Lattine e bottiglie di plastica fanno aumentare la

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Lattine e bottiglie di plastica fanno aumentare la
Lattine
e
bottiglie
di
plastica fanno aumentare la
pressione
Lattine e bottiglie di plastica fanno aumentare la pressione
Un composto chimico sospettato di essere cancerogeno che è
presente nei contenitori filtra nelle bevande
Pubblicato il 10/12/2014 da La Fucina
Fonte
e
link:
http://andreanicola.blogspot.it/2014/12/lattine-e-bottiglie-di
-plastica-fanno.html
Lattine e bottiglie di plastica fanno aumentare la pressione
Chi beve regolarmente acqua o bevande contenute in lattine e
bottiglie di plastica potrebbero ripensarci. Un nuovo studio
mostra che un composto chimico che si trova nei contenitori
riesce a filtrare nei liquidi e far aumentare la pressione
dopo un paio d’ore che vengono ingeriti. Si tratta del
bisfenolo A, un composto organico che si trova in grandi
quantità in bottiglie di plastica e lattine. Un’esposizione
cronica a questo composto è stato associato a malattie
cardiache, cancro e altri problemi di salute. Il nuovo studio
è il primo a mostrare che una singola espozione al bisfenolo A
può avere un impatto immediato sul benessere del nostro cuore.
E alcuni studi pubblicati nel 2008 hanno dimostrato la sua
tossicità, gli effetti cancerogeni e gli effetti neurotossici,
tanto che è stato eliminato da vari prodotti, soprattutto
quelli per i bambini.
Bisfenolo A: il composto chimico che fa aumentare la pressione
Lo studio ha rilevato che chi beveva latte di soia contenuto
in lattine vedeva aumentare il livello di bisfenolo A
nell’urina, mentre nei giorni in cui bevevano la stessa
bevanda da bottiglie di vetro, in cui non è presente questo
composto, non c’è stato un innalzamento significativo dei
livelli della pressione del sangue né del contenuto di
bisfenolo A.
Una singola esposizione non reca gravi danno al nostro
organismo, ma una costante esposizione può portare a
ipertensione. Il dottor Michels, un esperto di bisfenolo A
dell’Harvard Medical School non coinvolto nella ricerca ha
detto che i risultati sono “preoccupanti“.
A partire dal 2000, quasi un miliardo di persone nel mondo,
circa il 26% della popolazione adulta, soffriva di
ipertensione. Wikipedia spiega che “la malattia ipertensiva è
responsabile della diminuzione delle aspettative di vita dei
pazienti affetti. I disturbi provocati dall’ipertensione
gravano sugli organi vitali: cervello, cuore, retina, vasi
arteriosi e rene.”
Il bisfenolo A è stato utilizzato sin dagli anni ’60 per
produrre bottiglie di plastica, contenitori per il cibo, lenti
a contatto e biberon. Nel 2012 l’FDA (Food and Drug
Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa
della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici,
ha affermato che questo composto chimico non dev’essere più
utilizzato nella produzione di biberon e tazze per bambini.
Gli organi di controllo canadesi hanno dichiarato
ufficialmente che il bisfenolo A è una sostanza tossica e
hanno vietato l’utilizzo nella produzione di articoli per
bambini.
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alimentazione
Fonte: New York Times
fonte
Pubblicato da Andrea Nicola a 10:32
IL NOSTRO COMMENTO: Questo è quello che viene affermato
dall’FDA (Food and Drug Administration), l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti
alimentari e farmaceutici. L’Ente ha affermato che questo
composto chimico non dev’essere più utilizzato nella
produzione di biberon e tazze per bambini. Gli organi di
controllo canadesi hanno dichiarato ufficialmente che il
bisfenolo A è una sostanza tossica e hanno vietato l’utilizzo
nella produzione di articoli per bambini.
LEGGI ANCHE:
L’acqua minerale contenuta nelle bottiglie di plastica sotto
accusa (CLICCA QUI)
Per dovere di cronaca pubblichiamo anche questo articolo
dell’EFSA sul Bisfenolo A
Nessun rischio da esposizione al
bisfenolo A per la salute dei consumatori
Fonte e link: http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/150121
Vedi anche
Bisphenol A
Ingredienti e imballi alimentari
Press Release
21 Gennaio 2015
Nella nuova, completa valutazione sull’esposizione dei
consumatori al bisfenolo A (BPA) e la tossicità della
sostanza, l’EFSA ha concluso che il BPA non rappresenta un
rischio per la salute della popolazione di alcuna fascia di
età (inclusi feti, neonati e adolescenti), ai livelli attuali
di esposizione. L’esposizione attraverso la dieta o l’insieme
delle varie fonti (dieta, polvere, cosmetici e carta termica)
è nettamente al di sotto del livello di sicurezza (la “dose
giornaliera tollerabile” o DGT).
Benché nuovi dati e metodologie affinate abbiano portato gli
esperti dell’EFSA a ridurre considerevolmente il livello di
sicurezza del BPA da 50 microgrammi per chilogrammo di peso
corporeo al giorno (µg/kg di pc/giorno) a 4 µg/kg di
pc/giorno, le stime più elevate dell’esposizione alimentare e
dell’esposizione attraverso un complesso di fonti (definita
“esposizione aggregata” nel parere dell’EFSA) sono da 3 a 5
volte inferiori alla nuova DGT.
Nel calcolo della DGT sono state quantificate e tenute in
considerazione le incertezze scientifiche riguardanti i
potenziali effetti del BPA a carico della ghiandola mammaria e
dei sistemi riproduttivo, metabolico, neurocomportamentale e
immunitario. Inoltre la DGT è stata calcolata in via
provvisoria, in attesa dell’esito di uno studio di lungo
termine sui ratti che contribuirà a ridurre tali incertezze.
Perché l’EFSA ha eseguito questa valutazione del rischio?
Il BPA è un composto chimico usato nella produzione di
materiali a contatto con gli alimenti come la plastica per
stoviglie riutilizzabili e i rivestimenti interni, in genere
protettivi, per lattine. Il BPA è inoltre ampiamente usato
nella carta “termica” solitamente utilizzata per scontrini e
ricevute fiscali. I residui di BPA possono migrare negli
alimenti e nelle bevande ed essere ingeriti dai consumatori;
il BPA proveniente da altre fonti, tra cui la carta termica, i
cosmetici e la polvere, può essere assorbito attraverso la
cute e per inalazione.
La dott.ssa Trine Husøy, membro del gruppo di esperti
scientifici dell’EFSA che si occupa di materiali a contatto
con gli alimenti (gruppo CEF) nonché presidentessa del gruppo
di lavoro sul BPA, ha affermato: “Il nostro gruppo ha deciso
di procedere a una nuova valutazione della sicurezza del BPA
alla luce del massiccio volume di nuovi studi di ricerca
apparsi negli ultimi anni.”
Per garantire la massima apertura e trasparenza, nel corso di
questa valutazione del rischio l’EFSA ha tenuto approfondite
consultazioni e discussioni con le autorità nazionali e le
parti interessate, così da tener conto della più ampia gamma
possibile di pareri e informazioni scientifiche. Secondo la
dott.ssa Husøy “il processo di consultazione pubblica ci ha
aiutato ad affinare la nostra valutazione grazie ai dati
supplementari pervenutici e a chiarire meglio importanti
aspetti del parere, tra cui le incertezze scientifiche
residue”. (Una relazione sulla consultazione pubblica è
disponibile di seguito.)
Una valutazione affinata della tossicità del BPA
Dopo aver esaminato un rilevante corpus di nuove informazioni
scientifiche sugli effetti tossici del BPA, il gruppo di
esperti scientifici CEF ha concluso che è probabile che dosi
elevate di BPA (superiori di centinaia di volte alla DGT)
causino effetti dannosi su reni e fegato e, negli animali,
anche sulla ghiandola mammaria.
La dott.ssa Husøy precisa che gli studi che indicavano il BPA
come responsabile di altri effetti dannosi sulla salute erano
meno convincenti. “Al momento gli effetti sui sistemi
riproduttivo,
nervoso,
immunitario,
metabolico
e
cardiovascolare, oltre che il potenziale cancerogeno, non sono
considerati probabili, ma le prove disponibili non permettono
di escluderli. Pertanto tali effetti rientrano tra le aree di
incertezza riguardo ai pericoli collegati al BPA e quindi se
ne è tenuto conto nella valutazione”.
Il gruppo di esperti scientifici ha altresì valutato la
possibilità che dosi diverse di BPA provochino risposte
impreviste, per esempio effetti dannosi indotti dal BPA
soltanto a basse dosi (la cosiddetta “dose-risposta non
lineare” o correlazioni NMDR). Gli esperti sono giunti alla
conclusione che i dati disponibili non forniscono prove
dell’esistenza di tali correlazioni per quanto concerne gli
effetti sulla salute considerati.
Esposizione: più chiaro il quadro dell’esposizione alimentare,
più incerto quello relativo alle fonti non alimentari
Nel 2006, quando l’EFSA ha valutato per l’ultima volta
l’esposizione alimentare al BPA, erano disponibili meno
informazioni e gli esperti dell’EFSA sono stati costretti a
formulare varie ipotesi di tipo prudenziale sul consumo e sui
livelli di BPA negli alimenti. “Grazie a un numero
notevolmente maggiore di dati di migliore qualità siamo stati
in grado di aggiornare e calcolare con più accuratezza
l’esposizione alimentare al BPA per tutti i gruppi della
popolazione”, ha spiegato la dott.ssa Husøy. “Di conseguenza
oggi sappiamo che l’esposizione alimentare è da quattro fino a
quindici volte minore rispetto a quella a suo tempo calcolata
dall’EFSA, a seconda della fascia di età dei consumatori.”
Per la prima volta l’EFSA ha considerato l’esposizione al BPA
anche da fonti non alimentari. A questo proposito, tuttavia,
la dott.ssa Husøy ha sottolineato: “Mancano dati
sull’esposizione cutanea (per esempio, la quantità di BPA
assorbita dall’organismo attraverso la cute per contatto con
la carta termica), il che aumenta l’incertezza dei calcoli
relativi all’esposizione attraverso la carta termica e i
cosmetici”.
Quantificare le incertezze e tenerne conto
Gli esperti dell’EFSA hanno utilizzato nuove metodologie per
tener conto delle incertezze concernenti i potenziali effetti
sulla salute, la stima dell’esposizione e la valutazione dei
rischi per l’uomo. La dott.ssa Husøy ha dichiarato che
“analizzando singolarmente le incertezze e avvalendosi del
giudizio di ciascun esperto, il gruppo scientifico è stato in
grado di quantificare le incertezze e di tenerne conto nella
valutazione del rischio e nella determinazione della DGT”.
L’EFSA ridefinirà la DGT provvisoria tra due o tre anni,
quando saranno disponibili i risultati di uno studio di
ricerca di lungo termine condotto nell’ambito del programma
nazionale di tossicologia degli Stati Uniti (US National
Toxicology Program). Si prevede che questo studio possa
sciogliere molte delle incertezze che permangono sugli effetti
tossici del BPA.
Scientific Opinion on the risks to public health related
to the presence of bisphenol A (BPA) in foodstuffs
Report on two public consultations on EFSA’s draft
Scientific Opinion on BPA
Nel corso di tale processo l’EFSA e l’Agenzia francese per la
sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del
lavoro (ANSES) si sono confrontati sulle rispettive
valutazioni del BPA. Il verbale di tali dibattiti è
disponibile qui di seguito.
Minutes of EFSA-ANSES Expert meeting on BPA (3 December
2014)
L’EFSA ha predisposto una sintesi non tecnica (destinata ai
“non addetti ai lavori”) del suo parere scientifico per
facilitarne la comprensione, e affronta ulteriori aspetti di
questo lavoro scientifico nelle Domande frequenti sul BPA.
Lay summary of the Scientific Opinion on the risks to
public health related to the presence of bisphenol A
(BPA) in foodstuffs
Frequently Asked Questions on bisphenol A
Note per i redattori:
Nell’ambito del sistema per la sicurezza alimentare dell’UE,
l’EFSA ha il compito di svolgere valutazioni scientifiche del
rischio. La valutazione del rischio da BPA fornisce
informazioni che i gestori del rischio dell’UE in seno alla
Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri
potranno utilizzare nell’ambito del processo decisionale, per
disciplinare l’uso in sicurezza del BPA nei materiali a
contatto con gli alimenti. I gestori del rischio tengono conto
delle valutazioni scientifiche del rischio e di altri fattori
nell’assumere decisioni in materia di gestione del rischio,
ambito che esula dal mandato dell’EFSA, così come stabilito
dalla legislazione europea.
For media enquiries please contact:
Relazioni Stampa EFSA
Tel. +39 0521 036 149
E-mail: [email protected]
IL NOSTRO COMMENTO: Dopo le superiori precisazioni dell’EFSA,
ognuno è libero di credere o meno e determinarsi
di
conseguenza.