LA FRATTURA del capitello radiale
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LA FRATTURA del capitello radiale
fitness corner Rubrica a cura del Dottor Massimo Massarella Chirurgia mano-polso presso la Casa di Cura “Villa Stuart” di Roma LA FRATTURA del capitello radiale L e fratture del capitello radiale sono molto frequenti nell’ambito dello sport agonistico e rappresentano circa il 20% delle fratture che interessano il gomito. Sono frequenti nell’automobilismo, nel ciclismo, nel motociclismo e negli sport da contatto. Questi traumi coinvolgono, dal punto di vista anatomico, la parte prossimale del radio (detto “capitello”) che si articola con il condilo omerale: dal punto di vista articolare è una parte del gomito molto importante perché una sua frattura può dar luogo a limitazioni funzionali riguardanti principalmente i movimenti di prono supinazione e di flesso estensione del gomito stesso. Meccanismo di lesione: il meccanismo di lesione è vario. Può essere da trauma diretto, ad esempio un pilota automobilistico che, mentre guida con gomito flesso, ha uno scontro violento, una caduta da moto o bici con arto superiore atteggiato a difesa oppure negli sport da contatto per traumi diretti al gomito e/o da caduta quando il peso del corpo provoca un urto fra condilo omerale e capitello radiale per cui quest’ultimo cede. La frattura si può presentare semplice/composta, a più frammenti o associata a lesioni legamentose. Sintomatologia: il dolore ovviamente è rap- portato alla gravità delle lesioni provocate dal trauma. In caso di fratture senza spostamento è molto lieve con dolore localizzato nella regione laterale del gomito che si accentua nei movimenti di prono-supinazione. Nei traumi con grave frammentazione, la limitazione funzionale è più marcata, come anche il dolore, presente sia a riposo che alla digitopressione. Non è rara la comparsa di un’edema nella zona traumatizzata. Trattamento: se la frattura è composta può essere sufficiente un tutore per circa venti giorni al quale farà subito seguito una breve riabilitazione funzionale della parte lesa. Se la frattura è a più frammenti occorre intervenire chirurgicamente con osteosintesi delle parti frammentare con viti, fili di Kirschner e/o placche e, in casi particolari o più complessi, anche con la sostituzione protesica del capitello radiale. La sostituzione protesica è particolarmente indicata quando a tale frattura si associa la lussazione poiché la rimozione del capitello radiale potrebbe ridurre la stabilità del gomito, e comportare la recidiva della lussazione. L’escissione del capitello radiale è indicata raramente ed in assenza di altre lesioni ossee o legamentose (meno del 10% delle fratture di capitello radiale). In questi casi il periodo post-operatorio è incentrato tutto sul recupero funzionale sia della flesso estensione che della prono supinazione con supporto del fisioterapista. Il ritorno allo sport dipende dalla consolidazione della frattura e dal recupero funzionale. Diagnosi: vista l’importanza clinica del tipo di frattura e la difficoltà che si può riscontrare nelle diagnosi, oltre all’attento esame obbiettivo e all’utilizzo della radiografia nelle due proiezioni standard, si deve associare nei casi sospetti l’effettuazione della TAC. Esiti: in alcuni pazienti è possibile una residua limitazione funzionale del gomito con rigidità e scarso range articolare. è per questo che non bisogna limitarsi a eseguire la sola fisioterapia ma potrebbe essere utile anche un trattamento artroscopico di lisi delle aderenze interne. MM MM46