Il Tardo-Romanticismo di Brahms e il Romanticismo “rivoluzionario

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Il Tardo-Romanticismo di Brahms e il Romanticismo “rivoluzionario
Il Tardo-Romanticismo di Brahms e
il Romanticismo “rivoluzionario” Di Mjaskovskji
Mjaskovskji attraversa il periodo più tormentato della storia russa in cui le ingerenze della politica
e la produzione musicale sono indissolubilmente legate alle vicende della nazione.
Dalla Rivoluzione d'Ottobre alla nascita dell'URSS di Lenin, alla salita al potere di Stalin che attua
un sistema di controllo sulla società. Si tratta di un cambiamento radicale che tutti i compositori
sono costretti ad accettare, la volontà del dittatore si impone in ogni ambito, compreso quello
musicale. Viene imposto il realismo socialista, un metodo per cui alla veridicità ed alla concretezza
storica della rappresentazione artistica si devono accompagnare l'educazione dei lavoratori nello
spirito del socialismo ed esaltazione nazionalista, l'opera d'arte doveva ispirarsi ad un nuovo tipo di
idealità romantica, definita romanticismo rivoluzionario. Tutto doveva servire all'edificazione
socialista, gli scrittori, poeti e musicisti sovietici venivano chiamati “ingegneri delle anime”.
La fama di Mjaskovskj all'interno dell'Unione Sovietica era pari, se non superiore, a quella di
Šostakovič e Prokofiev. Egli era a conoscenza degli stili in evoluzione ma la sua musica rimase
sostanzialmente romantica nel carattere, radicato nella musica di Čajkovskij ed i precedenti
nazionalisti russi. Il concerto per violoncello in do minore op. 66, scritto in forma rapsodica, espone
liberamente le idee musicali di carattere contrastante tra il primo e il secondo movimento
concludendosi con una reminiscenza della musica d'apertura, presentandosi come ponte tra i classici
russi e la musica sovietica.
La Prima Sinfonia di Brahms era attesa dal mondo musicale sin da quando Schumann aveva
presentato Brahms dalle pagine della sua rivista musicale come astro nascente.
Date le grandi aspettative, Brahms si accostò con molta prudenza al genere sinfonico: infatti gli
originari materiali melodici del tempo iniziale risalgono a circa vent'anni addietro la sua prima
esecuzione pubblica, testimonianza delle tormentate correzioni e ripensamenti dell'autore
nell’incessante ricerca di una perfezione stilistica. Pur essendo una prima sinfonia, per via
dell'immane lavoro dedicatole, si presenta titanica e venne salutata da Hanslick e Hans von Bülow
come la decima di Beethoven.
Brahms non fu certamente un epigono del maestro di Bonn, ma il continuatore della grande
tradizione sinfonica tedesca a cui seppe apportare il proprio originale e innovativo contributo,
reinterpretando il passato attraverso il contrappunto e le rigorose forme classiche con spirito
profondamente romantico.
Angela D’Oronzo