Ciliegie senza peduncolo, perché non riscoprirle?
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Ciliegie senza peduncolo, perché non riscoprirle?
S SP EC I ALE Ciliegio AT T I V I TÀ D E L L’ I S T I T U T O D I F R U T T I C O LT U R A D E L L A P R O V I N C I A D I V E R O N A Ciliegie senza peduncolo, perché non riscoprirle? • La natura ha messo a disposizione dell’uomo anche ciliegie che, a maturità di raccolta, si staccano dal peduncolo senza perdita di succo perché perfettamente chiuse nel punto di distacco. I costi di raccolta ovviamente si abbassano, ma molti operatori ritengono che il consumatore non le accetti… Realtà o pregiudizio? • di Giorgio Bargioni, Gino Bassi L a presentazione della frutta ai consumatori segue una tradizione che risale a tempi lontani, spesso originata dalla necessità di rispettare un certo modo di staccarla dall’albero per ritardarne il deperimento. Così le mele, le pere, le ciliegie, le susine vengono distaccate e commercializzate con il peduncolo sia perché in generale questo si disarticola bene dal ramo, sia perché, se lo si staccasse dal frutto, si provocherebbe una ferita che porterebbe a un deperimento rapido del frutto stesso. Ma le pesche, le albicocche, le fragole di bosco, i lamponi vengono raccolti e commercializzati senza peduncolo, perché il frutto se ne disarticola facilmente senza determinare ferita e perdita di succo. Così il consumatore, mentre si meraviglia di ricevere una ciliegia o una pera senza peduncolo, trova normale che vengano presentati una pesca o un lampone che ne è sprovvisto. Se esaminiamo il comportamento della maggior parte delle varietà di ciliegio, in quasi tutte si rileva che quando il frutto, al momento della raccolta, si distacca dal peduncolo, questo mostra il cosiddetto «pennello», rappresentato da una breve parte di fasci fibrovascolari che hanno provveduto alla nutrizione della ciliegia e del suo nocciolo. A sua volta la ciliegia, nel punto in cui era attaccata al peduncolo, presenta una ferita più o meno evidente dalla quale esce facilmente il succo. Ne deriva che il frutto deperisce rapidamente e ammuf- fisce e, se il succo imbratta una ciliegia vicina, anche questa va soggetta a muffe e deperimento. La natura, tuttavia, nella sua grande diversità, ha messo a disposizione dell’uomo anche ciliegie nelle quali, a maturità di raccolta, il peduncolo si distacca senza pennello e il punto di distacco dal frutto risulta perfettamente cicatrizzato, impedendo la perdita di succo. In altre il distacco avviene solo in uno stadio di maturazione avanzato; ne sono un esempio le veronesi Mora e Moretta di Cazzano, che, pur ben mature, conservano sempre un’ottima consistenza. In Spagna esiste un gruppo di varietà chiamate Picotas, tipiche della Valle del Jerte, che i produttori locali sono abituati a commercializzare senza peduncolo e da vari anni ne esportano in Germania e in Inghilterra, con successo evidente grazie al fatto che, avendo risparmiato sensibilmente sul costo di raccolta, Foto 1 - Ecco come si presenta una ciliegia adatta alla raccolta senza peduncolo. Si noti la perfetta chiusura del punto di distacco del gambo che impedisce la fuoriuscita di succo Foto 2 - I portinnesti nanizzanti consentono di ottenere alberi di bassa taglia e quindi di eseguire agevolmente la raccolta da terra o con l’ausilio di piccole scale possono praticare prezzi relativamente contenuti. Le cultivar dell’Isf di Verona In Italia l’Istituto sperimentale di frutticoltura della Provincia di Verona è riuscito da diversi anni a produrre per incrocio nuove varietà di ciliegio dolce nelle quali il peduncolo si disarticola facilmente dal frutto senza lasciare ferita; il punto di distacco dalla ciliegia, in prossimità della maturazione di raccolta, risulta perfettamente chiuso (foto 1); non si verifica quindi alcuna perdita di succo. Il prodotto della prima varietà di questo tipo ottenuta dall’Istituto, la Vittoria, principalmente destinato a una raccolta meccanica per usi industriali, fu sottoposto anche al giudizio dei consumatori di frutta fresca con apposite indagini demoscopiche condotte a Verona e a Milano presso uno dei maggiori supermercati del tempo. L’indagine dimostrò che il 90% circa degli intervistati le equiparava alle ciliegie con il gambo e di questi circa il 30% le preferiva. (Un inconveniente che alcuni consumatori misero in evidenza riguardava l’impossibilità di poter «mettere gli orecchini alla bambina»). Analoghi 26/2007 • L’Informatore Agrario 55 Ciliegio S SP EC I ALE risultati furono ottenuti da indagini tenitori, fanno ritenere che, con adatta compiute in Francia nel medesimo pe- presentazione e opportuna preparazioriodo (Baldini et al., 1979; Baldini et ne, le ciliegie selezionate per la raccolta al., 1981). Già allora apparve evidente senza peduncolo possano trovare conla buona accettazione di questa nuova veniente impiego per il consumo diretto, tipologia di ciliegie ma nonostante ciò anche perché nessuna differenza esiste è rimasta negli operatori del comparto nella conservabilità del prodotto. La prima varietà di questo tipo ottecerasicolo la convinzione che una ciliegia senza gambo non possa conservarsi nuta a Verona da incrocio controllato come le altre e vada più facilmente in- fu denominata Vittoria e risale al 1970. contro a deperimento. In realtà è l’im- È una cultivar di ottime caratteristiche brunimento del peduncolo che anticipa organolettiche e particolarmente conil decadimento della ciliegia dando una sistente, ma la contenuta pezzatura ne percezione di scarsa freschezza anche ha ostacolato l’impiego per il mercato al frutto. Attualmente, con la disponi- fresco. Altre ne sono seguite e di partibilità di portinnesti nanizzanti, queste colare interesse risultano Corinna, revarietà sono state ripensate anche per sa nota nel 1985, e la più recente Enil consumo fresco, dato che è possibi- rica, descritta nel 1997, che è risultata le ottenere alberi di modesta altezza; è autofertile. Corinna (foto 3), selezionata nell’amevidente che da alberi di piccola mole (foto 2) la raccolta manuale di queste bito della progenie derivata dall’incrociliegie, effettuata come suol dirsi «per cio Vittoria × (Moretta di Cazzano × mungitura» e in gran parte da terra, Durona di Padova) effettuato nel 1970, può essere eseguita molto rapidamen- presenta un albero vigoroso, con porte, consentendo un risparmio di spesa tamento tendenzialmente assurgente e non indifferente (Bargioni, 1998); poi habitus vegetativo standard; fiorisce a la mancanza del peduncolo permette Verona in epoca tardiva e, non essenuna facile calibrazione dei frutti e an- do autofertile, deve essere consociata che una suddivisione per classe di colo- con una varietà a fioritura ugualmenre, sì che la presentazione del prodotto te tardiva, come Cristalina e Germeracquista valore grazie alla sua unifor- sdorfi Orias 3 che sono pure adatte almità. D’altro canto la problematica del la raccolta senza peduncolo. Fruttifica costo e della disponibilità della mano- anche sui rami di un anno. La ciliegia dopera per la raccolta hanno recente- è grossa (peso medio 9,43 g), di forma mente indotto la ricerca americana a sferoidale depressa; la buccia è di colore rosso carminio trovare delle solue piuttosto speszioni con l’impiego Le varietà senza peduncolo per sa; la polpa è cardella raccolta mecconsumo fresco possono anche nosa, dolce, molto canica per il conessere raccolte a mano. Il risparmio consistente, di cosumo fresco al fine di costi è comunque notevole lore rosso vinoso; di mantenere alle il peduncolo è di ciliegie un prezzo grossezza media. accessibile ai più A maturità di raccolta, che cade a Ve(Long, 2006). Peraltro la tecnologia potrebbe ve- rona circa 25 giorni dopo Burlat, il frutnire in aiuto pensando a dei sistemi di to si stacca molto facilmente dal pedunraccolta semi-meccanizzati in modo da colo e la cicatrice risulta perfettamente aumentare la produttività dell’operatore asciutta. Il rapporto polpa/nocciolo è senza incidere negativamente sulla qua- pari a 15,98. Enrica appare ancor più interessanlità del prodotto, a differenza di quanto avviene con gli scuotitori tradizionali te poiché è autofertile; è infatti derivache non possono evitare i traumi che la ta dall’incrocio Vittoria × autofertile ciliegia può subire per l’impatto sulle C.2.27.12. L’albero è mediamente vigoroso, con portamento semi-assurgente e branche dell’albero. I recenti orientamenti, non solo verso habitus vegetativo standard. L’entrata in i cosiddetti prodotti di IV gamma, ma produzione è precoce e la produttività anche per l’offerta di «frutta snack» at- elevata e costante. L’epoca di fioritura traverso i distributori automatici (Naso- è precoce e la maturazione di raccolta lini et al., 2007) e la tendenza dei con- a Verona si colloca in corrispondenza sumatori a non perdere tempo e quindi di quella di Mora di Cazzano, cioè cira orientarsi sempre più verso ortaggi e ca 16-18 giorni dopo Burlat. Il frutto è frutta di pronto consumo in piccoli con- grosso (peso medio superiore a 10 g), 56 L’Informatore Agrario • 26/2007 3 4 Foto 3 - Esempio della fruttificazione di Enrica. Con questa varietà autofertile è possibile costituire ciliegeti senza la necessità di consociarla con varietà impollinatrici. Foto 4 - La selezione 471, derivata da libera impollinazione di Vittoria leggermente cordiforme e la buccia è di colore rosso scuro; la polpa è soda, molto buona, semiaderente al nocciolo e di colore rosso scuro; il peduncolo è medio-lungo e il nocciolo di grossezza media. Il rapporto polpa/nocciolo è pari a 18,18. Anche il frutto di Enrica a maturità di raccolta si distacca con grande facilità dal peduncolo, lasciando la cicatrice perfettamente chiusa e asciutta. È da aggiungere che la caratteristica biologica dell’autofertilità consente di poter predisporre impianti di Enrica senza necessità di consociare ad essa delle varietà impollinatrici, anche se l’impollinazione incrociata, come avviene per tutte le specie, può permettere di ottenere un miglioramento della qualità del prodotto. A titolo informativo riferiamo che è in osservazione un altro semenzale promettente, derivato da libera impollinazione di Vittoria e contrassegnato con la sigla 471 (foto 4); di ottima produttività, matura qualche giorno dopo Enrica; il frutto è cordiforme, grosso, con buccia molto consistente, polpa semisoda, non aderente al nocciolo medio-piccolo. • Giorgio Bargioni, Gino Bassi Istituto sperimentale di frutticoltura Provincia di Verona [email protected] La bibliografia sarà consultabile all’indirizzo www.informatoreagrario.it/bancadati S BIBLIOGRAFIA Ciliegio SP EC I ALE Bargioni G. (1998) - Storia, problemi attuali e prospettive della coltura del ciliegio. Atti dell’Accademia dei Georgofi li, Firenze, 173. Baldini E., Bargioni G., Costa G. (1979) Giudizio dei consumatori sulle ciliegie raccolte a macchina. L’Informatore Agrario, 21: 6057-6074. Long L.E. (2006) - Tendenze evolutive della cerasicoltura nel nord-ovest degli Stati Uniti. Frutticoltura, 9: 8-17. 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