la mongolfiera 40 - FLP Affari Esteri

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la mongolfiera 40 - FLP Affari Esteri
FLP Affari Esteri
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LA MONGOLFIERA 40
Attratta da numerosissime richieste e inviti a visitare le varie sedi, la Mongolfiera inizia il
suo giro per comunicare poi al solito Gazzettino delle Illegalità quanto riscontrerà per
una serena valutazione dei fatti.
A Tirana succede di tutto. Emergono prepotenti i cosiddetti “furbetti del cartellino”,
fattispecie molto diffusa nel pubblico impiego, lì anche in versione stakanovista. Succede
che, qualcuno si trova sul conto personale addirittura 600 ore in eccesso (chissà che razza di strano accordo
sull’orario di lavoro, avranno adottato in quella sede, che consente di accumulare 600 ore in eccesso!). E‘ vero
che quella situazione può facilmente sfuggire al controllo: piuttosto che ad un’ambasciata sembra rassomigliare
più ad una caserma, con le sue 90 unità che ingorgano le stanze! Ci chiediamo, ma è proprio necessario tutto
questo elefantiaco apparato con personale costretto, poi, ad arrivare a 600 ore di “straordinario”? Sua
eccellenza l’ambasciatore che ne dice: c’è o ha trasmesso i suoi poteri alla cogestione improvvisata e selvaggia?
Se cosi non fosse, come si spiega che una contrattista arrivi a sottoscrivere un accordo di natura culturale
bilaterale, mentre il responsabile dell’ufficio si trova in giro per il mondo, prima in Argentina e poi a Mosca, a
fare al commissario d’esame? A parte questa stranezza tutta italo-albanese, è mai possibile che non si riesca a
razionalizzare le spese e si continui a sprecare denaro dei contribuenti? Non si riesce proprio ad arginare l’arte
dello spreco, del denaro degli altri? Materia in cui l’italiano è artista in proprio! E, poi, secondo voi, l’Albania
(elogiata dalla stampa come piccola Svizzera), può essere ancora considerato un paese in via di sviluppo e
oggetto di progetti di cooperazione per decine di milioni di euro destinati alla raccolta dei rifiuti (sigh!) e al
raddoppio autostradale?
A Valona, il consolato occupa una superficie di 2.700 mq distribuiti su 12 dipendenti (ossia 225 mq a testa =
ufficio cardinalizio) e amministra 125 connazionali: tanti sono gli iscritti AIRE. Ci si domanda quanto costi
l’affitto della sede e se non sia conveniente chiuderla senza causare eccessivo disagio ai pochissimi utenti (il
viaggio a Tirana non costa più di 5 euro) e, con i risparmi, aprile un ufficio in altre parti del mondo più bisognose
di assistenza.
A Tunisi sembra che non voglia succedere niente fino a quando gli uffici giudiziari italiani e nuove interrogazioni
parlamentari non disporranno diversamente. Possibile che, nel frattempo, sua eccellenza R. D. C. non senta il
bisogno di adoperarsi per migliorare la situazione del personale e la sicurezza della sede?
In Russia sono in corso due missioni ispettive: una a Mosca, composta esclusivamente da personale MAE. L’altra
a San Pietroburgo con personale misto MAE-MEF. Che stranezza sarà mai questa: a Mosca, dove qualcuno ha
sentito puzza di bruciato, si provvede con un’ispezione casereccia ad hoc. Non si mai cosa si potrà trovare! E
soltanto a San Pietroburgo, sede certamente meno “sensibile”, si permette l’intromissione di “estranei” : non
dovrebbe essere il contrario? Non sarebbe più logico?
Caracas. Come tristemente noto, in quella città è deceduto in circostanze alquanto misteriose il dipendente,
nostro iscritto, Mauro Monciatti. La versione “ufficiale” diramata dalle autorità locali parla di morte per cause
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-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------naturali. Noi, considerate le circostanze, siamo portati a non credere (e siamo in buona compagnia, perché
nemmeno tanti colleghi ci credono) a quella che riteniamo essere una versione fantasiosa o addirittura
addomesticata, per cui chiediamo ai responsabili dell’ambasciata se si è premurata di far svolgere le verifiche
del caso con esperti di fiducia della sede, soprattutto per una comprensibile esigenza rappresentata dagli
increduli congiunti.
A Marsiglia regna un responsabile che, a dire di più d’un dipendente, col suo carattere poliedrico sta creando
gravi e non pochi problemi nell’andamento ordinario dell’ufficio. Del resto, il soggetto, non è nuovo a
comportamenti imbarazzanti e suggestivi. Sarebbe forse il caso che chi di dovere, si occupasse della situazione.
RADIO FARNESINA LIBERA
Il Tar del Lazio, con sentenza depositata il 23 giugno 2016, ha ordinato che venga riammesso in servizio il
dipendente diplomatico Giffoni Michael Louis che era stato sospeso e quindi licenziato, perché sospettato di
traffico illecito di visti, quando era reggente l’ambasciata d’Italia in Pristina. Il Tar non è nemmeno entrato nel
merito della decisione.
Nel leggere la sentenza emerge prepotente la sensazione che l’amministrazione sia stata negligente e recidiva,
ossia abbia fatto sottoscrivere il licenziamento da persona inidonea per poi lasciar decorrere i termini per la
successiva azione giudiziaria. Dobbiamo rilevare che simile negligenza non è stata riscontrata nei confronti
dell’atro dipendente F. H. dell’area funzionale, coinvolto nella stessa oscura vicenda di Visti. Nel suo caso
l’amministrazione è stata perfetta! Non vogliamo fare il processo alle intenzioni, ma siamo propensi a credere
che, qui, il caso non c’entri affatto! Eppure, il vertice di questa amministrazione afferma di essere stato
particolarmente severo nei confronti dei diplomatici, molto più severo che nei confronti delle AAFF: Balle!
Continuano i premi di cordata, a disprezzo del merito. Se così non fosse, sarebbe difficile spiegare certe scelte
come quelle che hanno portato l’ispettore generale M.L. ad andare ad occupare la sede messicana, senza
evidenti meriti e senza neppure, almeno apparentemente, il possesso dei requisiti anagrafici.
La residenza individuata a suo tempo nel Principato di Monaco dev’essere peggio di una topaia, secondo il
pensiero del titolare attuale della sede M-L-C. ora in fase di rientro (pensiero evidentemente condiviso
dall’amministrazione che lo ha assecondato), visto che ha preferito alloggiare in un albergo, adeguatamente
lussuoso, per tutto il periodo della sua breve permanenza in quell’ambasciata, che noi continuiamo a ritenere
superflua e che dovrebbe essere chiusa, al più presto, per lasciare posto ad un modesto consolato, come lo
hanno gli altri Paesi anche molto più importanti del nostro, e permettere l’apertura di sedi più rispondenti agli
interessi nazionali. L’arte dello Spreco, sempre imperante al MAE, sfugge ad ogni controllo e al buon senso: fino
a quando?
Roma, 7 luglio 2016
UFFICIO STAMPA
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