Diffusione del pensiero ungherese in Italia 254 Libri e Riviste
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Diffusione del pensiero ungherese in Italia 254 Libri e Riviste
RA SSEGNE LA D I F F U S I O N E D E L P E N S I E R O U N G H E R E S E IN ITALIA G li scrittori e gli artisti ungheresi possono finalmente essere contenti. Per il passato, i professionisti della politica non davano troppa im portanza alla cultura, e nem m eno i G overni vi scorgevano quel valore nazionale del quale dobbiam o essere fieri, e su cui si può anche contare come su valido alleato nelle ore difficili del Paese. Q uesta insensibilità si vendicò in seguito, e ne pagarono il fio non solo gli scrittori e gli artisti magiari, ma il Paese stesso, quando, dopo l’arm istizio, si decise del destino dei popoli, e nessuno degli arbitri della pace conosceva l’U ngheria nè la sua letteratura e la sua cultura. Così il gemo magiaro non potè scendere in campo e farsi valere, perchè la sua lingua non era conosciuta e perchè la cultura ungherese aveva a mala pena varcato i confini. Oggi la situazione è m utata ; gli scrittori e gli artisti ungheresi possono essere fieri, poiché il G overno ha pienam ente riconosciuto l’efficacia ed il valore del G enio magiaro, non solo in Patria, ma all’Estero, e con ogni mezzo se ne serve come di staffetta nei paesi stranieri. Oggi non sono più soltanto gli scrittori, gli artisti, gli scienziati u n gheresi, a proclam are la forza della cultura magiara e la necessità della sua espan sione nel mondo, ma gli uom ini di Stato. Il conte K uno Klebelsberg, mentre con ardente energia ed instancabile forza di volontà cerca di portare ad un livello più alto la cultura magiara entro i confini della Patria, con la stessa am piezza di vedute e attività aiuta nei prim i palpiti d ’ala, e nel suo eccelso volo, la diffusione del genio magiaro all’Estero. Le alte qualità della cultura un gherese devono venir messe in valore da noi, e riconosciute dagli altri e questa vittoria sarà la vittoria stessa della Nazione magiara. Q uesto è il pensiero predom inante su cui s’im pernia l’arduo lavoro del conte Klebelsberg, il quale non solo proclam a questo sublim e principio a parole, ma con fatti e con fonda zioni di Istituti all’Estero lo attua e lo favorisce. Il Presidente dei M inistri, conte Stefano Bethlen, non solo approva, ma ha posto quasi sulla sua bandiera la giusta politica culturale all’Estero del grande M inistro della P. I, quando ha dichiarato che la cultura ungherese e la sua propaganda all’Estero sono la più potente arm a nella guerra p er il trionfo della verità magiara. Q ueste parole sono la più bella vittoria riportata dal genio degli scrittori, artisti, scien ziati ungheresi, perchè con questo sono riconosciuti non solo i loro meriti artistici, ma anche il loro valore di coefficenti decisivi nel campo della poli tica estera. L ’avanzata in territorio straniero della letteratura magiara, secondo 1 opinione dei più com petenti uomini di Stato, è anche un interesse nazionale, ed è anzi, la vittoria stessa della politica estera. Conscio dell’im portanza dei rapporti culturali ungheresi-italiani, fidente nella loro inevitabile ripresa e presago della parte decisiva che certam ente avreb- RASSEGNE 255 bero dovuto avere un giorno p er la form azione di una qualsiasi form a di collaborazione anche nel cam po politico, S . E . A lberto B erzeviczy, magnifica tem p ra di scienziato e di statista che sin da giovane aveva dedicato all’avvicinam ento spirituale e politico della due N azioni, le p iù belle e le m igliori delle sue inesauribili energie di scienziato e di statista, fondava ancora nel 1920, appena sedata l’eco im m ediata della g uerra e delle rivoluzioni che avevano co n d o tto al l’isolam ento politico del Paese, la Società u ngherese-italian a «M attia Corrvino», la quale è l’organo ufficioso della cooperazione in tellettu ale italo-ungherese, e che con una serie contin u a di conferenze e di le ttu re te n u te in Italia ed in U n gheria da com petenti U ngheresi e da illustri Italiani, con l’organizzazione di esposizioni e con altre m anifestazioni spirituali italo-ungheresi, colla rivista «Cor vina» pubblicata in lingua italiana e largam ente diffusa all’E stero, co n trib u isce efficacemente a tenere viva la fiam m a della tradizionale am icizia italo-ungherese, consacrata oltrecchè dalle reciproche sim patie dei d u e popoli, da atti e da ac cordi politici di G overno. N ella fondazione della Società M attia C orvino, S . E. Berzeviczy ebbe a prezioso collaboratore S. E . V itto rio C e rn iti, allora R. A lto com m issario politico p er l’U ngheria. Il m ondo può oram ai conoscere l’anim a ungherese attrav erso le opere degli scrittori, degli artisti e degli scienziati, e questa conoscenza va di p an passo con l’apprezzam ento, l’affetto, la creazione di una atm osfera am ichevole : ed anzi vi sono Paesi, com e ad esem pio l’Italia, dove è t u t t ’u n a col sen tim en to della fratellanza. A nche nel passato si sono fatti dei tentativi p er far conoscere in Italia le opere degli scrittori m agiari. M a questi tentativi, am bizioni di pochi e privi di u n o scopo collettivo, servivano in m isura tro p p o piccola l’avvicinam ento fra i du e Paesi, e si lim itavano ad un circolo assai ristretto . Il fatto che oggi si possano m ostrare dei risultati così belli anche in questo cam po, fa in n eg a bilm ente parte della politica lungim irante seguita dalle d ue nazioni, e del loro avvicinam ento nel cam po politico. Q uesta grande politica che ha da un a p arte M ussolini e dall’altra B ethlen, si sublim a nel tra tta to di am icizia di R om a. M a questa atm osfera, questa necessità di avvicinam ento e di intesa fra ì d u e popoli così sim ili nelle loro v irtù e nei loro caratteri, non è forse stata p re p a rata dalla propaganda letteraria e giornalistica, che ha attirato l’atten zio n e dei politici sulla grande affinità sp irituale fra ì due pop o li? A d ogni m odo, l’am biente era convenientem ente p rep a ra to quan d o le opere degli scritto ri più ra p presentativi sono giunte nelle m ani del lettore, facendo ben sottolineare che si trattav a di prodotti del genio m agiaro. N el passato, q u esto non avveniva così. E m entre ora le opere degli scritto ri ungheresi vengono tra d o tte dall o ri ginale da scrittori italiani m aestri di stile, nel passato erano tu tt al più p ro fessori o m aestri di provincia che nelle ore libere, scartabellando ì vocabolari volgevano i rom anzi di Jókai, di M ikszàth o di H erczeg, q u an d o non li tr a d u cevano a d d irittu ra dal francese o dal tedesco su ordinazione di qualche editore com m erciante che voleva p ubblicare cose interessanti senza curarsi se erano state create da scrittori tedeschi, francesi, ungheresi o m agari sam ojedi. Solo a Petófi toccò la fo rtu n a di avere quasi in teg ralm en te tra d o tta d all’originale la sua im m ortale opera poetica. Però in queste trad u zio n i bisognava lim itarsi a riconoscere com e valore intrinseco la b uona volontà e 1 am m irazione, m a non già la perfetta ricostruzione dei pensieri e dei sen tim en ti nella lingua di D an te e del P etrarca. In queste traduzioni spesso era la form a che soffriva, e ì versi petòfiani dal ritm o forte e sonoro, riflettevano la luce e il fuoco degli sfaccettati gioielli originali in versi piatti e prosaici, e spesso in u n linguaggio così arcaico e a rti ficioso che, a solo cinq u an ta o sessant’anni dalla sua ap p arizione nel m ondo, avevano reso indigeribile ed invecchiato il poeta della etern a giovinezza. A nche 256 RASSEGNE qui però vi furono delle eccezioni, e le traduzioni di alcuni professori fiumani m ostrarono nella loro prim itiva bellezza perfetta brevi e lunghe poesie di Petófi, ed anche altre di G iovanni A rany, Niccolò Zrinyi, E m erico M adàch. M a apparivano in piccole città di provincia, dove gli editori non cono scevano le astuzie della diffusione libraria, e di tali traduzioni note solo a qualche palom baro della bibliofilia, nem m eno la critica si accorse in Italia, sebbene fossero fatte per gli Italiani. Il gemo magiaro era ignorato anche in Italia, sebbene 1 trad u tto ri non inancassero di buona volontà. M a da un lato il lavoro non era organizzato, e d altra parte non si riusciva a destare nel pubblico italiano il necessario inte ressam ento per le opere di letteratura magiara. M ancava il G iorgio Brandes degli scrittori e poeti ungheresi, il quale con fede entusiastica e fanatica consacrò quasi tu tta la vita a facilitare la strada in tu tto il m ondo alla letteratura nordica, e m ediante conferenze, articoli e stu d i, e con personali trattative, cinque o sei lustri or sono riuscì a richiam are 1 attenzione e l’interessam ento di tu tto il m ondo sugli scrittori danesi, svedesi, norvegesi, 1 quali si fecero una fam a m ondiale, non soltanto perchè avevano u n grande valore intrinseco, ma perchè egli era un uom o cosi suggestivo, e possedeva una tenacia talm ente instancabile di propagandista, che tu tto il mondo dei letterati e dei lettori stessi doveva prestarvi attenzione. G iorgio B randes riuscì a rendere di fama mondiale gli scrittori nordici m ediante la G erm ania. Ivi furono pubblicate le prim e traduzioni, che poi ven nero a loro volta tradotte in francese, in italiano, in inglese ed anche in u n gherese. A llora non solo si conoscevano a m alapena all’estero gli scrittori magiari, escluso qualche grande nome, ma non si conosceva nem m eno la stessa U n gheria ; altro che conoscere le opere dei suoi letterati, artisti, scienziati ! L a guerra mondiale ha fatto conoscere l’U ngheria al mondo. E vero però che 1 M agiari hanno pagato per questo un prezzo enorm e. O rm ai si sapeva ch e noi esistevamo, si conosceva la nostra tragica sorte, e le tragedie della rivoluzione com unista furono seguite con trepido interessam ento : ma si è trovato un solo Paese che porgesse la mano di amico alla nazione ex nemica : l’Italia, la quale non solo m andò i treni di alim enti al povero Paese saccheg giato e disgraziato, ma concluse sollecitam ente con esso un patto di commercio p er ristabilirne il più presto possibile la circolazione sanguigna, e dopo qualche anno, con l’avvento del Fascism o, espresse con un T ra tta to di Amicizia la sua sim patia verso il popolo m agiaro, e Io aiutò a togliersi dal minaccioso isola m ento in cui si trovava. Q uando questo accadde, l’avvicinam ento spirituale fra 1 due popoli incom inciava già a m ostrare risultati soddisfacenti anche nel cam po della letteratura. E rano apparse, già anche in passato, traduzioni in ungherese di opere di scrittori italiani tante da farne una biblioteca, e giovani scrittori italiani, E tto re Janni, U m berto Fracchia, M ario Ismaele Carrera, A rturo M arpicati, E ttore Cozzam, sem pre più intensam ente si interessavano delle opere di rom an zieri, novellisti, poeti magiari. A Fium e era sorto un piccolo cenacolo letterario che si accinse a trad u rre con grande entusiasm o i m oderni scrittori magiari, e fondò anche una rivista diretta da A ntonio W idm ar. L a rivista italiana della «M attia Corvino», che è il potente organism o della collaborazione spirituale ìtaloungherese, incontrò viva corrente di sim patia nei circoli letterari e scientifici italiani. L e conferenze di A lberto Berzeviczy, il lavoro dell’Istituto Storico U n gherese di Roma, diretto da T ib o r G erevich, tennero desto, non solo, ma allargarono sem pre più ed approfondirono quell’interessam ento verso la cul tu ra magiara, e così pure le pubblicazioni di parecchi eccellenti giornalisti e le visite in U ngheria di em inenti politici italiani. R A SSE G N E 257 L ’atm o sfe ra era d u n q u e se m p re p iù fav o rev o le p e r a p rire fin a lm e n te le p o rte d ella Ita lia p o p o lo sa d i p iù d i q u a r a n ta m ilio n i d i a n im e , agli sc ritto ri m ag iari. S u lle co lo n n e d elle riv iste e dei g io rn ali ita lia n i, s e m p re p iù sp esso si p u b b lic a v a n o artico li su lla le tte ra tu r a u n g h e re s e e b u o n e tra d u z io n i d i n o s tri a u to ri. Q u esti artico li e tra d u z io n i ric h ia m a n o l’a tte n z io n e d eg li e d ito ri su lle o p e re u n g h e re si, si fo rm a n o p ro g e tti in g ra n d e stile, m e d ia n te i q u a li, in p o c h i a n n i, tu tta la m o d e rn a le tte ra tu r a m a g iara sa rà fa tta c o n o sc e re in Ita lia . P e rc h è , fra tta n to , si è fo rm a to a n c h e il p ic co lo ce n ac o lo di tr a d u tto r i. G io v a n i, an im o si sc ritto ri ch e a m a n o fa n a tic a m e n te il lo ro la v o ro , c o m e u n a sa cra m issio n e. U n a p a rte lavora in U n g h e ria , A n to n io W id m a r, O sc a r di F ra n c o : u n ’a ltra p a rte a F iu m e — S ilv in o G ig a n te , E d u a r d o S u sm e l, G in o S iro la (a u to re d i u n b ellissim o vo lu m e di tra d u z io n i di p o eti «A ccordi M agiari»), A m a to C h io g g ia, e gli a ltri a M ilan o : F ra n c o V e lla n i-D io n isi, c h e d a solo h a tr a d o tto o ltre d ic io tto ro m a n z i € u n a d ecin a di c o m m e d ie e d ha p u b b lic a to u n a «A ntologia Petófiana» ; A ld o B o rg o m a n e n , S ilv ia R h o , R o d o lfo M o sc a , a u to re d i « L ’U n g h e r ia C o n te m p o ranea», ro b u sto e g en iale tr a tta to p o litic o . L a G u a r d ia v ed e s e m p re a c c re sc iu te le su e file d a giovani sc ritto ri ita lia n i c h e v iv o n o in U n g h e ria , e d a co rag g io si poeti e le tte ra ti ita lia n i c h e la a m a n o e c h e v iv o n o in Italia. L a p rim a co llan a di ro m a n z i u n g h e re si è s ta ta la n c ia ta d a lla C asa E d itric e «Alpes», c h e h a p e r p r e s id e n te A rn a ld o M u sso lin i, p e r c o n s ig lie re d eleg a to il d e p u ta to O n . F ra n c o C ia rla n tin i, am ico e c o n fid e n te d el D u c e , e p e r d ir e t to re a rtistic o il n o to s c ritto re d a lla p e n n a g en tile , C e sa re G ia rd in i. Il g en io m ag iaro si è d u n q u e av v iato p e r la su a via di b a tta g lia in lin g u a ita lia n a d alla sa letta d ella C asa «Alpes», d a lla q u a le u n g io rn o a n c h e il F a sc ism o si e ra a v viato p e r il su o c a m m in o d i g lo ria . E ’ q u i c h e si p re p a ra la p u b b lic a z io n e in lin g u a ita lia n a d e lle o p e re m a g iare, d o v e u n a v o lta B e n ito M u ss o lin i d ir i geva il su o b a tta g lie ro g io rn a le , «Il P o p o lo d ’Italia». S u lla p a re te , d ie tro la scriv an ìa, u n a ta rg a ric o rd a c h e ivi è n a to il F a sc ism o ; e — c h issà! — fo rse u n g io rn o vi p o rrà u n a la p id e a le tte re d ’o ro la g ra ta N a z io n e M a g ia ra , in rico n o sc en z a e g r a titu d in e al D u c e e d a F ra n c o C ia rla n tim , c h e vi h a n n o d a to alloggio p e r i p rim i agli sc ritto ri M a g ia ri e d alle lo ro o p e re , p e r m e tte n d o al gen io u n g h e re se di sp ic c a re il volo v erso il cielo d ’Italia . . . F ra n c o C ia rla n tim , — c h e il D u c e ha n o m in a to A m b a sc ia to re d el L ib ro Italian o affid an d o g li la p ro p a g a n d a d ella c u ltu r a ita lia n a in A m eric a, d o v e a l m en o u n a v o lta a ll’a n n o lo m a n d a in viaggi ufficiali, — è d a u n p ez zo am ico degli U n g h e re si. A p p e n a la g u e rra m o n d ia le fu fin ita, egli v e n n e a B u d a p est, e stu d iò sul lu o g o 1 p ro b le m i u n g h e re si, m e n tre , c o n te m p o ra n e a m e n te , il co n te C a p asso T o rr e , so tto il p s e u d o n im o di G u b e llo M e m m o li scriv ev a ì suoi artico li s u ll’U n g h e ria , e, r ito rn a to in P a tria , in c o ra g g ia v a 1 d ire tto ri d elle riv iste e d ei g io rn ali ita lia n i a m o stra re m a g g io re in te re s s a m e n to p e r la c u ltu r a e la p o litica d e ll’am ica n a z io n e m a g ia ra . Il c o n te C a p a sso T o r r e , p iù ta rd i C a p o d e ll’U fficio S ta m p a di M u sso lin i, e poi su o M in is tro P le n ip o te n z ia rio , a n c h e co n q u esto g rad o è rim a sto il c o rd ia le s o ste n ito re d i o g n i n o b ile in iz ia tiv a m a g iara, c o m e E m ilio B o d re ro , il d o tto so tto se g re ta rio del M in is tro F e d e le , ch e , in q u a lità d i R e tto re M a g n ifico d e ll’U n iv e rs ità di P a d o v a , te n n e c o n fe re n z e su P etó fi e sulla L e tte ra tu ra u n g h e re s e . A n ch e F ra n c o C ia rla n tin i e ra g u id a to d a lla sa cra m è ta d i re n d e re p iù sa ld i 1 vincoli am ich e v o li fra le d u e N a z io n i, q u a n d o , n el p ic co lo stu d io d i sto ric a fam a di via P ao lo d a C a n n o b b io , d ec ise di p u b b lic a re u n a co lla n a di o p e r e d i s c ritto ri m a g iari. M a p rim a c h e q u e s ti lib ri a p p a ris se ro , q u a n te , o h , q u a n te d isp u te e d isc u ssio n i, e q u a n ti la v o ri p re lim in a ri! F ra n c o C ia rla n tim c o n o s c e b en e l’U n g h e ria , e le su e a sp ira z io n i p o litic h e p e r le q u ali n o n u n a v o lta sc ese egli stesso in lizza, m a p rim a d i in iz ia re la co llan a d i ro m a n z i m a g iari, v o lle co n o sce re il p o sto c h e av ev an o n e lla v ita d e lla n az io n e , n ella su a re s u rCorvina X V II— X V III. 17 258 RASSEGNE rezione, nel pensiero nazionalista. Voleva che 1 libri che dovevano apparire nella collezione della casa «Alpes», fossero più che semplici letture am ene : do vevano far sentire il suono dell’anima magiara, perchè ognuno di questi libri doveva lottare per la causa magiara più di qualsiasi diplom atico, e riparare alla trascuratezza di intiere generazioni . . .! P er nostra fortuna abbiam o avuto in quel lavoro prelim inare, l’influente appoggio del barono G iulio Wlassics ju nior, prezioso collaboratore del conte K uno K lebelsberg, e l’aiuto del cons. Zoltàn G erevich, collaboratore del M inistro Walkó, 1 quali non solo ci consi gliarono sulla via da tenere, m a facilitarono la strada a scrittori, trad u tto ri ed editori, altruisticam ente. D opo quasi un anno di lavoro preparatorio si formò il program m a della «Alpes», che doveva m ettere in atto le parole di Franco Ciarlantim , e cioè che 1 migliori diplom atici in favore della causa magiara dovevano essere i libri. 1 prim i volumi della collana furono «I Pagani» e «La porta della vita» di Francesco H erczeg ; «Cuori fra le pietre» di Cecilia de T o rm a y ; «Le favole della città triste» della contessa M argherita Bethlen, ed una seconda edizione di «Bisanzio» e di «La strega Èva» di H erczeg. Per desiderio di Franco Ciarlantini ad ogni volume abbiam o premesso u n ’am pia prefazione non tanto elogiativa, quanto destinata a dare un profilo dell’A utore, presentandolo come artista ed uomo, sviluppando dei tracciati intim i e possibilm ente autobiografici. M a prim a che ì libri apparissero, l’autore di queste righe (che non solo era a conoscenza, ma aveva egli stesso curato l’edizione di una parte dei libri) provvide che possibilm ente in tu tti i maggiori giornali e riviste italiani appa rissero piccoli e grandi articoli sui singoli scrittori e sulle loro opere, per ten er desto l’interesse verso lo scrittore, anche in questo campo. A questo scopo ha servito per esempio il romanzo di Francesco H er czeg «La porta della vita», che prim a di essere pubblicato in volume era apparso a p untate su una delle più diffuse riviste letterarie italiane, «Novella», così come si è fatto in seguito con altri rom anzi magiari, affidandoli a grandi riviste. A qualche mese di distanza dall’apparizione dei libri della Casa «Alpes», u n ’altra grande casa Editrice milanese, «Corbaccio», lanciò una nuova raccolta di opere di scrittori magiari. Come «Alpes», anche «Corbaccio» conosce l’arte della edizione e della diffusione del libro, senza la quale, fin dalle prim e ore della pubblicazione, anche il più grande capolavoro è un tesoro sepolto. M a «Corbaccio» form ulò un altro program m a per ì libri da trad u rre : ricco di un pubblico di lettori più vasto, appunto per questo scelse romanzi magiari allegri, divertenti, movim entati. L ’agile direttore del «Corbaccio», Enrico D all’Oglio, nella scelta delle opere badò accuratam ente che sebbene divertenti ì romanzi fossero prettam ente magiari, non solo per ì nomi dei protagonisti, ma tipici dal p unto di vista del modo di pensare, della individualità. Q uesta idea lo condusse alla fondazione della collezione «Hungaria», con la quale ha voluta dare una espressione e una prova della sua amicizia verso l’U ngheria, poiché è sua convinzione che un popolo si può ben far conoscere al mondo attraverso la letteratura, e che la conoscenza del popolo e dell’anima magiara esprim e due valori : artistico e politico. G li scrittori magiari debbono essere grati a Enrico D all’Oglio per la sua bella edizione — e le case editrici magiare possono im parare dalla loro simile italiana — poiché la collezione «Hungaria» di «Corbaccio» fa la gara con la popolare casa editrice «Slavia» che fa conoscere agli Italiani ì più grandi scrittori russi. Enrico D all’Oglio ha avviato la collezione «Hungaria» con un poderoso apparato, e prim a ancora dell’apparizione del prim o volume, ha lan ciato sul m ercato librario centom ila fascicoletti verdi, nei quali enunciava il program m a della collezione «Hungaria», e tracciava dei piccoli ritratti dei mas R A SSE G N E 259 sim i sc ritto ri m a g iari, co n l’elen c o d e lle lo ro p iù im p o r ta n ti o p e re . E ’ q u e s ta u n ’ab ile m o ssa e d ito ria le , c h e nel c o n te m p o se rv e a f a r c o n o s c e re l ’e s se n z a d i tu tta la le tte ra tu r a m a g iara. «C orbaccio» ha fino a d oggi p u b b lic a to 1 s e g u e n ti ro m a n z i m a g ia ri : «L e b ra c c ia d ella V e n e re di M ilo» di F ra n c e sc o H e rc z e g , « L ’U ltim o B o h ém ien » d i E u g e n io H e lta i, «II m ostro» d i N ic c o lò S u rà n y i, «P ensa so lo alla tu a p ip a , L ad an y i» di C o lo m a n n o C sa th ó . S i v olev a c h e i lib ri p e r le co lla n e d e lla «Alpes» e d i «C orbaccio» fo s se ro scelti tr a q u e lli in cu i p iù f o rte m e n te è e s p re ssa l ’a n im a u n g h e re s e , sia n ella p e rso n a d e ll’a u to re , sia n e lla s u a o p e ra , nel m o d o d i s e n tir e e n el p e n sie ro su o e dei p ro ta g o n isti. A ll’e s te ro , e sp e c ia lm e n te q u i in Ita lia , si so n o r a p p re se n ta te m o lte c o m m e d ie m a g ia re , m a a ttra v e rs o a q u e s te n o n ci si p u ò fa re u n co n c e tto d ella le tte ra tu r a e d e ll’a n im a u n g h e re s e . Q u e s te c o m m e d ie so n o abili creazio n i, sp e sso ra g g iu n g o n o e s u p e ra n o 1 m o d e lli fra n c e si, e d im o s tra n o ab ilità e g enio p e r il p a lc o sc e n ic o . S p e sso p e rò n o n riv e la n o n e m m e n o v alo ri nazio n ali, e n o n p o rta n o in sc e n a a m b ie n ti m a g ia ri, « au striac izz an d o » a n c h e q u esti, ta n to c h e u ltim a m e n te è a c c a d u to c h e u n a rag a zza tip ic a m e n te u n g h erese, sul p alco sc en ic o è d iv e n u ta u n a v ie n n e se «S ù sses M ad el» c h e m a n g ia «Wurstel» d i F ra n c o fo rte . D i q u e s to se n z a d u b b io n o n h a n n o ta n to c o lp a gli au to ri m ag iari c h e c re a n o q u e s te fig u re d a p a lc o sc e n ic o p iù o m e n o in te r n a z io nale, q u a n to le a g e n zie te a tra li c h e fa n n o tr a d u r r e le c o m m e d ie d al te d e sc o . E q u a n d o u n la v o ro m a g ia ro v ie n e tr a d o tto d al te d e sc o , p e r d e g ià la s u a n a tu ra le b ellez za e lo sp e cia le s a p o re , e al p o sto d i q u e s to a c q u is ta u n a ltro s a p o re di a m b ie n te te d e sc o , così c h e q u a n d o u n a tr a d u z io n e d a q u e s ta lin g u a si a p r e la stra d a su l p alco sc en ic o ita lia n o , sig n ifica u n a n u o v a p e r d ita d i s e n tim e n to , di p e n sie ro , d i sa p o re e di o rig in a lità . S e n z a d ir e p o i c h e in te d e s c o è in e s p rim i bile tu tt o q u a n to in v e ce la lin g u a ita lia n a p u ò re n d e re fe d e lissim a m e n te se il lavoro v ie n e tr a d o tto d a ll’o rig in a le . A p p u n to p e r q u e s to le v ec ch ie tra d u z io n i d ei ro m a n z i d i Jó k a i, M ik s z à th ed H e rc z e g so n o sp e sso in d ig e rib ili e n o n e m a n a n o il b u o n g u sto e il p ro fu m o m agiaro. Q u a n to è sta to g iu sto il c o n c e tto d i a ffid a re ai n u o v i e d ito r i, ro m a n z i m agiari d i g ran v alo re c o n c a ra tte re tip ic a m e n te n az io n a le e c h e p a le sa n o tu tt o il genio d ella raz za, lo d im o s tra n o gli s tu d ii c ritic i p u b b lic a ti d ai m a g g io ri g io r nali (citiam o a caso il g ra n d e a rtic o lo di E h g io P o sse n ti, « L u ci m agiare», sul «C o rriere d e lla Sera») e d a lla g ra n d i riv iste le tte ra rie (« L ’Ita lia L e tte ra ria » ) sen za co n tare gli in n u m e re v o li a rtic o li a p p a rs i s u g io rn a li e riv iste ita lia n e , e p e rs in o nel q u o tid ia n o d e ll’Isola di R o d i, «Il M e ssa g g e ro di R odi», c h e p u b b lic ò u n artico lo p ie n o di e n tu s ia s m o a firm a d i A le s sa n d ro T a s s o n i E s te n s e , — e le piccole e g ra n d i c ritic h e c h e o g n i v o lta , m e tto n o in rilie v o le d o ti d i o rig in a lità degli sc ritto ri u n g h e re s i, il c a ra tte ris tic o m o d o d i s e n tire e p e n s a re , c h e d o n a u n o speciale sa p o re alle lo ro o p e re a lta m e n te a rtis tic h e . Q u e ste c a ra tte ris tic h e d i s e n tim e n to e d i p e n s ie ro , p u r n o n s a p e n d o d i eso tico , h a n n o a v v in to l’in te re s s a m e n to d i t u t t i . E cosi gli s c ritto r i m a g ia ri, m e d ia n te i lo ro ro m a n z i, h a n n o s e rv ito il s u b lim e sc o p o p a trio ttic o , e d h a n n o in c u rio sito il le tto re v e rso i lib r i c h e v e rra n n o , n ei q u a li sp e ra d i tro v a re gli stessi valori. A lc u n i s tu d i c ritic i su lle o p e re d eg li s c ritto ri m a g ia ri, a n c h e sui m assim i g io rn ali, so n o sta ti d e i v e ri in n i su lla v ir tù , il d o lo re , l’a lle g ria e la m e stiz ia u n g h e re se , cosi c h e n o n solo l’a u to re del lib ro p o te v a d iv e n irn e fiero, m a tu tta la n a z io n e m a g ia ra . E le c ritic h e s c ritte su i ro m a n z i a p p a rs i, h a n n o d a to ra g io n e a n c h e a ll’id e a d i fa r p re c e d e re il ro m a n z o d a u n a p re fa z io n e b io g rafica v iv ace, e n o n g ià d a u n sag g io a rid o . I c ritic i, p rim a a n c o ra d i le g g e re il ro m a n z o , h a n n o c o n o s c iu to così lo s c ritto re , e n elle lo ro c ritic h e lo h a n n o fa tto a p p a r ire q u a si c o m e u n lo ro 17* 260 RASSEGNE personale conoscente ed amico. Qualche caratteristica individuale dell’animo, un episodio della sua vita, ha illum inato il segreto della officina dello scrittore, come pure la sua vita privata, e questi motivi li abbiamo potuti rileggere nelle critiche che così non solo hanno fatto conoscere il romanzo, ma anche Io scrit tore, e m ediante questi la vita stessa dei M agiari. Era appunto per ciò necessario che gli scrittori e le opere che do vevano battere per prim i la strada fossero scelti dagli E ditori, dal punto di vista ungherese collettivo : e cioè che lo scrittore e la sua opera fossero rappresen tativi non solo dal punto di vista individuale, ma da quello di tu tta la nazione ungherese. In Italia il genio magiaro si im pone specialmente m ediante le opere di H erczeg, del quale sono stati pubblicati «I Pagani», «La porta della vita», «Bisanzio», «La strega Èva», «Le braccia della V enere di Milo», e sono in corso di stam pa «Il M otore Lànszky», «Giacomo e Giacobbe» (A ndor és Andràs), «Le due vite di Maddalena» e «Le signorine Gyurkovics», questi ultim i due rispettivam ente dopo essere stati pubblicati a puntate su «Novella» e «L’Il lustrazione del Popolo». I romanzi magiari sono molto ricercati dalle riviste, tanto che —- cosa di cui per il passato non vi era esempio — li pubblicano a puntate. Sono apparsi così <<Ii Pellegrino dalla fronte d ’argento» di Giulio P ekàr su «Augustea» di Roma, «Violetta» di Colomanno Csathó sulla «Illu strazione» di M ilano, «Giaguaro» di Eugenio H eltai su «Piccola» pure di M ilano. E ’ una prova questa della sim patica popolarità di cui godono ora i ro m anzi magiari, e questo serve per diffondere sem pre più la conoscenza degli scrittori magiari, poiché si pongono il loro nome e le loro opere sotto cen tinaia di migliaia di occhi curiosi. I romanzi apparsi e da apparire nelle riviste, n aturalm ente vedranno la luce anche in volume. P er 1 romanzi di Herczeg ga reggiano «Alpes» e «Corbaccio», ed anche due altri editori. In autunno apparirà nell’edizione della «Alpes» «Il Pellegrino dalla fronte d ’argento» di Pekàr, e contem poraneam ente «Corbaccio» pubblicherà due brevi rom anzi «Il R itratto di L ord Burlington» e «Il Potere», pure di Pekàr. E allora «Corbaccio» lancerà pure i romanzi di Colomanno Csathó «Violetta», e «Il Corvo sull’orologio della torre». F rattanto avrà pubblicato «Salotto rosso» di Giulio Wlassics, ora in corso di stam pa, ed altri, fra i quali il m onum entale capola voro di Lodovico Zilahy, «I due prigionieri». T rad o tto da A ntonio W idm ar, «Corbaccio» pubblicherà pure «Il poeta sanguinoso» di Desiderio K osztolànyi. I lavori di H eltai e di Csathó sono tutti im pegnati per il «Corbaccio», sebbene un romanzo di Heltai, «Pensione di fa miglia», sia già apparso nella «Collana d ’oro» dell’E ditore Cappelli, assieme ad uno di G iulio Pekàr, «La dam a del giglio». «Corbaccio» quest’anno pubblica «La storia dell'Ungheria» di Francesco E ckhardt, nella traduzione di Rodolfo Mosca, con una prefazione del deputato e professore universitario A rrigo Solmi. N el program m a di quest’anno del «Corbaccio» figurano pure Heltai e S urànyi, con nuovi rom anzi, M ihàly Babits col suo romanzo «Cahffa cicogna», A dorjàn Bónyi con «Il birbante», Géza G àrdonyi, Kàlm àn M ikszàth, Zoltàn A m brus, il conte Miklós Bànffy, S àndor Bródy, Frigyes K arinthy, T erka Lux ed altri. M olnàr se lo dividono due editori : «Alpes» prepara l’O pera Omnia teatrale di M olnàr, e «Corbaccio» pubblica i romanzi e i suoi lavori umoristici. O ltre di questo l’«Alpes» lancierà quest’anno un volume intitolato «An tologia dei novellieri magiari», che consta di una raccolta di trenta caratteri stiche novelle di trenta narratori magiari, nella traduzione di Aldo Borgomaneri e dello scrittore di queste righe. Ogni novella sarà preceduta da una breve m a esauriente e tipica biografia dell’autore. Pure nella traduzione di Aldo Bor- RASSEGNE 261 gomaneri (che, sem pre in collaborazione coll’autore di questo articolo ha tra dotto «Le favole della città triste» e la com m edia «Il V estito grigio», am bedue dalla Contessa M argit Bethlen), apparirà il recente volume della M oglie del Prim o M inistro magiaro, «Il D io dell’Isola felice». N aturalm ente, il program m a che è ancora da realizzare non è p er fetto. Gli editori si riservano piccoli e grandi m utam enti ; inoltre vi m ancano molti grandi e significativi nomi. M a le trascuratezze di molti decenni non si possono riparare in due anni. F ra queste trascuratezze vi è la m ancata tra duzione dei romanzi di Jókai e di M ikszàth, che il pubblico italiano non co nosce abbastanza. M a gli editori debbono andare molto cauti nella scelta di tali romanzi, poiché anche quelli che non sono invecchiati, possono essere lon tani assai dalla m entalità del pubblico italiano. La fantasia vivace di M aurizio Jókai e il suo dolce rom anticism o non sortirebbero oggi forse l’effetto che fecero all’epoca della loro com parsa. M a l’epoca rom antica, pare faccia ritorno, e le creazioni delle grandi fantasie sem bra che interessino il gran pubblico : gli editori italiani aspettano il ritorno di questa epoca, o almeno il principio, per far conoscere i grandi capolavori rom antici magiari al pubblico d ’Italia. N on è ancora giunto il tem po per la traduzione in italiano dei nuovi e più recenti scrittori magiari ; come hanno detto i maggiori critici, prim a occorre far conoscere le opere letterarie che si ricollegano alle grandi tradizioni nazio nali, e che sono quasi classiche, così che seguano poi più tardi 1 rami tardivi del vecchio albero letterario, quando non potranno più m ettere della confusione nella generale imm agine dello spinto magiaro. Lo scopo di questo m ovim ento letterario e di propaganda, è quello di percorrere passo per passo tutta la letteratura ungherese. M a il prim o dovere è di riparare alle passate trascuratezze, di cui sentiam o p u r sem pre la colpa, quando si pensi che di una ricca letteratura non si era tradotto quasi nulla da un mezzo secolo, e che questa letteratura avrebbe potuto far conoscere e palesare chiaram ente al mondo l’esistenza e l’essenza della nazione e dell’anim a magiara. Gli editori hanno scelto i vessilliferi delle tendenze nazionaliste, perchè essi, come ripeto, considerano il libro come il migliore diplom atico, e perchè questi libri non hanno solo un solito, banale scopo di diletto, ma debbono fare avvicinare le anim e dei due popoli, e dall’amicizia far nascere una vera e pro pria fratellanza. * . . . Sono passati appena due anni da quando il M inistro della Pubblica Istruzione U ngherese, il C onte K uno K lebelsberg venne per la prim a volta in Italia in visita ufficiale, a R o m a ; era la prim avera del 1927, e mi trovavo anch’io fra le m ura della città eterna : un m em bro del suo seguito mi pregò di acquistare per il M inistro tu tti i volumi ungheresi apparsi in traduzione italiana. D opo una febbrile ricerca di due giorni, potem m o scovare soltanto un volume con «Bizanzio» e «La strega Èva» di H erczeg, tradotti dal Barone Lodovico Villani e da Alessandro D e Stefani. M a ora di volumi tradotti dal magiaro, nelle vetrine dei librai fanno pompa di sè tanti da poterne fare una piccola biblioteca. E nutriam o viva spe ranza che entro pochi anni si supereranno 1 cento volumi . . . E tu tti i cento volumi propugneranno, m ediante il genio magiaro trio n fante, la sacra verità magiara . . . Ignazio Balla.