Rassegna stampa 04/07/2014

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Rassegna stampa 04/07/2014
 INDICE RASSEGNA STAMPA
Iniziative ed eventi
Repubblica Firenze
04/07/2014
p. XX
Il sacco di prato
1
Cineturismo
Italia Oggi
04/07/2014
p. 17
Italia, turisti stregati da un ciak
Irene Greguoli
Venini
2
Segnalazioni
Tirreno Grosseto
04/07/2014
p. V
A Castiglione uno spot per gli Usa
Enrico
Giovannelli
3
Sette
04/07/2014
p. 66
Il mio commissario perduto tra le vie d'ombra di una Firenze
noir
Enrico Mannucci
4
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
IL SACCO DI PRATO
L'ultimo appuntamento del ciclo
" I venerdì di palazzo Fenzi"
promosso dal Dipartimento di
storia archeologia geografia arte
e spettacolo (Sagas), avrà per
tema il rapporto tra il cinema e la
storia. Se ne parla in relazione a
"La ballata dei sacco di Prato A. D.
1512", una docu-fiction diretta da
Mirco Rocchi, prodotta nel 2013
grazie ad un progetto di
crowdfunding insieme al
giornalista Rai Massimo
Bernardini, Sandro Bernardi,
Mirco Rocchi e Anna Benvenuti.
Palazzo Fenzi, via San Gallo 10, ore
16
Iniziative ed eventi
Pagina 1
La ricerca (lE'l1,LTtlLUt'1 s7tCl CZtt() 1ZGCi: il l 1 ¡0 1"i"loC 7flC 'CL 1 lfZl2C'1"CXJ"Zo IIZ ba se CZZ
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Italia, turisti stregati
da
un
ciak
141
i® giovani preferiscono l c tit -set in caso di viaggio
DI IRENE GREGUOLI VENINI
1 cinema può essere un valido veicolo di marketing
turistico: sono diversi i
film che hanno contribuito
a rendere ancora più attraenti
luoghi italiani, scelti poi come
mete di vacanza da un pubblico internazionale. Si pensi
all'isola di Procida de Il postino con Massimo Troisi, Matera
in La passione di Cristo di Mel
Gibson, ma anche The Tourist ambientato a Venezia con
te (docente di comunicazione
presso l'Università Cattolica di
Brescia) e Roberta Todesco,
e presentata all'Ischia Film
Festival.
Il gruppo più grande, che si
reca al cinema circa una volta
al mese e come turista manifesta un approccio ludico e sognatore al viaggio (il 43% dei
partecipanti alla ricerca) è per
lo più di giovani con un buon
livello culturale, che vanno in
vacanza due o tre volte all'anno
e amano visitare luoghi sempre
Angelina Jolie e Johnny
Depp, fino a Roma, protagonista in La grande Bellezza di Paolo Sorrentino
e in To Rome with Lom di
WoodyAllen. Secondo uno
studio dell' Università
Cattolica di Milano, ci
sono principalmente due
approcci in fatto di viaggi
tra chi è sensibile al fascino del grande schermo:
turisti «ludici», ovvero giovani, che ricercano svago
in località esclusive con
opportunità di shopping,
e quelli invece più impegnati, che si focalizzano
sulla cultura e la natura
e cambiano spesso destinazione, evitando posti
troppo alla moda.
L'indagine su come le rappresentazioni cinematografiche
dei luoghi possano orientare le
preferenze dei turisti e quindi
sulle diverse strategie focalizzate sui vari tipi di pubblico è
stata curata da Roberto Nelli, docente di comunicazione e
identità d'azienda alla Cattolica di Milano, Furio Reggen-
nuovi. li 61,2'c dichiara di essersi recato direttamente in un
luogo perché visto in un film
e addirittura il 71,8% afferma
di aver modificato l'itinerario
per visitare una location cinematografica.
Per soddisfare le aspettative
di queste persone funzionano
strategie di marketing e di
comunicazione « che sappiano sottolineare gli aspetti di
svago e di divertimento legati
alla visita dei luoghi dei film,
prevedendo anche una dimensione più propriamente
commerciale », dice Nelli.
Poi ci sono coloro (il 39,5%)
che frequentano molto il cinema e al tempo stesso si recano
spesso in vacanza, interessati alla natura e alla cultura,
lontano dall'onda della moda
e del divertimento, e che manifestano un approccio impegnato e autonomo nelle scelte
turistiche. Si tratta di persone
di età più matura con un elevato livello di istruzione e che
esprimono aspettative non facili da soddisfare , più articolate
e complesse rispetto a quelle
dell'altro segmento . Sebbene
solo il 45,2% dei «turisti impegnati» abbia dichiarato di
essersi recato direttamente
in un luogo perché visto in un
film, il 61,9% di loro ha comunque sostenuto di aver cambiato
l'itinerario per visitare un set
cinematografico.
In questo caso occorre invece
«valorizzare gli aspetti più culturali delle location prevedendo percorsi che ruotino intorno
alle narrazioni e che possano
essere anche non rigidamente
strutturati», sottolinea Nelli.
Infine c'è il gruppo (il 17,5%
degli intervistati) meno interessante in una logica di marketing, costituito da persone
che nelle vacanze vedono soprattutto riposo e interruzione
dalla routine e che non manifestano il desiderio di cambiare
destinazione.
CR7 Riproduzione riservata
Cineturismo
Pagina 2
A Castiglione
o spot per gli Usa
La chef Flavia lotti testi onial perla catena "Romano's macaroni grill"
/ CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
L'Italia che insegna a fare gli
hamburger all'America e gli Stati Uniti che invece fanno vedere
come si fanno le tagliatelle al
Belpaese. Sembra uno scherzo,
ma invece è tutto vero: è questa
l'idea per una pubblicità con
Castiglione in primo piano, che
avrà ampio risalto aldilà
dell'oceano.
Nei giorni scorsi una troupe
televisiva arrivata da New York,
dell'agenzia Lauren Bauder Mccann, ha girato uno spot televisivo nel paesello con protagonista Flavia Grifoni, la chef del ri storante la Casina Kitch. La
'Romano's macaroni grill",
una catena di ristoranti di cucina italiana, con oltre 2000 locali
sparsi in Nord America, ha deciso di realizzare una pubblicità
in Itali a. E ha coinvolto due fratelli che conosceva bene: Flavia
appunto, che ha vissuto per sette anni a Los Angeles, e Antonio
lotti che invece è rimasto al servizio della compagnia Roma-
La troupe
arrivata
da New York ha girato
per alcuni giorni in paese
riprendendo la giovane
cuoca mentre fa la spesa
e mentre prepara
le sue prelibatezze
Flavia lotti al mercato durante il set e sopra col marito Gabriele
no s.
Facile il contatto con Flavia,
originaria di Roma, diplomata
alla scuola alberghiera, sposata
con il castiglionese Gabriele, conosciuto anche lui fra i fornelli
negli Stati Uniti. E con il sopralluogo a Castiglione, in pochi
giorni lo spot è stato registrato.
Per Flavia e Gabriele una bella
soddisfazione, anche perché si
vedranno tante immagini panoramiche di Castiglione, dal Castello al mare, con la telecamera che ha seguito Flavia mentre
fa la spesa al mercato del saba-
to, acquistando i prodotti genuini del nostro territorio. «Ma racconta Flavia - quando mi
hanno contattato quasi non ci
credevo. La storia dello spot si
svolge in parallelo fra l'Italia e
l'America. Mi hanno seguito
mentre facevo la spesa e mentre preparavo i panini, gli hamburger alla Casina Kitch. Dagli
States invece faranno vedere come fanno la pasta. In pratica abbiamo rivoltato il mondo delle
due cucine».
E lei è diventata la testimonial della campagna: «Sì, il contratto vale un anno, e ci hanno
detto che faranno vedere Castiglione in tutto il suo splendore,
e il nostro ristomae. Sono sicura che gli americani si innamoreranno subito dei nostri luoghi
e magari verranno a trovarci».
Enrico Giovannelli
Segnalazioni
Pagina 3
Le città dei giallisti / i Le indagini dei poliziotto creato dallo scrittore toscano
II mio commissario
perduto tra le vie d'ombra
di una Firenze noir
Le atmosfere e le memorie familiari nei luoghi del dopoguerra,
da San Frediano alla trattoria "da Cesare", rivivono nei
romanzi ambientati negli Anni 60 dallo scrittore Mario Vichi.
Che confessa: «Sui numeri civici mi sono ispirato a Simenon»
di Enrico Mannucci
he Firenze sia città dai numerosi lati oscuri non si doveva
aspettare il celebre Mostro per
capirlo. Già Boccaccio aveva
sfruttato quest'inclinazione al viola-nero. A
dispetto dell'aggettivo che da lui è derivato,
in verità l'autore del Decamerone racconta
diversi momenti truci o sanguinari della
vita cittadina. Nessuna meraviglia, allora,
che da queste parti sia fiorita una vera consorteria - scuola, probabilmente, è parola
su cui non concorderebbero - di scrittori
che costruiscono le loro trame su delitti e
nefandezze. Ma anche definirli "giallisti",
forse, non sarebbe accolto benissimo. Di
sicuro, si ribellerebbe un po' Mario Vichi,
il creatore dell'epopea attorno alla figura
del commissario Bordelli, investigatore
fiorentino alla metà degli anni Sessanta,
oggi arrivata al sesto episodio col romanzo
in uscita da Guanda, Fantasmi dei passato. «Non sono un giallista. È un genere che
non amo, anche se ha tante potenzialità.
Mi ritrovo in questa categoria per colpa
di Dürrenmatt, del fascino che ho provato
per suoi libri come Il sospetto o Il giudice
e il suo boia». Morti ammazzati e qualche
colpo di pistola non mancano attorno al
commissario, vista la professione, "sa va
san dir", come adatta in sardo-fiorentino
un personaggio di Vichi. Ma l'attenzione
forte - e la chiave del successo - è la ricerca di rendere atmosfere ormai abbastanza
lontane da noi e ambienti fisici che, invece,
tuttora ci circondano.
Due filoni sono immediatamente evidenti
e intrecciati: quello dell'accuratezza geografica e quello delle memorie familiari.
E l'autore presenterà il "nuovo Bordelli" al festival di Gavoi
I libri di Mario Vichi, editi da Guanda
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Segnalazioni
che hanno come protagonista
il commissario Bordelli. Il nuovo
romanzo, Fantasmi dei passato,
sarà presentato dall'autore il 4 luglio
a Gavoi, in Sardegna, al festival
"L'isola delle storie" organizzato
da Michela Murgia e Marcello Fois
(www. i so l ad e l l esto rie. it).
Pagina 4
I giardini e le piazze
della vita reale e
di quella letteraria
Mario Vichi sulla
torre guelfa di Borgo
Santi Apostoli, nel
centro di Firenze. A
sinistra, il Giardino
dell'Orticoltura, all'inizio
di via Bolognese, teatro
di alcune storie di Vichi.
A destra, l'Impruneta,
dove abita lo scrittore e
dove vive anche la sua
creazione letteraria, il
commissario Bordelli.
Bordelli è nato in viale Volta («Dove era la
casa dei miei nonni»), poi si trasferisce vicino all'Impruneta: «E lì, oggi, abito io. In
una colonica identica a quella che ho immaginato per il commissario». Il quale, tra
queste due residenze, ha per qualche anno
casa in via del Leone, Oltrarno, quartiere di
San Frediano. Zona dove, per la verità, Vichi
non ha mai abitato, ma che conosce a menadito e le sue storie, spesso, si svolgono in
Segnalazioni
quelle antiche stradine: via dell'Ardiglione,
piazza del Cestello, via Sant'Ilario.
Sulle tracce della città demolita. Se è
meno sfruttata l'area occidentale della città, invece San Gallo, San Gervasio, Santa
Croce - zone centrali o semicentrali - sono
battute a tappeto. E, anche lì, entrano nelle
pagine luoghi generalmente trascurati eppure mirabili: il Giardino dell'Orticoltura,
all'inizio della via Bolognese, oppure Il parco del Ventaglio, sopra al viale Volta. Vichi si
concede minuzie raffinate, come ricordare,
in piazza Beccarla, l'edificio fascista della
Gioventù Italiana del Littorio, poi demolito
- forse avventatamente - per costruire l'Archivio di Stato, oppure chiamare piazza San
Gallo quella che è oggi piazza della Libertà.
Ora, la piazza che fa da cerniera sui viali ha
una identità tormentata: nata come piazza
Pagina 5
Cavour, divenne piazza Costanzo Ciano e,
questo punto di vista. Nel senso che molte
durante Salò, piazza Muti. Anche se ci si
delle escursioni più remote, Vichi le affronarriva da Porta San Gallo, poco dopo la Lita con un collega, Enzo Fileno Carabba. E
berazione prese il nome attuale: «Ma mio
con lui, anche, ha in comune uno scenapadre l'ha sempre chiario romanzesco, quello
mata così. E, ambientandell'alluvione fiorentina
La lettura di
do le mie storie al tempo
del 1966. Da Vichi usato
Vichi porta in
suo, ho conservato il suo
come sfondo drammamodo di dire».
tico
all'indagine racconbudelli che pochi
A
osservarla
dall'altata in Morte a Firenze.
conoscono ma
to, Firenze è come un
Da Carabba trasfigurato
ti fanno scoprire
in un romanzo abbastangrosso aneurisma, una
bolla gonfiata sull'aorta
za - non del tutto, anche
splendide chiesine
dell'Arno. I colli la strinqui le esperienze familiagono a nord e a sud (colli
ri contano... - fantastico,
che, grosso modo, diventano Mugello e
con Un poco di zucchero, uscito tre anni fa
per Mondadori.
Chianti), a ovest, poi, tutto si allarga verso
la piana di Prato e Pistoia (ma quella non è
In un altro caso, invece, la congrega degli
più Firenze...). Colli significa boschi, camautori fiorentini fornisce a Vichi addiritpi e macchie. Viottoli e stradine, tornanti
tura una specie di star guest. Succede con
e scorciatoie. Mille itinerari possibili per
Leonardo Gori, il creatore del colonnello
Arcieri, ufficiale dei carabinieri legato ai
arrivare al medesimo posto. Il mostro vero
servizi segreti nazionali, che compare nel
lo sapeva e lo sfruttava bene. Vichi squaderna gran competenza nel campo. La letlavoro di Vichi quasi fosse uno specchio
tura porta nei luoghi più segreti e fascinosi
delle scene descritte da Gori (e infatti l'uldei dintorni di Firenze. Budelli che pochi
timo volume, Fantasmi del passato, sulla
conoscono ma che possono accorciare la
copertina porta in calce l'insolita scritta
strada verso il centro, come fa il commissa"con la partecipazione di Leonardo Gori").
rio quando sfrutta il budello in salita di via
L'effetto mostro aveva calamitato da queste
San Michele a Monteripaldi (avendo fretta
parti anche Thomas Harris, per una trasfernon ha modo di apprezzare la meravigliosa
ta gigliata del suo Hannibal Lecter, anche
lui curando con pignoleria i riferimenti lochiesina che si incontra a mezza costa). E
cali. The Cannibal, va detto, si trattava con
poi, sempre allontanandosi da
Firenze verso sud, le Cascine
del Riccio e Mezzomonte, sulla
Vecchia Imprunetana. I percorsi proseguono, entrando nei
boschi a caccia di porcini (ma,
ogni tanto, anche di cadaveri}
come alla Panca, a Monte Scalari, dalle parti di Cintoia.
Il sodalizio letterario ricordato
all'inizio funziona anche da
o
0
lì
molta generosità. Per dire, a parte gustare
cervelli umani, pasteggiava a Montrachet
nell'Enoteca Pinchiorri, ristorante ormai
da anni pluristellato. Anche Vichi sceglie
locali realmente esistenti per rifocillare il
suo Bordelli, ma sono trattorie assai più
rustiche e a buon mercato, Sergio Gozzi, in
San Lorenzo, e, soprattutto, "da Cesare", sul
viale Lavagnini: «Dove andava mio padre,
in luglio, quando restava da solo in città
mentre noi eravamo a Massa in vacanza».
I "cattivi" e la realtà. Beninteso, qualche
licenza gli scrittori possono prendersela.
Vichi se ne concede almeno un paio. La
prima, affollando di cinghiali le campagne
e i boschi toscani. E vero oggi, con le bestie
venute dall'est, all'epoca i cinghiali autoctoni erano ridotti quasi all'estinzione. La
seconda, con una fattoria dove un signore
di città si è ritirato per inventarsi un vino
pregiato. Anche in questo caso si precorrono un po' i tempi. Era ancora il tempo di
fiaschi e di Chianti assai ruspanti, i Supertuscan erano di là da venire: «In effetti, I
Balzini esiste davvero, solo che quel vino è
nato una decina d'anni dopo».
Va aggiunto che queste fedeltà geografiche e catastali comportano una curiosa
preoccupazione. Bisogna stare attenti a
non sovrapporre le figure nere del racconto - i "cattivi", insomma - su qualcuno di
esistente o che, comunque, si potrebbe
identificare nella poco commendevole
descrizione. Luciano Bianciardi dovette
mutilare di una mezza pagina La vita agra
-- alla quarta o la quinta edizione - perché
•:m commerciante si era riconosciuto in
un omonimo col suo stesso mestiere raccontato in termini tutt'altro che laudatori.
«Be', io ci sto attento. Prima di introdurre,
in Morte a Firenze, il Panerai, macellaio
omicida con bottega in viale dei Mille, ho
controllato non ce ne fosse uno vero. Anzi,
o-,e non sbaglio, non dovrebbero esserci
i nacellai per tutta la strada». E poi usa un
accorgimento furbo, mutuato, in questo
raso, da Simenon: «Metto sempre il bis ai
iumeri. In modo che non corrispondano
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Segnalazioni
Pagina 6
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Tra mappa e foto , la Firenze del commissario Bordelli
I luoghi principali di Marco Vichi e del protagonista dei suoi
libri. Nella cartina: 1 - La trattoria "da Cesare", sul viale
Lavagnini. 2 - La trattoria "Sergio Gozzi" in San Lorenzo.
3 -Via del Leone, nel quartiere d'Oltrarno di San Frediano.
Nelle foto di queste pagine: 4 - II parco del Ventaglio, sopra
al viale Volta, teatro di alcune storie dei commissario Bordelli.
5 - La salita di via San Michele a Monteripaldi (una delle
scorciatoie preferite dell'alter ego letterario di Mario Vichi).
6 - II Giardino dell'Orticoltura. 7 - Piazza Beccaria, dove si
trovava l'edificio fascista della Gioventù Italiana dei Littorio,
poi demolito per costruire l'Archivio di Stato.
11
perfettamente a quelli veri».
Tanta accuratezza, d'altronde, innesca un
fenomeno curioso. Turismo cartaceo, si
potrebbe chiamare, nel senso dei lettori
che scorrono le pagine cercando di scovare
luoghi affini o conosciuti: «E sono diversi
che poi si fanno vivi per dirmi che nella tal
villetta descritta abitò la loro zia, oppure
che nel paesotto dei dintorni le abitudini
erano proprio quelle».
Più sotterranea - ma forse più impegnativa
per l'autore - la ricostruzione del contesto,
del clima della fine anni 6o: «Anni difficili,
ma pieni di energia e prospettive». E anco-
Segnalazioni
ra freschi di ricordi della guerra mondiale.
Bordelli l'ha fatta, con gli audaci marò del
reggimento San Marco, quelli schierati al
Sud, dopo l'8 settembre, con gli Alleati.
I racconti del padre. Il commissario e chi
lo circonda sono figure cariche di memorie, luoghi conosciuti, incontri passati. Vichi se li gioca con maestria. Spesso, senza
neppure inventare molto, solo rielaborando quel che, nel tempo, ha saputo ascoltare
in famiglia, dalle amicizie o anche dalle conoscenze fugaci.
Capita coi precedenti militari di Bordelli ri-
calcati sui racconti del padre di Vichi: «Anche lui era nei due battaglioni , il Grado e
il Basile, che ricomposero il San Marco per
combattere con gli Alleati ». E capita con un
paio dei racconti nella prenatalizia cena fra
gli amici del commissario.
Ma anche sotto questo aspetto, forse, le
intuizioni più pregevoli stanno nei particolari minimi, come aver battezzato Fidalma
una "donna di servizio" (si usava dire cosi):
cioè con un nome oggi assolutamente introvabile ma, allora, probabilissimo per
una ragazza di campagna venuta a lavorare
in città.
Enrico Mannucci
r - continua
RIPRODUZIONE RISERVATA
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