In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella

Transcript

In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella
Il decennio
di Solidarność
In Polonia ci sono voluti 10
anni, in Ungheria 10 mesi,
nella Repubblica Democratica
Tedesca 10 settimane,
e in Cecoslovacchia
occorreranno forse 10 giorni…
Realizzatori della mostra:
Redazione (selezione e cura dei testi):
Łukasz Bertram
Coordinamento:
Maria Krawczyk
Ricerche del materiale iconografico:
Tomasz Gleb, Mariusz Olczyk, Ewa Sularz
Progetto grafico:
Danuta Błahut-Biegańska
Ricerche del materiale testuale:
Agnieszka Dębska, Piotr Głogowski,
Dorota Kruk, Małgorzata Kudosz,
Marta Markowska, Katarzyna Puchalska,
Wojciech Sapiecha, Mateusz Sidor
Cura della fotografia:
Piotr Janeczek, Piotr Suwiński
Ideazione:
Zbigniew Gluza
Impaginazione:
Piotr Janeczek, Piotr Suwiński
fot. Stanisław Markowski
LA MOSTRA È STATA PREPARATA DA OŚRODEK KARTA (CENTRO KARTA)
IN COLLABORAZIONE CON DOM SPOTKAŃ Z HISTORIĄ
(CASA DEGLI INCONTRI CON LA STORIA) DI VARSAVIA SU COMMISSIONE
DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI.
Nowa Huta, 13 ottobre 1982,
Dimostrazione dell’opposizione,
Timothy Garton Ash
Fine degli
anni Settanta.
Prospettive
dell’opposizione
Zbigniew Romaszewski (membro del KOR):
Negli anni 1976-1979 maturano in Polonia le
principali correnti di pensiero e di azione
dell'opposizione.
All'inizio del 1976 viene fondata Intesa Polacca per l'Indipendenza, la quale, nei vari
documenti via via pubblicati, riesce in quegli anni a formulare la via polacca verso la
democrazia, l'indipendenza e l'Europa.
Nell'autunno del 1976, in reazione alle brutali
repressioni contro gli operai che avevano
partecipato alle proteste a sfondo economico di giugno, nasce il Comitato di
Difesa degli Operai (KOR), che opera pubblicamente in favore dell'auto-organizzazione
della società, fedele allo slogan "Invece di
bruciare i comitati [del partito], fondate i
vostri ".
Nel marzo 1977 nasce il Movimento in Difesa dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino
(ROPCiO), anch'esso attivo pubblicamente,
che introduce nella pratica delle iniziative
dell'opposizione forti riferimenti all'indispensabile ripristino dell'indipendenza della
Polonia.
Volantino pubblicato da ROPCiO nel 60.mo
anniversario della riconquista dell'indipendenza.
Venne articolato un importante programma.
Il programma dei movimenti sociali indipendenti.
Di qualsiasi tipo, appunto: allevatori di canarini,
di cani… Questo piano di intesa è stato accettato da tutti. Noi dicevamo: "Agisci in modo indipendente, agisci in modo autentico". E questo
era l'unico elemento politico che si trovava nel
programma del KOR. […]. Incitava a creare iniziative indipendenti, invitava la società a organizzarsi da sola, a contrapporsi al monopolio
dello stato.
J. Jankowska, Portrety niedokończone... (Ritratti incompiuti…), Varsavia 2003
Raccolte di Ośrodek Karta
Andrzej Czuma (membro di ROPCiO)
sul periodico clandestino «Opinia»:
Dal Programma dell'Intesa Polacca
per l'Indipendenza:
Ogni autorità deve provenire dalla nazione e rispondere costantemente davanti
alla nazione: è infatti al suo servizio, questo è
il suo ruolo. I governanti dovrebbero dipendere dai governati, e non viceversa: ecco il
fondamento della democrazia.
Il governo e gli altri organi del potere esecutivo dovrebbero essere sottomessi
al parlamento e agli altri organi del potere
legislativo liberamente eletti dalla società.
Varsavia, primavera 1976
«Kultura» 7-8, Parigi 1976
Ogni atto di un potere esercitato per mantenere una nazione nella sottomissione a un altro
stato non può che consistere nell'imbavagliamento di questa nazione, nella censura della
parola e della pubblica informazione, non fosse
altro che per impedire che qualcuno scriva o
dica pubblicamente la breve frase: "Il totalitarismo sovietico ci ha tolto l'indipendenza". In
uno stato simile non può esservi democrazia,
perché democrazia significa libertà di parola
pubblica. E non è pensabile che la gente in condizioni di libertà di parola non parli di ciò che è
più importante per la nazione. Non esiste infatti
contraddizione tra democrazia e indipendenza.
La democrazia non esiste in un paese schiacciato, in cui ci sono solo apparenze di democrazia.
Varsavia
«Opinia» 8, 1977
Cracovia, 15 maggio 1977. Corteo funebre dopo la morte di un collaboratore del KOR, lo studente Stanisław Pyjas, assassinato dai servizi di sicurezza.
L'avvenimento ispirò la nascita dei Comitati Studenteschi di Solidarietà Fot. Maciej Sochor / PAP/CAF
Giugno 1979.
Il Papa in Polonia
Il primo pellegrinaggio del Papa Giovanni
Paolo II in Polonia ha luogo dal 2 al 10
giugno 1979. Il momento più importante è la
messa celebrata a Varsavia il primo giorno
della visita.
Giovanni Paolo II nell'omelia durante la
messa in piazza della Vittoria:
Varsavia, 2 giugno 1979. Giovanni Paolo II davanti al Castello
Reale. Fot. Chris Niedenthal / Forum
E grido, io, figlio di terra polacca e insieme io,
Giovanni Paolo Il Papa, grido da tutto il profondo
di questo millennio, grido alla vigilia di Pentecoste: Scenda il tuo Spirito! Scenda il tuo Spirito!
E rinnovi la faccia della terra. Di questa Terra!
Varsavia, 2 giugno 1979
Pielgrzymki do Ojczyzny… (Pellegrinaggi in Patria…), Cracovia 2005
Zbigniew Bujak
Varsavia, 2 giugno 1979. Giovanni Paolo II nella chiesa
di S.Anna. Fot. Teodor Walczak / PAP/CAF
(collaboratore del KOR):
Quando sono giunto in piazza della Vittoria e
ho visto centinaia di migliaia di persone in piedi
con perfetta disciplina, mi sono reso conto di
quale forza immensa disponga questo paese e
ho compreso che in realtà era ormai in macerie
tutta quanta l'ideologia del partito.
Varsavia, 2 giugno 1979
Solidarność, regia di J.M. Meurice, Ch. Talczewski, G. Meretik, 1990
Varsavia, 2 giugno 1979. Messa in piazza della Vittoria.
Fotografia a quel tempo sotto divieto di pubblicazione.
Fot. Ireneusz Radkiewicz / ADM/PAP
Varsavia, 2 giugno 1979. Messa in piazza della Vittoria.
Fot. Chris Niedenthal / Forum
Da un articolo sul quotidiano clandestino «Robotnik»:
Sono state nove giornate che hanno
scosso la Polonia, ci hanno rivelato non
soltanto la grandezza della persona del
Papa, la maestà del Suo ministero, ma ci
hanno mostrato finalmente chi siamo... [...]
Dal momento della riconquista dell'indipendenza nel 1918 i polacchi non sono mai
stati altrettanto integrati, altrettanto forti interiormente.
Varsavia, 10 giugno 1979
«Robotnik» 34, 1979
Agosto 1980.
Punto culminante
degli scioperi
Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980.
Fot. Ośrodek Karta
Con l'inizio del luglio 1980 la Polonia è attraversata da un'ondata di proteste a sfondo
economico. A Lublino le autorità intavolano
trattative con i comitati di sciopero, dichiarando tra l'altro la sicurezza per gli scioperanti.
Il 14 agosto inizia lo sciopero nei Cantieri
Navali di Danzica, al quale aderiscono via via
altri stabilimenti. Viene creato il Comitato Interaziendale di Sciopero, presieduto da Lech
Wałęsa. Il 17 agosto il Comitato presenta una
lista di 21 rivendicazioni, esigendo innanzi
tutto la creazione di liberi sindacati. Le rivendicazioni vengono fatte proprie dagli scioperanti dell'intero paese.
Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980. Persone in piedi lungo il recinto dei Cantieri,
per "difendere" gli scioperanti. Fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta
Regina Dąbrowska
(villeggiante)
nel diario:
Entriamo a Danzica e ciò che vedo mi mozza
il fiato. Gente sui muri, alle finestre, sui cancelli,
bandiere, striscioni, donne davanti agli stabilimenti consegnano qualcosa ai propri uomini.
Calma, ordine, coraggio. Scioperi di proporzioni
enormi e, insieme, calma. Una cosa stupefacente, nuova, bellissima.
Jerzy Janiszewski
(grafico, autore del logo di Solidarność):
Volevo creare un simbolo, un logo ben identificabile. [...] L'idea è nata da una somiglianza:
come le persone riunite in una folla compatta si
appoggiano solidalmente l'una all'altra [...], così
le lettere di questa parola devono appoggiarsi
anch'esse l'una all'altra.
Danzica, 19 agosto 1980
Danzica, agosto 1980
R. Dąbrowska, diario nelle raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta
A. Kaczyński, Nasz Znak (Il nostro logo), «Tygodnik Solidarność» 1, 1981
Dal Bollettino di Informazione dello Sciopero «Strajkowy Biuletyn Informacyjny»:
Siamo diversi innanzi tutto perché, stando insieme, abbiamo smesso di essere impotenti.
Siamo diversi perché per gli ultimi 30 anni ci è
stato insegnato che le promesse non vengono
mantenute.
Danzica, 27 agosto 1980
Il logo di Solidarność, aut. Jerzy Janiszewski
Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta
Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980.
Gli operai in sciopero.
Fot. A4Photo / Pressfoto
31 agosto 1980.
Intesa con il governo
Dal verbale dell'intesa stipulata a Danzica tra la Commissione
Governativa e il Comitato Interaziendale di Sciopero:
In relazione al punto primo, che recita: "Accettazione di liberi sindacati
dei lavoratori, indipendenti dal Partito e dai datori di lavoro, risultante dalla
Convenzione dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro n. 87 in materia di
libertà sindacali, ratificata dalla Repubblica Popolare Polacca" si stabilisce:
1. L'attività dei sindacati dei lavoratori nella Repubblica Popolare Polacca non ha soddisfatto le speranze e le aspettative dei lavoratori. Si
ritiene opportuna l'istituzione di nuovi sindacati autogestiti che siano un
autentico rappresentante della classe lavoratrice.
Danzica, 31 agosto 1980
Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta
Cantieri Navali di Danzica, 31 agosto 1980.
Lech Wałęsa e il vicepremier Mieczysław Jagielski
firmano l'Intesa di Danzica. Fot. Erazm Ciołek
Verso la fine dell'agosto 1980 si continua a
temere la repressione degli scioperi con la
forza, con il ricorso alla milizia e all'esercito,
o addirittura alle forze sovietiche. Le autorità optano tuttavia per il compromesso e il
31 agosto Lech Wałęsa e il vicepremier
Mieczysław Jagielski firmano un'intesa tra
governanti e cittadini senza precedenti nel
blocco comunista. Nasce il Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność.
Cantieri Navali di Danzica, 31 agosto 1980.
Persone che ascoltano Lech Wałęsa. Fot. Erazm Ciołek
Lech Wałęsa nell'intervento alla conclusione dello sciopero:
Abbiamo forse ottenuto tutto ciò che volevamo, ciò che desideriamo,
ciò di cui sogniamo? Dico sempre schiettamente e apertamente ciò che
penso. Anche adesso lo dirò con sincerità: non tutto, ma tutti sappiamo di
avere ottenuto moltissimo. Mi avete dato fiducia per tutto questo tempo, e
allora vi chiedo di credere ciò che sto dicendo: abbiamo ottenuto tutto
quello che nell'attuale situazione potevamo ottenere. Otterremo anche il
resto, perché abbiamo la cosa più importante: i nostri sindacati indipendenti e autogestiti. Questa è la nostra garanzia per il futuro.
Danzica, 31 agosto 1980
Gdańsk. Sierpień 1980. Rozmowy (Danzica. Agosto 1980. Conversazioni), Danzica 1990
Krystyna Jagiełło
Danzica, 31 agosto 1980.
Gioia dopo la firma dell'intesa.
Fot. Mirosław ępniak
(giornalista):
Quando ho lasciato i cantieri navali, una folla di persone davanti al cancello scandiva, salutando gli operai che uscivano: “Dzię-ku-je-my,
dzię-ku-je-my” (Grazie. Grazie). Alle mie spalle ho udito la conversazione
di due cantieristi:
– Siamo liberi, finalmente.
– Cosa dici, liberi lo eravamo là dentro – l'uomo mostra con la testa il
cancello spalancato dei Cantieri Navali.
Danzica, 31 agosto 1980
K. Jagiełło, Krzyż i kotwica (La croce e l'ancora), Parigi 1987
Dicembre 1980.
Pericolo di un’invasione
sovietica
Le autorità sovietiche, allarmate dalle proporzioni delle adesioni a "Solidarność"
(quasi 10 milioni) e dalla sua legalizzazione,
si preparano all'intervento armato. Le divisioni del Patto di Varsavia vengono dislocate lungo i confini polacchi, la data dell'invasione è l'8 dicembre 1980.
Il 3 dicembre 1980 il presidente Jimmy
Carter avverte il leader dell'URSS Leonid
Brežnev che gli Stati Uniti non sarebbero
rimasti indifferenti di fronte a un intervento
sovietico in Polonia; il 5 dicembre i sovietici
rinunciano al progetto.
Gennaio 1981. Il maresciallo Viktor Kulikov
(comandante in capo delle truppe del Patto
di Varsavia) con il generale Wojciech Jaruzelski.
Fot. Ireneusz Sobieszczuk / ADM/WAF
Il col. Ryszard Kukliński ("Jack Strong") in
un telegramma inviato in Occidente:
Erich Honecker (RDT) durante il consiglio
dei primi segretari dei partiti comunisti:
In complesso le forze di intervento consisteranno inizialmente in 18 divisioni. È stabilito di
tenersi pronti ad attraversare i confini della Polonia per la data dell'8 dicembre. Attualmente
emissari degli "eserciti fratelli" in civile esaminano i percorsi per l'ingresso dei propri eserciti,
le distanze e il terreno delle future operazioni. Il
copione delle operazioni per le forze di intervento prevede raggruppamenti di reparti in tutte
le principali basi dell'Esercito Polacco con
l'obiettivo di manovre a munizioni cariche. In seguito, a seconda dell'evolvere della situazione,
tutte le principali città, in particolare i centri industriali, dovranno essere isolate.
È difficile ignorare che gli avvenimenti polacchi sono in parte preponderante il risultato di un
coordinato piano della controrivoluzione interna
ed esterna. Si tratta di un frammento della politica imperialistica dello scontro e dell'intensificato sabotaggio nei confronti dei paesi socialisti. È importante capire che il POUP [partito comunista polacco] si trova in una condizione di
scontro con un nemico imprevedibile. [...] Se il
potere operaio-contadino è in pericolo, se occorre difenderlo contro le forze della controrivoluzione, che sono pronte a tutto, non rimane
altra scelta che quella di usare gli organi di sicurezza dello stato operaio-contadino.
Varsavia, inizio dicembre 1980.
Mosca, 5 dicembre 1980
Raccolta dei documenti della conferenza internazionale „Poland 1980–1982. Internal Crisis, International Dimension”
Raccolta dei documenti...
Copertina del settimanale tedesco «Der Spiegel»,
8 dicembre 1980, “ In marcia contro la Polonia”,
Raccolte Ośrodek Karta
RDT, settembre 1980. Esercitazioni militari
"Fratellanza delle Armi" delle truppe del Patto di Varsavia.
Fot. East News
Marzo 1981.
La rivolta del Paese
In seguito a un provocatorio intervento con
la forza contro i dirigenti di Solidarność a
Bydgoszcz da parte delle autorità, e come
reazione al brutale pestaggio di alcuni sindacalisti, il 27 marzo 1981 Solidarność effettua
uno sciopero nazionale di avvertimento.
Per un paio d'ore l'intero paese si ferma,
mentre il preannuncio di uno sciopero
generale significherebbe lo scontro frontale
tra società e potere. Lo sciopero generale
viene infine revocato.
Bydgoszcz, 27 marzo 1981, Sciopero di avvertimento in uno degli stabilimenti, Fot. Krzysztof Pawela / Forum
Janusz Onyszkiewicz (membro del Presidio
del Consiglio della Regione Mazowsze):
Dei preparativi allo sciopero si occuparono
proprio tutti durante lo scontro di Bydgoszcz: sia
la gente di partito, sia quella senza partito. Lo
sciopero di avvertimento fu forse la più splendida manifestazione di unità che conosca la più
recente storia polacca.
J. Jankowska, Portrety niedokończone (Ritratti incompiuti…)
Tomasz Jastrun
Varsavia, 28 marzo 1981. Inizio dei colloqui tra i massimi esponenti governativi e sindacali nell'Ufficio del
Consiglio dei Ministri. Fot. Zbigniew Matuszewski / PAP/CAF
(poeta, partecipante allo sciopero)
Servizio d'ordine ai cancelli. Striscioni su cui
appare tenacemente la parola libertà. La gente
dice: «Se ci sarà bisogno, moriremo. Non si può
più aspettare, perché loro ci spareranno con un
colpo alla nuca».
Varsavia, 27 marzo 1981
T.Jastrun, Zapiski z błędnego koła
(Appunti da un circolo vizioso), [Varsavia] 1983
Varsavia, 28 marzo 1981, Dimostrazione davanti all’Ufficio del Consiglio dei Ministri,
Fot. Jan Morek / Forum
Stanisław Kociołek a una riunione
dei dirigenti del Partito Operaio Unificato Polacco:
Siamo nella situazione di un'insurrezione
non armata contro il potere. Questa atmosfera
viene vivamente condivisa dai giovani, trova in
loro approvazione. […]Solidarność ottiene successo grazie a una linea distruttiva chiara e
coerentemente realizzata. Gode di un appoggio
totale per le proprie iniziative. Ha confermato
con lo sciopero di oggi l'efficienza organizzativa
e propagandistica.
Tajne dokumenty Biura Politycznego PZPR a Solidarność 1980-1981
(Documenti riservati dell'Ufficio Politico del POUP e Solidarność 1980-1981),
Londra 1992
Autunno 1981.
Il primo
Convegno Nazionale
di Solidarność
In due turni, nel settembre e nell'ottobre
1981, si tiene a Danzica il I Convegno Nazionale dei Delegati del Sindacato Indipendente
Autogestito Solidarność. Viene deliberato il
programma del Sindacato e anche il Messaggio per i lavoratori dell'Europa Orientale,
denso di conseguenze
Danzica, settembre 1981. I Convegno Nazionale dei
Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito
Solidarność: votazione.
Fot. Archivio Centrale del Ministero degli Interni e della P.A.
Manifesto del I Convegno Nazionale dei Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność.
Raccolte di Ośrodek Karta
Messaggio per i lavoratori dell'Europa
Orientale:
Zbigniew Romaszewski
I delegati riuniti a Danzica al I Convegno dei
Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność salutano ed esprimono il proprio appoggio agli operai di Albania, Bulgaria,
Cecoslovacchia, RDT, Romania, Ungheria e di
tutte le nazioni dell'URSS. In quanto primo sindacato indipendente nella nostra storia dopo la
guerra, sentiamo profondamente la comunanza
dei nostri destini. Assicuriamo che, a dispetto
delle menzogne diffuse nei Vostri paesi, siamo
un'autentica organizzazione di lavoratori con 10
milioni di iscritti, istituita come esito degli scioperi operai. Il nostro fine è la lotta per il miglioramento dell'esistenza di tutti i lavoratori. Appoggiamo quelli che tra Voi si sono decisi a intraprendere la difficile strada della lotta per un
movimento sindacale libero. Crediamo fermamente che tra non molto i Vostri e i nostri rappresentanti potranno incontrarsi al fine di scambiare le esperienze sindacali.
Il primo parlamento dopo la guerra, quando
tutti volevano dire la loro dopo 40 anni di silenzio. E dicevano le cose più diverse, sagge o stupide. Qualche volta si faticava a sopportare
qualche sproposito. La cosa curiosa in tutto
questo era che, alla fin fine, quando si arrivava
alla votazione vinceva il buon senso. Ritengo
che le delibere votate a "Olivia" [palazzo dello
sport], il programma che vi è stato formulato,
diano prova di una preparazione politica, di una
certa cultura en masse.
(membro della Commissione Nazionale di Solidarność):
J. Jankowska, Portrety niedokończone…(Ritratti Incompiuti...)
Danzica, 8 settembre 1981
B. Kaliski, „Antysocjalistyczne zbiegowisko”?... ("Assembramento antisocialista"?….), Varsavia 2003
Breslavia, primavera 1981.
Marcia in difesa dei prigionieri
politici. Fot. Ośrodek Karta
13 dicembre 1981.
Proclamazione
dello stato di guerra
Il 13 dicembre 1981, il capo del partito e
dello stato, generale Wojciech Jaruzelski,
proclama in Polonia lo stato di guerra. I
suoi precedenti appelli ai sovietici per un
sostegno militare da est in caso di fallimento dell'intervento interno incontrano il
rifiuto del Cremlino. L'esercito riesce tuttavia a tenere sotto controllo il paese, mentre
la maggior parte delle libertà civili viene sospesa. Gli attivisti di Solidarność vengono
internati a migliaia. Segue una paralisi
totale della Polonia.
Un giornalista:
Quando il generale ha finito con le parole: Connazionali!
Davanti all'intera nazione polacca e davanti al mondo intero
desidero ripetere queste parole immortali: "La Polonia non è
ancora morta, finché noi vivremo" – sono scoppiato a piangere. Era la fine. Avevamo perso.
Varsavia, 13 dicembre 1981
Diario anonimo nelle raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta.
Danzica, 16 dicembre 1981. Reparti dell'esercito e degli ZOMO (reparti speciali
della milizia) nel cancello scardinato dei Cantieri Navali di Danzica dopo la pacificazione dello sciopero scoppiato in seguito all'instaurazione dello stato di
guerra. Fot. Janusz Rydzewski/ Ośrodek Karta
13 dicembre 1981. Il generale Wojciech Jaruzelski
proclama in televisione lo stato di guerra.
Fot. Włodzimierz Pniewski / Reporter
Il gen. Wojciech Jaruzelski nel discorso a radio
e televisione:
Mi rivolgo a voi tutti come un soldato che ricorda
bene l'orrore della guerra. In questo paese sfinito, che
ha già conosciuto tante sventure, tante sofferenze, non
scorra neanche una goccia di sangue polacco. Tratteniamo con uno sforzo comune lo spettro della guerra
civile!
Varsavia, 13 dicembre 1981.
Stan wojenny w Polsce… (Lo stato di guerra in Polonia...), Varsavia 2001
Danzica, 16 dicembre 1981. Un miliziano ZOMO
colpisce a manganellate un partecipante alla dimostrazione. Fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta
Cezary Wiśniewski
(membro di Solidarność)
nel diario:
Non dimenticherò come aspettassimo, quanto aspettassimo che per questa strada arrivasse la classe operaia, che
mettesse in moto maestranze di molte migliaia di lavoratori. E
invece niente, un movimento irrilevante, passano veloci anche
delle silhouette umane, a volte una pattuglia, a volte un mezzo
corazzato, qualche macchina, per via Marchlewski qualche
raro tram o autobus quasi vuoti. Abbiamo fissato tutto questo a
lungo, con il morale sottoterra: quello spettacolo diceva che
Solidarność era stata sbaragliata nel giro di poche ore.
Varsavia, 14 dicembre 1981
C. Wiśniewski, diario nelle raccolte di Ośrodek Karta.
Dopo il 13 dicembre.
Il sostegno
dell’Occidente
L'instaurazione della legge marziale in Polonia suscita lo sdegno dell'opinione pubblica mondiale. Nelle settimane successive
si svolgono in molti paesi dimostrazioni di
massa in condanna di quella decisione. Il
31 gennaio 1982 le emittenti televisive degli
USA e dell'Europa Occidentale programmano il film Żeby Polska była Polską
(Affinché la Polonia sia Polonia) con la partecipazione di molti uomini politici e di cultura di rilievo. I paesi occidentali organizzano gli aiuti umanitari per la popolazione
polacca.
Danzica, intorno al 24 dicembre 1981. Scarico davanti
alla chiesa di Santa Brigida dei doni inviati dall'Olanda
per la popolazione in Polonia.
Fot. Leszek Pękalski / Ośrodek Karta
Il re di Norvegia Olaf V nel discorso per
il nuovo anno:
Sappiamo che la nazione polacca sta soffrendo non soltanto a causa degli avvenimenti
politici nel proprio paese, ma anche in conseguenza della mancanza di viveri durante un
buio e gelido inverno. In tale situazione dovremmo manifestare ai nostri amici polacchi la
nostra condivisione e il nostro sostegno. Abbiamo già iniziato la nostra azione di aiuto.
Onore a tutti coloro che hanno dimostrato iniziativa in questa direzione! Faccio il più caldo appello a tutte le donne e a tutti gli uomini norvegesi affinché questa fiamma sia mantenuta
accesa per tutto il tempo in cui sarà necessario.
Oslo, 31 dicembre 1981
«Kultura» 3, 1982 Parigi
Il presidente USA Ronald Reagan
nel film Żeby Polska była Polską
(Affinché la Polonia sia Polonia):
La nazione polacca ha una lunga tradizione
di fede e di libertà, che nessuna forza, né interna, né esterna, è in grado di distruggere.
Oggi Solidarność, il sindacato indipendente polacco, è simbolo di questo spirito incrollabile.
[...] Solidarność è simbolo della lotta dei lavoratori veri in un cosiddetto stato operaio per i fondamentali diritti dell'uomo e dell'economia. Il
diritto al lavoro e al godimento dei suoi frutti, il
diritto di riunione, di sciopero e di libertà di
parola. Gli atti pacifici di Solidarność si sono
scontrati con brutali repressioni. È caduta sulla
Polonia l'oscura notte della tirannia. Il bersaglio
di questa repressione è Solidarność, ma, attaccandola, il potere attacca l'intera nazione.
Manifesto svedese "Aiuto!". Raccolte di Ośrodek Karta.
«Archiwa Stanu Wojennego» 3, 1999
Stoccolma, 13 dicembre 1981. Dimostrazione contro
la legge marziale in Polonia. Fot. Peter Anderson
Dopo
il 13 dicembre 1981.
Solidarność
clandestina
L'instaurazione della legge marziale, efficace nel distruggere i precedenti processi
di democratizzazione della Polonia, non
può tuttavia cancellare la resistenza della
società nei confronti del regime. I leader di
Solidarność che sono riusciti a evitare
l'arresto invitano a creare la "società clandestina".
Volantino che illustra l'instaurazione della legge marziale.
Raccolte di Ośrodek Karta
Wiktor Kulerski (vicepresidente in clandestinità
del Consiglio di Solidarność
Mazowsze) nel testo Trzecia
della
Regione
możliwość (La
terza via):
Bogdan Lis (uno dei leader di "S" in clandestinità)
con il giornale su cui è stato pubblicato il suo mandato
di cattura. Fot. Fondazione Centro di Solidarność a Danzica
Necessario è non tanto creare uno Stato
Clandestino, quanto organizzarsi nella Società
Clandestina. E quindi non un punto centrale e la
piena disciplina nei suoi confronti, ma un movimento con molti fulcri, decentralizzato, informale, composto di gruppi indipendenti tra loro,
liberamente collegati: gruppi, circoli, comitati
etc. dotati di grande autonomia e libertà di decisione. Dovrebbero garantire un aiuto stabile ed
efficace a tutti coloro che sono perseguitati dal
regime, sviluppare la circolazione di un’informazione indipendente e di un pensiero libero,
creare una rete di collegamenti sociali e affermare la possibilità di autoformazione e di approfondimento, offrire un sostegno morale e psicologico.
Od trzynastego do trzynastego...(Dal tredici al tredici…), Londra1983
Ludmila Niedbalska
(regista)
nel diario:
"Qui la Stazione Radio «Solidarność»!" Su
VHF 70,1 MHz alle 21.00, otto minuti – senza
interferenze! Una trasmissione con ottima
ricezione. Chiedono segnali luminosi: se la
ricezione è buona, tre volte; se è media, due
volte; se è cattiva, una volta. Poi l'informazione
su internati (oltre quattromila), picchiati e vessati e una ballata sui minatori [in sciopero] nella
miniera "Piast".
Ci siamo preparati prima per ascoltare Radio
"S". Abbiamo preparato i registratori, abbiamo
verificato cento volte e – gioia straordinaria!
Tutti sul nostro piano sentivano bene. E alle finestre – lampeggiano i segnali! La maggioranza
delle fitte finestre lampeggia: sono dei nostri!
Corriamo dall'altra parte della casa: lampeggiano! Dall'inizio dello stato di guerra, e forse
anche da prima, non si vedevano persone tanto
felici.
È stata una stupenda iniezione di gioia e di speranza.
Varsavia, 12 aprile 1982.
L. Niedbalska, diario nelle Raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta
Volantino durante lo stato
di guerra. Raccolte di Ośrodek Karta
Tipografia clandestina nel periodo dello stato di guerra.
I visi sono mascherati al fine di rendere difficile l'identificazione
da parte dei servizi di sicurezza.
Periodici clandestini stampati
durante lo stato di guerra.
Raccolte di Ośrodek Karta
Grafica – alfabeto le cui lettere
si richiamano al logo di Solidarność.
Aut. Piotr Młodożeniec / Raccolte di Ośrodek Karta
Fot. Piotr Jaxa Kwiatkowski / Forum
31 agosto 1982.
Anniversario dell’agosto
Lubin, 31 agosto 1982. Tentativo di salvare Michał Adamsowicz,
ferito a morte. Fot. Krzysztof Raczkowiak
Un abitante di Lubin:
Breslavia, 31 agosto 1982. Dimostrazione nel secondo
anniversario degli accordi di agosto. Fot. Ośrodek Karta
Il 31 agosto 1982, nel secondo anniversario
dalla firma degli accordi di Danzica, hanno
luogo in tutto il paese violente manifestazioni e scontri con gli ZOMO. Quel
giorno la milizia fa uso di armi cariche, uccidendo.
Passando vicino alla posta incontrai una pattuglia che procedeva abbastanza tranquilla, senza che nessuno la attaccasse. Quando sentii gli spari,
ero convinto che fossero a salve, anche quando udii il grido, quando vidi un
uomo che cadeva – pensai ancora che fosse inciampato. Guardavo terrorizzato la camicia tingersi di rosso. Vidi che uno della pattuglia cambiava il caricatore: era stato lui?! Era un omicidio premedito, calcolato a freddo.
Lubin, 31 agosto 1982.
W stanie. Zbiorowy dziennik stanu wojennego grudzień 1981- sierpień 1982 (Nello stato di guerra. Diario collettivo dello stato di guerra
dicembre 1981-agosto 1982), Varsavia 1991
L'8 ottobre 1982, a fronte della debolezza
della resistenza sociale, in virtù di una
legge del parlamento Solidarność viene
sciolta.
Zbigniew Bujak:
Esistevano quattro varianti della dimostrazione, in dipendenza dal numero
di partecipanti, dal livello della loro determinazione e dai successi nel respingere gli ZOMO. L'unica possibilità era che la massa dei dimostranti mettesse
in fuga la polizia – e avevamo puntato su questa possibilità. Sapevo […] che
il 31 agosto si sarebbero chiarite le sorti del Sindacato. A Varsavia lo stato
maggiore delle "forze dell'ordine" riunite del regime stimava che se la sarebbe
cavata fino a trentamila persone, ma non al di sopra di quel numero. Purtroppo arrivarono appena quindicimila manifestanti, ossia davvero troppo pochi
per salvare Solidarność!
Varsavia
M. Łopiński, M. Moskit, M. Wilk, Konspira. Rzecz o podziemnej „Solidarności" (Konspira. Solidarność clandestina), Danzica 1989
Varsavia, 31 agosto 1982. I funzionari ZOMO sparano
lacrimogeni contro i dimostranti durante la
manifestazione in piazza del Castello.
Fot. Aleksander Jałosiński / Fot. Ośrodek Karta
Cracovia, 23 giugno 1983. Giovanni Paolo II
all’aeroporto prima della partenza per il Vaticano. Fot. Stanisław Markowski
Giugno 1983.
Il secondo
pellegrinaggio del Papa
Il 16–23 giugno 1983 Giovanni Paolo II
svolge il secondo pellegrinaggio in Polonia.
La sua visita rafforza un poco i polacchi di
fronte all'assurda quotidianità imposta al
paese dai comunisti.
Cracovia, 22 giugno 1993. Striscione
di Solidarność durante la messa del Papa.
Fot. Stanisław Markowski
Giovanni Paolo II nell'omelia tenuta allo
Stadio «X Anno»:
Zbigniew Bujak sul settimanale clandestino «Tygodnik Mazowsze»:
Si tratta dell’ordine maturo della vita nazionale e di quella dello Stato, nella quale saranno
rispettati i fondamentali diritti dell’uomo. Solo
una vittoria morale può portare la società fuori
della divisione e restituire l’unità. Un tale ordine
può essere contemporaneamente vittoria dei
governati e dei governanti. Bisogna arrivare ad
esso per la via del dialogo reciproco e
dell’accordo, l’unica strada che consenta alla
Nazione di poter godere della pienezza dei diritti
civili.
Durante tutto il pellegrinaggio i luoghi degli
incontri di milioni di persone con il Papa diventavano oasi di libertà, che rivelavano il vero volto
della società polacca. Ovunque, nelle acclamazioni, nei canti e negli striscioni, era presente "Solidarność". Il fatto che, nonostante i
molti mesi di persecuzioni e di repressione,
Solidarność sia rimasta un simbolo universale
degli intendimenti e delle aspirazioni sociali, ha
per me un'importanza enorme...
Varsavia, 17 giugno 1983
Pielgrzymki do Ojczyzny…(Pellegrinaggi in patria…)
Varsavia, 11 luglio 1983
«Tygodnik Mazowsze» 57, 1983
Copertina di «Newsweek», 17 ottobre 1983,
Raccolte di Ośrodek Karta
Autunno 1983.
Il Nobel a Lech Wałęsa
Il 5 ottobre 1983 Lech Wałęsa viene insignito del Premio Nobel per la Pace. Per la
"società clandestina" polacca si tratta di
un'espressione di consenso di enorme importanza, contro cui protesta ufficialmente
il governo della Polonia Popolare. Temendo di non essere riammesso in Polonia, Wałęsa rinuncia in dicembre a ritirare
personalmente il Premio.
Oslo, 10 dicembre 1983. La moglie e un figlio di Lech Wałęsa
ritirano in suo nome il Premio Nobel per la Pace. Fot. PAP
Teresa Konarska nel diario:
Una vera euforia. Si vede la gente sorridere
per strada. Nei negozi oggi siamo tornati a parlare tra di noi, cosa che negli ultimi tempi si è
fatta rara – perché abbiamo paura l'uno
dell'altro, ci guardiamo con sospetto. Adesso
nelle code o al mercato la gente si sorride,
spesso ammiccando in segno di intesa. Oh,
cosa non fa un'unica buona notizia!
Dio caro! Quanto abbiamo bisogno di questo
pizzico di gioia e di sorriso! Ce ne siamo dimenticati... Si è spento il sole sopra di noi in un tetro
13 dicembre... E oggi – all'improvviso – si è
mostrata una fiammella.
Varsavia, 5 ottobre 1983
Lech Wałęsa nel discorso per il Nobel
letto da Bohdan Cywiński:
Accolgo questo premio con pieno rispetto
per il suo prestigio e insieme con il sentimento
che non io personalmente sono stato insignito,
ma che è un premio per Solidarność, per la sua
gente e per le cause per le quali abbiamo lottato
e lottiamo nello spirito della pace e della giustizia. [...]
L'esperienza polacca, messa dal Premio Nobel
in piena luce, è un'esperienza difficile, drammatica. Credo tuttavia che è un'esperienza diretta verso il futuro.
Oslo, 11 dicembre 1983
L. Biernacki, Kronika „Solidarności” (Cronaca di Solidarność), Sopot 2000
T. Konarska, diario nelle Raccolte dell’Archivio dell’Opposizione di Ośrodek Karta
Danzica, 1 maggio 1983. Manifestazione indipendente
dispersa dai reparti speciali della milizia (ZOMO),
fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta
Autunno 1984.
Morte del sacerdote
Jerzy Popiełuszko
Il 19 ottobre 1984 alcuni funzionari dei servizi di sicurezza sequestrano e successivamente assassinano il sacerdote Jerzy
Popiełuszko, carismatico cappellano di
Solidarność. I suoi funerali il 3 novembre si
trasformano in una gigantesca dimostrazione di dissenso nei confronti del terrore
comunista.
Varsavia, 26 agosto 1984. Il sac. Jerzy Popiełuszko.
Fot. Erazm Ciołek
Don Jerzy Popiełuszko
nell'ultima omelia:
Vincere il male con il bene è mantenersi
fedeli alla verità. La verità è una proprietà
molto delicata del nostro intelletto. La tensione
alla verità è stata innestata nell'uomo da Dio
stesso. Per questo nell'uomo c'è una naturale
tensione alla verità e un'avversione per la
menzogna. La verità, come la giustizia, è
legata all'amore, e l'amore costa. Il vero amore
è sacrificio, per questo deve costare [...].
Obbligo del cristiano è rimanere con la verità,
anche se dovesse costare molto, perché per la
verità si paga. Solo il loglio non costa niente.
Per un granello del frumento della verità bisogna a volte pagare.
Andrzej Szczypiorski
(scrittore):
Una folla incredibile, centinaia di migliaia,
centinaia di migliaia... Passando con l'autobus
ho visto sulle carreggiate intere colonne di
pedoni diretti verso Żoliborz. Oltre il viadotto
della Stazione ferroviaria per Danzica l'autobus
procedeva con enorme difficoltà. La gente camminava portando gli striscioni di Solidarność,
raccolta, silenziosa, piena di determinazione.
Varsavia, 3 novembre 1984
A. Szczypiorski, Z notatnika stanu rzeczy (Dagli appunti sullo stato delle cose),
Poznań 1989
Bydgoszcz, 19 ottobre 1984
L. Biernacki, Kronika "Solidarności"...(Cronaca di Solidarność...)
Varsavia, 3 novembre 1984. Funerali di Jerzy
Popiełuszko. Fot. Jerzy Kosnik / Fotonova
Varsavia, 2 novembre 1984. Veglia notturna prima dei
funerali del sac. Jerzy Popiełuszko presso la chiesa di
San Stanislao Kostka. Fot. Maciej Macierzyński / Reporter
Settembre 1986.
Fine della repressione
Bogdan Borusewicz (uno dei dirigenti di
Solidarność rilasciato in libertà nel settembre 1986):
Quando sentii che c'era l'amnistia, sapevo che
il potere stava arretrando. Fu davvero un'amnistia
per sedici persone. Vennero fatti uscire tutti i capi
della clandestinità. Per me significava che riconoscevano di avere perso politicamente. Perché
si erano senz'altro resi conto che avremmo agito.
Ritenevo che avessero un piano politico. Ma non
ne avevano.
L'11 settembre 1986 viene annunciata la decisione di un'amnistia per tutti i detenuti per
attività di opposizione cospirativa, tra cui i
dirigenti di Solidarność arrestati.
Da quel momento, a differenza delle precedenti amnistie seguite al 13 dicembre
1981, non si verificano altri arresti immediati. Solidarność inizia a creare strutture
legali
E. Szczesiak, Borusewicz. Jak runął mur… (Borusewicz. Com'è crollato il muro....),
Varsavia 2005
Bogdan Lis
(uno dei dirigenti di Solidarność rilasciato in libertà nel settembre 1986):
Varsavia, 12 settembre 1986. Attesa degli amnistiati
davanti alla prigione in via Rakowiecka.
Fot. Czarek Sokołowski / AP
Stiamo iniziando una nuova tappa della transizione, molto rischiosa, dall'attività clandestina
alla palese realizzazione di ciò che finora facevamo in clandestinità. Guardo al futuro con
riserva. È l'inizio di un processo.
Danzica, 30 settembre 1986
J. Jankowska, Portrety niedokończone… (Ritratti incompiuti…)
Mural. Fot. NAF Dementi
Mieczysław F. Rakowski (membro
nel diario:
del Comi-
tato Centrale del POUP)
È stata presa la decisione di liberare tutti i
detenuti "non criminali", ossia politici. Quindi
anche Bujak, Frasyniuk, Moczulski. Era una mia
proposta di quattro mesi fa. Ne avevo parlato
con Jaruzelski e con Kiszczak. Lo ritenevo un
passo necessario, se vogliamo ammorbidire la
dura posizione degli USA che sta bloccando
molte questioni, e, inoltre, se vogliamo eliminare dalla propaganda occidentale l'eterno argomento dei prigionieri politici. Ritengo di eccezionale importanza le decisioni prese.
Varsavia, 19 settembre 1986. Festeggiamenti in casa di Jacek Kuroń in occasione dell'amnistia,
organizzati nel decimo anniversario della nascita del KOR (Comitato in Difesa degli Operai).
In primo piano Jacek Kuroń e Aniela Steinsberg. Fot. Erazm Ciołek
Varsavia, 11 settembre 1986
M.F. Rakowski, Dzienniki polityczne 1984–1986
(Diari politici 1984-1986), Varsavia 2005
Danzica, 1986. Scritta sul muro che chiede la liberazione di Bogdan Borusewicz,
uno dei leader di S, arrestato nel gennaio 1986, Fot. Ośrodek Karta
1987. Alternativa
Arancione
Nel contesto di una generale inerzia della
società, compare nel 1987 – dapprima a
Breslavia, poi in altre città polacche – Alternativa Arancione, guidata da Waldemar
Fydrych "Maggiore". Mette alla berlina la
realtà comunista nella sua assurda forma
dell'epilogo. Intensificano la loro attività
anche altri gruppi alternativi, tra cui il movimento pacifista–ecologista "Libertà e
Pace".
Volantino di Alternativa Arancione del 1987.
Raccolte di Alternativa Arancione
Dalla relazione di un partecipante allo
happening:
Il Maggiore viene chiuso insieme ad altre sei
o sette persone dentro una vettura che qualcuno apre dall'esterno. Il Maggiore salta fuori e
lancia caramelle. I miliziani però lo afferrano e lo
spingono di nuovo nel furgoncino militare. Vengono riempiti anche altri furgoncini. [...]
– Chi è? – chiede un tizio dal comando.
– Sono gnomi. [...]
– Ma siete diventati matti? – urla al colmo dello
sbalordimento la voce dal comando.
– No, non siamo diventati matti, per strada ci
sono davvero degli gnomi. Li abbiamo fermati.
– Sentite, avete bevuto troppo oggi?
– No, non abbiamo bevuto per niente.
– E perché allora vedete gli gnomi?
Breslavia, 1 giugno 1987
Pomarańczowa Alternatywa….(Alternativa Arancione...)
Da un volantino di Alternativa Arancione
prima dello happening La Vigilia della
Rivoluzione di Ottobre:
Breslavia, 1 giugno 1988. Uno gnomo sul tettuccio
dell'auto della milizia durante uno happening
Fot. NAF Dementi
Da un volantino di Alternativa Arancione prima dello
happening Gli gnomi nella Polonia Popolare:
Nella Polonia Popolare gli gnomi non sono un fatto sporadico, fanno spesso apparizione e si potranno vedere a Breslavia in via Świderska vicino all'orologio, alle 15.00, il 1 giugno. Lo
gnomo può rivelarsi grande mecenate e amico della II tappa
della riforma economica. Qualcuno afferma che lo gnomo può
essere una conseguenza di questa riforma. Faranno un figurone. Vieni! Non sei peggio dell'Orfanella Marysia o di Biancaneve. La Polonia ha un futuro. Viva il surrealismo. Fioriscano
le forze mondiali della pace all'ombra dell'arte della guerra!
Breslavia, maggio 1987
Pomarańczowa Alternatywa. Rewolucja krasnoludków (Alternativa Arancione. La rivoluzione degli gnomi),
Varsavia 2007
Compagni, è tempo di infrangere la passività
delle masse popolari. Iniziamo a festeggiare la Vigilia della Rivoluzione di Ottobre! [...] Compagno,
vèstiti a festa, di rosso. Metti scarpe rosse, berretto rosso, sciarpa rossa. Se non disponi nemmeno di una fascia rossa o di altri elementi del
guardaroba rossi, prendi in prestito dalla vicina
una borsetta rossa. A malaparata, in caso manchi
la bandiera rossa tingiti di rosso la punta delle
dita. Se non hai niente di rosso, comprati un
panino rosso con il ketchup.
Breslavia, autunno 1987
Pomarańczowa Alternatywa….(Alternativa Arancione...)
Uno gnomo – simbolo dell'Alternativa Arancione – dipinto su
un muro sopra una scritta dell'opposizione che la milizia ha
coperto con la vernice. Fot. Tomasz Sikorski
Danzica, maggio 1988. Cancello dei Cantieri
Navali di Danzica: è visibile il tabellone con le
richieste degli operai. Fot. Leszek Biernacki
Maggio e agosto 1988.
Ondate di scioperi
Nel maggio 1988 scoppiano in Polonia
scioperi operai a sfondo economico. Una
successiva ondata di scioperi, con accenti politici sempre più chiari, attraversa
il paese in agosto. Le proporzioni della
protesta sono notevolmente più ridotte
rispetto al 1980, ma il solo ricordo
dell'antica forza di Solidarność induce le
autorità a intraprendere trattative.
Alojzy Szablewski (presidente di "S" nei
Cantieri Navali di Danzica, alla guida dello sciopero di maggio)
Lo sciopero di maggio era spontaneo. [...]
All'inizio c'erano più o meno quattrocento
persone, principalmente giovincelli. Che
forza poteva essere?! Pensavo: arriverà la
polizia, i giovani riusciranno a scappare, ma
prenderanno me, perché non riesco più a
correre svelto. [...] Mi passavano per la testa
varie cose: a che scopo aderire allo sciopero,
non funzionerà, mi arresteranno, mia moglie
soffrirà ancora. La ragione dettava: non
andare. Ma se non vado, i giovani diranno:
predicava bene, ma al momento di passare
ai fatti non è venuto. Era una questione di
onore.
Danzica
Nie ma wolności bez „Solidarności” (Non c'è libertà senza "Solidarietà"), Danzica 2008
Cantieri Navali di Danzica, agosto 1988. Operai in sciopero.
Fot. NAF / Dementi
Jastrzębie, agosto 1988. Durante uno sciopero nella
miniera "Manifesto di Luglio". Fot. Wojciech Druszcz.
Dalla dichiarazione del Comitato Interaziendale di Sciopero di Stettino:
Lo dichiariamo chiaramente: delle conseguenze dello sciopero, economiche, sociali
e altre, è responsabile il potere che si
definisce operaio, ma che tratta con arroganza e con disprezzo gli operai in sciopero.
Eppure gli scioperanti chiedono soltanto il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e dei
lavoratori. [...] Sentendo profondamente la responsabilità per le sorti del paese [...] invitiamo ancora una volta le autorità a intraprendere trattative.
Stettino, 23 agosto 1988
«Biuletyn Strajkowy» 6, 1988 Stettino
Autunno 1988.
La via verso l'intesa
Il 31 agosto 1988 prendono il via le consultazioni tra i leader dell'opposizione e il governo. Nei mesi successivi si svolgono
trattative a cui partecipano esponenti della
Chiesa cattolica in qualità di mediatori.
Il 30 novembre 1988 ha luogo il dibattito
televisivo tra Lech Wałęsa e il capo dei sindacati di regime (OPZZ) Alfred Miodowicz:
è il primo intervento ufficiale del leader di
Solidarność dal momento della proclamazione dello stato di guerra.
Lech Wałęsa in una dichiarazione dopo
un incontro presso il ministro dell'interno gen. Czesław Kiszczak:
Nel corso di questo incontro ho mosso il
tema più importante nel momento attuale,
quello delle strade che conducono alla realizzazione del pluralismo sindacale, ivi compreso il
posto di Solidarność. Gli interlocutori hanno
dichiarato che tutte le questioni connesse con il
movimento sindacale saranno discusse in una
Tavola Rotonda.
Varsavia, 31 agosto 1988
Tomasz Tabako, Strajk ’88 (Lo sciopero '88), Varsavia 1992
Mieczysław F. Rakowski, nel diario, sul
dibattito Wałęsa-Miodowicz:
Varsavia, 30 novembre 1988. Il dibattito televisivo
tra Lech Wałęsa e Alfred Miodowicz.
Fot. Grzegorz Rogiński / Reporter
Via via che il tempo passava, si osservava
uno schiacciante vantaggio di Wałęsa. Era padrone di sé, parlava abilmente, usava argomentazioni che facevano presa e persuadevano.
Miodowicz avrebbe potuto rispondere a molte di
esse, ma non l'ha fatto. È stato per tutto il tempo
sulla difensiva e in definitiva tornava continuamente a un unico concetto: in uno stabilimento
di lavoro deve esserci un unico sindacato. Non
c'è dubbio che dopo questo dibattito la posizione di Wałęsa in Polonia si rafforzerà molto.
[...]
Dopo l'audizione ho telefonato a W[ojciech]
J[aruzelski]. Era furibondo. [...] In sostanza
Miodowicz ha creato una nuova situazione politica nel paese.
Varsavia, 30 novembre 1988
M.F. Rakowski, Dzienniki polityczne 1987–1990 (Diari politici 1987-1990),
Varsavia 2005
Magdalenka presso Varsavia. Incontro tra i rappresentanti
del governo e l'opposizione. Da sinitra: Lech Kaczyński,
Bronisław Geremek, Stanisław Ciosek.
Fot. Laski Collection
Varsavia. Dimostrazione di Solidarność.
Fot. Ośrodek Karta.
Febbraio–aprile 1989.
La tavola rotonda
Tra il 6 febbraio e il 5 aprile 1989 si svolgono
a Varsavia le consultazioni della Tavola Rotonda, durante le quali i rappresentanti
dell'opposizione e del governo discutono
piattaforme per cambiamenti politici, economici e sociali. La decisione più importante è il consenso delle autorità a indire
elezioni parlamentari parzialmente libere
(35% dei mandati della Camera dei Deputati)
e istituire il Senato, per il quale le elezioni
saranno totalmente libere. Solidarność
viene nuovamente registrata come sindacato legale.
Varsavia, 5 aprile 1989. Janusz Reykowski
per parte governativa e Bronisław Geremek per parte
di Solidarność firmano l'intesa conclusiva in materia
di riforme politiche.
Fot. Erazm Ciołek
Varsavia, 6 febbraio 1989. Tavola Rotonda. Fot. Erazm Ciołek
Varsavia, 6 febbraio 1989. Lech Wałęsa e Tadeusz Mazowiecki si dirigono
all'apertura delle consultazioni della Tavola Rotonda. Fot. Erazm Ciołek
Tomasz Jastrun
(poeta):
Il generale Kiszczak aspettava in cima
alle scale di Palazzo Radziwiłł e salutava
coloro che entravano, molti dei quali
soltanto il momento prima si erano dati alla
latitanza a causa dei mandati di cattura o
erano sfuggiti a inseguimenti con la partecipazione di decine di vetture e centinaia di
battitori guidati personalmente da quel
generale sorridente. [...]
E stringeva in effetti con cordialità la
mano a chi arrivava via via, accogliendo con
particolare calore Jacek Kuroń – cosa che
non ha mancato di sottolineare verbalmente. Pare che soltanto Zbyszek Bujak
abbia sofferto un vero e proprio dramma interiore. [...] Non porgere la mano era idiota,
ma neanche porgerla andava bene; eppure,
visto che si era ormai lì... tende quindi la
mano, ma a fatica, come sollevando un
peso enorme.
Lech Wałęsa nel discorso alla conclusione
delle consultazioni:
Ci rendiamo conto che le consultazioni della
Tavola Rotonda non hanno soddisfatto tutte le
attese, non potevano soddisfarle. Devo tuttavia
sottolineare che per la prima volta ci siamo parlati
servendoci della forza degli argomenti e non degli
argomenti della forza. Questo è un buon pronostico per il futuro. Ritengo che le consultazioni
della Tavola Rotonda possano diventare l'inizio del
percorso verso una Polonia democratica e libera.
Varsavia, 5 aprile 1989
«Trybuna Ludu» 81, 6 aprile 1989
Dagli accordi della Tavola Rotonda:
Il compromesso politico di forze diverse, [...]
permette di concretizzare un fine comune: una Polonia indipendente, sovrana, sicura grazie ad alleanze paritarie, democratica e forte economicamente.
Varsavia, 6 febbraio 1989.
Varsavia, 5 aprile 1989
Witold Charłamp, Dziennik zewnętrzny (Diario esteriore),
«Kultura» 5, 1989 Parigi
Okrągły Stół. Dokumenty i materiały... (Tavola Rotonda. Documenti e materiali...) Varsavia 2004
Varsavia, 2 giugno 1989. Il primo numero del risorto «Tygodnik Solidarność».
Manifesto elettorale di Solidarność
con Jane Fonda Jerzy Kośnik / Fotonova
Primavera 1989.
La campagna
elettorale
La campagna elettorale del 1989 è uno
scontro per una posta molto alta. Iniziano
a mostrarsi nella legalità le testate censurate della stampa dell'opposizione, l'intero
paese viene coperto di manifesti elettorali
con le immagini dei candidati dell'opposizione fotografati con Lech Wałęsa.
Fot. Chris Niedenthal / Forum
Dal programma elettorale del Comitato
Civico "Solidarność":
Invitiamo tutti a partecipare alle elezioni
perché vediamo il beneficio che la Polonia può
trarre dall'ingresso di forze indipendenti in Parlamento e in Senato. È un'opportunità importante per il presente e per il futuro.[...]
Affrontando le elezioni, non chiudiamo gli
occhi sul carattere tuttora non democratico del
sistema di governo del paese e non intendiamo
convalidarlo. Vogliamo cambiare questo
sistema, realizzando ciò mediante trasformazioni evolutive, utilizzando anche gli strumenti parlamentari. L'apertura della possibilità di una partecipazione limitata al parlamento non è una
graziosa concessione da parte delle autorità,
ma è una restituzione alla nazione di una parte
di ciò che le spetta.[...]
Nostro fine è la sovranità della nazione e
l'indipendenza del paese, il miglioramento della
Repubblica.
Hanna Skarżanka
Voglio aiutare Solidarność, con la quale mi
sono legata fin dagli inizi. [...] Commuovono le
persone più anziane che arrivano con la
domanda su chi cancellare, per chi votare. [...]
La gente ricomincia a sentirsi bene, manifesta
reciproca e disinteressata benevolenza.
Varsavia, 9 maggio 1989
«Gazeta Wyborcza» 2, 9 maggio 1989
Józefa Radzymińska
Varsavia, 10 maggio 1989
J. Radzymińska, diario…
Volantino elettorale di Solidarność.
Collezione Ośrodek Karta
Primavera 1989. In campagna elettorale.
Fot. NAF Dementi
(scrittrice)
nel diario:
Nel programma 2 della televisione hanno
trasmesso quasi di notte il programma elettorale di Solidarność con splendidi discorsi di
Wałęsa e di Geremek. [...] Il programma era in
se stesso qualcosa di eccezionale per la libertà
di espressione – nella nostra nazione terrorizzata da 45 anni è davvero un portentoso passo
in avanti!
Varsavia, aprile 1989
Komitet Obywatelski przy Przewodniczącym NSZZ „Solidarność” Lechu Wałęsie...
(Il Comitato Civico presso il Presidente del Sindacato Indipendente Autogestito
Solidarność Lech Wałęsa...), Varsavia 2006
(attrice):
4 giugno 1989.
Le elezioni
Le elezioni del 4 giugno 1989 portano alla
schiacciante vittoria di Solidarność. L'opposizione conquista l'intera quota "libera"
dei mandati alla Dieta e tutti i posti eccetto
uno al Senato. Gli elettori rigettano in massa
la cosiddetta lista nazionale con i nomi dei
massimi politici comunisti. Il POUP, sempre
più indebolito, riconosce la propria sconfitta.
Lo stesso giorno a Pechino, in piazza
Tienanmen, l'esercito massacra i partecipanti alle manifestazioni studentesche
che richiedono riforme politiche in Cina.
Muoiono alcune migliaia di persone.
“Ringraziamo”.
Volantino post-elettorale di Solidarność.
Zbigniew Ferczyk
(membro dell'opposizione):
Ci siamo divisi in squadre e dopo la mezzanotte abbiamo iniziato a raccogliere i verbali dei
seggi. Le prime notifiche dei dati e... non riuscivamo a crederci. Alle successive era ormai
sicuro: enorme vantaggio di Solidarność. Una
gioia immensa, eravamo ormai rilassati. Costernazione tra gli avversari. Si sono poi corretti con
un sorriso forzato e congratulazioni insincere.
Non sapevamo ancora quali fossero i risultati
nelle nostre circoscrizioni e nell'intero paese.
Poco dopo era ormai chiaro: avevamo vinto
tutto il possibile. Era un successo immenso,
un'enorme soddisfazione.
Nowa Huta, 4-5 giugno 1989
Wybory ‘89 w Krakowie... (Le elezioni dell'89 a Cracovia...), Cracovia 1999
Jerzy Urban
Breslavia, 9 giugno 1989. Una scritta
per ricordare il massacro di piazza Tienanmen.
Fot. Henryk Prykiel / NAF Dementi
Raccolte di Ośrodek Karta
Bronisław Geremek
(uno dei leader dell'opposizione):
Le elezioni di giugno hanno dimostrato ciò
che era evidente, ma non confermato empiricamente: che i comunisti non hanno nessuna
base e li mantiene al potere la loro storica inerzia, puntellata dall'illusione della forza. Gli esiti
delle elezioni, registrati per mezzo di numeri
reali, hanno segnato una svolta nel pensiero sul
futuro dell'Europa, perché hanno permesso di
passare da speculazioni più o meno riuscite
all'analisi dei fatti.
Geremek opowiada, Żakowski pyta. Rok 1989 (Geremek risponde, Żakowski
domanda. Il 1989), Varsavia 1990
(portavoce del governo):
La mattina dopo le elezioni sono stato invitato a una riunione dell'Ufficio Politico. Czarzasty, la nostra aquila per la campagna elettorale,
il quale il giorno prima temeva ancora che la vittoria del POUP fosse troppo schiacciante, ha
riferito i risultati: un massacro.
Ho scritto su un foglietto la dichiarazione in
cui il partito annunciava di avere perso le
elezioni e di accettare i loro risultati e ho passato il foglietto a Jaruzelski. Jaruzelski l'ha letto
ad alta voce e allora ho vissuto il momento più
sconvolgente. Jaruzelski ha chiesto se vi fossero osservazioni, E nessuno ne aveva. La resa
del potere è avvenuta quindi senza discussioni.
Varsavia, 5 giugno 1989
Teresa Torańska, Byli (Furono), Varsavia 2006
La prima pagina del quotidiano dell'opposizione
«Gazeta Wyborcza», 7 giugno 1989.
Raccolte Ośrodek Karta
New York, 4 giugno 1989.
La coda per votare davanti al consolato polacco.
Fot. Jerzy Potoczka
Il più celebre manifesto elettorale di Solidarność
con Gary Cooper nel film Mezzogiorno di fuoco.
Aut. Tomasz Sarnecki / Raccolte Ośrodek Karta
Il vostro presidente.
Il nostro premier
Il 19 luglio 1989 il parlamento elegge
Wojciech Jaruzelski a presidente della Polonia Popolare. Il 12 settembre viene confermato il governo di Tadeusz Mazowiecki, uno
dei leader dell'opposizione più conosciuti e
a cui la società tributa maggiore fiducia.
Mazowiecki passa alla storia come il primo
premier non comunista nella sfera di influenza sovietica.
Varsavia, 12 settembre 1989. Il premier Tadeusz
Mazowiecki in Parlamento. Fot. Chris Niedenthal / Forum
Adam Michnik (oppositore, redattore capo di
«Gazeta Wyborcza») nell'articolo Il vostro
presidente, il nostro premier.
Varsavia, 12 settembre 1989.
Il gen. Wojciech Jaruzelski nella loggia presidenziale
in Parlamento. Fot. Krzysztof Wójcik / Forum
È necessario un nuovo patto, che possa
essere condiviso da tutte le maggiori forze
politiche. Nuovo, ma che garantisca una continuità. Tale patto può consistere in un'intesa in
base a cui sia eletto presidente un candidato
scelto del POUP, mentre l'incarico di premier e
la missione di formare il governo sia affidata a
un candidato di Solidarność. Il presidente garantirà così la continuità del potere, degli accordi internazionali e delle alleanze militari. Il
governo avrà il mandato della stragrande maggioranza dei polacchi e garantirà un coerente
cambiamento del sistema economico e politico.
Varsavia, 3 luglio 1989
«Gazeta Wyborcza» 40, 3 luglio 1989
Varsavia, 30 giugno 1989.
Dimostrazione studentesca contro
la candidatura del generale Jaruzelski a presidente.
Fot. Erazm Ciołek.
Ireneusz Sekuła (vicepremier nell'ultimo governo comunista di M. F. Rakowski):
Il puntino sulla i è stato apposto dalla nomina
in Polonia di un premier non comunista e di un
governo di coalizione nel quale il partito non
avesse più una partecipazione talmente significativa. Ed è venuto fuori che l'Unione Sovietica,
volente o nolente, lo permetteva. È stato un impulso che ha catalizzato gli eventi in altri paesi,
ha dato loro una sicurezza, una sorta di garanzia che, visto che non c'era stato un intervento
in Polonia, non vi saranno interventi nemmeno
altrove.
Koniec Epoki. Wywiady Maksymiliana Berezowskiego (Fine di un'epoca. Le interviste di Maksymilian Berezowski), Varsavia 1991
Fine 1989.
Ripristino
dell'indipendenza
La fine del 1989 porta alla Polonia ulteriori
cambiamenti a riprova della riconquistata
piena indipendenza del paese. Dal 1 gennaio 1990 vengono ripristinati l'antico emblema e l'antica denominazione dello
stato, vengono eliminati nel testo della
costituzione i passi sul ruolo di guida del
POUP e sull'amicizia con l'URSS. Vengono
smantellati in tutto il paese i monumenti
dei capi comunisti.
Tomasz Jastrun:
E a Varsavia non c'è più il monumento di
Dzierżyński. [...] C'era una folla di gente in attesa
dell'evento. Temevo per Feliks il sanguinario,
perché ritengo che sia stato l'uomo a meritare un
castigo, e non la statua. E sapevo che la sentenza
sarebbe stata eseguita da operai, dal popolo di
Varsavia, dunque, che in queste situazioni non
conosce pietà. L'operatore della gru ha annunciato
che lo avrebbe sollevato per la testa. [...] La folla
ha cantato l'inno, poi ha lacerato in brandelli come
si fa con un vestito le gambe frantumate e le
schegge della 'testa di cemento'*.
Varsavia, 17 novembre 1989
Witold Charłamp, Dziennik zewnętrzny (Diario esteriore), «Kultura» 3, 1990 Parigi
* testa di cemento: definizione per 'comunista ottuso e accanito'.
Lech Wałęsa:
Varsavia, gennaio 1990. Viene dipinta la corona
sull'emblema polacco, da cui era stata eliminata
sotto la Repubblica Popolare.
Fot. Ireneusz Sobieszczuk, Jan Bogacz / PAP/PAI
Era la fine del 1989, anno che qualcuno aveva
chiamato Autunno dei Popoli. In Polonia la sua
caratteristica ufficiale era espressa dalla modifica
del nome dello stato: da Repubblica Popolare Polacca nuovamente a Repubblica Polacca (come
prima della seconda guerra). Era stato trasformato
anche l'emblema, restituendo all'aquila bianca la
corona d'oro. [...] In tal modo sono stati ripristinati
uno dopo l'altro quei simboli che nella vita di ogni
nazione sono sentiti come fortemente importanti
per l'identità e la sovranità della nazione stessa.
L. Wałęsa, Droga do wolności... (La strada verso la libertà), Varsavia 1991
Ernest Skalski
(giornalista):
Stiamo chiudendo un anno che ha inflitto una
decisiva benché non definitiva sconfitta al comunismo nel mondo. Seppure non in perfette condizioni, stiamo tornando comunque sulla strada
maestra della civiltà, dalla quale siamo stati fatti a
forza deviare mezzo secolo fa. La nazione diventa
padrona di casa nel proprio paese.
«Gazeta Wyborcza» 167, 29 dicembre 1989 – 1 gennaio 1990
Varsavia, 17 novembre 1989. Smantellamento del
monumento a Feliks Dzierżyński, creatore dei servizi
di sicurezza sovietici. Fot. Janusz Fila / Forum
La missione
di Solidarność
L'esperienza di Solidarnośc diventa dopo la
svolta del 1989 ispirazione per coloro che
combattono per la libertà e per la democrazia nelle ex repubbliche sovietiche, tra
l'altro in Ucraina, durante la Rivoluzione
Arancione nel 2004, quando a Kiev, a un
comizio dell'opposizione, presenzia Lech
Wałęsa.
ssssssssssssssssssssssssssssssss
Fot. Grzegorz Rogiński / Reporter
Dalla lettera dei politici e degli intellettuali ucraini in ringraziamento per il sostegno durante la Rivoluzione Arancione:
Ai tempi della Vostra lotta per la libertà sotto le bandiere di
Solidarność pregavamo con tutto il cuore per la Vostra vittoria e ripetevamo: “Jeszcze Polska nie zginęła” (La Polonia non è ancora morta)! E
il popolo polacco ha vinto! Oggi Voi, in tutta la Polonia, cantate insieme
con noi: “Szcze ne wmerła Ukrajina” (L'Ucraina non è ancora morta) e ci
augurate la vittoria. Un profondo inchino e sinceri ringraziamenti per il
popolo polacco da tutto il popolo ucraino! Continuiamo a lottare per la
verità e la democrazia.
Kiev, Piazza dell'Indipendenza, 7 dicembre 2004.
Stanisław Stępień, Pomarańczowa rewolucja (La Rivoluzione Arancione), Przemyśl 2006
Kiev, 22 novembre 2004. Lech Wałęsa e Wiktor
Juščenko a un comizio dell'opposizione.
Fot. Robert Kowalewski / Agencja Gazeta
Danzica, 12 giugno 1987,
corteo con striscioni di
Solidarność durante la visita
del papa Giovanni Paolo II.
Fot. Bernard Bisson / Sygmu / Corbis
Logo del movimento
di opposizione russo
„Solidarność” creato
nel 2008, che si ricollega
alle esperienze polacche.
San Pietroburgo, 14 aprile 2007. Repressione da parte della milizia di
una dimostrazione dell'opposizione. Fot. Aleksander Demianchuk / Reuters/ Forum
Minsk, 25 marzo 2008. Dimostrazione dell'opposizione nel
90.mo anniversario della dichiarazione dell'indipendenza
della Bielorussia. Fot. Ivan Rudnev / Ria Novosti
Tatiana Kosinova
Aleksander Milinkiewič
(membro dell'Associazione russa "Memo-
(leader dell'oppo-
rial")
sizione bielorussa a Lukašenko):
Fino a oggi Solidarność è per la nostra intellighenzia una
chiave magica che si tiene in tasca e si può sempre tirare fuori
per aprire le varie porte che è necessario aprire perché si realizzino le riforme. In Russia la generazione di Solidarność ha
raggiunto la maturità: sono persone che avevano nel 1980
19-25 anni. [...] Ma a Pietroburgo due anni fa è nato con
questo nome un movimento giovanile. Piccolo, ma si richiama all'Agosto polacco. La gente vuole ricostruire la solidarietà che il potere sovietico ha distrutto.
Non confrontiamo la Bielorussia di oggi con
l'Ucraina. Da noi non ci sarà una vittoria altrettanto bella e veloce. Io confronto continuamente il nostro paese piuttosto con la Polonia
dei tempi di Solidarność. Aspetta anche noi una
lunga, difficile lotta. Ma stiamo facendo rapidamente i primi passi.
San Pietroburgo, febbraio 2008
«Tygodnik Powszechny» 7, 2008
Minsk, 20 marzo 2006
«Gazeta Wyborcza» 68, 21 marzo 2006