il gruccione: un uccello “frequentatore” degli apiari

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il gruccione: un uccello “frequentatore” degli apiari
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Apicoltura
Moreno Greatti
Laboratorio Apistico Regionale
IL GRUCCIONE: UN UCCELLO
“FREQUENTATORE” DEGLI APIARI
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Adulto di Gruccione (foto 1: Mauro Arzillo, foto 2: Valter
Simonitti)
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Da alcuni anni, nei mesi estivi, diversi apicoltori con alveari dislocati lungo il torrente Torre e nella Bassa pianura friulana notano, in
prossimità dei propri apiari, la presenza di un inconfondibile uccello con una bellissima livrea variopinta: il gruccione (Merops apiaster). La specie è diffusa nell’Europa meridionale, nel Nord Africa e
nell’Asia occidentale e raggiunge una lunghezza di 25-30 centimetri; in Italia è migratrice nidificante (sopraggiunge, cioè, in primavera
dall’Africa) e può essere gregaria qualora l’ambiente di nidificazione
sia particolarmente favorevole.
In Friuli Venezia Giulia gli arrivi dei gruccioni si susseguono durante
il mese di maggio. La nidificazione avviene in aree con ambienti
adatti, che sono costituiti da pareti argillose o sabbiose di argini di
fiumi, terrapieni e scarpate, vicini a zone prative e/o coltivate con
alberi sparsi. Il nido è una tana, che viene scavata con il becco dai
due membri della coppia, ed è formata da una o più gallerie lunghe
da 90 a oltre 250 centimetri che portano alla camera di cova; questa si presenta priva di materiale di imbottitura e può raggiungere
alla base 30 centimetri di diametro e 15 di altezza. Le deposizioni
delle uova dell’unica covata cominciano a giugno e possono proseguire fino agli inzi di luglio per le covate di rimpiazzo; la femmina
depone da quattro a otto uova che vengono covate da entrambi i genitori per circa tre settimane. A partire dai mesi di agosto-settembre
hanno luogo le migrazioni verso l’Africa subsahariana dove la specie sverna.
Il gruccione si nutre di insetti che cattura prevalentemente in volo
partendo da un posatoio dove si apposta in attesa di individuare le
prede. Predilige gli imenotteri aculeati quali vespe, calabroni e api
che uccide, dopo averli afferrati con il lungo becco, percuotendoli
più volte contro un oggetto duro e schiacciandoli con il becco fintanto che il pungiglione sia estroflesso; successivamente vengono
ingeriti con il capo rivolto in avanti. Completano la sua alimentazione libellule, cicale, tafani, locuste, lepidotteri e coleotteri vari. I
gruccioni non sono ben visti dagli apicoltori per i danni che possono
arrecare agli alveari (un individuo può ingerire anche 250 api o
vespe in un giorno!); tuttavia essi devono essere considerati come
una componente importante di un ecosistema.
Il gruccione, come gran parte delle altre specie selvatiche di volatili
migratrici e stanziali, è tutelato dalle normative nazionali vigenti, che
recepiscono le direttive comunitarie, ed è specie inserita nell’allegato
2 (specie faunistiche rigorosamente protette) della “Convenzione
sulla conservazione della vita selvatica dell’ambiente naturale in Europa”, adottata a Berna il 19 settembre 1979.