende pubbliche e private
alla popolazione indigena. Riguardo allo stretto di Hormuz, minacciato da eventuali
ritorsioni dell’Iran per le sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale, è
necessario garantire le esportazioni di paesi come il Qatar che necessitano del passaggio
dei carichi di LNG attraverso tale striscia di mare. Per ovviare al problema, negli Emirati è
in corso la costruzione di una pipeline che bypassi lo stretto fornendo un attracco sicuro
alle navi container nel Golfo dell’Oman.
Per quanto riguarda il Consiglio di Cooperazione del Golfo i rapporti commerciali sono
intrattenuti soprattutto con l’estero e i benefici economici di una Unione Monetaria
sarebbero limitati. Va notato che la penetrazione dei paesi europei è stata inferiore rispetto
a quella di Cina e Usa e che, sorprendentemente, gli scambi commerciali con altri paesi
della regione Mena sono piuttosto bassi. Infine il dott. Fusco sottolinea l’importanza dei
fondi sovrani dei paesi del Golfo come canale per gli investimenti in Italia e nell’Ue.
Il pres. Marini passa la parola al Dott. Aliboni, Consigliere scientifico dello IAI, che affronta
il problema dei rapporti Gcc-Ue soffermandosi sulla politica estera dell’Ue, specialmente
verso i paesi vicini del Mediterraneo.
Il Dott. Aliboni afferma che la base delle relazioni europee con l’estero è rappresentata dai
principi di Copenaghen. Questi sono costituiti da criteri economici e giuridici e in
particolare si soffermano sulla presenza nei paesi candidati all’adesione di istituzioni che
garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze
e la loro tutela. Tali principi hanno funzionato nel processo d’integrazione europea nei
confronti dei paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani, ma non hanno ottenuto gli stessi
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paesi arabi
risultati quando sono stati applicati alle relazioni con i paesi mediterranei e arabi. Di fatto, il
progetto di partenariato euromediterraneo inaugurato con il processo di barcellona del
1995 si è arenato e la Primavera araba è la dimostrazione del fallimento delle politiche
europee. Gli stessi principi sono stati posti alla base delle relazioni con il Gcc, ma sono
stati esplicitamente messi in discussione da alcuni paesi del Golfo e, oggi, le relazioni fra
Ue e Gcc si trovano in una fase di stallo.
Ciò ha determinato l’intensificarsi dei rapporti bilaterali dei singoli membri europei con i
paesi del Golfo. Tuttavia i paesi dell’Europa meridionale, quelli che dovrebbero trarre
maggior beneficio da rapporti più stretti con i paesi arabi del Mediterraneo, non
possiedono i mezzi (salvo la Francia) per instaurare relazioni commerciali autonome.
Considerate tali problematiche e le fratture politiche e religiose che attraversano il mondo
arabo-islamico, per l’Ue sarà necessario ripensare i rapporti con i paesi del Mediterraneo
allargato. Secondo il Dott. Aliboni, il problema primario è quello di definire una nuova
visione che chiarisca le prospettive dell’impegno europeo visto che, fino ad oggi, le
relazioni si sono basate su criteri, obiettivi e principi che negli ultimi due anni sono arrivati
ormai alla completa erosione.
3I39.SY.SGL
Accordo Kerry-Lavrov sul disarmo chimico
L’accordo raggiunto tra il segretario di Stato Kerry e il ministro
degli Esteri russo Lavrov a
Ginevra segna una tappa importante nella crisi siriana.
Secondo quanto concordato, la
Siria avrà una settimana di
tempo per consegnare le armi
chimiche in suo possesso che
saranno poi distrutte entro la
metà del 2014. Qualora il regime
non dovesse rispettare l’impegno, l’accordo potrebbe essere
applicato attraverso una risoluzione dell’Onu che contempli la minaccia di sanzioni economiche o l’uso della forza.
Il presidente Bashar al-Assad ha espresso soddisfazione per un’intesa che è vista come
una sua vittoria in quanto ha scongiurato l’intervento militare internazionale. Anche Barack
Obama plaude all’accordo, ma ricorda che molto lavoro resta ancora da fare. Il presidente
americano si mostra ottimista e ha chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’intervento
militare. Israele rimane invece più cauto e invita tutti a giudicare il valore dell’intesa in base
ai risultati che riuscirà a raggiungere.
Unica voce fuori dal coro è quella dell’opposizione siriana. Il presidente del Consiglio
militare supremo dell'opposizione siriana, Selim Idriss, ha bocciato l’accordo appellandosi
alla comunità internazionale, affinché obblighi il regime di Damasco ad abbandonare
anche l'uso dell'aviazione e dei missili balistici.
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