Nel paese in cui siamo italiansky!

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Nel paese in cui siamo italiansky!
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Semaf oroblu
polonia da scoprire
Nel paese in cui siamo italiansky !
APPROFITTANDO
DEL SEMAFORO BLU
CONTINUIAMO A VOLARE!
ATTERRIAMO IN
T
QUESTA
POLONIA…
VOLTA
utto cominciò per caso nel settembre del '97, un incontro che
poteva sembrare banale, sulle
scale di una scuola di inglese nel
centro di Dublino. Non avrei mai
pensato
che dopo la risposta
"Poland" al solito " Hi, where are you
from?", che all'estero viene sempre
prima di un "what's your name?",
sarebbe seguita una splendida amicizia con Anka. Eppure è bastato
poco: una Guinness, due chiacchiere nel mio pessimo inglese e
dopo un anno e mezzo mi ritrovo a
trascorrere una vacanza in Polonia
con la mia amica Anka.
Che cosa raccontare di questa
esperienza? Un viaggio ricco di
incontri, di dialoghi e molte volte di
gesti, visto che tra la stanchezza e
l'ignoranza trovare sempre una
traduzione a tutto risulta impossibile.
Ma si sa che tra giovani basta poco
per entrare in contatto: 6 zloty per
una bionda "Zywiec", l'ultimo cd di
Kayah e Bregovic e anche la più
mediterranea si sente un po' polacca.
Anka vive in un appartamentino nel
centro di Varsavia, all'interno di un
gigantesco complesso di 15 piani.
L'edificio, dalla pesante architettura
(eredità di 40 anni di regime), ospita
oggi, paradossalmente, un concessionario "Mitsubishi".
Tutt'intorno lo stesso paesaggio:
palazzoni di cemento armato circondati da grattacieli, che oramai
crescono come funghi. È proprio
questo a rendere Varsavia particolare: non esistono costruzioni che
abbiano più di 50 anni, i tedeschi
hanno raso al suolo l'intera città e ciò
che rimane è un centro storico
ricostruito a perfezione, ma in cui
nulla è originale.
La città è caotica di giorno come
qualsiasi capitale europea: mezzi
pubblici stracarichi e traffico intenso,
ma soprattutto quante fiat 126!! Ce
ne sono di tutti i colori!! E come
dimenticare la fiat 125B con interno
leopardato? I ritmi di vita di Varsavia
però non ricordano affatto quelli
occidentali, se pur ormai colonizzata
dai vari McDonald, Pizza Hut, Taco
Bell, tutto è anticipato: cena alle
4.00 di pomeriggio,
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Dove c'era il ghetto a Varsavia, ora costruzioni di regime e moderni grattacieli.
una vodka "zubrowka" e le strade
deserte già dalle 23.00. Questo non
mi ha impedito di vivere la città:
passeggiare per gli immensi parchi
con gli amici di Anka, andare al cinema per vedere La vita è bella in
italiano, ma con i sottotitoli in polacco, ritrovarsi nella toilette di un pub a
cercare della moneta per comprare
la carta igienica. Ho incontrato la
Polonia attraverso i personaggi che si
sono alternati nel mio viaggio,
prevalentemente giovani studenti, a
volte silenziosi, spesso umili, capaci
di molta ironia sul passato comunismo, ma orgogliosi del loro paese
libero e ansiosi di fare parte di una
nuova storia dell'Europa Unita.
L'avventura non finisce a Varsavia,
meno di 3 ore di treno e mi trovo a
Cracovia. Una perfetta atmosfera
da fiaba con maghi e streghe: il
castello reale, le mura, il duomo
gotico, la piazza centrale con il mercato. E come tutte
le favole che si
rispettino
non
manca neanche il
drago, che secondo la leggenda
sputa lingue di
fuoco alla vista di
giovani vergini. La
città del re Krak è
affollata a qualsiasi ora: giovani e
turisti si riversano
nelle pittoresche
sere “giovani”
VARSAVIA
- AKWARIUM, jazz club,
ul. Emilii Plater
- PARK, disco pub,
aleje niepodleglosli
- CAFE BRAMA, spettacolare la
birra, fusti a vista! Vietato usare cellulari, molto trendy,
ul. Marslzalkowska
- GIOVANNI, pub rockettaro, specialità: wurstel fritto con formaggio,
ul. krakowskie przedmiescie
CRACOVIA
- K'A'RCHERA
- POD BIALYM ORLENI (che significa
sotto l'aquila bianca)
- USASIADOW (dai vicini), trattoria,
cucina tradizionale polacca,
ambiente rustico, ul.szpitalna
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viaggi su 2 ruote
vie ed è una gran lotta per trovare
posto in uno dei numerosissimi pub,
monumenti storici anch'essi, perché
spesso ricavati all'interno di edifici
medievali.
Sul treno di ritorno verso Varsavia mi
distraggo guardando fuori dal
finestrino il tramonto e per un attimo
riesco ad apprezzare l'intensità di
quel momento e rimango stupita di
quanto poco ci voglia per sentirmi
felice. È proprio questa la sensazione che mi ha accompagnato
durante tutto il viaggio: sorprendermi
di star bene sempre. Star bene
anche se non riesco a pronunciare
una parola di polacco, ridere nel
vedere i miei nuovi amici alle prese
con gli spaghetti o mentre cantano
"O sole mio" meglio di me.
La Polonia che ho incontrato è quella davanti a un giurassico wurstel
annegato in un mare di ketchup
all'interno del pullman "JELCZ" , quella delle trattative di compravendita
nel bazar di Cracovia, quella che
"poga" a ritmo di rock polacco al
"PARK" .
Ed è questa Polonia che ho cercato
di raccontare.
VIVIANA DOSA
Paradossalmente un bel villaggio ordinato, che mi ricorda un po' il quartiere di via I
maggio con le sue case in
mattoni rossi, ma è proprio
questa surreale atmosfera
che mi fa accapponare la
pelle: sono davanti alla più
organizzata e fredda macchina di sterminio di tutti i
tempi. I block sono ora un
museo e mostrano montagne di capelli umani,
occhiali, scarpe, valigie,
indumenti che una volta appartenevano a migliaia di
ebrei, polacchi, zingari…
Nel macabro tour mi
accompagnano i volti delle
vittime e sono i loro occhi,
testimoni di così tanta ingiustizia a rendere ancora vive,
oggi più che mai, le parole
di ammonimento lette nel
block italiano:
"Visitatore…..fa che il tuo
viaggio non sia stato inutile,
che non sia stata inutile la
nostra morte…Fa che il frutto
Auschwitz: Non siamo davanti a un orrendo dell'odio, di cui hai
caratteristico pub inglese, ma all’ in- visto qui le tracce, non dia
segna di un block del campo di con- nuovo seme, né domani né
mai".
centramento nazista. . .
Vespa: La storia di un vero Mito !
'A
1946
V
,
N
lo scooter per eccellenza, il più
venduto e il più imitato al mondo.
ELL
PRILE DEL
NASCE LA
ESPA
Il successo è di portata tale che ne
viene prodotta, già dal 1948, una
seconda versione più funzionale,
che viene poi costruita su licenza
dapprima in molti paesi europei, e,
in seguito, in Asia. Da allora sono
state create innumerevoli versioni di
questo veicolo eccezionale, dai
modelli economici a quelli sportivi
(tra i quali spiccano il glorioso 50
Special e la classica 125 Primavera
ET3) , dai 50 ai 200 cc, sempre con
caratteristiche tecniche di economicità, affidabilità e praticità fuori
dal comune, specie per gli standard
dell'epoca. Ma che interesse può
avere un ragazzo di oggi per un
mezzo del genere? Secondo noi
moltissimo! Avete mai notato quante
Vespa si vedono ancora in giro?
Avete mai fatto caso a quale sia il
loro fascino, a come si notino subito
in mezzo a tanti altri scooter moderni,
spesso troppo uguali fra loro? Non
vogliamo spingere tutti a diventare
vespisti, ma per chi volesse avvicinarsi al mondo delle Vespa anni 60 e
70, divertendosi a mettere le mani
su di una meccanica semplicissima, acquistando e restaurando
un mezzo di sicuro fascino,
sappiate che le quotazioni
non sono elevate, e con
poche centinaia di migliaia
di lire si può portare a casa
un esemplare in discrete condizioni. Se volete farvi un'idea
dal vivo dei vari modelli, è anche stato istituito, a Piacenza, un
museo tutto dedicato al mitico
scooter della Piaggio: si trova in via
Abbondanza 28/b (tel. 0523/30896).
In ogni caso, è sempre molto interessante frequentare i vari mercatini
e le mostre-scambio: è il modo
migliore per acquistare il mezzo che
vi interessa, le varie parti di ricambio,
i pezzi introvabili, o anche solo per
curiosare. Prima dell' acquisto, noi vi
consigliamo di prestare attenzione
ad alcuni particolari come la scocca
(non deve essere troppo arrugginita) e la
meccanica
in
generale
(deve aver subito revisioni abbastanza recenti), altrimenti il
restauro potrebbe rivelarsi troppo
oneroso. Vi segnaliamo infine che
esiste un Vespa Club Milano, il cui numero di telefono è 02/6704145, e
inoltre un punto di ritrovo per vespisti,
tutti i Giovedì dopo le 21:30 presso il
"Motobar Cafè" in Via Giacosa a
Cinisello Balsamo.
MATTEO MARZOLI
GIULIO GRAZIANI
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