La prova di analisi del testo letterario
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La prova di analisi del testo letterario
Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 Lezione 5: La prova di analisi del testo letterario Competenza da sviluppare: Il docente in formazione sa riorganizzare dati e conoscenze per giungere in autonomia alla costruzione di una proposta didattica su consegna data; sa operare con l’analisi e la sintesi. Processi coinvolti: Ricostruzione 1. L’analisi del testo letterario (Tipologia A dell’esame di Stato): la costruzione della prova e la sua valutazione. Abbiamo sviluppato nella lezione precedente alcuni esempi didattici di scrittura “sul” testo letterario, dando solo alcuni spunti per la loro contestualizzazione in contesti scolastici. Prima di volgerci alla costruzione dei curricoli e alla definizione di possibili percorsi didattici ed esempi di lezioni, sembra opportuno chiedersi quali devono essere le competenze in uscita degli studenti in ordine all’educazione letteraria. Concentriamo quindi la nostra analisi sulla prova scritta dell’esame di Stato, così come è stata recentemente modificata: prenderemo in esame in particolare la Tipologia A, di analisi del testo, applicata al testo letterario, che ha di fatto sostituito, anche nella pratica didattica il tema di letteratura. Vedremo quali competenze sono necessarie e nel contempo vedremo anche quali passi si possono compiere per sviluppare tali competenze – e non solo per testarle, in relazione al leggere letteratura, ma anche in relazione allo scrivere di letteratura. Ci soffermeremo quindi nel presente modulo sulla costruzione, in un curricolo quinquennale di scuola superiore, della prova di analisi del testo e sulla sua valutazione. 2. L’analisi della prova Qual è la genesi della Tipologia A? Da più parti a partire dagli anni Ottanta si è richiamata l’attenzione in ordine all’educazione letteraria sulla centralità delle operazioni di lettura diretta dei testi ed è stata stigmatizzata la pratica didattica del tema, in quanto immotivata, Docente: Paola Consoli 1 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana insincera, tendente “all’amplificazione linguistica di conformismo”. Lezione 5 retorica” e “a una pratica 1 Oggi la legge 10 dicembre 1997, n. 425, che istituisce il nuovo esame di Stato conclusivo della scuola secondaria, così definisce la prova scritta di Italiano (art.3): “La prima prova scritta è intesa ad accertare la padronanza della lingua italiana o della lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività”. Il Regolamento successivamente emanato con D.M. n. 356/1998 chiarisce quali sono le tipologie fra le quali il candidato può scegliere. Fra queste, quelle che riguardano l’ambito letterario sono le prime due 2 : Tipologia A: “analisi e commento di un testo letterario o non letterario, in prosa o in poesia… corredato da indicazioni che orientino nella comprensione, nella interpretazione di insieme del passo e nella sua contestualizzazione…. Nello svolgimento dalla prova … il candidato deve dimostrare di essere in possesso di conoscenze e competenze idonee all’individuazione della natura del testo e delle sue strutture formali”. Tipologia B: “sviluppo di un argomento scelto dal camdidato tra quelli proposti all’interno di grandi ambiti di riferimento storico-politico; socioeconomico; artistico-letterario; tecnico-scientifico. L’argomento può essere svolto in una forma scelta dal candidato tra modelli di scrittura diversi: saggio breve, relazione, articolo di giornale, intervista, lettera (fino a questo momento solo le forme del saggio breve e dell’articolo di giornale sono state utilizzate). Vediamo nel dettaglio le novità di queste tipologie che ormai nelle nostre scuole hanno sostituito la pratica del tema e che tengono conto delle indicazioni della ricerca sul carattere processuale e ricorsivo dell’attività di scrittura 3 , sull’importanza della definizione del contesto pragmatico (argomento, destinatario, scopo, tipologia testuale), sulla significatività dello scrivere come risposta a “bisogni sociali” e non come “pratica scolastica” fine a se stessa: 1 2 De Mauro, Scuola e linguaggio, Roma, 1977 Aggiungiamo per completezza che di letteratura agli esami si può scrivere anche nell’ambito della terza prova, almeno nelle forme previste di trattazione sintetica di argomenti, quesiti a risposta singola, quesiti a risposta multipla. 3 Cfr. il modello processuale dello scrivere elaborato nel 1980 da Flower e Hayes, citato da D. Corno, Teorie della scrittura tra psicologia e semiotica, Introduzione a C. Bereiter, M. Scardmalia, Psicologia della composizione scritta, Firenze, 1995 Docente: Paola Consoli 2 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana • • • Tipologia A: Vincolante presenza del testo, su cui il candidato deve concentrarsi, analizzandolo nelle sue strutture formali oltre che nei contenuti Esplicitazione dei processi di comprensione, analisi, interpretazione, contestualizzazione Presenza di domande che guidano i processi Lezione 5 • • • • Tipologia B: Attenzione alla collocazione editoriale e al contesto comunicativo (fare finta) Possibilità di scelta fra diverse forme testuali (limitate per il momento all’articolo di giornale e al saggio breve) Uso del dossier (scrittura documentata) Indicazione di una misura del testo Le novità introdotte dalla riforma degli esami di Stato, superando almeno per le tracce di letteratura – il tradizionale tema-saggio, offrono la possibilità di impostare una didattica della scrittura tendente non più solo a “dire ciò che si sa”, ma a “trasformare ciò che si sa” 4 , modalità quest’ultima che assume valore non solo in un contesto scolastico, ma anche nella vita reale. Della tipologia A in particolare si possono apprezzare in primo luogo la centralità data al testo, in secondo luogo le caratteristiche di duttilità e le potenzialità d’uso nel curricolo. Come e più della tipologia B mette in gioco una pluralità di processi cognitivi e, adattata ai differenti contesti e obiettivi didattici, contribuisce al loro sviluppo e consente di verificarne il livello. La consegna relativa alla tipologia A degli esami di Stato si compone solitamente di tre sezioni: • Comprensione complessiva • Analisi e interpretazione del testo • Interpretazione complessiva e approfondimenti Le tre sezioni fanno riferimento a competenze e processi diversi (specifici disciplinari e trasversali) 5 , da sviluppare e testare nel corso dei cinque anni di scuola superiore 6 . 4 Si tratta delle due strategie individuate da Bereiter e Scardamalia, i quali richiamano per la prima strategia il concetto di “conoscenza inerte”, di Whitehead, cioè quel tipo di conoscenza proposizionale che lo studente può esprimere ma non usa (C. Bereiter, M. Scardamalia, Psicologia della composizione scritta, cit.) 5 Si fa riferimento ai processi di mapping (l’allievo ristruttura la mappa cognitiva personale grazie all’apporto di nuovi saperi), di applicazione (l’allievo applica conoscenze e competenze apprese), di transfer (l’allievo trasferisce gli apprendimenti in situazioni e contesti nuovi e diversi), di ricostruzione ( l’allievo riflette sui propri processi), di generalizzazione (l’allievo si rappresenta il sapere appreso e ne riconosce l’applicabilità in ambiti diversi). Per la Docente: Paola Consoli 3 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana COSA RICHIEDE LA PROVA Comprensione complessiva del brano PROCESSI SPECIFICI ATTIVATI • • • • • • • Analisi e del testo interpretazione Lezione 5 • • • • Recupero di conoscenze linguistico-testuali, morfosintattiche, lessicali, contestuali Riconoscimento degli scarti (linguistici, sintattici, retorici), almeno a un primo livello utile alla comprensione complessiva Riconoscimento degli elementi di coesione e della coerenza logico-concettuale del testo Riconoscimento degli scopi comunicativi, almeno a un primo livello utile alla comprensione complessiva Riconoscimento delle informazioni e loro gerarchizzazione Classificazione delle informazioni secondo categorie note Riconoscimento dei temi, almeno a un primo livello utile alla comprensione complessiva Riformulazione Recupero di conoscenze metriche, sintattiche, retoriche, narratologiche, di storia della lingua e della letteratura utili all’analisi del testo in esame Applicazione delle tecniche di analisi conosciute a un testo nuovo Riconoscimento degli elementi di connessione fra i livelli del • • • • PROCESSI TRASVERSALI ATTIVATI Mapping e applicazione (attivazione della mappa cognitiva e ricerca e produzione di analogie tra le informazioni della mappa cognitiva personale e il compito assegnato) Transfer (contestualizzazi one di abilità e concetti in situazioni nuove e diverse) Applicazione e transfer Ricostruzione e generalizzazione (consapevolezza del processo di riorganizzazione e della sua spendibilità in altri contesti) definizione di questi processi, nella quale è evidente l’apporto delle scienze cognitive, cfr. M.R. Zanchin, La metodologia delle fasi di lavoro, in Margiotta, Riforma del curricolo e formazione dei talenti. Linee metodologiche ed operative, Roma, 1997 . 6 Abbiamo detto che la tipologia di analisi del testo si presta a una notevole duttilità d’uso nel corso del quinquennio. In una fase iniziale sarà forse indispensabile un certo tecnicismo, via via l’applicazione delle tecniche di analisi sarà funzionale all’interpretazione. Al biennio le analisi saranno fortemente orientate da griglie di domande, negli anni conclusivi della secondaria le domande saranno da intendersi come stimolo all’applicazione autonoma delle tecniche di analisi acquisite e alla riorganizzazione dei dati e delle conoscenze in modelli di interpretazione suscettibili di integrazioni. Appare utile, almeno nei due anni conclusivi, chiedere agli alunni di strutturare in maniera unitaria il testo, pur facendo attenzione a sviluppare tutti i punti. In tal modo sarà possibile valutare anche le abilità di organizzazione testuale, di tematizzazione, di ricerca di coerenza ed efficacia argomentativa. Docente: Paola Consoli 4 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana • • Interpretazione complessiva e approfondimenti • • • • • Lezione 5 testo e delle isotopie (riconoscimento della polisemia, ipersemantizzazione e iperconnotazione del testo letterario) Riconoscimento di analogie e differenze (intratestuali, cotestuali, extratestuali) Sintesi delle informazioni in un modello di interpretazione suscettibile di integrazioni successive Riorganizzazione dei dati e delle conoscenze in reti concettuali (per analogia, contrasto, prossimità) Selezione e tematizzazione dei dati Sintesi in un modello di interpretazione/valutazione Verifica del modello di interpretazione/valutazione e sua applicazione al problema in esame Interpretazione/valutazione argomentata • • Applicazione e transfer Ricostruzione e generalizzazione I limiti della prova sono in generale quelli di una prova semistrutturata (lo è anche la tipologia B, ma in maniera meno rigida): • presenza di domande chiuse che presuppongono solo una risposta • ambiguità del lessico utilizzato nelle domande • tendenza al conformismo e all'omologazione • domande di contestualizzazione che limitano il pensiero divergente e la capacità autonoma dello studente di creare collegamenti E’ ovvio che questi sono da intendersi come limiti se con questa prova vogliamo valutare non solo conoscenza, comprensione e applicazione, ma anche analisi, sintesi e valutazione argomentata 7 . 7 Sembrerebbe infatti che la formulazione del “tema-saggio di letteratura”, nella sua forma migliore di traccia-scaletta con testo da analizzare allegato e stimolo alla contestualizzazione mediante riferimenti al co-testo e all’extra-testo, sia di gran lunga la tipologia più adatta per stimolare processi di interpretazione critica. E l’interpretazione e l’attribuzione di significato e valore a un testo (il significato e valore che esso ha oggi per noi, non solo quello attribuito dalle convenzioni e dalle istituzioni letterarie, per cui esso fa parte di un “canone”) è una delle finalità formative dell’educazione letteraria. Docente: Paola Consoli 5 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 Attività 1 Nebbia di Giovanni Pascoli Nebbia Nascondi le cose lontane, tu nebbia impalpabile e scialba, tu fumo che ancora rampolli, su l'alba, da' lampi notturni e da' crolli d'aeree frane! Nascondi le cose lontane, nascondimi quello ch'è morto! Ch'io veda soltanto la siepe dell'orto, la mura ch'ha piene le crepe di valeriane. Nascondi le cose lontane: le cose son ebbre di pianto! Ch'io veda i due peschi, i due meli, soltanto, che dànno i soavi lor mieli pel nero mio pane. Nascondi le cose lontane che vogliono ch'ami e che vada! Ch'io veda là solo quel bianco di strada, che un giorno ho da fare tra stanco don don di campane... Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore! Ch'io veda il cipresso là, solo, qui, solo quest'orto, cui presso sonnecchia il mio cane. Comprensione complessiva 1. Indicate il tema su cui è costruita tutta la poesia, badando al contrasto presente in ogni strofa e alla forma dialogica della lirica. Analisi del testo 2. Individuate le anafore presenti nel componimento descrivendo con precisione gli elementi che si ripetono e le sensazioni che ne derivano in relazione al tema trattato. 3. Descrivete le scene create, nella prima strofa, dalla evocazione della nebbia, indicandone i contrasti e la diversità di suoni e parole. 4. Nelle altre strofe si ripete sistematicamente una contrapposizione (da osservare caso per caso): - quali sono le cose da cui il poeta vuole fuggire? In che senso le chiama “lontane”? - quali sono invece quelle gradite alla sua vista? Quale idea e quale stato d’animo richiamano? Quale valore acquistano le parole “soltanto” e “solo” così frequenti? 5. Indicate, se lo ritenete, le ragioni espressive della scelta metrica del poeta. Docente: Paola Consoli 6 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 Inquadramento nelle tendenze della poesia del tempo 6. In quale senso si parla di Pascoli poeta delle piccole cose, delle scene di vita umile propria di ognuno di noi? 7. Quali idee nuove si andavano formando in quell’epoca sulla vita interiore dell’individuo? Le domande prevedono, secondo i casi, risposte brevi e concrete o considerazioni e riflessioni più ampie.(Maturità Brocca 1996) Appare evidente che i processi di pensiero attivati dalle domande delle prime due sezioni (Comprensione complessiva e Analisi) sono essenzialmente processi di (e la verifica degli apprendimenti riguarderà i processi di) • Riconoscimento e selezione delle informazioni • Capacità di compiere inferenze • Classificazione secondo categorie note • Riformulazione Alcune domande (la domanda 4) presuppongono una sola risposta e risultano così limitanti delle capacità interpretative dello studente. Molte cose in termini di corrispondenze fra strati fonici, ritmici, sintattici e contenuto del testo rimarranno fuori dall’analisi perché non esplicitamente richieste. Le domande di contestualizzazione della terza sezione dovrebbero tendere allo stimolo dei processi di • Riorganizzazione delle conoscenze in reti concettuali (per analogia, contrasto, prossimità) • Selezione e tematizzazione • Verifica del modello di spiegazione e sua applicazione al problema in esame • Interpretazione/valutazione argomentata Ma per rispondere alla domanda 6 lo studente non potrà che ribadire con altre parole quanto affermato nel quesito, magari facendo riferimento a altri componimenti della prima produzione di Pascoli che potranno avvalorare l’idea parziale dell’autore come “poeta rurale” attratto dalle “bellezze umili della terra”, secondo il noto giudizio di d’Annunzio, ma senza cogliere nel componimento in analisi la struttura fortemente simbolica, per nulla facile, delle immagini di morte che si ripetono nelle strofe e che lo accumunano a altri componimenti dal forte valore simbolico quali ad esempio Il gelsomino notturno o Digitale purpurea. E se non ha colto lo spessore della dimensione interiore che si Docente: Paola Consoli 7 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 affaccia in questi versi non potrà nemmeno rispondere, organizzando i dati in suo possesso in maniera funzionale all’intepretazione del testo in esame, alla solo apparentemente “facile” domanda 7. Né lo aiuterà, se gli verrà meno una interpretazione in chiave psicanalitica del testo, il riferimento a un’opera di poetica quale Il fanciullino, da cui potrebbe trarre utili indicazioni, riferimento non previsto dalla traccia. Né, purtroppo, le osservazioni che avrà comunque svolto illumineranno l’analisi del testo precedentemente sviluppata. Vedremo adesso come si possano costruire prove di analisi testuale superando alcuni di questi limiti e mantenendo una certa gradualità didattica. 3. La costruzione della prova Attività 2 Nella prova di verifica che segue, costruita per una seconda classe come prova intermedia di un modulo sulla poesia, vediamo come vengono verificati il recupero delle conoscenze e l’applicazione delle tecniche di analisi a un testo nuovo. In maniera guidata alcune domande avviano al riconoscimento delle connessioni tra i diversi livelli (la domanda 9 della prima sezione, le domande 5 e 6 della seconda, la domanda 4 della terza). I modelli esperti 8 che guidano le scelte del docente sono quelli semiotico-strutturalista e ermeneutico. 8 [Un modello] Assumerà, per gli insegnanti, un valore “esperto” nella misura in cui sarà ritenuto, più di altri, eloquente quanto a forza e a chiarezza esplicativa degli argomenti che affronta, potente, nella misura in cui il suo utilizzo favorisce la riflessività e la generatività nell’insegnamento-apprendimento, economico rispetto alla efficacia nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.” (R. Rigo, L’analisi formativa della disciplina nell’autonomia di ricerca e sviluppo delle singole scuole, in Zanchin M.R. (a cura di), I processi di apprendimento nella scuola dell’autonomia. Analisi disciplinare e personalizzazione dei talenti, Roma, 2002. pg. 25). Docente: Paola Consoli 8 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 PASCOLI, Patria Sogno d’un dì d’estate. Quanto scampanellare tremulo di cicale! Stridule pel filare moveva il maestrale le foglie accartocciate. Scendea tra gli olmi il sole in fascie polverose: erano in ciel due sole nuvole, tenui, rose: due bianche spennellate in tutto il ciel turchino. Siepi di melograno, fratte di tamerice, il palpito lontano d’una trebbïatrice, l’angelus argentino... dov’ero? Le campane mi dissero dov’ero, piangendo, mentre un cane latrava al forestiero, che andava a capo chino. Docente: Paola Consoli 9 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 A. Livello fonoprosodico 1. Individua il tipo di verso. 2. Individua le sinalefe della prima e della seconda strofa. 3. Trascrivi e dividi in sillabe il verso 8. 4. Trascrivi e dividi in sillabe il verso 16. Quale figura fonica è presente? In cosa consiste? 5. Qual è lo schema delle rime della poesia? 6. In che senso è possibile dire che vi è una struttura che si ripete due volte? Prova a descrivere la struttura metrica del componimento. 7. Individua nei versi 1-6 allitterazioni e parole onomatopeiche. 8. Individua nei versi 13-16 un’allitterazione significativa. 9. Spiega quale rapporto vi può essere tra l’allitterazione in d dei versi 18-20 (in quali parole si trova?) e il significato degli stessi versi. B. Livello sintattico 1. Osserva il verso 12. Sintatticamente appartiene alla prima parte della poesia, mentre metricamente……. (completa). 2. Trascrivi nello schema le proposizioni che riesci a individuare nel componimento. Quali proposizioni sono ellittiche del verbo? Prova a esplicitarlo. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 3. Individua adesso tutti gli enjambement. 4. Fra i versi 18 e 19 è evidente l’enjambement. Quali elementi sintattici risultano separati? 5. Sulla base delle osservazioni precedenti, rispondi. Secondo te, struttura metrica e struttura sintattica coincidono? Motiva la tua risposta. 6. Nell’ultima strofa quante proposizioni hai individuato? Costruisci il grafo ad albero del periodo. Prevale la paratassi o l’ipotassi? Con quali effetti sul ritmo del componimento? 7. Nelle prime tre strofe prevale la paratassi o l’ipotassi? Motiva la tua risposta. C. Livello del contenuto 1. In quali strofe prevalgono le immagini uditive? In quali quelle visive? In quali strofe, nella precedente analisi, avevi individuato più figure di suono? 2. Il tema della poesia è quello della lontananza dal paese natìo. In quale verso viene esposto esplicitamente? 3. Quali elementi della sua “patria” il poeta ricorda? 4. Quale fatto lo riporta alla realtà? Com’è segnato (dall’interpunzione e dalla struttura metrica) questo ritorno alla realtà? 5. Spiega il significato del capo chino dell’ultimo verso. Attività 3 Nella prova seguente (Esame di stato 2000) le domande della seconda sezione stimolano processi di applicazione e riconoscimento, quelli della terza sezione stimolano processi di confronto e interpretazione Docente: Paola Consoli 10 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 argomentata. Il modello esperto è per la seconda sezione quello linguistico-stilistico, per la terza quello storicistico (intertestualità interna ed esterna ed extratestualità). Umberto SABA, La ritirata in Piazza Aldrovandi a Bologna Piazza Aldrovandi e la sera d'ottobre hanno sposate le bellezze loro; 3 ed è felice l'occhio che le scopre. L'allegra ragazzaglia urge e schiamazza che i bersaglieri colle trombe d'oro 6 formano il cerchio in mezzo della piazza. Io li guardo: Dai monti alla pianura pingue, ed a quella ove nell'aria è il male, 9 convengono a una sola vita dura, a un solo malcontento, a un solo tu; or quivi a un cenno del lor caporale 12 gonfian le gote in fior di gioventù. La canzonetta per l'innamorata, un'altra che le coppie in danza scaglia, 15 e poi, correndo già, la ritirata. E tu sei tutta in questa piazza, o Italia. Umberto Saba, nato a Trieste nel 1883 e morto a Gorizia nel 1957, cominciò a scrivere versi agli inizi del secolo XX e continuò per cinquant'anni all'incirca. Questa poesia è compresa nella raccolta La serena disperazione (1913-1915) confluita poi, insieme a tutte le altre raccolte di versi del poeta triestino, nel Canzoniere. Note preliminari alla comprensione del testo: la bolognese piazza Aldrovandi aveva accanto una caserma. In occasione di esercitazioni e di feste si esibiva nella piazza la banda dei bersaglieri. 1. Comprensione complessiva Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe. 2. Analisi e interpretazione del testo 2.1. Illustra la struttura metrica e il ritmo del componimento. 2.2. Spiega le seguenti scelte lessicali: il verbo "sposare" (v. 2), l'intonazione data al sostantivo "ragazzaglia" (v. 4) e al suo urgere e schiamazzare; il significato del "che" (v. 5) e delle espressioni "pianura / pingue" e "quella ove nell'aria è il male" (vv. 7-8). 2.3. Chiarisci il significato dell'aggettivo "solo", iterato tre volte in due soli versi (vv. 9-10), e la situazione di contrasto che esso denota con la varia provenienza di questi giovani bersaglieri. 2.4. Analizza i modi linguistici con i quali l'autore indica i motivi compresi nel repertorio della banda (vv. 13-15). 2.5. Spiega la funzione riassuntiva del verso finale e l'atteggiamento del poeta che osserva l'allegra e festosa scena. Docente: Paola Consoli 11 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 2.6. Esponi le tue osservazioni sul testo in un commento personale di sufficiente ampiezza. 3. Approfondimenti La lirica proposta alla tua interpretazione risale agli inizi della prima guerra mondiale. Contestualizzala, scegliendo uno o più dei seguenti ambiti di riferimento: a) altre liriche dello stesso Saba; b) testi poetici di autori a lui contemporanei o contemporanee correnti artistico-letterarie; c) la situazione socio-economica e politica dell'Italia nell'età giolittiana. Attività 4 Nella seguente prova le domande sono essenzialmente volte ai processi di selezione, riorganizzazione e tematizzazione dei dati e delle conoscenze, anche mediante il confronto con altri testi. E’ individuabile il modello esperto storico-antropologico (intertestualità interna ed esterna, extratestualità) funzionale all’interpretazione, propria del modello ermeneutico. I Malavoglia , dal cap. I Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n'erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all'opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev'essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all'Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull'acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron 'Ntoni, quelli della casa del nespolo, e della Provvidenza ch'era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza di padron Fortunato Cipolla. Le burrasche che avevano disperso di qua e di là gli altri Malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lavatoio; e padron 'Ntoni, per spiegare il miracolo, soleva dire, mostrando il pugno chiuso - un pugno che sembrava fatto di legno di noce - Per menare il remo bisogna che le cinque dita s'aiutino l'un l'altro. Diceva pure: - Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo. E la famigliuola di padron 'Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava le feste e le quarant'ore; poi suo figlio Bastiano, Bastianazzo, perché era grande e grosso quanto il San Cristoforo che c'era dipinto sotto l'arco della pescheria della città; e così grande e grosso com'era filava diritto alla manovra comandata, e non si sarebbe soffiato il naso se suo padre non gli avesse detto «soffiati il naso» tanto che s'era tolta in moglie la Longa quando gli avevano detto «pigliatela». Poi veniva la Longa, una piccina che badava a tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, in ordine di anzianità: 'Ntoni il maggiore, un bighellone di vent'anni, che si buscava tutt'ora qualche scappellotto dal nonno, e qualche pedata più giù per rimettere l'equilibrio, quando lo scappellotto era stato troppo forte; Luca, «che aveva più giudizio del grande» ripeteva il nonno; Mena (Filomena) soprannominata «Sant'Agata» perché stava sempre al telaio, e si suol dire «donna di telaio, gallina di pollaio, e triglia di gennaio»; Alessi (Alessio) un moccioso tutto suo nonno colui!; e Lia (Rosalia) ancora né carne né pesce. - Alla domenica, quando entravano in chiesa, l'uno dietro l'altro, pareva una processione. Padron 'Ntoni sapeva anche certi motti e proverbi che aveva sentito dagli antichi: «Perché il motto degli antichi mai mentì»: - «Senza pilota barca non cammina» - «Per far da papa bisogna saper far da sagrestano» - oppure - «Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai» - «Contentati di quel che t'ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante» ed altre sentenze giudiziose. Ecco perché la casa del nespolo prosperava, e padron 'Ntoni passava per testa quadra, al punto che a Trezza l'avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro, il segretario, il quale la sapeva lunga, non avesse predicato che era un codino marcio, un reazionario di quelli che proteggono i Borboni, e che cospirava pel ritorno di Franceschello, onde poter spadroneggiare nel villaggio, come spadroneggiava in casa propria. Padron 'Ntoni invece non lo conosceva neanche di vista Franceschello, e badava agli affari suoi, e soleva dire: «Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole» perché «chi comanda ha da dar conto». Nel dicembre 1863, 'Ntoni, il maggiore dei nipoti, era stato chiamato per la leva di mare. Padron 'Ntoni allora era corso dai pezzi grossi del paese, che son quelli che possono aiutarci. Ma don Giammaria, il vicario, gli avea risposto che gli stava bene, e questo era il frutto di quella rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece don Franco lo speziale si metteva a ridere fra i peli della barbona, e gli Docente: Paola Consoli 12 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme un po' di repubblica, tutti quelli della leva e delle tasse li avrebbero presi a calci nel sedere, ché soldati non ce ne sarebbero stati più, e invece tutti sarebbero andati alla guerra, se bisognava. Allora padron 'Ntoni lo pregava e lo strapregava per l'amor di Dio di fargliela presto la repubblica, prima che suo nipote 'Ntoni andasse soldato, come se don Franco ce l'avesse in tasca; tanto che lo speziale finì coll'andare in collera. Allora don Silvestro il segretario si smascellava dalle risa a quei discorsi, e finalmente disse lui che con un certo gruzzoletto fatto scivolare in tasca a tale e tal altra persona che sapeva lui, avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora ad Aci Trezza, e il dottore della leva, quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto, gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un pilastro su quei piedacci che sembravano pale di ficodindia; ma i piedi fatti a pala di ficodindia ci stanno meglio degli stivalini stretti sul ponte di una corazzata, in certe giornataccie; e perciò si presero 'Ntoni senza dire «permettete». La Longa, mentre i coscritti erano condotti in quartiere, trottando trafelata accanto al passo lungo del figliuolo, gli andava raccomandando di tenersi sempre sul petto l'abitino della Madonna, e di mandare le notizie ogni volta che tornava qualche conoscente dalla città, che poi gli avrebbero mandati i soldi per la carta. Il nonno, da uomo, non diceva nulla; ma si sentiva un gruppo nella gola anch'esso, ed evitava di guardare in faccia la nuora, quasi ce l'avesse con lei. Così se ne tornarono ad Aci Trezza zitti zitti e a capo chino. Bastianazzo, che si era sbrigato in fretta dal disarmare la Provvidenza, per andare ad aspettarli in capo alla via, come li vide comparire a quel modo, mogi mogi e colle scarpe in mano, non ebbe animo di aprir bocca, e se ne tornò a casa con loro. La Longa corse subito a cacciarsi in cucina, quasi avesse furia di trovarsi a quattr'occhi colle vecchie stoviglie, e padron 'Ntoni disse al figliuolo: - Va a dirle qualche cosa, a quella poveretta; non ne può più. Il giorno dopo tornarono tutti alla stazione di Aci Castello per veder passare il convoglio dei coscritti che andavano a Messina, e aspettarono più di un'ora, pigiati dalla folla, dietro lo stecconato. Finalmente giunse il treno, e si videro tutti quei ragazzi che annaspavano, col capo fuori dagli sportelli, come fanno i buoi quando sono condotti alla fiera. I canti, le risate e il baccano erano tali che sembrava la festa di Trecastagni, e nella ressa e nel frastuono ci si dimenticava perfino quello stringimento di cuore che si aveva prima. - Addio 'Ntoni! - Addio mamma! - Addio! ricordati! ricordati! - Lì presso, sull'argine della via, c'era la Sara di comare Tudda, a mietere l'erba pel vitello; ma comare Venera la Zuppidda andava soffiando che c'era venuta per salutare 'Ntoni di padron 'Ntoni, col quale si parlavano dal muro dell'orto, li aveva visti lei, con quegli occhi che dovevano mangiarseli i vermi. Certo è che 'Ntoni salutò la Sara colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finché il treno non si mosse. Alla Longa, l'era parso rubato a lei quel saluto; e molto tempo dopo, ogni volta che incontrava la Sara di comare Tudda, nella piazza o al lavatoio, le voltava le spalle. Poi il treno era partito fischiando e strepitando in modo da mangiarsi i canti e gli addii. E dopo che i curiosi si furono dileguati, non rimasero che alcune donnicciuole, e qualche povero diavolo, che si tenevano ancora stretti ai pali dello stecconato, senza saper perché. Quindi a poco a poco si sbrancarono anch'essi, e padron 'Ntoni, indovinando che la nuora dovesse avere la bocca amara, le pagò due centesimi di acqua col limone. Comare Venera la Zuppidda, per confortare comare la Longa, le andava dicendo: - Ora mettetevi il cuore in pace, che per cinque anni bisogna fare come se vostro figlio fosse morto, e non pensarci più. 1. Comprensione complessiva 1.a. I nuclei tematici di questo episodio sono due. Identificali e riassumili brevemente. 1.b. Descrivi lo spazio (inteso sia come luogo geografico sia come ambiente umano) nel quale prende avvio la vicenda dei Malavoglia. 1.c. Quali riferimenti permettono di identificare il periodo storico in cui si svolgono i fatti? 2. Analisi e interpretazione 2.a. Individua nel brano i riferimenti a un passato non definito cronologicamente in cui affondano le radici i valori e i modelli di comportamento dei personaggi. 2.b. Spiega, contestualizzandola nel sistema di valori di padron ‘Ntoni, la seguente espressione: “Gli uomini sono fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo”. 2.c. Trova nella prima parte del testo le espressioni che tratteggiano le caratteristiche individuali dei membri della famiglia Toscano e quelle che evidenziano il carattere di padron ‘Ntoni. Individua nella seconda le relazioni esistenti fra i membri della famiglia. 2.d. I numerosi proverbi e le similitudini catturano l’attenzione del lettore fin da queste prime pagine. A quale ambito di esperienza fanno riferimento gli uni e le altre? Di quale mentalità sono segnale? Come si inseriscono nella narrazione? 2.e. Individua le caratteristiche del narratore e gli artifici che Verga utilizza in questo brano per realizzare il principio dell’impersonalità. In che senso è possibile parlare di “coralità” della narrazione? 3. Confronto e contestualizzazione 3.a. Metti a confronto questo testo narrativo con i principi di poetica espressi nella Prefazione all’Amante di Gramigna. 3.b. Facendo riferimento ai testi letti di Zola, dei De Goncourt e di Flaubert prova a definire il clima culturale dell’età del Naturalismo. Metti poi in rilievo le differenze fra gli autori Docente: Paola Consoli 13 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 francesi e Verga in ordine all’ambientazione dei romanzi facendo riferimento alla differente situazione storica ed economico-sociale della Francia e dell’Italia nella seconda metà dell’Ottocento. 3.c. Leggi il seguente passo, tratto dalla Prefazione ai Malavoglia. Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano. Nella luce gloriosa che l'accompagna dileguansi le irrequietudini, le avidità, l'egoismo, tutte le passioni, tutti i vizi che si trasformano in virtù, tutte le debolezze che aiutano l'immane lavoro, tutte le contraddizioni, dal cui attrito sviluppasi la luce della verità. Il risultato umanitario copre quanto c'è di meschino negli interessi particolari che lo producono; li giustifica quasi come mezzi necessari a stimolare l'attività dell'individuo cooperante inconscio a beneficio di tutti. Ogni movente di cotesto lavorio universale, dalla ricerca del benessere materiale, alle più elevate ambizioni, è legittimato dal solo fatto della sua opportunità a raggiungere lo scopo del movimento incessante; e quando si conosce dove vada questa immensa corrente dell'attività umana, non si domanda al certo come ci va. Solo l'osservatore, travolto anch'esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d'oggi, affrettati anch'essi, avidi anch'essi d'arrivare, e che saranno sorpassati domani. Rifletti: ti pare che Verga condivida la “fiducia nel progresso” tipica dell’età del Positivismo? Prova a spiegare perché. 4. La valutazione della prova Vediamo adesso quali problemi pone, dopo la costruzione della prova, la sua valutazione. Se valutare significa “attribuire o dichiarare il valore di qualcosa in relazione ad uno scopo” 9 , nel valutare le produzioni degli studenti dobbiamo avere chiaro cosa vogliamo “valorizzare” e quale “scopo” vogliamo raggiungere, dobbiamo cioè avere presente il processo messo in atto - di cui quel prodotto è un momento verificabile e valutabile - e le procedure utili per realizzarlo. Il prodotto sarà valutato in sé, ma anche all’interno di un processo di apprendimento che tende all’acquisizione di un sistema di competenze e padronanze. Le procedure per l’apprendimento vengono progettate dal docente tenendo conto dello statuto epistemologico della disciplina, delle potenzialità e dei vincoli dell’ambiente di apprendimento – ivi compresi i soggetti discenti - dei processi cognitivi messi in gioco. Le verifiche mettono in evidenza il livello di competenza raggiunto dal soggetto che apprende, ma anche insegnamento/apprendimento; l’efficacia devono del essere processo di di stimolo all’autovalutazione degli apprendimenti ma anche alla revisione delle procedure. Per un insegnante un atteggiamento metavalutativo è indispensabile per ridurre la soggettività del valutatore e l’incidenza dell’errore di valutazione 10 , e per verificare e convalidare la coerenza fra 9 F. Tessaro, Metodologia e didattica dell’insegnamento secondario, Roma, 2002, pg. 195 10 Per un’utile classificazione degli errori di chi valuta cfr. F. Tessaro, cit, pg. 219 Docente: Paola Consoli 14 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 progetto, processo formativo, prodotto. Per tutto ciò le diverse fasi – dalla progettazione, alla realizzazione, alla verifica, alla valutazione – devono essere fra loro coerenti e congruenti. E’ evidente che con le tradizionali prove di verifica (fra queste quella di cui ci stiamo occupando, cioè l’analisi del testo) non sarà possibile “verificare un processo ma soltanto singole performance. Con esse non si arriva a “comprendere” ancora nella sua globalità l’intero processo, ma si inferisce dai risultati la probabilità e l’evoluzione del processo di apprendimento.” 11 Sembra superfluo affermare che la costruzione dello strumento valutativo (prova e griglia di valutazione) dipende dal modello didattico scelto (non solo per i contenuti ma anche per i metodi, le tecniche, gli strumenti) e deve essere volta alla verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati per quella fase dell’attività didattica. Non lo è invece se parliamo della didattica dell’Italiano e in particolare della valutazione della produzione scritta: spesso per ottenere una valutazione sufficiente non basta che lo studente conosca e usi correttamente categorie di analisi (quali ad esempio categorie narratologiche, o metriche, o retoriche) e le sappia applicare ai testi dimostrando così di aver raggiunto gli obiettivi fissati in ordine all’educazione letteraria, ma gli viene richiesta anche una esposizione corretta da un punto di vista morfosintattico, lessicale e testuale. Ecco la necessità di impostare in fase progettuale un curricolo di scrittura che da forme testuali più semplici guidi lo studente verso produzioni più ampie e pianificate e di prevedere momenti valutativi che attuino la triangolazione tecnicostrumentale 12 , per cui accanto a prove qualitative (interrogazioni, colloqui, elaborati, saggi) siano previste prove quantitative (test, esercizi, prove strutturate) anche in funzione di verifica formativa. Troppo spesso invece nella pratica didattica accade che il momento della scrittura sia confinato ai compiti in classe quadrimestrali. Ecco la necessità, ancora, di utilizzare delle griglie di valutazione condivise e negoziate che esplicitino cosa viene valutato e quanto le singole voci intervengano nell’attribuzione del voto finale, al fine di agevolare l’autovalutazione e l’autocorrezione. Riguardo a questo 11 F. Tessaro, Valutare per formare… con i Modelli di lavoro, in Margiotta (a cura di ), cit., pg.199 12 F. Tessaro, Metodologia e didattica dell’insegnamento secondario, cit, pg. 201 Docente: Paola Consoli 15 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 tipo di prova occorre infatti non confondere la verifica delle conoscenze e/o della comprensione con la verifica della produzione 13 . Attività 5 Nella tabella che segue, costruita sul modello delle Mappe per l’analisi delle prove 14 elaborate da Zanchin, Tollot e Giambelluca del laboratorio Università-Scuola, Curricolo PSP, Modelli di lavoro, costituito presso l’Università di Venezia, e tenendo conto dei criteri per i descrittori del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa (2001), viene evidenziata a titolo esemplificativo solo una competenza relativa al processo di transfer, che verrà contestualizzata negli item della prova e declinata in indicatori e descrittori. Gli item di riferimento sono quelli dell’Attività 2. COMPETENZE PROCESSO L’alunno applica Transfer opportunamente al testo da analizzare gli strumenti appresi per cogliere 13 INDICATORI Capacità di fare analogie ITEM A9; B5; B6; C4 DESCRITTORI livell i Individua correttamente tutti gli elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico, metrico richiesti dalla consegna e li mette in relazione con il significato del testo, giustificando compiutamente 5 L’IRRSAE Piemonte ha condotto, per conto del ICS/Pes (ex Cede), un’Indagine sulla competenza di scrittura nella prima prova del Nuovo esame di Stato. Una descrizione sintetica della ricerca e un primo stralcio degli esiti (a cura di Mario Ambel e Patrizia Faudella) è stata presentata nel maggio 2000 e si può trovare in Internet. L’indagine è stata svolta su una campionatura di 500 prove provenienti da tutto il paese, equamente distribuite fra i diversi tipi di scuola superiore e le varie tipologie di prova. Dal paragrafo "Strumenti e metodologia di lavoro" riportiamo la parte relativa agli strumenti di valutazione: "Gli strumenti di rilevamento prevedevano una valutazione delle prove (punteggio min. 15 max 45) sulla base di 5 indicatori (1. Adeguatezza pragmatica – 2. Caratteristiche del contenuto – 3. Organizzazione del testo – 4. Lessico e stile – 5. Correttezza ortografica e morfosintattica) e di 15 descrittori, tre per ogni indicatore (1.a. aderenza alla consegna; 1.b. presenza di elementi che siano adeguati alla struttura e alle convenzioni del genere testuale; 1.c. messa a fuoco del contesto, del destinatario e dello scopo; 2.a. pertinenza e compiutezza delle informazioni; 2.b. capacità rielaborative e critiche; 2.c. significatività e originalità degli elementi informativi, delle idee, delle interpretazioni; 3.a. struttura complessiva coerente e articolazione del testo in parti ; 3.b. continuità tra frasi, paragrafi e sezioni; 3.c. equilibrio fra le parti; assenza di contraddizioni e/o ripetizioni; 4.a. proprietà e varietà del lessico; 4.b. adeguatezza del registro; 4.c. impiego di risorse stilistiche; 5.a. correttezza ortografica; 5.b. coesione testuale e correttezza morfosintattica; 5.c. correttezza della punteggiatura). In relazione a ciascun descrittore sono stati raccolti esempi significativi, di padronanza e soprattutto di deficit." . La griglia che ne deriva è ancora fra le più usate per la valutazione della prima prova. 14 di Cfr. M. R. Zanchin, M. G. Tollot, E. Giambelluca, La valutazione degli apprendimenti nel curricolo PSP (Per soglie padronanza), Quaderno n. 14 della SSIS del Veneto, pubblicato nel sito della SSIS Veneto (http://www.univirtual.it/ssis/editoriale.htm). Docente: Paola Consoli 16 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana le connessioni fra i livelli del testo Lezione 5 Individua correttamente gli elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico, metrico richiesti dalla consegna e li mette in relazione con il significato del testo Applica le tecniche di analisi apprese al nuovo testo in maniera meccanica; coglie parzialmente differenze per discriminare Riconosce parzialmente e separatamente elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico e metrico Individua correttamente solo alcuni elementi 4 3 2 1 Attività 6 Ecco un esempio di griglia 15 che declina le competenze legate ai processi di ricostruzione e generalizzazione, le quali mettono in gioco la dimensione metacognitiva dell’apprendimento (gli item di riferimento sono quelli dell’Attività 4). COMPETENZE PROCESSO L’alunno opera Ricostruzione confronti significativi fra testi, fra il testo e il contesto, fra il testo e l’extratesto per giungere a un’ipotesi di interpretazione L’alunno formula Generalizzazione ipotesi di interpretazione e giudizi di valore facendo uso consapevole delle tecniche di analisi e confronto acquisite 15 INDICATORI Profondità di analisi Originalità e consapevolezza riflessiva ITEM 3a; 3b; 3c 3b, 3c DESCRITTORI Riorganizza con consapevolezza i concetti acquisiti e li utilizza per affrontare la consegna. Offre numerosi argomenti e elementi di riflessione personale Riorganizza quanto appreso per affrontare la consegna. Sa giustificare con riferimenti corretti. Riorganizza i concetti appresi in maniera meccanica e li utilizza parzialmente nell’analisi della situazione proposta La ricostruzione del percorso avviene in senso generale ed in termini di narrazione La ricostruzione mette a fuoco solo alcuni elementi del percorso Offre soluzioni personali, problematizzando quanto appreso. Dimostra consapevolezza della generatività del sapere acquisito Utilizza quanto appreso in maniera attinente e coerente. E’ personale nell’impostazione Utilizza ciò che ha imparato per affrontare la consegna offrendo alcuni elementi di originalità nelle soluzioni proposte Utilizza dati e conoscenze riproponendoli in termini di narrazione Utilizza parzialmente e genericamente dati e conoscenze livelli 5 4 3 2 1 5 4 3 2 1 Griglia elaborata dalla scrivente nell’ambito di un percorso di formazione presso il Laboratorio Università - Scuola di Ricerca Educativa e Didattica (RED) di Venezia, nell’a.a.2003/2004. Docente: Paola Consoli 17 Laboratorio di didattica della Letteratura Italiana Lezione 5 Esercitazione Scelto un testo poetico, costruire le domande relative a una sezione della prova atte a verificare la seguente competenza: COMPETENZE PROCESSO L’alunno applica Transfer opportunamente al testo da analizzare gli strumenti appresi per cogliere le connessioni fra i livelli del testo INDICATORI Capacità di fare analogie ITEM A9; B5; B6; C4 DESCRITTORI Individua correttamente tutti gli elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico, metrico richiesti dalla consegna e li mette in relazione con il significato del testo, giustificando compiutamente Individua correttamente gli elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico, metrico richiesti dalla consegna e li mette in relazione con il significato del testo Applica le tecniche di analisi apprese al nuovo testo in maniera meccanica; coglie parzialmente differenze per discriminare Riconosce parzialmente e separatamente elementi appartenenti ai livelli fonico, sintattico e metrico Individua correttamente solo alcuni elementi livell i 5 4 3 2 1 Indicatori per la Valutazione formativa Applica dati in modo coerente e li organizza in una struttura Intesa come facoltà di afferrare il senso di un’informazione e saperla trasformare; impiego di materiale conosciuto per risolvere problemi nuovi Fornisce una valutazione analitica efficace degli stessi Valutazione analitica = separazione degli elementi costitutivi di un’attività così da evidenziarne i rapporti; formulare giudizi sul valore di materiale e/o metodi, attività in termini di criteri interni Dimostra capacità di sintesi personale e di riflessione critica nella trattazione dei dati Sintesi = riunione di elementi al fine di formare una nuova struttura organizzata e coerente Riflessione critica = formulare dei giudizi di valore su materiali e/o metodi, attività in base a criteri espliciti Docente: Paola Consoli 18