LA VOCE ATTIVA DELLA BASE Speciale Tunisia bis

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LA VOCE ATTIVA DELLA BASE Speciale Tunisia bis
FLP Affari Esteri
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Flp Affari Esteri
LA VOCE ATTIVA DELLA BASE
Speciale Tunisia bis
Riceviamo e pubblichiamo
ORGOGLIO ITALIANO!!!
Finalmente una storia che ci riempie di orgoglio, come quando si vince un mondiale o un premio Nobel, una di quelle
storie che ci fanno dimenticare tutti i problemi legati alle crisi sociali, ai problemi morali, alla disoccupazione giovanile,
alla lotta all’evasione, alle primarie del PD e persino alle elezioni per il sindaco di Roma.
Una storia che non è andata a finire sulle prime pagine dei giornali, ma che sarebbe bello e giusto che ci finisse
perché è una storia che mette in evidenza la grande capacità degli italiani di fare di necessità virtù e trasformare ogni
problema in una opportunità.
Bene, tutti sanno cosa è accaduto a cavallo tra il 2010 ed il 2011 in Tunisia: quella che è passata alla storia come la
Rivoluzione dei Gelsomini, nata e cresciuta sull’onda della Primavera Araba. All’epoca furono imposti stato di
emergenza e coprifuoco.
Da allora sono passati cinque anni e poco è cambiato. Nei mesi scorsi per ben due volte è stato imposto il coprifuoco e
lo stato di emergenza è ancora in vigore.
In questi cinque anni l’Ambasciata d’Italia è sempre rimasta nello stesso edificio, in una zona ritenuta a ragion veduta
estremamente pericolosa, con scarsissime possibilità di fuga e facilmente attaccabile.
In questi cinque anni, invece, alcuni Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Canada e Polonia oltre ad
alcune importanti istituzioni internazionali) hanno deciso di trasferire le proprie Rappresentanze in una zona diversa
della Città, il Lac, dove hanno acquistato stabili o ne hanno costruiti o adattati di nuovi, per evidenti ed assolute
necessità di sicurezza, dicono loro. Per manie di grandezza, diciamo noi!
Ma il nostro Paese non è rimasto a guardare. Anzi, appena ne abbiamo avuto la possibilità, ci siamo assicurati una
fantastica struttura, abbandonata troppo in fretta dai nostri amici tedeschi e che rischiava seriamente di deteriorarsi
in poco tempo. Così abbiamo colto questa grande opportunità e con un lavoro arduo ed efficientemente spedito, sotto
la guida attenta e capace di pochi ma preparati professionisti, la nuova sede, sulle ceneri di quella lasciata
ignominiosamente a marcire dalla Germania, ha preso forma divenendo ben presto un esempio di recupero
architettonico di grande valore.
L’immobile, solo apparentemente sottodimensionato, con le opportune modifiche strutturali e d’arredamento, accoglie
ora quasi tutti gli uffici politici, economici e consolari dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi. Ma non solo: all’interno dello
stesso stabile troveranno infatti ospitalità, nei prossimi giorni ed appena i lavori saranno terminati, l’Ufficio Visti, le
Addettanze militari di Tunisi e di Tripoli, il Nucleo Libia e persino l’Ice!
Certo, ancora i lavori non sono terminati e qualche dipendente degli Uffici Consolari gufo e disfattista si sta lagnando
del fatto di dover lavorare in un vero e proprio cantiere con indosso cappotti e giacche a vento visto che
(momentaneamente) non ci sono i riscaldamenti, in mezzo ai calcinacci, con polveri di cemento che si posano
leggiadre sulle scrivanie, operai e manovali non proprio selezionati che entrano ed escono dall’immobile senza alcun
concreto controllo e con il sottofondo dei rumori tipici di un cantiere edile. E’ un sacrificio che verrà tuttavia
ampiamente compensato con la sistemazione di questi colleghi musoni nei prestigiosi nuovi uffici che stanno
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di ultima generazione. Niente a che vedere, per intenderci, con gli uffici consolari dei poveri colleghi tedeschi, costretti
a lavorare in stanze battute dalla luce fastidiosa ed accecante del sole.
Come detto, però, non tutti gli uffici sono stati già trasferiti nella nuova ambasciata. Per esempio l’Ufficio Visti è
ancora nella sede del Lac2, dove sono appena terminati i lavori di messa in sicurezza e dove tra poche settimane, vale
a dire quando finalmente anche l’Ufficio visti ed il Nucleo Libia si trasferiranno nella nuova prestigiosa sede di Rue de
l’Alhambra, inizieranno altri lavori per eliminare tutte le migliorie apportate fino ad ora, visto che al padrone di casa
bisogna restituire l’immobile allo stato in cui era all’inizio del contratto.
Ma soltanto quando tutti gli uffici saranno operativi nella nuova Sede, si sarà in grado di valutare, con grande fierezza
e con Patrio orgoglio, l’importanza di questa operazione di recupero. Ad oggi possiamo soltanto anticipare come, tra
un po’, si saranno finalmente messi in sicurezza l’Ambasciata d’Italia e tutti i suoi Dipendenti (e non solo visto che ci
sono anche i funzionari dell’Ice); certo, tra un po’, perché al momento la sicurezza non può dirsi del tutto assicurata
giacché pare che ci siano, da questo punto di vista, infinite criticità. Ma anche queste verranno certamente sanate con
grande professionalità e ricorrendo a sistemi tecnologici avanzati (anche questi, forse, avanzati a qualcuno …).
E veniamo agli spazi operativi: beh non è affatto vero, come qualcuno ha il vile coraggio di sostenere, che questi non
siano adeguati e sufficienti.
Tutti i dipendenti hanno unità operative adatte al tipo di lavoro che sono chiamati a svolgere. Il fatto che qualcuno
abbia una stanza enorme per lavorarci da solo ed altri sono in due in un buco è semplicemente casuale. D’altra parte
chi ha ottenuto una stanza grande, avrà una scrivania grande; chi ne ha ottenuta una piccola avrà una scrivania
piccola. Quindi, alla fine, cambia poco.
All’Ufficio Visti, dove in alcune ore si lavora di più ed in altre di meno, quasi niente, verranno assegnate speciali
scrivanie a scomparsa: grazie ad un modernissimo sistema di argani e carrucole, quando una scrivania dovesse
rendersi superflua, la stessa verrà portata in alto fino al soffitto creando quindi lo spazio necessario per muoversi
all’interno dell’Ufficio stesso.
L’Ufficio Visti poi, sia per una questione di trasparenza che per assonanza col nome, sarà sistemato in uno stanzone
vetrato (attualmente occupato dal Consolare), dove si lavora per l’appunto a vista, proprio come nella cucina di
Master Chef. Naturalmente, per la questione delle carrucole, sarà obbligatorio l’uso del casco.
Il nostro Paese, si sa, ha il prestigioso ruolo guida nel processo di pacificazione e di normalizzazione della Libia.
Per questo motivo al Nucleo Libia, che è uno dei punti di forza di questo processo, sono stati assegnati all'interno della
nuova sede tre uffici di alta rappresentanza per un totale di ben 28 mq calpestabili. Il progetto è stato affidato
all’Arch. Störtrull, il designer di Ikea che ha progettato la casa della famiglia felice (dice lui!) che vive in 16 mq. Oltre
alla scrivania, nell’Ufficio dell’Incaricato d’Affari saranno fissate al muro 4 poltrone con predellino, le stesse utilizzate
dalle hostess di Ryanair nelle fasi di decollo ed atterraggio. E’ previsto l’uso delle cinture di sicurezza ma è comunque
una grande idea che consentirà di accogliere ospiti di riguardo. Gli altri quattro componenti del Nucleo Libia avranno a
disposizione altrettanti vecchi banchi scolastici. Uno per banco, cosi non copiano!
Per la sicurezza della Sede è prevista la presenza contemporanea di due Carabinieri nell’apposito ufficio ad essi
destinato; in questa stanza è stata allocata una sola scrivania con un solo posto a sedere. Ma tanto si sa… per leggere
non è assolutamente necessario stare seduti.
VERGOGNA ITALIANA!!!
Fino ad ora abbiamo scherzato, sia pure amaramente, su una situazione davvero molto grave, una di quelle situazioni
per le quali alla fine nessuno sarà chiamato a rispondere ma che è bene che tutti conoscano.
E sorgono spontanee molte domande, alle quali sarebbe opportuno che qualcuno desse delle risposte quanto meno
credibili:
1. Se la vecchia sede era davvero ritenuta molto pericolosa, perché si è aspettato cinque anni per trovarne una
nuova? Chi avrebbe dovuto prendere questa decisione? E perché non lo ha fatto?
2. La Germania ha abbandonato il vecchio immobile sicuramente per qualche valida ragione. Motivi di spazio,
forse? Motivi di sicurezza, forse? Motivi legati alla mancanza di salubrità degli ambienti, forse? Resta il fatto
che qualunque sia stato il motivo (o più probabilmente l’insieme dei motivi) che ha indotto la Germania a
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dell'Amministrazione. In estrema sintesi: per quale ragione i motivi che hanno indotto la Germania a lasciare
la loro vecchia ambasciata non dovrebbero essere validi anche per noi?
3. Se era già previsto che l’Ufficio visti venisse accorpato alla nuova sede, per quale ragione fino a qualche
settimana fa si sono spesi soldi (quanti? Si potrà sapere?) per metterlo definitivamente in sicurezza e se ne
dovranno spendere ancora altri (quanti? Si potrà sapere?) per ripristinarlo alle condizioni in cui era quando è
stato stipulato il contratto d’affitto?
4. Quale ragione ha spinto l’Amministrazione ad assegnare un intero piano all’Ice? C’è forse qualche Paese in cui
l’Ice ospiti i nostri Uffici Consolari?
5. Se nella nuova sede esistono oggettivi problemi di spazio, perché non è stato consentito al Nucleo Libia di
rimanere – in totale sicurezza - al Lac2, dove ci sono tutti gli interlocutori che si occupano della crisi di quel
Paese e dove si svolge, di conseguenza, tutta la relativa attività politica ed istituzionale? E visto che si parla di
sicurezza: come si è pensato di risolvere il problema della sicurezza personale dell’Incaricato d’Affari per la
Libia che dovrà muoversi in continuazione per servizio da una zona all’altra della città senza auto e senza
scorta?
6. Chi ha firmato i progetti di questa specie di ristrutturazione? Chi li ha approvati? Chi ha ricoperto il ruolo –
previsto dalla legge - di Direttore dei Lavori? Da chi è stato nominato?
7. Sono state rispettate tutte le norme di sicurezza sul lavoro e sulla contemporanea presenza in cantiere di
personale Mae e utenti esterni? Per quale ragione gli uffici sono stati trasferiti nella nuova sede quando ancora
i lavori di ristrutturazione non erano terminati? Chi ha dato l’autorizzazione al trasferimento?
8. Esiste una dichiarazione di conformità al progetto approvato (?), dell’avvenuto prosciugamento dei muri e
della salubrità degli ambienti? E’ stata effettuato (da chi e con quali risultati?) un controllo sull’eventuale
presenza di amianto nella struttura?
9. E’ stata redatta (e da chi?) una dichiarazione di conformità degli impianti installati? E’ stato effettuato (e da
chi?) il collaudo statico delle strutture preesistenti e di quelle costruite ex novo? E’ stata rispettata la
conformità dei lavori eseguiti alla normativa relativa al superamento delle barriere architettoniche?
10. Chi ha dato e quando il parere favorevole sulla effettiva attuale sicurezza della Sede sia dal punto di vista
logistico che strutturale?
Per ultimo: quanto è costata fino ad ora e quanto finirà per costare questa operazione insensata? E’ fin troppo facile
affermare che sarebbe stato più opportuno trovare una idonea nuova struttura nell’area del Lac (la zona più sicura
della città) risolvendo definitivamente il problema e non gettando al vento svariate centinaia di migliaia di euro.
E questa volta è persino inutile chiedere l’intervento dell’Ispettorato, visto che gli Ispettori hanno potuto constatare di
persona l’obbrobrio nel corso di una recente visita!
LA NUOVA (SI FA PER DIRE) AMBASCIATA D’ITALIA A TUNISI NON E’ DEGNA DI UN GRANDE E MODERNO PAESE CHE
VOGLIA ESSERE PROTAGONISTA DELLA POLITICA INTERNAZIONALE MA E’ IL RISULTATO DELL’INCAPACITA’
DECISIONALE E OPERATIVA DELLA CLASSE DIRIGENTE MAE(CI).
I DIPLOMATICI NON SI ADDOLORINO E NON PROTESTINO DUNQUE SE ANCHE ALTRI AMBASCIATORI SARANNO
SCELTI AL DI FUORI DELLA FARNESINA.
Roma, 23 marzo 2016
UFFICIO STAMPA
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