Diapositiva 1

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Diapositiva 1
PROGETTO TOPONOMASTICA
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
Classe III C – A.S. 2014/15
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
Indice del progetto:
•Gruppo donne della Cina: I quattro di Shanghai (Jiang Qing)
Elaborato da: Hu Renjun, Umberto Falchetti, Alice Pallini
•Gruppo donne dell’Albania: Margarita Tutulani – Liri Belishova
Elaborato da: Nesla Dylgjeri, Irene Bricchi, Lorenzo Perdonò
•Gruppo donne dell’India: Vandana Shiva
Elaborato da: Harmanvir Singh, Alessandro Cinquetti, Francesca
Calcaterra
•Gruppo donne di Codogno: Giuditta Mori – Dina Clavena
Elaborato da: Sara Della Giovanna, Sofia Boccoli, Matteo Maiocchi
•Gruppo donne del Lodigiano: Maria Ravarelli
Elaborato da: Eleonora Grieco, Silvia Tedesi, Luca Granata
•Gruppo d’Oltrepò: Bianca Gazzola
Elaborato da: Claudia Ghidoni, Angela Ponzoni, Francesco Tedesco
• Gruppo donne della Lombardia: Santina Damonti
Elaborato da: Sara Brignoli, Giorgia Valente, Tommaso Longari
•Gruppo donne dell’Italia: Nilde Iotti
Elaborato da: Nicholas Fagioli, Anna Lauciello, Michele Ghizzoni
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
JIANG QING 江青
• 1915 – 06/1991
• Nata a Zucheng e deceduta a Pechino
• Ha combattuto attivamente contro il partito
comunista cinese e la corruzione politica cercando di
riformare la cultura e la condizione della donna
Gruppo Cina: Hu Renjun ,Falchetti Umberto,Pallini Alice
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
BIOGRAFIA
Jiang Qing, attrice teatrale e cinematografica col nome d'arte di Lan Ping, nel 1937 entrò nel
Partito comunista cinese e nel 1939 sposò Mao Zedong. Dopo aver svolto alcuni incarichi in
campo culturale, si impegnò dal 1963 nel movimento per la riforma della letteratura e del
teatro cinese, assumendo un ruolo di primo piano durante la rivoluzione culturale (1965-69).
Vicepresidente del Gruppo centrale della rivoluzione culturale, membro dell'Ufficio politico
del Partito comunista cinese (PCC), fu negli anni Settanta tra i principali esponenti dell'ala
radicale del partito. La svolta politica avviata subito dopo la morte di Mao (sett. 1976) portò
al suo arresto ed espulsione dal PCC ; accusata, insieme ad altri tre esponenti della sinistra
(la cosiddetta banda dei quattro), di aver commesso gravi crimini durante la rivoluzione
culturale, fu processata (nov. 1980 - genn. 1981) e condannata a morte. Nel giugno 1991 le
autorità cinesi annunciarono che J. si era tolta la vita suicidandosi il mese prima nella sua
abitazione di Pechino, dove era detenuta dal 1984 per motivi di salute.
Non ci può essere coesistenza pacifica nel regno ideologico. La pace corrompe la
coesistenza
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LA BANDA DEI QUATTRO
Jiang Qing fu un componente dei “Quattro di Shanghai” : quattro politici della Repubblica
Popolare Cinese che furono arrestati dopo la morte di Mao Zedong (Jiang Qing, Zhang
Chunqiao , Yao Wenyuan e Wang Hongwen).
L'arresto segnò la fine più evidente della Rivoluzione culturale cinese che era stata iniziata
da Mao contro le strutture del partito comunista cinese e in particolare contro dirigenti
nazionali.
I quattro avevano raggiunto un enorme potere. Jiang Qing dopo il 1966 ebbe degli
incarichi politici, in ambito della formulazione delle scelte di politica culturale.
Jiang Qing lanciò la campagna ”Critichiamo Lin Biao e critichiamo Confucio” (Lin Biao
leader militare e politico del Partito Comunista poi accusato di alto tradimento),
conducendola in prima persona fino alla fine, nel 1974. Quindi, si oppose alla riabilitazione
di Deng Xiaoping (politico corrotto del Partito comunista cinese), continuando a criticarlo
anche quando il Comitato Centrale ne accettò l'autocritica e giocando poi un ruolo
fondamentale nella gestione della successiva campagna contro la destra, diretta proprio
contro Deng.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE PERSONAGGIO:
In Jiang Qing abbiamo trovato tutte le caratteristiche di una combattente
valorosa e una storia che vale la pena essere raccontata. Donna dalla
grande personalità e fama aderisce al “gruppo dei quattro” e, insieme
allo stesso, oppone resistenza contro il PCC (Partito comunista cinese) sia
per far valere i suoi ideali di libertà sia per amore per la sua patria e per
la cultura, diventando un personaggio fondamentale nella lotta per la
libertà d’istruzione e per il miglioramento della condizione femminile in
Cina.
In lei abbiamo visto una donna pronta a battersi per i suoi diritti e per
quelli del sua popolo senza la minima curanza del pericolo in cui
incorreva andando contro il PCC (infatti fu inizialmente condannata a
morte e poi invece all’ergastolo).
In lei abbiamo trovato il giusto prototipo di essere umano che, non
curante dei pericoli in cui corre, si batte per la giustizia e per il bene del
suo popolo; per questo abbiamo deciso di condividere con gli altri la sua
ferrea personalità.
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BIOGRAFIA IN LINGUA ORIGINALE
江青1915年生于山东诸城,1933年加入中国共产党,曾在上海被捕脱离党组织。抗战爆发后,
江青到达延安,后与毛泽东结婚。文化大革命开始后,她任中央文革小组第一副组长、解放军
文革小组顾问。积极策划诬陷打倒一大批党和国家领导人,并与张春桥、姚文元、王洪文结成
“四人帮”,给党和国家造成极其严重的危害。1976年10月被中央政治局审查。1977年7月,江
青被永远开除出党,1981年被判处死刑,缓期2年执行,后依法减为无期徒刑。1991年5月14日,
在北京保外就医的江青在其住地自杀身亡。 文化大革命期间,林彪、江青反革命集团的首要分
子。原名李云鹤。山东诸城人。女。1929年春在济南入山东实验剧院。1933年加入中国共产党,
5个月后失去党的关系。1934年在上海被国民党政府逮捕,获释后以蓝苹为艺名做过电影演员。
1937年秋到延安,后恢复党籍,改名江青。1938年与毛泽东结婚。中华人民共和国建立后,曾
任全国电影指导委员会委员,中共中央宣传部电影处处长等职。1963年起,以“京剧革命”为
名,在文艺界煽动极“左”思潮。1965年,指使姚文元炮制《评新编历史剧〈海瑞罢官〉》,
又与林彪联合写成《部队文艺工作座谈会纪要》,为文化大革命的发动制造舆论。
1966年5月后,任中央文革小组第一副组长、代理组长,解放军文革小组顾问。在中共第九次、
第十次全国代表大会上当选为中央政治局委员。
文化大革命期间,以推翻人民民主专政为目的,同张春桥、姚文元、王洪文结成“四人帮”,
勾结林彪反革命集团,煽动打倒一切的极“左”思潮,进行篡夺党和国家最高权力的阴谋活动,
造成10年之久的全国大动乱,使党、国家和人民遭受最严重的损失。1976年10月,中共中央政
治局对江青进行隔离审查。
1977年7月,中共十届三中全会通过决议,永远开除江青党籍,撤销其党内外一切职务。1981年
1月25日,中华人民共和国最高人民法院特别法庭以反革命集团首犯判处江青死刑,缓期二年执
行。1983年1月,最高人民法院刑事审判庭作出裁定,对其依法减为无期徒刑,原判处剥夺政治
权利终身不变。1991年5月14日自杀身亡
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Margarita Tutulani e
Liri Belishova
Margarita Tutulani:
• 1924-1943
• Nata a Berat e deceduta a Kavaj
Liri Belishova:
• 5/03/1923
• Nata a Mallakastër (Fier)
• Hanno partecipato attivamente alla resistenza contro il dominio
fascista
Gruppo Albania: Nesla Dylgjeri, Irene Bricchi, Lorenzo Perdonò
BIOGRAFIE:
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MARGARITA TUTULANI:
Margarita Tutulani nasce nel luglio del 1924 a Berat.
Fin dalla giovinezza è stata educata ad amare la patria.
La sua caratteristica era lo spirito umano mostrato ai più bisognosi.
Dopo aver conseguito gli studi in Italia, nel 1939, quando il popolo si ribella al
dominio fascista, torna in patria e queste, sono le parole che dice alla madre:
“Mamma! Non ho mai visto Berat così brutta come in questi giorni con i soldati del
Duce tra i piedi, ma verrà il giorno in cui l’Albania sarà liberata.”
Insieme al fratello, Kristaq, partecipa attivamente ai movimenti antifascisti e a soli
18 anni prende parte ad una protesta a Tirana. Nel frattempo, fratello e sorella
sono ricercati dalle truppe fascista che li catturano il 6 luglio del 1943, e dopo
averli torturati vengono giustiziati per il solo fatto di aver combattuto per la
liberazione della patria.
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LIRI BELISHOVA:
• 1946-1947 fu eletta presidente del partito della gioventù popolare (Rinia
Popullore), diventando simbolo e esempio per le donne e soprattutto le giovani
del tempo
•Durante gli anni della guerra prese parte attivamente al movimento di liberazione
nazionale, perdendo anche un occhio
• 1947-1960 fu membro attivo della politica e una delle guide del partito
comunista; ricoprendo anche importanti ruoli governativi nell’immediato
dopoguerra
• 1960 viene espulsa dal suo partito perché considerata nemica del popolo e
esiliata per 21 anni
• negli anni di esilio viene allontanata dalla famiglia e soprattutto dalla figlia, Drita
Como, diventata una poetessa famosa (con il libro: “La luce che viene dal baratro”)
e morta di cancro a 23 anni dopo aver rivisto la madre per l’ultima volta.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALI PERSONAGGI:
Per noi queste giovani donne sono state il miglior esempio di RESISTENZA
per la liberazione della patria; audaci e intelligenti, fino all’ultimo
estremamente convinte delle proprie idee. Sono delle vere e proprie
EROINE che meritano di essere ricordate. Richiamando uno dei loro motti
: “ Atdhe! Sa e ëmbel, e bukur, tingëlluese është kjo fjalë. Por që të kesh
një atdhe, duhet që të jesh i lirë.” (Patria! Com’ è bella, dolce e melodiosa
questa parola. Ma per avere una patria devi essere libero!).
Fonti: https://www.scribd.com/doc/34868748/margarita-tululani
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Vandana Shiva (वंदना शिवा)
• 1952 – ancora in vita
• Nata a Dehra Dun, India del nord
• Si è battuta per cambiare pratiche e paradigmi
nell'agricoltura e nell'alimentazione
Gruppo India: Harmanvir Singh, Francesca Calcaterra, Alesandro Cinquetti
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BIOGRAFIA:
Nacque nel 1952 a Dehra Dun, nell'India del nord, da una famiglia
progressista. Nel 1978 Shiva consegue il dottorato di ricerca in filosofia
alla University of Western Ontario, Canada, con una tesi vertente sulle
implicazioni filosofiche della meccanica quantistica, dal titolo Variabili
nascoste e località nella teoria quantistica. Successivamente si occupa di
ricerca interdisciplinare (scienza, tecnologia e politica ambientale)
all'Indian Institute of Science e all'Indian Institute of Management di
Bangalore. Dopo aver fatto ritorno in India abbandonò il campo della
filosofia della scienza per dedicarsi all'agricoltura. Nel 1982 fonda il
Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource
Policy, un istituto di ricerca da lei diretto. Nel 1993 ha ricevuto il Right
Livelihood Award.
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Per promuovere il suo pensiero viaggiò molto nel mondo, e giunse
anche in Italia, il 23 maggio 2010 ha partecipato alla trasmissione
Che tempo che fa di Fabio Fazio. Il 9 aprile 2013 ha ricevuto
dall'Università della Calabria la laurea honoris causa in Scienza della
nutrizione. Attualmente è la vicepresidente di Slow Food e collabora
con la rivista di Legambiente La Nuova Ecologia. È anche membro del
Comitato consultivo ad interim dell'Organizzazione per una società
partecipativa (IOPS).
Nel breve saggio Povertà e globalizzazione Shiva correla la povertà
del terzo mondo agli effetti della globalizzazione.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
Abbiamo scelto di rappresentare la figura di una grande donna come
Vandana Shiva perché è la testimonianza vivente di una lunga lotta per i
diritti di contadini e gente qualunque. Shiva, infatti, battendosi tutt’ora
per migliorare la condizione della sua popolazione indiana (influenzando quindi- anche l’occidente europeo) ha dimostrato e dimostra come il
coraggio di una singola donna può comportare una diffusione virale di
grandi idee di rivoluzione e può ottenere dei risultati concreti, che possiamo
verificare analizzando questa sua breve biografia.
Fonti: http: //www.filosofico.net/shiva.htm
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Giuditta Mori
•5/04/1921 – 24/10/2006
•Nata e morta a Codogno
•Ha partecipato attivamente alla resistenza
negli anni 1944-1985
Gruppo Codogno: Sofia Boccoli, Sara Della Giovanna, Matteo Maiocchi
BIOGRAFIA
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Il suo contributo alla lotta partigiana si è esplicitato nella partecipazione al Comitato
di Liberazione Nazionale di Codogno, come attestato dea un documento della
Commissione Lombarda per le Qualifiche ai Partigiani del 1948 e da un diploma dell’
ANPI nazionale nel quarantesimo della guerra di Liberazione.
A seguito di questo suo impegno fu arrestata nel febbraio del 1944 e detenuta a
Pallanza, a Novara e nell’ aprile dello stesso anno trasferita al carcere di Parma
sempre su ordine del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.
Da qui verrà scarcerata il 17 giugno 1944. Riceverà in seguito anche un certificato:
attestato di gratitudine per aiuto ai membri delle Forze Armate Alleate a firma del
maresciallo Alexander.
Fino al 1954 è vissuta a Codogno come segretaria presso l’avvocato Arrigo Cairo, capo
del CNL codognese ai tempi della guerra di Liberazione e che sarà il primo Sindaco di
Codogno dopo la fine della guerra.
Si trasferisce poi a Milano, lavorando alla UIL come segretaria di Polotti e per il suo
impegno all’interno del partito socialista riceverà un attestato di merito il 25 aprile
1968.
Il 2 giugno 1970 è creata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Saragat.
Il 13 maggio 1985 riceve il diploma d’onore come combattente per la libertà d’Italia a
firma del Ministro della Difesa Spadolini e del Presidente della Repubblica Pertini.
Nello stesso anno le viene concessa la Croce al merito di guerra in seguito ad attività
partigiana dal Distretto militare di Milano
Le lettere
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Le due lettere che vengono presentate sono datate 18 e 26 febbraio 1944 e
portano l’intestazione “Dal carcere di Pallanza”.
Il loro contenuto presenta numerosi riferimenti comuni, pur essendo la prima
lettera centrata soprattutto sul racconto della drammatica cattura di Giuditta
mentre la seconda contiene parole di nostalgia per la famiglia lontana ed è pervasa
da un forte senso di solitudine e bisogno di conforto.
Non mancano in entrambe accenni alle difficili condizioni di vita nel carcere, alla
fame, alla mancanza di sostegno concreto, che tuttavia non fanno dimenticare a
Giuditta il desiderio tutto femminile di riavere i suoi abiti e biancheria pulita, il
ricordo del suo datore di lavoro, dei conoscenti e soprattutto dei compagni della
lotta di liberazione e delle loro famiglie bisognose.
Spicca, nella seconda lettera, una frase sottolineata da Giuditta stessa: “Perché
trovarmi in prigione come mi trovo io, quando esco non dovrò chinare il capo ma
bensì l’alzerò più di prima e avrò più diritto alla parola”, che esterna la
consapevolezza e l’orgoglio di essere in carcere e di prefigurarsi un futuro di
rispetto.
Entrambe le lettere non sono giunte a suo tempo al destinatario, ma molto
probabilmente sono state trattenuta dalla censura.
Giuditta stessa ricordava che sia l’una che l’altra sono pervenute all’indirizzo di
Codogno verso il 1951-52, contenute in una busta gialla, come provenienti da un
qualche ufficio pubblico, probabile restituzione degli Archivi del carcere o di un
Tribunale.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
Noi, come gruppo, abbiamo scelto di presentare il personaggio di Giuditta Mori,
poiché attraverso la documentazione sulla sua vita, abbiamo riconosciuto in lei i valori
della resistenza che hanno combattuto il fascismo, non con le armi ma attraverso le
parole e le idee. Non è l’unico esempio di forte personalità nel territorio codognese,
ma è una delle poche donne che ha conquistato alte cariche politiche, collaborando
con soli uomini e questo comporta un ulteriore punto a favore nei suoi riguardi.
Sicuramente le sue azioni e i suoi progetti sono, e sono stati, punti di riferimento
caratterizzanti per altre donne.
FONTI:
Materiali forniti dalla prof.ssa Stroher, presidente dell’ ANPI sezione di Codogno
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Dina Clavena
• 13/12/1923 – 5/07/1983
• Nata a Codogno (via Cavallotti) e morta in loco
• ha partecipato attivamente alla resistenza DAL
1943
Gruppo Codogno: Sofia Boccoli, Sara Della Giovanna, Matteo
Maiocchi
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
BIOGRAFIA:
• Nella primavera del 1944 molte partigiane, tra cui Dina Clavena,
avevano assistito partigiani feriti a ammalati in un ospedaletto, nel
centro del paese.
• Dopo un periodo in carcere perché aveva aggredito il federale di
Codogno che picchiava brutalmente suo fratello Lolo durante un
interrogatorio, raggiunse la formazione di Beltrami in Val d’Ossola.
• E’ stata militante antifascista dall’età di sedici anni e ha combattuto
con i partigiani della Val d’Ossola, prima nella formazione di Beltrami e
poi con il capitano “Iso”.
• Finita la guerra e tolta la divisa, tornò a casa e si ritirò a vita privata.
Ruppe il suo silenzio solo una volta nel 1975 quando rilasciò una breve
intervista alla giornalista Donata Righetti del quotidiano Il Giorno.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
Noi , come gruppo, abbiamo scelto di presentare Dina Clavena in quanto ci ha
colpito il suo temperamento e la forza d’animo con cui ha affrontato le
difficoltà. Dalla sua testimonianza emerge l’importante senso di responsabilità
che ha saputo mostrare e grazie al quale decise che avrebbe fatto di più di
stare in cucina secondo il volere degli uomini. Infatti lei, a soli vent’anni, volle
partecipare attivamente alla guerra procurandosi un fucile senza ascoltare i
pregiudizi.
Dina ha continuato la sua opera senza mai arrendersi fino a trent’anni quando
decise di fare una vita come le altre donne, dedicandosi quindi alla famiglia.
FONTI: materiali forniti dalla prof.ssa Stroher , presidente dell’ANPI sezione di Codogno
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Maria Ravarelli (Mariettina)
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
• Fine 1800 – 8 luglio 1989
• Nata e morta a Sant’Angelo Lodigiano
• Ha partecipato attivamente nella resistenza dal 1943
fino alla sua morte
Gruppo Lodigiano: Luca Granata, Eleonora Grieco e Silvia Tedesi
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
BIOGRAFIA:
Maria Ravarelli fu per anni la custode del Castello di Sant’Angelo proseguendo un
incarico che i Bolognini avevano affidato alla sua famiglia. Il padre, Carlo Ravarelli, era
infatti uomo di fiducia dei Conti e si occupava della gestione dei terreni e della dimora.
La sua famiglia era inoltre composta dalla madre Domenica Speziani e dai due fratelli,
Giuditta e Pietro. Fu proprio quest’ultimo che, insieme a Maria, dava una mano al
padre nella gestione delle proprietà, mentre Giuditta si sposò e lavorò come sarta.
Dopo la morte del padre e la prematura scomparsa del fratello Pietro, Maria assunse il
ruolo di custode del Castello in quella casa che i Bolognini avevano dato al padre in
ricompensa del grande lavoro svolto in occasione dell’incendio che devastò il maniero
nel 1911.
È qui che Mariettina dal 1943 si trovò a sostenere pesanti responsabilità per l’azione
antifascista, fazione alla quale apparteneva anche la sua famiglia di militanza cattolica.
Dovette affrontare anche numerosi rischi, ma continuò il suo lavoro fino alla
conclusione della guerra e negli anni seguenti si dedicò anche a varie opere caritative.
Morì all’età di novant’anni l’8 luglio del 1989, senza ricevere nessun particolare
riconoscimento pubblico.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
Maria Ravarelli, meglio conosciuta come la “Mariettina”, fu un punto di riferimento
importante per il suo paese in quanto riuscì a far diventare il castello centro delle
attività clandestine antifasciste. Fu una donna di grande volontà d’animo, a partire
proprio dalla sua esperienza personale, poiché ebbe la forza di continuare il lavoro di
suo padre e di suo fratello, morto prematuramente, come custode del castello di
Sant’Angelo Lodigiano. In quel periodo di divisione politica questo divenne una grande
responsabilità per l’azione antifascista in quanto permise riunioni notturne, la diffusione
di notizie segrete e l’alloggio ad alcuni patrioti nei locali del castello. I rischi non
mancarono, dato che fu sottoposta anche a degli interrogatori, ma nonostante ciò
continuò la sua battaglia con animo altruista e combattente.
FONTI: http://www.ilpontenotizie.it/archivio-file/2007/2-2007
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Bianca Gazzola
• 1909 – 29/10/2013
• Nata a Voghera e deceduta in loco
• Ha partecipato attivamente alla resistenza a partire
dall’insorgere della seconda Guerra Mondiale
Gruppo Oltrepò: Claudia Ghidoni Pastorelli, Angela Ponzoni,
Francesco Tedesco
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
BIOGRAFIA:
La vogherese Bianca Gazzola, morta recentemente all’età di
104 anni, ha scritto una delle pagine più significative della
Resistenza dell'Oltrepò Pavese.
Conosce Carlo Covini, marito e compagno di vita e di lotta.
Carlo è un antifascista dichiarato e le autorità locali
preferiscono arrestarlo facendogli scontare alcuni periodi in
prigione o impedendogli di trovare lavoro.
La guerra, vede Bianca da sola, a causa dell’assenza del marito
che ha raggiunto le formazioni partigiane. Senza denaro,
Bianca deve provvedere a se stessa. Viene assunta come
aiuto-cuoca dal dipartimento fascista di Voghera e qui, si
adopera per carpire informazioni da passare ai compagni.
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
In agosto, sospettata da un capitano, anche Bianca deve scappare. Si
dirige con tutti i suoi averi e i cinque bimbi verso Sant'Albano, per
ricongiungersi a Carlo. Con la bicicletta, fa la spola con i centri della
pianura, trasmettendo ordini e notizie. La notte tra il 30 e il 31
gennaio del '45, Covini e altri cinque partigiani vengono catturati in
seguito a una spiata alle scuole elementari di Biagasco e fucilati.
Bianca viene a conoscenza della tragedia pochi giorni dopo. "Vissi
nell'angoscia per alcune settimane – racconta - poi, il 21 marzo, a
mitigare il dolore che era in me, nacque il mio ultimo bambino, che
chiamai Carlo in onore del padre". Primavera 1945. I giorni della
Liberazione. Bianca e i figli scendono su un carretto a Voghera e
dove passeranno il resto dei loro giorni.
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
In Bianca Gazzola abbiamo trovato tutte le caratteristiche di “Madre
Coraggio” e di una storia che vale la pena raccontare.
Donna dalla grande personalità, partecipa alla resistenza sia per far
valere i suoi ideali di libertà sia per amore della sua famiglia, diventando
un personaggio fondamentale nella lotta contro il fascismo nel
vogherese.
Nella sua vita dedita alla resistenza e ai suoi ideali, abbiamo ritrovato un
esempio di donna, di mamma ma soprattutto di persona degna di stima e
da imitare. Lei, così come tutte le molte altre donne presenti in questo
progetto, è stata un tassello fondamentale per la costituzione della storia
italiana grazie alla sua perseveranza nonché veicolo di continuità tra
presente, passato e futuro.
FONTI: http://lodigiani-pavia.blogautore.repubblica.it/2013/11/12/addio-abianca-gazzola-mamma-coraggio-della-resistenza/
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Santina Damonti
Gruppo Lombardia
Longari Tommaso,Valente Giorgia, Brignoli Sara
BIOGRAFIA:
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
- Santina nasce nel 1918 a San Gallo (Brescia) e muore nel 1997 a
Gardone.
- Berta, suo nome di battaglia, è nota come giovane donna combattente
e celebri sono molte sue azioni vissute a fianco del comandante della
122ª brigata Garibaldi Josip Verginella, nome di battaglia Alberto.
- Santina è una ragazza piena d’immaginazione e di speranze, libera nel
realizzare sé stessa, che a 17 anni, chiamata dal fratello Pietro, si trova
immersa nel cuore tumultuoso della resistenza gappista bresciana,
iniziando a fare ciò che altri suoi famigliari, amici e compagni credono
fortemente sia giusto e possibile fare.
- Sarà lei la staffetta prediletta da Verginella - lei sarà notevolmente
affascinata dalla sua figura - che più s’impegna, temerariamente, come in
una sfida vitale che lei accetta e fa propria, avvalendosi della
determinazione del suo gruppo di appartenenza, aprendo nuove strade
alla performance resistenziale, tanto da diventare a sua volta punto di
riferimento della brigata nell’ultima fase della lotta armata.
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Abbiamo scelto Santina Damonti perché secondo noi è uno degli esempi
più importanti della resistenza in Italia, rischiando la vita per sostenere i
suoi ideali. Ciò che ci ha colpito è soprattutto la sua disponibilità
d’animo, poiché la sua forza Interiore non è dovuta all’ambiente che l’ha
formata ma bensì a un sentimento di coraggio e senso di giustizia innato.
Era infatti una persona normale che non fu speciale per le sue abilità,
ma con lo spirito con cui affrontò i nemici e le avversità che si posero sul
suo cammino.
Pur avendo una grande rilevanza nella nostra cultura non è stato facile
trovare Informazioni su di lei perché non abbiamo carte che riportino la
sua storia ma solamente Racconti di chi l’ha conosciuta da vicino, sia
come combattente che come semplice donna.
Fonti: http://www.sangallopresepio.it/resources/Santina-Damonti.pdf
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Nilde Iotti
Nilde Iotti, all’anagrafe Leonilde Iotti, nasce a Reggio nell’Emilia il 10-04-1920 e muore a
Poli (Roma) il 04-12-1999.
Gruppo Italia: Nicholas Fagioli, Michele Ghizzoni, Anna Lauciello
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
BIOGRAFIA:
- Studiò all’Università Cattolica di Milano. Rimasta orfana di padre
riuscì a continuare i suoi studi grazie al lavoro della madre. E’ stata una
donna politica.
- E’ la prima italiana a ricoprire la carica di Presidente della Camera
dei Deputati, prima donna nella storia d'Italia a ricoprire una delle
cinque più alte cariche dello Stato dal 1979 al 1992, conseguendo un
primato finora incontrastato nell'Italia repubblicana.
- Orfana del padre Egidio nel 1934, si laureò in lettere all'Università
Cattolica di Milano; fu per qualche tempo insegnante ma abbandonò la
professione quando il suo profondo spirito antifascista la convinse ad
occuparsi di politica.
- Iscritta al PCI dopo l'8 settembre 1943, partecipa alla resistenza con
la funzione di porta-ordini, poi nei Gruppi di Difesa della Donna,
diventando organizzatrice e responsabile.
- Fu presidente dell'Unione Donne Italiane di Reggio Emilia.
- Nel 1946 viene candidata dal Partito Comunista Italiano e viene
eletta all‘Assemblea Costituente.
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MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DI TALE
PERSONAGGIO:
Abbiamo deciso di rappresentare questa donna perché si è battuta
seguendo i suoi ideali e principi, partecipando alla resistenza partigiana
contro i regimi fascisti e nazisti. Grazie alla sua esperienza nella resistenza,
e alla sua carriera politica ha sicuramente affermato l’importanza della
donna, che in quel periodo era ancora vista come una figura meno
importante dell’uomo.
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PER LA CREAZIONE DI UN “GIARDINO DEI
GIUSTI E DELLE GIUSTE” A CODOGNO
Il nostro gruppo classe ha cercato di creare un
parallelo tra le varie personalità femminili
delle donne resistenti e le piante che possono
essere legate a loro per significati o luoghi di
provenienza. In relazione a questo progetto
l’amministrazione comunale di Codogno ha
deciso di realizzare “Il giardino dei giusti e
delle giuste”.
Gruppo Lombardia: Santina Damonti = acacia (resistenza e
durezza)
Gruppo Cina: Jiang Qing = guihua (pianta tipica
della Cina)
Gruppo Italia: Nilde Iotti = olivo parmense (pianta tipica
del luogo)
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Gruppo India: Vandana Shiva = Cannella(pianta tipica
del luogo)
Gruppo Lodigiano 1: Maria Ravarelli = olmo (punto di
riferimento)
Gruppo Oltrepò: Bianca Gazzola = vite (pianta tipica del luogo)
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
Gruppo Albania: Margarita Tutulani = garofano (pianta tipica di
Berat)
Gruppo Codogno: Giuditta Mori e Dina Clavena melo
cotogno (pianta tipica del luogo
Liri Belishova = menekshe (pianta tipica del luogo)
Liceo Giuseppe Novello – Codogno
CLASSE III C AS. 2014/2015