Aspetti psicologici della Donazione

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Aspetti psicologici della Donazione
ASPETTI PSICOLOGICI DELLA
DONAZIONE DI
ORGANI E TESSUTI
A. Ospedaliera San Giovanni Addolorata
Roma, 15 Dicembre 2014
Dott.ssa Francesca Alfonsi
GIOVANE DONNA SPOSATA,
MADRE DI DUE FIGLI,
RICOVERAT ADA
DUE GIORNI IN T.I. PER TRAUMA
CRANICO A SEGUITO DI
INCIDENTE
STRADALE
“E’ impossibile”, “vi state sbagliando”,
portiamola via …”
Il marito piange e fugge fuori dalla
stanza seguito dal cognato “voglio
uscire, non voglio stare qui”
Rientra spontaneamente dopo qualche
istante, si siede e resta con la
testa tra le meni prima silenzio pio
disperato ripete: “è un incubo” “è
irreale … è sempre stata bene” “era
sana …. Perchè , perchè ???”
“E’ calda, respira, siete sicuri?....
Altri familiari si stringono intorno a lui
….
Inizia il periodo di osservazione
I problemi
psicologici
che insorgono nelle
famiglie dei donatori di
organi in conseguenza
dell’evento morte
“encefalica”-prelievo di
organi possono:
Portare all’opposizione
del prelievo di organi
Complicare
l’elaborazione del lutto
Vanno perciò
riconosciuti,
individuati e
presi in carico di cura da
parte delle strutture
sanitarie
dei Coordinamenti
Donazioni
La natura dell’intreccio tra
morte encefalica e
prelievo degli organi può
essere fonte di distress
psichico anche grave.
La morte, normalmente
traumatica, avviene nel
giro di
poco tempo non
permettendo alcun Lutto
anticipatorio
La risposta a una
separazione definitiva è
la
“NEGAZIONE”
La visione inquietante della
situazione, nuova e
insolita, del cadavere in
“morte encefalica” della
persona cara può stimolare
fantasie irrealistiche
generando angosciose di
incertezze sulla
definitività dell’evento
morte, rinforzando la
negazione
I FAMILIARI
DEVONO percorrere una LUNGA strada
cha va dalla
notizia della morte
alla comprensione della
morte encefalica
per arrivare alla decisione riguardo al
prelievo di organi
Il senso di colpa
presente fisiologicamente nei familiari può
intensificarsi e persistere
La decisione personale di consentire al
prelievo di
organi può lasciare grandi dubbi sulla
definitività della morte e ripensamenti,
che
permangono anche per anni
LUTTO PATOLOGICO
Il familiare colloca la
sopravvivenza del
defunto in un’altra
persona
La “sopravvivenza” di
parti anatomiche del
morto può contribuire
all’illusione che il
proprio congiunto
continui a sopravvivere
nei riceventi
LA RELAZIONE NELLA RICHIESTA DI
DONAZIONE
OGNI PERCORSO IMPLICA
L’INSTAURARSI DI UNA RELAZIONE
EMPATICA ED EFFICACE
Ha per oggetto i processi
interattivi in cui gli esseri umani
sono immersi
Riconoscere che stare con
qualità nelle relazioni non è
qualcosa di innato, ma si può
apprendere e migliorare
COMPETENZE RELAZIONALI “COMPETENZE SOFT”
Consapevolezza della
prospettiva relazionale
inter-personale
intra-personale
(cosa accade a me ,
all’altro ,e tra noi)
PROCESSI COMUNICATIVI
Incontrare l’altro
Esprimere stati d’animo
Scambiare visioni del mondo
Restituire all’altro gli
effetti
Riconoscere e
stare nella
differenza
Dare Feedback
ACCOGLIENZA
ASCOLTO E PRESA
IN CARICO
OPERATORI
FAMILIARI
SVILUPPARE UN
RECIPROCO SENSO
DI FIDUCIA
SPAZIO INTERIORE DI
ACCOGLIENZA: RIESCO
ACCETTARE LA TUA
ESPERIENZA
PREGO, AVANTI, C’E’
POSTO
LASCIARE ALL’ALTRO
UNO SPAZIO IN CUI
EX-SISTERE
Acquisizione della
capacità di
modificare le
relazioni in modo
costruttivo e
funzionale
OGGETTI DI ATTENZIONE INTERNA ED ESTERNA
RIVEDERE IL NOSTRO
RAPPORTO CON I
FAMILIARI
RIVEDERE LA NOSTRA
QUALITA’ DI
LAVORO NELLA
QUOTIDIANITA’
OGGETTI DI ATTENZIONE INTERNA
CONFRONTO CON LA
NOSTRA RISPOSTA
PERSONALE AL
TEMA DELLA
MORTE
IN CHE MODO LA
NOSTRA RISPOSTA
PUO’ ESSERE
D’AIUTO AGLI
ALTRI
ESSERE IN GRADO
DI STARE IN
CONTATTO CON
L’ESPERIENZA
DELL’ALTRO PER
QUELLA CHE E’
PARTECIPAZIONE
IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO RISPETTO
ALLA DONAZIONE
CHI E’ L’ALTRO CHE HO DAVANTI
QUESTA VOLTA?
COME MI SENTIREI IO AL SUO
POSTO?
COSA VORREI IO AL SUO POSTO?
AVREI PAURA AL SUO POSTO?
CHIARIRE IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO
RISPETTO ALLA DONAZIONE
STIAMO OFFRENDO UN’OPPORTUNITA’
ALLA FAMIGLIA
SIAMO SENTIAMO IN GRADO DI SAPER
RISPONDERE ALLE DOMANDE/RICHIESTE
DEI FAMILIARI E DI POTERLI AIUTARE A
DECIDERE?
CICLO DELL’EMPATIA
METTERSI NEI PANNI
DELL’ALTRO
ENTRARE NELLO STATO
DELL’ALTRO PER RESTARE
NELLA RELAZIONE
SENTIRE UN’EMOZIONE
PER CIO’ CHE PROVA
L’ALTRO
CONTENIMENTO EMOTIVO
IL SISTEMA SI OFFRE COME UNA SORTA
DI CASA, UN LUOGO IN CUI POTER
ESSERE COMPRESO, UN LUOGO DI
ACCETTAZIONE, DI ACCOGLIENZA, UN
LUOGO IN CUI POTER ESPRIMERE LE
EMOZIONI
PRENDERSI CURA DELLA PERSONA IN UN
PROCESSO
DARE SENSO ALL’ESPRESSIONE DI
SENTIMENTI QUALI ANGOSCIA, RABBIA,
DISPERAZIONE
INTERESSIAMOCI AI PARENTI
PARTECIPARE, ACCOMPAGNARE
INTERESSARSI ALLA “STORIA” DI QUEL
PAZIENTE/DONATORE
INFORMARE CON CONTINUITA’
RISPECCHIARE I CONTENUTI (usare le parole
dell’altro…)
SPIEGARE CON CHIAREZZA
SEGUIRE CON CONTINUITA’ E ATTENZIONE
RELAZIONE CON I FAMILIARI
PERCORSO DONAZIONE ORGANI
ACCOGLIENZA
PROPOSTA
CONTENIMENTO
COMUNICAZIONE
MORTE
FASI DEL PROCESSO DELLA RELAZIONE
CON I FAMILIARI
ACCOGLIENZA
ASCOLTO
PRESA IN CARICO
COMUNICAZIONE DELLA MORTE
(Timing Setting)
PROPOSTA DI DONAZIONE
SOSTEGNO ALLA SCELTA
PROPOSTA DI DONAZIONE
VIENE POSTA QUANDO VI E’ LA
CERTEZZA DELLA COMPRENSIONE DA
PARTE DEI FAMILIARI DELL’AVVENUTO
DECESSO
SOSTEGNO AI FAMILIARI PER
ESPRIMERE UNA SCELTA, LIBERA,
INFORMATA E CONSAPEVOLE
RISPETTO DEI TEMPI DECISIONALI DEI
FAMILIARI
“Se tutto questo dolore non allarga i
nostri orizzonti e non ci rende più
umani, liberandoci dalle piccolezze e
dalle cose superflue di questa vita,
tutto è stato inutile”
Etty Hillesum