GODS OF METAL 2007(secondo giorno)

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GODS OF METAL 2007(secondo giorno)
Ozzy + Korn + Megadeth + Black Label Society + Type O' Negative + Sadist + Slowmotion Apocalypse (Milano 30/06/2007)
Administrator, Thursday 06 June 2013 - 06:50:00
Verso le ore 11:00 del mattino, all'idroscalo di Milano, si aprono i cancelli, di
quello che sarà uno dei festival più esplosivi dell'estate in ambito Metal.
Dopo essere entrati salutiamo uno dei veterani del Gods, vale a dire il mitico
frate Cesare, l'esempio vivente di come musica Metal e religione possano
coesistere (black metallers imparate da quest'uomo).
Dopo esserci riforniti di litri e litri di acqua (bere birra sarebbe equivalso al
suicidio visto il caldo), ci incamminiamo lentamente verso il palco, dove uno
dei gruppi vincitori del contest di Myspace.com, aveva appena cominciato ad
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esibirsi. Sinceramente non ho capito neanche il nome del gruppo, ma lo stile
era chiaro: metal-core.
Dopo qualche pezzo, questo gruppo di cui ripeto non ricordo il nome, lascia
il palco ai nostrani Slowmotion Apocalypse , un altro gruppo di metal-core
che sinceramente dopo un paio di pezzi ha cominciato ad annoiarmi a
morte. L'unica sorpresa è stata alla fine, quando il cantante ha chiamato sul
palco Gianluca Perotti , leader degli Extrema , col quale hanno eseguito una
particolare versione di Be Quick Or Be Dead degli Iron Maiden , a due voci.
Forse è stato questo l'episodio più bello del loro set.
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E mentre il sole continuava a spaccarci le cervella, ecco salire sul palco i
Deathstars , truccati a dovere, come si conviene a gruppi di un certo genere.
Gli svedesi ad onor del vero hanno una buona presenza scenica, ma il loro
gothic-industrial metal non convince appieno. Il cantante sembrava aver
perso la voce dopo qualche pezzo, ed ecco che il loro breve (per fortuna)
concerto si trascina stancamente verso la fine. Solo quando viene eseguita "
Cyanide " finalmente muoviamo un po' il sedere, grazie anche al bassista,
davvero un ottimo intrattenitore oltre che un ottimo screamer.
Da questo momento in poi andrò via dal palco solo 3 volte: due per bisogni
fisiologici, l'altra per non prendere troppi pugni.
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E'quindi la volta dei Sadist . Questi ragazzi miei, sono il futuro del metal in
Italia. Lo so è vero che suonano da diverso tempo, però il loro death metal
è davvero irresistibile. Impossibile stare immobili ascoltando le sfuriate
chitarristiche di Tommy Talamanca ; non che il resto della band sia stato da
meno: Andy Marchini ci ha fatti impazzire col suo basso a sei corde, per non
parlare di quella macchina da guerra di Alessio Spallarossa , ma senza
dubbio il vero mattatore è stato lui Trevor Traverso .
Altro che svociato (come spesso vengono definiti i cantanti di questo genere
in sede live), Trevor sciorina una prestazione da vero professionista,
alternando ad un feroce screaming un growl altrettanto violento, trovando
anche il tempo di far sorridere il pubblico in più di un'occasione, ad esempio
quando prima di eseguire " Christmas Beat " ha chiesto al pubblico presente
quanto odiasse Babbo Natale, e poi via con il classico death metal
spaccaossa. Molto bello anche l'intermezzo strumentale, dove è uscita fuori
per l'ennesima volta la perizia tecnica dei tre musicisti della band.Davvero
un peccato che abbiano suonato per così poco tempo.
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Dopo questa sfuriata di death metal (io avevo già perso la voce), ecco
arrivare gli "uomini in verde", i Type O'Negative capitanati da un Peter
Steele in grande forma. Oddio, è vero che pallido com'è sembra che abbia
perennemente la febbre, però quando lui e Kenny Hickey cominciano ad
alternarsi al microfono, la febbre viene a noi: la febbre da gothic-doom .
Se escludiamo gli episodi del nuovo riuscitissimo album, la band ha suonato
pezzi abbastanza lunghi e lenti, per la gioia di tutti i loro fans "hardcore", ma
sinceramente non ho condiviso la scelta di escludere due canzoni come "
Dead Again " e " My Girlfriend's Girlfriend ".
Nel complesso la band ha davvero suonato magistralmente: Josh Silver
(tastiera) e Johnny Kelly (batteria) scherzavano continuamente tra di loro,
mentre Steele si divertiva a mostrare la lingua alle telecamere e a rigirare gli
occhi come The Undertaker.
Più ligio al dovere, ma non per questo meno carismatico e divertente, è
stato Kenny Hockey , di cui ho scoperto solo durante il concerto le doti vocali
davvero ottime.Durante il set, fanno il loro ingresso tre membri dei Lacuna
Coil (grandi amici dei Type O'Negative) che saltellano qua e la sul palco, per
far scatenare ancora di più il pubblico già in visibilio.Per concludere in
bellezza, i 4 americani ci regalano una Black n.1 eseguita magistralmente,
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ma soprattutto col cuore in mano (e chi c'era potrà confermare).
Missione compiuta quindi per Peter e soci.
Appena terminato il set dei Type O'Negative, comincio ad intravedere maglie
nere e bandiere sudiste dappertutto: oh-oh stanno arrivando i Black Label
Society . Zakk e soci li avevo già visti due anni fa sempre al Gods, nel tour
di supporto a Mafia , mentre oggi sono qui a Milano per supportare " Shot To
Hell ", un album che a dire il vero non mi ha convinto più di tanto.
Appena salgono sul palco, un boato echeggia nell'idroscalo e subito si parte,
ma.purtroppo non riesco a godermi i primi due pezzi, perchè sono costretto
ad andare via dalle prime file, in quanto pare che la gente preferisca
spingere e strattonare anziché godersi la musica, ma vabbè sono scelte.
A questo punto io vado verso le transenne che separano il palco dall'area
vip e da qui mi godo finalmente il concerto della band di Zakk. Come dicevo
prima i pezzi dell'ultimo album non convincono più di tanto, neanche in
sede live e quindi il bello arriva solo verso la fine quando vengono eseguite
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le varie " Fire It Up " e " Stillborn ". Nel complesso però il loro set è stato
molto bello, anche se forse meno coinvolgente rispetto a 2 anni fa. Zakk
come sempre mette in mostra le sue abilità di guitar-hero e la band si
dimostra sempre all'altezza delle aspettative.Avrei preferito stare sotto al
palco per potermi godere questa grande band, ma come ho già detto per
colpa di alcuni imbecilli questo non è stato possibile. Comunque massimo
rispetto per i BLS.
Frastornati dal sole e dalle note della band americana, cerchiamo di trovare
di nuovo la nostra posizione sotto al palco, ma stavolta preferiamo spostarci
più verso sinistra, in modo da evitare incidenti come quello di cui sopra.
Ed eccoci arrivati al momento dei Megadeth. Neanche a farlo apposta, la
band di Mustaine , suonò lo stesso giorno dei BLS due anni fa a Bologna, e
quindi li avevo già visti all'opera.
Però quel giorno fu un trauma per me: un Mustaine completamente assente
che non incitava il pubblico, pensava solo a suonare e basta. Tra le tante
cose all'epoca supportavano " The System Has Failed ", un disco non troppo
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bello e quindi anche la loro set-list ne risentì.
Ma i Megadeth del 2007 sono diversi: innzanzitutto al basso c'è una new
entry, ovvero James LoMenzo , manco a dirlo ex Black Label Society .
Mai scelta fu più azzeccata: James a volte riesce addirittura a rubare la
scena a Mustaine grazie al suo carisma ed alla sua simpatia. Bravissimi
anche i fratelli Glen Drover abilissimo nell'eseguire alcuni assoli che anni
addietro eseguiva un certo Marty Friedman e Shawn Drover , che marchiava
a fuoco il suo pittoresco drum-kit. Ma i nuovi Megadeth sono diversi anche
nel modo di porsi verso il pubblico: ridono, scherzano e soprattutto suonano
divinamente.
Questa volta i pezzi del nuovo "United Abominations" sono davvero una
mazzata, basti sentire "Sleepwalker" o "Washington Is Next!" per rendersene
conto.Mustaine si diverte a consumare la sua (anzi le sue) sei corde
eseguendo assoli da brivido, facendo impazzire il pubblico, che accoglie con
calore anche i nuovi pezzi di cui sopra.
Ma il piatto forte della band, come sempre sono i classici: si parte con "
Tornado Of Souls ", per proseguire con " A Tout Le Monde " e " Peace Sells
". Ma alla fine quando il concerto sembrava finito, ecco che la band tira fuori
l'asso dalla manica: un fantastico medley dei loro più grandi classici che
parte con " Holy Wars " e tocca " The Mechanix " e " Symphony Of
Destruction ".
A dir la verità visto che come ho già detto erano presenti i Lacuna Coil, mi
sarei aspettato un duetto di Cristina Scabbia con Dave Mustaine in A Tout
Le Monde (duetto che è presente proprio nel remake di questa canzone
nell'ultimo album dei Megadeth), ma poco importa: i Megadeth hanno fatto
vedere a tutti non solo come si suona del vero Thrash Metal con le palle, ma
soprattutto hanno dato per l'ennesima volta la dimostrazione di esserci
ancora e di poter dare ancora tanto.
E dopo esserci riforniti di acqua per l'ultima volta, ecco che la gente
comincia a correre verso il palco per potersi godere i co-headliner della
serata, i Korn..
Ultimamente in casa Korn ne sono successe di tutti i colori: Brian "Head"
Welch è fuggito via in preda ad una crisi mistico-cristiana, David Silveria ha
momentaneamente (si spera) abbandonato la band, ma James "Munky"
Shaffer, Reginald "Fieldy" Arvizu e Jonathan Davis, non si arrendono e
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vogliono a tutti i costi mandare avanti quella che è una delle band più
importanti in ambito crossover (parlare di nu-metal sarebbe un po' riduttivo,
viste le loro numerose influenze).Sinceramente l'ingresso sul palco dei Korn
mi ha un po' spiazzato. Per primo è entrato il tastierista, poi è stata la volta
del nuovo chitarrista, il turnista Clint Lowery e dei due percussionitsti. A
questo punto mi sono chiesto se i Korn fossero diventati gli Slipknot, e
questa mia tesi è stata avvalorata dal fatto che dietro le pelli sedeva il
piccolo-grande Joey Jordison, batterista appunto dei 'Knot.
Ma alla fine eccole li le tre colonne portanti della band, Munky, Fieldy e
Jonathan che partono con " Here To Stay ", direttamente dal mai troppo
amato Untouchables. Poi si prosegue sulla scorta di Twist, dove Davis
mostra a tutti cosa vuol dire intrattenere il pubblico, "Falling Away From Me",
"Right Now" e "Somebody Someone".
Il pubblico rimane a bocca aperta quando Jonathan prende la cornamusa in
mano e comincia a suonarla.dopo pochi secondi, ovazioni a destra e a
manca.
Ma la band ha ancora molto da dire, "Freak On A Leash" ne è l'esempio:
qui il pubblico impazzisce davvero e sembra indiavolato, ma mai quanto
Jonathan che nel celeberrimo break centrale da il meglio di sé.
La loro splendida esibizione (che comprende anche l'ultimo singolo "
Evolution ", davvero molto bello) si chiude con " Blind " che regala al
pubblico più di un'emozione.
Grandi Korn, speriamo in una reunion con la formazione originale, perché
anche se Joey Jordison è un grande, il resto della band (a uno dei due
percussionisti e naturalmente i tre membri originari) non è che fosse così
carismatica, sembrava che giocassero alle belle statuine.
Ma sinceramente quando si è al cospetto di una band come i Korn, non si
guarda certo il pelo nell'uovo.
Finito l'inferno crossover, vedo con mio sommo rammarico, che molta gente
sparisce, ragazzini che vanno via, cioè ma dico siamo impazziti???
Sta per arrivare una delle leggende del metal e voi sparite??? O mio Dio.
Comunque, durante la giornata ho visto dei tipi davvero eccentrici, vestiti
come Ozzy in tutto e per tutto. Ce ne era uno che era davvero uguale al
mitico Ozzy, tant'è che mi sono anche complimentato con lui.
A dir la verità tutti credevamo di dover aspettare chissà quanto tempo dopo
che i roadies avevano terminato di smontare la strumentazione dei Korn, e
invece non molto dopo, il tempo di accordare un po' la batteria e sistemare
delle fastidiosissime casse che ci impedivano di guardare il tastierista della
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band, ecco che le luci si spengono. Il cuore batte fortissimo.ho il cuore in
gola.si sente una voce, è lui ,ma.non è sul palco, è dietro le quinte ed
intona un "Oh oh oh oh oh oh oh oh" come allo stadio e il pubblico risponde
"Ozzy Ozzy", continua ancora un minuto e poi via parte la musica di
introduzione, e uno ad uno entrano i membri della band, tastierista, Blasko ,
Mike Bordin ed infine Zakk Wylde . Dopo qualche secondo eccolo, è lui,
dopo quasi dieci anni è di nuovo in Italia, il Madman , il vecchio pazzo
dell'Heavy Metal, Ozzy Osbourne.
Il pubblico è impazzito, urla disumane, cori che definire da stadio è poco
(si vocifera che ci fossero 18.000 persone), ed ecco che Ozzy comincia ad
aizzare il pubblico con i classici "COME ON" e "LOUDER", ed infine "LET
THE MADNESS BEGIN!", e subito via con " Bark At The Moon " che credo
tutta Milano abbia sentito. Subito dopo accendini alla mano e via con "
Mr.Crowley "; Ozzy è scalmanato e sembra essere ringiovanito di almeno
20 anni: salta, urla e soprattutto canta davvero bene e non stecca quasi mai,
se escludiamo alcune parti di " No More Tears".
Ma Mr.Osbourne è sempre lui, getta secchi d'acqua sul pubblico, si
abbassa i pantaloni mostrando il suo ormai leggendario sedere, tira i capelli
a " Zakk Wylde " durante gli assoli, corre da una parte all'altra del palco
facendo andare in visibilio non solo i giovani, ma anche gli ultracinquantenni
presenti all'idroscalo.
La scaletta è ottima, e comprende anche " War Pigs " dei Black Sabbath , "
Believer ", " I Don't Want To Change The World " e naturalmente " Mama I'm
Coming Home ".
Da Black Rain sono state estratte solo due canzoni: " I'm Not Going Away "
ed " Here For You ", mentre molti (me compreso) aspettavano l'ultimo
singolo " I Dont' Wanna Stop ", per non parlare di altre due canzoni che
solitamente fanno parte della set-list di Prince of darkness , ovver " Gets Me
Through " e " Miracle Man ".
A metà concerto ecco che Ozzy ed il resto della band lasciano Zakk solo
sul palco, pronto ad eseguire un lungo assolo per la gioia di tutti. E Zakk
come sempre ha stupito tutti grazie alla sua bravura, e per un attimo ho
rivisto Randy Rhoads (R.I.P) che con la sua chitarra fece sognare negli anni
80 tutti i metal kids del mondo.
In fondo questa serata è anche per lui.
Alla fine : "All at board ah ah ah ah ah ah" ecco arrivare come sempre la
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mitica " 0 ", dove la band ha dato il meglio di se e il pubblico ormai senza
più voce, continuava a fare sfracelli ed intonare i classici cori : "Ozzy,
Ozzy", mentre il Madman si apprestava ad introdurre l'ultima (purtroppo)
canzone della serata: " Paranoid ".
E qui o davanti o dietro non potevi fare a meno di prendere qualche
cazzotto.
Una delle canzoni più famose in ambito Heavy Metal non può che essere
cantata da tutti: il pubblico questa volta era inferocito come mai lo era stato
per tutta la giornata (e te credo.), spinge, urla, strattona, poga, salta, fa il
mitico saluto metal con le corna, si agita, si fa male, sviene e tutto questo
per lui, un uomo che a quasi sessant'anni senza nessuna leccata di culo, si
scusa per il fatto di essere stato lontano dal nostro paese per tutto questo
tempo, e sperando che l'Italia gli abbia perdonato questa assenza: ma certo
che ti perdoniamo Ozzy.
Per tutto il concerto ci hai fatto divertire, noi abbiamo fatto divertire te.
A tutti gli assenti: mi dispiace dirlo, ma quello che abbiamo visto noi, non
potrete mai vederlo su un dvd o sentirlo su un doppio o triplo cd live. Le
risate di Ozzy col resto della band, Mike Bordin che per poco non lo colpisce
con una bacchetta ed Ozzy che lo manda scherzosamente a quel
paese.INCREDIBILE AMICI!
Alla fine Ozzy, si mette un cappello nero in testa, abbraccia per l'ennesima
volta Zakk Wylde, tutta la band si riunisce in mezzo al palco, inchini,
applausi, lancio di polsini, plettri e bacchette e poi via, Ozzy ci saluta :"
GOOD NIGHT!!! I LOVE YOU!!! GOD BLESS YOU ALL!!!" e va via come se
avesse appena salutato un amico di vecchia data, insieme all'ormai
inseparabile Zakk.
God bless you Ozzy, grazie di tutto e speriamo di poterti vedere ancora in
azione, magari con i tuoi vecchi amici, i Black Sabbath.
Un ringraziamento speciale a Rosanna, Fabio, Maddalena, Angelo ed
Antonio miei compagni in questa splendida avventura.
Crazoyde (Foto by Roxanne)
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